Il Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite adotta il testo della
Dichiarazione sul diritto alla pace su proposta dell'Ateneo per i Diritti Umani - Università di Padova - elaborazione Fabio Pipinato
Che fare adesso con i rifugiati politici di sergio lupinacci, avvocato penalistaDailyFocusNews
“Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene” (Denis Diderot)
Sergio Lupinacci *
Lupinacci sostiene che la tempesta migratoria che sta colpendo l’Europa negli ultimi anni, e con sempre maggiore intensità, da quando le carestie dal sud del mondo si sono saldate con i sanguinosi esiti delle primavere arabe, porta inevitabilmente la nostra attenzione sull’archetipo giuridico costruito dalle istituzioni comunitarie a protezione dei rifugiati. E l’avvocato Lupinacci continua affermando che nella percezione delle opinioni pubbliche - complice la semplificazione prodotta dal confronto politico - l'immigrazione non conosce "distinguo" tra l'illegalità dell'immigrato economico e il diritto dei rifugiati alla fuga dalle dittature.
La crescente importanza che lo sport ha assunto sia a livello nazionale sia a livello mondiale, ha di fatto reso necessario integrarne la regolamentazione. Gli interessi sociali, politici ed economici che ne sono a fondamento, hanno reso lo sport uno degli strumenti più forti e altamente strategici per la cooperazione tra gli Stati.
In via preliminare, la dottrina si è occupata della tutela dell’uomo in quanto portatore di diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. In un secondo momento, vista l’enorme rilevanza assunta nel tempo dal fenomeno in esame, ci si è occupati di dare voce anche a quei diritti che, per molti studiosi, sono il mezzo per perseguire la pace universale, ovvero i diritti allo sviluppo, alla solidarietà, all’ambiente sano e alla comunicazione e, fra questi, vi è incluso anche il diritto allo sport.
La codificazione iniziata alla fine del XIX secolo, ha subito innumerevoli mutamenti, tesi alla salvaguardia delle nuove esigenze della società contemporanea. A ciò si aggiunga il determinante contributo dell’Unione Europea all’orientamento strategico sul ruolo dello sport, un impegno che ha rafforzato in modo deciso quanto in passato era già stato compiuto.
Il valore e il ruolo sociale dello Sport, sviluppatisi nel tempo, hanno reso necessaria una più puntuale regolamentazione, al fine di evitare il diffondersi del fenomeno del commercio di sostanze dopanti e promuovere i valori fondamentali di rispetto e di giustizia nei confronti di ogni essere umano, senza distinzioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
L’articolo si propone inquadrare la situazione in termini prevalentemente giuridici, non trascurando considerazioni che, a nostro parere, sono necessarie per meglio rafforzare il quadro giuridico entro cui il fenomeno indagato va collocato
Che fare adesso con i rifugiati politici di sergio lupinacci, avvocato penalistaDailyFocusNews
“Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene” (Denis Diderot)
Sergio Lupinacci *
Lupinacci sostiene che la tempesta migratoria che sta colpendo l’Europa negli ultimi anni, e con sempre maggiore intensità, da quando le carestie dal sud del mondo si sono saldate con i sanguinosi esiti delle primavere arabe, porta inevitabilmente la nostra attenzione sull’archetipo giuridico costruito dalle istituzioni comunitarie a protezione dei rifugiati. E l’avvocato Lupinacci continua affermando che nella percezione delle opinioni pubbliche - complice la semplificazione prodotta dal confronto politico - l'immigrazione non conosce "distinguo" tra l'illegalità dell'immigrato economico e il diritto dei rifugiati alla fuga dalle dittature.
La crescente importanza che lo sport ha assunto sia a livello nazionale sia a livello mondiale, ha di fatto reso necessario integrarne la regolamentazione. Gli interessi sociali, politici ed economici che ne sono a fondamento, hanno reso lo sport uno degli strumenti più forti e altamente strategici per la cooperazione tra gli Stati.
In via preliminare, la dottrina si è occupata della tutela dell’uomo in quanto portatore di diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. In un secondo momento, vista l’enorme rilevanza assunta nel tempo dal fenomeno in esame, ci si è occupati di dare voce anche a quei diritti che, per molti studiosi, sono il mezzo per perseguire la pace universale, ovvero i diritti allo sviluppo, alla solidarietà, all’ambiente sano e alla comunicazione e, fra questi, vi è incluso anche il diritto allo sport.
La codificazione iniziata alla fine del XIX secolo, ha subito innumerevoli mutamenti, tesi alla salvaguardia delle nuove esigenze della società contemporanea. A ciò si aggiunga il determinante contributo dell’Unione Europea all’orientamento strategico sul ruolo dello sport, un impegno che ha rafforzato in modo deciso quanto in passato era già stato compiuto.
