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II^ parte
               Sistemi per emodialisi

• Introduzione

• Il circuito extra-corporeo

• Il circuito idraulico




                               CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2




                                Emodialisi
   Per emodialisi (o dialisi extra-corporea) si intende un
   trattamento che rimuove i prodotti di rifiuto e l’eccesso di acqua
   che si accumulano nel sangue a causa dell’insufficienza renale.

   L’emodialisi è di solito un trattamento intermittente, svolto 3
   volte alla settimana, per la durata di 3 - 5 ore.

   La depurazione del sangue avviene fuori dal corpo, all’interno
   del filtro (il dializzatore). Al suo interno, il sangue viene a
   contatto con il liquido di dialisi (o dialisato), al quale cede le
   sostanze di rifiuto per diffusione e convezione. L’eccesso di
   fluido viene rimosso per ultrafiltrazione.

   Il liquido di dialisi può anche essere usato per normalizzare la
   composizione chimica del sangue (infusione di bicarbonato per
   diffusione).


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                                                                                                           1
Emodialisi: una breve storia (I)
Thomas Graham (Scozia, 1805-1869), padre del concetto di dialisi
(separazione di sostanze attraverso una membrana semi-
permeabile).

Il primo rene artificiale: John J. Abel et coll. (US, 1913). Dialisi
effettuata su animale (accesso artero-venoso).

La prima dialisi su persona umana (15 minuti): Georg Haas
(Germania, 1924).

La dialisi clinica: Willem J. Kolff (Olanda, 1943). Accesso venoso e
pressione idrostatica oppure accesso artero-venoso; filtro a rotolo di
cellophane; eparina.



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                    Emodialisi: una breve storia (II)

I primi effetti terapeutici:
1945.

Il primo dializzatore con
ultrafiltrazione
controllabile: Nils
Alwall (Lund, 1946).

La fistola artero-venosa
su conigli: Nils Alwall
(1960).

Shunt artero-venoso esterno di teflon: Belding H. Scribner (US,
1960). Prime applicazioni ai pazienti cronici.


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                                                                                                           2
Emodialisi: una breve storia (III)

Il primo sistema di dialisi: il dializzatore
di Frederik Kiil (Norvegia, 1960).
Accesso AV senza pompa; controllo T
del dialisato; scambio controcorrente.




Nascita delle prime industrie bio-medicali in Italia (1964).

La prima fistola artero-venosa impiantata chirurgicamente:
Brescia, Cimino, Appel e Hurwich (New York, 1966).

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                 Macchina per emodialisi
Una macchina per emodialisi (“Hemodialsys machine or
monitor”) è un dispositivo che permette di implementare un
trattamento di emodialisi, una volta definiti i parametri
(prescrizione). Quindi la macchina:
  convoglia il sangue verso il filtro e lo restituisce
  al paziente;
  prepara la soluzione di dialisi;
  regola lo scambio di liquidi fra sangue e
  dialisato;
  verifica la correttezza e la sicurezza di queste
  operazioni, misurando e controllando
  determinate grandezze del sangue e del
  dialisato;
  controlla l’efficacia del trattamento.

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                                                                                                        3
Schema di principio di una sistema per dialisi

                                             Circuito extra-corporeo
          Sangue arterioso
          Sangue venoso
          Liquido di infusione
          Dialisato fresco
          Dialisato post-filtro




                                             Dializzatore
 Bicart




              A

                                  Circuito idraulico

                                     CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2




                      Circuito extra-corporeo (EC)

Funzione:
trasporto sangue
Parametro
essenziale: flusso
sangue (QB).
Influenza il
trasporto di soluti
attraverso il filtro.
Forza propulsiva:
gravità, AV,
pressione
    ⇓
pompa sangue



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                                                                                                                 4
Circuito extra-corporeo (II)


             Sacca
           infusione
                                                                                               Rivelatore
                                                                                               pressione arteriosa


                                                              Linea venosa
                                                 Pompa                                           Rivelatore
             Camera                                                                              pressione venosa
           e rivelatore                        peristaltica
         fine-infusione                         arteriosa
                                                                                    Camera
                                 Camera                                             venosa
                                 pre-filtro                                                     Clamp
                                                              Camera                            venosa
                                                              arteriosa


  Pompa
peristaltica                                                                          Rivelatore
 infusione                                                                           Aria/schiuma
                                                                             Linea arteriosa


                          Dializzatore             Pompa/siringa eparina



                                                                              Misuratore di pressione
                                                                                arteriosa sistemica
                                                                               e frequenza cardiaca
                                                                                                             Paziente


