2. GIAPPONE
• ORDINAMENTO POLITICO: Monarchia costituzionale con a capo l’Imperatore
• SUPERFICIE: 372.824 Km2
• POPOLAZIONE: 126.714.000 abitanti
• DENSITÀ: 340 ab/Km2
• LINGUA UFFICIALE: Giapponese
• CAPITALE: Tokyo
• MONETA: Yen
• ISU: 27° posto
• RELIGIONE: Buddismo e Shintoismo
3. ETIMOLOGIA DEL NOME
In giapponese, Giappone si dice Nihon o Nippon e si
scrive con i caratteri 日本, che significano
rispettivamente “sole” e “origine”, e insieme hanno
quindi il significato di “origine del Sole”.
Per questo motivo, il Giappone è spesso identificato
come la “Terra del Sole nascente” o il “Paese del Sol
Levante”. Questo è di fatto il nome che i cinesi hanno
dato al Paese che, rispetto al loro, si trova a Est:
all'origine del sole.
Il nome Giappone è solo apparentemente un esonimo
(ovvero il nome di una località diverso da quello usato
dai suoi stessi abitanti). Infatti, l'italiano Giappone è
affine al francese Japon, al tedesco Japan ed
all'inglese Japan.
4. IL TERRITORIO
L’arcipelago Giapponese, si dispone a angolo concavo a
delimitare il mar del Giappone, che lo separa dalla terra ferma.
Nelle isole giapponesi, alte e strette, le montagne scendono
ripide al mare, per cui la costa risulta alta e ricca di
insenature. In Giappone non esistono grandi corsi d’acqua, ma
solo fiumi di piccola entità, dal corso breve ed irruente, come
lo Shinano (369 km). Anche i bacini lacustri sono piuttosto
piccoli. Il lago più grande è il lago Biwa, nell’isola di Honshu.
Il rilievo comprende le cosiddette Alpi Giapponesi (Hodaka,
3.190 m), che si ergono al centro dell'isola di Honshu, mentre
altre catene (monti Kitami, Catena Centrale) formano
l'ossatura. Il territorio, infatti, è per oltre due terzi montuoso:
le rare zone pianeggianti corrispondono alle cimose costiere e
ai bacini di natura alluvionale posti allo sbocco delle strette
valli che separano i rilievi. La pianura più vasta è il Kanto,
sulla costa pacifica a nord di Tokyo.
5. IL TERRITORIO
L'arcipelago giapponese costituisce la parte più
elevata di un lungo sistema montuoso sommerso,
situato lungo il margine di scontro tra la placca
del Pacifico e quella asiatica, nella cosiddetta
"cintura di fuoco”.
E’ per questo motivo che il Giappone va soggetto a
terremoti ed è ricco di vulcani attivi (circa 200), il
più elevato dei quali è il Fuji Yama (3.776 m),
massima cima del paese. Si contano una
sessantina di vulcani tuttora attivi e un centinaio
spenti. Di conseguenza si verificano fenomeni di
eruzioni, terremoti, maremoti, con effetti spesso
disastrosi.
6. CLIMA
La grande estensione in latitudine determina notevoli differenze
climatiche tra il Nord e il Sud del paese, alle quali contribuisce
anche la presenza di alcune correnti marine: quella fredda
dell'Oya Shivo, proveniente dal Mar di Bering, che lambisce le
coste settentrionali, quella calda del Kuro-Shivo, che proviene dal
Pacifico tropicale e influisce sulle coste meridionali.
Il fattore comunque determinante nelle variazioni del clima
giapponese è quello dei venti, che d'inverno spirano dalla Siberia
portando neve e gelo, mentre d'estate giungono da sud, portando
aria calda e umida. Le coste orientali, inoltre, sono esposte ai
tifoni, veri e propri flagelli che possono arrecare gravissimi danni
al territorio e alla popolazione.
Riassumendo, nell'ambito del clima giapponese si passa dal
temperato freddo, con lunghi inverni nevosi, del nord a quello
temperato umido del centro e infine a quello tropicale del sud.
