Intervento di Andrea Agapito Ludovici responsabile Area Rete Oasi, WWF Italia, su Agricoltura, dissesto e clima nella sessione plenaria ALLEANZE PER ACQUA SUOLO E VELENI nel 33° Convegno Internazionale di Agricoltura Biodinamica il 21 febbraio 2015 presso l'Università Bocconi di Milano
Claudia Sorlini (presidente Comitato Scientifico Expo 2015) Agricoltura e tur...
Andrea Agapito Ludovici – Agricoltura, dissesto e clima 21 febbraio 2015
1. ALLEANZE PER ACQUA,
SUOLO E VELENI
Risorsa acqua tra dissesto
idrogeologico e clima
Andrea Agapito Ludovici
2. 2015
• Buono stato ecologico dei corpi idrici (fiumi,
laghi…) Impedire deterioramento – Dir. Acque
2000/60/CE
• Piani gestione rischio alluvionale
(Dir Alluvioni 2007/60/CE)
• Conferenza Parigi 2015 sul CLIMA
(COP21)
3. oggi
140 m
1954
370 m
alveo attivo 1877
820 m
CANALIZZAZIONECANALIZZAZIONE Il Vara in Lunigiana
(da P.Sansoni)
4. Da Fossati D., 2015
CONSUMO DI SUOLO E IMPERMEABILIZZAZIONE
>>impermeabilizzazione >> scarichi urbani
5. 1925-19351925-1935
255255 INONDAZIONIINONDAZIONI
166166 comuni coinvolti nelle province di Milano e Paviacomuni coinvolti nelle province di Milano e Pavia
126126 KmKm22
di territorio allagatidi territorio allagati
Nel 1935 la capacità di scarico del reticolo nell’area nord milanese viene stimata pari a 490 m3/s a fronte di una massa
d’acqua convergente sul territorio di 700 m3/s Da Fossati D., 2015
PROBLEMI VECCHI
IRRISOLTI
1988 Piano lambro Seveso Olona
9. QUALI LEZIONI ?
• tutta l'operazione della diga del Vajont è stata fatta senza tenere
conto del delicatissimo equilibrio idrogeologico del territorio e
considerare in alcun modo gli stessi “saperi” presenti sul territorio che avevano
denunciato il gigantismo dell'opera e segnalato il concreto pericolo di frana dei
versanti; discorso analogo sul Vara o sul Seveso
• negli ultimi 50 anni si è proceduto alla cementificazione ed
edificazione indiscriminata delle valli sfidando di nuovo l'equilibrio
idrogeologico; oggi, non possiamo perpetrare gli errori del passato (a cui,
attenzione, hanno contribuito tutti, anche i cittadini), e bisogna che la sensibilità
diffusa sul contenimento della conversione urbana/consumo di suolo si tramuti
in azione delle amministrazioni locali e delle popolazioni;
• non possiamo più ignorare le aree a rischio idrogeologico che le
Autorità di bacino, delegittimate e senza fondi, hanno catalogato e
comunicato a tutti gli enti, comuni inclusi.
10. MANCANZA DI UNA GOVERNANCE A LIVELLO DI BACINO IDROGRAFICO. Inefficace
applicazione direttive europee “ACQUE” (2000/60/CE) e “ALLUVIONI” (2007/60/CE),
Autorità di distretto previste dal Dlgs.152/2006 sono ancora sulla carta.
POLITICHE DI EMERGENZA COME UNICO MODO DI INTERVENIRE.
Unità di missione - Italia sicura (giu 2014) - Governatori /Commissari che possono
autorizzare interventi in sostituzione di visti, pareri, autorizzazioni, nulla osta ed ogni
altro provvedimento
(Liguria!)
Un cambio di cultura?
