Uno dei più grandi problemi percepiti nel mondo agile è: “come faccio a far capire al commerciale che non può vendere un’applicazione al cliente senza aver discusso con il team di sviluppo?”. Uno dei più grandi problemi percepiti dai commerciali delle aziende agili è: “come posso far capire al team di sviluppo che senza un metro di riferimento economico non si vende nulla?”. La contrattazione è quindi necessaria non solo verso i clienti ma anche all’interno dell’azienda. Questo è il talk/confessione di un ex-sviluppatore passato al lato oscuro…
Sessione presentata da Francesco Fullone.
Francesco Fullone è il CEO di Ideato, una società che abbraccia le pratiche dell’agile e dell’XP, specializzata nell’integrazione di applicazioni in PHP con software e workflow aziendali, e nello sviluppo di social software ed applicazioni web 2.0. Da alcuni anni, come presidente GrUSP, si occupa dell’organizzazione di eventi e conferenze sul mondo del web development e del PHP, come il phpDay ed il jsDay
Scopri le chiavi di lettura dei progetti Europei, promuovi il tuo territorio in tutta la sua meraviglia con le sue tradizioni, la storia dei suoi monumenti, il cibo sano e la vivacità della sua terra. Diventa protagonista del cambiamento della Calabria attraverso i finanziamenti Europei
Paolo Chiaramida - CEO T-Shop interviene alla Beauty Web Conference 2011, organizzata da Bellezza.it
http://www.beautywebconference.it/index.html
http://www.bellezza.it/
http://www.gepcommunication.it/
Processing.js is an open programming language for people who want to program images, animation, and interactions for the web without using Flash or Java applets. Processing.js uses Javascript to draw shapes and manipulate images on the HTML5 Canvas element. The code is light-weight, simple to learn and makes an ideal tool for visualizing data, creating user-interfaces and developing web-based games.
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NCSTA
North Carolina Science Teachers Association
November 8-9, 2012
Winston-Salem, NC
Surfing the Essential Standards with Web 2.0 Tools -
Explore exciting ways to integrate Web 2.0 sites and tools into the Essential Science Standards. Put the power of content creation into your students’ hands as they expand upon the inquiry lab activities you already conduct in your
NCAGT - Celebrating 40 years with 40 web 2.0 sitesdrussell
NCAGT
North Carolina Association for the Gifted and Talented
February 27-28, 2014
Winston-Salem, NC
Celebrating 40 Years of NC Gifted and Talented with 40 Web 2.0 Tools
We have collected 40 favorite interactive websites to celebrate 40 years of G&T Education in NC! Join our Web 2.0 journey as we share sites that allow our students to create, collaborate, and connect globally! You will leave with fantastic technology integration ideas you can use immediately with your students!
MVP & Startup, with OpenSource Software and Microsoft AzureFrancesco Fullone
Test a startup's business model quickly is very important, as doing it minimizing risks and investments. In this talk I will discuss some experiments we did (that used open source tools, Microsoft Azure and Lean Startup methodologies) to validate our business hypothesis.
Export Manager: una storia di lavoro, talento e passione Intervista ad Anton...Free Your Talent
Intervista ad Antonio Fontana, Ex Export Area Manager per La Doria S.p.A. a cura di Isabella Corsini, Myglange Ngnassi, Noemi Pezzotti, studentesse del Master in Retail and Sales Management ISTUD “Retail Your Talent” 2016-2017
Resident Export Manager: Intervista a Primo Tiziano CompagnoniFree Your Talent
Resident Export Manager: Intervista a Primo Tiziano Compagnoni a cura degli studenti del master in Retail Management ISTUD Isabella Corsini, Myglange Ngnassi e Noemi Pezzotti
Presentazione a nome dell'Istituto Adriano Olivetti (ISTAO) di Ancona, in occasione della tappa bolognese del Job Meeting del 24 ottobre 2012. Lo scopo è stato quello di fornire a giovani neo-laureati e disoccupati i primi strumenti per entrare nel mondo del lavoro con un proprio progetto d'impresa. In particolare, il focus è stato sulle quelle idee ad alto tasso di creatività, innovazione e scalabilità sui mercati internazionali.
