3. 4
LICEO SCIENTIFICO STATALE
"A. DIAZ" - CASERTA
Sezione Associata
SAN NICOLA LA STRADA
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO
Questa plaquette (in versione Beta) è stata
realizzata nell’ambito del Progetto AS-L Triennale
Le Tecnologie ICT per i Beni Culturali effettuato
in collaborazione tra Liceo Scientifico Statale "A.
Diaz" – Caserta - Sezione Associata: San Nicola La
Strada (CE) (partner dell’accordo di rete Techne-
Paideia) e il Dipartimento di Scienze del
Patrimonio Culturale/DISPAC dell’Università di
Salerno in partenariato con il Centro ICT per i
Beni Culturali dell’Università di Salerno –
Distretto Databenc.
4. 5
Si ringraziano per la lungimiranza e la disponibilità: il
professor ing. Luigi Suppa (Dirigente Scolastico Liceo
Scientifico Statale "A. Diaz”), i professori dell’Università di
Salerno: Luca Cerchiai (Direttore DiSPaC), Massimo De
Santo (Responsabile Scientifico Laboratorio Icaro del
Centro ICT di Ateneo), Clementina Cantillo (Responsabile
Rete Techne Paideia), Antonella Trotta (Delegato
Orientamento in Ingresso e Alternanza Scuola/Lavoro –
DiSPaC), Pina De Luca (Responsabile Scientifico
Laboratorio di Filosofia e Linguaggi dell’Immagine e
ArtiLab – DiSPaC), Maria Passaro (Responsabile Scientifico
Laboratorio di Storia dell’Arte e ArtiLab – DiSPaC) e gli
ingegnieri: Christian Auriello (Resp. Tecnico LabFli), Renato
Pelella (Resp. Tecnico Laboratorio Icaro del Centro ICT di
Ateneo)
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Indice
Prefazione
Rosaria Sabino
Un viaggio tra immagini e parole…
Introduzione
Paolo Fusco
Territori emotivi
Maria Rosaria Abbate & Sonya Carchietti
Un semplice striscione !?
Francesca Biscardi, Gea Russo, Carla Oliviero
Alle Radici della propria cultura
Marianna Cardone & Federica Gaudino
Nessuno è solo..
di Vanessa Colombo & Fabiano Varletta
La vita è un’opera d’arte
Anna Convertito & Giovanni Bernardo
Una strada …
Rosa Gallo & Armando Carfora
La libertà e la forza dietro un cancello …
Valeria Giordano & Teresa Rivetti
Pronti a spiccare il volo
Mabel Hernandez & Giada Rampetta
Oltre l’immagine … per scoprire se stessi
Maria Mattiello & Gilda Martucci
Un foglio di carta tra convenzione e creatività
Sabrina Musto & Debora Martucci
Insieme si è più forti…
Salvatore Santonastaso, NicolaPaccone, Marco Greco, Vincenzo Nastro e
Alessandro Panetta
La luce della conoscenza
Christian Stellato & Antonio Tito
La creatività, come la vita umana stessa, comincia nell’oscurità
8. 9
“Non è che ho occhi speciali. Ho un’anima e la mia anima vede”.
Lisetta Carmi, fotografa.
Quando abbiamo iniziato quest’esperienza, eravamo ben
consapevoli della grande opportunità che ci offriva la
collaborazione e la condivisione di un Progetto di Alternanza
Scuola Lavoro, con il Dipartimento di Scienze del Patrimonio
Culturale della Università di Salerno ed il Distretto ad Alta
Tecnologia dei Beni culturali “DATABENC”.
L’interazione con una realtà come UniSa ha significato cogliere una
grande opportunità per il nostro Liceo, usufruire di competenze e
progettualità che ci hanno aperto campi inesplorati e che hanno
sicuramente arricchito il curricolo formativo ed il bagaglio culturale
ed esperienziale dei nostri ragazzi.
L’obiettivo principale che ci ha guidati nella realizzazione del
progetto è stato l’attuazione di una modalità di apprendimento
che, partendo dalla conoscenza e dalla fruizione dal patrimonio
storico – artistico locale e regionale, favorisse la valorizzazione dei
beni culturali e potesse arricchire l’esperienza scolastica in aula con
un’attività più pratica, da svolgersi direttamente sul campo,
valorizzando gli interessi e le inclinazioni personali degli studenti.
In questa prospettiva ha trovato naturale collocazione il Laboratorio
sul tema: “Sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione attraverso le immagini fotografiche” curato dal dott.
