Nonostante la tendenza alla diminuzione dei prezzi dell’energia, i player della distribuzione moderna appaiono determinati a investire nell’efficientamento dei propri consumi energetici. Per sviluppare una riflessione esaustiva e matura sul rapporto tra energia e retail, Largo Consumo ha promosso, con Confimprese e in collaborazione con il Politecnico di Milano, la tavola rotonda «Efficienza energetica e retail», moderata dal nostro giornalista Armando Garosci.
2. 102 LARGO CONSUMO n. 6/2016
onostante la tendenza alla diminuzione dei prezzi del-
l’energia, innescata da un biennio a questa parte dal-
la marcia indietro del valore del petrolio a livello glo-
bale, i player della distribuzione moderna appaiono
determinati a investire nell’efficientamento dei propri consu-
mi energetici. Un obiettivo perseguito con sempre maggiore
incisività dai retailer, che stanno maturando in questo ambi-
to esperienza importanti, seppur realizzate con modalità e
profili diversi. Non dimentichiamo che, per le imprese del
commercio, l’energia rappresenta la seconda voce di costo
dopo le risorse umane. Vale quindi la pena di analizzare qua-
li spazi esistano oggi per il procurement energetico, per la
gestione efficiente e le moderne logiche di automazione.
E cercare di delineare quale possa essere il contributo del-
la direzione tecnica e dell’energy management alla competi-
tività delle imprese retail. Per sviluppare una riflessione
esaustiva e matura sul rapporto tra energia e retail, in uno
scenario di difficoltà per le imprese distributive, Largo Con-
sumo ha promosso lo scorso marzo, con Confimprese e in
collaborazione con il Politecnico di Milano, la tavola roton-
da «Efficienza energetica e retail».
La sintesi video dell’incontro, moderato dal nostro giorna-
lista Armando Garosci, è visibile all’indirizzo www.youtu-
be.com/largoconsumo.
POLIMI: UN POTENZIALE DA SVILUPPARE
Secondo Davide Chiaroni, docente di ingegneria gestiona-
le del Politecnico di Milano e vicedirettore dell’Energy &
N
Strategy Group, l’efficienza nel retail è soprattutto attiva. «Il
primo ambito di intervento è quello impiantistico. Spesso i
retailer sono presenti in affitto negli edifici, quindi hanno po-
co interesse a investire in questo ambito. Inoltre intervenire
sull’involucro comporta tempi di ritorno più lunghi rispetto a
quelli sugli impianti».
Le opportunità di efficientamento potrebbero però essere
superiori: «Secondo le nostre analisi, relative all’intero set-
tore del commercio, nell’ultimo anno abbiamo avuto in Ita-
lia investimenti in efficienza energetica per 50-70 milioni di
euro: appena un decimo del potenziale reale di questo mer-
cato, che potrebbe essere compreso tra i 500-600 milioni
che servirebbero a rendere davvero efficiente il comparto.
Tra le principali aree di spesa ci sono l’illuminazione e la re-
frigerazione. Nell’ultimo anno una parte degli investimenti
è stata appannaggio dei sistemi di automazione e controllo.
Si è assistito quindi a un investimento che consente di tene-
re traccia e controllare in maniera più efficiente i consumi
aziendali». Per l’evoluzione del settore è decisiva l’attenzio-
ne complessiva alla gestione dell’energia, slegata dal fun-
zionamento del singolo impianto.
«Nella prima fase del mercato dell’efficienza energetica si
ENERGIA
Efficienza energetica e retail
ENERGO EFFICIENZA
Seconda voce di costo per le imprese distributive,
l’energia può trasformarsi in una fonte di efficienza e competitività.
di Gianluigi Torchiani e Armando Garosci
IFORUM
DILARGO
CONSUM
O
Percorso di lettura: www.largoconsumo.info/Immobiliare
Guarda la sintesi video degli interventi dei partecipanti alla
tavola rotonda su: www.youtube.com/largoconsumo
• Quali sono le reali potenzialità di efficientamento energe-
tico del settore retail in Italia? Quali sono ancora gli osta-
coli alla diminuzione dei consumi?
• In che modo la recente diminuzione dei costi dell’energia
pesa sulle scelte di investimento in efficienza dei retailer?
