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Impianti fissi di spegnimento ad aerosol
La tecnologia aerosol nasce in Cina negli anni 60 per la protezione di serbatoi di idrocarburi,
ma solo dalla fine degli anni 90 sono state emesse delle norme internazionali che ne
regolamentano l’utilizzo, fino ad approdare alla norma UNI ISO 15779:2012. Gli impianti ad
aerosol sono una valida alternativa all’utilizzo di estinguenti Halocarbons in quanto non
sono inquinanti (ODP pari a zero).
Installazione/riparazione/manutenzione
Impianti fissi di spegnimento per unità da diporto
Le conseguenze correlate allo svilupparsi di incendi a bordo di imbarcazioni possono
essere disastrose. Per questo motivo l'impianto antincendio dovrà essere periodicamente
controllato e il personale addetto dovrà affrontare uno specifico corso antincendio.
Impianti fissi di spegnimento a sprinkler
Lo sprinkler è un sistema automatico di estinzione a pioggia; ha lo scopo di rilevare la
presenza di un incendio e di controllarlo in modo che l'estinzione possa essere completata
con altri mezzi, oppure di estinguerlo nello stadio iniziale (impianti ESFR). il calore sviluppato
provoca l'apertura degli erogatori che si trovano direttamente sopra l'area interessata e
conseguentemente la fuoriuscita di acqua in goccioline che permette il rapido controllo
dell'incendio con il minimo dei danni.
Impianti fissi di spegnimento a schiuma
Al pari dell’acqua, è uno degli estinguenti più utilizzati in installazioni industriali ed in
particolare per l’estinzione di incendi derivanti da idrocarburi tramite l’impiego di
una miscela di acqua e schiumogeno concentrato capace di generare, tramite
appositi erogatori una schiuma in grado di galleggiare sulla superficie del
combustibile liquido e di estinguere l’incendio per raffreddamento e soppressione
dei vapori di idrocarburi.
Impianti fissi di spegnimento a CO2
Sono stati per molti decenni uno standard e ancora oggi sono preferiti in molte applicazioni.
Ci sono molti campi in cui viene preferito l'utilizzo del CO2 ad altri agenti, esempio: in
cisterne, in stabilimenti industriali dove c'è travaso di carburante, sale pompe e motori. I
sistemi di applicazione locale sono anche comuni nel settore marino, soprattutto nei vani
motori. I sistemi a flusso totale e bassa pressione sono prevalenti nell'industria dell'acciaio,
nelle grandi tipografie, e in altre applicazioni dove è necessaria una grossa quantità di agente
estinguente.
Impianti fissi di spegnimento a gas HFC 125
Il Pentafluoroetano è un idrofluorocarburo gassoso fluorurato, utilizzato come fluido
refrigerante. Tra tutti gli agenti estinguenti alogenati a zero ODP, l'HFC 125 è quello che
richiede la più bassa concentrazione di agente estinguente in base al peso. Grazie alle
sue caratteristiche fisiche, molto simili a quelle dell'Halon 1301, l'HFC 125 può essere
impiegato anche per la protezione dei rischi a temperatura sotto zero.
Impianti fissi di spegnimento a gas HFC 23
Per quanto riguarda il Trifluorometano, l'assenza di tossicità che alle concentrazioni
di progetto, ne garantisce l'utilizzo, mentre le persone stanno ancora
abbandonando l'area d'incendio (contrariamente a quanto avviene con il CO2); una
grande efficacia, con una concentrazione in area del 16%, è in grado di inibire la
maggior parte delle combustioni; innocuo sui materiali più delicati, con vantaggi
considerevoli rispetto all'acqua; minor impatto ambientale con nessun effetto di
depauperamento dell'ozono (ODP).
Impianti fissi di spegnimento a gas HFC 227 ea
L’eptafluoropropano è comunemente usato come agente antincendio , ma anche come atmosfera di
protezione per molti liquidi e gas infiammabili. Ricade nella categoria di Agente Antincendio
Ecologico. L'uso dell'eptafluoropropano come protezione antincendio, prevede un'immissione
nell'ambiente tra il 6,25% ed il 9% in volume, in funzione della quantità di materiali da proteggere.
