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Corso di Organi Artificiali

                   II^ parte:
         Sistemi per emodialisi:
       il circuito extra-corporeo.
       Accessi vascolari in dialisi

Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Biomedica
II Facoltà di Ingegneria – Sede di Cesena




                                   Università degli Studi di Bologna
                                                 Carlo Alberto Lodi




                                  II^ parte
             Circuito extra-corporeo e accessi vascolari in dialisi




              Introduzione sui
           sistemi per emodialisi




                                                                       OA 2.2




                                                                                1
Emodialisi (I)

Per emodialisi (o dialisi extra-corporea) si intende un
trattamento che rimuove i prodotti di rifiuto e l’eccesso di acqua
che si accumulano nel sangue a causa dell’insufficienza renale.

L’emodialisi è di solito un trattamento intermittente, svolto 3
volte alla settimana, per la durata di 3 - 5 ore.

La depurazione del sangue avviene fuori dal corpo, all’interno
del filtro (o dializzatore). Al suo interno, il sangue viene a
contatto con il liquido di dialisi (o dialisato), al quale cede le
sostanze di rifiuto per diffusione e convezione. L’eccesso di
fluido viene rimosso per ultrafiltrazione.

Il liquido di dialisi può anche essere usato per normalizzare la
composizione chimica del sangue (infusione di bicarbonato per
diffusione).



                                                                     OA 2.3




                          Emodialisi (II)


La membrana del filtro trattiene nel comparto ematico le
molecole di PM>55000 Dalton quali le proteine e la parte
cellulare del sangue.

Essa agisce sul plasma sanguigno, che funziona da cinghia di
trasmissione verso i distretti idrici più profondi:

     Le variazioni di composizione e concentrazione del plasma
     innescano meccanismi di trasporto (diffusivi ed osmotici), di
     riequilibrio e ridistribuzione dell’acqua e dei soluti sia
     nell’interstizio che nel distretto intra-cellulare.

     L’obiettivo finale è la depurazione e la normalizzazione di
     tutti i distretti idrici.




                                                                     OA 2.4




                                                                              2
Emodialisi: un po’ di storia (I)


Thomas Graham (Scozia, 1805-1869), padre del concetto di dialisi
(separazione di sostanze attraverso una membrana semi-
permeabile).

Il primo rene artificiale: John J. Abel et coll. (US, 1913). Dialisi
effettuata su animale (accesso artero-venoso).




La prima dialisi su persona umana (15 minuti): Georg Haas
(Germania, 1924).
                                                                   OA 2.5




                      Emodialisi: un po’ di storia (II)



La dialisi clinica: Willem J. Kolff (Olanda, 1943). Accesso venoso e
pressione idrostatica oppure accesso artero-venoso; filtro a rotolo di
cellophane; eparina.

I primi effetti terapeutici: 1945.




                                                                   OA 2.6




                                                                            3
Emodialisi: un po’ di storia (III)



Il primo dializzatore con ultrafiltrazione controllabile: Nils Alwall
(Lund, 1946).




L’emodialisi viene impiegata
nella Guerra di Corea
(1952).




                                                                        OA 2.7




                      Emodialisi: un po’ di storia (IV)



La fistola artero-venosa su conigli: Nils Alwall (1960).
Shunt artero-venoso esterno di teflon: Belding H. Scribner
(US, 1960). Primi successi con i pazienti cronici.




                                                                        OA 2.8




                                                                                 4
Emodialisi: un po’ di storia (V)



Il primo sistema di dialisi: il dializzatore di Frederik Kiil (Norvegia,
1960). Accesso AV senza pompa; controllo di temperatura del
dialisato; scambio controcorrente. Il filtro era a piastre parallele.




                                                                           OA 2.9




                         Emodialisi: un po’ di storia (VI)



Il primo programma di dialisi cronica (Seattle, US, 1960).




L’emodialisi si diffonde
nel mondo (1962-1965).

Europa, 1965:
~ 160 pazienti cronici
~ 40 centri dialisi


                                                                       OA 2.10




                                                                                    5
Emodialisi: un po’ di storia (VII)



Introduzione della distribuzione centralizzata di dialisato (Seattle,
US, 1963).