11. RIPARTIAMO ALMENO DA ALCUNI CAPISALDI:
•il bacino idrografico
•le autorità di bacino
(ora pilastri delle direttive europee erano presenti nella L.183/89 sulla
difesa del suolo)
12. RIVALUTIAMO LA MEMORIA IMPARIAMO LE LEZIONI ricominciamo da
luoghi simbolo, evocativi (Piave, Genova, Messina, Arno….), attraverso
bandi di idee per promuovere le migliori e più innovative proposte per
definire dei modelli nuovi che ci consentano di adattarci ai Cambiamenti
Climatici, a metterci in sicurezza e a migliorare ambiente e paesaggio
15. • FAVORIRE UN’AMPIA E DIFFUSA AZIONE DI
RINATURAZIONE per garantire la tutela e il
ripristino dei servizi ecosistemici.
• PROMUOVERE la MANUTENZIONE DEL
TERRITORIO.
STRATEGIA NAZIONALE DI ADATTAMENTO AI
CAMBIAMENTI CLIMATICI
APPLICARE LE DIRETTIVE VUOL DIRE ADATTAMENTO
AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
16. DA UNA PARTE LO STATO
CHE DEVE APPLICARE LA LEGGE, LE
NORMATIVE EUROPEE
CHE DEVE FORNIRE STRUMENTI ADEGUATI
ALLE AAPP
DALL’ALTRA GLI ENTI LOCALI, I COMUNI CHE
POSSONO E DEVONO FARE MOLTO
17. • INCENTIVI, STRUMENTI….
• un nuovo strumento di fiscalità urbanistica che serva, da un lato, ad incentivare il
riutilizzo, il recupero, la realizzazione di sistemi di drenaggio urbano sostenibile e la riqualificazione di
suolo già urbanizzato e, dall’altro, renda fiscalmente più gravoso l’utilizzo di nuovo suolo non
urbanizzato mediante l’introduzione di uno specifico contributo;
• una rimodulazione del contributo di costruzione che ne preveda: 1) una
riduzione o esclusione per gli interventi edilizi in aree urbane sottodotate o degradate o per il
completamento di aree già urbanizzate nonché per gli interventi di recupero, riqualificazione,
riutilizzazione urbanistica o di ricostruzione edilizia a seguito di demolizione, 2) un raddoppio degli oneri
di urbanizzazione nel caso di opere compiute in aree di nuova urbanizzazione e stabilisca che i proventi
del contributo per l’utilizzo di nuovo suolo e gli oneri di urbanizzazione non possano essere utilizzati per
il finanziamento della spesa corrente;
• una misura mirata ad incentivare il riuso rendendo fiscalmente svantaggioso la
disponibilità di un patrimonio immobiliare inutilizzato o incompiuto, con l’obiettivo di agevolare la
circolazione dei beni, favorendo il trasferimento a favore dei soggetti che intendono recuperare o
riutilizzare i manufatti già esistenti anche attraverso l’esenzione dal pagamento dell’esazione municipale
propria per un periodo di tre anni. Infine bisogna dare finalmente il via ad una lotta senza quartiere
all’abusivismo edilizio rendendo più efficace e tempestivo l’iter delle demolizioni di tutte le opere
abusive costruite sul territorio nazionale.
19. Mozione Comuni per Parigi
• APPELLO dei Comuni ai Governi di tutto il Mondo perché sia
raggiunto un efficace ed equo accordo globale sul Clima a Parigi nel
2015.
• IMPEGNO dei Comuni a realizzare azioni nella propria città per
favorire la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e
quindi per azzerare le emissioni di anidride carbonica; diminuire
drasticamente l’uso di combustibili fossili ; dare speranza
all’economia del futuro adottando nuove strategie basate su
risparmio, efficienza ed energie rinnovabili, mobilità sostenibile;
realizzare azioni per la riduzione del rischio idrogeologico e il
ripristino della funzionalità ecologica del territorio come la
realizzazione di piani di drenaggio urbano sostenibile, il recupero di
zone di esondazione naturale lungo i corsi d’acqua o la
riforestazioni di aree urbane marginali e degradate
Editor's Notes
A seguito dell’incisione, ma anche di opere idrauliche e di cambiamenti d’uso del suolo, nell’ultimo secolo molti fiumi hanno subito anche un notevole restringimento.