Rccontare la scienza alla radio - discussione con i dottorandi della Facoltà di Sociologia e Scienze della Formazione, Università di Padova - ottobre 2010 e seminario con l'Associazione Observa, Vicenza.
Master in science communication @Museu da Vida, Fundação Oswaldo Cruz, Rio de Janeiro, May 2011. Risk communication and risk prevention. Case studies of different projects dealing with risks. Eng and Spa.
Rccontare la scienza alla radio - discussione con i dottorandi della Facoltà di Sociologia e Scienze della Formazione, Università di Padova - ottobre 2010 e seminario con l'Associazione Observa, Vicenza.
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Complexity Literacy Meeting 2023 - Scheda del libro consigliato da Giuseppe Z...Complexity Institute
Nelle sue opere precedenti, da "Il Tao della fisica" a "La scienza della vita", Fritjof Capra ha tracciato un quadro della scienza contemporanea mettendo in luce come, dalla fisica delle particelle alla biologia, alla concezione meccanicistica e riduzionista ormai in crisi si stia progressivamente sostituendo una visione che tende a studiare i fenomeni non come entità isolate ma all'interno del sistema che li abbraccia. Ora, con "La scienza universale", egli si propone di mostrare come alle origini della scienza ci sia una figura che, a differenza di quelle di Galileo, di Bacone e di Newton, ha saputo anticipare questi tratti che stanno oggi emergendo con sempre più forza: Leonardo da Vinci. Basandosi su un'analisi delle seimila pagine di manoscritti di Leonardo giunti fino a noi, Capra presenta un resoconto del metodo scientifico del grande genio del Rinascimento e dei risultati da lui ottenuti, valutandoli nella prospettiva del pensiero scientifico odierno. L'immagine che ne emerge è quella di un pensatore sistemico, di un ecologista e di un teorico della complessità, di uno scienziato - l'autentico inventore del moderno metodo sperimentale - che era però al contempo anche un artista con un profondo rispetto per la vita in ogni sua espressione.
Andrea Mameli (Oristano, 23 Aprile 2015)Andrea Mameli
Scienza, Scuola e Social Media. Un approccio pratico (Andrea Mameli)
"Una giornata per la comunicazione della Scienza".
Accademia dei Lincei, Oristano, 23 Aprile 2015
Cos’è la sociologia? Se ti interessi di relazioni ed evoluzione umana, sicuramente ti sarai posto questa domanda e sarai curioso di conoscere qualcosa in più sulla storia di questa disciplina.
Possiamo definire la sociologia come la scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando i loro effetti e le loro cause, in rapporto con l’individuo e il gruppo sociale. Un’altra definizione, più restrittiva, definisce la sociologia come lo studio scientifico della società.
Ciò che emerge, comunque, è un interesse nei confronti della società, dei rapporti causa-effetto e delle relazioni tra singoli e gruppi.
Possiamo considerare la sociologia come una scienza relativamente nuova: questa, infatti, si afferma nel XIX secolo come risposta accademica ai cambiamenti della modernità.
Come abbiamo accennato, volendo dare una definizione, si tratta di quella scienza sociale che studia i fenomeni della società umana.
Nel corso degli anni, la sociologia si è arricchita dell’apporto di diversi esponenti che, a loro volta, hanno dato vita a numerose correnti interpretative.
Ai tempi della sua affermazione, la sociologia includeva la ricerca su aspetti macrostrutturali, come sistema sociale, funzione, classe sociale, genere, le classi e le norme sociali. Anche lo studio delle istituzioni ha avuto un ruolo rilevante, soprattutto quello della famiglia e della scuola, per poi passare ai problemi della società stessa, come la devianza, il crimine (poi articolatasi in criminologia), l’immigrazione, il divorzio, l’integrazione sociale, e l’ordine e la legge. Tutte queste tematiche sono comunque affrontate dalla sociologia classica.
La sociologia moderna studia principalmente aspetti della vita quotidiana, soprattutto delle istituzioni, e di come essi riescano ad influenzare la nostra società. In virtù di questo sono nate alcune sottodiscipline come sociologia del lavoro, sociologia dell’arte e della cultura o sociologia dello sport.
