39. R. Villano “Rudolf Vrba: il farmacologo del Protocollo di Auschwitz”. È in Biblioteche specialistiche, civiche e nazionali, tra cui: Ministero della Salute; Medica statale; Dipartimento Storia Culture e Civiltà DISCI - Scienze del Moderno, Storia, Istituzioni, Pensiero Politico - Bologna; nazionali: Roma, Firenze, Napoli, Braidense-Milano, Marciana-Venezia, Potenza; Storia moderna e contemporanea-Roma. (Chiron, ISBN 978-88-97303-10-7, CDD 920 VIL rud 2012, LCC CD 997, pp. 88, gennaio 2012);
5. Raimondo Villano - Tadeusz Pankiewicz: un Farmacista “Giusto tra le Nazioni” 7
Indice
Abstract IT 11
Abstract EN 13
Rudolf Vrba, il farmacologo del “Protocollo di Auschwitz” 15
Cronologia essenziale 79
Bibliografia essenziale 82
Articoli essenziali 83
Multimedia essenziali 83
Web-links essenziali 83
Profilo sintetico dell’autore 84
6. Raimondo Villano - Tadeusz Pankiewicz: un Farmacista “Giusto tra le Nazioni” 9
“Non c’è nulla che spaventi di più l’uomo
che prendere coscienza dell’immensità
di cosa è capace di fare e diventare”
Søren Aabye Kierkegarard
7. Raimondo Villano - Tadeusz Pankiewicz: un Farmacista “Giusto tra le Nazioni”10
LA DITTATURA È MORALMENTE CATTIVA
PERCHÉ CONDANNA I CITTADINI DELLO STATO,
CONTRO LA LORO MIGLIORE COSCIENZA,
CONTRO IL LORO CONVINCIMENTO MORALE,
A COLLABORARE CON IL MALE SE NON ALTRO CON IL SILENZIO.
ESSA SOLLEVA L’UOMO DALLA RESPONSABILITÀ MORALE
SENZA LA QUALE È SOLO LA METÀ, UN CENTESIMO DI UOMO.
ESSA TRASFORMA QUALSIASI TENTATIVO
DI PORTARE LA PROPRIA RESPONSABILITÀ UMANA
IN UN TENTATIVO DI SUICIDIO.
KARL POPPER
8. Raimondo Villano - Tadeusz Pankiewicz: un Farmacista “Giusto tra le Nazioni” 11
Abstract IT
Rosenberg/Vrba, deportato ad Auschwitz, riesuma cadaveri ebrei per l’incenerimento e
raccoglie dai nuovi arrivati beni spediti poi in Germania. A Birkenau calcola quanti
vivono e quanti sono uccisi, osservando i camion diretti alle camere a gas. Le notizie
sull’Olocausto non filtrano ancora. Nel 1944 fugge e con notabili ebrei clandestini
stende un rapporto noto come “Protocollo di Auschwitz”, primo resoconto sullo
sterminio di massa, esaminato anche al processo di Norimberga. I tempi di distribuzione
del rapporto sono controversi; accusa di omissione i leader ebrei ungheresi ma è
smentito dagli storici. Il rapporto, in effetti, lanciando un circostanziato allarme
indirettamente salva molte vite. Dopo la guerra è Farmacologo all’Accademia delle
Scienze di Praga, poi in Israele, Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada, scrive su riviste,
diventa Professore di Farmacologia, si distingue in ricerche sul diabete e sul cancro,
scrive un libro di sue memorie personali su Auschwitz tradotto in più lingue, ha ruoli
pubblici correlati agli eventi bellici ma è criticato dagli storici per alcune sue tesi e per il
metodo analitico su vari eventi.
9. Raimondo Villano - Tadeusz Pankiewicz: un Farmacista “Giusto tra le Nazioni” 13
Abstract EN
Rosenberg / Vrba, deported to Auschwitz, Jews resurrect scorpses for incineration
and collects the goods dispatched, then newly arrived in Germany. At Birkenau calculate
how many live and how many are killed, watching the trucks directly to the gas
chambers. The news of the Holocaust still do not filter. In 1944 the Jewish
leaders, clandestine escapes and extends a relationship known as “Auschwitz Protocol”,
on the first report of mass destruction, also looked at the Nuremberg trials. The time
distribution of the report are controversial; charges of failure to Hungarian Jewish
leaders but is denied by historians. The report, in fact, launching a detailed alarm
indirectly save many lives. After the war he Pharmacologist Academy of Sciences
in Prague, then in Israel, Great Britain, the United States and Canada, and writes
for magazines, becoming Professor of Pharmacology, is distinguished in research on
diabetes and cancer, wrote a book ofhis memoirs personal Auschwitz translated into
several languages, has public roles related to the war but criticized by historians for
some of his theses and the analytical method on various events.
