“Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene” (Denis Diderot)
Sergio Lupinacci *
Lupinacci sostiene che la tempesta migratoria che sta colpendo l’Europa negli ultimi anni, e con sempre maggiore intensità, da quando le carestie dal sud del mondo si sono saldate con i sanguinosi esiti delle primavere arabe, porta inevitabilmente la nostra attenzione sull’archetipo giuridico costruito dalle istituzioni comunitarie a protezione dei rifugiati. E l’avvocato Lupinacci continua affermando che nella percezione delle opinioni pubbliche - complice la semplificazione prodotta dal confronto politico - l'immigrazione non conosce "distinguo" tra l'illegalità dell'immigrato economico e il diritto dei rifugiati alla fuga dalle dittature.
Rifugio europa. l’Unione Europea di fronte alla sfida dei flussi migratori, t...Ilaria Danesi
Tesina di fine corso seminari AESI 2016 sul tema Unione Europea.
Panoramica della crisi migratoria e delle annesse problematiche in ottica UE e italiana. Analisi dei dati, riassunto delle politiche comunitarie e ipotesi sui futuri scenari.
Violenza sulle donne. Raccomandazioni e diritto internazionaleFabio Pipinato
la violenza sulle donne. Raccomandazioni e diritto internazionale.
Mentre l’affermazione dei diritti all’eguaglianza e il divieto di discriminazione sono parte integrante del sistema dei diritti umani sin dagli inizi, il tema della violenza contro le donne entra nel dibattito internazionale su questi temi molto tardi.
Gli effetti della pandemia provocata dalla diffusione del virus Covid-19 hanno investito tutti i settori delle attività sociali del Paese, compresa l’attività giudiziaria. Gli interventi normativi sono stati numerosi e spesso mal coordinati tra loro, rendendo necessaria una riflessione sullo stato di diritto, coem sulla normativa tecnica (art. 83, d.l. n. 18/20 c.d. «Cura Italia», convertito con modificazioni dalla l. 27/20, immediatamente modificata il giorno successivo alla sua pubblicazione dal d.l. 28/20).
Rifugio europa. l’Unione Europea di fronte alla sfida dei flussi migratori, t...Ilaria Danesi
Tesina di fine corso seminari AESI 2016 sul tema Unione Europea.
Panoramica della crisi migratoria e delle annesse problematiche in ottica UE e italiana. Analisi dei dati, riassunto delle politiche comunitarie e ipotesi sui futuri scenari.
Violenza sulle donne. Raccomandazioni e diritto internazionaleFabio Pipinato
la violenza sulle donne. Raccomandazioni e diritto internazionale.
Mentre l’affermazione dei diritti all’eguaglianza e il divieto di discriminazione sono parte integrante del sistema dei diritti umani sin dagli inizi, il tema della violenza contro le donne entra nel dibattito internazionale su questi temi molto tardi.
Gli effetti della pandemia provocata dalla diffusione del virus Covid-19 hanno investito tutti i settori delle attività sociali del Paese, compresa l’attività giudiziaria. Gli interventi normativi sono stati numerosi e spesso mal coordinati tra loro, rendendo necessaria una riflessione sullo stato di diritto, coem sulla normativa tecnica (art. 83, d.l. n. 18/20 c.d. «Cura Italia», convertito con modificazioni dalla l. 27/20, immediatamente modificata il giorno successivo alla sua pubblicazione dal d.l. 28/20).
Su selvaggi di ieri e di oggi, diritti, dignità. About barbarians, rights, dignity.
Presentazione del corso di formazione dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, Trento, 27 maggio 2016.
Le influenze della globalizzazione sulle scelte di politica criminale. L’evol...Federico Cappelletti
GIORNATE DI STUDIO TRIVENETE, organizzate dal Consiglio nazionale Forense con l'Unione Triveneta degli Ordini degli Avvocati e l'Unione delle Camere Penali Italiane - Treviso, 4 novembre 2016
Il diritto penale che si adegua alla nuove istanze di criminalizzazione, il ruolo dell’avvocato nel processo di adeguamento anche attraverso la difesa d’ufficio e il patrocinio a spese dello Stato
LaBe Project -10 punti per una nuova politica migratoria in europa final (2)LampedusaBerlinProject
Esistono azioni e strategie per una migliore politica migratoria europea, adeguate al rispetto dei diritti umani e ispirate a quei valori umanitari che dovrebbero essere alla base dell'Unione Europea.