Intervista ad Antonino Cavarretta, Retail Operation Management Europe di ETRO a cura di Donato Marangelo, Maria Monteleone e Valeria Spinelli (studenti della I edizione di Retail Your Talent, percorso di specializzazione in retail and sales management)
Intervista Marco Fornasari, GDO Manager di RovagnatiFree Your Talent
Intervista Marco Fornasari, GDO Manager di Rovagnati.
A cura di Marco Mastrogiovanni, Christian Morisco, Daniele Manzella e Ilaria Malinverno - Programma “Retail Your Talent” 2016-2017
Intervista ad Alessandro Balossini Volpe, docente di Marketing e Brand Management di ISTUD Business School a cura di Davide Anali, Alberto Crespi, Aniello D'Angelo e Angelo Montonati, Master in Marketing Management ISTUD
Intervista a Nicola Mangini - General Manager Accessorize e AldoFree Your Talent
Intervista a Nicola Mangini - General Manager Accessorize e Aldo a cura degli studenti della I edizione del Programma "Retail Your Talent" di ISTUD.
Intervista realizzata da Patrizia Daphnie Marino Caminiti e Salvatore Mele
Intervista ad Alessandro Binetti, Product Development Team Lead presso Rightm...Free Your Talent
Intervista ad Alessandro Binetti, Product Development Team Lead presso Rightmove.co.uk ed ex studente ISTUD. Intervista a cura di Alessia Monti, Daniela De Luca, Maria Lucia Burriesci e Sofia Sangalli, studentesse del Master in Marketing Management 2015-2016
La studentessa di classe IV di SQcuola di Blog Ilaria Gandolfi descrive la sua esperienza lavorativa di ufficio stampa 2.0 durante il webinar di "Okkupy SDB"
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Life Cycle Design e Circular Economy: un caso reale Francesco Fullone
Come si trasforma il modello di business di un'azienda che stampa plastica per farle abbracciare logiche di economia circolare? In questo breve case study vedremo le logiche dietro al Life Cycle Design. Capiremo che impatto ha il proprio business sull'ambiente e come ridurlo in un'ottica di economia circolare.
Agile, Lean Manifacturing, Smart Working, Remote First, Continuous Learning and Budgeting... Fermare l'evoluzione di una knoledge company non è facile, ed altrettanto complesso è regolarne la trasformazione in modo che nessuno si senta stranito dal continuo cambiamento. In questo talk verrà introdotto il concetto di Open Governance, come è stato implementato all'interno di Ideato e quali frutti ha portato, indicandone pro e contro e dando un concreto esempio di come in Italia sia possibile fare innovazione imprenditoriale.
Cos'è un sistema di raccomandazione e come funziona? Come si può integrare in un ecommerce e trarne profitto? In questo breve talk spiego le basi del machine learning e dei sistemi di recommendation
Ogni azienda ha una serie di criteri, più o meno condivisibili, per la scelta dei collaboratori esterni con cui portare avanti progetti. Nel nostro caso questi criteri sono un risultato delle nostre passate esperienze lavorative, dei valori che abbiamo abbracciato e dell’approccio che ci aspettiamo di trovare nel suddetto collaboratore. Questo talk presenta una sorta di vademecum operativo utile a tutti i knowledge workers ed alle aziende che vogliono collaborare con loro.