7. STORIA
Da confederazione di tribù e feudi retta da un monarca assoluto, nel XIII secolo il
Giappone formò uno Stato unitario. La sua struttura restò immutata per sei secoli: un
impero feudale chiuso a qualsiasi influenza politica, economica e culturale, europea o
asiatica, e quasi privo di relazioni esterne.
Nel 1867, il giovane imperatore Mutsuhito abolì il sistema feudale, instaurando un
governo costituzionale e ponendo fine al secolare isolamento del paese: migliaia di
Giapponesi si recarono in Europa e negli Stati Uniti per apprendere i processi industriali
occidentali. In breve, il Giappone si dotò di moderne tecnologie e l'apparato produttivo,
finanziato dallo Stato, decollò rapidamente. Ma il paese era povero di materie prime e,
per potersele procurare, i governi attuarono una politica di espansione territoriale
nell'Asia orientate e in Cina.
Lo sviluppo economico e le mire imperialistiche del Giappone subirono un tracollo con la
sconfitta nella seconda guerra mondiale, che ne riportò i domini entro i confini
dell'arcipelago. Negli ultimi decenni, tuttavia, esso è tornato ad essere una delle potenze
industriali mondiali.
Il Giappone, l'unico impero rimasto al mondo, è una monarchia costituzionale, retta da un
imperatore (il Mikado o Tenno), che ha un potere solo formale e funzioni rappresentative,
ma è molto onorato e amato dai sudditi. Amministrativamente il paese è suddiviso in 47
Prefetture.
8. POPOLAZIONE
I Giapponesi si distribuiscono sul territorio nazionale in maniera non uniforme:
la maggioranza si concentra, nell'area centro-meridionale (1.500 ab/km2),
mentre alcune zone, come Hokkaido, sono poco abitate (72 ab/km2). La
crescita della popolazione (raddoppiata dagli anni cinquanta) e l'abbandono
delle campagne hanno determinato un intenso processo di urbanizzazione, con
la formazione di un'unica gigantesca megalopoli, che si estende per 900 km
sulla costa orientale di Honshu fino a Kyushu. Essa è costituita da un insieme
di conurbazioni sorte intorno alle maggiori metropoli: la capitale Tokyo, il porto
di Yokohama, i centri dell'industria meccanica di Kawasaki e Nagoya, Osaka,
secondo polo economico giapponese.
Altre metropoli milionarie centromeridionali sono poi l'antica capitale Kyoto, il
porto industriale di Kobe, Hiroshima, tristemente famosa come bersaglio delta
prima bomba atomica (6 agosto 1945), l centro terziario di Kitakyushu e quello
industriale di Fukuoka. Nel Nord esiste invece solo il grande agglomerato di
Sapporo, che polarizza l'intera economia di Hokkaido.
La grande città giapponese si caratterizza per il fatto di estendersi su superfici
enormi, con periferie che sembrano non finire mai: tre maggiori agglomerati
urbani si spingono nel territorio per un raggio di 50 km!
9. ECONOMIA
Sacrificata allo sviluppo industriale e sfavorita dalla conformazione del
territorio, l'agricoltura è l'anello debole dell'economia giapponese ed è
assistito dallo Stato con aiuti e sovvenzioni soprattutto per la coltivazione
del riso, la più diffusa. Più della metà del suolo coltivato è occupato da
risaie. L’agricoltura giapponese è ampiamente meccanizzata e fa un
massiccio uso di fertilizzanti chimici e di tecniche produttive avanzate
Altre voci di rilievo sono i legumi e l'orticoltura; rinomato è il tè; in forte
espansione l'allevamento (bovini) e la bachicoltura (seta), per la quale è al
secondo posto nel mondo dopo la Cina. Dalle foreste, che coprono quasi
due terzi del territorio nazionale, si ricava legname in discrete quantità.
Ruolo economico importante ha invece la pesca, praticata sia da piccole
imprese, sia da flotte di modernissimi pescherecci attrezzati per la prima
lavorazione del pescato. Intensa anche la piscicoltura (pesci, molluschi,
alghe marine di alto valore nutritivo).
10. ECONOMIA
All'indomani della seconda guerra mondiale, il Giappone affrontò il compito di
ricostruire la propria economia.