• Nel retail è possibile abbattere i consumi intervenendo
sull’efficienza del Building?
• Che peso ha avuto il recente obbligo normativo della dia-
gnosi energetica?
• Quanto sono realmente implementati i controlli automati-
ci del fabbisogno? Quali sono le best practice in materia?
I temi della tavola rotonda
102a106 TORCHIAN 6ForumOK7qxp:Articolo 9-06-2016 11:02 Pagina 102
3. 103LARGO CONSUMO n. 6/2016
ENERGIA
è badato molto agli impianti. Nel tempo è maturata anche la
consapevolezza del compratore, che vuole un controllo più
specifico, perché inizia ad vivere l’energia come un tema
cui dedicare attenzione. Occorrono tuttavia anche dei cam-
biamenti dal punto di vista dell’offerta: un’analisi del Poli-
tecnico di Milano su 320 operatori che offrono servizi di ef-
ficienza energetica ha messo in evidenza come il 77% di-
chiari di effettuare servizi di diagnosi energetica e monito-
raggio. Ma verificando quanti di questi si preoccupano del-
la misura, cioè sono in grado di implementre sistemi per
“discretizzare” i dati raccolti, si scende a meno del 10%».
Alcune novità potrebbero essere indotte da possibili cam-
biamenti normativi: «Il meccanismo tradizionale dei Certifi-
cati bianchi basato sulle schede a consuntivo è sotto attacco,
con il rischio di possibili interventi retroattivi. Se i Tee ve-
nissero meno, scomparirebbe anche una delle carte da gioca-
re con il cliente: in questo scenario la costruzione complessi-
va di un intervento di efficientamento diventerebbe molto più
interessante».
BENNET: L’EFFICIENZA CREA CULTURA
Tra chi ha già messo a punto diverse iniziative di efficien-
tamento in questi anni c’è Bennet, che ha potuto così conte-
nere i consumi energetici dei centri commerciali gestiti, la
cui bolletta mediamente è nell’ordine del mezzo milione di
euro ciascuno, in buona parte legata al fabbisogno elettrico.
Come racconta l’ing. Marco Oliva, responsabile impianti
meccanici del gruppo, «gli immobili sono di proprietà, in-
terna la gestione degli ipermercati e delle gallerie commer-
ciali, mentre i negozi vengono affittati. Negli anni abbiamo
sviluppato una struttura progettuale che aveva l’obiettivo di
governare lo sviluppo immobiliare».
Ciò ha permesso a Bennet di dotarsi di una base impianti-
stica omogenea e di affrontare, già una decina di anni fa, il
tema dell’efficientamento energetico: «Non ci siamo accon-
tentati di spendere meno, ma abbiamo cercato di avere lo
stesso servizio consumando meno energia». Il primo obiet-
tivo è stato realizzare una baseline interna di consumi e con-
frontarsi con altri operatori, scoprendo che un buon proget-
to impiantistico è importante ma non sufficiente: «Spesso
un impianto non è tarato correttamente o la manutenzione
non riceve tutte le informazioni necessarie per far funziona-
re al meglio gli impianti. Con impianti costruiti bene e inte-
grati tra di loro le nuove strutture o quelle completamente ri-
strutturate hanno la possibilità di consumare il 50% rispetto
a quelle costruite 15 anni fa. Per esempio, la chiusura dei
banchi frigo verticali porta risparmi energici elevati, ma per
evitare altri generi di problemi, come l’appannamento dei
vetri, è necessario agire su molti parametri di regolazione
dei circuiti frigoriferi». Bennet ha investito molto anche sul-
la manutenzione. «Siamo passati da quella “a guasto” a
quella “programmata”, in modo da diminuire la frequenza
dei guasti e aumentare la disponibilità degli impianti.
Il secondo passaggio è stato la manutenzione “predittiva”,
che significa intervenire, in base ai parametri di efficienza
della macchina, solo quando è il caso. Fondamentale è ave-
re un sistema di supervisione centralizzato, così che l’ope-
ratore possa conoscere per tempo quando è in corso una
anomalia, consentendoci di ridurre tempi e costi di ripristi-
no in maniera importante.
