In Lombardia la sanità e i servizi alla persona siano ben lontani da quello che potrebbe essere il livello che un territorio come il nostro potrebbe avere e si meriterebbe.
In Lombardia la sanità e i servizi alla persona siano ben lontani da quello che potrebbe essere il livello che un territorio come il nostro potrebbe avere e si meriterebbe.
Libro bianco socio sanitario Regione LombardiaUneba
Presentazione del libro bianco sullo sviluppo del sistema socio sanitario in Lombardia 2014 http://www.lombardiasociale.it/2014/07/14/libro-bianco-sullo-sviluppo-del-sistema-socio-sanitario-in-lombardia/
La riforma sanitaria: come cambia la rete della salute a RomaRegioneLazio
La sanità cambia anche per la città di Roma. Ecco una serie di interventi per assicurare a tutte e a tutti una sanità migliore e più presente sul territorio con servizi equilibrati, funzionali e di qualità
www.regione.lazio.it/sanita-roma
Regione Lazio: la riorganizzazione della rete ospedalieraRegioneLazio
Il Lazio ha un nuovo modello sanitario. Dopo 8 anni di commissariamento che aveva destrutturato la rete, finisce la stagione dei tagli. La riforma sanitaria prevede più posti letto nelle province, la nascita della rete del territorio e l’integrazione dei servizi sociosanitari. Ecco cosa prevede il decreto di riordino della rete ospedaliera del Lazio
www.regione.lazio.it/reteospedaliera
I Punti di primo intervento in Italia e nelle MarcheFranco Pesaresi
L'articolo descrive l'organizzazione e la distribuzione In Italia dei Punti di primo intervento (PPI) che rappresentano una componente del sistema di emergenza sanitaria 118.
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I Punti di primo intervento in Italia e nelle MarcheFranco Pesaresi
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Una figura mancante nel panorama regionale. L'infermiere di Famiglia potrebbe essere l’anello di congiunzione mancante tra i medici di medicina generale ed il paziente per l’assistenza quotidiana. Un progetto ambizioso che offrirebbe servizi infermieristici domiciliari, una reperibilità 24 ore su 24, assistenza notturna e prelievi domiciliari con consegna e lettura referti adeguando il servizio alle esigenze caso per caso.
“Non si tratta solo di mera assistenza, di semplici punture o esecuzioni di manovre fini a se stesse . L' Infermiere di Famiglia potrebbe prendersi cura della persona ed essere, l’interfaccia tra ospedale e malato, tra medico e paziente, cercando di offrire sempre il meglio alle persone. Abbiamo gettato le basi per questo esperimento pioneristico e l’auspicio sarà quello di andare verso la direzione dell’ambulatorio infermieristico di riferimento, che ancora non esiste. Un infermiere di famiglia che affianchi il medico, una reale esigenza del nostro territorio”.
L’idea nasce proprio durante il corso di studi di Enza che coinvolge Francesco e Giuseppe, prendendo spunto da esperienze in altre regioni di Italia: Trentino, Emilia Romagna e Toscana. Mettendo a frutto tutto il sapere appreso negli anni, hanno valutato i reali bisogni del territorio.
“Siamo convinti che l’infermiere di comunità sia un importante tassello per costruire la sanità del futuro, attenta ai bisogni ed alle esigenze dei cittadini. L’infermiere è un professionista della salute che, in collaborazione con il Medico, può essere di aiuto alle famiglie che hanno bisogno di un sostegno assistenziale, educativo, riabilitativo in tempi in cui i tagli alla sanità hanno imposto la chiusura di molti ospedali, creando il sovraffollamento di quelli rimasti mettendo a serio rischio la garanzia dei LEA "livelli essenziali dell'assistenza". Siamo convinti che questa è una delle strade per potenziare la medicina di territorio aumentando il livello di efficacia del sistema sanitario”.
Fabio usai, Interrogazione sulla sanità ManoloMureddu
Fabio Usai, con richiesta di risposta scritta, in merito alle gravi criticità insite nel
sistema sanitario del Sulcis Iglesiente; con particolare attenzione alle carenze negli
organici medico-tecnico-infermieristici dei presidi ospedalieri Sirai e CTO e rispetto
alla funzionalità di importanti reparti salvavita e tempo-dipendenti quali, ad esempio,
Nefrologia-Dialisi, Medicina interna, Emodinamica, Pronto Soccorso e Chirurgia.
l progetto PICASSO nasce dalla esigenza di dare una risposta innovativa in termini organizzativi e professionali ai bisogni dei pazienti anziani e fragili partendo dalle soluzioni individuate a livello regionale.