Realizzato all’interno del progetto
“Lampedusa Berlino, diario di viaggio”
www. lampedusaberlin.eu
Il Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite adotta il testo della
Dichiarazione sul diritto alla pace su proposta dell'Ateneo per i Diritti Umani - Università di Padova - elaborazione Fabio Pipinato
Le materie contenute sotto il titolo di “Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia” del Trattato di Lisbona non hanno paragone con le altre politiche europee, sono probabilmente tra le più dinamiche, sensibili e caldamente contestate. Le politiche dell’immigrazione, dell’asilo e dei visti rientrano tuttora tra le competenze concorrenti dell’Unione, formano ancora parte essenziale del tradizionale concetto di sovranità nazionale e sono cariche di paure nazionali, ideologie rivali e sensibilità politiche contrastanti. Nel caso specifico la politica dei visti rappresenta un esempio illuminante di come gli Stati membri e l’Unione abbiano tuttora notevoli difficoltà nel portare avanti una politica comune in questo delicato settore del processo d’integrazione.
L’analisi proposta definisce il concetto di mobilità ed i limiti legali che ne caratterizzano l’operatività nello spazio comune europeo rispetto ai paesi terzi, ricostruendo i principali aspetti teorici e pratici dell’annosa questione della gestione rafforzata delle frontiere esterne dell’UE e del Sistema d’Informazione Schengen. L’enfasi posta sulla sicurezza e la fiducia nella razionalità e nell’affidabilità delle banche dati elettroniche si scontra però, nelle considerazioni svolte, da un lato, con la non completa affidabilità del sistema, dall’altro, con l’estrema complessità del sistema europeo dei visti, che, nonostante gli sviluppi degli ultimi anni, risulta ancora piuttosto confuso e farraginoso. Il visto è sicuramente uno strumento tecnico ma con significative implicazioni politiche e giuridiche. L’introduzione nel 2009 e l’applicazione dal 2010 del Codice europeo dei visti hanno cercato di risolvere queste antinomie riuscendoci solo in parte, laddove l’unitarietà del quadro normativo definito dal legislatore europeo continua ad essere limitata da elementi interni ed esterni all’Unione.
I tassi di rifiuto di rilascio dei visti dimostrano che, nonostante le regole comuni e i criteri comuni per il rilascio dei visti, definiti dal legislatore europeo, l’applicazione di essi da parte degli Stati membri risulta alquanto differenziata nei diversi contesti regionali e nazionali dei paesi terzi interessati. La natura politica della questione non può essere trascurata. La conclusione cui si addiviene è duplice: da un lato, le prospettive per il futuro possono privilegiare un ritorno alla gestione della politica dei visti su scala nazionale, anche se tale prospettive pare improbabile; dall’altro, si può immaginare che i rapporti di forza tra gli attori che partecipano alla cooperazione rafforzata di Schengen in materia di visti continueranno ad evolversi ed infine si stabilizzeranno in favore della Commissione
Migranti e profughi _ Sistema comune europeo di asiloUneba
Relazione di Paolo De Stefani dell'Università di Padova al seminario di Caritas Vittorio Veneto http://www.caritasvittorioveneto.it/index.php?option=com_content&view=article&id=156:richiedenti-asilo-incontri-di-formazione-caritas-a-oderzo-e-vittorio-veneto&catid=15&Itemid=139
Dal 2015 e il 2019 almeno 158 persone sono state indagate o formalmente perseguite per aver offerto assistenza umanitaria a migranti e rifugiati in 11 paesi europei.
A scuola di Diritti Umani: migrazioni internazionali e diritti umaniFestivalDirittiUmani
Claudia Zilli è ricercatrice post dottorato all'Università di MIlano. Ha partecipato al progetto A scuola di Diritti Umani, realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo dal Festival dei Diritti Umani di MIlano.
www.festivaldirittiumani.it
Su selvaggi di ieri e di oggi, diritti, dignità. About barbarians, rights, dignity.
