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2014-10-30-ITS 2012 1722 RER-Riduzione emissioni inquinanti effetto serra da CO2

  • 1. Riduzione emissioni inquinanti effetto serra da CO2 L’approccio comportamentale Corso ITS 2012-1722-RER Giacomo Rossi 14/01/17 Giacomo Rossi 1
  • 2. 400 kg Vs 180 kg Maschio di orso bianco. In condizioni normali il suo peso è di circa 400 kg. 14/01/17 Giacomo Rossi 2 Orso bianco trovato morto di fame in Aprile 2013 nel sud delle isole Svalbard e ridotto poco più che pelle e ossa dopo aver nuotato per oltre 250 chilometri.
  • 3. Siamo qui grazie a due fotosintesi 14/01/17 Giacomo Rossi 3 Fotosintesi ozono stratosferico ossigeno + ultravioletti = ozono + calore 6 CO2 luce 6 H2O 6 O2 1 C6H12O6 Fotosintesi clorofilliana Luce + anidride carbonica + acqua = glucosio + ossigeno UV-C O2 + OO + O2O O3 + calore
  • 4. Genesi dei combustibili fossili 14/01/17 Giacomo Rossi 4 CO2 anabiosi + altissima pressione + temperatura tra 150° C e 200° C =
  • 5. Gestire l’energia 14/01/17 Giacomo Rossi 5 Il piano 20-20-20 è già stato superato.
  • 6. Il caso di studio 14/01/17 Giacomo Rossi 6
  • 7. Stato di fatto 190,80 kWh/m2 /anno Emissioni CO2 = 3.125.06 kg 14/01/17 Giacomo Rossi 7
  • 8. Simulazione cappotto + caldaia 110,40 kWh/m2 /anno Emissioni CO2 = 1.808,21 kg -1.316,85 kg di CO2 emessi 14/01/17 Giacomo Rossi 8
  • 10. L’approccio comportamentale ① Temperatura interna di 18° C Consumo reale su 5 anni: 1.142 m3 /anno Classe di appartenenza fittizia: D EPtot «fittizio»: 116,58 kWh/m2 /anno Emissioni CO2 = 2.169,80 kg -955,26 kg di CO2 emessi Proiezione Nazionale emissioni con «efficienza comportamentale» pari al 25% della mia: -3.700.000 tonnellate 14/01/17 Giacomo Rossi 10 116,58 kWh/m2 /anno
  • 11. L’approccio comportamentale ② Con il solo contributo degli autotrasporti circolanti a norma CdS l’emissione annuale di CO2 in atmosfera sarebbe di -34.272.025 tonnellate Anche il parco autovetture, se utilizzate a norma CdS, porterebbe un ulteriore beneficio alle emissioni individuabile in circa un -10%. 14/01/17 Giacomo Rossi 11
  • 12. L’approccio comportamentale ② Valore annuale puramente indicativo e approssimato di CO2 non emessa da autovetture italiane se circolanti a norma CdS -7.900.000 tonnellate 14/01/17 Giacomo Rossi 12
  • 13. L’approccio comportamentale ③ 10 milioni di persone che utilizzano un servizio simile a quello delle Case dell’Acqua significano -535.616 tonnellate di CO2 immesse in atmosfera. 14/01/17 Giacomo Rossi 13
  • 14. National Inventory Report 2014 14/01/17 Giacomo Rossi 14 17 milioni di tonnellate 45 milioni di tonnellate
  • 15. Fare di più si può e si deve Non subire passivamente le soluzioni che si studiano ma sentirle proprie e viverle. 14/01/17 Giacomo Rossi 15 Proporre ciò in cui si crede perché il risultato sarà senz’altro più efficace e credibile. Uscire dagli schemi perché a volte la soluzione anticonvenzionale è più efficace di quella convenzionale.