Impianti fissi di spegnimento a gas IG 55
L’Argonite è una miscela di gas costituita per il 50% di azoto e per il 50% di argon. Viene
utilizzato in funzione antincendio, quale mezzo estinguente, negli ambienti nei quali non
può essere utilizzata l'acqua o polveri, come, ad esempio, nelle sale macchine
informatiche. Al verificarsi di un incendio i rilevatori comandano la centralina che
provoca la scarica del gas in pressione tramite appositi ugelli. In tal modo l'ossigeno
viene allontanato dalla sala, il che provoca l'estinzione della combustione per mancanza
di comburente.
Raccordi e tubazioni per impianti fissi
Non meno importanti sono le giunture e i raccordi degli impianti antincendio, che
hanno il compito di trasportare l’agente estinguente dal serbatoio in cui si trova alla
zona soggetta ad incendio. Per questo una costante manutenzione di tutte le
componenti delle tubazioni garantirà a pieno l’efficienza del sistema antincendio.
Gruppi di pompaggio
Il cuore di un impianto antincendio è senz’altro rappresentato dal gruppo di
pompaggio, si tratta di un impianto automatico di pressurizzazione che deve essere
in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso d’incendio. La sua funzione è
quella di assicurare il mantenimento della pressione nelle tubazioni dell’impianto
che alimentano i punti di spegnimento (sprinkler, idranti, naspi) e di garantire la
corretta quantità di fluido di spegnimento (acqua, agenti schiumogeni) in caso
d’incendio.
Centrali e componenti di segnalazione, rilevazione e spegnimento
Questi sistemi assicurano un accurata e precoce individuazione degli incendi
mandando le necessarie informazioni all'organo predisposto all'intervento
(centralina o personale antincendio) consentendogli di avere più tempo per
intervenire.
Porte tagliafuoco
La tagliafuoco è una porta che, considerata la sua elevata resistenza al fuoco, ha la
possibilità di isolare le fiamme in caso di incendio. Viene dunque usata come parte di
un sistema di protezione passiva, per ridurre la diffusione di fiamme o di fumo tra
compartimenti e per assicurare un'uscita sicura da un edificio/struttura.
Porta tagliafuoco ad 1 battente
Porta tagliafuoco a
scorrimento
orizzontale
Passavivande
a scorrimento
verticale
Maniglione
antipanico
Porta tagliafuoco a
2 battenti
Estintori
A polvere : le polveri chimiche, sono probabilmente
l'agente estinguente più usato. Hanno caratteristiche
particolari, in quanto si modificano chimicamente per
azione del calore e liberano gas inerti, dando un residuo
incombustibile o addirittura attivo. La tipologia più
diffusa, per la sua universalità d'impiego e l'elevata
efficacia, è la cosiddetta polvere polivalente .
A CO2 : L'anidride carbonica, normalmente conservata in recipienti a
pressione allo stato liquido, viene tuttora utilizzata efficacemente su
apparecchiature elettriche in tensione. L'estintore, emanando anidride
carbonica liquida, il brusco abbassamento di temperatura (-78 °C) e la forte
sottrazione di ossigeno e permettono di abbattere le fiamme con rapidità
senza lasciare residui . Richiedono una minima attenzione durante l'uso
evitando di rimanere asfissiati per deficienza di ossigeno o, possibilità
attualmente remota, di ustionarsi per shock termico. Sono fortemente
controindicati su fuochi di classe D per rischio esplosioni o reazioni violente
e su apparecchiature che risentano dello shock termico.
Idrico: contenente una soluzione acquosa di prodotti
schiumogeni che uniscono il potere raffreddante dell'acqua alle
capacità soffocanti della schiuma. Sono molto simili agli
estintori a schiuma, variando nella composizione chimica e
percentuale dello schiumogeno e muniti di una lancia a
"doccetta", necessaria per migliorare la sottrazione di calore.
Hanno impiego principale sui fuochi di idrocarburi (classe B), di
tessili, carta e legno (classe A), unendo l'attività raffreddante
dell'acqua a quella isolante del film.