Presentazione del corso di formazione dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, Trento, 27 maggio 2016.
Le influenze della globalizzazione sulle scelte di politica criminale. L’evol...Federico Cappelletti
GIORNATE DI STUDIO TRIVENETE, organizzate dal Consiglio nazionale Forense con l'Unione Triveneta degli Ordini degli Avvocati e l'Unione delle Camere Penali Italiane - Treviso, 4 novembre 2016
Il diritto penale che si adegua alla nuove istanze di criminalizzazione, il ruolo dell’avvocato nel processo di adeguamento anche attraverso la difesa d’ufficio e il patrocinio a spese dello Stato
LaBe Project -10 punti per una nuova politica migratoria in europa final (2)LampedusaBerlinProject
Esistono azioni e strategie per una migliore politica migratoria europea, adeguate al rispetto dei diritti umani e ispirate a quei valori umanitari che dovrebbero essere alla base dell'Unione Europea.
Realizzato all’interno del progetto
“Lampedusa Berlino, diario di viaggio”
www. lampedusaberlin.eu
Il Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite adotta il testo della
Dichiarazione sul diritto alla pace su proposta dell'Ateneo per i Diritti Umani - Università di Padova - elaborazione Fabio Pipinato
Le materie contenute sotto il titolo di “Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia” del Trattato di Lisbona non hanno paragone con le altre politiche europee, sono probabilmente tra le più dinamiche, sensibili e caldamente contestate. Le politiche dell’immigrazione, dell’asilo e dei visti rientrano tuttora tra le competenze concorrenti dell’Unione, formano ancora parte essenziale del tradizionale concetto di sovranità nazionale e sono cariche di paure nazionali, ideologie rivali e sensibilità politiche contrastanti. Nel caso specifico la politica dei visti rappresenta un esempio illuminante di come gli Stati membri e l’Unione abbiano tuttora notevoli difficoltà nel portare avanti una politica comune in questo delicato settore del processo d’integrazione.
L’analisi proposta definisce il concetto di mobilità ed i limiti legali che ne caratterizzano l’operatività nello spazio comune europeo rispetto ai paesi terzi, ricostruendo i principali aspetti teorici e pratici dell’annosa questione della gestione rafforzata delle frontiere esterne dell’UE e del Sistema d’Informazione Schengen. L’enfasi posta sulla sicurezza e la fiducia nella razionalità e nell’affidabilità delle banche dati elettroniche si scontra però, nelle considerazioni svolte, da un lato, con la non completa affidabilità del sistema, dall’altro, con l’estrema complessità del sistema europeo dei visti, che, nonostante gli sviluppi degli ultimi anni, risulta ancora piuttosto confuso e farraginoso. Il visto è sicuramente uno strumento tecnico ma con significative implicazioni politiche e giuridiche. L’introduzione nel 2009 e l’applicazione dal 2010 del Codice europeo dei visti hanno cercato di risolvere queste antinomie riuscendoci solo in parte, laddove l’unitarietà del quadro normativo definito dal legislatore europeo continua ad essere limitata da elementi interni ed esterni all’Unione.
I tassi di rifiuto di rilascio dei visti dimostrano che, nonostante le regole comuni e i criteri comuni per il rilascio dei visti, definiti dal legislatore europeo, l’applicazione di essi da parte degli Stati membri risulta alquanto differenziata nei diversi contesti regionali e nazionali dei paesi terzi interessati. La natura politica della questione non può essere trascurata. La conclusione cui si addiviene è duplice: da un lato, le prospettive per il futuro possono privilegiare un ritorno alla gestione della politica dei visti su scala nazionale, anche se tale prospettive pare improbabile; dall’altro, si può immaginare che i rapporti di forza tra gli attori che partecipano alla cooperazione rafforzata di Schengen in materia di visti continueranno ad evolversi ed infine si stabilizzeranno in favore della Commissione
Migranti e profughi _ Sistema comune europeo di asiloUneba
Relazione di Paolo De Stefani dell'Università di Padova al seminario di Caritas Vittorio Veneto http://www.caritasvittorioveneto.it/index.php?option=com_content&view=article&id=156:richiedenti-asilo-incontri-di-formazione-caritas-a-oderzo-e-vittorio-veneto&catid=15&Itemid=139
Dal 2015 e il 2019 almeno 158 persone sono state indagate o formalmente perseguite per aver offerto assistenza umanitaria a migranti e rifugiati in 11 paesi europei.