  • 16. Miliardi di miliardi di organismi viventi ringraziano per l’attenzione Corso ITS 2012-1722-RER Giacomo Rossi 14/01/17 Giacomo Rossi 16

Editor's Notes

  1. Per rinforzare il mio Inglese al livello B2, prerequisito all’ammissione all’esame ITS, ho trascorso l’estate 2013 studiando in una scuola di Brighton. Nei primi giorni dell’Agosto 2013 Ben Smith, uno dei miei insegnanti, mi fece vedere un articolo apparso su The Guardian e riguardante l’orso polare trovato morto di fame nel Sud delle isole Svalbard dopo aver nuotato per oltre 250 km. Sapeva che ero a Brighton per impratichirmi con l’Inglese a sufficienza per superare l’esame FCE prerequisito (poi non attuato) per l’accesso all’esame finale del corso ITS «Tecnico per l’approvvigionamento energetico e la costruzione di impianti» e mi domandò se il tema del mio corso avesse qualche attinenza con quell’orso.
  2. Prima del’azione su larga scala dei processi di fotosintesi, la quantità di CO2 in atmosfera era tra le 10 e le 200 volte superiore a quella attuale e quella dell’ossigeno trascurabile. In queste condizioni si sviluppò il processo che consentì (e tutt’ora consente) ai pigmenti contenuti nelle cellule delle piante di utilizzare la luce solare per comporre carbonio, ossigeno e idrogeno derivanti da anidride carbonica e acqua in glucosio e ossigeno. Sotto l’azione della radiazione solare, parte dell’ossigeno viene scisso e ricombinato formando ozono, molecola estremamente efficace nell’assorbimento della radiazione ultravioletta. Iniziano così a svilupparsi le condizioni grazie alle quali il pianeta Terra diventerà la culla della vita come noi la conosciamo.
  3. In condizioni di pressione e temperatura adeguate, la sedimentazione delle strutture organiche vegetali portò alla formazione del carbone da cui si stimano in relazione circa il 60% dei giacimenti petroliferi; da un simile processo di sedimentazione delle strutture organiche animali derivano invece petrolio e gas naturale. La combustione è una sorta di «reverse processing» di questi materiali durante il quale viene rilasciata in atmosfera l’anidride carbonica coinvolta nel processo di fissaggio durato milioni di anni. Il ciclo è assolutamente naturale e bilanciato. E’ l’intervento dell’Uomo, con le problematiche inerenti l’indistrializzazione e il conseguente enorme impiego di combustibili fossili, a rendere il «reverse processing» estremamente rapido e incompatibile con le capacità di adattamento proprie di moltissime specie viventi.
  4. Gestire meglio l’energia significa utilizzarne meno e produrre meno CO2. In quest’ottica rientrano le azioni previste dal piano Europeo 40-27-27 (miglioramento del 20-20-20) a cui l’applicazione della logica della piramide dell’energia da un potente contributo. Analizzare il consumo di energia è possibile solo individuando le realtà dove questa viene consumata; la misurazione delle strutture coinvolte in questa realtà consente di quantificarne la quantità. Dopo il confronto coi limiti definiti ottimali in vista del raggiungimento degli obbiettivi, è possibile definire delle azioni correttive. 1) Misurare e quantificare. 2) Contenere le dispersioni. 3) Migliorare i rendimenti. 4) Definire quando usare l’energia. 5) Sostituire con energia prodotta da FER; allo stato attuale della tecnologia il contribuo offerto dalle FER non è sufficiente a sostituire tutta l’energia derivante dall’uso dei combustibili fossili. Il problema della riduzione delle emissioni di CO2 è così importante che in data 23 e 24 Ottobre 2014, con documento EUCO 169/14, il Consiglio Europeo ha già stabilito l’obiettivo per il 2030 con -40% di CO2, +27% di risparmio energetico e +27% di FER.
  5. Edificio il cui progetto iniziò nel 1984 e la costruzione terminò nel dicembre 1993. Dimensioni 9,9 mt di larghezza, 11,40 mt di lunghezza, 6,6 mt di altezza. 1/4 del volume occupato da un piccolo appartamento, i rimanenti 3/4 sono l’altro appartamento dove viviamo mia moglie ed io. Isolamento muri perimetrali esterni con lastre da 4 cm di isolante, finestre a doppio vetro con infissi a taglio termico e tripla guarnizione, caldaia murale a metano non stagna da 31kW nominali, valvole termostatiche su radiatori in alluminio modello Faral Tropical, regolazione temperatura con cronotermostato Perry.
  6. L’applicazione dei parametri normativi di calcolo pone l’abitazione in classe F e restituisce: Un fabbisogno energetico annuo di 18.123 kWh, equivalenti a 1.870 m3 di metano, il cui costo è pari a 1.650 €; le emissioni sono pari ad un po’ più di 3 tonnellate l’anno.