Autore: Nico Pitrelli
ABSTRACT: Questa introduzione presenta i saggi del commentario di Jcom dedicato allo statuto e al futuro della ricerca in comunicazione della scienza. Gli autori hanno una lunga esperienza di ricerca a livello internazionale nel settore e negli ultimi anni sono stati tutti impegnati nella
realizzazione di opere collettive che costituiscono i più importanti punti di riferimento per i programmi di ricerca in comunicazione della scienza dei prossimi anni.
Su quali temi si deve concentrare la disciplina e perché? Qual è il suo scopo generale? Qual è il suo reale grado di autonomia da altri campi di studio contigui? Sono queste alcune delle domande a cui risponde l’approfondimento di questo numero di Jcom con la consapevolezza che la comunicazione della scienza è un terreno di ricerca giovane, fragile, alla ricerca di una mappa condivisa, ma anche uno tra i luoghi più stimolanti del panorama accademico contemporaneo.
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Nelle sue opere precedenti, da "Il Tao della fisica" a "La scienza della vita", Fritjof Capra ha tracciato un quadro della scienza contemporanea mettendo in luce come, dalla fisica delle particelle alla biologia, alla concezione meccanicistica e riduzionista ormai in crisi si stia progressivamente sostituendo una visione che tende a studiare i fenomeni non come entità isolate ma all'interno del sistema che li abbraccia. Ora, con "La scienza universale", egli si propone di mostrare come alle origini della scienza ci sia una figura che, a differenza di quelle di Galileo, di Bacone e di Newton, ha saputo anticipare questi tratti che stanno oggi emergendo con sempre più forza: Leonardo da Vinci. Basandosi su un'analisi delle seimila pagine di manoscritti di Leonardo giunti fino a noi, Capra presenta un resoconto del metodo scientifico del grande genio del Rinascimento e dei risultati da lui ottenuti, valutandoli nella prospettiva del pensiero scientifico odierno. L'immagine che ne emerge è quella di un pensatore sistemico, di un ecologista e di un teorico della complessità, di uno scienziato - l'autentico inventore del moderno metodo sperimentale - che era però al contempo anche un artista con un profondo rispetto per la vita in ogni sua espressione.
Andrea Mameli (Oristano, 23 Aprile 2015)Andrea Mameli
Scienza, Scuola e Social Media. Un approccio pratico (Andrea Mameli)
"Una giornata per la comunicazione della Scienza".
Accademia dei Lincei, Oristano, 23 Aprile 2015
Cos’è la sociologia? Se ti interessi di relazioni ed evoluzione umana, sicuramente ti sarai posto questa domanda e sarai curioso di conoscere qualcosa in più sulla storia di questa disciplina.
Possiamo definire la sociologia come la scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando i loro effetti e le loro cause, in rapporto con l’individuo e il gruppo sociale. Un’altra definizione, più restrittiva, definisce la sociologia come lo studio scientifico della società.
Ciò che emerge, comunque, è un interesse nei confronti della società, dei rapporti causa-effetto e delle relazioni tra singoli e gruppi.
Possiamo considerare la sociologia come una scienza relativamente nuova: questa, infatti, si afferma nel XIX secolo come risposta accademica ai cambiamenti della modernità.
Come abbiamo accennato, volendo dare una definizione, si tratta di quella scienza sociale che studia i fenomeni della società umana.
Nel corso degli anni, la sociologia si è arricchita dell’apporto di diversi esponenti che, a loro volta, hanno dato vita a numerose correnti interpretative.
Ai tempi della sua affermazione, la sociologia includeva la ricerca su aspetti macrostrutturali, come sistema sociale, funzione, classe sociale, genere, le classi e le norme sociali. Anche lo studio delle istituzioni ha avuto un ruolo rilevante, soprattutto quello della famiglia e della scuola, per poi passare ai problemi della società stessa, come la devianza, il crimine (poi articolatasi in criminologia), l’immigrazione, il divorzio, l’integrazione sociale, e l’ordine e la legge. Tutte queste tematiche sono comunque affrontate dalla sociologia classica.
La sociologia moderna studia principalmente aspetti della vita quotidiana, soprattutto delle istituzioni, e di come essi riescano ad influenzare la nostra società. In virtù di questo sono nate alcune sottodiscipline come sociologia del lavoro, sociologia dell’arte e della cultura o sociologia dello sport.