10. Raimondo Villano - Tadeusz Pankiewicz: un Farmacista “Giusto tra le Nazioni” 37
solo una stima approssimativa: 1.765.000 ebrei tra l’aprile del 1942 e
l’aprile del 1944 (valutazione risultata troppo alta secondo gli ultimi studi).
La relazione contiene anche bozzetti e informazioni sul layout degli interni
e sulle operazioni delle camere a gas, sulla scorta delle informazioni che
Vrba e Wetzler hanno ricevuto dal Sonderkommando dove hanno lavorato,
ma vi sono varie imprecisioni(1)
. Lungi, comunque, dall’essere
invalidalidabile, lae imprecisioni confermano l’autenticità del rapporto in
quanto le descrizioni sono chiaramente basate su ciò che il testimoni hanno
in realtà visto e sentito(2)
.
_______________
(1) Jean-Claude Pressac, specialista sulla meccanica del delitto di massa, ha esaminato la
relazione concludendo che, mentre la relazione è “poco affidabile ed anche sbagliata su
alcuni punti, ha il merito di descrivere esattamente il processo di gassificazione nel tipo II
/ III Krematorien a partire da metà marzo 1943, mentre si compie l’errore di
generalizzare le descrizioni e il metodo operativo relativo ai Krematorien IV e V.
(2) Gli studiosi, in effetti, concordano sul fatto che la descrizione dei crematori nel
consiglio di guerra per i rifugiati contiene degli errori ma, date le condizioni alle quali le
informazioni sono state ottenute, la mancanza di formazione in architettura di Vrba e
Wetzlar nonché le condizioni in cui la relazione è stata redatta, sarebbe stato sospetto se
non fossero presenti errori. Il Karny scrive che la relazione è un documento storico
prezioso perché fornisce informazioni note solo ai detenuti, la maggior parte dei quali
sono morti, tra cui, per esempio, che le forme di scarico sono state allestite per i
prigionieri che furono gassati, indicando che i tassi di mortalità nel campo sono stati
deliberatamente falsificati.
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I più completi resoconti su quanto avviene dentro al campo di Auschwitz-
Birkenau, in effetti, sono ottenuti in occasioni diverse da 5 fuggitivi.
Questi si sono trovati nella condizione di conoscere i meccanismi di
funzionamento della vita e della morte nel campo perché 4 di essi hanno
svolto funzioni amministrative (Blockschreiber) in diversi blocchi del
campo e uno di loro ha ricoperto la posizione di anziano del blocco
(Blockaeltester). I rapporti complessivamente sono tre: uno stilato dal
Maggiore dell’esercito polacco Jerzy Tabeau, fuggito il 19 novembre 1943;
uno stilato da due ebrei slovacchi, Rudolf Vrba e Alfred Wetzler, fuggiti
insieme il 7 aprile 1944; un altro stilato da Arnost Rosin e Czeslaw
Mordowicz, rispettivamente slovacco e polacco, fuggiti insieme il 27
maggio 1944.
La relazione di Rudolf Vrba e Alfred Wetzler diventa nota come il
“Protocollo di Auschwitz”. È il primo dettagliato resoconto sul
meccanismo dello sterminio di massa applicato a Birkenau, luogo in
precedenza quasi totalmente ignoto agli osservatori occidentali. Il proposito
del rapporto è di informare il mondo occidentale ed indurlo ad intervenire.
I tempi di distribuzione della relazione, tuttavia, diventano fonte di
controversie.
