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IL DEBITO PUBBLICO
ITALIANO
a cura di Mangione Francesco
DEFINIZIONE
Il debito rappresenta la somma
dei disavanzi accumulati negli
anni passati; rappresenta una
variabile di stock in quanto viene
misurata in un dato momento
Nel caso di uno Stato, il debito
pubblico rappresenta il debito nei
confronti di altri soggetti economici,
nazionali o esteri, che hanno
sottoscritto un credito allo Stato
nell’acquisizione di obbligazioni o
titoli di Stato di vario tipo
TITOLIDISTATO
I titoli di Stato vengono emessi dalla
Repubblica Italiana tramite il Ministero
dell’Economia e delle Finanze che si avvale
della collaborazione della Banca d’Italia per
l’attività organizzativa e di collocamento
Fonte: MEF – Dipartimento del Tesoro, 2019
TITOLIDISTATO
ZEROCOUPON
Questa tipologia non prevede la corresponsione di
cedole periodiche: la remunerazione è
rappresentata dal rendimento implicito pari alla
differenza tra il valore nominale a rimborso e il
prezzo di emissione. Rientrano in questa categoria:
 Buoni Ordinari del Tesoro (BOT): titoli a breve
termine emessi in asta competitiva con scadenza
a 3, 6 e 12 mesi o qualsiasi altra durata compresa
entro l’anno (BOT flessibili);
 Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ): titoli
con durata pari a 24 mesi emessi tramite asta
marginale mensilmente in concomitanza con i
BOT a 6 mesi;
TITOLIDISTATO
ATASSO
VARIABILE
 Certificati di Credito del Tesoro (CCT): titoli con durata di 7 anni, emessi
tramite asta marginale le cui cedole semestrali sono date dal rendimento
annuale dei Buoni Ordinari del Tesoro a sei mesi registrato nell’asta
precedente l’inizio godimento della cedola moltiplicato per 0,5 e dunque
aumentato di uno spread di 15 punti base; sulla remunerazione dei
titoli incide anche lo scarto d'emissione, dato dalla differenza tra il valore
nominale ed il prezzo di emissione;
 Certificati di Credito del Tesoro (CCTeu): Sono titoli solitamente di durata
di 7 anni e mai di durata inferiore ai cinque anni, emessi tramite asta
marginale, che pagano cedole semestrali pari al tasso Euribor 6 mesi
maggiorato di uno spread e moltiplicato per la base di calcolo ACT/360;
 Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’Inflazione Europea (BTP€i):
titoli a medio-lungo termine con scadenze a 5, 10, 15 o 30 anni, emessi
mensilmente in concomitanza dell'asta di fine mese, che garantiscono una
protezione contro l'aumento del livello dei prezzi in Europa;
 BTP Italia: titoli con scadenza a 4 anni che garantiscono una protezione
contro l'aumento del livello dei prezzi in Italia. Infatti, sia il capitale sia le
cedole sono rivalutati in base all'andamento dell'inflazione italiana,
misurato dall'indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai e
impiegati (FOI), con frequenza semestrale;
TITOLIDISTATO
ATASSOFISSO
 Buoni del Tesoro Poliennali (BTP): Sono titoli a medio-lungo
termine con scadenze a 3, 5, 10 o 15 anni, emessi tramite asta
marginale, che pagano cedole semestrali a tasso fisso
costante. I titoli a 3 anni sono emessi due volte al mese,
i titoli a 5 e 10 anni sono emessi mensilmente in
concomitanza dell’asta di metà mese ed infine i titoli a 15 e 30
anni sono emessi trimestralmente
VITAMEDIADEL
DEBITO
Si intende il calcolo di quanti anni mancano mediamente
alla scadenza di tutte le emissioni, tenendo conto delle
singole scadenze e della loro dimensione (attualmente la
vita media del debito si attesta in 6,78 anni)
DEBITOPUBBLICO
INTERNO ED
ESTERNO
Il debito pubblico si suddivide in debito pubblico interno e
debito pubblico esterno:
 Quello INTERNO, preferibile rispetto a quello esterno,
è detenuto da soggetti economici interni allo Stato;
 Quello ESTERNO, è detenuto da soggetti economici
esterni allo Stato;
La preferenza nei confronti del debito interno sta nel
fatto che, pagando gli interessi a soggetti economici
nazionali, viene ad innescarsi un circolo «virtuoso» in
quanto, questo denaro entrerà nelle disponibilità dei
soggetti che operano all’interno del mercato nazionale e,
questa maggiore liquidità, può stimolare consumi e
creare quindi un miglioramento dell’economia interna
CHIDETIENEI
TITOLIDISTATO
ITALIANI?