Autore: Nico Pitrelli
ABSTRACT: Questa introduzione presenta i saggi del commentario di Jcom dedicato allo statuto e al futuro della ricerca in comunicazione della scienza. Gli autori hanno una lunga esperienza di ricerca a livello internazionale nel settore e negli ultimi anni sono stati tutti impegnati nella
realizzazione di opere collettive che costituiscono i più importanti punti di riferimento per i programmi di ricerca in comunicazione della scienza dei prossimi anni.
Su quali temi si deve concentrare la disciplina e perché? Qual è il suo scopo generale? Qual è il suo reale grado di autonomia da altri campi di studio contigui? Sono queste alcune delle domande a cui risponde l’approfondimento di questo numero di Jcom con la consapevolezza che la comunicazione della scienza è un terreno di ricerca giovane, fragile, alla ricerca di una mappa condivisa, ma anche uno tra i luoghi più stimolanti del panorama accademico contemporaneo.
#safeschools, open data and right to access info - an italian caseElisabetta Tola
A summary of our #safeschools investigation (WiredIT 2012 and summer 2014) - a brief overview of the italian situation on open data and on the right to access information - the Diritto di sapere and FOIA4Italy campaign - discussed in Wien, 26th sept, with the transparenzgesetz.at campaign - Concordia Presse Club.
Webinar su Trasparenza dei fondi gestione strutturali - Open Coesione e Data Journalism
http://www.dati.gov.it/content/i-webinar-di-datigovit-tre-nuovi-seminari-online-sui-dati-aperti - 14 marzo 2013
Webinar su Trasparenza dei fondi gestione strutturali - Open Coesione e Data Journalism
http://www.dati.gov.it/content/i-webinar-di-datigovit-tre-nuovi-seminari-online-sui-dati-aperti - 14 marzo 2013
Terza edizione per l'Open data day, e questa volta c'è anche l'Italia. 13 eventi in tutta la penisola. A Bologna, assieme al Comune e alla Regione E-R, Hacks&Hackers e Diritto di sapere organizzano un requestathon. Per parlare di diritto di accesso e imparare a chiedere i dati. Allo Urban Center, Sala Borsa Bologna.
Data j e opendata devono allearsi per produrre una informazione di alto valore civile. E buoni e solidi prodotti giornalistici nascono solo dall'unione di molte forze: giornalisti, sviluppatori, statistici, grafici, esperti di mappe e georeferenziazione... gruppi di lavoro articolati e ricchi di competenze. Ben lontani dal lavoro solitario del giornalista vecchio stampo. E ben lontani dal giornalismo approssimativo e basato solo sulle opinioni che riempie purtroppo le pagine dei nostri media negli ultimi anni.
Introduzione alle esperienze internazionali e nazionali di data j per gli studenti del Master in giornalismo dello IULM, summer school IULM-Ahref agosto 2012, Transacqua
Un draft del lavoro di DataJ fatto per il progetto iData sull'abbandono scolastico in Italia - Scuola estiva Ahref, Trento, agosto 2011 e MAGSD, Sissa, febbraio 2012.
Datajournalism - Dollars for docs: un caso studioElisabetta Tola
Scuola di giornalismo, Università di Milano, febbraio 2011. Analisi di un caso studio di DataJ, la serie di articoli Dollars for docs pubblicati dalla rivista online ProPublica.
9. «Credo che le caratteristiche della scienza post-
accademica annullino le barriere tradizionali tra
scienza e etica. (…)
Con l’intensificarsi della competizione per i
finanziamenti, le proposte di progetti di ricerca
devono necessariamente essere sempre più
specifiche in merito ai risultati attesi, incluse le
ricadute più ampie sull’economia e la società. (…) John Ziman
Un’altra caratteristica della scienza post-
accademica è che ormai il lavoro è il frutto di una 1925 - 2005
collaborazione tra tanti gruppi e spesso tra tante
istituzioni diverse. Dove e su chi ricadono, allora, le
responsabilità etiche? (…)»
Science 4 December 1998: Vol. 282. no. 5395, pp. 1813 - 1814
14. «Di tutto quello che mi mancherà,
nel chiudere questa rubrica, sentirò
più di tutto la mancanza di
un'interazione continua con i miei
lettori.