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Entro la fine di aprile del 1944 il rapporto raggiungerebbe i leader delle
comunità ebraiche a Bratislava e a Budapest. In Ungheria, dove dal 15
maggio sono iniziate le massicce deportazioni verso Auschwitz, il rapporto
inizia a circolare solo nel giugno successivo, mentre in Slovacchia esso è
subito consegnato dai due leader, il rabbino Michael Dov Weissmandel e
Gisi Fleischmann, a Giuseppe Burzio, l’Incaricato d’Affari Vaticano a
Bratislava. Il 20 giugno anche Vrba incontrerebbe il
Legato Vaticano Monsignor Mario Martilotti al monastero Svaty
Jur. Sembra che Monsignor Burzio mandi il rapporto in Vaticano il 22
maggio del 1944 ma che questo raggiunga effettivamente la destinazione
per via Svizzera solo alla fine di ottobre. Un’altra copia del rapporto Vrba-
Wetzler, inviato tramite la resistenza slovacca, raggiunge Jaromir Kopecki,
rappresentante diplomatico del governo slovacco in esilio di stanza in
Svizzera.
Il messaggio, comunque, raggiunge il segno: Kopecki si mette subito in
contatto con Fritz Ulmann, rappresentante dell’Agenzia Ebraica e con il
segretario del Congresso Mondiale Ebraico Gerhart Riegner a Ginevra.
Nello stesso tempo fa’ pervenire il rapporto, come richiesto da
Weissmandel e Fleischmann, insieme alla loro lettera datata 22 maggio
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1944, al rabbino Shoenfeld di Londra. La distruzione dell’ebraismo
ungherese è ormai inesorabilmente in corso e Kopecki include nel
messaggio i suggerimenti dei due leader slovacchi: che il Foreign Office
informi gli altri governi alleati, soprattutto quelli che hanno loro cittadini
rinchiusi nel campo e che indirizzi un ammonimento ai tedeschi e agli
ungheresi secondo cui gli Alleati che sono nelle mani dei tedeschi
avrebbero subito delle ritorsioni; che si bombardino i crematori,
distinguibili dalle alte ciminiere e dalle torrette di guardia; che si
bombardino le maggiori vie di comunicazione tra la Slovacchia e l’Ukraina
sub-carpatica; che si usi il rapporto per una larga campagna di
sensibilizzazione, senza citarne la fonte; che si rendano pubblici gli
ammonimenti ai tedeschi e agli ungheresi; che si chieda al Vaticano di
pronunciare una dura condanna pubblica; che il Foreign Office britannico
informi il Congresso Mondiale Ebraico e l’Agenzia Ebraica di Londra(3)
.
Il 26 maggio, Kopecki, manda un estratto del rapporto anche al governo
cecoslovacco in esilio a Londra aggiungendovi la testimonianza di un terzo
transfuga da Auschwitz, Jerzy Tabeau, l’ufficiale dell’esercito polacco che
_______________
(3) “Destinazione Auschwitz” (cd-rom), Proedi, Milano, 2000.
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il 19 novembre del 1943 è riuscito ad evadere con l’assistenza della
Resistenza del campo(4)
.
Con il “Protocollo di Auschwitz”, dunque, la specificità di ciò che sta
accadendo a Birkenau, la parte di Auschwitz dedicata allo sterminio,
comincia ad emergere dettagliatamente in tutta la sua drammaticità ed
imponenza all’attenzione generale.
Appare chiaro, ad esempio, di come sia stata la costruzione di una ferrovia
a dare funzionalmente un nuovo grande impulso alle camere a gas, attuando
un gigantesco trasporto di massa di esseri umani.
Anche se non si rende di pubblico dominio il rapporto, dunque, esso
risulterebbe comunque diffuso. Lo storico israeliano Yehuda Bauer, infatti,
scrive che Rudolf Kastner, un avvocato ebreo giornalista e di fatto capo
degli aiuti sionisti dà una copia a Geza Soos, funzionario del ministero
degli Esteri ungherese, che gestisce un gruppo di resistenza, non appena lo
riceve, intorno al 28 aprile. Soos lo dà a Joszef Elias, capo di
un’organizzazione missionaria protestante, e la sua segretaria Maria
Szekely lo traduce in ungherese e ne prepara sei copie (anche se Vrba,
invece, afferma che è già stato tradotto in ungherese da
Krasniansky). Queste copie giungono a vari funzionari ungheresi.
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Ma i leader ebrei ungheresi, secondo Vrba, non provvederebbero a lanciare
un allarme: un presunto errore che è stato a lungo dibattuto.
