2. DEFINIZIONE
Il debito rappresenta la somma
dei disavanzi accumulati negli
anni passati; rappresenta una
variabile di stock in quanto viene
misurata in un dato momento
3. Nel caso di uno Stato, il debito
pubblico rappresenta il debito nei
confronti di altri soggetti economici,
nazionali o esteri, che hanno
sottoscritto un credito allo Stato
nell’acquisizione di obbligazioni o
titoli di Stato di vario tipo
4. TITOLIDISTATO
I titoli di Stato vengono emessi dalla
Repubblica Italiana tramite il Ministero
dell’Economia e delle Finanze che si avvale
della collaborazione della Banca d’Italia per
l’attività organizzativa e di collocamento
Fonte: MEF – Dipartimento del Tesoro, 2019
5. TITOLIDISTATO
ZEROCOUPON
Questa tipologia non prevede la corresponsione di
cedole periodiche: la remunerazione è
rappresentata dal rendimento implicito pari alla
differenza tra il valore nominale a rimborso e il
prezzo di emissione. Rientrano in questa categoria:
Buoni Ordinari del Tesoro (BOT): titoli a breve
termine emessi in asta competitiva con scadenza
a 3, 6 e 12 mesi o qualsiasi altra durata compresa
entro l’anno (BOT flessibili);
Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ): titoli
con durata pari a 24 mesi emessi tramite asta
marginale mensilmente in concomitanza con i
BOT a 6 mesi;
6. TITOLIDISTATO
ATASSO
VARIABILE
Certificati di Credito del Tesoro (CCT): titoli con durata di 7 anni, emessi
tramite asta marginale le cui cedole semestrali sono date dal rendimento
annuale dei Buoni Ordinari del Tesoro a sei mesi registrato nell’asta
precedente l’inizio godimento della cedola moltiplicato per 0,5 e dunque
aumentato di uno spread di 15 punti base; sulla remunerazione dei
titoli incide anche lo scarto d'emissione, dato dalla differenza tra il valore
nominale ed il prezzo di emissione;
Certificati di Credito del Tesoro (CCTeu): Sono titoli solitamente di durata
di 7 anni e mai di durata inferiore ai cinque anni, emessi tramite asta
marginale, che pagano cedole semestrali pari al tasso Euribor 6 mesi
maggiorato di uno spread e moltiplicato per la base di calcolo ACT/360;
Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’Inflazione Europea (BTP€i):
titoli a medio-lungo termine con scadenze a 5, 10, 15 o 30 anni, emessi
mensilmente in concomitanza dell'asta di fine mese, che garantiscono una
protezione contro l'aumento del livello dei prezzi in Europa;
BTP Italia: titoli con scadenza a 4 anni che garantiscono una protezione
contro l'aumento del livello dei prezzi in Italia. Infatti, sia il capitale sia le
cedole sono rivalutati in base all'andamento dell'inflazione italiana,
misurato dall'indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai e
impiegati (FOI), con frequenza semestrale;
7. TITOLIDISTATO
ATASSOFISSO
Buoni del Tesoro Poliennali (BTP): Sono titoli a medio-lungo
termine con scadenze a 3, 5, 10 o 15 anni, emessi tramite asta
marginale, che pagano cedole semestrali a tasso fisso
costante. I titoli a 3 anni sono emessi due volte al mese,
i titoli a 5 e 10 anni sono emessi mensilmente in
concomitanza dell’asta di metà mese ed infine i titoli a 15 e 30
anni sono emessi trimestralmente
8. VITAMEDIADEL
DEBITO
Si intende il calcolo di quanti anni mancano mediamente
alla scadenza di tutte le emissioni, tenendo conto delle
singole scadenze e della loro dimensione (attualmente la
vita media del debito si attesta in 6,78 anni)
9. DEBITOPUBBLICO
INTERNO ED
ESTERNO
Il debito pubblico si suddivide in debito pubblico interno e
debito pubblico esterno:
Quello INTERNO, preferibile rispetto a quello esterno,
è detenuto da soggetti economici interni allo Stato;
Quello ESTERNO, è detenuto da soggetti economici
esterni allo Stato;
La preferenza nei confronti del debito interno sta nel
fatto che, pagando gli interessi a soggetti economici
nazionali, viene ad innescarsi un circolo «virtuoso» in
quanto, questo denaro entrerà nelle disponibilità dei
soggetti che operano all’interno del mercato nazionale e,
questa maggiore liquidità, può stimolare consumi e
creare quindi un miglioramento dell’economia interna
12. STORIADEL
NOSTRODEBITO:
I3PERIODI
Capire quando si è originato il nostro debito pubblico è importante per
avere un quadro globale della situazione; possiamo suddividere la storia
del nostro debito pubblico in 3 fasi:
1. Inizio anni ‘80 fino al 1992: in questo periodo, il saldo primario è
sempre stato negativo a causa di un aumento nelle spese di welfare e
una crisi petrolifera globale che ha colpito, in maniera molto forte, il
nostro paese; le uscite, molto elevate di quel periodo, non sono state
accompagnate da un aumento della pressione fiscale e, le spese per gli
interessi erano molto elevate in quanto si dovevano coprire i rischi di
