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“I COLORI DEI CAPPELLI” ITALIAN VERSION
In un paese lontano chiamato Cappellandia, tutto era a forma di cappello, dalle scuole ai grattacieli, dai fiori alle
montagne…Lì le persone indossavano il proprio cappello che cambiava colore in base al loro stato d’animo: rosso
se erano innamorati; giallo se erano allegri e ottimisti, verde se passeggiavano nella natura tra variopinti fiori e
guardavano le nuvole, giocando alle forme; blu se nuotavano con attenzione e non sottovalutando il pericolo
nell’azzurro mare; nero se erano pieni di tristezza e pensavano che ogni cosa stesse andando male; viola se
avevano voglia di sentire i profumi.
Purtroppo c’erano sette cappelli che erano strani: erano bianchi e non riuscivano a cambiare colore, perché non
provavano emozioni e guardavano freddamente ciò che accadeva intorno a loro. Tra di loro parlavano di questa
situazione e decisero di unirsi in un gruppo che fu chiamato “Comenius”. Questo gruppo aveva il dovere di
viaggiare per tutto il mondo e poter riuscire a provare emozioni. Così partirono e iniziarono a provare paura per il
volo e diventarono neri. Successivamente, giunti in un bellissimo paese, passeggiarono nella natura e
diventarono verdi per la speranza di ogni primavera e si divertivano a immaginare il prato come un infinito mare
verde. Ad un tratto, mentre passeggiavano, intravidero un negozio di cappelli da donna:- Certamente, se
doniamo questi cappelli , delle compagne troveremo!- e mentre dicevano questo, diventarono gialli dalla felicità.
Così avvenne, si innamorarono e diventarono tutti rossi.
Tornando a casa con le compagne videro il mare e all’orizzonte il cielo e diventarono blu, per la dolcezza
dell’infinito e perché capirono che fino ad allora erano stati bianchi, perché erano stati indifferenti verso tutto ciò
che li circondava.
Questo viaggio aveva finalmente risolto il loro problema. Così decisero che ogni volta che avessero cambiato
colore, il bianco sarebbe rimasto tra le loro emozioni, come segno del ricordo del passato, di quando non
avevano emozioni.
LAVORO DI GRUPPO: DIGIESI STEFANO, LASALANDRA FRANCESCO, LORUSSO DOMENICO, LORUSSO VINCENZO,
QUIRINO ORONZO.
Nella lontana Colorandia, ormai un paesino inesistente dal punto di vista geografico, vivevano un po’ di tempo fa degli abitanti. Erano solo sei, ma si
volevano tanto bene, pur essendo molto diversi. A proposito, quasi dimenticavo ,ogni abitante portava un cappello che non toglieva mai, neanche sotto
tortura. Ve li presento: c’era Rosso, il più passionale e amorevole di tutti che abbracciava chiunque avesse davanti ; poi c’era Verde, il più creativo che
inventava ogni settimana una nuova storia da raccontare intorno al focolare della domenica e non ripeteva mai una storia per due volte; dopo c’era
Giallo, l’ottimista, vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno ed emanava così tanta positività che se l’avessi incontrato per strada ti sarebbe scappato un
sorriso. In quel paese era un vero mito, perché riusciva a far sorridere anche Nero, una massa negativa ambulante, fatto per i drammi e che a volte era
preso in giro, anche se lui non ascoltava perché doveva pensare a nuove tragedie da discutere e per le quali piagnucolare , era un vero strazio. Poi c’era
Blu, la razione, faceva calcoli tutta la settimana. Egli pensava che tutte le cose fossero a sfondo matematico, aveva ragione , ma a volte esagerava , diceva
che l’amicizia è questione di fisica, calcoli e radici quadrate. Inventava nuove formule come le 7 leggi di Blu, erano molto istruttive, ma per gli altri cappelli
un po’ noiose. Infine il curioso Bianco un tipetto davvero interessato al mondo. Analizzava i minimi particolari della natura. Viaggiava spesso ed era
attratto soprattutto dagli animali o fiori molto delicati e rari, aveva però sempre rispetto di loro e li studiava senza far loro del male o imprigionarli.