A fianco del gruppo di manutentori, abbiamo creato un te-
am di addetti che riescono a effettuare una sorta di predia-
gnosi del problema, riducendo i tempi di fermo impianto».
Il bilancio del viaggio nel mondo dell’efficienza è dunque
molto positivo, perché “fa bene a tutta l’azienda, muove la
cultura e la conoscenza, con tempi di ritorno dall’investi-
mento ragionevoli».
CREMONINI: UN’ACCURATA GESTIONE
La cultura dell’efficienza energetica è una realtà anche nel
Gruppo Cremonini, attiva nella lavorazione carni, ma an-
che nel catering con il Marr e nella ristorazione con le cate-
ne Chef Express e Roadhouse. «Già dal 2000 con la libera-
lizzazione del mercato la proprietà ha scelto di puntare su
questo tema, creando una struttura interna per la gestione
dell’energia, anziché affidarsi a un partner esterno.
Insieme all’ad del gruppo effettuiamo una scelta centraliz-
zata dell’acquisto delle materie prime (energia compresa) e
degli impianti delle diverse società del gruppo», spiega
l’energy manager Andrea Zanaglia. Per quanto riguarda i
Roadhouse, si tratta di locali da 500 mq con ampio parcheg-
gio, che sviluppano circa 100.000 euro annui di spesa ener-
getica, tra energia elettrica e gas metano, ovvero circa il 5%
del fatturato dei ristoranti, a cui va aggiunto un altro 1% ma-
nutenzione. In questa realtà l’edificio è di fondamentale im-
portanza: il solo rispetto delle normative permette di avere
locali di per sé già performanti da un punto di vista energe-
tico. Il Gruppo Cremonini ha anche deciso di coprire parte
del fabbisogno attraverso il fotovoltaico e di puntare con de-
cisione sull’efficienza: «Per la cogenerazione non ci sono
spazi in siti commerciali di questo genere, che hanno anche
i parcheggi. Di recente abbiamo iniziato a implementare un
sistema di building automation, che ci permette di assicurar-
ci un -9% dei consumi. Inoltre, sono state avviate numerose
altre iniziative di efficientamento, a cominciare dall’otti-
mizzazione delle apparecchiature interne delle cucine, gra-
zie all’impiego di sistemi più piccoli e efficienti.
Ma soprattutto abbiamo deciso di utilizzare il gas metano
– che già impiegavamo per le griglie delle cucine – anche
per la climatizzazione degli ambienti. Una scelta che ci ha
consentito una resa superiore: innanzitutto abbiamo ottenu-
to un comfort migliore, ma anche un costo di gestione infe-
riore da tutti i punti di vista. Il ritorno dall’investimento del-
le pompe di calore a gas avviene in appena 3 anni, un pe- ̈
I partecipanti alla tavola rotonda
azienda funzione nome
Politecnico Docente di ingegneria gestionale e Davide Chiaroni
di Milano Vice direttore Energy&Strategy Group
Bata Project Manager Emanuele Martino
Bennet Responsabile impianti meccanici Marco Oliva
Cremonini Energy Manager Andrea Zanaglia
DI.Mar - Responsabile patrimonio e sviluppo
Sapore di Mare Nord Italia Roberto Ghidelli
Energy Solutions Amministratore Delegato Giuseppe Merola
Mondadori Responsabile struttura real estate Chiara Capuzzi
Naturasì Responsabile controllo
di gestione dei negozi Lisa Mantoan
Primadonna Direttore Ufficio Tecnico Antonio Centrone
Unieuro Technical e Director Facility Fabio Crapanzano
Scarpe & Scarpe Amministratore Delegato Augustino Pettenuzzo
Servizio fotografico: Gustavo Venturini - Servizio video: Paolo Vecchi (Phid srl)
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4. 104 LARGO CONSUMO n. 6/2016
ENERGIA
riodo più che accettabile, considerato che i nostri negozi so-
no in concessione in media per 18 anni».
Grazie a queste innovazioni, i nuovi ristoranti, come
quello di Frascati, consumano circa il 40% di energia in
meno rispetto a prima. Inoltre, il Gruppo ha istituito una
struttura interna che decide autonomamente sulla tipologia
di impianti da installare nei locali.