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                               Circuito extra-corporeo (III)

 1 Linea arteriosa
 2 Linea venosa
 3 Camera
    d’espansione
    arteriosa
 4 Camera
    d’espansione venosa
 5 Membrane per
    misura di pressione
 6 Linee di infusione
    arteriosa
 7 Linea di infusione
    venosa
 8 Pompa eparina
 9 Pompa sangue
 10 Dializzatore (Filtro)


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                                                                                                                        5
La pompa sangue
La più usata è la pompa a rotazione peristaltica.
Caratteristiche tecniche (scelte di compromesso):
  n° dei rullini
  forza occlusiva
 stroke volume (Vs):
          QB = Vs * r
  r = velocità di rotazione
  QB = 0 ÷ 700 ml/min
     Vs = f (Part.pre)
     perdita di elasticità
     nel tempo
     flusso retrogrado se
     Part.post>occlusione
               ⇓
QB(effettivo) ≠ QB(teorico)

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                       Le camere di espansione
Non sarebbero strettamente richieste (favoriscono coaguli).
La camera venosa:
     storicamente serviva per la misura del flusso nei circuiti senza
     pompa (“bubble trap” o “camera di gocciolamento”);
     utile per inserire un trasduttore di pressione (controllo UF);
     presenta un filtro per trattenere eventuali particelle o coaguli.
La camera arteriosa:
     introdotta per catturare aria lungo la linea quando QB ↑ e Part ↓
                Procedura di priming (o riempimento)
Prima del trattamento, viene immessa soluzione fisiologica nel circuito
EC per lavarlo e rimuovere eventuale aria e particelle residue.

                    Procedura di anticoagulamento
Periodiche iniezioni di soluzione fisiologica oppure farmaci come
eparina, citrato o protamina. Si usano siringhe o pompe peristaltiche.
Portata: 0.1 - 5 ml/h; posizione: dopo la pompa sangue.
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                                                                                                       6
Monitoraggio di segnali per la sicurezza
L’uso di una pompa che crea pressioni positive e negative introduce
rischi aggiuntivi. Quelli principali per il paziente in dialisi sono:
  perdita di sangue nell’ambiente (QB = 5 ÷ 10% CO);
  perdita di sangue a causa di coagulazione;
  embolia gassosa.

A causa dell’importanza dei problemi di sicurezza:

                               STANDARD
Essi descrivono la tecnologia esistente (“stato dell’arte”). Sono
volontari, ma contengono indicazioni per limitare i rischi dei dispositivi
medicali.

                                  Rischio ↑                                  Dispositivi
    Tecnologia ↑
                                                                             aggiuntivi
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                       1. Monitoraggio della pressione (I)
Le pressioni nel circuito EC sono monitorate per 3 ragioni principali:
  rilevamento di distacco tubi/cannule;
  rilevamento ostruzioni causate da coaguli, pieghe, interruzioni;
  controllo della rimozione di fluido dal paziente.

Profilo di pressione
 in un circuito EC

Pressione venosa:
  è un sistema di
protezione limitativo;
  di solito si misura in
  : (pressione = caduta
sull’ago venoso +
pressione nella fistola);


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                                                                                                          7
1. Monitoraggio della pressione (II)
 Pressione venosa:
  sensibile alle perdite di sangue maggiori (a monte dell’ago); se si
  stacca l’ago, rischio di non rilevamento;
  rileva ostruzioni a valle del sensore (possibile rottura della linea).


 Pressione arteriosa (non richiesto):
  spesso misurata in           ; in passato in         per controllo UF;
   permette di calcolare il QB(effettivo) e rilevare pressioni molto < 0
  (date da ostruzioni o cattivo posizionamento dell’ago).

La pressione viene trasdotta attraverso una linea piena d’aria che
collega le camere d’espansione con il sensore.
Per evitare contaminazioni: membrane protettive (idrofobiche).
I sensori sono in genere di tipo elettronico.

                                  CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2




                                   2. Rivelatori d’aria
Embolia gassosa =
rischio più forte in dialisi
(controversia sui limiti:
pericolo per bolle ≈ ml).
L’aria può entrare in
circuito EC solo nel
tratto a pressione < 0:
(perdita nella linea
arteriosa o sfilamento
ago arterioso).
Gli standard richiedono
di inserire un rivelatore d’aria nel tratto di linea venosa.
Azione in caso di rilevamento: interruzione pompa sangue E chiusura
della linea venosa attraverso una elettro-pinza (clamp).
Posizione rivelatore: sulla camera venosa oppure lungo la linea.
Principio di funzionamento: sensori fotoelettrici; capacitivi; ultrasonici.
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                                                                                                              8
Dialisi con ago singolo (I)
• Modalità nata circa 25 anni fa, poco diffusa (a parte Belgio e UK);
• usata in caso di problemi di accesso: con un solo ago o con
  catetere (ma poi catetere a doppio lume).
Vantaggi:
  dialisi pediatrica o di emergenza.
Svantaggi:
  QB minore;
                    Efficienza ↓
  ricircolo ↑;
  maggiori componenti meccanici;
  uso di camere supplementari di espansione (consigliabile);
  problemi aggiuntivi di sicurezza.