Erano molto amici e tra loro erano semplicemente se stessi, non pensavano di fare bella figura sugli altri colori, perché dicevano sempre: ”Ciò che
pensano gli altri di voi è problema loro!”. Seguivano perfettamente questa “ perla di felicità’’. Un giorno pioveva , allora tutti i colori si riunirono a casa di
Rosso, per prendersi una cioccolata calda e parlottare un po’(ormai li avete conosciuti quindi potete immaginare la conversazione!). Dopo giorni e giorni
di continua pioggia Verde iniziò a fantasticare dicendo: ”Dobbiamo aiutare la nuvola quanto sarà triste poverina!”, mentre Giallo cominciò a tirare su il
morale: ”Dopo la pioggia ci sarà sempre un arcobaleno di colori! Non datevi pena!” Le speranze però, erano cadute e tutti erano tristi e anche annoiati
dalla logorroica voce di Blu che continuava a dire: ”Facendo X per L si potrà capire quando finirà il tempora le, ma non abbiamo come dato né X né L e
neppure i numeri per ricavarli!!!”. Ma era nulla in confronto alle paranoie di Nero: “Il sole non illuminerà più la terra e vivremo nel buio e nell’ oscurità!”.
Verde continuava sempre a ripetere: ”Perché non domandiamo alla nuvola che cosa le è accaduto?” Nessuno però gli dava retta.
Dopo tanti altri giorni di incessante pioggia, cominciarono, a poco a poco a pensare che Verde avesse ragione. Tranne ovviamente Nero, che continuava a
essere scettico e a ribadire le sue parole. Quando tutti si accordarono, imboccarono “La via del Ciel”. Dopo ore e ore di cammino, arrivarono finalmente in
cima alla montagna, alla loro meta: la nuvola. Si presentarono. La nuvola disse il suo nome, con voce metallica e senza espressione: “Mi chiamo Nina”.
Raccontò cosa le era accaduto: “Non riesco a provare emozioni, riesco solo a scaricare acqua ovunque vada. Questa città ha bisogno di acqua, quindi mi
fermo qua d’istinto”. Bianco subito le chiese: “Cosa ti è successo?”.
Nina rispose con un filo di voce: “Non ricordo un granché…. Una figura nera si è avvicinata a me…poi più nulla ed eccomi qua!”. Giallo immediatamente si
offrì di aiutarla dicendo: ”Io ti dono un po’ della mia positività, così potrai essere felice anche nei momenti tristi”. Rosso: “Io ti regalo un po’ della mia
passione, così sarai gentile e amorevole, quindi anche tu sarai amata”. Verde: “Io ti offro in regalo un po’ della mia fantasia, per sognare mondi fantastici e
viverli!”. Blu aggiunse: “Io invece ti offro un pezzetto della mia razionalità, così potrai mantenere la calma e ragionare nei momenti difficili”. Bianco
concluse: “Ti dono un po’ della mia curiosità, così potrai imparare tutto con desiderio”. Nero invece, non voleva offrirle niente della sua personalità,
borbottava tra sé e sé: “Io non servo a nulla; a che le servirebbe essere scorbutica ed insicura di sé?”. Ma si sbagliava, perché senza un po’ di negatività,
che a volte ti fa trovare bene, Nina era incompleta. Nero si lasciò convincere dai suoi amici che era importante che anche lui donasse un po’ di sé. Così
fece… nello stesso istante Nina incominciò a sentirsi leggera, allegra, meravigliosamente bene…
La pioggia cessò e il nuvolone scomparve trasformandosi, sotto gli occhi incantati e meravigliati di tutti in uno splendido arcobaleno luminoso. Nina con
voce entusiasta disse: “Grazie amici, mi avete insegnato che donare è bello! Ogni volta che io apparirò nei cieli significherà che sulla terra c’è ancora