A schiuma: in realtà poco usati negli estintori e molto più nelle
installazioni fisse e sui grandi mezzi mobili di spegnimento, sono
soluzioni acquose contenenti forti tensioattivi ed altri additivi.
Attraverso una lancia, il liquido si espande miscelandosi con l'aria ,
generando una schiuma leggera a bassa espansione in grado di
galleggiare sugli idrocarburi ed isolarli dal contatto con l'aria,
combinando l'azione di soffocamento col potere raffreddante
dell'acqua. Sono usati quasi esclusivamente su fuochi di idrocarburi ma
vantano discreta efficacia anche su quelli di classe A. Totalmente
inefficaci su fuochi di classe C, D; questi ultimi per rischio di
folgorazione.
Reti idranti
Idrante UNI 45 e NASPI: Gli idranti (per interni e esterni) a muro con
tubazione di diametro 45 mm sono costituiti da un involucro dotato
di sportello sigillabile con lastra frangibile/infrangibile (oppure
portello pieno senza serratura) in versione da parete o ad incasso,
contenente una tubazione appiattibile a norma EN 14540 con
raccordi a norma UNI 804 , una lancia con intercettazione e
frazionamento del getto e il rubinetto di alimentazione.
Idranti sottosuolo: sono dei particolari tipi di idranti che
vengono installati sotto il livello del terreno, sono dotati
di un dispositivo antigelo e i pozzetti che contengono
questi tipi di idranti hanno la forma di ellisse e riportano
la dicitura "idrante". Essi sono collocati ad una distanza
consigliata tra 5 e 10 m dal perimetro del fabbricato a
seconda della sua altezza e ad una distanza mutua di
massimo 60 m.
Idranti soprasuolo: gli idranti soprasuolo o a
colonna sono quelli comunemente visibili nei
parcheggi, all'esterno dei condomini oppure
nelle aree industriali. Hanno maggiore
accessibilità degli analoghi sistemati
sottosuolo. Essi sono collocati ad una
distanza consigliata tra 5 e 10 m dal
perimetro del fabbricato a seconda della sua
altezza e ad una distanza mutua di massimo
60 m, in funzione del loro raggio d'azione.
Sistemi di ventilazione
I sistemi di ventilazione controllata o ventilazione meccanica controllata (VMC) sono
impianti che consentono di gestire il ricambio dell'aria di un ambiente con l'esterno.
Questo avviene senza l'apertura di finestre o porte, tramite condotte di ventilazione
forzata, collegate con gli ambienti interni da aspiratori (per la rimozione dell'aria
viziata o inquinata) e da diffusori (per l'immissione di aria nuova).
Chiudiporta
Un chiudiporta, in caso di porta tagliafuoco, deve mantenere chiusa la porta in
caso di incendio. Per questo la forza di opposizione di un chiudiporta può
compromettere la facilità di apertura e diventare un ostacolo specialmente per
anziani, bambini e persone con disabilità fisiche.
Sistemi termo-espandenti
Le guarnizioni termoespandenti hanno la caratteristica fondamentale di espandere notevolmente il
loro volume iniziale in caso di esposizione a elevate temperature o a fiamme. Devono pertanto
essere incombustibili od autoestinguenti. Sono un accessorio complementare fondamentale per la
realizzazione di porte tagliafuoco altamente performanti.
Lastre in calcio silicato
Queste particolari lastre trovano un largo utilizzo nell'edilizia. Grazie alle sue
caratteristiche di isolamento termico, grande capacità di assorbimento di acqua,
leggerezza e stabilità di forma. Viene anche applicata per il risanamento di muri umidi
a causa della condensa, l'isolamento e l'eliminazione di muffe.
Evacuatori fumo-calore (EFC)
Gli evacuatori di fumo e calore automatici e manuali, non collegati alla rete,
garantiscono un efficace sgombero del fumo e l’abbassamento della
temperatura nei capannoni, negozi o uffici interessati da un incendio,
rappresentando quindi un valido strumento per affrontare quest’eventualità e
salvare persone e cose. I parametri relativi alla sicurezza di funzionamento
degli impianti EFC sono definiti, a seconda della configurazione dell’impianto,
nelle rispettive prescrizioni di legge o nello standard EN 12101-2.