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                     Dialisi con ago singolo (II)

Vi sono due tipi principali di modalità con ago singolo:
pompa (sangue) singola o doppia
                          Pompa singola (SP):
                           azione continua con doppia clamp (Part << 0)
                           azione
                           intermittente
                           con clamp
                           venosa
                           (inefficienza)
                           fasi
                           comandate
                           da tempo o
                           da
                           pressione.


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                                                                                                      9
Dialisi con ago singolo (III)

 Pompa doppia (DP):
 le pompe lavorano alternativamente,
 comandate dalla pressione nella camera
 d’espansione. Si può usare solo una
 clamp.




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                         Dialisi con ago singolo (IV)
Flusso
              Ta
 Qa
         Va
                        Tv’ Tv’’                 Tempo

                   Vv                              Qa, Ta              Ciclo arterioso
                                                   Qv’, Tv’   Ciclo venoso, DP
 Qv’
                                                   Qv’’, Tv’’ Ciclo venoso, SP

Vs = QB * T stroke volume; Va = Vv (no accumulo)
Se Qa e Qv costanti: Qmedio = Qa* Qv/(Qa+ Qv)
Durante il ciclo venoso, Qv’’ (SP) non è costante: ciò porta ad
avere Tv’’ > Tv’ (efficienza del trattamento).
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                                                                                                          10
Circuito idraulico
La prima funzione del circuito idraulico è di erogare il liquido di dialisi
al dializzatore secondo specifiche condizioni di concentrazione,
temperatura, pressione, flusso.
Inoltre, il circuito idraulico monitorizza e, in genere, controlla le
pressioni e i flussi al dializzatore per la rimozione del fluido.
 Ingresso acqua                           Schema a blocchi:
      Controllo
      pressione
        acqua        Deareazione                                        Dializzatore
                           e                 Dosaggio
                    riscaldamento           concentrati
                                            e controllo
                                           conducibilità
                                                                          Controllo
                                                                       ultrafiltrazione

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  Sistemi di erogazione del liquido di dialisi (I)
I sistemi di erogazione del liquido di dialisi si dividono in:
  ricircolanti o a passo singolo
  singolo paziente o distribuzione centralizzata.

Sistemi ricircolanti
I primi ad essere usati.
                                                                            Pompa UF
  efficienza ridotta (ricircolo dialisato);
  proliferazione batterica            Pompa
    ⇒ T ↓ ⇒ scambi ↓                  dialisato



                                                            Tanica
                Accesso                                    dialisato
               vascolare         Filtro




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                                                                                                         11
Sistemi di erogazione del liquido di dialisi (II)
Per migliorare l’efficienza si usa un volume più piccolo che viene
riempito periodicamente.
                                     V2               V4




             Scarico
                                                                                       Accesso
                                                                     Filtro           vascolare

                                                    Pompa
                                                    dialisato
                                                                                 Pompa UF
           Preparatore
            dialisato
                                     V1               V3


  Perdita di tempo per svuotare e riempire il circuito.


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            Sistemi di erogazione del liquido di dialisi (III)
Sistemi a passo singolo
E’ oggi il più diffuso. Il liquido di dialisi è pompato al filtro e, dopo un
singolo passo, è pompato fuori. La soluzione di dialisi viene preparata
di continuo (ridotta proliferazione batterica e dialisi a 37°C).




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                                                                                                         12
Sistemi di controllo dell’ultrafiltrazione
                       1. Controllo della pressione
I primi ad essere usati. Basati sulla pressione di transmembrana:
TMP = (PB.in + PB.out)/2 - (PD.in + PD.out)/2
UFR = UFK * TMP        con UFR portata di ultrafiltrazione (UF)
                       UFK coefficiente di ultrafiltrazione del filtro.
Se UFK noto e costante,
UF dipende solo da TMP.
                                    UFR
                                   Control
Problemi:                           unit

  TMP non stimato in modo                                         dialyzer

completo e preciso;
  occorre tener conto della
pressione osmotica;
  UFK dipende da vari
parametri (ad es. Hct).