Il valore e il ruolo sociale dello Sport, sviluppatisi nel tempo, hanno reso necessaria una più puntuale regolamentazione, al fine di evitare il diffondersi del fenomeno del commercio di sostanze dopanti e promuovere i valori fondamentali di rispetto e di giustizia nei confronti di ogni essere umano, senza distinzioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
L’articolo si propone inquadrare la situazione in termini prevalentemente giuridici, non trascurando considerazioni che, a nostro parere, sono necessarie per meglio rafforzare il quadro giuridico entro cui il fenomeno indagato va collocato
INFORMA - Notiziario ACLI della zona di Vimercate - novembre 2016Gianni Bresciani
La scadenza referendaria ha rappresentato per le Acli una preziosa occasione per riscoprire l’originaria funzione formativa del movimento, d’essere una organizzazione di pedagogia sociale e popolare che sin dalle origini ne ha caratterizzato l’identità e promosso l’azione politica.
Il format Edu del festival dei Diritti Umani di Milano, con il contributo di Fondazione Cariplo.
Marina Calloni, Marco Flores e Alessandra Facchi
www.festivaldirittiumani.it
INFORMA - Notiziario ACLI della zona di Vimercate - novembre 2016Gianni Bresciani
La scadenza referendaria ha rappresentato per le Acli una preziosa occasione per riscoprire l’originaria funzione formativa del movimento, d’essere una organizzazione di pedagogia sociale e popolare che sin dalle origini ne ha caratterizzato l’identità e promosso l’azione politica.
Il format Edu del festival dei Diritti Umani di Milano, con il contributo di Fondazione Cariplo.
Marina Calloni, Marco Flores e Alessandra Facchi
www.festivaldirittiumani.it
SDGs - dai vecchi obiettivi di millennio ai nuovi obiettivi. Fabio Pipinato
2015. anno di passaggio dai vecchi obiettivi del millennio ai nuovi obiettivi sostenibili promossi dalle Nazioni Unite. Riportiamo l'esperienza de la Fondazione Fontana in ambito educativo a Padova ed a Trento
Foto Rwanda scaricate on line presentate all'evento Rwanda - 20 anni dopo. Fabio Pipinato
le foto sono di 3 contenitori:
la prima parte scaricate on line
la seconda parte in bianco e nero di Marco Gualazzini
la terza parte sono foto di Fabio Pipinato
Violenza sulle donne. Raccomandazioni e diritto internazionaleFabio Pipinato
la violenza sulle donne. Raccomandazioni e diritto internazionale.
Mentre l’affermazione dei diritti all’eguaglianza e il divieto di discriminazione sono parte integrante del sistema dei diritti umani sin dagli inizi, il tema della violenza contro le donne entra nel dibattito internazionale su questi temi molto tardi.
Questa presentazione è stata fatta in occasione del passaggio di consegne tra Fabio Pipinato e Piergiorgio Cattani. Parliamo solo per immagini. Comprese le immagini che presentano on line il portale Unimondo. Unimondo è un progetto de la Fondazione Fontana onlus
1. Il Consiglio Diritti Umani
delle
Nazioni Unite adotta il testo
della
Dichiarazione sul diritto alla pace
2. Il 24 giugno 2016, dopo sei anni di lavoro, il Consiglio Diritti Umani
delle Nazioni Unite, riunito a Ginevra per la 32^ sessione, ha adottato con
34 voti a favore, 9 contrari e 4 astenuti una risoluzione con cui approva il
testo della Dichiarazione delle Nazioni Unite “sul diritto alla pace” e
dispone che sia tramesso all’Assemblea Generale per la definitiva
approvazione.
Il testo approvato riproduce sostanzialmente quello presentato dal
Presidente-Rapporteur, Ambasciatore Christian Guillermet Fernandez
(Costarica), alla terza sessione dell’apposito Gruppo di Lavoro
Intergovernativo (IWG) il 24 aprile 2015. Di nuovo c’è l’art. 4 che fa
riferimento all’educazione alla pace e che nell’originario testo
dell’Ambasciatore Guillermet era nel preambolo.
3.
4. Art. 1
Ognuno ha il diritto di godere la pace in modo
che tutti i diritti umani sono promossi e protetti e
lo sviluppo è pienamente realizzato.
Art. 2
Gli stati devono rispettare, implementare e
promuovere l’eguaglianza e la non
discriminazione, la giustizia e lo stato di diritto e
garantire la libertà dalla paura e dal bisogno quali
misure per costruire la pace dentro e fra le
società.