UNIEURO: INTERVENTI A TUTTO CAMPO
Anche Unieuro conta una struttura, presieduta da Fabio
Crapanzano, technical e director facility di Unieuro, che si
occupa degli aspetti tecnici e impiantistici, cercando di
contenere la bolletta energetica di 186 negozi diretti, che si
aggira su circa 12 milioni di euro annui, su 42 milioni di
euro complessivi di costi di budget. Una sfida complicata
dalla presenza di realtà non omogenee, che spaziano da
1.000 a 4.000 mq, mentre per gli store più recenti si punta
su un format 1500 mq di vendita più 300 mq per i servizi
accessori. Tutte queste tipologie sono state interessate, da
tre anni a questa parte, da progetti di efficientamento ener-
getico: «Premetto che tutti i negozi sono in locazione, per
cui abbiamo approcciato l’efficientamento dell’edificio so-
lo dal punto di vista attivo e impiantistico. Abbiamo inizia-
to con 10 pdv con un progetto pilota di building automa-
tion, che ha riguardato l’illuminazione, la climatizzazione,
più tutta la parte di servizi accessori, partendo dai negozi
più energivori. In un anno di test il risparmio è stato del
20% solo per effetto dell’installazione dei sistemi di buil-
ding automation, con un investimento medio di circa 30-
35.000 euro per pdv, un ammontare ripagato in circa 8 me-
si. Al momento abbiamo 49 negozi con sistemi building au-
tomation installati, mentre altri 15 entreranno in rete entro
il 2016». Lo scorso anno l’azienda ha deciso di investire
due milioni di euro in sistemi di climatizzazione e illumi-
nazione efficiente.
Un’operazione che ha interessato circa una decina di
pdv, permettendo risparmi anche del 50%. Da notare che in
Unieuro l’ufficio tecnico si concentra sulla parte manuten-
tiva, mentre la progettazione degli impianti è stata deman-
data a partner storici, che hanno dimostrato di essere atten-
ti alle novità del mercato. In questo modo, l’azienda è riu-
scita a innovare dal punto di vista impiantistico.
Per quanto riguarda la scelta del fornitore di energia,
Unieuro ha optato per
contratti annuali o bien-
nali, per selezionare la
migliore offerta disponi-
bile. Discorso diverso
per gli affiliati: «Molto
dipende dalle dimensio-
ni del punto di vendita,
sino a 400-500 metri
non vale la pena di inve-
stire nell’efficienza ener-
getica: gli impianti di
questi negozi sono trop-
po piccoli. Al contrario,
per i negozi intorno ai
1.000 mq può esserci
una certa convenienza,
anche perché queste real-
tà possiedono impianti di
una certa dimensione».
EDISON: IL RETAIL È ATTENTO ALL’EFFICIENZA
La forte attenzione del retail all’efficienza energetica è ri-
conosciuta da Giuseppe Merola, Amministratore Delegato
di Edison Energy Solutions, la Esco (Energy Service com-
pany) di Edison. «Emerge una capacità di gestione di que-
ste tematiche paragonabile o talvolta superiore a quella che
si incontra nel mondo industriale: in particolare si nota una
notevole visione d’insieme». La Esco, costituita nel 2013,
ha l’obiettivo di affrontare il trend dello sviluppo sostenibi-
le, dove l’efficientamento gioca un ruolo fondamentale. Una
contraddizione solo apparente per una società che vende
energia. «Il processo di sviluppo sostenibile era inarrestabi-
le e andava sostenuto. Abbiamo deciso di partire dagli stes-
si segmenti che avevamo curato all’inizio della liberalizza-
zione del mercato energetico, partendo dalla grande e media
industria. Oggi stiamo entrando nel mondo del terziario e
della piccola industria, mentre in prospettiva ci sarà anche il
residenziale».
Nel modello di sviluppo dell’azienda, la chiave è l’Energy
performance contract: il guadagno per la Esco deriva diret-
tamente dall’efficienza che il cliente finale è in grado di ot-
tenere e misurare. Un esempio citato nella tavola rotonda è
quello di un’azienda farmaceutica laziale: qui un audit
energetico ha permesso di fotografare i consumi esistenti e
individuare alcuni interventi significativi. Successivamente
queste evidenze sono state discusse con i titolari: dall’ipo-
tesi di puntare sul fotovoltaico, grazie all’audit e al cambia-
mento della situazione degli incentivi si è passati a un im-
pianto di trigenerazione, che ha permesso di coprire il 70%
fabbisogno del sito produttivo. Edison Energy Solution si è
fa carico del rischio della variazione nel tempo del costo
del gas e del prezzo di riferimento dell’energia elettrica ga-
rantendo al cliente un risparmio di oltre il 10% sulla bollet-
ta energetica.