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                       1. Controllo della pressione
Sistemi usati finché dializzatori a basso flusso (UFK < 10 ml/h*mmHg).
  Ora i filtri hanno permeabilità più alte (20 < UFK < 60 ml/h*mmHg)
                                     ⇓
          alte risoluzioni per TMP, ma rischio di continui allarmi
                 ⇓
Controllo non più sufficiente;
  si misura direttamente la
               UFR
                 ⇓
 rimozione accurata (± 200
  g), continua e predicibile.
3 sono i tipi di controllo della
portata di ultrafiltrazione:
  sistemi a circuito chiuso;
  a flussimetri;
                                      Cambiamento di TMP per un errore di UF = 0.5 l/h
  volumetrici
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                                                                                                           13
Pressione di transmembrana




Con i filtri ad alta permeabilità c’è la possibilità di avere, accanto ad
un’alta ultrafiltrazione, anche una quota di filtrazione inversa (da
liquido di dialisi a compartimento ematico)
                                       ⇓
  potenziale rischio di intossicazione e infezione + insufficiente UF
Rimedi possibili: fissare un limite adeguato di pressione di TMP,
oppure sterilizzazione del liquido di dialisi.
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                        2. Sistemi a circuito chiuso

Sistemi costituiti da un contenitore
chiuso in cui il liquido di dialisi
ricircola (cfr. sistemi ricircolanti). Da
esso si estrae l’ultrafiltrato per
mezzo di un condotto in depressione
oppure attraverso una pompa.
L’accuratezza dipende solo da
quella della pompa UF.
In alcune versioni più moderne il
liquido di dialisi è sostituito
periodicamente da liquido fresco.
Essendo il sistema rigido, ciò che
viene estratto deriva dal paziente.
Sistemi non più usati (cfr. problemi citati sopra su ricircolo dialisato).

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                                                                                                          14
3. Controllo con misura di flusso
Il flusso in ingresso e uscita
dal filtro viene misurato da
due flussimetri, D1 e D2.                  UFR
                                          Control
                                           unit
                                                                          dialyzer
QD2 - QD1 = UFR
La differenza dei flussi è
l’ingresso ad un controllo in
retroazione della pompa
effluente.
Alternativa: pompa UF in
parallelo al flussimetro in
uscita (in questo caso QD1 deve essere uguale a QD2).
Solitamente si usano tre tipi di flussimetri: elettromagnetici, a turbina,
Coriolis. Per un buon controllo UF è necessario tenere puliti i flussimetri e
calibrarli anche intra-dialiticamente (modalità bypass).

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                    4. Sistemi a controllo volumetrico (I)
Sistema basato su
                                                                      UFR
una camera di                                                        Control
                                                                      unit
bilanciamento che
crea un sistema
                             fresh
temporaneamente            dialysate                                      dialyzer

chiuso, ma senza
ricircolo di dialisato.      spent
                           dialysate

Nella camera vi
sono 2 comparti,
divisi da una
membrana, che si
riempiono e
svuotano di liquido fresco e usato alternativamente. Una fase si usa per
riempire e svuotare la camera, l’altra per fare fluire il dialisato nel circuito.
Poiché il volume del sistema non cambia, il flusso pompato dalla pompa
UF viene rimosso dal paziente.
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                                                                                                                   15
4. Sistemi a controllo volumetrico (II)
Per ottenere un flusso di
dialisato più uniforme, si usano
due camere di bilanciamento:
il fluido circola attraverso la
prima mentre la seconda è
riempita.
La dimensione della camera è
importante: il flusso pulsatile è
ugualmente efficiente di quello
continuo se il volume degli
impulsi è < di quello del filtro.
In questo modo si può evitare
l’uso di una seconda camera.




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           Circuito idraulico: altre funzionalità (I)
  Riscaldamento dell’acqua
  Ragione principale del riscaldamento a 36 ÷ 42°C: evitare di far
  perdere al paziente energia termica. La temperatura viene poi
  controllata a valle della diluizione con i concentrati.

  Deareazione
  Scopi:
    evitare di trasferire aria al sangue (raro);
    l’aria nel filtro ne riduce la superficie efficace;
    il controllo dell’UF, se volumetrico, risente dell’aria nel circuito.
  Si effettua attraverso riscaldamento e/o depressione dell’acqua.