  7. La simulazione eseguita prevedendo la realizzazione di una cappottatura esterna e la sostituzione della caldaia, restituisce un buon miglioramento considerata la tipologia di edificio di partenza e la spesa prevista ponendo l’abitazione in classe D. Si evidenzia un risparmio teorico di 1.316,85 kg/anno di emissioni di CO2 in atmosfera. Il problema però deriva dal dover procedere con un intervento dal costo preventivato di circa 20.000 €.
  8. L’analisi economica della tipologia dell’intervento, sviluppata su 20 anni prevede due opzioni, una non finanziata ed una finanziata. Ho posto il tasso d’inflazione pari al 2% l’anno e la perdita di prestazioni dei nuovi interventi pari allo 0,2% annuo. Nel caso del finanziamento ho valutato di richiedere alla banca l’intero importo da restituire in 15 anni ad un tasso d’interesse del 4,5%. Ho considerato l’opzione di incentivazione pari al 65% di detrazione IRPEF dell’intero importo di cui godere per 10 anni. Le valutazioni che ne derivano non sono così incoraggianti come il miglioramento delle prestazioni dalla Classe F alla Classe D lascerebbe presupporre e sia con l’intervento autofinanziato (10.000 € in 20 anni pari a 500 €/anno) sia in quello finanziato (2.000 € in 20 anni pari a 1000 €/anno) l’appetibilità dell’intervento lascia a desiderare lasciando spazio alle seguenti considerazioni. Non avendo un imponibile IRPEF non potrei beneficiare di nessuna detrazione; ne consegue che i Flussi di Cassa quindi Differenziale sarebbero sensibilmente peggiori. Non dispongo di una cifra tale da impiegare nell’investimento quindi necessiterei di un finanziamento bancario. Nessun istituto bancario si è mostrato disponibile ad erogarmi il finanziamento e quindi mi viene preclusa ogni possibilità d’intervento.
  9. Il non poter effettuare l’intervento oggetto della simulazione necessita di passare ad un approccio diverso. Individuati quali sono i settori dove è possibile intervenire per la riduzione dei consumi si inizia a definire quale modello di comportamento può essere utilizzabile. Le dispersioni dell’edificio sono la cosa fondamentale su cui è possibile intervenire. Il calore passa da un corpo caldo ad uno meno caldo e l’intensità di questo passaggio aumenta all’aumentare della differenza termica; riducendo la differenza di temperatura tra l’ambiente interno e quello esterno si rende questo passaggio meno efficace. Il ridurre la temperatura interna di un paio di gradi ha questo scopo. Altri contributi possono senz’altro venire da recupero delle acque piovane e dei sistemi di climatizzazione, dall’utilizzo di sistemi di illuminazione efficienti, dall’utilizzare le apparecchiature quando serve e per il tempo che serve, dalla scelta consapevole di apparecchiature aventi consumi minori, l’implementazione di forni o riscaldatori solari, l’oculata scelta dei prodotti da acquistare prediligendo quelli a filiera corta, l’uso di prodotti concentrati o solidi a discapito di quelli liquidi. Le cose che potrebbero essere fatte sono tantissime e occorrerebbe solamente riflettere un po’.
  10. La circolazione degli automezzi (autovetture e autotrasporti) è una grossa fonte di emissioni anche perché questi non vengono utilizzati secondo quanto prescritto dal Codice della strada; la circolazione a velocità talvolta sensibilmente superiori, porta incrementi dei consumi anche del 25-30%. Senza arrivare a condizioni estreme ma considerando solamente un miglioramento medio del 10-20% il traguardo direttamente ottenibile sarebbe consistente. Questo valore non tiene conto anche dei risparmi indiretti derivanti da tutto ciò che deriva dall’osservare il Codice della Strada, primo fra tutti il miglioramento delle condizioni di sicurezza della circolazione stradale. Il trattamento sanitario cui vanno aggiunti i costi sociali e non di 3.600 morti e 265.000 feriti di cui una parte invalidi permanenti, sono veramente cifre colossali; questo solo nel 2012. l’Educazione Stradale, al pari dell’Educazione Civica, avrebbe dovuto e dovrebbe avere un peso decisivo nel processo formativo dei giovani cittadini; questo dovrebbe essere un obbiettivo da raggiungere insieme a quelli derivanti dalle direttive Europee. Occorre non dimenticare mai che quei 34 milioni di tonnellate in più emesse, lo sono a fronte di comportamenti pesantemente sanzionabili anche penalmente. Le Leggi ci sono, non serve nulla in aggiunta ma solo l’applicazione di quello che già è presente e che funzionerebbe.