FONTE: Bruegel 2018
CONFRONTO
CONGLIALTRI
PAESI
FONTE: Bruegel 2018
STORIADEL
NOSTRODEBITO:
I3PERIODI
Capire quando si è originato il nostro debito pubblico è importante per
avere un quadro globale della situazione; possiamo suddividere la storia
del nostro debito pubblico in 3 fasi:
1. Inizio anni ‘80 fino al 1992: in questo periodo, il saldo primario è
sempre stato negativo a causa di un aumento nelle spese di welfare e
una crisi petrolifera globale che ha colpito, in maniera molto forte, il
nostro paese; le uscite, molto elevate di quel periodo, non sono state
accompagnate da un aumento della pressione fiscale e, le spese per gli
interessi erano molto elevate in quanto si dovevano coprire i rischi di
cambio (il rischio di una svalutazione della lira);
2. 1992 fino al 2005: il Trattato di Maastricht e i paletti, molto
stringenti, per l’ingresso nell’Unione monetaria, obbligarono il nostro
paese ad attuare un miglioramento della situazione economica: nel
1992 si realizza un saldo primario positivo (il picco massimo verrà
raggiunto nel 1997 raggiungendo il 6,62% del PIL);
3. Dal 2005 ad oggi: la crisi economica globale ha allontanato la finanza
pubblica italiana dai parametri europei: in Italia non sono state
adottate politiche specifiche per alleggerire gli effetti della crisi e, la
contrazione del PIL, ha provocato ulteriori difficoltà;
STORIA DEL
DEBITO
PUBBLICO
ITALIANO
APPROCCIODI
LERNER
Partendo dal concetto di generazione, definita come un gruppo di persone
che vivono nello stesso periodo, l’approccio di Lerner analizza due
casistiche:
1. Lo Stato prende in prestito denaro dai cittadini: in questo caso, si
verrà a creare debito interno che non porterà alla creazione di nessun
onere per la generazione futura perché i membri della futura
generazione si indebitano l’uno con l’altro: la generazione futura non
si troverà in condizioni peggiori e, il suo livello di consumi non sarà
alterato;
2. Lo Stato prende in prestito denaro da soggetti esterni, creando debito
esterno: se questo denaro verrà utilizzato per finanziare i consumi
correnti, si verificherà, per la generazione futura, un onere da
sopportare in quanto si dovranno pagare ai prestatori stranieri, non
solo gli importi presi a prestito, ma anche gli interessi accumulati: per
pagare questi oneri, si andranno a ridurre i consumi;
3. Sempre nel caso del debito esterno, se questo fosse utilizzato per
finanziare investimenti, si dovrebbe valutare l’esito del progetto
finanziato: se il rendimento marginale dell’investimento è maggiore
del costo marginale dei fondi ottenuti dall’estero, il debito migliorerà
le condizioni della generazione futura e viceversa;
ILPRINCIPIO
DELBENEFICIO
Gli oneri di un particolare programma di spesa pubblica,
secondo questo principio, dovrebbero essere a carico dei
soggetti che ne avranno un diretto beneficio: se i benefici
di un particolare provvedimento saranno indirizzati alle
generazioni future, sarà opportuno trasferire gli oneri nei
confronti di queste generazioni, contraendo prestiti che
saranno rimborsati proprio dalle generazioni che
beneficeranno dei provvedimenti attuati
AUMENTODELLE
IMPOSTEO
NUOVODEBITO?
Aumentare la spesa pubblica porta, il decisore politico,
alla scelta tra l’aumento dell’imposizione fiscale o
l’indebitamento: la scelta tra la prima o la seconda
modalità ha due diverse conseguenze:
 Se si procede all’aumento delle imposte, l’attuale
generazione dovrà sopportarne l’onere;
 Con l’indebitamento, sarà la generazione futura a
dover sopportare, in futuro, l’onere derivante da questa
decisione;
SOSTENIBILITA’
DELDEBITO
PUBBLICO
ITALIANO
Se, nel tempo, continua ad esserci disavanzo primario, lo stock di debito
aumenta in ogni periodo facendo aumentare anche il costo per gli
interessi: si aumenta sempre di più l’indebitamento netto e lo stock del
debito.