Introduzione dei sistemi “single-pass”, alternativi a quelli a ricircolo
di dialisato (Seattle, US, 1964).




Nascita delle prime industrie bio-medicali in Italia (1964).
                                                                     OA 2.11




                     Emodialisi: un po’ di storia (VIII)



Il primo filtro disposable (a piastre parallele): Nils Alwall (Svezia,
1960).
La prima fistola artero-venosa impiantata chirurgicamente: M.J.
Brescia, J.E. Cimino, K. Appel e B.J. Hurwich (New York, 1966).

I filtri a fibre cave, introdotti da Richard D. Stewart (1966).




                                                                     OA 2.12




                                                                               6
Emodialisi: un po’ di storia (IX)



Sviluppi ulteriori. L’obiettivo iniziale di tenere in vita i pazienti con
insufficienza renale cronica terminale fu raggiunto prima del 1965.
Ulteriori direzioni di sviluppo sono state e sono:
     Aumento dell’efficienza dialitica (dispositivi, filtri, terapie);
     Riduzione della durata del trattamento;
     Aumento della sicurezza e del comfort per il paziente;
     Prevenzione e attenuazione delle complicanze del trattamento;
     Miglioramento della riabilitazione e della qualità di vita dei pazienti
     cronici;
     Miniaturizzazione dei dispositivi/componenti, riduzione costi;
     Studi su emodinamica e cinetica della rimozione, sviluppo di nuove
     membrane per filtro;
     Monitoraggio del paziente, concetto di “bio-feedback”, trattamenti
     personalizzati, …
                                                                               OA 2.13




                         Macchina per emodialisi


Una macchina per emodialisi (“Hemodialsys machine or
monitor”) è un dispositivo che permette di implementare un
trattamento di emodialisi, una volta definiti i parametri
(prescrizione). Quindi la macchina:
  convoglia il sangue verso il filtro e lo restituisce
  al paziente;
  prepara il liquido di dialisi;
  regola lo scambio di liquidi fra sangue e
  dialisato;
  verifica la correttezza e la sicurezza di queste
  operazioni, misurando e controllando
  determinate grandezze del sangue e del
  dialisato;
  controlla l’efficacia del trattamento.

                                                                               OA 2.14




                                                                                         7
Schema di principio di una sistema per dialisi



                                      Circuito extra-corporeo
     Sangue arterioso
     Sangue venoso
     Liquido di infusione
     Dialisato fresco
     Dialisato post-filtro




                                       Dializzatore
         A
Bicart




                             Circuito idraulico
                                                                          OA 2.15




                                      II^ parte
                 Circuito extra-corporeo e accessi vascolari in dialisi




                         Il circuito
                       extra-corporeo




                                                                          OA 2.16




                                                                                    8
Circuito extra-corporeo (EC)


 Funzione:
 trasporto sangue
 Parametro
 essenziale: flusso
 sangue (QB).
 Influenza il
 trasporto di soluti
 attraverso il filtro.
 Forza propulsiva:
 gravità (in passato),
 AV, pressione
      ⇓
 pompa sangue



                                                                                                              OA 2.17




                                     Circuito extra-corporeo (II)



             Sacca
           infusione
                                                                                              Rivelatore
                                                                                              pressione arteriosa


                                                             Linea venosa
                                                                                                Rivelatore
             Camera                                                                             pressione venosa
           e rivelatore                         Pompa
         fine-infusione                       peristaltica
                                               arteriosa
                                                                                   Camera
                                 Camera                                            venosa
                                 pre-filtro                                                    Clamp
                                                             Camera                            venosa
                                                             arteriosa

  Pompa
peristaltica                                                                         Rivelatore
 infusione                                                                          Aria/schiuma

                                                                            Linea arteriosa


                          Dializzatore             Pompa/siringa eparina



                                                                             Misuratore di pressione
                                                                               arteriosa sistemica
                                                                              e frequenza cardiaca
                                                                                                            Paziente