Paolo Fusco.
I ragazzi hanno potuto scoprire le possibilità che offre la fotografia
come medium comunicativo e soprattutto hanno scoperto che si
può essere “attivi” nella realizzazione di una foto: ogni spazio si
offre a pluralità di utilizzi, può presentarsi “polisemico” se guardato
da diverse prospettive o angolazioni; diventare “vissuto, agito,
performativo”, se diventa scena dove i loro corpi si muovono e i
loro gesti si fanno simbolici; i loro sguardi possono diventano
scatto stesso, immagine che si offre all’obiettivo, chiave di lettura o
senso della realtà tangibile.
Le uscite fotografiche nei dintorni di San Nicola, si sono rivelate una
fucina di sensazioni, impressioni e poi un fabbrica di idee.
Il ritmo lento delle passeggiate con l’obiettivo tra le mani, nei
luoghi usuali e tra gli spazi usati, quotidianamente vissuti e spesso,
troppo spesso, distrattamente guardati, hanno portato alla
scoperta di scorci dimenticati e spesso nascosti solo ai loro sguardi
distratti, che si sono materializzati davanti ad occhi nuovi, diversi,
curiosi.
I nostri ragazzi si sono allora “riappropriati” dei luoghi e della loro
identità, dei segni che li caratterizzano, dei simboli che
rappresentano; hanno colto le tracce delle presenze umane
passate e nuove, le relazioni tra necessità di conservare le
tradizioni e preservare le memorie del passato.
L’analisi visiva e spaziale è stata interiorizzata ed è diventata
indagine ed interpretazione della realtà grazie ad un maggiore e
consapevole sapere critico.
Ed è così che è nata l’idea per il lavoro finale del progetto: il
racconto di questo “viaggio” attraverso immagini e parole
La sinergia degli interventi e delle attività ha sviluppato il talento e
la creatività degli allievi, ha creato le condizioni e le occasioni per
stimolare la loro capacità di ideare e raccontare storie fortemente
ancorate alle tradizioni ed alle vocazioni storiche e culturali del
territorio.
Quello che ha preso corpo è stato qualcosa di fantastico e creativo
che li accompagnerà per tutta la vita.
Rosaria Sabino
Un viaggio tra immagini e parole…
10. 11
Questa pubblicazione presenta i lavori prodotti dagli studenti che
hanno partecipato al modulo Tecnologie dell'informazione e della
comunicazione attraverso le immagini fotografiche nell’ambito del
progetto triennale di Alternanza Scuola-Lavoro intercorso tra il
Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC
dell’Università degli Studi di Salerno e il Liceo Scientifico “Diaz”
sede di San Nicola la Strada Le Tecnologie ICT per i Beni Culturali.
Il modello dell’Alternanza Scuola-Lavoro adottato per il progetto, in
sintonia con il work based learning, è stato orientato al
superamento della visione dicotomica formazione/lavoro verso una
visione della scuola come promotrice di un modello che coniuga le
conoscenze e le competenze con la specificità del territorio, con lo
sviluppo individuale e con la coesione sociale della Comunità,
attraverso lo sviluppo ed l’integrazione di esperienze. Sebbene
siano state evidenziate alcune criticità questo modello si conferma
attraverso l’operativtà di campi d’indagine messi a sistema, ponte
tra la formazione scolastica e il mondo del lavoro, “inserendosi in
quel processo di riorganizzazione critica dei saperi e delle
conoscenze”. Per rendere possibile la replicabilità dell’esperienza in
altri contesti oltre che la sua valutazione si è ritenuto fondamentale
l’applicazione di processi ben definiti attraverso l’apporto della
redazione di un Piano Qualità in ottemperanza alla normativa del
Sistema di Gestione per la Qualità ISO 9001 di cui l’Area
InterLaboratorio ArtiLab/DiSPaC è certificata.
L’E-book restituisce un report di materiali, ispirati ad un’idea
progettuale con strumenti finalizzati ad offrire agli studenti
un’occasione esplorativa sia dei luoghi artistici, culturali e sociali
che dei luoghi interiori delle emozioni e delle anamnesi soggettive.
Vengono, così, restituite produzioni originali attraversate da un
sorprendente senso di appartenenza agli spazi dell’abitare del
vivere, riscoperti nella loro dimensione culturale e affettiva.