Freelance si, freelance no. Siamo stati tutti freelance e come azienda siamo cresciuti convert...assumendo freelance. Ecco cosa una azienda IT sana si aspetta dalla collaborazione con un professionista indipendente.
oggi si parla sempre più di continuous integration, deploy e delivery. Ma come va gestito il budget in questi contesti? Le pratiche agili portano alla miopia nel medio-lungo periodo concentrandosi sul risolvere problemi presenti oggi e sfruttando tattiche utili nel breve periodo. Il talk vuole mostrare alcune idee (perfettibili ma concrete) su come sviluppare pensando anche al fatto che esiste non solo un budget per creare nuovo codice, ma anche uno per mantenere quello vecchio e la relativa infrastruttura e che entrambi devono essere presi in considerazione.
github, automattic, trevis-ci, 37 signal tutte aziende che hanno puntato sul remote working. Non tanto come forma di "telelavoro" ma come strumento abilitante a lavorare con i migliori sviluppatori sparsi per il mondo senza obbligarli a (costosi) traslochi. In questo talk vedremo come si può abilitare la propria azienda a questa filosofia senza, per questo, perdere in produttività o qualità del lavoro.
lavorare in remoto ha pro e contro, in questo breve intervento presentato a http://2015.italyremote.com/ spiegherò l'approccio che abbiamo adottato in ideato
github, automattic, trevis-ci, 37 signal tutte aziende che hanno puntato sul remote working. Non tanto come forma di "telelavoro" ma come strumento abilitante a lavorare con i migliori sviluppatori sparsi per il mondo senza obbligarli a (costosi) traslochi. In questo talk vedremo come si può abilitare la propria azienda a questa filosofia senza, per questo, perdere in produttività o qualità del lavoro.
What should you outsource, and what do you need to do in-house? How to segment the vendors that you need? What vendors do you need right when you start, and what vendors will you need as you grow? How do you recruit and select the important vendors? What are tips and tricks to manage vendors in order to ensure a consistent level of quality? How do you fire and replace under-performing vendors? What are common mistakes made when dealing with vendors?
If you want to create a valid MVP from your idea you have to follow some simple steps to help you to transform ideas in business ideas. This is a lesson I did at the Founder Institute about the process between the brainstorming and a MVP creation.
One of the biggest problems perceived in the
agile's world is "how do I make it clear to the sales dept. that I can't sell an application to the client without having discussed (and evaluated) it with the development team?". One of the biggest problems perceived by agile salesmen is: "How can I make it clear to the development team that without an economic evaluation I can't sell anything?". Bargaining is necessary not only to customers but also within the company. This is the talk / confession of a former developer passed to the dark side ...
Complex applications need a persistent database to store, search and join data: till now a dedicated server was needed to do this, and no offline usage of the app was possible. With the introduction of HTML5 and the concept of Web Databases, we don’t need an external server anymore: everything is stored within the user browser and thus the web app can be used offline as well as online.
From webagency to...a better job, life and a lot of funFrancesco Fullone
Can a development team be a proficient web agency? Or should it pivot to change its customer's culture? This is the story of a web agency that became a developer company.
31. Francesco Fullone
ff@ideato.it
@fullo
via Quinto Bucci 205
47023 Cesena (FC)
info AT ideato.it
www.ideato.it
Editor's Notes
Il talk non vuole insegnare una metodologia di lavoro, nasce da esperienze personali e si riflette su situazioni personali. Non è detto che la strada intrapresa sia la migliore, la più agevole o la più redditizia. E’ semplicemente una strada che porterà, probabilmente, ad un nuovo percorso di crescita, di adattamento e di revisione.
C’erano una volta tre sviluppatori freelance, anzi un sistemista, uno sviluppatore puro ed uno più vicino alla figura di consulente. I tre, che già collaboravano da tempo, decisero di unire le forze e crescere professionalmente, insomma di fare impresa.
Anche se i tempi erano non sospetti il germe dei processi lean stava già maturando e decisero, anche come vuole la sana arte dell’arrangiarsi, di iniziare in piccolo. Coprendo loro stessi figure che non avrebbero potuto permettersi di assumere (e pagare) oltre al lavoro vero. Come se, nella loro concezione, queste figure (o almeno due di queste), non facessero in realtà nulla di particolarmente rilevante.