                                                                                                              OA 2.18




                                                                                                                        9
Circuito extra-corporeo (III)


1 Linea arteriosa
2 Linea venosa
3 Camera d’espansione
   arteriosa
4 Camera d’espansione
   venosa
5 Membrane per
   misura di pressione
6 Linee di infusione
   arteriosa
7 Linea di infusione
   venosa
8 Pompa eparina
9 Pompa sangue
10 Dializzatore (Filtro)



                                                        OA 2.19




                           La pompa sangue

La più usata è la pompa a rotazione peristaltica.
Caratteristiche tecniche (scelte di compromesso):
  n° dei rullini (n)
  forza occlusiva
  stroke volume (Vs):
        QB = n * Vs * ω
   ω = velocità di rotazione
   QB = 0 ÷ 700 ml/min
      Vs = f (Part.pre)
      perdita di elasticità nel
      tempo
      flusso retrogrado se
      Part.post>occlusione
                 ⇓
 QB(effettivo) ≠ QB(teorico)

                                                        OA 2.20




                                                                  10
Le camere di espansione (I)

Non sarebbero strettamente richieste (favoriscono i coaguli e
aumentano il volume di riempimento del circuito extra-corporeo).
La camera venosa:
       storicamente serviva per la misura del flusso nei circuiti senza
       pompa (“bubble trap” o “camera di gocciolamento”);
       serve ad evitare in modo intrinseco che bolle d’aria
       raggiungano il paziente;
       interfaccia per la misura di pressione nella linea sangue per:
           evitare un danno eccessivo ai globuli rossi
           (emolisi) in caso di ostruzioni
           monitorare lo stacco del catetere venoso (in
           teoria)
           controllo UF;
       presenta un filtro per trattenere eventuali
       particelle o coaguli.


                                                                            OA 2.21




                         Le camere di espansione (II)


La camera arteriosa:
      introdotta per catturare aria lungo la linea quando QB ↑ e Part ↓
      interfaccia per la misura della pressione della linea sangue ( p.
      negativa) per:
           Confermare l’efficienza del pompaggio
           Evitare un danno eccessivo ai globuli rossi con pericolo di emolisi
           Evitare impuntamenti della cannula sulla parete del vaso:
           potrebbero portare alla lacerazione della parete stessa
           Può essere sostituita da
           dispositivi più semplici
           (rilevatori di pressione
           negativa a deformazione o
           derivazioni a T)




                                                                            OA 2.22




                                                                                      11
Procedure speciali

                      Procedura di priming (o riempimento)
Prima del trattamento, viene immessa soluzione fisiologica nel circuito
EC per lavarlo e rimuovere eventuale aria e particelle residue.
                         Procedura di anticoagulamento
Periodiche iniezioni controllate di soluzione fisiologica oppure farmaci
come eparina, citrato o protamina. Si usano siringhe o pompe
peristaltiche.
Portata: 0.1 - 5 ml/h; posizione: dopo la pompa sangue e prima del
dializzatore.
                     Procedura di emptying (o svuotamento)
Lavaggio a fine dialisi del circuito EC per rimuovere il più possibile del
tessuto ematico presente e restituirlo al paziente. Si esegue
introducendo soluzione fisiologica nel circuito.




                                                                           OA 2.23




                 Monitoraggio di segnali per la sicurezza

L’uso di una pompa che crea pressioni positive e negative introduce
rischi aggiuntivi.
I rischi principali per il paziente in dialisi connessi al circuito EC sono:
  perdita di sangue nell’ambiente (QB = 5 ÷ 10% CO):
       sconnessione ago venoso;
       sconnessione tubi/componenti;
  perdita di sangue a causa di coagulazione:
       insufficiente eparinizzazione;
       scarsa biocompatibilità dei materiali;
  embolia gassosa (bolle di aria trasferite al paziente);
  emolisi (danno meccanico, termico o chimico ai globuli rossi);
  contaminazione del sangue (chimica o biologica);
  contaminazione dell’ambiente e del personale sanitario.
                                                                           OA 2.24