A scuola di Diritti Umani: migrazioni internazionali e diritti umaniFestivalDirittiUmani
Claudia Zilli è ricercatrice post dottorato all'Università di MIlano. Ha partecipato al progetto A scuola di Diritti Umani, realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo dal Festival dei Diritti Umani di MIlano.
www.festivaldirittiumani.it
La crescente importanza che lo sport ha assunto sia a livello nazionale sia a livello mondiale, ha di fatto reso necessario integrarne la regolamentazione. Gli interessi sociali, politici ed economici che ne sono a fondamento, hanno reso lo sport uno degli strumenti più forti e altamente strategici per la cooperazione tra gli Stati.
In via preliminare, la dottrina si è occupata della tutela dell’uomo in quanto portatore di diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. In un secondo momento, vista l’enorme rilevanza assunta nel tempo dal fenomeno in esame, ci si è occupati di dare voce anche a quei diritti che, per molti studiosi, sono il mezzo per perseguire la pace universale, ovvero i diritti allo sviluppo, alla solidarietà, all’ambiente sano e alla comunicazione e, fra questi, vi è incluso anche il diritto allo sport.
La codificazione iniziata alla fine del XIX secolo, ha subito innumerevoli mutamenti, tesi alla salvaguardia delle nuove esigenze della società contemporanea. A ciò si aggiunga il determinante contributo dell’Unione Europea all’orientamento strategico sul ruolo dello sport, un impegno che ha rafforzato in modo deciso quanto in passato era già stato compiuto.
Il valore e il ruolo sociale dello Sport, sviluppatisi nel tempo, hanno reso necessaria una più puntuale regolamentazione, al fine di evitare il diffondersi del fenomeno del commercio di sostanze dopanti e promuovere i valori fondamentali di rispetto e di giustizia nei confronti di ogni essere umano, senza distinzioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
L’articolo si propone inquadrare la situazione in termini prevalentemente giuridici, non trascurando considerazioni che, a nostro parere, sono necessarie per meglio rafforzare il quadro giuridico entro cui il fenomeno indagato va collocato
Report Laboratorio Rappresentazioni sociali e comunicazione con laboratorio ...GaetanoCuomo
Il lavoro di ricerca basato su un’analisi
del fenomeno migratorio e i temi ad esso
associati, con lo scopo di indagare
interazioni tra differenti culture e la
comunicazione tra esse.
Per svolgere quest’analisi sono stati
costituiti sei gruppi appartenenti a tre aree
tematiche:
Ambito scientifico → research report,
scientific press, international newsletter
Ambito istituzionale → website, report,
press
Ambito della gente comune → social
media di natura testuale e multimediale
Qui il report del mio lavoro svolto su Twitter.
Il parere dell'avvocato della Corte di Giustizia Ue che dichiara che i migranti possono passare dai Paesi di primo ingresso ad altri Stati Ue in caso di flussi emergenziali.
Slide Laboratorio Rappresentazioni sociali e comunicazione con laboratorio d...GaetanoCuomo
Il lavoro di ricerca basato su un’analisi
del fenomeno migratorio e i temi ad esso
associati, con lo scopo di indagare
interazioni tra differenti culture e la
comunicazione tra esse.
Per svolgere quest’analisi sono stati
costituiti sei gruppi appartenenti a tre aree
tematiche:
Ambito scientifico → research report,
scientific press, international newsletter
Ambito istituzionale → website, report,
press
Ambito della gente comune → social
media di natura testuale e multimediale
Qui trovi le slide di presentazione del gruppo che ha analizzato i dati di Twitter.
Oltre ad analizzare e raccogliere la mia parte di dati, ho curato la veste grafica delle slide.