Si viene a creare, senza un controllo, un circolo vizioso che, in alcuni casi,
può diventare insostenibile in quanto:
 Aumenta il rischio che il debito non si rimborsato;
 Aumentano i tassi di interesse;
 Rischio che il nuovo debito non sia collocato;
 Rischio di default;
Oltre al valore assoluto, è importante soffermarsi sul rapporto debito
pubblico/PIL e, per garantire la sostenibilità del rapporto debito
pubblico/PIL il Governo può attuare le seguenti misure:
 Ridurre e rendere negativo il disavanzo primario con politiche di
controllo della spesa primaria e di riordino della fiscalità;
 Promuovere la crescita del PIL, attraverso politiche di promozione del
capitale umano e delle imprese innovative e competitive a livello
internazionale;
SOSTENIBILITA’DEL
DEBITOPUBBLICONEI
PAESIUE:FISCAL
SUSTAINABILITY
REPORT2018
FONTE: European Commission, 2018
SOSTENIBILITA’DEL
DEBITOPUBBLICO
NEIPAESIUE:FISCAL
SUSTAINABILITY
REPORT2018
FONTE: European Commission, 2018
LASITUAZIONE
ATTUALE
FONTE: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Banca d'Italia, 2019
BIBLIOGRAFIAE
SITOGRAFIA
 Rosen, & Gayer. (2013). Scienza delle finanze (4ª ed.). Milano, NY: McGraw-Hill
Education.
 Bosi, P. (2015). Corso di scienza delle finanze (7ª ed.). Bologna, Italia: Il Mulino.
 Longo, Morya (2019) «Il debito pubblico italiano è insostenibile, come ai tempi di
guerra» - https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-04-05/il-debito-
pubblico-italiano-e-insostenibile-come-tempi-guerra--
193620.shtml?uuid=ABxCTYlB
 Marro, Enrico (2018) «Debito pubblico: come, quando e perché è esploso in Italia» -
https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-10-18/debito-pubblico-
come-quando-e-perche-e-esploso-italia-172509.shtml?uuid=AEMRbSRG
 Saccò, Pietro (2018) «Come si è formato il debito pubblico italiano» -
https://www.avvenire.it/economia/pagine/come-si-e-formato-il-debito-pubblico-
italiano
 http://www.bancaditalia.it
 http://www.mef.gov.it
 http://www.upbilancio.it
GRAZIE PER
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Debito pubblico italiano

  • 1. IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO a cura di Mangione Francesco
  • 2. DEFINIZIONE Il debito rappresenta la somma dei disavanzi accumulati negli anni passati; rappresenta una variabile di stock in quanto viene misurata in un dato momento
  • 3. Nel caso di uno Stato, il debito pubblico rappresenta il debito nei confronti di altri soggetti economici, nazionali o esteri, che hanno sottoscritto un credito allo Stato nell’acquisizione di obbligazioni o titoli di Stato di vario tipo
  • 4. TITOLIDISTATO I titoli di Stato vengono emessi dalla Repubblica Italiana tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze che si avvale della collaborazione della Banca d’Italia per l’attività organizzativa e di collocamento Fonte: MEF – Dipartimento del Tesoro, 2019
  • 5. TITOLIDISTATO ZEROCOUPON Questa tipologia non prevede la corresponsione di cedole periodiche: la remunerazione è rappresentata dal rendimento implicito pari alla differenza tra il valore nominale a rimborso e il prezzo di emissione. Rientrano in questa categoria:  Buoni Ordinari del Tesoro (BOT): titoli a breve termine emessi in asta competitiva con scadenza a 3, 6 e 12 mesi o qualsiasi altra durata compresa entro l’anno (BOT flessibili);  Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ): titoli con durata pari a 24 mesi emessi tramite asta marginale mensilmente in concomitanza con i BOT a 6 mesi;