                                                                                     12
Strategia di riduzione del rischio


Stato dell’arte
convenzionale        Rischio:
                    Severità e       Mitigazione del
                    probabilità      rischio:
                                     •Dispositivi specifici    Nuovo
                                     capaci di generare        stato
                                     allarmi e di             dell’arte     Rischio
                                     predisporre stati di
                                                                           residuo:
                                     sicurezza
                                     •Procedure obbligate                 Severità e
                                     indipendenti                         probabilità
                                     dall’operatore
                                     •Informazione e
                                     prescrizioni d’uso

Questo processo è dapprima volontario per ciascun fabbricante, può essere in
seguito recepito dalla normativa e divenire obbligatorio nel settore per ciascuna
nuova apparecchiatura immessa in commercio.
Da notare che anche l’avanzamento della tecnologia può comportare un aumento
del rischio (ad es. l’adozione della pompa sangue peristaltica).
                                                                               OA 2.25




                         1. Monitoraggio della pressione (I)

 Le pressioni nel circuito EC sono monitorate per 3 ragioni principali:
    rilevamento di distacco tubi/cannule;
    rilevamento ostruzioni causate da coaguli, pieghe, interruzioni;
    controllo della rimozione di fluido dal paziente.


  Profilo di pressione
   in un circuito EC

    - pressione arteriosa
      pre-pompa
    - pressione arteriosa
      pre-filtro
    - pressione venosa


                                                                               OA 2.26




                                                                                         13
1. Monitoraggio della pressione (II)



 Pressione venosa :
 è un sistema di protezione limitativo;
 di solito si misura in : (pressione = caduta sull’ago venoso +
 pressione nella fistola);
 sensibile alle perdite di sangue maggiori (a monte dell’ago); se si
 stacca l’ago, rischio di non rilevamento;
 rileva ostruzioni a valle del sensore (rischio di emolisi o scoppio).




                                                                         OA 2.27




                     1. Monitoraggio della pressione (III)



 Pressione arteriosa (non strettamente richiesto):
 di solito misurata in ; permette di calcolare il QB(effettivo) e
 rilevare pressioni molto < 0 (date da ostruzioni o cattivo
 posizionamento dell’ago), dannose per i globuli rossi e l’accesso
 vascolare;
 misurata in   rileva ostruzioni, sconnessione, principi di
 coagulazione nel filtro. In passato veniva usata per controllo UF.

La pressione viene misurata attraverso una linea contenente aria che
collega le camere d’espansione con il trasduttore. Le connessioni a T
sono problematiche (emostasi, coagulazione).
Per evitare contaminazioni: membrane protettive (idrofobiche).
I trasduttori sono in genere dispositivi microelettronici o a membrana
(ceramica, metallica) dotata di ponte di estensimetri.

                                                                         OA 2.28




                                                                                   14
2. Rivelatori d’aria

Embolia gassosa =
rischio più forte in dialisi
(controversia sui limiti:
pericolo per bolle ≈ ml).
L’aria può entrare in
circuito EC solo nel
tratto a pressione < 0:
(perdita nella linea
arteriosa o sfilamento
ago arterioso).
Per mitigare il rischio, le
norme richiedono di inserire un rivelatore d’aria nel tratto di linea venosa.
Azione in caso di rilevamento: interruzione pompa sangue E chiusura
della linea venosa attraverso una elettro-pinza (clamp).
Posizione rivelatore: sulla camera venosa oppure lungo la linea.
Principio di funzionamento: sensori fotoelettrici; capacitivi; ultrasonici.
                                                                          OA 2.29




                           Dialisi con ago singolo (I)


  • Modalità nata circa 25 anni fa, poco diffusa (a parte Belgio e UK);
  • usata in caso di problemi di accesso: con un solo ago o con
    catetere (ma poi catetere a doppio lume).
  Vantaggi:
     cannulazione meno traumatica;
     dialisi pediatrica o di emergenza.
  Svantaggi:
     QB minore;          Efficienza ↓
     ricircolo ↑;
     maggiori componenti meccanici;
     uso di camere supplementari di espansione (consigliabile);
     problemi aggiuntivi di sicurezza.
                                                                          OA 2.30




                                                                                    15
Dialisi con ago singolo (II)


Vi sono due tipi principali di modalità con ago singolo:
pompa (sangue) singola o doppia
                          Pompa singola (SP):
                           azione continua con doppia clamp (Part << 0)
                            azione
                            intermittente
                            con clamp
                            venosa
                            (inefficienza)
                            fasi
                            comandate
                            da tempo o
                            da
                            pressione.