Vrba, in effetti, sosterrà fino alla fine della sua vita che è plausibile che i
dirigenti, anche se i motivi di un tale comportamento sarebbero complessi e
poco chiari, temevano di mettere a repentaglio una estrema trattativa
segreta con Adolf Eichmann per salvare almeno una certa quantità
ebrei. Vrba sostiene, infatti, che il rapporto sia stato deliberatamente
_______________
(4) Insieme ad un compagno di prigionia, Roman Cieliczko, è riuscito a raggiungere il
Governatorato Generale. A Zakopane, Cieliczko si è congiunto con una unità partigiana,
mentre Tabeau ha proseguito verso Cracovia dove è entrato in contatto con la
combattente antinazista Teresa Lasocka-Estreicher. Questa, attivamente coinvolta
nell’aiuto ai detenuti di Auschwitz, è in contatto con la Delegazione locale del Governo
polacco in esilio a Londra. A Cracovia, in dicembre, Tabeau stende il suo rapporto su
Auschwitz-Birkenau. Kopecki si mette poi in contatto, assieme a Riegner, sia con il
rappresentante a Londra del War Refugee Board, sia con il Comitato della Croce Rossa
Internazionale. Questa volta Kopecki è in grado di dare notizie anche delle tragiche
deportazioni dall’Ungheria, iniziate il 15 maggio che il rapporto Vrba-Wetzler non da
perché precedente a tale avvenimento. In effetti due altri ebrei sono riusciti a fuggire da
Auschwitz il 27 maggio e hanno raggiunto la Slovacchia il 6 giugno 1944 rifacendo lo
stesso percorso di Vrba e Wertzler. Sono il polacco Czeslaw Mordowicz e il
cecoslovacco Arnost Rosin che producono un resoconto dei primi arrivi degli ebrei
ungheresi e della loro uccisione di massa. Essi si incontrano anche con Vrba e Wetzler
nel loro rifugio a Liptovsky Svaty Mikulas, ai piedi dei monti Tatra.
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tenuto riservato al fine di non compromettere un complesso, e, in
definitiva, inutile negoziato tra il Comitato e Eichmann, l’ufficiale delle
SS responsabile delle deportazioni degli ebrei di Ungheria, per scambiare le
vite degli ebrei a fronte di denaro, 10.000 camion e altri beni: la cosiddetta
trattativa “sangue per le merci”. Vrba nel suo libro sostiene che Kastner
secreta i documenti e mostra il rapporto ad Eichmann chiedendogli se
quanto descritto sia vero; Eichmann avrebbe negato ma, resosi conto che il
contenuto del rapporto non è ancora diffuso, avrebbe accelerato le
deportazioni ungheresi e, nel contempo, avrebbe emesso anche una pesante
taglia sulla testa di Vrba. Rudolf Vrba ritiene, quindi, che molti dei 437.000
ebrei ungheresi inviati ad Auschwitz tra il 15 maggio e il 7 luglio 1944
avrebbero resistito o si sarebbero nascosti se avessero saputo che dovevano
essere uccisi e non reinsediati.
Egli, infatti, scrive: “È mia convinzione che un piccolo gruppo di persone
informate, con il loro silenzio, ha privato altri della possibilità o del
privilegio di prendere le proprie decisioni di fronte al pericolo mortale”.
Vrba scrive nelle sue memorie che, come i tedeschi stavano preparando le
deportazioni di massa ad Auschwitz, le comunità ebraiche in Slovacchia e
in Ungheria hanno mal riposto la loro fiducia sia nella leadership sionista
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che in leaders ebrei ortodossi. I nazisti erano consapevoli di questo è,
perciò, hanno attirato i membri della comunità in diversi negoziati,
presumibilmente progettati per condurre al rilascio di alcuni, o anche la
maggior parte degli ebrei, ma probabilmente considerati dai nazisti
esclusivamente quale stratagemma per rasserenare la leadership ebraica e
non diffondere il panico.
In effetti, il primo incontro di Kastner con Eichmann si svolge il 25 aprile
1944 e tre giorni dopo, il 28 aprile, il primo convoglio di ebrei ungheresi
parte per Auschwitz; si può credere, dunque, che abbia già ricevuto una
copia del rapporto Vrba-Wetzler, e, quand’anche, non in tedesco ma già
tradotto in ungherese?