Vernici intumescenti
I prodotti per la protezione passiva al fuoco di tipo verniciante hanno un comportamento
intumescente e svolgono le loro proprietà di isolante grazie alla formazione di una schiuma
carboniosa in grado di limitare l’innalzamento della temperatura dei supporti ai quali vengono
applicate: al raggiungimento di alte temperature rigonfiando infatti fino a venti volte lo
spessore iniziale risultano in grado di soddisfare le prestazioni di resistenza al fuoco richieste.
Pompe antincendio
Rappresentano il cuore degli impianti idrici antincendio e pertanto debbono essere
appositamente progettate e costruite per questo specifico utilizzo. La nuova
normativa UNI EN 12845 per l'alimentazione degli impianti sprinkler, indica quali tipi di
pompe sono ammesse:
- quelle orizzontali del tipo axial split case o end-suction, queste ultime del tipo back pull-
out
- quelle verticali con flusso semiassiale del tipo vertical turbine pump
- non si possono utilizzare pompe del tipo monoblocco (albero motore/pompa unico) o
accoppiate a mezzo giunto rigido
- non si possono utilizzare pompe del tipo centrifugo verticale multistadio (dette anche
pluristadio)
- non si possono utilizzare, non essendo ancora disponibili in commercio, pompe
sommerse con motori anch'essi immersi
Impianti di rilevazione incendio (anche wireless)
La pericolosità di un incendio diviene tanto maggiore quanto più un luogo è affollato da
persone che non lo conoscono. Infatti in caso di incendio, oltre alla pericolosità legata alla
presenza di fiamme e conseguenti alte temperature, la presenza di fumo rende
difficoltosa la fuga e può generare intossicazione nei presenti. L'installazione di impianti di
rilevazione incendio sono i migliori metodi di prevenzione in casi del genere, specialmente
al giorno d’oggi in cui esistono anche soluzioni wireless praticamente per ogni parte
dell’impianto.

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  • 1. Impianti fissi di spegnimento ad aerosol La tecnologia aerosol nasce in Cina negli anni 60 per la protezione di serbatoi di idrocarburi, ma solo dalla fine degli anni 90 sono state emesse delle norme internazionali che ne regolamentano l’utilizzo, fino ad approdare alla norma UNI ISO 15779:2012. Gli impianti ad aerosol sono una valida alternativa all’utilizzo di estinguenti Halocarbons in quanto non sono inquinanti (ODP pari a zero). Installazione/riparazione/manutenzione
  • 2. Impianti fissi di spegnimento per unità da diporto Le conseguenze correlate allo svilupparsi di incendi a bordo di imbarcazioni possono essere disastrose. Per questo motivo l'impianto antincendio dovrà essere periodicamente controllato e il personale addetto dovrà affrontare uno specifico corso antincendio.
  • 3. Impianti fissi di spegnimento a sprinkler Lo sprinkler è un sistema automatico di estinzione a pioggia; ha lo scopo di rilevare la presenza di un incendio e di controllarlo in modo che l'estinzione possa essere completata con altri mezzi, oppure di estinguerlo nello stadio iniziale (impianti ESFR). il calore sviluppato provoca l'apertura degli erogatori che si trovano direttamente sopra l'area interessata e conseguentemente la fuoriuscita di acqua in goccioline che permette il rapido controllo dell'incendio con il minimo dei danni.
  • 4. Impianti fissi di spegnimento a schiuma Al pari dell’acqua, è uno degli estinguenti più utilizzati in installazioni industriali ed in particolare per l’estinzione di incendi derivanti da idrocarburi tramite l’impiego di una miscela di acqua e schiumogeno concentrato capace di generare, tramite appositi erogatori una schiuma in grado di galleggiare sulla superficie del combustibile liquido e di estinguere l’incendio per raffreddamento e soppressione dei vapori di idrocarburi.