Un tema fondamentale è quello della misura: «Conoscere
bene quanto si consuma è basilare. Non solo: occorre misu-
rare in continuo post intervento e, soprattutto, analizzare i
dati emersi e trarne le conseguenza. Il nostro interesse è
quello di creare un risparmio, perché solo così possiamo ot-
tenere il ritorno del nostro investimento».
Quanto agli incentivi, secondo Merola «devono servire ad
avviare un’attività, poi devono essere chiari nel tempo e non
sottoposti a eccessivi cambiamenti, al contrario di quello è
successo per il fotovoltai-
co. È importante che non
accada per i certificati
bianchi». Sul tema della
diagnosi energetica, Me-
rola osserva come «nel
2015 abbiamo fatto 220
di diagnosi energetiche
presso le aziende che ri-
cadevano nel decreto le-
gislativa 102/2014.
Peccato che molti
l’abbiano fatta soltanto
per rispondere agli obbli-
ghi e non abbiano colto
appieno questa opportu-
nità per realizzare gli in-
terventi di efficienza
energetica che gli audit
hanno evidenziato».
Da sinistra, Giuseppe Merola (Energy Solutions), Fabio Crapanzano (Unieuro),
Andrea Zanaglia (Cremonini), Marco Oliva (Bennet) e Davide Chiaroni
(Politecnico di Milano ed Energy & Strategy Group).
102a106 TORCHIAN 6ForumOK7qxp:Articolo 9-06-2016 11:02 Pagina 104
5. 105LARGO CONSUMO n. 6/2016
ENERGIA
MONDADORI RETAIL: LA STRADA DA FARE
Un esempio di crescente attenzione ai temi della sostenibi-
lità è il gruppo Mondadori, come racconta Chiara Capuzzi,
responsabile struttura real estate di Mondadori, che collabo-
ra con l’Ufficio Tecnico di Mondadori Retail nella gestione
di una trentina di librerie di proprietà, tutte ospitate in struttu-
re in locazione. Scelta che può anche creare delle difficoltà
quando si deve investire in efficienza energetica: «Può risul-
tare difficile ottenere budget di investimento per modifiche
impiantistiche. Non a caso, in materia di modernizzazione dei
nostri impianti siamo a metà strada, abbiamo investito molto
sulle nostre sedi istituzionali, ma sugli store c’è ancora da fa-
re, perché molto spesso sono legati a contratti di affitto in sca-
denza. Nel momento in cui le strutture sono oggetto di inter-
vento, anche gli impianti sicuramente vengono rinnovati».
Quel che è certo è che la libreria ha cambiato pelle: oggi ol-
tre ai libri vende molte altre cose. «Abbiamo intrapreso lo
scorso anno un progetto di restilyng del format, nell’ottica di
offrire un servizio più ampio: dalla ristorazione, ai gadget, agli
accessori. Questo ha cambiato la natura della libreria: la tipo-
logia di arredo, ma anche di illuminazione è cambiata, avere
un bar all’interno presuppone degli impianti molti diversi da
quelli di un bookstore tradizionale». Nei prossimi mesi sarà ad
esempio ristrutturato lo store milanese di via Marghera, uno
dei maggiori del gruppo. È stato previsto un budget importan-
te per la revisione degli impianti esistenti. Per questo interven-
to è previsto un payback inferiore ai 3 anni, «che equivale al
tempo massimo accettato dalla nostra azienda», evidenzia Ca-
puzzi. I criteri economici sono dunque quelli che guidano le
scelte di Mondadori in questo campo: «I risparmi economici
dei nostri interventi sono sempre stati positivi, dunque le no-
stre proposte trovano ascolto in azienda. Per questo motivo
l’audit energetico è uno strumento che approvo». Sul recente
tema della diagnosi energetica la posizione è critica: «Noi ab-
biamo un ufficio tecnico capace di valutare i numeri e i possi-
bili risparmi economici, per altre imprese che non hanno un
apparato di questo tipo la diagnosi si è purtroppo spesso tra-
mutata soltanto in un compito da consegnare».