  Monitoraggio delle pressioni
  I trasduttori per il liquido di dialisi sono simili a quelli del circuito extra-
  corporeo. In questo caso essi sono disposti in linea piuttosto che in
  derivazione, per evitare di avere aree stagnanti.
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                                                                                                            16
Circuito idraulico: altre funzionalità (II)
Dosaggio dei concentrati
Il liquido di dialisi viene prodotto miscelando acqua con sali o
concentrati liquidi secondo opportuni livelli di diluizione.
L’operazione si effettua attraverso un controllo in retroazione sulla
conducibilità elettrica del dialisato che agisce sulla velocità delle
pompe di aspirazione dei concentrati. Il controllo della conducibilità è
fatto insieme a quello sulla temperatura.

Rivelatori di perdite sangue
A causa di perdite o rotture nella membrana del dializzatore, il
paziente può perdere anche importanti quantità di globuli rossi. Per
limitare questo rischio, si posizionano dispositivi ottici che rivelano
presenza di globuli rossi nel circuito idraulico a valle del dializzatore.

Disinfezione del circuito di erogazione del liquido di dialisi
Per prevenire contaminazione e proliferazione batterica del dialisato.
Può essere termica (acqua a 90 - 95°C) oppure chimica.
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                                                                                                       17

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  • 1. II^ parte Sistemi per emodialisi • Introduzione • Il circuito extra-corporeo • Il circuito idraulico CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Emodialisi Per emodialisi (o dialisi extra-corporea) si intende un trattamento che rimuove i prodotti di rifiuto e l’eccesso di acqua che si accumulano nel sangue a causa dell’insufficienza renale. L’emodialisi è di solito un trattamento intermittente, svolto 3 volte alla settimana, per la durata di 3 - 5 ore. La depurazione del sangue avviene fuori dal corpo, all’interno del filtro (il dializzatore). Al suo interno, il sangue viene a contatto con il liquido di dialisi (o dialisato), al quale cede le sostanze di rifiuto per diffusione e convezione. L’eccesso di fluido viene rimosso per ultrafiltrazione. Il liquido di dialisi può anche essere usato per normalizzare la composizione chimica del sangue (infusione di bicarbonato per diffusione). CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 1
  • 2. Emodialisi: una breve storia (I) Thomas Graham (Scozia, 1805-1869), padre del concetto di dialisi (separazione di sostanze attraverso una membrana semi- permeabile). Il primo rene artificiale: John J. Abel et coll. (US, 1913). Dialisi effettuata su animale (accesso artero-venoso). La prima dialisi su persona umana (15 minuti): Georg Haas (Germania, 1924). La dialisi clinica: Willem J. Kolff (Olanda, 1943). Accesso venoso e pressione idrostatica oppure accesso artero-venoso; filtro a rotolo di cellophane; eparina. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Emodialisi: una breve storia (II) I primi effetti terapeutici: 1945. Il primo dializzatore con ultrafiltrazione controllabile: Nils Alwall (Lund, 1946). La fistola artero-venosa su conigli: Nils Alwall (1960). Shunt artero-venoso esterno di teflon: Belding H. Scribner (US, 1960). Prime applicazioni ai pazienti cronici. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 2
  • 3. Emodialisi: una breve storia (III) Il primo sistema di dialisi: il dializzatore di Frederik Kiil (Norvegia, 1960). Accesso AV senza pompa; controllo T del dialisato; scambio controcorrente. Nascita delle prime industrie bio-medicali in Italia (1964). La prima fistola artero-venosa impiantata chirurgicamente: Brescia, Cimino, Appel e Hurwich (New York, 1966). CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Macchina per emodialisi Una macchina per emodialisi (“Hemodialsys machine or monitor”) è un dispositivo che permette di implementare un trattamento di emodialisi, una volta definiti i parametri (prescrizione). Quindi la macchina: convoglia il sangue verso il filtro e lo restituisce al paziente; prepara la soluzione di dialisi; regola lo scambio di liquidi fra sangue e dialisato; verifica la correttezza e la sicurezza di queste operazioni, misurando e controllando determinate grandezze del sangue e del dialisato; controlla l’efficacia del trattamento. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 3