La priorità fu data allo sviluppo dell'industria pesante (siderurgia, petrolchimica,
meccanica, cantieristica), per il quale vennero fatti enormi investimenti e si
realizzarono grandi complessi (sulle coste o addirittura su polder e isole artificiali).
Le grandi imprese familiari cedettero il posto ai "conglomerati di imprese" (Mitsubishi,
Sony, Honda, Toyota), a cui si collegavano numerose aziende di minori dimensioni.
Il successo di questa politica ha subito un arresto nel 1973, con la crisi petrolifera
mondiale. Mancando di risorse energetiche, il paese dipendeva infatti fortemente
dall'importazione di idrocarburi. Così si orientò verso l'energia nucleare (di cui oggi è il
terzo produttore mondiale), scelse in campo industriale la via dell'high-tech (robotica,
microelettronica, biotecnologie), decentrando le altre produzioni in paesi meno
sviluppati, con manodopera a basso costo. Si completò, nel frattempo, lo sviluppo dei
servizi pubblici (ospedali, autostrade, ecc.) e della rete stradale e ferroviaria per
collegare le diverse parti dell'arcipelago e renderlo un'unica isola.
Con questo nuovo boom, il Giappone, che ha invaso i mercati mondiali con i suoi
prodotti, nonostante la mancanza di materie prime, si è guadagnato il primato come
potenza industriale, insieme a Stati Uniti e Europa, in vari settori.
11. ECONOMIA
Parallelamente alla sua affermazione industriale, il Giappone è divenuto anche
una potenza commerciale e finanziaria: terzo nel mondo (dietro a Stati Uniti e
Germania) per volume di esportazioni, vede crescere gli investimenti all'estero,
soprattutto nei paesi industriali (in particolare negli Stati Uniti, che ne
raccolgono ben l'80%), e il potere economico delle sue banche. La Borsa di
Tokyo è fra le prime tre del mondo, dopo New York e Londra.
Inoltre, il Giappone è produttore di carbone, rame, oro, tungsteno, argento,
zinco. Minori sono i giacimenti di zolfo, piombo, stagno, uranio, bismuto,
amianto, petrolio, ferro, manganese, gas-metano, lignite.
La maggioranza della popolazione attiva giapponese è occupata nei servizi, un
settore che aumenta continuamente di importanza, soprattutto nei suoi aspetti
più avanzati.
La spesa nella ricerca scientifica, a eccezione di quella pubblica e militare,
supera quella degli Stati Uniti. Per creare una capacità tecnologica autonoma, il
governo giapponese ha avviato un programma per la creazione di poli
specializzati nella ricerca e nello sviluppo dei semi-conduttori e delle
biotecnologie.
12. SCUOLA
Dal 1947, l'istruzione obbligatoria in Giappone comprende scuola elementare e media, per un totale
di nove anni (dai 6 ai 15 anni). Quasi tutti gli studenti proseguono gli studi nei tre anni di liceo,
mentre il 50% di essi frequenta un'università, una scuola professionale o un altro istituto di
istruzione superiore, e di questi, secondo un dato statistico, l'80% riesce a laurearsi.
È presente un grande numero di università: dalle 70 del periodo prebellico si passa a più di 200
istituti, di qualità assai diversificata. Vi sono prestigiosi atenei come quelli di Tokyo (Tōdai) e Kyoto,
fucine della classe dirigente.
13. La cucina giapponese è caratterizzata dalla presenza di pietanze
derivate da combinazioni di prodotti alimentari di base, tipiche del
Giappone come riso o noodles, zuppe e okazu (piatti a base di
pesce, verdure, tofu e simili) per insaporire l'alimento di base. Sono
utilizzati vari tipi di pasta, spesso di derivazione cinese, come i
rāmen, specie di tagliatelle di frumento, soba, tagliatelle di grano
saraceno, o gli udon, simili a tagliolini di grano tenero.
Nei primi anni dell'era moderna vennero introdotti ingredienti,
come le carni rosse, che in precedenza erano scarsamente utilizzate
in Giappone. La cucina giapponese è conosciuta per prestare
particolarmente attenzione al cibo di stagione, offrendo una vasta
gamma di specialità regionali che usano le ricette tradizionali e gli
ingredienti locali.