  • 5. Impianti fissi di spegnimento a CO2 Sono stati per molti decenni uno standard e ancora oggi sono preferiti in molte applicazioni. Ci sono molti campi in cui viene preferito l'utilizzo del CO2 ad altri agenti, esempio: in cisterne, in stabilimenti industriali dove c'è travaso di carburante, sale pompe e motori. I sistemi di applicazione locale sono anche comuni nel settore marino, soprattutto nei vani motori. I sistemi a flusso totale e bassa pressione sono prevalenti nell'industria dell'acciaio, nelle grandi tipografie, e in altre applicazioni dove è necessaria una grossa quantità di agente estinguente.
  • 6. Impianti fissi di spegnimento a gas HFC 125 Il Pentafluoroetano è un idrofluorocarburo gassoso fluorurato, utilizzato come fluido refrigerante. Tra tutti gli agenti estinguenti alogenati a zero ODP, l'HFC 125 è quello che richiede la più bassa concentrazione di agente estinguente in base al peso. Grazie alle sue caratteristiche fisiche, molto simili a quelle dell'Halon 1301, l'HFC 125 può essere impiegato anche per la protezione dei rischi a temperatura sotto zero.
  • 7. Impianti fissi di spegnimento a gas HFC 23 Per quanto riguarda il Trifluorometano, l'assenza di tossicità che alle concentrazioni di progetto, ne garantisce l'utilizzo, mentre le persone stanno ancora abbandonando l'area d'incendio (contrariamente a quanto avviene con il CO2); una grande efficacia, con una concentrazione in area del 16%, è in grado di inibire la maggior parte delle combustioni; innocuo sui materiali più delicati, con vantaggi considerevoli rispetto all'acqua; minor impatto ambientale con nessun effetto di depauperamento dell'ozono (ODP).
  • 8. Impianti fissi di spegnimento a gas HFC 227 ea L’eptafluoropropano è comunemente usato come agente antincendio , ma anche come atmosfera di protezione per molti liquidi e gas infiammabili. Ricade nella categoria di Agente Antincendio Ecologico. L'uso dell'eptafluoropropano come protezione antincendio, prevede un'immissione nell'ambiente tra il 6,25% ed il 9% in volume, in funzione della quantità di materiali da proteggere.
  • 9. Impianti fissi di spegnimento a gas IG 55 L’Argonite è una miscela di gas costituita per il 50% di azoto e per il 50% di argon. Viene utilizzato in funzione antincendio, quale mezzo estinguente, negli ambienti nei quali non può essere utilizzata l'acqua o polveri, come, ad esempio, nelle sale macchine informatiche. Al verificarsi di un incendio i rilevatori comandano la centralina che provoca la scarica del gas in pressione tramite appositi ugelli. In tal modo l'ossigeno viene allontanato dalla sala, il che provoca l'estinzione della combustione per mancanza di comburente.
  • 10. Raccordi e tubazioni per impianti fissi Non meno importanti sono le giunture e i raccordi degli impianti antincendio, che hanno il compito di trasportare l’agente estinguente dal serbatoio in cui si trova alla zona soggetta ad incendio. Per questo una costante manutenzione di tutte le componenti delle tubazioni garantirà a pieno l’efficienza del sistema antincendio.
  • 11. Gruppi di pompaggio Il cuore di un impianto antincendio è senz’altro rappresentato dal gruppo di pompaggio, si tratta di un impianto automatico di pressurizzazione che deve essere in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso d’incendio. La sua funzione è quella di assicurare il mantenimento della pressione nelle tubazioni dell’impianto che alimentano i punti di spegnimento (sprinkler, idranti, naspi) e di garantire la corretta quantità di fluido di spegnimento (acqua, agenti schiumogeni) in caso d’incendio.
  • 12. Centrali e componenti di segnalazione, rilevazione e spegnimento Questi sistemi assicurano un accurata e precoce individuazione degli incendi mandando le necessarie informazioni all'organo predisposto all'intervento (centralina o personale antincendio) consentendogli di avere più tempo per intervenire.