  • 4. Schema di principio di una sistema per dialisi Circuito extra-corporeo Sangue arterioso Sangue venoso Liquido di infusione Dialisato fresco Dialisato post-filtro Dializzatore Bicart A Circuito idraulico CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Circuito extra-corporeo (EC) Funzione: trasporto sangue Parametro essenziale: flusso sangue (QB). Influenza il trasporto di soluti attraverso il filtro. Forza propulsiva: gravità, AV, pressione ⇓ pompa sangue CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 4
  • 5. Circuito extra-corporeo (II) Sacca infusione Rivelatore pressione arteriosa Linea venosa Pompa Rivelatore Camera pressione venosa e rivelatore peristaltica fine-infusione arteriosa Camera Camera venosa pre-filtro Clamp Camera venosa arteriosa Pompa peristaltica Rivelatore infusione Aria/schiuma Linea arteriosa Dializzatore Pompa/siringa eparina Misuratore di pressione arteriosa sistemica e frequenza cardiaca Paziente CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Circuito extra-corporeo (III) 1 Linea arteriosa 2 Linea venosa 3 Camera d’espansione arteriosa 4 Camera d’espansione venosa 5 Membrane per misura di pressione 6 Linee di infusione arteriosa 7 Linea di infusione venosa 8 Pompa eparina 9 Pompa sangue 10 Dializzatore (Filtro) CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 5
  • 6. La pompa sangue La più usata è la pompa a rotazione peristaltica. Caratteristiche tecniche (scelte di compromesso): n° dei rullini forza occlusiva stroke volume (Vs): QB = Vs * r r = velocità di rotazione QB = 0 ÷ 700 ml/min Vs = f (Part.pre) perdita di elasticità nel tempo flusso retrogrado se Part.post>occlusione ⇓ QB(effettivo) ≠ QB(teorico) CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Le camere di espansione Non sarebbero strettamente richieste (favoriscono coaguli). La camera venosa: storicamente serviva per la misura del flusso nei circuiti senza pompa (“bubble trap” o “camera di gocciolamento”); utile per inserire un trasduttore di pressione (controllo UF); presenta un filtro per trattenere eventuali particelle o coaguli. La camera arteriosa: introdotta per catturare aria lungo la linea quando QB ↑ e Part ↓ Procedura di priming (o riempimento) Prima del trattamento, viene immessa soluzione fisiologica nel circuito EC per lavarlo e rimuovere eventuale aria e particelle residue. Procedura di anticoagulamento Periodiche iniezioni di soluzione fisiologica oppure farmaci come eparina, citrato o protamina. Si usano siringhe o pompe peristaltiche. Portata: 0.1 - 5 ml/h; posizione: dopo la pompa sangue. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 6
  • 7. Monitoraggio di segnali per la sicurezza L’uso di una pompa che crea pressioni positive e negative introduce rischi aggiuntivi. Quelli principali per il paziente in dialisi sono: perdita di sangue nell’ambiente (QB = 5 ÷ 10% CO); perdita di sangue a causa di coagulazione; embolia gassosa. A causa dell’importanza dei problemi di sicurezza: STANDARD Essi descrivono la tecnologia esistente (“stato dell’arte”). Sono volontari, ma contengono indicazioni per limitare i rischi dei dispositivi medicali. Rischio ↑ Dispositivi Tecnologia ↑ aggiuntivi CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 1. Monitoraggio della pressione (I) Le pressioni nel circuito EC sono monitorate per 3 ragioni principali: rilevamento di distacco tubi/cannule; rilevamento ostruzioni causate da coaguli, pieghe, interruzioni; controllo della rimozione di fluido dal paziente. Profilo di pressione in un circuito EC Pressione venosa: è un sistema di protezione limitativo; di solito si misura in : (pressione = caduta sull’ago venoso + pressione nella fistola); CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 7
  • 8. 1. Monitoraggio della pressione (II) Pressione venosa: sensibile alle perdite di sangue maggiori (a monte dell’ago); se si stacca l’ago, rischio di non rilevamento; rileva ostruzioni a valle del sensore (possibile rottura della linea). Pressione arteriosa (non richiesto): spesso misurata in ; in passato in per controllo UF; permette di calcolare il QB(effettivo) e rilevare pressioni molto < 0 (date da ostruzioni o cattivo posizionamento dell’ago). La pressione viene trasdotta attraverso una linea piena d’aria che collega le camere d’espansione con il sensore. Per evitare contaminazioni: membrane protettive (idrofobiche). I sensori sono in genere di tipo elettronico. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 2. Rivelatori d’aria Embolia gassosa = rischio più forte in dialisi (controversia sui limiti: pericolo per bolle ≈ ml). L’aria può entrare in circuito EC solo nel tratto a pressione < 0: (perdita nella linea arteriosa o sfilamento ago arterioso). Gli standard richiedono di inserire un rivelatore d’aria nel tratto di linea venosa. Azione in caso di rilevamento: interruzione pompa sangue E chiusura della linea venosa attraverso una elettro-pinza (clamp). Posizione rivelatore: sulla camera venosa oppure lungo la linea. Principio di funzionamento: sensori fotoelettrici; capacitivi; ultrasonici. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 8