                                                                  OA 2.31




                        Dialisi con ago singolo (III)


Pompa doppia (DP):
le pompe lavorano alternativamente,
comandate dalla pressione nella camera
d’espansione. Si può usare solo una
clamp.




                                                                  OA 2.32




                                                                            16
Dialisi con ago singolo (IV)



Flusso
              Ta
 Qa
         Va
                        Tv’ Tv’’              Tempo

                   Vv                           Qa, Ta     Ciclo arterioso
                                                Qv’, Tv’   Ciclo venoso, DP
 Qv’
                                                Qv’’, Tv’’ Ciclo venoso, SP

Vs = QB * T stroke volume; Va = Vv (no accumulo)
Se Qa e Qv costanti: Qmedio = Qa* Qv/(Qa+ Qv)
Durante il ciclo venoso, Qv’’ (SP) non è costante: ciò porta ad
avere Tv’’ > Tv’ (efficienza del trattamento).
                                                                      OA 2.33




                                                                                17

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  • 1. Corso di Organi Artificiali II^ parte: Sistemi per emodialisi: il circuito extra-corporeo. Accessi vascolari in dialisi Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Biomedica II Facoltà di Ingegneria – Sede di Cesena Università degli Studi di Bologna Carlo Alberto Lodi II^ parte Circuito extra-corporeo e accessi vascolari in dialisi Introduzione sui sistemi per emodialisi OA 2.2 1
  • 2. Emodialisi (I) Per emodialisi (o dialisi extra-corporea) si intende un trattamento che rimuove i prodotti di rifiuto e l’eccesso di acqua che si accumulano nel sangue a causa dell’insufficienza renale. L’emodialisi è di solito un trattamento intermittente, svolto 3 volte alla settimana, per la durata di 3 - 5 ore. La depurazione del sangue avviene fuori dal corpo, all’interno del filtro (o dializzatore). Al suo interno, il sangue viene a contatto con il liquido di dialisi (o dialisato), al quale cede le sostanze di rifiuto per diffusione e convezione. L’eccesso di fluido viene rimosso per ultrafiltrazione. Il liquido di dialisi può anche essere usato per normalizzare la composizione chimica del sangue (infusione di bicarbonato per diffusione). OA 2.3 Emodialisi (II) La membrana del filtro trattiene nel comparto ematico le molecole di PM>55000 Dalton quali le proteine e la parte cellulare del sangue. Essa agisce sul plasma sanguigno, che funziona da cinghia di trasmissione verso i distretti idrici più profondi: Le variazioni di composizione e concentrazione del plasma innescano meccanismi di trasporto (diffusivi ed osmotici), di riequilibrio e ridistribuzione dell’acqua e dei soluti sia nell’interstizio che nel distretto intra-cellulare. L’obiettivo finale è la depurazione e la normalizzazione di tutti i distretti idrici. OA 2.4 2
  • 3. Emodialisi: un po’ di storia (I) Thomas Graham (Scozia, 1805-1869), padre del concetto di dialisi (separazione di sostanze attraverso una membrana semi- permeabile). Il primo rene artificiale: John J. Abel et coll. (US, 1913). Dialisi effettuata su animale (accesso artero-venoso). La prima dialisi su persona umana (15 minuti): Georg Haas (Germania, 1924). OA 2.5 Emodialisi: un po’ di storia (II) La dialisi clinica: Willem J. Kolff (Olanda, 1943). Accesso venoso e pressione idrostatica oppure accesso artero-venoso; filtro a rotolo di cellophane; eparina. I primi effetti terapeutici: 1945. OA 2.6 3