CUCINA
14. SPORT
All'inizio del XX secolo, il Giappone ha dato vita a una serie
di arti marziali denominate budō, molto in voga tra i
guerrieri. Queste includono il karate, il jūjitsu, il ninjutsu,
il judo, l'aikido e il kendō. Il sumo viene inoltre considerato
il più caratteristico sport nazionale giapponese, con i suoi
enormi lottatori che si sfidano in piccole arene circolari.
Il baseball è uno degli sport più popolari in Giappone, dove
la prima squadra professionale fu istituita nel 1938. Invece,
per quanto riguarda il calcio, la J-League professionistica è
nata soltanto nel 1992, guadagnando popolarità negli
ultimi anni, grazie soprattutto alla vittorie della nazionale
maschile nella Coppa d'Asia e di quella femminile nel
campionato mondiale.
Sport molto popolari sono anche la pallavolo, che ha visto
la squadra femminile vincitrice del torneo olimpico nel
1964, e il rugby.
15. CULTURA
La cultura giapponese ha subito molte modifiche nel corso dei
secoli, cambiando da quella originaria (risalente al periodo
Jōmon), fino a quella contemporanea, che combina influenze
asiatiche, europee e statunitensi.
L'arte tradizionale giapponese include le arti dell‘ikebana,
dell‘origami, delle bambole, delle lacche, e delle ceramiche, il
teatro e le tradizioni (i giochi, la cerimonia del tè, il judo, le
spade, le arti marziali, il vestiario e la figura della geisha).
Il Giappone inoltre ha un sistema sviluppato per la tutela e la
promozione delle proprietà materiali e immateriali culturali e del
patrimonio nazionale. Sedici siti sono stati iscritti nella Lista del
Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, dodici dei quali hanno
un'elevata importanza culturale.
16. TRADIZIONI: IL MATRIMONIO
I matrimoni tradizionali in Giappone avvengono secondo il
rito shintoista, di solito, in primavera ed in autunno. La
cerimonia si svolge nei santuari («jin-ga», residenza degli
dei); in alcuni casi, la celebrazione può avvenire anche a
casa dello sposo. Il rito è officiato da un sacerdote che
indossa una veste bianca, un cappello di taffettà ed uno
scettro. Spesso è coadiuvato da una (o due) attendenti,
vestite con giacca bianca e hakama (gonna pantaloni a
pieghe) rossa.
La sposa può indossare il tradizionale abito bianco, oppure
un colorato kimono ricamato, portando un copricapo bianco
di seta, che simboleggia la calma e l’obbedienza; lo sposo
indossa un kimono da cerimonia.
17. TRADIZIONI: IL MATRIMONIO
Prima della celebrazione, tutti i partecipanti alla cerimonia compiono il rito della purificazione, intingendosi con l'acqua delle
fontane all'ingresso di ogni tempio. Essendo il matrimonio un momento molto intimo, partecipano soltanto i familiari degli
sposi, i parenti più stretti ed i testimoni. Questi ultimi si dispongono dietro agli sposi, seguiti dagli altri parenti (dal più
anziano al più giovane).
Gli sposi prendono posto al centro, dinanzi al
sacerdote, il quale, inchinandosi all'altare,
annuncia il matrimonio alle divinità, pronunciando
preghiere e benedizioni. Durante la cerimonia, gli
sposi sono invitati a bere tre piccoli sorsi di sakè da
tre tazze di differenti dimensioni, poste sull'altare
insieme a frutta, sale e riso. Al termine di questo
rituale, solitamente accompagnato da musica
tradizionale, la coppia è considerata sposata. Per
concludere, lo sposo recita un giuramento di fedeltà
ed obbedienza, che condividerà anche la sposa. Per
suggellare l'unione tra i propri figli, i genitori degli
sposi bevono del sakè e seguono la nuova coppia
nel santuario dove avverrà l'offerta agli dei: qui gli
sposi, tenendo in mano un ramo di pianta
sempreverde, si inchinano due volte, battono due
volte le mani e si inchinano nuovamente; offrono i
rami alla divinità per dimostrare la sincerità delle
proprie intenzioni.