Rapporti ed Interazioni fra Ospedale strutture Dialitiche e Territorio: Definizioni dei Ruoli
Di Biagio Ricciardi
Congresso Siculo campano di Nefrologia
Riorganizzazione della guardia medica in Italia e nelle MarcheFranco Pesaresi
Recenti norme nazionali e gli orientamenti di diverse regioni prevedono la riorganizzazione della Guardia medica (o più correttamente della Continuità assistenziale). Quali saranno gli sviluppi futuri?
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interrogazione-risposta-scritta-12.12.23 Chiarimenti in merito alla riapertura della Casa Comunità e alla riapertura del distretto sanitario di Chieti scalo
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1. AL SIGNOR PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO REGIONALE
INTERPELLANZAA RISPOSTA ORALE
OGGETTO : EMERGENZA COVID - CENTRO EROGAZIONE SERVIZI (C.ER.S.)- AREA
VESTINA E OSPEDALE SAN MASSIMO DI PENNE.
Il sottoscritto Consigliere Regionale
PREMESSO CHE:
• Nell’ambito della governance afferente all’organizzazione gestionale delle Aziende
Sanitarie Locali, è da evidenziare che le Aree Distrettuali contribuiscono alla
missione aziendale assicurando alla popolazione residente la disponibilità dei
servizi sanitari e socio-sanitari ad elevata integrazione, secondo criteri di equità,
accessibilità e appropriatezza.
• Le Aree Distrettuali, quali aggregazioni gestionali delle strutture in esse collocate,
assicurano percorsi assistenziali basati sul principio della continuità e sul
coordinamento degli interventi, promuovendo l’erogazione dei servizi sanitari di
prossimità attraverso la rete dei Centri di Erogazione Servizi (C.ER.S.), che, nel
caso della ASL di PESCARA, risultano articolati nelle seguenti quattro Unità
Operative Semplici:
• U.O.S. Coordinamento CERS - Pescara
• U.O.S. Coordinamento CERS - Area Metropolitana
• U.O.S. Coordinamento CERS - Area Maiella
• U.O.S. Coordinamento CERS - Area Vestina
CONSIDERATO CHE:
• Sono pervenute alla scrivente Vice Presidenza segnalazioni incentrate su una serie
rimarchevole di disservizi, registrati nell’assetto generale dell’Unità Operativa
Semplice, Coordinamento CERS dell’Area Vestina, che vede, quale effetto saliente
dell’attuale sistema organizzativo, la mancanza del medico dedicato alla medicina
2. legale ed un solo medico per il servizio di riabilitazione impegnato anche in altri
servizi.
• Anche tra i Servizi ancora attivi, si evidenziano notevoli difficoltà operative e
gestionali, in particolare, per Assistenza Domiciliare Integrata(ADI), per il Punto
Unico di Accesso (PUA)e per l’ Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM).
• Le difficoltà in cui versano i suddetti servizi hanno aggravato le criticità già note
del CERS, Area Vestina, riconducibili a diversi fattori. In primo luogo si evidenzia
una forte carenza di personale medico, dovuta anche alla mancata sostituzione
nell’organico di unità poste in quiescenza. C’è anche da sottolineare una
condizione di base sfavorevole, determinata da una rete infrastrutturale fortemente
inadeguata alle esigenze del territorio, nella quale insistono molti dei nuclei
abitativi a intenso insediamento demografico. Inoltre, contribuisce ad acuire le
situazioni di disagio un processo di progressivo innalzamento dell’età media della
popolazione che insiste in tali territori.
• Per far fronte alle innumerevoli criticità si è dovuto riadattare il disegno
organizzativo, rimodulando l’assetto globale dei servizi con un aumento
quadruplicato del carico di lavoro.
• L’intera strutturazione dei servizi, a fronte delle criticità segnalate, si traduce, in
ultima analisi, in effetti deleteri sulla popolazione, in ritardi per la presa in carico
dei pazienti e in una dilatazione dei tempi di attesa, con evidente vulnus per la
continuità assistenziale nei casi più complessi.
• A titolo esemplificativo, per le consulenze vulnologiche l’attesa si attesta a circa
due settimane per carenza di personale.
• Inoltre, nell’ambito degli interventi su pazienti geriatrici, il servizio è gestito con
sole 12 ore settimanali geriatriche, a fronte della presenza di due geriatri a tempo
pieno negli altri Distretti Sanitari di Base.
CONSIDERATO, INOLTRE, CHE:
• Associazioni locali hanno nuovamente segnalato che L’Ospedale San Massimo di
Penne, declassato ad Ospedale di area disagiata ha subito un ridimensionamento dei
Servizi e dei reparti, oltre ad una pesante riduzione del personale sanitario, traferito
presso gli Ospedali di Popoli e Pescara.