  • 13. Porte tagliafuoco La tagliafuoco è una porta che, considerata la sua elevata resistenza al fuoco, ha la possibilità di isolare le fiamme in caso di incendio. Viene dunque usata come parte di un sistema di protezione passiva, per ridurre la diffusione di fiamme o di fumo tra compartimenti e per assicurare un'uscita sicura da un edificio/struttura. Porta tagliafuoco ad 1 battente Porta tagliafuoco a scorrimento orizzontale Passavivande a scorrimento verticale Maniglione antipanico Porta tagliafuoco a 2 battenti
  • 14. Estintori A polvere : le polveri chimiche, sono probabilmente l'agente estinguente più usato. Hanno caratteristiche particolari, in quanto si modificano chimicamente per azione del calore e liberano gas inerti, dando un residuo incombustibile o addirittura attivo. La tipologia più diffusa, per la sua universalità d'impiego e l'elevata efficacia, è la cosiddetta polvere polivalente . A CO2 : L'anidride carbonica, normalmente conservata in recipienti a pressione allo stato liquido, viene tuttora utilizzata efficacemente su apparecchiature elettriche in tensione. L'estintore, emanando anidride carbonica liquida, il brusco abbassamento di temperatura (-78 °C) e la forte sottrazione di ossigeno e permettono di abbattere le fiamme con rapidità senza lasciare residui . Richiedono una minima attenzione durante l'uso evitando di rimanere asfissiati per deficienza di ossigeno o, possibilità attualmente remota, di ustionarsi per shock termico. Sono fortemente controindicati su fuochi di classe D per rischio esplosioni o reazioni violente e su apparecchiature che risentano dello shock termico.
  • 15. Idrico: contenente una soluzione acquosa di prodotti schiumogeni che uniscono il potere raffreddante dell'acqua alle capacità soffocanti della schiuma. Sono molto simili agli estintori a schiuma, variando nella composizione chimica e percentuale dello schiumogeno e muniti di una lancia a "doccetta", necessaria per migliorare la sottrazione di calore. Hanno impiego principale sui fuochi di idrocarburi (classe B), di tessili, carta e legno (classe A), unendo l'attività raffreddante dell'acqua a quella isolante del film. A schiuma: in realtà poco usati negli estintori e molto più nelle installazioni fisse e sui grandi mezzi mobili di spegnimento, sono soluzioni acquose contenenti forti tensioattivi ed altri additivi. Attraverso una lancia, il liquido si espande miscelandosi con l'aria , generando una schiuma leggera a bassa espansione in grado di galleggiare sugli idrocarburi ed isolarli dal contatto con l'aria, combinando l'azione di soffocamento col potere raffreddante dell'acqua. Sono usati quasi esclusivamente su fuochi di idrocarburi ma vantano discreta efficacia anche su quelli di classe A. Totalmente inefficaci su fuochi di classe C, D; questi ultimi per rischio di folgorazione.
  • 16. Reti idranti Idrante UNI 45 e NASPI: Gli idranti (per interni e esterni) a muro con tubazione di diametro 45 mm sono costituiti da un involucro dotato di sportello sigillabile con lastra frangibile/infrangibile (oppure portello pieno senza serratura) in versione da parete o ad incasso, contenente una tubazione appiattibile a norma EN 14540 con raccordi a norma UNI 804 , una lancia con intercettazione e frazionamento del getto e il rubinetto di alimentazione. Idranti sottosuolo: sono dei particolari tipi di idranti che vengono installati sotto il livello del terreno, sono dotati di un dispositivo antigelo e i pozzetti che contengono questi tipi di idranti hanno la forma di ellisse e riportano la dicitura "idrante". Essi sono collocati ad una distanza consigliata tra 5 e 10 m dal perimetro del fabbricato a seconda della sua altezza e ad una distanza mutua di massimo 60 m.
  • 17. Idranti soprasuolo: gli idranti soprasuolo o a colonna sono quelli comunemente visibili nei parcheggi, all'esterno dei condomini oppure nelle aree industriali. Hanno maggiore accessibilità degli analoghi sistemati sottosuolo. Essi sono collocati ad una distanza consigliata tra 5 e 10 m dal perimetro del fabbricato a seconda della sua altezza e ad una distanza mutua di massimo 60 m, in funzione del loro raggio d'azione.