Accanto alla geografia letterale - che vale la pena di condividere e
fare propria - abbiamo cercato durante il percorso di sollecitare
una geografia secondaria, personale e affettiva. La prima consente
di vedere in una prospettiva sincronica i segni e i simboli e di
cogliere le caratteristiche fisiche, la memoria e i passaggi di un
luogo. La seconda, invece, consente a ciascuno di esplorare angoli,
insinuarsi negli interstizi, fare propri spazi che si scoprono e si
abitano. I ragazzi coinvolti nell’azione hanno esplorato le loro
mappe, visitato i monumenti; raccolto testimonianze del “prima”,
ma hanno anche prestato attenzione a segni e messaggi più piccoli
e quotidiani; hanno odorato, gustato, ascoltato il loro territorio
quotidiano. Grazie a un’esplorazione grande o minuta, si possono
così sedimentare l’idea di “centro” o di “periferia” che sono
personali, che non sempre indicano luoghi che corrispondono
oggettivamente a parti precise del territorio, ma che sono il frutto
dell’esperienza e del punto di vista di ciascuno, del posto sociale e
affettivo, oltre che fisico, che ognuno occupa o pensa di occupare.
Il luogo del “cuore”, il centro di ciascuno. Il “punto” da cui partire
può essere la finestra della scuola, un angolo del giardino, la sala di
una biblioteca “in itinere”, che pur facendo parte della quotidianetà
possono condurre a cogliere segni e frammenti di una realtà più
complessa. Così nasce l’immaginario, di un piccolo/grande atlante
di linguaggi interdisciplinari che permettono di costruire una
geografia emozionale. In questa prospettiva gli spazi accolgono
prima di tutto le relazioni che vengono intrattenute con gli altri, i
luoghi nascono e si ridefiniscono in connessione a chi li anima.
Abitare vuol dire infatti creare una habitudo, uno stile di vita fatto di
gesti, passi, incontri, che mediano il nostro rapporto con la realtà,
significanti della memoria che ne amplificano le qualità
depositando gli strumenti per comprende la contemporaneità.
In questo percorso l’obiettivo che si è cercato di raggiungere è
stato lo sviluppo della capacità di osservazione del mondo con una
sperimentazione consapevole del linguaggio fotografico
agevolando l’orientamento dei giovani verso una valorizzazione
delle vocazioni personali nel racconto della complessità di territori
emotivi del quotidiano
Paolo Fusco
Territori emotivi
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Un semplice striscione !?
di Maria Rosaria Abbate & Sonya Carchietti
Spesso in un granello di sabbia si cela un intero universo come una semplice foto
può rappresentare tante cose.
Quello che ci appare agli occhi è un semplice striscione di benvenuto lacero e
rotto, spezzato in due da un taglio profondo che però non impedisce la lettura del
messaggio iniziale.
Quest’immagine può far riaffiorare alla nostra mente tante idee e forse anche
ricordi diversi. Lo striscione rimane appeso alla parete quasi sospeso, solo grazie
ad un filo sottile, un filo apparentemente debole ma che in realtà è più forte di
quanto possiamo pensare e che sembra combattere titanicamente contro
l’inesorabile scorrere del tempo. Guardando questa foto però una cosa balza alla
mente: l’esistenza! Una vita piena di ostacoli che però è riuscita a resistere a tutto
ed è ancora aperta ad accogliere e ricevere anche gli altri, possibili ostacoli che
possono presentarsi.
“Benvenuti”, infatti sembra quasi un invito rivolto a tutti, anche a quelli che
possono rischiare di indebolire ulteriormente quel sottile filo che tutto tiene
insieme, fino a farlo poi spezzare per sempre. Quella sottile linea che congiunge
le due parti dello striscione è quindi di vitale importanza.
Questa immagine sembra staccarsi dalla parete e trasfigurarsi nella mente come
una maschera; una maschera che non copre un volto per celarlo, che non gli dà
una nuova identità, ma che lo fa apparire al contempo uguale ma rinnovato. Tutto
intorno sta cadendo a pezzi a poco a poco sotto i nostri occhi, ma nell’aria non c’è
rassegnazione, ma una silenziosa attesa di un evento che possa mettere in
discussione un finale già scritto a cui non ci si può rassegnare…
Quello striscione nel nostro istituto rappresenta quasi una certezza, un qualcosa di
sicuro che vediamo ogni qualvolta entriamo nella nostra seconda casa, una
certezza però che prima o poi cadrà, nonostante sia riuscito a rimanere in piedi
per così tanto tempo.