18. TRADIZIONI: LA CERIMONIA DEL TÈ
La cerimonia del tè è uno dei rituali tradizionali più affascinanti del
Giappone. Ogni gesto, ogni movimento è intriso di sacralità, per la
forte connotazione spirituale che porta i partecipanti, in silenzio,
alla ricerca dell’armonia interiore e della pacificazione, calmando le
ansie quotidiane. Il rito che oggi conosciamo lo si deve a Sen no
Rikyu (1520-1591); egli perfezionò i movimenti e ne stabilì le regole
e progettò inoltre la prima stanza del tè totalmente indipendente
dal resto dell’edificio. Questa innovazione con il tempo divenne
un’abitudine nelle architetture dei periodi seguenti. Nella stanza
del tè, priva di mobili ed arredata soltanto di stuoie di bambù
(tatami), il maestro è inginocchiato e, durante la preparazione,
l’ospite occupa il posto d’onore vicino al tokonoma, la nicchia nella
quale viene messa una composizione floreale ed un rotolo (una
calligrafia, un dipinto, un haiku) appeso alla parete.
Durante la cerimonia viene offerto il maccha, tè verde denso, molto amaro; per questo motivo, prima di porgere il tè viene
offerto un dolcetto da sciogliere in bocca che attenua il gusto amaro proprio del maccha.
La tazza è decorata solo da un lato, che deve essere rivolto verso l’ospite, che la prende con entrambe le mani per
ammirarla e la gira due volte in senso orario per non sporcare la parte più bella, prima di bere il tè in tre sorsi.
19. GLI ORIGAMI
L’origami è l'arte di piegare la carta. La tecnica moderna dell'origami usa pochi tipi
di piegature combinati in un'infinita varietà di modi per creare modelli anche
complessi. Questi modelli cominciano da un foglio quadrato, le cui facce possono
essere di colore differente e continuano senza fare tagli alla carta, ma l'origami
tradizionale faceva frequente uso di tagli e partiva da basi non necessariamente
quadrate.
I principi che regolano l’origami sono quelli scintoisti del ciclo vitale e
dell’accettazione della morte come parte di un tutto. La forma di carta, nella sua
complessità e fragilità, è simbolo del tempio shintoista che viene ricostruito sempre
uguale ogni venti anni, quindi è il simbolo della trasformazione. La sua bellezza
risiede nella forma che viene creata. La valenza sacrale della carta è testimoniata dal
fatto che in giapponese carta e dei si pronunciano entrambe kami.
Secondo antiche tradizioni, gli origami vengono appesi fuori dalla porta di casa per
tenere lontani gli spiriti maligni. È uso donare un origami a forma di grappolo di gru,
il più famoso ed antico: la gru, per i giapponesi, è simbolo di immortalità, purezza e
fedeltà coniugale. Piegare mille gru è ritenuta un’occasione per meditare e per dare
prova della propria forza interiore.
20. TRADIZIONI: IKEBANA
Ikebana è l‘arte giapponese della disposizione dei fiori recisi,
anticamente conosciuta come Kadō. La traduzione letterale
della parola Ikebana è "fiori viventi». L'arte dei fiori può essere
anche indicata come cammino di elevazione spirituale.
L'Ikebana è nata in Giappone intorno al VI secolo d.C., con
la diffusione del buddismo, come offerta agli dei, e si è
trasformata in una multiforme espressione artistica.
In origine, l’arte dei fiori era praticata solamente da nobili;
molto più tardi si diffuse in tutti i ceti. In epoca moderna ogni
scuola adottò un proprio stile personale.
Tutti gli elementi utilizzati nell'ikebana devono essere di
natura organica. Nelle composizioni rami e fiori sono disposti
secondo un sistema ternario. Il ramo più lungo, più
importante, è considerato come tendente al cielo, il ramo più
corto rappresenta la terra e il ramo intermedio l'uomo. Così
come queste tre forze si devono armonizzare per formare
l'universo, anche i fiori e i rami si devono equilibrare nello
spazio senza alcuno sforzo apparente.
21. ALCUNE FESTE TRADIZIONALI
Capodanno (正月, Shōgatsu)
Il capodanno rappresenta la festa religiosa più importante e
celebrata in tutto il Giappone; anche le strade e le case vengono
addobbate con decorazioni fatte con fusti di bambù, rami di prugno,
di pino e corde ornate di carta colorata. Tradizione vuole che prima
della mezzanotte vengano saldati i debiti, pulita la casa e gettati via i
rifiuti e gli oggetti vecchi. Al mattino si visitano i templi di ogni
confessione.