  • 18. Sistemi di ventilazione I sistemi di ventilazione controllata o ventilazione meccanica controllata (VMC) sono impianti che consentono di gestire il ricambio dell'aria di un ambiente con l'esterno. Questo avviene senza l'apertura di finestre o porte, tramite condotte di ventilazione forzata, collegate con gli ambienti interni da aspiratori (per la rimozione dell'aria viziata o inquinata) e da diffusori (per l'immissione di aria nuova).
  • 19. Chiudiporta Un chiudiporta, in caso di porta tagliafuoco, deve mantenere chiusa la porta in caso di incendio. Per questo la forza di opposizione di un chiudiporta può compromettere la facilità di apertura e diventare un ostacolo specialmente per anziani, bambini e persone con disabilità fisiche.
  • 20. Sistemi termo-espandenti Le guarnizioni termoespandenti hanno la caratteristica fondamentale di espandere notevolmente il loro volume iniziale in caso di esposizione a elevate temperature o a fiamme. Devono pertanto essere incombustibili od autoestinguenti. Sono un accessorio complementare fondamentale per la realizzazione di porte tagliafuoco altamente performanti.
  • 21. Lastre in calcio silicato Queste particolari lastre trovano un largo utilizzo nell'edilizia. Grazie alle sue caratteristiche di isolamento termico, grande capacità di assorbimento di acqua, leggerezza e stabilità di forma. Viene anche applicata per il risanamento di muri umidi a causa della condensa, l'isolamento e l'eliminazione di muffe.
  • 22. Evacuatori fumo-calore (EFC) Gli evacuatori di fumo e calore automatici e manuali, non collegati alla rete, garantiscono un efficace sgombero del fumo e l’abbassamento della temperatura nei capannoni, negozi o uffici interessati da un incendio, rappresentando quindi un valido strumento per affrontare quest’eventualità e salvare persone e cose. I parametri relativi alla sicurezza di funzionamento degli impianti EFC sono definiti, a seconda della configurazione dell’impianto, nelle rispettive prescrizioni di legge o nello standard EN 12101-2.
  • 23. Vernici intumescenti I prodotti per la protezione passiva al fuoco di tipo verniciante hanno un comportamento intumescente e svolgono le loro proprietà di isolante grazie alla formazione di una schiuma carboniosa in grado di limitare l’innalzamento della temperatura dei supporti ai quali vengono applicate: al raggiungimento di alte temperature rigonfiando infatti fino a venti volte lo spessore iniziale risultano in grado di soddisfare le prestazioni di resistenza al fuoco richieste.
  • 24. Pompe antincendio Rappresentano il cuore degli impianti idrici antincendio e pertanto debbono essere appositamente progettate e costruite per questo specifico utilizzo. La nuova normativa UNI EN 12845 per l'alimentazione degli impianti sprinkler, indica quali tipi di pompe sono ammesse: - quelle orizzontali del tipo axial split case o end-suction, queste ultime del tipo back pull- out - quelle verticali con flusso semiassiale del tipo vertical turbine pump - non si possono utilizzare pompe del tipo monoblocco (albero motore/pompa unico) o accoppiate a mezzo giunto rigido - non si possono utilizzare pompe del tipo centrifugo verticale multistadio (dette anche pluristadio) - non si possono utilizzare, non essendo ancora disponibili in commercio, pompe sommerse con motori anch'essi immersi
  • 25. Impianti di rilevazione incendio (anche wireless) La pericolosità di un incendio diviene tanto maggiore quanto più un luogo è affollato da persone che non lo conoscono. Infatti in caso di incendio, oltre alla pericolosità legata alla presenza di fiamme e conseguenti alte temperature, la presenza di fumo rende difficoltosa la fuga e può generare intossicazione nei presenti. L'installazione di impianti di rilevazione incendio sono i migliori metodi di prevenzione in casi del genere, specialmente al giorno d’oggi in cui esistono anche soluzioni wireless praticamente per ogni parte dell’impianto.