2. LA PROTEZIONE PASSIVA E ATTIVA
Protezione PASSIVA
Non richiedono l’azione di un uomo o
l’azionamento di un impianto
Limitare gli effetti dell’incendio nello spazio
e nel tempo
MISURE
PROTETTIVE
Rispetto delle distanze di sicurezza
Compartimentazione REI
Sistemi di ventilazione
Sistemi di vie d’uscita
Protezione ATTIVA
Rilevare precocemente l’incendio,
segnalarlo e provvedere allo spegnimento
dello stesso
Estintori e reti idriche antincendio
Impianti di rilevazione e spegnimento
Dispositivi di segnalazione e allarme
Evacuatori di fumo e calore
Richiedono l’azione di un uomo o
l’azionamento di un impianto
3. LA RESISTENZA AL FUOCO
Comportamento al fuoco degli elementi che hanno funzioni strutturali nelle
costruzioni degli edifici, siano esse funzioni portanti o funzioni separanti
R
E
I
Stabilità
Attitudine di un elemento da costruzione a conservare
la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco
Tenuta
Attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar
passare né produrre (se sottoposto all’azione del fuoco
su un lato) fiamme, vapori o gas caldi sul lato non
esposto al fuoco
Isolamento termico
Attitudine di un elemento da costruzione a ridurre,
entro un dato limite, la trasmissione del calore
5. I SISTEMI DI VIE D’USCITA
Percorsi senza ostacoli che consentono agli occupanti di un edificio o
di un locale di raggiungere un luogo sicuro
Ogni luogo di lavoro deve disporre di vie di uscita alternative, ad eccezione di
quelli di piccole dimensioni o dei locali a rischio di incendio medio o basso
Ciascuna via di uscita deve essere indipendente dalle altre e distribuita in
modo che le persone possano ordinatamente allontanarsi da un incendio
Le vie di uscita e le uscite di piano devono essere sempre disponibili per l’uso
e tenute libere da ostruzioni in ogni momento
Ogni porta sul percorso di uscita deve poter essere aperta facilmente ed
immediatamente dalle persone in esodo
Le vie di uscita devono essere di larghezza sufficiente in relazione al numero
degli occupanti
6. IL DIMENSIONAMENTO DELLE VIE D’USCITA
MASSIMO
AFFOLLAMENTO
IPOTIZZABILE
CAPACITA’ DI
ESODO
DELL’EDIFICIO
La lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina
uscita di piano non deve essere superiore a
15 – 30 metri RISCHIO ELEVATO
L è la larghezza complessiva delle uscite di piano
L =
A
C
x 0,60
A è l’affollamento massimo ipotizzabile
C è la capacità di deflusso
0,60 è la larghezza in metri sufficiente al passaggio di una
persona
30 – 45 metri RISCHIO MEDIO
45 – 60 metri RISCHIO BASSO
7. GLI ESTINTORI
Contenitori di varie misure, generalmente cilindrici, capaci di contenere una
sostanza estinguente pressurizzata o da pressurizzare, che fuoriesce azionando un
apposito meccanismo
Portatili
Facilmente utilizzabili a
mano, non superano la
massa di 20 Kg
Carrellati
Di massa superiore a 20 kg
e fino a 100 – 125 Kg,
movimentati a mezzo di
carrelli
Agente
estinguente
In base alla sostanza
estinguente utilizzata
Carica di
agente
