2. Benjamin Schumacher coniò il termine Qubit per indicare il bit quantistico
ovvero l’unità di informazione quantistica , simili ai bit informatici.
3. il qubit, “alter ego” del bit dell’informatica classica. Se quest’ultimo può
assumere solo due valori ben determinati (convenzionalmente indicati con
“0”e “1” e corrispondenti allo stato di carica di un transistor del chip), il bit
quantistico può assumere diversi valori (risponde al “Principio di
indeterminazione” di Heisenberg) ed essere contemporaneamente sia “0”
sia “1”. Proprio per questo il qubit è maggiormente versatile e più potente
rispetto alla sua alternativa “digitale”, permettendo di processare una
quantità maggiore di informazioni.
4. Un computer quantistico realizzato dagli ingegneri e dagli scienziati di
Google sarebbe riuscito a risolvere in pochi secondi un problema
matematico che al computer tradizionale più potente attualmente in
esercizio avrebbe richiesto 10.000 anni di lavoro.