SCARPE & SCARPE: IL RELAMPING DEI NEGOZI
Tutt’altro settore è presidiato da Scarpe & Scarpe,
un’azienda nata a livello familiare negli anni 60 e sviluppata-
si soprattutto nell’ultimo ventennio. Tanto che oggi può con-
tare su circa 130 punti vendita, tutti diretti, con un ritmo di
crescita di una decina di aperture all’anno, curate da un appo-
sito staff interno. Anche Scarpe & Scarpe ha vissuto un cam-
biamento della propria tipologia di ne-
gozi, passati dai 2.500 mq del passato
ai 1.500 mq medi di oggi. Come rac-
conta l’amministratore della catena
Augustino Pettenuzzo, «l’efficienza
energetica è stata approcciata a partire
dal 2010, quando abbiamo affrontato
un relamping totale dei punti vendita.
Questo ci ha permesso di eliminare la
presenza di una cabina elettrica ag-
giuntiva nei pressi del negozio, perché
spesso le nostre necessità superavano i
100 kW di potenza. Oggi non andiamo
oltre gli 80-90 kw per pdv proprio gra-
zie al passaggio ai Led. Siamo in gra-
do, inoltre, di monitorare i consumi e le
prestazioni di quasi tutte le superfici, a parte una trentina che
andranno a regime entro fine anno. Entro il 2016 anche tutti i
nostri negozi saranno full led. Il risparmio ottenuto ci consen-
te di ripagare gli investimenti effettuati». Un aspetto partico-
lare evidenziato da Pettenuzzo riguarda il tema della necessi-
tà di evidenziare e far risaltare il colore della calzatura, cru-
ciale per un retailer di questa tipologia per attirare il cliente.
La scelta tradizionale adottata sino al recente passato era
quella di utilizzare moltissime luci per metro quadro. Scelta
che, ovviamente, comportava consumi elettrici esagerati.
Adesso Scarpe & Scarpe sta puntando sull’inserimento di po-
chi e determinati Focal point all’interno degli store, in cui c’è
la possibilità di evidenziare cromaticamente i prodotti senza
spendere un patrimonio nel fabbisogno elettrico.
PRIMADONNA:CONIUGAREFASHIONERISPARMIO
Per certi versi simile è anche l’esperienza di Primadonna,
raccontata dal direttore dell’ufficio tecnico, Antonio Centro-
ne, la cui esperienza gli permette di allargare il discorso oltre i
meri aspetti tecnici. «La luce indirizza gli esseri umani, quindi
il punto non è avere tanta o poca luce, ma avere quella giusta.
La luce orienta, deve definire cromaticamente – in alcuni casi
anche volumizzare – un prodotto, facendolo diventare piacevo-
le. In azienda all’inizio mancava questa visione complessiva, ci
si affidava a figure esterne per la progettazione architettonica e
la creazione del format degli store. La mia figura oggi riassume
tutte queste professionalità, di fatto sono il direttore di un pro-
cesso costruttivo e i risultati si stanno vedendo». Le scelte im-
piantistiche e strutturali non sono andate a discapito di quelle di
business, anzi, come dimostra il trend di crescita del gruppo,
che ha raggiunto i 360 store e viaggia a un ritmo di 80 aperture
annue: «Il nostro obiettivo era quello di avere un’immagine
moda e permettere al cliente di entrare in uno store accessibile
dal punto di vista dei prezzi e dove è possibile fare una piace-
vole esperienza d’acquisto. Non a caso oggi i nostri store sono
molto fashion e sono curati nella realizzazione. I nostri impian-
ti illuminotecnici sono caratterizzati da una profonda attenzio-
ne all’ampiezza del fascio luminoso, che significa concentrarsi
sul dettaglio e non sulla luce diffusa». In tema di efficienza
energetica, la principale scelta è stata quella di puntare sui Led,
che sono stati installati in tutti i punti vendita. «Il Led ha co-
minciato a performare bene da un paio di anni, ma ora porta ri-
sparmi energetici di circa il 50%. Si tratta di tematiche sulle
quali stiamo coinvolgendo anche tutti i nostri affiliati».