15 Gennaio Giorno della maggiore età (Seiji no hi)
Si festeggiano tutti i giovani che nell’anno compiono 20 anni. Questo
evento segna il passaggio all’età adulta; i giovani possono cominciare
a votare, a bere ed a fumare.
Seconda settimana di febbraio Yuki Matsuri (festa della neve)
Vengono create enormi sculture di neve e ghiaccio da artisti di tutto
il mondo che raffigurano edifici ed altri soggetti, illuminati anche di
notte.
22. ALCUNE FESTE TRADIZIONALI
3 Marzo Festa delle Bambole - Festa delle Ragazze (雛祭り, Hina Matsuri).
In questo giorno le famiglie augurano alle loro figlie il successo ed una vita felice.
Questa festa ha origine in Cina, dove si pensava che la sfortuna sarebbe passata dalle
ragazze alle bambole. Le bambole (hina) sono esposte nelle case insieme a fiori di
pesco, in casa si beve sake dolce e si mangia chirashi sushi.
3 Maggio Entrata in vigore della Costituzione del 1947
5 Maggio Festa del Bambino (Kodomo no hi )
È il corrispondente maschile della festa delle bambole, in cui i genitori augurano ai
loro figli maschi un futuro felice. Vengono appese fuori carpe di carta o di stoffa e
esposte in casa bambole che raffigurano samurai a simboleggiare potere e successo.
9 Settembre Giorno dei Crisantemi (菊の節句, Kiku no Sekku)
Celebrata il nono giorno del nono mese, la festa dei crisantemi coincideva con l'inizio
della stagione fredda: poiché nella corolla di crisantemo è sempre stata ravvisata
l'immagine del disco solare circondato dalla sua corona di raggi, la celebrazione aveva
lo scopo d'impedire il decadimento della luce solare e il calo dell'energia vitale degli
uomini, garantendo il benessere della comunità. La festa, che nella forma ancor oggi
celebrata venne istituita ufficialmente durante il XVII secolo, consiste nell'allestire ed
esporre crisantemi in vaso di innumerevoli varietà, all'aperto, nei parchi delle città e
nei villaggi, al riparo di apposite tettoie.
23. TRADIZIONI: LA FESTA DELLE LANTERNE
La festa dei morti è chiamata O-bon, introdotta in Giappone intorno al 606, è celebrata intorno alla
prima metà di agosto e dura circa 4 giorni, variando molto da città a città.
Secondo un'antica credenza, in quei giorni, le porte dell'Oltretomba si aprono e le anime dei defunti
possono tornare sulla terra per 15 giorni a visitare i propri familiari. Il periodo è vissuto come un
ritorno, una festa di gioia: tutto si ferma, molti tornano a casa per riunirsi con la famiglia.
Case e cimiteri vengono ripuliti e decorati, riempiti con lanterne che serviranno a guidare i defunti
che tornano sulla terra. Il primo giorno vengono esplosi fuochi di artificio come segno di bentornato.
Per l’occasione si utilizzano rami di pino, palline di riso bollito, frutta ed incenso come decorazioni.
In segno di commemorazione nei templi, nelle scuole, per le strade, vengono eseguite apposite danze
chiamate Bon-Odori, in cui persone vestite con uno speciale kimono estivo, si muovono secondo
precisi movimenti intorno al taiko, il suonatore di tamburo. Le famiglie si riuniscono, fanno visita ai
cimiteri, pongono offerte di cibo sotto gli altari collocati nelle case, poiché gli spiriti degli antenati
verranno a visitarli, e vengono recitati mantra.
L’ultimo giorno della festa dei morti, una miriade di lanterne colorate riempiono i fiumi, vengono
lasciate galleggiare accese come segno di protezione per gli spiriti che tornano indietro alla terra dei
morti. Molti si fanno scrivere dai monaci delle frasi sulla lanterna. Con questa colorata
manifestazione si vogliono aiutare i defunti a ritrovare la via del ritorno nel loro mondo.