Il primo che prese la parola fu il sistemista: “tanto sono solo log”, esclamò guardando bilanci e buste paga. “Se riesco a leggere quelli di sendmail non vedo perchè non dovrei poter leggere questi ed interpretarli in modo da analizzare e tenere sott’occhio il nostro flusso di cassa.” E così affiancò al suo essere sistemista l’essere il responsabile finanziario.
Lo sviluppatore puro, che aveva già lavorato seguendo metodologie agili, disse che per lui (e per l’azienda) la cosa importante era poter garantire in qualsiasi momento qualità del codice e controllo sullo stesso. Decise quindi di fare il CTO di formarsi ulteriormente con il supporto di un coach, in modo da poter permettere all’azienda di avere una figura che formasse ed indirizzasse il, futuro, team di sviluppo.
Il consulente, invece, che aveva già lavorato come responsabile ITC in una piccola impresa, aveva competenza nel gestire clienti e fornitori e, soprattuto, una buona rete di conoscenze si propose come commerciale tecnico. “Non voglio essere uno di quelli che vende aria fritta, voglio aiutare i nostri futuri clienti a fare la scelta giusta.” Disse, e iniziò a studiare il mercato per capire che direzione far prendere all’azienda.
Questa è la storia di come un tecnico si è, lentamente, trasformato in un commerciale (anche se atipico).
Il primo approccio che il neo-commerciale decise di avere con il suo nuovo ruolo fu molto zen. “Aumenterò la visibilità mia e dell’azienda ed aspetterò che i clienti si facciano vivi da soli.” ed effettivamente funzionò,
ma tutti i nuovi clienti in un modo o nell’altro gli rinfacciavano il fatto di non essere un commerciale. Non parlava come un commerciale, non era affabulatore come un commerciale, e soprattutto non cercava di vendere nulla che non fosse effettivamente necessario. Insomma, la sua credibilità da tecnico era superiore a quella da commerciale e la cosa dava fastidio, in qualche modo a lui ignoto, ai clienti.
Decise quindi che avrebbe dovuto studiare cosa significa essere un “agente di vendite” e quale era il modo più “consono” per portare avanti il proprio incarico. Lesse quindi libri squisitamente etici che gli spiegavano come sfruttare le insicurezze del proprio cliente per mostrargli il superfluo come necessario, e venderglielo, o che spiegavano come approcciarsi al cliente, come parlare o cosa dire per catturarne l’attenzione e le simpatie.
Insomma sarebbe dovuto diventare una figura a metà tra Sberla dell’A-team e Stan di Monkey Island. I valori dell’agile c’erano tutti... ma leggermente distorti. Il coraggio come faccia tosta, la comunicazione come dialettica, il feedback come strumento di controllo. Ma soprattutto il rispetto, per il team e/o per il cliente, non era contemplato.
Data natura del nostro eroe, brutalmente, pragmatica e (tendenzialmente) onesta (potremmo definirlo legale neutrale) tutto questo gli provocò non pochi bruciori di stomaco.
Fortunatamente, ciò non era necessario ad essere un bravo commerciale (ma solo ad essere un eccellente commerciale). Ciò che era veramente indispensabile era conoscere il proprio dominio di competenza, il mercato nel quale ci si muove per adattarsi ad esso ed alle richieste dei clienti.
Inoltre è necessario essere veloci nel dare risposte, ma pazienti nell’ottenerle.
Un altro fattore determinante scoprì essere la capacità di dare certezze al cliente, daltronde chi vorrebbe comprare una macchina che forse funziona? O un biglietto aereo per un probabile volo? I clienti vogliono essere rassicurati, cullati con promesse di futuri radiosi e progetti entusiasmanti. Vogliono prodotti che gli risolvano i problemi.