  • 4. Emodialisi: un po’ di storia (III) Il primo dializzatore con ultrafiltrazione controllabile: Nils Alwall (Lund, 1946). L’emodialisi viene impiegata nella Guerra di Corea (1952). OA 2.7 Emodialisi: un po’ di storia (IV) La fistola artero-venosa su conigli: Nils Alwall (1960). Shunt artero-venoso esterno di teflon: Belding H. Scribner (US, 1960). Primi successi con i pazienti cronici. OA 2.8 4
  • 5. Emodialisi: un po’ di storia (V) Il primo sistema di dialisi: il dializzatore di Frederik Kiil (Norvegia, 1960). Accesso AV senza pompa; controllo di temperatura del dialisato; scambio controcorrente. Il filtro era a piastre parallele. OA 2.9 Emodialisi: un po’ di storia (VI) Il primo programma di dialisi cronica (Seattle, US, 1960). L’emodialisi si diffonde nel mondo (1962-1965). Europa, 1965: ~ 160 pazienti cronici ~ 40 centri dialisi OA 2.10 5
  • 6. Emodialisi: un po’ di storia (VII) Introduzione della distribuzione centralizzata di dialisato (Seattle, US, 1963). Introduzione dei sistemi “single-pass”, alternativi a quelli a ricircolo di dialisato (Seattle, US, 1964). Nascita delle prime industrie bio-medicali in Italia (1964). OA 2.11 Emodialisi: un po’ di storia (VIII) Il primo filtro disposable (a piastre parallele): Nils Alwall (Svezia, 1960). La prima fistola artero-venosa impiantata chirurgicamente: M.J. Brescia, J.E. Cimino, K. Appel e B.J. Hurwich (New York, 1966). I filtri a fibre cave, introdotti da Richard D. Stewart (1966). OA 2.12 6
  • 7. Emodialisi: un po’ di storia (IX) Sviluppi ulteriori. L’obiettivo iniziale di tenere in vita i pazienti con insufficienza renale cronica terminale fu raggiunto prima del 1965. Ulteriori direzioni di sviluppo sono state e sono: Aumento dell’efficienza dialitica (dispositivi, filtri, terapie); Riduzione della durata del trattamento; Aumento della sicurezza e del comfort per il paziente; Prevenzione e attenuazione delle complicanze del trattamento; Miglioramento della riabilitazione e della qualità di vita dei pazienti cronici; Miniaturizzazione dei dispositivi/componenti, riduzione costi; Studi su emodinamica e cinetica della rimozione, sviluppo di nuove membrane per filtro; Monitoraggio del paziente, concetto di “bio-feedback”, trattamenti personalizzati, … OA 2.13 Macchina per emodialisi Una macchina per emodialisi (“Hemodialsys machine or monitor”) è un dispositivo che permette di implementare un trattamento di emodialisi, una volta definiti i parametri (prescrizione). Quindi la macchina: convoglia il sangue verso il filtro e lo restituisce al paziente; prepara il liquido di dialisi; regola lo scambio di liquidi fra sangue e dialisato; verifica la correttezza e la sicurezza di queste operazioni, misurando e controllando determinate grandezze del sangue e del dialisato; controlla l’efficacia del trattamento. OA 2.14 7
  • 8. Schema di principio di una sistema per dialisi Circuito extra-corporeo Sangue arterioso Sangue venoso Liquido di infusione Dialisato fresco Dialisato post-filtro Dializzatore A Bicart Circuito idraulico OA 2.15 II^ parte Circuito extra-corporeo e accessi vascolari in dialisi Il circuito extra-corporeo OA 2.16 8
  • 9. Circuito extra-corporeo (EC) Funzione: trasporto sangue Parametro essenziale: flusso sangue (QB). Influenza il trasporto di soluti attraverso il filtro. Forza propulsiva: gravità (in passato), AV, pressione ⇓ pompa sangue OA 2.17 Circuito extra-corporeo (II) Sacca infusione Rivelatore pressione arteriosa Linea venosa Rivelatore Camera pressione venosa e rivelatore Pompa fine-infusione peristaltica arteriosa Camera Camera venosa pre-filtro Clamp Camera venosa arteriosa Pompa peristaltica Rivelatore infusione Aria/schiuma Linea arteriosa Dializzatore Pompa/siringa eparina Misuratore di pressione arteriosa sistemica e frequenza cardiaca Paziente OA 2.18 9