  • 9. Dialisi con ago singolo (I) • Modalità nata circa 25 anni fa, poco diffusa (a parte Belgio e UK); • usata in caso di problemi di accesso: con un solo ago o con catetere (ma poi catetere a doppio lume). Vantaggi: dialisi pediatrica o di emergenza. Svantaggi: QB minore; Efficienza ↓ ricircolo ↑; maggiori componenti meccanici; uso di camere supplementari di espansione (consigliabile); problemi aggiuntivi di sicurezza. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Dialisi con ago singolo (II) Vi sono due tipi principali di modalità con ago singolo: pompa (sangue) singola o doppia Pompa singola (SP): azione continua con doppia clamp (Part << 0) azione intermittente con clamp venosa (inefficienza) fasi comandate da tempo o da pressione. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 9
  • 10. Dialisi con ago singolo (III) Pompa doppia (DP): le pompe lavorano alternativamente, comandate dalla pressione nella camera d’espansione. Si può usare solo una clamp. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Dialisi con ago singolo (IV) Flusso Ta Qa Va Tv’ Tv’’ Tempo Vv Qa, Ta Ciclo arterioso Qv’, Tv’ Ciclo venoso, DP Qv’ Qv’’, Tv’’ Ciclo venoso, SP Vs = QB * T stroke volume; Va = Vv (no accumulo) Se Qa e Qv costanti: Qmedio = Qa* Qv/(Qa+ Qv) Durante il ciclo venoso, Qv’’ (SP) non è costante: ciò porta ad avere Tv’’ > Tv’ (efficienza del trattamento). CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 10
  • 11. Circuito idraulico La prima funzione del circuito idraulico è di erogare il liquido di dialisi al dializzatore secondo specifiche condizioni di concentrazione, temperatura, pressione, flusso. Inoltre, il circuito idraulico monitorizza e, in genere, controlla le pressioni e i flussi al dializzatore per la rimozione del fluido. Ingresso acqua Schema a blocchi: Controllo pressione acqua Deareazione Dializzatore e Dosaggio riscaldamento concentrati e controllo conducibilità Controllo ultrafiltrazione Scarico CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Sistemi di erogazione del liquido di dialisi (I) I sistemi di erogazione del liquido di dialisi si dividono in: ricircolanti o a passo singolo singolo paziente o distribuzione centralizzata. Sistemi ricircolanti I primi ad essere usati. Pompa UF efficienza ridotta (ricircolo dialisato); proliferazione batterica Pompa ⇒ T ↓ ⇒ scambi ↓ dialisato Tanica Accesso dialisato vascolare Filtro CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 11
  • 12. Sistemi di erogazione del liquido di dialisi (II) Per migliorare l’efficienza si usa un volume più piccolo che viene riempito periodicamente. V2 V4 Scarico Accesso Filtro vascolare Pompa dialisato Pompa UF Preparatore dialisato V1 V3 Perdita di tempo per svuotare e riempire il circuito. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Sistemi di erogazione del liquido di dialisi (III) Sistemi a passo singolo E’ oggi il più diffuso. Il liquido di dialisi è pompato al filtro e, dopo un singolo passo, è pompato fuori. La soluzione di dialisi viene preparata di continuo (ridotta proliferazione batterica e dialisi a 37°C). CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 12
  • 13. Sistemi di controllo dell’ultrafiltrazione 1. Controllo della pressione I primi ad essere usati. Basati sulla pressione di transmembrana: TMP = (PB.in + PB.out)/2 - (PD.in + PD.out)/2 UFR = UFK * TMP con UFR portata di ultrafiltrazione (UF) UFK coefficiente di ultrafiltrazione del filtro. Se UFK noto e costante, UF dipende solo da TMP. UFR Control Problemi: unit TMP non stimato in modo dialyzer completo e preciso; occorre tener conto della pressione osmotica; UFK dipende da vari parametri (ad es. Hct). CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 1. Controllo della pressione Sistemi usati finché dializzatori a basso flusso (UFK < 10 ml/h*mmHg). Ora i filtri hanno permeabilità più alte (20 < UFK < 60 ml/h*mmHg) ⇓ alte risoluzioni per TMP, ma rischio di continui allarmi ⇓ Controllo non più sufficiente; si misura direttamente la UFR ⇓ rimozione accurata (± 200 g), continua e predicibile. 3 sono i tipi di controllo della portata di ultrafiltrazione: sistemi a circuito chiuso; a flussimetri; Cambiamento di TMP per un errore di UF = 0.5 l/h volumetrici CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 13