  • 6. TITOLIDISTATO ATASSO VARIABILE  Certificati di Credito del Tesoro (CCT): titoli con durata di 7 anni, emessi tramite asta marginale le cui cedole semestrali sono date dal rendimento annuale dei Buoni Ordinari del Tesoro a sei mesi registrato nell’asta precedente l’inizio godimento della cedola moltiplicato per 0,5 e dunque aumentato di uno spread di 15 punti base; sulla remunerazione dei titoli incide anche lo scarto d'emissione, dato dalla differenza tra il valore nominale ed il prezzo di emissione;  Certificati di Credito del Tesoro (CCTeu): Sono titoli solitamente di durata di 7 anni e mai di durata inferiore ai cinque anni, emessi tramite asta marginale, che pagano cedole semestrali pari al tasso Euribor 6 mesi maggiorato di uno spread e moltiplicato per la base di calcolo ACT/360;  Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’Inflazione Europea (BTP€i): titoli a medio-lungo termine con scadenze a 5, 10, 15 o 30 anni, emessi mensilmente in concomitanza dell'asta di fine mese, che garantiscono una protezione contro l'aumento del livello dei prezzi in Europa;  BTP Italia: titoli con scadenza a 4 anni che garantiscono una protezione contro l'aumento del livello dei prezzi in Italia. Infatti, sia il capitale sia le cedole sono rivalutati in base all'andamento dell'inflazione italiana, misurato dall'indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI), con frequenza semestrale;
  • 7. TITOLIDISTATO ATASSOFISSO  Buoni del Tesoro Poliennali (BTP): Sono titoli a medio-lungo termine con scadenze a 3, 5, 10 o 15 anni, emessi tramite asta marginale, che pagano cedole semestrali a tasso fisso costante. I titoli a 3 anni sono emessi due volte al mese, i titoli a 5 e 10 anni sono emessi mensilmente in concomitanza dell’asta di metà mese ed infine i titoli a 15 e 30 anni sono emessi trimestralmente
  • 8. VITAMEDIADEL DEBITO Si intende il calcolo di quanti anni mancano mediamente alla scadenza di tutte le emissioni, tenendo conto delle singole scadenze e della loro dimensione (attualmente la vita media del debito si attesta in 6,78 anni)
  • 9. DEBITOPUBBLICO INTERNO ED ESTERNO Il debito pubblico si suddivide in debito pubblico interno e debito pubblico esterno:  Quello INTERNO, preferibile rispetto a quello esterno, è detenuto da soggetti economici interni allo Stato;  Quello ESTERNO, è detenuto da soggetti economici esterni allo Stato; La preferenza nei confronti del debito interno sta nel fatto che, pagando gli interessi a soggetti economici nazionali, viene ad innescarsi un circolo «virtuoso» in quanto, questo denaro entrerà nelle disponibilità dei soggetti che operano all’interno del mercato nazionale e, questa maggiore liquidità, può stimolare consumi e creare quindi un miglioramento dell’economia interna
  • 12. STORIADEL NOSTRODEBITO: I3PERIODI Capire quando si è originato il nostro debito pubblico è importante per avere un quadro globale della situazione; possiamo suddividere la storia del nostro debito pubblico in 3 fasi: 1. Inizio anni ‘80 fino al 1992: in questo periodo, il saldo primario è sempre stato negativo a causa di un aumento nelle spese di welfare e una crisi petrolifera globale che ha colpito, in maniera molto forte, il nostro paese; le uscite, molto elevate di quel periodo, non sono state accompagnate da un aumento della pressione fiscale e, le spese per gli interessi erano molto elevate in quanto si dovevano coprire i rischi di cambio (il rischio di una svalutazione della lira); 2. 1992 fino al 2005: il Trattato di Maastricht e i paletti, molto stringenti, per l’ingresso nell’Unione monetaria, obbligarono il nostro paese ad attuare un miglioramento della situazione economica: nel 1992 si realizza un saldo primario positivo (il picco massimo verrà raggiunto nel 1997 raggiungendo il 6,62% del PIL); 3. Dal 2005 ad oggi: la crisi economica globale ha allontanato la finanza pubblica italiana dai parametri europei: in Italia non sono state adottate politiche specifiche per alleggerire gli effetti della crisi e, la contrazione del PIL, ha provocato ulteriori difficoltà;