  • 10. Circuito extra-corporeo (III) 1 Linea arteriosa 2 Linea venosa 3 Camera d’espansione arteriosa 4 Camera d’espansione venosa 5 Membrane per misura di pressione 6 Linee di infusione arteriosa 7 Linea di infusione venosa 8 Pompa eparina 9 Pompa sangue 10 Dializzatore (Filtro) OA 2.19 La pompa sangue La più usata è la pompa a rotazione peristaltica. Caratteristiche tecniche (scelte di compromesso): n° dei rullini (n) forza occlusiva stroke volume (Vs): QB = n * Vs * ω ω = velocità di rotazione QB = 0 ÷ 700 ml/min Vs = f (Part.pre) perdita di elasticità nel tempo flusso retrogrado se Part.post>occlusione ⇓ QB(effettivo) ≠ QB(teorico) OA 2.20 10
  • 11. Le camere di espansione (I) Non sarebbero strettamente richieste (favoriscono i coaguli e aumentano il volume di riempimento del circuito extra-corporeo). La camera venosa: storicamente serviva per la misura del flusso nei circuiti senza pompa (“bubble trap” o “camera di gocciolamento”); serve ad evitare in modo intrinseco che bolle d’aria raggiungano il paziente; interfaccia per la misura di pressione nella linea sangue per: evitare un danno eccessivo ai globuli rossi (emolisi) in caso di ostruzioni monitorare lo stacco del catetere venoso (in teoria) controllo UF; presenta un filtro per trattenere eventuali particelle o coaguli. OA 2.21 Le camere di espansione (II) La camera arteriosa: introdotta per catturare aria lungo la linea quando QB ↑ e Part ↓ interfaccia per la misura della pressione della linea sangue ( p. negativa) per: Confermare l’efficienza del pompaggio Evitare un danno eccessivo ai globuli rossi con pericolo di emolisi Evitare impuntamenti della cannula sulla parete del vaso: potrebbero portare alla lacerazione della parete stessa Può essere sostituita da dispositivi più semplici (rilevatori di pressione negativa a deformazione o derivazioni a T) OA 2.22 11
  • 12. Procedure speciali Procedura di priming (o riempimento) Prima del trattamento, viene immessa soluzione fisiologica nel circuito EC per lavarlo e rimuovere eventuale aria e particelle residue. Procedura di anticoagulamento Periodiche iniezioni controllate di soluzione fisiologica oppure farmaci come eparina, citrato o protamina. Si usano siringhe o pompe peristaltiche. Portata: 0.1 - 5 ml/h; posizione: dopo la pompa sangue e prima del dializzatore. Procedura di emptying (o svuotamento) Lavaggio a fine dialisi del circuito EC per rimuovere il più possibile del tessuto ematico presente e restituirlo al paziente. Si esegue introducendo soluzione fisiologica nel circuito. OA 2.23 Monitoraggio di segnali per la sicurezza L’uso di una pompa che crea pressioni positive e negative introduce rischi aggiuntivi. I rischi principali per il paziente in dialisi connessi al circuito EC sono: perdita di sangue nell’ambiente (QB = 5 ÷ 10% CO): sconnessione ago venoso; sconnessione tubi/componenti; perdita di sangue a causa di coagulazione: insufficiente eparinizzazione; scarsa biocompatibilità dei materiali; embolia gassosa (bolle di aria trasferite al paziente); emolisi (danno meccanico, termico o chimico ai globuli rossi); contaminazione del sangue (chimica o biologica); contaminazione dell’ambiente e del personale sanitario. OA 2.24 12