  • 14. Pressione di transmembrana Con i filtri ad alta permeabilità c’è la possibilità di avere, accanto ad un’alta ultrafiltrazione, anche una quota di filtrazione inversa (da liquido di dialisi a compartimento ematico) ⇓ potenziale rischio di intossicazione e infezione + insufficiente UF Rimedi possibili: fissare un limite adeguato di pressione di TMP, oppure sterilizzazione del liquido di dialisi. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 2. Sistemi a circuito chiuso Sistemi costituiti da un contenitore chiuso in cui il liquido di dialisi ricircola (cfr. sistemi ricircolanti). Da esso si estrae l’ultrafiltrato per mezzo di un condotto in depressione oppure attraverso una pompa. L’accuratezza dipende solo da quella della pompa UF. In alcune versioni più moderne il liquido di dialisi è sostituito periodicamente da liquido fresco. Essendo il sistema rigido, ciò che viene estratto deriva dal paziente. Sistemi non più usati (cfr. problemi citati sopra su ricircolo dialisato). CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 14
  • 15. 3. Controllo con misura di flusso Il flusso in ingresso e uscita dal filtro viene misurato da due flussimetri, D1 e D2. UFR Control unit dialyzer QD2 - QD1 = UFR La differenza dei flussi è l’ingresso ad un controllo in retroazione della pompa effluente. Alternativa: pompa UF in parallelo al flussimetro in uscita (in questo caso QD1 deve essere uguale a QD2). Solitamente si usano tre tipi di flussimetri: elettromagnetici, a turbina, Coriolis. Per un buon controllo UF è necessario tenere puliti i flussimetri e calibrarli anche intra-dialiticamente (modalità bypass). CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 4. Sistemi a controllo volumetrico (I) Sistema basato su UFR una camera di Control unit bilanciamento che crea un sistema fresh temporaneamente dialysate dialyzer chiuso, ma senza ricircolo di dialisato. spent dialysate Nella camera vi sono 2 comparti, divisi da una membrana, che si riempiono e svuotano di liquido fresco e usato alternativamente. Una fase si usa per riempire e svuotare la camera, l’altra per fare fluire il dialisato nel circuito. Poiché il volume del sistema non cambia, il flusso pompato dalla pompa UF viene rimosso dal paziente. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 15
  • 16. 4. Sistemi a controllo volumetrico (II) Per ottenere un flusso di dialisato più uniforme, si usano due camere di bilanciamento: il fluido circola attraverso la prima mentre la seconda è riempita. La dimensione della camera è importante: il flusso pulsatile è ugualmente efficiente di quello continuo se il volume degli impulsi è < di quello del filtro. In questo modo si può evitare l’uso di una seconda camera. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 Circuito idraulico: altre funzionalità (I) Riscaldamento dell’acqua Ragione principale del riscaldamento a 36 ÷ 42°C: evitare di far perdere al paziente energia termica. La temperatura viene poi controllata a valle della diluizione con i concentrati. Deareazione Scopi: evitare di trasferire aria al sangue (raro); l’aria nel filtro ne riduce la superficie efficace; il controllo dell’UF, se volumetrico, risente dell’aria nel circuito. Si effettua attraverso riscaldamento e/o depressione dell’acqua. Monitoraggio delle pressioni I trasduttori per il liquido di dialisi sono simili a quelli del circuito extra- corporeo. In questo caso essi sono disposti in linea piuttosto che in derivazione, per evitare di avere aree stagnanti. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 16
  • 17. Circuito idraulico: altre funzionalità (II) Dosaggio dei concentrati Il liquido di dialisi viene prodotto miscelando acqua con sali o concentrati liquidi secondo opportuni livelli di diluizione. L’operazione si effettua attraverso un controllo in retroazione sulla conducibilità elettrica del dialisato che agisce sulla velocità delle pompe di aspirazione dei concentrati. Il controllo della conducibilità è fatto insieme a quello sulla temperatura. Rivelatori di perdite sangue A causa di perdite o rotture nella membrana del dializzatore, il paziente può perdere anche importanti quantità di globuli rossi. Per limitare questo rischio, si posizionano dispositivi ottici che rivelano presenza di globuli rossi nel circuito idraulico a valle del dializzatore. Disinfezione del circuito di erogazione del liquido di dialisi Per prevenire contaminazione e proliferazione batterica del dialisato. Può essere termica (acqua a 90 - 95°C) oppure chimica. CdL Specialistica in Ingegneria Biomedica – Università di Bologna – CAL/2 17