Questa immagine ci fa capire che niente è scontato e che prima o poi anche ciò
che consideriamo forte cederà. Ma ciò non deve essere visto come una debolezza
una pausa che blocca l’azione, ma come un segno di forza, come lo spirito che è
dentro di noi e freme per venir fuori, come l’ anelito a non fermarsi ed andare
oltre… questi sentimenti rimasti immobili troppo a lungo devono diventare un
simbolo di rinascita, un benvenuto al domani.
Un semplice striscione rotto… una lezione preziosa per la nostra vita da portare
con noi nel mondo, oltre quel muro, oltre la scuola verso il nostro futuro.
13. 14
Alle Radici della propria cultura
di Francesca Biscardi, Gea Russo, Carla Oliviero
Lettura e leggere sono parole che ogni persona può interpretare a proprio modo:
la parola lettura fa pensare alla lettura di un libro, come mezzo per provare nuove
emozioni, conoscere nuovi luoghi e altre culture. Ma soprattutto significa fantasia,
creatività.
Nell’immagine, una ragazza è intenta in una lettura appassionata: sceglie di
giacere per terra, nonostante abbia la possibilità di sedersi vicino al tavolo. E’
chiaro che la sua è una scelta voluta, si è posizionata allo stesso livello dei libri, ad
indicare la sua volontà di scalata verso la cultura e la conoscenza.
Significativo è il desiderio del contatto con la terra, per sentire le proprie radici.
Quello che legge è solo una pagina di quel libro, ma il modo di afferrarlo, con
entrambe le mani, indica uno scopo preciso: quello di entrare in simbiosi con il
suo contenuto, per allargare le proprie competenze o immaginare, il proprio
futuro.
La serenità del volto e la pacata sicurezza del corpo comunicano la sua volontà di
allargare i suoi orizzonti, questa volontà la rende immune da ogni altra distrazione
visiva e la fa immergere completamente nella lettura.
14. 15
Nessuno è solo..
di Marianna Cardone & Federica Gaudino
Un gruppo di ragazzi uno dietro l’altro in fila retta, le loro braccia sono rivolte
verso l’alto, alcune poste in direzioni diverse, alcune nella stessa direzione.
Le braccia come i pensieri prendono direzioni differenti.
Il gruppo fotografato è composto da studenti liceali coetanei eppure si
individuano diversità negli sguardi, nel tipo di posizione assunto, nel modo
personale di gestione del sorriso o della bocca, nella postura del capo e delle
mani.
Ognuno di noi è diverso, ognuno di noi ha un propria identità, ma anche la
certezza che non siamo soli. Lungo il nostro cammino incontreremo molte
persone e nonostante le innumerevoli diversità che potremo riscontrare tra noi,
ci sarà sempre qualcuno che condividerà i nostri stessi pensieri e sarà sempre
al nostro fianco, compagno di un viaggio lungo una vita.
15. 16
La vita è un’opera d’arte
di Vanessa Colombo & Fabiano Varletta
Nell’immagine in primo piano un ragazzo di spalle che osserva l’arena comunale
nei giardini del Complesso borbonico di San Nicola la Strada.
Lo sguardo non si arresta al muro di cinta dell’arena, ma va oltre quasi a scorgere
qualcosa tra gli alberi del giardino e sembra riflettere su quello che sarà il suo
avvenire.
Ritorno a se stessi e con quello che si vorrebbe essere o diventare.
Talvolta però, basterebbe fermarsi ed osservare ciò che si ha intorno. Aprire il
cuore, le mani, lo sguardo.
Uno sguardo largo, che ci aiuta ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza
in ogni azione quotidiana
La vita è come un palcoscenico, in cui tutti noi non dobbiamo essere meri
spettatori, ma i protagonisti dello spettacolo.
Ciò che contraddistingue il teatro dalla vita e che, la seconda va vissuta senza
copioni, senza piani, senza maschere, ma vissuta d’ istinto, come attori che
improvvisano per tutta la durata della commedia pronti a scrivere finali sempre
diversi e non accontentandosi di quelli che possono pensare o scrivere altri.
16. 17
Una strada …
di Anna Convertito & Giovanni Bernardo
Un uomo percorre una strada…
La “strada” della sua vita, quella che dal paese d'origine, l'ha condotto fin qui.
Quella che credeva fosse il mezzo per raggiungere una nuova dignità e che ha
trovata, invece, costellata di odio e di indifferenza.