In fondo, non abbiamo forse
condiviso 300 momenti di
apprendimento reciproco?»
2002
26. «Agli studenti si insegna che il miglior modo per
indagare fenomeni e scoprire verità è l’osservazione
oggettiva. Un particolare accento viene posto sulla
neutralità e il distacco. (…)
L’osservatore scientifico non partecipa mai alla realtà
che osserva: è, appunto, solo uno spettatore. E il
mondo che osserva è un luogo freddo e
disinteressato, che non conosce stupore,
compassione e senso di determinazione. (…)
Non meraviglia che generazioni di bambini abbiano
trovato l’esperienza dell’apprendimento sconfortante o
alienante: da loro ci si aspetta proprio che
abbandonino lo stupore, eliminino ogni passione, Jeremy Rifkin
divengano disinteressati e assumano un ruolo di
spettatori dell’esistenza. (…)
La chiave del successo di un viaggio nel mondo della
biosfera dipende dalla profondità del processo di
ripartecipazione».
La civiltà dell’empatia, Mondadori ed., 2009
27. 13/08/12
Fuori dalle accademie e dentro la
società:
la scuola come prima agorà scientifica
elisabetta tola
29. Il concetto di scienza con cui ci relazioniamo oggi è nato a circa metà 800.
Questo signore è il primo ad avere inventato il termine scienziato riferito a
qualcuno pagato per fare ricerca scientifica.
3
30. Whewell è il primo anche a compilare una tassonomia delle discipline
scientifiche.
4
32. nascono le riviste scientifiche: nature (1839) fondata dal’astronomo britannico
joseph norman lovkyer scopritore dell’elio
6
33. Nasce in quel periodo anche science (1883) grazie al paleontologo americano
samuel scudder.
Nello stesso periodo (1888) nasce anche national geographic.
L’interesse di portare la scienza al pubblico è dato dall’emergere della classe
borghese che accompagna la rivoluzione industriale in europa e la conquista
del west in america. Si avverte la necessità di uno sviluppo delle conoscenze
scientifiche e della tecnologia.
La scienza accademica in questo periodo è quella della torre d’avorio, gli
scienziati sono puri ricercatori dell’unica verità e il resto della società si
accontenta della volgarizzazione scientifica, cioè della semplificazione e
trasmissione della conoscenza per i fini applicativi.Lo sfondo filosofico è
quello del positivismo.
7
34. Nel ‘900 le cose cambiano un po’. la scienza diventa parte attiva nelle vicende
belliche mondiali a partire dalla I guerra mondiale. Ma è con la II che la
scienza conosce il peccato. Un’espressione coniata dal fisico robert
oppenheimer, uno degli inventori della bomba atomica, che dopo l’esplosione
della bomba su hiroshima ha commentato proprio così: i fisici hanno
conosciuto il peccato. È di quegli anni la nascita della big science, qui
rappresentata dal fisico italiano enrico fermi, che ha preso parte al progetto
manhattan, la più grande impresa scientifica le cui sorti sono fortemente
intrecciate con la politica e le vicende belliche.
8
35. La citazione di john ziman
Nel dopoguerra inizia quindi una riflessione, promossa proprio dai fisici, sul
ruolo sociale ed etico della scienza. È il fisico john ziman e coniare il termine
di scienza post-accademica per indicare una scienza non più rinchiusa nella
torre d’avorio ma fortemente interconnessa, sia per motivi politici che
economici, con le vicende sociali.Leggiamo la citazione di Ziman. Dagli anni
’50 inizia quindi un lungo periodo di riflessione sul ruolo della scienza e sulle
pratiche della ricerca.
9
36. Oggi questa riflessione è tutt’altro che confinata alla fisica ma si estende a tutte
le discipline e in primis alle bioscienze.
Un esempio è craig venter: lo scienziato che ha preso parte al consorzio
pubblico per la sequenza del genoma umano, poi 3 anni prima ha messo pepe
nella competizione fondando una azienda privata Celera genomics che arriva al
risultato insieme al consorzio pubblico. L’evento è quasi più importante dal
punto di vista politico e sociale che scientifico: conferenza stampa di Clinton e
Blair, le due principali riviste che si accordano per uscire con i due risultati
contemporaneamente, etc.
Più recentemente è saltato agli onori delle cronache per la notizia che avrebbe
creato il primo organismo sintetico.