BATA: INVESTIMENTO IN SOSTENIBILITÀ
Un investimento che si sta concretiz-
zando verso la sostenibilità è stato messo
in atto anche nei 260 negozi Bata e Aw
Lab presenti sul territorio nazionale.
Come ha raccontato il project manager
Emanuele Martino, si tratta di due tipo-
logie di store con taglie differenti: Bata
plus 250/400 mq medi per Bata e
150/200 mq medi per Aw Lab, catena
quest’ultima oggetto nell’ultimo biennio
di un restyling totale del brand e del con-
cept dei negozi, grazie anche al lavoro
dell’ufficio tecnico interno: “La nostra
sfida più grande è quella di proporre so-
luzioni tecniche e dare motivazioni eco-
nomiche ad un processo di progressi-
Da sinistra, Augustino Pettenuzzo (Scarpe &
Scarpe), Chiara Capuzzi (Mondadori). ̈
102a106 TORCHIAN 6ForumOK7qxp:Articolo 9-06-2016 11:02 Pagina 105
6. 106 LARGO CONSUMO n. 6/2016
ENERGIA
vo efficientamento energetico. Il nostro Gruppo ci ha chiesto
di effettuare interventi che avessero forti riscontri nell’ambi-
to della compatibilità ambientale. Abbiamo quindi chiesto
alle Aziende che partecipavano alla Gara per la fornitura di
energia elettrica di assicurarci che il 100% di energia prove-
nisse da fonti rinnovabili certificate, fin dal 1 gennaio 2015”.
Una scelta per certi versi radicale che differenzia il Gruppo
da altre iniziative di green washing messe in atto nel settore.
«Abbiamo iniziato a rinnovare i nostri negozi con impian-
ti a Led già nel 2012-2013, anche se alcune caratteristiche
tecniche dei corpi illuminanti erano ancora in fase di affina-
mento, mentre oggi siamo più tranquilli data l’evoluzione
tecnologica che hanno avuto.
Attualmente il nostro parco consumi di energia elettrica “si
aggira” sui 21 GW, e abbiamo intenzione di limitare i consu-
mi, anche con interventi di Led relamping progressivamente
su tutti i negozi; il ritorno dell’investimento è ad oggi calco-
labile in circa 3 anni. Non è da escludere la valutazione di so-
luzioni puntuali di building automation e telecontrollo sugli
impianti di condizionamento, anche se tali scelte vanno pon-
derate in un parco negozi in parte non omogeneo, al fine di
avere delle reali economie di scala. Al momento preferiamo
utilizzare risorse di investimento nostre, evitando finanzia-
menti o soluzioni di noleggio operativo1. Un’operazione a
tutto campo, insomma, che caratterizza il gruppo Bata: «Il
messaggio che deve emergere è che la sostenibilità ambien-
tale non è solo il refresh di qualche negozio, ma un obiettivo
di medio-lungo periodo di valore più ampio e strutturale.
Non nascondo che a volte possano nascere “piccole incom-
prensioni”: il classico esempio è quello delle porte aperte nei
negozi su fronte strada, dove può nascere un conflitto tra la
forza vendita, che teme i mancati ingressi, e le ragioni di na-
tura tecnica, normativa ed impiantistica come imposto da
molti Regolamenti comunali».
SAPORE DI MARE OTTIMIZZA LE FONTI
L’esperienza dell’efficienza energetica nel retail alimentare
è stata raccontata da Roberto Ghidelli, responsabile patri-
monio e sviluppo Nord Italia di DI.Mar - Sapore di Mare,
realtà in espansione specializzata nella vendita sfusa di pesce
congelato. «Abbiamo vissuto un grande cambiamento: al-
l’inizio i negozi erano gestiti perlopiù in franchising, con l’ar-
rivo nel 2011 di una nuova proprietà questa tendenza si è ri-
baltata, tanto che oggi abbiamo 47 negozi di proprietà e 49 af-
filiati. Un elemento importante per noi è l’uniformità del for-
mat, che prevede negozi da 400
mq, di cui 250 di vendita».