Tante le difficoltà che ha dovuto superare, tante ne incontrerà ancora, ma
quell'uomo è cosciente del fatto che grazie a questi ostacoli troverà finalmente la
propria pace, la propria strada nel mondo…
17. 18
La libertà e la forza dietro un cancello …
di Rosa Gallo & Armando Carfora
Le immagini, come le foto e i disegni possono racchiudere tantissimi significati…
la loro diversa interpretazione è legata alla soggettività di colui che “vede”.
Questo scatto, se osservato attentamente e letto oltre la sua superficiale visione,
può aprirsi a polissemici e reconditi significati.
Ad una prima osservazione non è altro che la rappresentazione di due ragazze in
primo piano dietro ad un cancello, ma se l’immagine viene guardata con più
attenzione e si analizzano le loro posizioni e i loro sguardi … tutto muta ….tutto si
disvela.
Esse stesse diventano immagine, quella della dirompente forza giovanile, del
bisogno di ogni nuova generazione di superare un limite, psicologico o reale, il
desiderio e la necessità di cambiare le cose.
Lo sguardo autorevole e sicuro non è altro che l’emblema di una sicurezza
acquisita tramite la conoscenza della propria identità e la consapevolezza della
realtà che le circonda. Le mani che afferrano con forza il cancello sottolineano la
voglia di voler andare oltre i confini imposti dagli altri, non voler cadere negli
stessi errori delle generazioni passate e farsi sentire dal resto del mondo.
I giovani d’oggi devono saper lottare per i loro sogni ponendosi sempre nuovi
obiettivi, mettersi in spalla il loro bagaglio culturale e fare fronte comuni davanti
alle necessità contigenti al fine di non passare alla storia come una generazione
che non ha reagito o si è rassegnata ma che ha lottato per affermare se stessi e
contribuire ad un futuro migliore.
18. 19
Pronti a spiccare il volo
di Valeria Giordano & Teresa Rivetti
Il tempo è la dimensione con cui si misura il trascorrere degli eventi ed è scandito,
secondo dopo secondo, dal granello di sabbia che scivola nella clessidra, dalle
lancette di un orologio, metafore dello scivolare incessante del presente nel
passato e del presente proiettato nel futuro.
Uno di questi, posto proprio all’ingresso della nostra scuola, ha segnato e
racchiude i nostri cinque anni scolastici.
Ora che siamo arrivati alla fine del nostro percorso formativo, è come se
quell’orologio rappresentasse la fine di una fase della nostra vita e noi,
volgendogli le spalle siamo ormai pronti ad affrontarne un’altra.
I nostri cuori pieni di ideali che la vita corrente copre esplodono nei sogni
dell’altro che abbiamo imparato ad ascoltare. Siamo tutti sulla stessa retta, uno
dopo l’altro, perché partiamo dallo stesso punto, con le braccia distese verso
l’esterno per poter spiccare il volo e trovare poi quella che sarà la direzione del
nostro futuro.
19. 20
Oltre l’immagine … per scoprire se stessi
di Mabel Hernandez & Giada Rampetta
Nell’immagine contemporaneamente la realtà oggettiva e ed il suo riflesso nello
specchio si incontrano e quasi si toccano attraverso le mani che si protendono in
avanti.
In mezzo i vecchi libri carichi di fascino in attesa che quelle mani che li sfiorano
possano ancora riaprirli, sfogliarli, rileggerli per essere utili ancora una volta …
restano in attesa, in silenzio sospesi in quell’attimo in cui tutto può accadere e
qualcosa possa cambiare… per ritornare a parlare…
E’ sempre la cultura a fare la differenza…
Nell’era dei social dove dominano gli stereotipi, in una società che ci vuole
sempre al top, essere se stessi è la vera utopia.
La conoscenza di se stessi non può che partire dalla consapevolezza di ciò che
siamo e cosa vorremmo che fossimo.
In quest’ottica la cultura può divenire una chiave per aprire nuovi orizzonti e
migliorarsi giorno dopo giorno
20. 21
Un foglio di carta tra convenzione e
creatività
di Maria Mattiello & Gilda Martucci
L’immagine è una reale contraddizione del legame che unisce l’oggetto e la
parola e che ne indica l’uso.
Nell’immagine è contemporaneamente presente l’uso canonico del foglio, che
consiste nella registrazione di pensieri affiorati nell’inconscio che mediante le
parole si traducono in frasi, e il suo uso improprio, che prevede la creazione di un
oggetto anticonvenzionale, che è a sua volta frutto della creatività di chi lo ha
elaborato.