10
37. Però la caratteristica di venter è di essere proprio uno scienziato imprenditore,
come ama essere ritratto. Riesce a farsi dare molti finanziamenti anche grazie a
una innata capacità di presenza mediatica.
11
38. Un altro esempio di scienziato contemporaneo post-accademico è Stephen Jay
Gould, morto nel 2002. Paleontologo che insieme a Niels Eldredge ha messo a
punto la teoria degli equilibri punteggiati che completerebbe la visione
darwiniana dell’evoluzione.
12
39. Gould ha fin dall’inizio della sua carriera scientifica svolto un ruolo importante
nella comunicazione al pubblico, pubblicando ogni settimana un articolo
divulgativo sulla rivista Natural History. Per Gould la comunicazione e
l’attività scientifica formale non erano affatto più importanti e degne di
attenzione della relazione e comunicazione con un pubblico di non esperti.
13
40. Pochi mesi prima di morire, chiudendo la trentennale collaborazione con
questa rivista, infatti Gould scrisse ai suoi lettori “FRASE”
14
41. Amava talmente il rapporto con il pubblico da essere ben contento di essere
rappresentato così nel mondo pop dei Simpsons, il cartone animato più visto in
america.
15
42. Dalla nascita della scienza accademica a oggi, il modello predominante di
comunicazione scientifica è sempre stato quello della divulgazione verso il
basso, il cosiddetto deficient model. Questo modello viene in realtà raforzato
da un rapporto pubblicato dalla royal society britannica, a metà anni ’80,
chiamato rapporto bodmer, che sostanzialmente indica la necessità di
raforzare la difusione della cultura scientifica nella società attraverso
molteplici iniziative, scolastiche e non. In questo periodo nasce dunque il
movimento definito Public Understanding of science, PUS, che quindi continua
a proporre come modalità predominante di comunicazione quella della
divulgazione, della semplificazione, della mera traduzione delle conoscenze
scientifiche a un pubblico di non esperti. Di fatto si rimane nell’ambito della
volgarizzazione già sperimentata durante il positivismo.
16
43. Tuttavia, numerosi studi di valutazione fat negli ultimi 30 anni dimostrano
che questo modello di trasmissione della conoscenza non è efcace. Sta così
prendendo forma una rifessione più complessa che punta a realizzazione una
comunicazione ispirata a un modello diverso, nel quale la partecipazione e il
coinvolgimento giocano un ruolo preminente. Si passa così dal PUS al PEST, il
public engagement of science and technology, una teoria fortemente ispirata
alla necessità di valorizzare l’entusiasmo, la curiosità, le domande e le
richieste che vengono direttamente dai vari settori di pubblico. Si tratta di un
modello che mette al centro la comunicazione a più vie, tra la comunità
scientifica, non più percepita come monolitica ma multiforme, dove convivono
interessi politici, economici, questioni etiche e sociali, con le varie componenti
della società: i legislatori, la associazioni di vario ordine (pazienti di malati, per
esempio, o associazioni ambientaliste), i consumatori, gli studenti, etc etc
17
44. Facendo qualche esempio questo discorso è del tutto evidente: ciascuno dei
grandi temi di discussione degli ultimi anni non ha solo una dimensione
squisitamente scientifica ma implica molte altre dimensioni: quelle
economiche, etiche, sociali, culturali, etc.
Cibi biotech
Questioni ambientali
Produzione dei farmaci
Fecondazione artificiale
Neuroscienze
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45. I contesti dove si comunica scienza sono, in sintesi, diversi:
la scuola che costituisce il primo e più importante approccio alla scienza per
tutti noi
naturalmente i media dove la scienza non è più argomento solo delle pagine
culturali ma spesso è al centro del dibattito pubblico (vedi esempi di cui sopra)
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46. E infine festival e i musei, che oggi a livello europeo conoscono un momento
di grande rinascimento, con fortissime partecipazioni di pubblico
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47. Background/contesto Ultimo risultato
ARTICOLO SCIENTIFICO ARTICOLO DIVULGATIVO
Ultimo risultato Background/contesto
Un primo elemento è avere ben chiara la diversa logica della comunicazione
formale della scienza, cioè come sono costruiti gli articoli scientifici, rispetto
agli articoli di informazione.