La maggior parte degli storici dell’Olocausto è in disaccordo con
l’interpretazione sostenuta da Vrba circa le azioni riprovevoli della
leadership slovacca e ungherese ebraica. L’autorevole storico israeliano
Yehuda Bauer, ad esempio, confuta scrivendo che quando è stato redatto il
rapporto era, comunque, già troppo tardi per qualsiasi azione in grado di
influenzare i piani di deportazione dei nazisti Bauer mette in guardia sulla
necessità di distinguere tra la ricezione di informazioni e la loro
“internazionalizzazione”, sostenendo che questo è un processo complicato;
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26. Raimondo Villano - Tadeusz Pankiewicz: un Farmacista “Giusto tra le Nazioni” 53
d’altro canto, poi, riflette sul fatto che “durante l’Olocausto, innumerevoli
persone hanno ricevuto informazioni e le hanno respinte, soppresse o
razionalizzate, sono stati nella disperazione, senza possibilità di agire su di
esse, o apparentemente hanno interiorizzato e poi si comportavano come se
non le avevano mai ricevute”.
Il 6 giugno 1944, il giorno della sbarco in Normandia o D-Day, altri due
internati ad Auschwitz, Arnost Rosin e Czeslaw Mordowicz, arrivano a
Zilina, riferendo di treni stracolmi di ebrei ungheresi che sono stati
massacrati.
Nel frattempo un’altra edizione del rapporto, abbreviata e in inglese, è
inviata il 19 giugno da Moshe Kraus dell’Ufficio palestinese a Budapest,
completo del racconto delle deportazioni dall’Ungheria, e raggiunge la
Svizzera. Essa conteiene la notizia che più di 430.000 ebrei sono stati
deportati dall’Ungheria verso Birkenau. Il rapporto arriva sotto gli occhi del
giornalista inglese Walter Garrett e da questo momento vari servizi sono
diffusi attraverso Radio Londra e vari articoli sul genocidio in atto ad
Auschwitz appaiono sulla stampa inglese e svizzera.
Il rapporto, poi, è inviato alla fine di giugno personalmente da Kopecki a
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Bibliografia essenziale
Rudolf Vrba, “Fuga da Auschwitz: io non posso perdonare”, Loening,
Monaco di Baviera, 1964;
Martin Gilbert, Auschwitz e gli Alleati, Rinehart e Winston, New York, 1981;
Encyclopedia of the Holocaust, Il rapporto Vrba Wetzler, volume I, , Israel
Gutman, editor in Chief, C. 1990, Macmillan Publishing Co. (New York),
ISBN 0-02-896090-4;
Henryk Swiebocki (Hg.), Londra informata, 1997, ISBN 83-85047-64-6.
(contenente, tra l’altro il rapporto Vrba Wetzler completo con note
dell’editore);
Rudolf Vrba, Quando il Canada era in Auschwitz, Piper, Monaco di Baviera
1999;
Ruth Linn, Genocidio e politica del ricordo: il senza nome e gli eroi
dell’Olocausto, Journal of Genocide Research 5 (2003) 565;
Ruth Linn: Fuggire Auschwitz. Una cultura di dimenticare, Cornell
University Press, 2004.
28. Raimondo Villano - Tadeusz Pankiewicz: un Farmacista “Giusto tra le Nazioni” 83
Articoli essenziali
Douglas Martin, “Rudolf Vrba, 81, Auschwitz Witness, Dies”, The New York
Times, Europe, publ. 7 aprile 2006;
Multimedia essenziali
“Destinazione Auschwitz” (cd-rom), Proedi, Milano, 2000.
Web-links essenziali
Rudolf Vrba: Curriculum Vitae (www.pharmacology.ubc.ca/vrba/VrbaCV.pdf);
Wolf Oschliess: Rudolf Vrba, rifugiato da Auschwitz, testimone dell’Olocausto e
procuratore. (Basato su un colloquio con il Deutschlandfunk, Colonia, 27 gennaio
1996). www.shoa.de/content/view/108/202/;
Ruth Linn, Obituary Rudolf Vrba, The Guardian,
www.guardian.co.uk/secondworldwar/story/0. 1752845.00.html;
Website “Memorial and Museum Auschwitz-Birkenau”;
www.nytimes.com/2006/04/07/world/europe/07vrba.html;
www.economy-point.org/r/rudolf-vrba.html.
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Chi è nell’errore
compensa con la violenza
ciò che gli manca in verità”
Johann Wolfgang von Goethe
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