5.
6. Art. 3
Gli Stati, le Nazioni Unite e le agenzie
specializzate, in particolare l’Organizzazione
delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza
e la Cultura devovo assumere appropriate misure
sostenibili per implementare la presente
Dichiarazione. Le organizzazioni internazionali,
regionali, nazionali e locali e la società civile
sono incoraggiate a prestare supporto e assistenza
nell’implementazione della presente
Dichiarazione.
7.
8. Art. 4
Saranno promosse le istituzioni internazionali e
nazionali di educazione per la pace al fine di
rafforzare fra tutti gli esseri umani lo spirito di
tolleranza, dialogo, cooperazione e solidarietà.
Per questo scopo, l’Università per la Pace deve
contribuire al grande compito universale di
educare per la pace impegnandosi
nell’insegnamento, nella ricerca, nella
formazione postuniversitaria e nella
disseminazione della conoscenza.
9.
10. La decisione ha colto di sorpresa quanti hanno
seguito con attenzione fin dall’inizio la vicenda di
questo processo normativo (standard-setting), in
particolare il mondo delle organizzazioni non
governative. Infatti, era in calendario ufficiale
l’effettuazione di una quarta sessione dell’IWG fissata
dall’11 al 15 luglio 2016, e il 16 giugno un cartello di
ben 700 ONG aveva promosso al Palais des Nations un
‘evento parallelo’ (side event) rispetto alla sessione del
Consiglio allo scopo di presentare ulteriori
considerazioni e proposte per il testo della
Dichiarazione.
11.
12. L'occasione è stata data dalla particolare abilità
profusa dall’attivissima Ambasciatrice di Cuba,
Signora Anayansi Rodríguez Camejo, nello sfruttare il
clima di larga soddisfazione creatosi a seguito della
firma a Cuba, il 23 giugno 2016, dell’accordo di pace
tra il Governo di Colombia e i rappresentanti delle
FARC.
13.
14. L’iniziale rigetto del corposo testo elaborato dal
Comitato Consultivo del Consiglio e le proposte
riduttive presentate dal Presidente-Rapporteur nelle tre
sessioni dell’IWG, con la rinuncia dello stesso
Guillermet all’eventuale prosieguo del suo mandato,
avevano portato ad una situazione di stallo. Al termine
della terza sessione (aprile 2015) era in forse la stessa
sopravvivenza dell’IWG, ma il Consiglio con
Risoluzione del 1° Ottobre 2015 stabiliva che l’IWG
dovesse riprendere i suoi lavori con una quarta
sessione da tenersi nel 2016. La Risoluzione fu
approvata con 33 voti a favore, 12 contrari, 2 astenuti.
15. Favorevoli, contrari e astenuti
A favore:Algeria, Argentina, Bangladesh, Bolivia, Botswana,
Brasile, Cina, Congo, Costa d’Avorio, Cuba, El Salvador,
Etiopia, Gabon, Ghana, India, Indonesia, Kazakhstan, Kenya,
Maldives, Messico, Morocco, Namibia, Nigeria, Pakistan,
Paraguay, Qatar, Russian Federation, Saudi Arabia, Sierra
Leone, Sud Africa, United Arab Emirates, Venezuela, VietNam.
Contrari:Estonia, Francia, Germania, Irlanda, Giappone,
Lettonia, Montenegro, Olanda, Repubblica di Korea, Ex
Repubblica Yugoslava di Macedonia, Regno Unito, Stati Uniti
d’America.
Astenuti:Albania, Portogallo.
16.
17. NO
Il fronte del no, pervicacemente espresso dai paesi
occidentali, nasconde vischiosità ideologiche che
risalgono molto indietro nel tempo. Questo emerge
chiaramente dai resoconti dei lavori del IWG: per
motivare l’opposizione si rievocava anche il
propagandismo pacifista di Stalin e adepti ... In
particolare gli Stati Uniti d’America sostenevano che
non si dovesse parlare di diritto alla pace perchè di
questo non c’è traccia nel vigente diritto
internazionale. Argomento palesemente pretestuoso se
si considera che, nella sostanza, tale diritto esiste (si
veda l’articolo 28 della Dichiarazione Universale) e
che con la nuova Dichiarazione lo si vuole appunto
18. occasione persa
E’ il caso di ricordare che qualora la pace sia
esplicitamente riconosciuta come diritto della persona
e dei popoli, essa fuoriesce (si libera) dall’abbraccio
mortifero delle sovranità statuali armate per entrare
nella sfera di garanzia dei diritti e libertà fondamentali,
la cui radice sta nella dignità umana incarnata nel
supremo diritto alla vita. Tra i pregiudizi degli
occidentali c’era anche quello nei confronti del forte
attivismo politico-diplomatico di Cuba. Stupisce al
riguardo che non si sia preso atto con favore dello
‘sdoganamento’ della stessa Cuba da parte degli Stati
Uniti.