Nella retorica scientifica, si parte dalle conoscenze nel campo, e si costruisce
tutto il percorso fino ad arrivare all’ultimo risultato. Questo non è molto
dissimile da quanto avviene nella didattica classica. Per esempio, per arrivare a
parlare della notizia della creazione della vita sintetica, cui abbiamo accennato
prima, si parte dal Dna, che cos’è e a cosa serve, come si fa la sequenza, quali
sono i metodi di modifica e infine si arriva a descrivere la composizione
dell’organismo sintetico.
Nell’articolo informativo, così come in una mostra pensata per un festival o un
museo, si parte invece dalla notizia: “è stata creata la vita artificiale”. Poi si va
a spiegare nei dettagli allargando il discorso fino ad arrivare al Dna e alla sua
storia.
Intuitivamente però capiamo che questo secondo approccio, anche se rischia di
essere spesso incompleto, è quello che cattura di più la nostra attenzione.
Questa intuizione è confermata dalla ricerca nel campo delle scienze cognitive:
l’interesse verso il nuovo innesca attenzione, curiosità, cattura la nostra mente.
Se la partenza è buona, poi è più facile proseguire e mantenere viva
l’attenzione del nostro uditore.
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48. Un aiuto per fare questo collegamento ci viene dai media.
Si può usare un pezzetto del TG con l’intervista a craig venter (si trova su
youtube) per introdurre la vita sintetica
Un articolo di giornale può darci lo spunto per parlare della fisiologia e delle
problematiche connesse ai trapianti
Un frammento del film Gattaca ci aiuta a introdurre le questioni relative al
controllo genetico di una popolazione, alle questioni etiche come a quelle
biologiche.
CSI, e l’italiana RIS, costituiscono una delle risorse più ricche di esempi di usi
e metodi di biologia molecolare. Il DNA profiling, il fingerprinting, l’uso di
metodi biochimici… ci sono moltissimi esempi di applicazioni che possono
introdurre un argomento in classe.
Poi ci sono i blog. In rete, queste conversazioni informali, soprattutto se sono
scritti da autori certificati e noti, possono essere preziosissime come spunto per
introdurre vari argomenti. Per esempio, Dario Bressanini su Le Scienze tiene
un blog che parla di cucina, ma che di fatto dà moltissimi spunti e informazioni
nel campo della chimica degli alimenti e della nutrizione.
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49. Per chi ama tenere comunque in mano un libro vero e proprio i saggi
costituiscono un ottimo elemento di approfondimento di un argomento e
contengono, oltre ai dati scientifici, anche le storie e gli aspetti sociali.
Spesso si possono isolare e consultare i singoli capitoli che diventano materiale
di riferimento interessante e appassionante anche per gli studenti, per
completare l’informazione strettamente didattica data in classe o sul libro di
testo.
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50. Perché la comunicazione sia efficace non bastano naturalmente i materiali
prodotti. È necessario che lavoriamo anche sul nostro modo di presentare le
cose.
È ormai assodato, a livello di studi di percezione e di apprendimento, che il
contenuto è probabilmente solo una minima parte di quello che attira e
coinvolge un uditorio. Gli studi dello psicologo Albert Mehrabian, pubblicati
nel 1972 e noti come legge di M., indicherebbero che il contenuto conta per
non più del 7%. La stragrande attenzione del pubblico è legata al come quel
contenuto viene veicolato.
Naturalmente non sono tutti d’accordo, e molti altri psicologi sostengono che il
contenuto è essenziale e va quindi rivalutato.
Il punto fondamentale, per noi, è comunque che il contenuto da solo non ce la
fa. Il modo in cui parliamo è perlomeno tanto importante quanto quello che
diciamo.
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51. Non basta quindi essere molto preparati né naturalmente comunicativi.
Negli ultimi anni a livello cognitivo si studiano in modo particolare i
meccanismi dell’empatia. È l’empatia infatti che si dimostra essere alla base
delle maggior parte dei processi di comunicazione efficace. Non si tratta solo
di tecnica, ma anche di disposizione.
L’empatia sta acquisendo una tale importanza, perfino negli studi economici,
da aver dato a Jeremy Rifkin, economista e pensatore americano, lo spunto per
un libro interamente dedicato alla Civiltà dell’empatia.
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