In base alla quantità di
sostanza estinguente
contenuta
Tipo di fuoco A seconda del tipo di
combustibile sul quale è
efficace
Classe di
fuoco
In base al volume o alla
dimensione nominale di
combustibile che riesce a
spegnere
8. LA CLASSIFICAZIONE PER AGENTE
Soffocamento
Anidride carbonica, schiuma
Creano uno strato di isolamento tra combustibile e
comburente
Raffreddamento
Reazione chimica
Polvere chimica
Si modificano chimicamente per azione del calore e
liberano gas inerti, dando un residuo incombustibile o
addirittura attivo
Vi sono tre gruppi di agenti estinguenti, funzionanti rispettivamente per
Agiscono sul calore, abbassando la temperatura di
combustione
Acqua
Gli effetti degli agenti possono anche combinarsi (l’acqua, ad esempio,
agisce per raffreddamento ma anche parzialmente per soffocamento)
9. LA CLASSIFICAZIONE PER CARICA
Un estintore è tanto più efficace quanto più agente estinguente
contiene e tanto più maneggevole quanto meno ne contiene
❖ 1 kg (per uso tipico su auto e imbarcazioni)
❖ 2 kg (per piccoli focolai, soprattutto CO2)
❖ 5 Kg (unicamente estintori a CO2)
❖ 6 kg (la dimensione più comune)
❖ 9 kg
❖ 12 kg (quasi esclusivamente per uso in larghi spazi)
❖ 50 kg, 100 kg … (carrellati)
10. LA CLASSIFICAZIONE PER UTILIZZO
Tipi
Classi
21A 144B C
Volume di liquido in vasche di dimensioni
standard
Combustibili liquidi
Dimensione nominale o volume di combustibile che
l'estintore riesce a spegnere
Lunghezza in decimetri di una catasta di quadrotti di
legno di una dimensione definita
Combustibili solidi
una catasta di legno lunga 2,1 m
… in grado di spegnere
una vasca circolare contenente 144
litri di liquido
una fiamma generata da un
bruciatore di GPL
11. L’ETICHETTATURA DEGLI ESTINTORI
Designazione del tipo
Carica nominale
Agente estinguente
Classe e tipo di fuoco
Istruzioni per l’uso
Pericoli di utilizzazione
Istruzioni successive all’uso ed estremi
approvazione ministeriale
Generalità commerciali
12. IL NUMERO ED IL POSIZIONAMENTO
Numero
Posizione
In massima evidenza, in modo da essere individuati immediatamente
Preferibilmente vicino alle scale o agli accessi
In vicinanza di rischi speciali (quadri elettrici, ecc.)
Attaccati alle pareti (preferibilmente) o a terra
La distanza massima che una persona deve percorrere deve essere non superiore a 30 m
200 m2200 m2250 m255A - 233B
100 m2150 m2200 m234A - 144B
-100 m2150 m221A - 113B
--100 m213A - 89B
Rischio
elevato
Rischio medioRischio basso
Superficie protetta da un estintoreTipo di
estintore
Allegato V
D.M. 10 Marzo 1998
In alcuni casi il numero può essere determinato da legge
13. IL CONTROLLO DEGLI ESTINTORI
Manutenzione
Da effettuare periodicamente (ogni 6 mesi) da
personale qualificato e ricaricare anche se utilizzati
parzialmente
18 mesi per estinguenti a base d’acqua o schiuma, 36 mesi
per le polveri, 60 mesi per l’anidride carbonica
Revisione e ricarica
Collaudo
I recipienti contenenti gas compressi e liquefatti (CO2)devono
essere collaudati ogni 10 anni.