Prodotti.. purtroppo l’azienda aveva come unico prodotto “il servizio” di sviluppo applicativi. Come avrebbe potuto vendere servizi che per di più non erano stimabili a priori?
Nello sconforto più totale decise di partecipare ad eventi e conferenze sul mondo agile per trovare una risposta. Ma l’unica cosa che ottenne fu un ulteriore senso di smarrimento vedendo che la maggior parte delle altre aziende viveva la sua stessa situazione.
Come posso fare un preventivo se gli story points non sono associabili a giorni di lavoro, ore, o qualsiasi cosa fatturabile? Come posso chiedere un budget al cliente se non so cosa effettivamente andrò a realizzare per quest’ultimo nei prossimi 6 mesi? E soprattutto è giusto mappare un processo di lavoro relativo alla creazione, ed evoluzione, di prodotti per una azienda di servizi?
Infine cosa sono i clienti? Spesso non hanno nessun background tecnico, non sono i fruitori finali del prodotto e non hanno tempo e possibilità di entrare nel processo di sviluppo. Ogni cliente ha una propria sensibilità/attitudine al lavoro che va rispettata. Non è quindi possibile applicare una metodologia unica di lavoro per tutti i clienti.
Con questi, ed altri, quesiti decise di affrontare il problema da un’altra prospettiva. Decise quindi di gestire il processo di vendita come una trattativa. Una mediazione tra l’aspettativa del cliente e la rigidità metodologica del team di sviluppo. Tra il tutto e subito del primo al poco per volta del secondo. Tra un voglio un costo preciso ed il non posso stimarlo.
Il primo passo che avrebbe compiuto sarebbe stato quindi quello di ribaltare il processo di vendita non presupponendo posizioni ben definite (tu cliente, io fornitore) ed, anzi, di proteggere il cliente dal team di sviluppo. Per far ciò avrebbe però dovuto, con il cliente, lavorare sulla separazione tra l’effettivo problema da preconcetti e desiderata ininfluenti allo scopo finale e di guidare, dove e quando possibile, il cliente stesso in un processo di “riduzione ed oggettivizzazione del problema”.
E’ quindi un processo euristico che si conclude solo con l’accettazione da ambo le parti di un processo di lavoro comune. UNA TRATTATIVA. Questo permise, inoltre, di far capire al commerciale quali clienti, o quali progetti, potevano essere validi per la propria impresa e quali invece dovevano essere indirizzati ad altri lidi. Evitando lo spreco di mettere il team di sviluppo in possibili progetti fallimentari.
“E’ poco da commerciale”, gli fecero notare alcuni veri commerciali. Effettivamente questo approccio risulta, alcune volte, controproducente per l’azienda in quanto il cliente compra meno o, addirittura, decide di affrontare (sotto suo consiglio) il problema lateralmente e senza l’uso dell’informatica (o dei servizi offerti dalla sua azienda).
Controproducente nell’immediato ma vincente nel lungo termine. Il commerciale decise che il suo scopo non era solo vendere, ma farlo solo se si poteva massimizzare il valore per il cliente ed, ovviamente, per la propria azienda. Valore che può essere una riduzione degli sprechi per quest’ultima, evitando lunghe e costose riunioni per progetti fumosi. O dando al cliente un partner, più che un fornitore, pronto ad aiutarlo a migliorare il proprio business creando inoltre un circolo virtuoso tra tutti i clienti al fine di creare opportunità di lavoro per loro (e tra di loro), e quindi di riflesso anche per la propria azienda.
Una sorta di decrescita positiva abbinata al processo di sviluppo di software. /-> riduzione costi nel breve termine -> possibilità di reinvestimento su altre attività minori sprechi -> il superfluo è rimosso -> il software fa solo quello che deve fare | \\-> riduzione dei consumi -> ottimizzazione processi <-/ | \\-> porta vantaggi nel medio/lungo termine <-/