• Il reparto di Gastroenterologia, reparto di eccellenza per l’intera comunità
regionale, è stato privato di fatto del secondo medico responsabile a seguito di
pensionamento del precedente, in quanto il rinnovo del contratto ha destinato il
professionista che sarebbe dovuto andare a Penne come secondo medico, presso
l’Ospedale di Pescara. Conseguentemente un particolarissimo esame che veniva
3. fatto a Penne non si farà più. Inoltre il reparto ha necessità di essere elavato a
UOSD con l'autonomia necessaria per svolgere i servizi necessari.
• Anche il reparto di Ginecologia del San Massimo sembrerebbe destinato alla
chiusura, in quanto i contratti di alcuni medici ginecologi sarebbero stati rinnovati
per l’Ospedale di Pescara e non per l’ospedale di Penne.
• Alcune apparecchiature del reparto di Gastroenterologia e del reparto di
Ginecologia (vedi ecografo), sono state sottratte dal nosocomio pennese e trasferire
presso i reparti dell’ospedale di Pescara.
PRESO ATTO:
delle seguenti proposte migliorative formulate dagli operatori del settore e dalle Associazioni
Locali, a fronte delle criticità poc’anzi delineate:
• Aumento delle giornate in servizio dello specialista geriatra, attualmente presente
solo due giorni a settimana (per il servizio UVM), in quanto medico già esperto
nell’espletamento dei servizi di ADI, PUA e UVM, nella terapia del dolore e cure
palliative, PICC e MIDLINE, nutrizione artificiale enterale e parenterale,
vulnologia e conoscitore delle dinamiche del territorio e delle caratteristiche
demografiche della popolazione locale;
• Da sottolineare, quale risultato prospettico della suesposta pianificazione, la
notevole riduzione dei costi, poiché si conseguirebbe l’abbattimento delle spese da
sostenere per i servizi di ambulanza verso ambulatori specialistici per la terapia del
dolore o le consulenze vulnologiche commissionate a domicilio, senza trascurare il
risultato ulteriore di conferire immediatezza ed efficacia alle crescenti e
specialistiche istanze di prestazioni sanitarie.
• Della necessità di riattivare i reparti di Gastroenterologia, di Ginecologia e di ogni
altro servizio dequalificato, dell’Ospedale San Massimo di Penne, affinchè possa
tornare ad erogare i Servizi, attualmente trasferiti, e ad essere riqualificato ad
ospedale di base con sede di Pronto soccorso.
INTERPELLA
Il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e l’Assessore con delega alla
Salute Nicoletta Verì, per conoscere:
Quali strumenti, strategie ed azioni amministrative intendano attivare al fine di
rendere maggiormente efficiente l’assetto organizzativo dell’U.O.S. Coordinamento
4. CERS - Area Vestina della A.S.L. di Pescara, a fronte delle profonde criticità esposte
in premessa, segnalate da rappresentanti del personale in servizio, così come
evidenziate da molteplici interlocuzioni con la scrivente Vice Presidenza.
• Quali adempimenti intendano assumere, Il Presidente, Marco Marsilio e l’Assessore
alla Salute, Nicoletta Verì, al fine di scongiurare ulteriori effetti deleteri nei territori
di pertinenza del CERS - Area Vestina, tenuto conto del malessere sociale
determinato dall’attuale emergenza sanitaria Covid-19, che rischia di
marginalizzare le esigenze sanitarie legate alle ulteriori patologie generali dei
cittadini, da ritenersi, questi ultimi, i principali interlocutori sul territorio, ai quali
l’azione amministrativa regionale è tenuta a rispondere in termini di risultati, per
non disattenderne le aspettative e i bisogni.
• se intende riattivare il reparto di gastroenterologia dell’ospedale di Penne elevando
lo stesso a UOSD con dotazione adeguata di personale e apparecchiature,
• se intende ripristinare la piena funzionalità del reparto di ginecologia dell’ospedale
di Penne dotando lo stesso di personale adeguato e delle apparecchiature dedicate
(vedi ecografo)
• se intende quindi ripristinare le normali attività curative del nosocomio pennese,
riportare in sede i servizi spostati compreso il personale ad essi applicato e pensare
subito al nuovo assetto del San Massimo, dotandolo di una propria autonomia
giuridica, ovvero di propri reparti con pianta organica dedicata e di un proprio
direttore sanitario che ne guidi il funzionamento
Il Vice Presidente del Consiglio Regionale
Domenico PETTINARI