  • 14. APPROCCIODI LERNER Partendo dal concetto di generazione, definita come un gruppo di persone che vivono nello stesso periodo, l’approccio di Lerner analizza due casistiche: 1. Lo Stato prende in prestito denaro dai cittadini: in questo caso, si verrà a creare debito interno che non porterà alla creazione di nessun onere per la generazione futura perché i membri della futura generazione si indebitano l’uno con l’altro: la generazione futura non si troverà in condizioni peggiori e, il suo livello di consumi non sarà alterato; 2. Lo Stato prende in prestito denaro da soggetti esterni, creando debito esterno: se questo denaro verrà utilizzato per finanziare i consumi correnti, si verificherà, per la generazione futura, un onere da sopportare in quanto si dovranno pagare ai prestatori stranieri, non solo gli importi presi a prestito, ma anche gli interessi accumulati: per pagare questi oneri, si andranno a ridurre i consumi; 3. Sempre nel caso del debito esterno, se questo fosse utilizzato per finanziare investimenti, si dovrebbe valutare l’esito del progetto finanziato: se il rendimento marginale dell’investimento è maggiore del costo marginale dei fondi ottenuti dall’estero, il debito migliorerà le condizioni della generazione futura e viceversa;
  • 15. ILPRINCIPIO DELBENEFICIO Gli oneri di un particolare programma di spesa pubblica, secondo questo principio, dovrebbero essere a carico dei soggetti che ne avranno un diretto beneficio: se i benefici di un particolare provvedimento saranno indirizzati alle generazioni future, sarà opportuno trasferire gli oneri nei confronti di queste generazioni, contraendo prestiti che saranno rimborsati proprio dalle generazioni che beneficeranno dei provvedimenti attuati
  • 16. AUMENTODELLE IMPOSTEO NUOVODEBITO? Aumentare la spesa pubblica porta, il decisore politico, alla scelta tra l’aumento dell’imposizione fiscale o l’indebitamento: la scelta tra la prima o la seconda modalità ha due diverse conseguenze:  Se si procede all’aumento delle imposte, l’attuale generazione dovrà sopportarne l’onere;  Con l’indebitamento, sarà la generazione futura a dover sopportare, in futuro, l’onere derivante da questa decisione;
  • 17. SOSTENIBILITA’ DELDEBITO PUBBLICO ITALIANO Se, nel tempo, continua ad esserci disavanzo primario, lo stock di debito aumenta in ogni periodo facendo aumentare anche il costo per gli interessi: si aumenta sempre di più l’indebitamento netto e lo stock del debito. Si viene a creare, senza un controllo, un circolo vizioso che, in alcuni casi, può diventare insostenibile in quanto:  Aumenta il rischio che il debito non si rimborsato;  Aumentano i tassi di interesse;  Rischio che il nuovo debito non sia collocato;  Rischio di default; Oltre al valore assoluto, è importante soffermarsi sul rapporto debito pubblico/PIL e, per garantire la sostenibilità del rapporto debito pubblico/PIL il Governo può attuare le seguenti misure:  Ridurre e rendere negativo il disavanzo primario con politiche di controllo della spesa primaria e di riordino della fiscalità;  Promuovere la crescita del PIL, attraverso politiche di promozione del capitale umano e delle imprese innovative e competitive a livello internazionale;
  • 20. LASITUAZIONE ATTUALE FONTE: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Banca d'Italia, 2019
  • 21. BIBLIOGRAFIAE SITOGRAFIA  Rosen, & Gayer. (2013). Scienza delle finanze (4ª ed.). Milano, NY: McGraw-Hill Education.  Bosi, P. (2015). Corso di scienza delle finanze (7ª ed.). Bologna, Italia: Il Mulino.  Longo, Morya (2019) «Il debito pubblico italiano è insostenibile, come ai tempi di guerra» - https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-04-05/il-debito- pubblico-italiano-e-insostenibile-come-tempi-guerra-- 193620.shtml?uuid=ABxCTYlB  Marro, Enrico (2018) «Debito pubblico: come, quando e perché è esploso in Italia» - https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-10-18/debito-pubblico- come-quando-e-perche-e-esploso-italia-172509.shtml?uuid=AEMRbSRG  Saccò, Pietro (2018) «Come si è formato il debito pubblico italiano» - https://www.avvenire.it/economia/pagine/come-si-e-formato-il-debito-pubblico- italiano  http://www.bancaditalia.it  http://www.mef.gov.it  http://www.upbilancio.it