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MUSICA MAESTRO!

Saverio Mercadante era un compositore o meglio era una statua che abitava in un piccolo
giardinetto.
Un bel mattino Saverio si svegliò e capì subito che non era un giorno come gli altri: una
classe di bambini lo osservava in lungo e in largo, di qua e di là, da sopra e da sotto! Non
sapeva se tacere e ascoltarli o urlare per farli scappare via.
A pensarci bene lui si annoiava a star da solo e gli sarebbe piaciuto conoscere gente,
chiacchierare un po’ e distrarsi.
Si fece coraggio e … - Ciao! Che cosa fate nel mio giardino? – chiese la statua.
- Ehi!… Tu parli? – si meravigliarono i bambini.
- Questa è la prima volta che lo faccio, non mi è mai successo di parlare con qualcuno e
neanche sapevo di poterlo fare.
    - Noi statue non parliamo troppo, anzi mai.
    - Invece a noi bambini piace tantissimo chiacchierare. Ti disturbiamo forse? –
        chiesero in coro.
Nell’incredulità generale la statua scese dal piedistallo e disse: - Niente affatto, ho appena
sentito che vorreste fare una passeggiata … vi accompagnerò io! Vorrei vedere posti
nuovi, lontano da questo giardino e dal teatro che vedete alle mie spalle. Porta il mio nome
ma da tanti anni ormai nessuno vi entra più! Non riesco a immaginare un posto più triste di
questo: sono solo in un giardino e per giunta vicino al mio teatro vuoto.
- Ora non sei più solo, però! – urlarono i bambini.
Mercadante era un uomo anziano, robusto e non molto alto, con un viso
dall’espressione severa e una strana barbetta che attirò la simpatia di tutti.
    - Come mai la tua barba è così strana, ce l’hai tutta sotto il mento e non sul
        viso! – esclamò Andrea.
    - Alla mia età non pretenderete che segua le vostre mode? – rispose risentito e
        quasi pentito di essere sceso dal suo piedistallo.
Per fortuna, spinto dal sorriso dei bambini e dalla loro curiosità, dimenticò subito l’affronto
subito, anche perché all’improvviso si udì una musica che si diffondeva ovunque e
proveniva proprio dall’interno del teatro.
Tutti insieme decisero di lasciar perdere le loro chiacchiere e pensarono di entrare a
vedere cosa stava succedendo. La statua si mise in testa al corteo e tutti i bambini dietro.
    - Cosa è successo? La musica proviene dal teatro. – I bambini erano entusiasti e
        Saverio sbalordito e incredulo: il teatro si era animato?
Oltrepassarono l’ingresso e … uno spettacolo li attendeva: le luci erano accese, i
fregi d’oro delle pareti luccicavano, le poltrone di velluto rosso erano tutte occupate
e una meravigliosa orchestra stava suonando una musica melodiosa.
- Ma allora Saverio ci ha mentito? – urlarono in coro i bambini.
    - Zitti, zitti sciocchini. Io sono un musicista serio e quello che vedete oggi è
        una sorpresa anche per me!
Aveva appena finito di parlare che la musica cessò all’improvviso.
Gli orchestrali buttarono i loro strumenti e si lasciarono cadere sfiniti sulle poltrone.
Tutta la gente in teatro esclamò: - Oooooooh! – Uuuuuuh!
Bisognava subito fare qualcosa. Mercadante e i bambini non persero tempo. Salirono
di corsa sul palco, Saverio era sul podio e i bambini tutti seduti al posto degli
orchestrali e con gli strumenti in mano.
Peccato che nessuno di loro avesse mai preso uno strumento in mano.
Mercadante dette l’avvio e i bambini cominciarono a suonare, purtroppo però non fu
musica quella che venne fuori ma solo un assordante frastuono.
- Buuuuuu! Viiiiiaaaaaaaa! Sciò! - Cominciarono ad urlare gli spettatori.
Solo l’ingresso di Rosa Bia placò la gente. Era spuntata da dietro il sipario ed era la
mamma di Saverio, con sé portava un enorme cesto da cui proveniva un profumo
che si diffuse per tutto il teatro. Dovete sapere che a rendere felice Mercadante e
tutti i bambini era il pensiero di poter mangiare un buon pezzo di focaccia calda,
calda.
Così fu, Rosa Bia aveva portato proprio la focaccia nel suo cesto e cominciò a
distribuirla generosamente.
Ne mangiarono tutti a volontà tra il pubblico, anche i musicisti che presto, dopo
essersi fatti una bella pancia, si rimisero in piedi.
Saverio non credeva ai suoi occhi i suoi amati compagni di banda erano
nuovamente pronti per farsi dirigere da lui, proprio come ai vecchi tempi e la gente
era silenziosamente in attesa.
Nessuno può immaginare la sua felicità in quel momento, un’orchestra di fronte a
lui e un teatro affollato.
    - Tic, tac e … via!- La musica iniziò e si diffuse nel teatro.
Mercadante sorrideva compiaciuto mentre gli applausi si facevano sempre più forti.
Tra sé pensava che di tutto questo avrebbe dovuto ringraziare San Cristoforo.

Quando il concerto finì, Saverio salutò i bambini e si recò nella vicina chiesa di San
Biagio. All’esterno, proprio alla sinistra dell’ingresso, si trovava l’affresco di San
Cristoforo, protettore dei viaggiatori. Si inginocchiò e gli chiese: - Sei riuscito a
realizzare un mio grande desiderio, ora ti chiedo di realizzare il mio sogno. Tanto
tempo fa composi una musica in onore del Re di Spagna gli piacque così tanto che mi offrì
un lavoro, purtroppo non andò tutto come avrei desiderato e dopo un po’ fui costretto a
ritornare in Italia.
Ora sono passati tanti anni ed io vorrei tornare a viaggiare e a dirigere un’orchestra in
Spagna.

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