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  • 19. Nella lontana Colorandia, ormai un paesino inesistente dal punto di vista geografico, vivevano un po’ di tempo fa degli abitanti. Erano solo sei, ma si volevano tanto bene, pur essendo molto diversi. A proposito, quasi dimenticavo ,ogni abitante portava un cappello che non toglieva mai, neanche sotto tortura. Ve li presento: c’era Rosso, il più passionale e amorevole di tutti che abbracciava chiunque avesse davanti ; poi c’era Verde, il più creativo che inventava ogni settimana una nuova storia da raccontare intorno al focolare della domenica e non ripeteva mai una storia per due volte; dopo c’era Giallo, l’ottimista, vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno ed emanava così tanta positività che se l’avessi incontrato per strada ti sarebbe scappato un sorriso. 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Erano molto amici e tra loro erano semplicemente se stessi, non pensavano di fare bella figura sugli altri colori, perché dicevano sempre: ”Ciò che pensano gli altri di voi è problema loro!”. Seguivano perfettamente questa “ perla di felicità’’. Un giorno pioveva , allora tutti i colori si riunirono a casa di Rosso, per prendersi una cioccolata calda e parlottare un po’(ormai li avete conosciuti quindi potete immaginare la conversazione!). Dopo giorni e giorni di continua pioggia Verde iniziò a fantasticare dicendo: ”Dobbiamo aiutare la nuvola quanto sarà triste poverina!”, mentre Giallo cominciò a tirare su il morale: ”Dopo la pioggia ci sarà sempre un arcobaleno di colori! Non datevi pena!” Le speranze però, erano cadute e tutti erano tristi e anche annoiati dalla logorroica voce di Blu che continuava a dire: ”Facendo X per L si potrà capire quando finirà il tempora le, ma non abbiamo come dato né X né L e neppure i numeri per ricavarli!!!”. Ma era nulla in confronto alle paranoie di Nero: “Il sole non illuminerà più la terra e vivremo nel buio e nell’ oscurità!”. Verde continuava sempre a ripetere: ”Perché non domandiamo alla nuvola che cosa le è accaduto?” Nessuno però gli dava retta. Dopo tanti altri giorni di incessante pioggia, cominciarono, a poco a poco a pensare che Verde avesse ragione. Tranne ovviamente Nero, che continuava a essere scettico e a ribadire le sue parole. Quando tutti si accordarono, imboccarono “La via del Ciel”. Dopo ore e ore di cammino, arrivarono finalmente in cima alla montagna, alla loro meta: la nuvola. Si presentarono. La nuvola disse il suo nome, con voce metallica e senza espressione: “Mi chiamo Nina”. Raccontò cosa le era accaduto: “Non riesco a provare emozioni, riesco solo a scaricare acqua ovunque vada. Questa città ha bisogno di acqua, quindi mi fermo qua d’istinto”. Bianco subito le chiese: “Cosa ti è successo?”. Nina rispose con un filo di voce: “Non ricordo un granché…. Una figura nera si è avvicinata a me…poi più nulla ed eccomi qua!”. Giallo immediatamente si offrì di aiutarla dicendo: ”Io ti dono un po’ della mia positività, così potrai essere felice anche nei momenti tristi”. Rosso: “Io ti regalo un po’ della mia passione, così sarai gentile e amorevole, quindi anche tu sarai amata”. Verde: “Io ti offro in regalo un po’ della mia fantasia, per sognare mondi fantastici e viverli!”. Blu aggiunse: “Io invece ti offro un pezzetto della mia razionalità, così potrai mantenere la calma e ragionare nei momenti difficili”. Bianco concluse: “Ti dono un po’ della mia curiosità, così potrai imparare tutto con desiderio”. Nero invece, non voleva offrirle niente della sua personalità, borbottava tra sé e sé: “Io non servo a nulla; a che le servirebbe essere scorbutica ed insicura di sé?”. Ma si sbagliava, perché senza un po’ di negatività, che a volte ti fa trovare bene, Nina era incompleta. Nero si lasciò convincere dai suoi amici che era importante che anche lui donasse un po’ di sé. Così fece… nello stesso istante Nina incominciò a sentirsi leggera, allegra, meravigliosamente bene… La pioggia cessò e il nuvolone scomparve trasformandosi, sotto gli occhi incantati e meravigliati di tutti in uno splendido arcobaleno luminoso. Nina con voce entusiasta disse: “Grazie amici, mi avete insegnato che donare è bello! Ogni volta che io apparirò nei cieli significherà che sulla terra c’è ancora
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