Gli estintori non soggetti a verifiche periodiche devono
essere collaudati ogni 6 anni (involucri non conformi alla
Direttiva 97/23/CE), 12 anni per quelli conformi
Il personale esperto deve provvedere alla revisione
dell’estintore e alla sostituzione dell’agente
estinguente
Misura di prevenzione atta a verificare la stabilità
dell’involucro
14. LA RETE IDRICA ANTINCENDIO
E’ prevista in aggiunta agli estintori quando esistono particolari rischi di incendio
che non possono essere ridotti o rimossi
Tipologia
Alimentazione
Da acquedotto
Da serbatoio
Idranti (soprasuolo o a parete)
Naspi
15. GLI IMPIANTI DI RIVELAZIONE
Sono finalizzati alla rivelazione tempestiva del processo di combustione prima
cioè che questo degeneri nella fase di incendio generalizzato (prima del “flash
over”)
Funzionamento
Sono costituiti da una serie di sensori collegati ad una
centralina che, in caso di attivazione, può far scattare un
allarme o anche azionare altri impianti (estinzione,
compartimentazione, aerazione, …)
16. GLI IMPIANTI DI SPEGNIMENTO AUTOMATICO
Impianto costituito da un complesso di estintori automatici (sprinklers), dalle
relative condutture di alimentazione e valvole di controllo
Funzionamento
L’erogazione dell’estinguente viene attivata a seguito della
rivelazione automatica dell’incendio oppure viene
provocata direttamente dall’apertura degli erogatori
(attivazione dei sensori degli sprinklers)
Gli impianti possono essere classificati in base alle sostanze
estinguenti utilizzate:
Impianti ad acqua
Impianti a schiuma
Impianti a CO2
Impianti a polvere
Impianti ad argon
17. LA SEGNALETICA DI SICUREZZA
Rappresentata da una serie di cartelli indicanti le uscite di sicurezza e la posizione
dei vari presidi antincendio oltre ad alcune tipologie di divieto
Antincendio
Salvataggio
Avvertimento
Divieto
18. GLI EVACUATORI DI FUMO
Permettono l'allontanamento dei gas nocivi, facilitano le operazioni di esodo
delle persone, limitano la propagazione dell'incendio, rendono più sicuro
l'intervento delle squadre di soccorso
Funzionamento
Sono utilizzati in combinazione con impianti di rivelazione
e sono basati sullo sfruttamento del movimento verso
l’alto delle masse di gas caldi generate dall’incendio che, a
mezzo di aperture sulla copertura, vengono evacuate
all’esterno
La ventilazione dei locali può essere ottenuta con vari
sistemi:
Lucernai a soffitto
Ventilatori statici continui
Sfoghi di fumo e calore
Aperture a shed
Superfici vetrate normali
20. IL PIANO DI EMERGENZA
E’ uno strumento che analizza e pianifica le azioni da intraprendere
nel caso si verifichi una situazione di emergenza, nonché formalizza
le procedure atte a garantire l'ordinario sfollamento senza panico
delle persone presenti in un luogo di lavoro
Obiettivi
Raccogliere in un documento organico e ben strutturato
quelle informazioni che non è possibile ottenere
facilmente durante l’emergenza
Fornire una serie di linee-guida comportamentali e
procedurali che rappresentino le migliori azioni da
intraprendere in caso di emergenza
Disporre di uno strumento per sperimentare la
simulazione dell’emergenza e promuovere
organicamente l’attività di addestramento aziendale
21. LA STRUTTURA
➢ PREMESSA1
➢ ALLEGATI4
➢ DEFINIZIONI
➢ DESCRIZIONE DEI LOCALI E DEI MEZZI ANTINCENDIO
2
➢ ASSEGNAZIONE DI COMPITI E RESPONSABILITA' IN EMERGENZA
➢ ANALISI DELL’EMERGENZA
➢ PROCEDURE DI EVACUAZIONE
➢ FORMAZIONE ED ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE
3
22. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO D’INCENDIO
Caratteristiche della
struttura e
dell’attività
Materiali
combustibili e
sostanze
infiammabili
Sorgenti d’innesco
Caratteristiche
antincendio
Ubicazione
Attività rilevanti sotto il profilo
della sicurezza antincendio
Combustibili presenti nei locali
Materiali di costruzione, di
rivestimento e di arredo
Potenziali sorgenti di innesco
presenti (fiamme, scintille,
apparecchiature che producono
calore)
Misure di protezione attiva
Misure di protezione passiva
24. I COMPITI E LE RESPONSABILITA’ IN EMERGENZA
Addetti alle Emergenze
Coordinare le procedure antincendio