  • 13. Strategia di riduzione del rischio Stato dell’arte convenzionale Rischio: Severità e Mitigazione del probabilità rischio: •Dispositivi specifici Nuovo capaci di generare stato allarmi e di dell’arte Rischio predisporre stati di residuo: sicurezza •Procedure obbligate Severità e indipendenti probabilità dall’operatore •Informazione e prescrizioni d’uso Questo processo è dapprima volontario per ciascun fabbricante, può essere in seguito recepito dalla normativa e divenire obbligatorio nel settore per ciascuna nuova apparecchiatura immessa in commercio. Da notare che anche l’avanzamento della tecnologia può comportare un aumento del rischio (ad es. l’adozione della pompa sangue peristaltica). OA 2.25 1. Monitoraggio della pressione (I) Le pressioni nel circuito EC sono monitorate per 3 ragioni principali: rilevamento di distacco tubi/cannule; rilevamento ostruzioni causate da coaguli, pieghe, interruzioni; controllo della rimozione di fluido dal paziente. Profilo di pressione in un circuito EC - pressione arteriosa pre-pompa - pressione arteriosa pre-filtro - pressione venosa OA 2.26 13
  • 14. 1. Monitoraggio della pressione (II) Pressione venosa : è un sistema di protezione limitativo; di solito si misura in : (pressione = caduta sull’ago venoso + pressione nella fistola); sensibile alle perdite di sangue maggiori (a monte dell’ago); se si stacca l’ago, rischio di non rilevamento; rileva ostruzioni a valle del sensore (rischio di emolisi o scoppio). OA 2.27 1. Monitoraggio della pressione (III) Pressione arteriosa (non strettamente richiesto): di solito misurata in ; permette di calcolare il QB(effettivo) e rilevare pressioni molto < 0 (date da ostruzioni o cattivo posizionamento dell’ago), dannose per i globuli rossi e l’accesso vascolare; misurata in rileva ostruzioni, sconnessione, principi di coagulazione nel filtro. In passato veniva usata per controllo UF. La pressione viene misurata attraverso una linea contenente aria che collega le camere d’espansione con il trasduttore. Le connessioni a T sono problematiche (emostasi, coagulazione). Per evitare contaminazioni: membrane protettive (idrofobiche). I trasduttori sono in genere dispositivi microelettronici o a membrana (ceramica, metallica) dotata di ponte di estensimetri. OA 2.28 14
  • 15. 2. Rivelatori d’aria Embolia gassosa = rischio più forte in dialisi (controversia sui limiti: pericolo per bolle ≈ ml). L’aria può entrare in circuito EC solo nel tratto a pressione < 0: (perdita nella linea arteriosa o sfilamento ago arterioso). Per mitigare il rischio, le norme richiedono di inserire un rivelatore d’aria nel tratto di linea venosa. Azione in caso di rilevamento: interruzione pompa sangue E chiusura della linea venosa attraverso una elettro-pinza (clamp). Posizione rivelatore: sulla camera venosa oppure lungo la linea. Principio di funzionamento: sensori fotoelettrici; capacitivi; ultrasonici. OA 2.29 Dialisi con ago singolo (I) • Modalità nata circa 25 anni fa, poco diffusa (a parte Belgio e UK); • usata in caso di problemi di accesso: con un solo ago o con catetere (ma poi catetere a doppio lume). Vantaggi: cannulazione meno traumatica; dialisi pediatrica o di emergenza. Svantaggi: QB minore; Efficienza ↓ ricircolo ↑; maggiori componenti meccanici; uso di camere supplementari di espansione (consigliabile); problemi aggiuntivi di sicurezza. OA 2.30 15
  • 16. Dialisi con ago singolo (II) Vi sono due tipi principali di modalità con ago singolo: pompa (sangue) singola o doppia Pompa singola (SP): azione continua con doppia clamp (Part << 0) azione intermittente con clamp venosa (inefficienza) fasi comandate da tempo o da pressione. OA 2.31 Dialisi con ago singolo (III) Pompa doppia (DP): le pompe lavorano alternativamente, comandate dalla pressione nella camera d’espansione. Si può usare solo una clamp. OA 2.32 16
  • 17. Dialisi con ago singolo (IV) Flusso Ta Qa Va Tv’ Tv’’ Tempo Vv Qa, Ta Ciclo arterioso Qv’, Tv’ Ciclo venoso, DP Qv’ Qv’’, Tv’’ Ciclo venoso, SP Vs = QB * T stroke volume; Va = Vv (no accumulo) Se Qa e Qv costanti: Qmedio = Qa* Qv/(Qa+ Qv) Durante il ciclo venoso, Qv’’ (SP) non è costante: ciò porta ad avere Tv’’ > Tv’ (efficienza del trattamento). OA 2.33 17