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I RITUALI DELLA
MAFIA
ELEONORA GALIZIA, ELISA MACI E GIUSEPPE MASTRANTONIO
LE ORIGINI:
• Si ha una descrizione dei primi riti di 'ndrangheta da una sentenza del tribunale di
Reggio Calabria del 16 luglio 1890, la picciotteria era compartimentata in Maggiore e
Minore: i camorristi facevano parte della prima i picciotti della seconda.
Nell'organigramma della Minore facevano parte il picciotto di giornata e il puntaiolo
(cassiere). Per la promozione alla dote di Camorrista il picciotto di sgarro doveva
versare al puntaiuolo (cassiere dell'organizzazione) la "dritta", una quota utilizzata poi
per preparare un pranzo con tutti gli affiliati.
• Per essere ammesso come "picciotto liscio" prima dota in seno all'organizzazione si
giurava: «La mia votazione franca e libera, ed affermativa per riconoscere in carne,
pelle ed ossa per mio fedele compagno (nome del compagno) e spartire con lui fino
all'ultimo centesimo, difenderlo giusto ed ingiusto qui ed in qualsiasi punto ci possiamo
incontrare». Quindi il bacio.
I CODICI
• Prima dei codici l'unica modalità per la comunicazione delle leggi e riti della
società era solo la via orale ed era anzi vietato metterle per iscritto per il pericolo
che le forze dell'ordine ne potessero entrare in possesso. Già, alla fine
dell'Ottocento, però questa regola viene a cadere testimoniata dal ritrovamento
dei primi codici. Erano i primi testi in cui vennero scritti i riti di affiliazione e
promozione e comportamento, nonché di memorizzazione della terminologia in
uso.
• Il primo codice ritrovato è stato quello di Nicastro nel 1888, il secondo quello di
Seminara nel 1896 e il terzo, un codice sequestrato a Catanzaro nel 1902.
I CODICI
• Nel 1926 e nel 1927 vengono sequestrati rispettivamente a Platì e Gioiosa Jonica altri 2 codici.
• Nel 1933 una sentenza del tribunale di Reggio Calabria descrive l'organico di una cosca citando
la suddivisione in società maggiore e minore, la prima con affiliati camorristi la seconda con
picciotti di sgarro e giovani d'onore, la prima con a capo il caposocietà e la seconda un capo
giovane. La società maggiore si divide ulteriormente in Società in testa ( o Gran Criminale) e
Società i 'ndrina. Vi sono le figure del contaiolo o comtabile e del picciotto di giornata.
• Il 22 gennaio 1960 un affiliato di una cosca di Palmi scrive un codice di fronte al carabiniere De
Salvo
• Nel 1963 vengono scoperti il codice di San Giorgio, nell'abitazione del capobastone Angelo
Violanti il codice di Sant'Eufemia, e il codice di Gioia Tauro.
• Nel 1967, viene pubblicato il libro Tu devi uccidere di Serafino Castagna, scritto con la
collaborazione di Antonio Perria, in cui l'ex affiliato alla cosca di Palmi, salito alle cronache per
aver ucciso 5 persone nel 1955, presenta il più completo documento di iniziazione.
I CODICI
• Nel 1971 si trova il codice di Toronto e nel 1975 il codice di Presinaci.
• Il 27 ottobre 1980 viene sequestrato a Giralang in Australia, un codice per il
rituale di sgarro a Domenico Nirta (nato il 27 novembre 1934).
• Nel giugno 1987, viene ritrovato a Pellaro a casa dello ndraghetista Giuseppe
Chilà il primo codice riguardante i riti della Santa.
• Nel dicembre del 1987 viene sequestrato a Nailsworth Building un codice per il
rituale di camorra di Raffaele Alvaro (nato il 7 dicembre del 1931).
• Nel 1989 viene preso al capobastone Giuseppe Chilà il codice di Reggio Calabria,
in cui sono descritte la società di sgarro, e le doti di santa e vangelo.
• Nel 1990, i codici di Rosarno, Lamezia Terme e Vallefiorita.
LA LEGGENDA DELLA NASCITA
DELLA ‘NDRANGHETA
• Recitano salmi visionari come fossero preghiere. Si interrogano per rinsaldare nel rito l'
appartenenza. Poi sparano e trafficano, convinti di adempiere al solo scopo che gli è dato.
Sono gli uomini della ' ndrangheta, ricchi e feroci, crudeli e incolti, ma molto, molto
osservanti. La leggenda narra la storia di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, i cavalieri
spagnoli della setta segreta Garduna, fuggiti da Toledo nel 1400 dopo aver vendicato col
sangue e nel sangue l' onore di una sorella, approdati su un tre alberi a Favignana e lì
rintanatasi negli anfratti di tufo dell' isola galera per 29 anni, 11 mesi e 29 giorni. Tornati
alla luce, avevano nelle mani le chiavi del mistero.