Esperienza francese in tema di sostegno alle vittime di reatoDanilo Comba
Rete Dafne. Sostegno vittime di reato. Disamina "modello" francese. Direttiva 2012/29/UE. Direttiva europea in tema di diritti minimi. Spazio europeo comune. Giustizia penale
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1. Che fare adesso con i Rifugiati Politici?
di Sergio Lupinacci, avvocato penalista
“Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene” (Denis Diderot)
Sergio Lupinacci *
Lupinacci sostiene che la tempesta migratoria che sta colpendo l’Europa negli ultimi anni,
e con sempre maggiore intensità, da quando le carestie dal sud del mondo si sono saldate
con i sanguinosi esiti delle primavere arabe, porta inevitabilmente la nostra attenzione
sull’archetipo giuridico costruito dalle istituzioni comunitarie a protezione dei rifugiati. E
l’avvocato Lupinacci continua affermando che nella percezione delle opinioni pubbliche -
complice la semplificazione prodotta dal confronto politico - l'immigrazione non conosce
"distinguo" tra l'illegalità dell'immigrato economico e il diritto dei rifugiati alla fuga dalle
dittature.
Il rifugiato politico: definizione e fonti giuridiche. Sergio Lupinacci afferma che la
definizione di rifugiato politico è contenuta nella Convenzione di Ginevra del 1951, un
Trattato delle Nazioni Unite firmato da 147 Paesi. All’articolo 1 della Convenzione, la
definizione della condizione di "rifugiato": una persona che “temendo a ragione di essere
perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato
gruppo sociale o opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui ha la cittadinanza, e non
può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale Paese”. Questo
articolo 1 illustra dunque la procedura di valutazione delle domande di asilo, ossia quelle
incombenze che ricadono su chi ha la responsabilità di decisione ultima sulla concessione o
meno dell'asilo politico.
Chi decide dell'asilo: il Regolamento "Dublino". L’avvocato Lupinacci ritiene che
un'attenzione particolare meritano le cosiddette procedure “Dublino” (introdotte col Regolamento
2. UE n. 604/2013) condivise da 32 Stati europei. Queste hanno l’obiettivo di individuare lo Stato
competente per la valutazione della domanda di asilo, limitando la mobilità dei richiedenti allo
Stato nel quale sono approdati per primi, fino al completamento della procedura. Se la verifica
sulla titolarità della domanda dovesse attribuire la competenza ad un altro Stato, il richiedente
dovrà esservi trasferito. Qui una prima controversia determinata alla moltiplicazione dei numeri dei
richiedenti. Che ha portato, in particolare, gli Stati che formano le frontiere esterne dell'Unione a
chiedere la ricollocazione dei rifugiati, suddivisi in quote parte, tra tutti i Paesi membri. È
recentemente accaduto per i 40.000 richiedenti asilo tra i paesi dell'UE con trasferimento di
emergenza per quelli provenienti da Italia, Grecia e Ungheria: con una proposta della Commissione
Europea estesa anche all'introduzione di un meccanismo permanente che modifichi le norme di
Dublino (che determinano appunto quale Stato membro è responsabile del trattamento delle
domande d'asilo).
Quanti sono i rifugiati. Un passo indietro: per ottenere lo status di rifugiato, i richiedenti asilo
devono dimostrare alle autorità europee che stanno scappando da una guerra o da una
persecuzione e che non possono tornare nel loro paese d’origine. Quanti casi ci sono in Europa? Il
numero delle richieste di asilo è aumentato nel 2014 salendo da 435.190 nel 2013 a 626.065 nel
2014. Nel 2014 il numero di richiedenti asilo dalla Siria è raddoppiato. I Siriani sono il 20 per cento
dei richiedenti asilo. Il secondo gruppo è rappresentato dagli afghani con il 7%. Nel 2014 l’asilo è
stato garantito a 163mila persone nell’Unione europea. Nel 2014 la Germania è il paese che ha
concesso più volte l’asilo con 41mila richieste approvate, seguita dalla Svezia con 31mila richieste
approvate. Nel 2014 l’Italia ha accolto 21mila richieste d’asilo.
Libertà e sicurezza. Non possiamo, sinceramente, non partire da qui, se vogliamo affrontare il
tema dei principi fondamentali ispiratori dell’azione dell’Unione Europea, con le garanzie
procedurali introdotte e le modalità di accesso del diritto alla difesa accordato ai richiedenti asilo.