Entrambe le rappresentazioni mostrano un filo conduttore nella concretizzazione
delle idee di un individuo, ed è proprio questo ciò che unisce la figura dell’artista
con quella dello scrittore. Sia l’artista che lo scrittore, in modo diverso, esprimono
la loro interiorità attraverso qualcosa di produttivo: il primo attraverso l’uso
dell’immagine, il secondo mediante il potere ipnotico delle parole.
Quando leggiamo un libro, noi elaboriamo il suo contenuto e produciamo
qualcosa che è caratteristica del nostro io. In questo caso assistiamo a un vero e
proprio passaggio dalla teoria alla pratica.
Questo è affine anche a quello che abbiamo imparato nel percorso di studi del
liceo: i contenuti disciplinari, hanno arricchito il nostro bagaglio conoscitivo ed
esperienziale ed ampliato i nostri orizzonti proiettandoli verso il mondo
universitario e lavorativo, avviandoci verso una dimensione più pratica.
Ciò che conta è raggiungere un’adeguata competenza che vada oltre la
conoscenza mnemonica, superficiale, fine a se stessa per dare spazio ad una
conoscenza più creativa ed “attiva”.
21. 22
Insieme si è più forti…
di Sabrina Musto & Debora Martucci
Ragazzi con le spalle rivolte all’osservatore che, contemporaneamente ed
insieme, si accingono a salire le scale che conducono alla chiesa della Madonna
della Pietà alla Rotonda di San Nicola.
Ognuno di noi nel corso della propria vita incontra e si scontra con innumerevoli
ostacoli; la strada della vita, infatti, è tendenzialmente in salita ma ciò non ci
impedisce di trovare la forza, se non riesce a recuperarla in se stesso, in
qualcos’altro o di trovarla in qualcun altro.
Due o più persone accumunate dalla volontà di superare i medesimi ostacoli sono
dunque più forti e motivati che singolarmente ed avranno più possibilità di
raggiungere insieme una piccola fetta di felicità
22. 23
La luce della conoscenza
di Salvatore Santonastaso, NicolaPaccone, Marco Greco, Vincenzo
Nastro e Alessandro Panetta
L’inquadratura mette in primo piano dei libri antichi che sono sfiorati
delicatamente da delle mani. Sappiamo dall’immagine riflessa nello specchio che
sono dei ragazzi che con sguardo curioso li toccano quasi intimoriti, eppure si
intuisce in alcuni un lampo di gioia ..una possibilità di aprirli, leggerli …
conoscere.
Ogni libro può essere una scoperta, un nuovo inizio, una nuova partenza nel
viaggio lungo della conoscenza, nel lungo viaggio della vita.
In questa foto si incontrano i libri ed i giovani, il passato ed il presente e da questo
incontro scaturisce una nuova luce, quella riflessa dallo specchio che dà
all’immagine un senso più profondo.
Un libro è un specie di portale che proietta chi lo legge in un'altra dimensione in
un altro tempo; chi compie questo viaggio apprende cose nuove, impara a
relazionarsi con l’altro e a conoscerlo, confronta tutto ciò con la sua interiorità,
interiorizzandone una parte e facendola sua, la fa diventare una scintilla di sé.
L’immagine di sé con la crescita e con la conoscenza diventa sempre meno fioca,
meno evanescente del riflesso nello specchio e, messa a fuoco, diventa uomo e si
fa persona….
23. 24
La creatività, come la vita umana stessa,
comincia nell’oscurità
di Christian Stellato & Antonio Tito
L’immagine raffigura uno scorcio suggestivo di San Nicola quasi una scoperta per
chi distogliendo lo sguardo dai propri passi o dalla strada che sta percorrendo,
per un attimo si volti a guardare quel barlume di luce che si affaccia da un antico
cortile.
Nell’oscurità di un passaggio quasi dimenticato ecco che si affaccia una corte
dimenticata da tutti o almeno non dal tempo che ogni cosa trascina con sé nel suo
fluire inesorabile, eppure da quel passato, da quell’abbandono un sospiro si
insinua e ci parla, apre un dialogo con il mondo …
Lo scatto di un passaggio in penombra con il sole che illumina un cortile può
rappresentare la fine di un momento difficile, il buio prima di un momento di
gioia.
La casa diroccata, ormai tutt’uno con la natura, alludere ai ricordi di una vita
passata e lontana, ai momenti di serenità e di gioia in compagnia degli amici
tirando calci ad un pallone, quando bastava davvero poco per essere felici.