• Uno, Osso, rimase in Sicilia e fondò Cosa nostra, l' altro, Mastrosso, dalle buche del
Mediterraneo mise piede nei crepacci dell' Aspromonte. Il terzo, Carcagnosso, si spinse fino a
Napoli dando vita alla camorra. D'altronde è sempre stata una caratteristica peculiare della
'ndrangheta il carattere misterico, religioso e simbolico tanto che ancora oggi c'è l'abitudine
di riunirsi, una volta l'anno presso il Santuario della Madonna di Polsi nel territorio del
comune di San Luca, nel cuore dell'Aspromonte.
LA LEGGENDA DELLA NASCITA
DELLA ‘NDRANGHETA
• La 'Ndrangheta ha lasciato immutata nel corso della sua storia la sua suddivisione in
Società Maggiore e Società Minore: i camorristi fanno parte della prima i picciotti della
seconda. Nell'organigramma della Minore facevano parte il picciotto di giornata e il
puntaiolo. In origine l'onorata società corrispondeva solamente alla società minore, poi
per esigenze economiche dagli anni settanta nacque anche la società maggiore che
aveva il potere di conferire con persone aventi fatto altri giuramenti.
LA LEGGENDA DELLA
NASCITA DELLA
‘NDRANGHETA
• Le relazioni fra maggiore e minore sono frequenti e costanti e quando vi sono problemi
di carattere economico la maggiore che è più ricca regala delle somme alla minore, la
cosiddetta baciletta o bacinella. Ogni locale ha un proprio capo, che ha potere o di vita o
di morte su tutti, un contabile, che gestisce le finanze, e un crimine, che governa le
modalità di regolamento dei conti con le cosche rivali, organizzando omicidi, estorsioni
ed agguati. In un locale si riuniscono gli affiliati di una 'ndrina o di una locale per
discutere di affari riguardanti l'organizzazione.
BATTESIMO
DEL LOCALE E
FORMAZIONE
DELLA
SOCIETÀ
Prima di incominciare la riunione il locale va battezzato secondo un rito formulato dal capo-
società, cioè chi presiede la riunione. Un esempio:
” Capo-Società: Buon vespero. Saggi compagni
Gli altri: Buon vespero
Capo-Società: State accomodi per battezzare questo locale?
Gli altri: Stiamo accomodi
Capo-Società: A nome dei nostri vecchi antenati, i tre cavalieri spagnoli Osso, Mastrosso e
Carcagnosso, battezzo questo locale se prima lo riconoscevo per un locale che bazzicavano sbirri e
infami, da ora in poi lo riconosco per un luogo sacro santo e inviolabile dove può fermare e sformare
questo onorato corpo di società.”
“Capo-Società: Buon vespero
Gli altri: Buon vespero
Capo-Società: Siete conformi?
Gli altri: Siamo conformi.
Capo-Società: Calice d'argento, ostia consacrata, parole d'omertà è formata società.”
RITO DI INIZIAZIONE DELLA MAFIA
• Per entrare in un’ organizzazione criminale spesso si deve ottemperare a un vero e proprio
“rito di iniziazione”. C’ è molta emozione tra i partecipanti perchè nuovi membri entrano a
far parte di una “ famiglia onorata”. ll padrino afferma:"La Mafia non esiste, è un’
invenzione puramente letteraria da noi chiamata ”Cosa Nostra”, state cioè per essere
“combinati”, al termine della cerimonia di iniziazione voi farete parte della famiglia.
Sarete uomini d’ onore, con tutti i privilegi e tutti i doveri che questo comporta.“
• Qui le regole non sono state mai scritte e tuttavia ogni adepto sa bene che cosa ci si
aspetta da lui prima di farlo “uomo d’ onore”: prima di tutto nessuno dei suoi parenti deve
essere o essere stato uno sbirro o un infame al servizio della polizia. Infine, tutti devono
fornire una prova di coraggio e di valore , commettendo un delitto o un reato grave. Ad un
certo punto il padrino dice: “Vi avverto… avete ancora la possibilità di tornare indietro,
dopo sarà troppo tardi …, bene allora è con perfetta cognizione di causa che stiamo per
iniziare".