  11. Il calcolo è approssimativo in quanto mancano dati relativi al consumo di combustibili del solo parco autovetture; ma ponendo 36 milioni le automobili circolanti con una mercorrenza media annua di 12 mila chilometri si hanno 432 miliardi di chilometri annui percorsi. Con una media di emissioni di CO2 pari a 2,2 kg per litro o m3 e ponendo una percorrenza media di 12 km/litro o m3 per ogni autovettura si hanno 36 miliardi di litri e m3 di combustibile consumato. Calcolando un risparmio nei consumi pari al 10% si avrebbe una riduzione del consumo pari a 3,6 miliardi di litri e m3 corrispondenti a 7 milioni e 900 mila tonnellate di CO2 non emessa. Il Governo Belga ha già stabilito una riduzione delle velocità massime autostradali da 120 a 90 km/h e quello Tedesco ha stimato una riduzione dei consumi pari al 30% se si ponesse il limite di velocità a 120 km/h nei tratti autostradali dove questo non esiste. E l’Italia?
  12. I dati HERA forniscono valori che, seppure non consistenti come quelli relativi agli autotrasporti, sarebbero senz’altro da tenere in conto anche perché, consideando un minore traffico autostradale per il trasporto dell’acqua minerale, si avrebbe un ulteriore beneficio in termini di sicurezza stradale (meno traffico = meno pericolo). La cultura nell’utilizzare questo tipo di servizio passa per l’educazione del singolo cittadino, educazione che non può e non deve prescindere dalla Scuola Pubblica. Senz’altro un investimendo in termini di cultura Civica e Ambientale darebbe risultati a lungo termine, ma è indubbio che debba rappresentare un obbiettivo da perseguire. L’incentivo non è la soluzione al problema ma ne è solo la prima parte; l’incentivo non può essere erogato indefinitivamente perché perderebbe il suo significato intrinseco e inoltre il suo costo sociale non sarebbe trascurabile. La seconda parte della soluzione deve venire dalla cultura Sociale, Civica e Ambientale volta anche al corretto uso delle risorse, cultura che deve avere una efficacia anche maggiore dell’incentivo.
  13. L’impegno alle riduzioni delle emissioni di gas serra ratificato dal Presidente Ciampi con la Legge 120 del 1 giugno 2002 rischia di non essere pienamente raggiunto; se lo sarà questo avverà grazie alle compensazioni (di fatto non si riducono le emissioni ma ci si appoggia a qualcuno che opera «disinquinando» l’atmosfera da quelle emissioni). A facilitare il contenimento delle emissioni concorre anche il riassetto economico iniziato attorno al 2008, che ha portato una potente riduzione dei consumi ottenendo una indiretta riduzione delle emissioni. In condizioni di crescita standard mancherebbero ben più di 17 milioni di tonnellate. I soli esempi di risparmi evidenziati in questo breve studio consentirebbero non solamente di colmare pienamente il deficit Italiano, ma anche di andare ben oltre.
  14. Il Legislatore è intervenuto definendo norme e regole per contribuire al raggiungimento degli obbiettivi imposti. E’ mia convinzione che solo fortemente penalizzati dal riassetto economico e dal salvagente delle compensazioni si arrivi a raggiungere il traguardo fissato ma si può e si deve fare di più. La conoscenza di quello definito dalla Legge è condizione indispensabile per lo svolgimento di questo lavoro, ma non è sufficiente perché applicando solo le normative si rischia di non svolgere appieno il proprio vero lavoro, quello di «tecnici per l’energia» ma al fine di contribuire a risolvere un grosso problema ambientale. Ecco il perché di un approccio comportamentale che contempli, oltre allo studio delle metodologie definite dalle norme, anche la consapevolezza e la coscienza che di più si può e si deve fare.
  15. Grazie per l’attenzione.