Operare il primo intervento fino all’arrivo delle Forze istituzionali
Mettere in sicurezza gli impianti durante l’emergenza
Evacuare gli ambienti di lavoro in caso di necessità
Partecipare al corso di formazione in merito ai rischi specifici alla
conoscenza del sito, delle attrezzature di spegnimento e della
chimica del fuoco essere sempre aggiornati su eventuali
cambiamenti o sviluppi nella regolamentazione antincendio
25. I COMPITI E LE RESPONSABILITA’ IN EMERGENZA
Personale senza funzioni attive
Segnalare immediatamente eventuali elementi di pericolo
riscontrati durante l’orario di lavoro
Evitare la formazione di ostacoli che possano impedire l’accesso
alle uscite di sicurezza o il transito sulle vie di fuga
Non generare mai una fonte di innesco
Mantenere il proprio posto di lavoro il più possibile sgombro e
ordinato, soprattutto a termine dell’orario di lavoro
Non rimuovere gli estintori dalla posizione segnalata, non
depositarvi materiale in prossimità
Seguire ordinatamente le istruzioni del personale preposto alla
gestione dell’emergenza
26. In caso di incendio di I livello (in fase iniziale, limitato a una zona di
un ambiente, facilmente estinguibile dal personale presente nei
pressi dell’incendio) …
LE PROCEDURE IN CASO DI INCENDIO IN FASE INIZIALE
Cosa fare
Recarsi sul posto e valutare l'entità dell’emergenza
Allontanare dalla zona eventuali materiali
combustibili presenti
Se necessario, chiedere ad eventuali visitatori
esterni di recarsi presso le uscite di sicurezza
Agire nell'area interessata dall'emergenza con i
mezzi a disposizione
Controllare l’avvenuto spegnimento delle braci e,
se necessario, evacuare il fumo ed il calore
attraverso le finestre o altre aperture esterne
27. LE PROCEDURE IN CASO DI INCENDIO IN FASE AVANZATA
In caso di incendio di II livello (in fase avanzata che rende
necessario l’intervento di personale specializzato ) …
Cosa fare
Chiamare le Forze di Intervento esterne
Predisporre, per quanto possibile, un percorso
sgombro per l’arrivo delle Forze di Intervento
Esterne
Ordinare l’evacuazione del luogo di lavoro,
utilizzando per la diffusione della segnalazione di
allarme i sistemi a disposizione
Disattivare gli impianti
Verificare il buon fine dell’operazione di
evacuazione
Trasferire le informazioni relative all’evento
verificatosi ed ai rischi collaterali all’ufficiale che
comanda la Squadra dei VV.F. intervenuta
28. LE PROCEDURE IN CASO EVACUAZIONE
Nel caso in cui fosse necessario evacuare una singola area o tutto il
punto vendita …
Cosa fare
Far defluire con calma ed ordine il personale e i
clienti presenti, sollecitandoli a raggiungere i Punti
di Raccolta prestabiliti
Abbandonare per ultimi il luogo di lavoro
verificando che non sia rimasto più nessuno in loco
e che le porte e le finestre dei locali evacuati
siano state chiuse (ma non a chiave)
Raggiungere le persone sfollate nel punto di
concentramento e provvedere a controllare che
tutte le persone presenti siano state messe in
sicurezza
Ad emergenza chiusa, coordinare le operazioni di
rientro all’interno dei luoghi di lavoro
30. LA PROCEDURA DI CHIAMATA AI SOCCORSI
Localizzazione dell’edificio
Cosa bisogna
comunicare
Informazioni sull’evento
Informazioni sulla struttura
Che tipo di materiale sta bruciando
Eventuali feriti o persone in pericolo di vita
Disponibilità di una rete idrica antincendio
Recapito telefonico
31. CONCLUSIONI
AGGIORNAMENTI
Ogni qual volta si verificano mutamenti
organizzativi che hanno rilevanza ai fini
prevenzione incendi (cambio attività, materiali
depositati, modifiche, ristrutturazioni o
ampliamenti dei locali)
Il Piano di Emergenza ed Evacuazione va aggiornato …
ADDESTRAMENTO
Tutti i lavoratori devono partecipare, almeno una
volta all’anno, all’esercitazione antincendio
Le esercitazioni non devono essere svolte quando siano
presenti notevoli affollamenti o persone anziane od
inferme
Ogni qual volta l’evoluzione tecnica della
prevenzione e della protezione dagli incendi
introduce innovazioni significative.
Il peggiore piano di emergenza è non avere nessun un piano
Il secondo peggiore piano è averne due