19.
20. SI
Quanto al peso politico dell’ampia maggioranza (34
a favore) con cui è stata approvata la Dichiarazione, si
fa notare che ne fanno parte potenze del calibro della
Cina, dell’India e della Federazione Russa, la cui
popolazione rappresenta i tre quarti della popolazione
mondiale.
21.
22. Assemblea generale
Ora il testo approvato dal Consiglio diritti umani
passa all’Assemblea generale e in quella sede vedremo
se la maggioranza aumenterà ulteriormente.
Una volta approvata dall’Assemblea generale
l’efficacia della Dichiarazione dipenderà dalla
diffusione della sua conoscenza e dall’impegno di tutti.
Insomma c’è spazio per lo sviluppo dell’effettività di
norme che formalmente sono di soft law, cioè di
obbligatorietà leggera (perché ‘raccomandazioni’ e non
accordi giuridici in senso stretto), ma che nella
sostanza contengono principi di ius cogens, cioè di
altissima precettività.
23. In Italia
Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università
di Padova e dalla Cattedra Unesco Diritti Umani,
Democrazia e Pace presso la stessa Università
Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la
Pace e i Diritti Umani.
Centinaia di Consigli comunali e provinciali e di 5
Consigli regionali che hanno approvato la mozione
preparata dal Centro Diritti Umani e dalla Cattedra
Unesco Diritti umani, democrazia e pace
dell’Università di Padova e l’hanno direttamente
inviata ai membri del Consiglio Diritti Umani.
24.
25. Da segnalare anche una delegazione con la
Fondazione Opera campana dei Caduti si è recata a
Ginevra il 23 giugno 2014 per consegnare un dossier
contenente le prime cento delibere di Comuni e
Province.
Il 3 luglio 2014 è avvenuto l’incontro al Senato
della Repubblica, con ampia partecipazione di Sindaci
e rappresentanti di associazioni. Il dossier con le prime
cento delibere è stato consegnato al Presidente della
Commissione Diritti Umani, Luigi Manconi, e al
Presidente del Senato, Pietro Grasso.
26.
27. Da segnalare anche una delegazione con la
Fondazione Opera campana dei Caduti si è recata a
Ginevra il 23 giugno 2014 per consegnare un dossier
contenente le prime cento delibere di Comuni e
Province.
Il 3 luglio 2014 è avvenuto l’incontro al Senato
della Repubblica, con ampia partecipazione di Sindaci
e rappresentanti di associazioni. Il dossier con le prime
cento delibere è stato consegnato al Presidente della
Commissione Diritti Umani, Luigi Manconi, e al
Presidente del Senato, Pietro Grasso.
28.
29. Il 19 ottobre 2014 durante la storica Marcia per la
pace Perugia-Assisi organizzata da la Tavola per la
Pace ove sono presenti le ACLI è stato presentato il
“diritto alla pace”.
E sarà durante la prossima Marcia per la pace in
programma domenica 9 ottobre 2016 nel 50°
anniversario dell’adozione dei due patti internazionali
del 1966 rispettivamente sui diritti civili e politici e si
diritti economici, sociali e culturali, che il movimento
per la pace e la nonviolenza potrà chiedere all’Italia e
agli altri paesi membri dell’Unione europea di
esprimersi in Assemblea Generale delle Nazioni Unite
a favore del riconoscimento della pace come diritto
fondamentale della persona e dei popoli.
30.
31. In Trentino
● Fondazione Opera Campana dei caduti dette vita all'Università
delle Istituzioni dei Popoli per la Pace – UNIP assieme
all'Università di Padova.
● Fu una delle prime province ad aderire all'appello con molti
comuni: Ala, Arco, Bleggio, Cavalese, Dro, Folgaria, Lavis, Levico,
Malè, Luserna, Nago-Torbole, Pergine, Riva, Rovereto, Tassullo,
Tione, Villa Lagarina, Volano, PAT.
● Il Forum trentino per la Pace ed i Diritti Umani cerca di occuparsi
da 25 anni di questi temi.
● Le Acli organizzano puntualmente la Perugia Assisi
● Unimondo informa su tutti gli eventi che riguardano il “diritto alla
pace”
● Ex Ufficio “solidarietà e pace” del Dipartimento della conoscenza
della PAT