Parliamo di sincerità perché ciò che appare come il prodotto di un cammino politico intenso
compiuto dagli organi legislativi europei mostra - di fronte a questa "terza guerra mondiale" - tutte
le contraddizioni di un approccio liberale costretto ora a fare i conti con il cambiamento radicale del
contesto internazionale. La priorità: il tema della sicurezza che già aveva suonato i campanelli
d'allarme di opinioni pubbliche sempre meno disposte - complice il perdurare della crisi economica
- a politiche di accoglienza. Fino a pochi mesi fa il Regolamento Dublino aveva ricevuto numerose
critiche (in particolare dal Consiglio europeo per i rifugiati e dall’Alto commissariato delle Nazioni
Unite per i rifugiati): perché il sistema attuale non fornirebbe una protezione equa ed efficiente ai
richiedenti asilo, costretti ad aspettare anni prima che le loro richieste siano esaminate; di più: non
terrebbe conto del ricongiungimento familiare e comporterebbe una pressione maggiore sugli Stati
membri del sud dell’Europa,Paesi d’ingresso nel continente. Critiche rapidamente evaporate di
fronte alla forza dei numeri. Ma è indubbio che, dopo gli attentati di Parigi, per usare le parole del
filosofo USA liberale, Michael Walzer: "I rifugiati che scappano da una guerra civile terribile non
possono diventare le vittime di questa situazione, ma non si possono non affrontare le richieste di
sicurezza che provengono dalla gente". Sulla domanda d’asilo l’ordinamento europeo e la CEDU
(Corte Europea dei Diritti dell'Uomo) stabiliscono il principio insuperabile per cui il richiedente deve
avere a disposizione una procedura di asilo efficace, corredata da mezzi di ricorso dotati della forza
sospensiva dell’azione di allontanamento nel caso di rifiuto. La disciplina è stata integrata dal
rilevante contributo giurisprudenziale apprestato dalla Corte EDU (Europea Diritti dell'Uomo). Il
panorama legislativo e giurisprudenziale analizzato rivela, da parte delle istituzioni europee, una
profonda sensibilità verso la drammatica condizione dei richiedenti asilo. Una sensibilità tradottasi
nell’adozione di procedure complesse, assai attente alla condizione soggettiva dell’individuo e del
suo patrimonio culturale d’origine. La domanda che sorge ora è quanto questo quadro di valori,
presidio della convivenza democratica, possa tenere di fronte all'imbarbarimento in atto e
soprattutto di fronte all'inversione di valori che vede ora il bisogno di sicurezza presidiare l'esercizio
3. delle libertà civili. La disciplina che presiede alle procedure d'asilo (2013/32/UE) individua
importanti, delicati momenti: dal colloquio all'esame della domanda (direttiva qualifiche;
2011/95/UE); dai tempi della decisione al diritto di difesa o accesso alla giustizia, alla possibilità,
infine, per il migrante di ricorrere.
Un’Europa politica. Si tratta però - bisogna osservare - di una descrizione lineare e bipolare della
condizione di rifugiato che le guerre asimmetriche del XXI secolo sembrano complicare quando
non travolgere. L'esperienza siriana, ad esempio, prima della "riduzione" delle forze in campo che
probabilmente la risposta militare all'ISIS imporrà, ha fin qui mostrato una babele di gruppi. Ed a
fronte della gran massa di rifugiati, in fuga dalla morte e dalla fame, vanno segnalati i falsi rifugiati
che gli attacchi di Parigi hanno rivelato così come la dinamica di scambio di ruolo perseguitato-
persecutore che molti individui hanno vissuto e interpretato nella guerra siriana. Non dobbiamo
certo buttare il bambino dei valori della costruzione europea, in questa partita, ma trovare il modo
di depurare l'acqua sporca e compiere uno sforzo importante: quello della condivisione dei dati e di
tutte quelle informazioni che rendano impossibile, ad esempio in questa materia, un "colloquio
insincero". Un passaggio, quest'ultimo, rivelatore anche della volontà dell'Europa di farsi
finalmente Europa politica.
* avvocato penalista
(www.studioalc.it)
FONTE: The Chronicle