Una realtà in evoluzione, in-
somma, che ha voluto comun-
que scommettere sul conteni-
mento dei consumi: «Con lo
sviluppo degli ultimi due anni è
emersa la necessità di armoniz-
zare i nostri negozi. La nostra
azienda era fortemente sensibi-
lizzata al tema del risparmio
energetico, anche perché ci as-
sestiamo su una spesa energeti-
ca rilevante, con un valore che
rappresenta una delle prime
3 voci di costo nel nostro conto
economico. Grazie a un’intui-
zione del nostro socio fondato-
re, abbiamo adottato un impianto integrato tra le diverse uten-
ze con il fine di recuperare fonti , altrimenti disperse, ed im-
metterle nuovamente nel circuito, risparmiando così energia.
Inoltre, tutto quello che si vede nei nostri negozi è stato rea-
lizzato su commessa precisa, studiato internamente».
La chiusura dei banchi frigo? «È una soluzione applicata da
molti concorrenti, ma che per scelta aziendale abbiamo scar-
tato sia per garantire una continua e corretta manutenzione
dei nostri prodotti, presentando un alimento sicuro e protetto
ai nostri clienti, sia perché lasciamo liberi i nostri clienti di
poter esprimere le proprie percezioni sensoriali. Per contro
adottiamo un sistema di chiusura dei banchi notturno, che ha
come scopo principale il risparmio energetico. Dunque, sino
a quando non arriverà una soluzione davvero innovativa, i
banchi da noi rimarranno aperti. Sapore di Mare ha sempre
adottato un sistema di telegestione dei banchi frigoriferi per
tenere e garantire il controllo della catena del freddo, mentre
i Led sono stati per il momento installati solo sulle vasche, ri-
mandando, per il momento, l’integrazione del sistema di illu-
minazione del negozio a un futuro sempre più prossimo».
NATURA SÌ: IL RISPARMIO “COERENTE”
L’attenzione alla sostenibilità è massima: e forse non può
essere altrimenti per un marchio legato al biologico come la
catena NaturaSì, che ormai comprende oltre 200 punti di
vendita su tutto il territorio nazionale e 2 in Spagna. I negozi
della catena, al contrario di molte altre realtà, stanno portan-
do progressivamente le superfici di vendita verso i 500-600
mq, grazie ad un rinnovamento del layout e per un’esigenza
legata all’aumento delle referenze offerte. Con queste dimen-
sioni, i negozi possono raggiungere una bolletta di circa 35-
40.000 euro annui. Come ha raccontato Lisa Mantoan, re-
sponsabile del controllo di gestione dei negozi EcorNaturaSì,
«per contenerla non è praticabile agire sul lato strutturale,
poiché tutti i punti vendita sono in locazione. La scelta del-
l’efficienza, voluta anche dai nostri stessi affiliati NaturaSì,
maturata 4 anni fa, ha significato, prediligere il migliore for-
nitore facendo attenzione alle voci in fattura e scegliere nuo-
ve attrezzature con cui risparmiare.
Il lavoro dell’ufficio tecnico è stato strategico: sono state
studiare e attuate importanti sinergie tra impianto elettrico
e sistema di climatizzazione e riscaldamento; sono stati in-
trodotti nuovi corpi illuminanti, e scelti banchi frigo di
nuovissima generazione, dotati di ante per la chiusura; que-
st’ultimo aspetto è stato molto apprezzato anche dai nostri
consumatori, attenti e sensibi-
li alle tematiche ambientali.
Certo, il nostro obiettivo prin-
cipale era risparmiare, ma la
direzione aziendale e gli affi-
liati ci chiedevano coerenza:
abbiamo perciò optato per un
operatore produttore di ener-
gia idroelettrica, così da ac-
quistare energia green, 100%
da fonti rinnovabili, una scelta
volutamente non ostentata,
perché comunque coerente con
i nostri valori di base. Per il
momento non sono stati invece
inseriti sistemi di telecontrollo,
mentre è stato dato ampio spa-
zio ai Led». I
Da sinistra, Lisa Mantoan (Naturasì), Roberto Ghidelli
(DI.Mar – Sapore di Mare), Emanuele Martino(Bata) e Antonio
Centrone (Primadonna).
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