1. Cooperative learning sulla genetica
Obiettivo comune: saper riconoscere le parole chiave e conoscere i principi su cui si basa la
genetica.
Tempi: 20 minuti per il lavoro individuale; 15 minuti per il lavoro di riepilogo insieme
Alunno 1: legge la prima fotocopia e cerca le parole chiave, ne identifica il significato scrivendolo
sul quaderno di scienze.
Alunno 2: legge la prima fotocopia e cerca le parole chiave, ne identifica il significato scrivendolo
sul quaderno di scienze.
Insieme: ogni alunno illustra al compagno le parole chiave e si assicura che le abbia ben
comprese e poi rispondono alle domande dell’insegnante
Leggi attentamente il paragrafo seguente e poi concentrati sulle parole chiave:
patrimonio ereditario di ogni individuo
trasmissione ereditaria dei caratteri
gene, genotipo, fenotipo
Studiando gli esseri umani ci siamo resi conto che sono diversissimi tra di loro. Ma cosa rende
diverso un individuo da un altro?Gli scienziati non hanno dubbi: la diversità dipende dal tipo di
proteine che un organismo possiede. I capelli sono lisci o ricci, neri o biondi o rossi solo per la
presenza di proteine diverse. A lungo gli scienziati hanno cercato di scoprire come un individuo
possa avere proteine diverse da un altro e, più in particolare, come possa costruire sempre le sue
proteine e non quelle di un altro. La ricerca ha fatto in modo di scoprire il motivo:
nel nucleo della cellula di un organismo si trova una molecola particolare, il DNA, nella quqle
sono contenute tutte le “istruzioni” necessarie a costruire le proteine specifiche di
quell’organismo.
Come fa il DNA a contenere queste informazioni?Esse sono scritte secondo un codice particolare,
che potrebbe essere paragonato al codice a barre che trovi sui prodotti un vendita. Per registrare
il prezzo di un prodotto, le cassiere dei supermercati non possono leggerlo direttamente ma devono
decodificare il codice a barre con un apposito strumento. Anche il codice del DNA deve essere
decodificato. Ogni proteina corrisponde ad una caratteristica o, più esattamente, ad un carattere
che appartiene solo a quell’individuo. L’ insieme dei caratteri costituisce il patrimonio ereditario
dell’individuo ed è racchiuso nel DNA che assume la forma di piccoli bastoncelli chiamati
cromosomi
un cromosoma è formato da due porzioni chiamati
cromatidi, uniti da un centromero.
Nella specie umana i cromosomi sono 46 e 23 provengono dal padre e 23 provengono dalla madre
attraverso un processo chiamato trasmissione dei caratteri.
Ogni cromosoma contiene l’informazione per la costruzione delle proteine su piccoli tratti chiamati
geni. Ogni gene corrisponde ad un carattere.
Il genotipo è l’insieme dei geni di un individuo, mentre il fenotipo è l’insieme delle caratteristiche
esteriori di un individuo determinate da quei particolari geni.
La scienza che si occupa della trasmissione dei caratteri ereditari si chiama GENETICA
2. Obiettivo comune: saper riconoscere le parole chiave e conoscere i principi su cui si basa la
genetica.
Tempi: 20 minuti per il lavoro individuale; 15 minuti per il lavoro di riepilogo insieme
Alunno 1: legge la prima fotocopia e cerca le parole chiave, ne identifica il significato scrivendolo
sul quaderno di scienze.
Alunno 2: legge la prima fotocopia e cerca le parole chiave, ne identifica il significato scrivendolo
sul quaderno di scienze.
Insieme: ogni alunno illustra al compagno le parole chiave e si assicura che le abbia ben
comprese e poi rispondono alle domande dell’insegnante
Leggi attentamente il paragrafo seguente e poi concentrati sui concetti:
incrocio
carattere dominante
carattere recessivo
ibrido
linea pura
Gregor Mendel fu il fondatore della genetica. Egli si pose una domanda: come si trasmettono i
caratteri dai genitori ai figli? Esistono delle regole precise? Possiamo fare delle previsioni?
La risposta venne dopo anni di lavoro passati a coltivare diverse varietà di pisello odoroso
nell’orto del suo convento. Innanzitutto selezionò alcune linee pure, cioè piante che in tutte le
generazioni mantengono uno stesso carattere: ad esempio una linea pura per i piselli che hanno il
seme giallo sarà costituita da piselli che in tutte le generazioni hanno il seme giallo.
Indichiamo con GG il carattere che determina il colore giallo e con gg il carattere che determina il
colore verde; incrociando piselli a seme giallo con piselli a seme verde si ha:
GG x gg
x g g
G Gg Gg
G Gg Gg
Mendel chiamò parentale(P) la generazione di partenza e prima generazione filiale(F1) le piante
così ottenute. A tali piante attribuì il nome di ibrido, in quanto provenienti da genitori diversi.
Alla prima generazione dall’incrocio tra piante a seme giallo e piante a seme verde, Mendel
ottenne solo piante a seme giallo. Ripetendo l’esperimento con caratteri diversi( seme liscio e seme
rugoso, fusto lungo e fusto corto, fiore rosso e fiore bianco)ottenne sempre un risultato analogo e
chiamò dominante il carattere che si manifesta(il fenotipo giallo) e recessivo quello che sembrava
scomparso e stabilì così la sua prima legge, detta dell’uniformità degli ibridi
Incrociando due individui appartenenti a linee pure, che differiscono
per un solo carattere, si ottengono ibridi in cui compare solo il
carattere dominante.