cambio (il rischio di una svalutazione della lira);
2. 1992 fino al 2005: il Trattato di Maastricht e i paletti, molto
stringenti, per l’ingresso nell’Unione monetaria, obbligarono il nostro
paese ad attuare un miglioramento della situazione economica: nel
1992 si realizza un saldo primario positivo (il picco massimo verrà
raggiunto nel 1997 raggiungendo il 6,62% del PIL);
3. Dal 2005 ad oggi: la crisi economica globale ha allontanato la finanza
pubblica italiana dai parametri europei: in Italia non sono state
adottate politiche specifiche per alleggerire gli effetti della crisi e, la
contrazione del PIL, ha provocato ulteriori difficoltà;
14. APPROCCIODI
LERNER
Partendo dal concetto di generazione, definita come un gruppo di persone
che vivono nello stesso periodo, l’approccio di Lerner analizza due
casistiche:
1. Lo Stato prende in prestito denaro dai cittadini: in questo caso, si
verrà a creare debito interno che non porterà alla creazione di nessun
onere per la generazione futura perché i membri della futura
generazione si indebitano l’uno con l’altro: la generazione futura non
si troverà in condizioni peggiori e, il suo livello di consumi non sarà
alterato;
2. Lo Stato prende in prestito denaro da soggetti esterni, creando debito
esterno: se questo denaro verrà utilizzato per finanziare i consumi
correnti, si verificherà, per la generazione futura, un onere da
sopportare in quanto si dovranno pagare ai prestatori stranieri, non
solo gli importi presi a prestito, ma anche gli interessi accumulati: per
pagare questi oneri, si andranno a ridurre i consumi;
3. Sempre nel caso del debito esterno, se questo fosse utilizzato per
finanziare investimenti, si dovrebbe valutare l’esito del progetto
finanziato: se il rendimento marginale dell’investimento è maggiore
del costo marginale dei fondi ottenuti dall’estero, il debito migliorerà
le condizioni della generazione futura e viceversa;
15. ILPRINCIPIO
DELBENEFICIO
Gli oneri di un particolare programma di spesa pubblica,
secondo questo principio, dovrebbero essere a carico dei
soggetti che ne avranno un diretto beneficio: se i benefici
di un particolare provvedimento saranno indirizzati alle
generazioni future, sarà opportuno trasferire gli oneri nei
confronti di queste generazioni, contraendo prestiti che
saranno rimborsati proprio dalle generazioni che
beneficeranno dei provvedimenti attuati
16. AUMENTODELLE
IMPOSTEO
NUOVODEBITO?
Aumentare la spesa pubblica porta, il decisore politico,
alla scelta tra l’aumento dell’imposizione fiscale o
l’indebitamento: la scelta tra la prima o la seconda
modalità ha due diverse conseguenze:
Se si procede all’aumento delle imposte, l’attuale
generazione dovrà sopportarne l’onere;
Con l’indebitamento, sarà la generazione futura a
dover sopportare, in futuro, l’onere derivante da questa
decisione;
17. SOSTENIBILITA’
DELDEBITO
PUBBLICO
ITALIANO
Se, nel tempo, continua ad esserci disavanzo primario, lo stock di debito
aumenta in ogni periodo facendo aumentare anche il costo per gli
interessi: si aumenta sempre di più l’indebitamento netto e lo stock del
debito.
Si viene a creare, senza un controllo, un circolo vizioso che, in alcuni casi,
può diventare insostenibile in quanto:
Aumenta il rischio che il debito non si rimborsato;
Aumentano i tassi di interesse;
Rischio che il nuovo debito non sia collocato;
Rischio di default;
Oltre al valore assoluto, è importante soffermarsi sul rapporto debito
pubblico/PIL e, per garantire la sostenibilità del rapporto debito
pubblico/PIL il Governo può attuare le seguenti misure:
Ridurre e rendere negativo il disavanzo primario con politiche di
controllo della spesa primaria e di riordino della fiscalità;
Promuovere la crescita del PIL, attraverso politiche di promozione del
capitale umano e delle imprese innovative e competitive a livello
internazionale;
21. BIBLIOGRAFIAE
SITOGRAFIA
Rosen, & Gayer. (2013). Scienza delle finanze (4ª ed.). Milano, NY: McGraw-Hill
Education.
Bosi, P. (2015). Corso di scienza delle finanze (7ª ed.). Bologna, Italia: Il Mulino.
Longo, Morya (2019) «Il debito pubblico italiano è insostenibile, come ai tempi di
guerra» - https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-04-05/il-debito-
pubblico-italiano-e-insostenibile-come-tempi-guerra--
193620.shtml?uuid=ABxCTYlB
Marro, Enrico (2018) «Debito pubblico: come, quando e perché è esploso in Italia» -
https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-10-18/debito-pubblico-
come-quando-e-perche-e-esploso-italia-172509.shtml?uuid=AEMRbSRG
Saccò, Pietro (2018) «Come si è formato il debito pubblico italiano» -
https://www.avvenire.it/economia/pagine/come-si-e-formato-il-debito-pubblico-
italiano
http://www.bancaditalia.it
http://www.mef.gov.it
http://www.upbilancio.it