RITO DI INIZIAZIONE DELLA MAFIA
• Noi siamo un’ antichissima organizzazione che risale alla notte dei tempi , le nostre regole
sono severe, guai a chi le infrange! Voi non toccherete le donne di altri uomini d’ onore. Il
vostro comportamento sarà sempre improntato a serietà e rispetto. Non parlerete mai di
Cosa Nostra davanti a estranei, non direte la vostra qualifica neanche ad altri uomini d’
onore." La regola impone che la presentazione sia opera di un terzo che dirà: “Voi siete la
stessa cosa, siete tenuti a dire tutta la verità ai vostri simili, questo è il nostro codice di
comportamento, lo accettate?" In seguito il padrino prende un pacchetto di immagini sacre,
uno stecco d’ arancio amaro, un coltello e una scatola di fiammiferi.
• “Si faccia avanti il primo candidato”, il giovane va verso il padrino che gli mette in una
mano un santino con un’ immagine dell’ Annunciazione, la cui festa si celebra il 25 marzo,
festa anche di Cosa Nostra. Con un gesto deciso incide il polpastrello del dito che gli viene
offerto e gli fa colare il sangue sull’ immagine sacra, prima di lasciarla nelle mani dell’
aspirante unite a coppa.
RITO DI INIZIAZIONE DELLA MAFIA
• Poi dice: "Non dovrete mai tradire i nostri segreti. Si entra in Cosa Nostra con il
sangue e se ne esce solo attraverso il sangue." Quindi il padrino dà fuoco all’ immagine
sacra e l'iniziato, dominando il dolore causato dalla fiamma, ripete :”Giuro di non
tradire mai i comandamenti di Cosa Nostra. Se mai dovessi tradirli , che le mie carni
brucino come quest’ immagine santa. Noi siamo una sola e medesima cosa . La nostra
cosa. Cosa Nostra!."
RITO PER LA DOTE DI
CAMORRISTA
• Anche per entrare nella Camorra c'è un rito iniziale. Gli adepti, alla luce di una
candela, siedono attorno a un tavolo sul quale sono disposti un pugnale, una pistola
carica e un bicchiere di vino avvelenato . Al candidato camorrista viene praticata un’
incisione al braccio con il pugnale. Poi egli giura obbedienza, fedeltà e discrezione
tenendo il braccio insanguinato. Quindi impugna la pistola e se la punta sulla
tempia, mentre con l’ altra mano si porta alle labbra il bicchiere avvelenato.
• In tal modo dimostra che la sua devozione. Dopo averlo fatto inginocchiare il Boss gli
posa una mano sulla testa e gli consegna il pugnale; poi rivolgendosi ai presenti,
proclama: “ Riconoscete l’ uomo!”. Così nascono i camorristi .
FONTI:
• https://it.wikipedia.org/wiki/Riti_della_%27ndrangheta#Il_rito_della_chiave_d'
oro
• https://it.wikipedia.org/wiki/Locale_(%27ndrangheta)#Compartimentazione_in_
Societ%C3%A0_maggiore_e_minore
• http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/08/05/la-
leggenda-della-mafia-isola-dei.html
• http://scuola.repubblica.it/toscana-livorno-smsgalilei/2013/02/21/rito-di-
iniziazione-della-mafia/
• https://it.wikipedia.org/wiki/Riti_della_%27ndrangheta

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I rituali della mafia

  • 1. I RITUALI DELLA MAFIA ELEONORA GALIZIA, ELISA MACI E GIUSEPPE MASTRANTONIO
  • 2. LE ORIGINI: • Si ha una descrizione dei primi riti di 'ndrangheta da una sentenza del tribunale di Reggio Calabria del 16 luglio 1890, la picciotteria era compartimentata in Maggiore e Minore: i camorristi facevano parte della prima i picciotti della seconda. Nell'organigramma della Minore facevano parte il picciotto di giornata e il puntaiolo (cassiere). Per la promozione alla dote di Camorrista il picciotto di sgarro doveva versare al puntaiuolo (cassiere dell'organizzazione) la "dritta", una quota utilizzata poi per preparare un pranzo con tutti gli affiliati. • Per essere ammesso come "picciotto liscio" prima dota in seno all'organizzazione si giurava: «La mia votazione franca e libera, ed affermativa per riconoscere in carne, pelle ed ossa per mio fedele compagno (nome del compagno) e spartire con lui fino all'ultimo centesimo, difenderlo giusto ed ingiusto qui ed in qualsiasi punto ci possiamo incontrare». Quindi il bacio.
  • 3. I CODICI • Prima dei codici l'unica modalità per la comunicazione delle leggi e riti della società era solo la via orale ed era anzi vietato metterle per iscritto per il pericolo che le forze dell'ordine ne potessero entrare in possesso. Già, alla fine dell'Ottocento, però questa regola viene a cadere testimoniata dal ritrovamento dei primi codici. Erano i primi testi in cui vennero scritti i riti di affiliazione e promozione e comportamento, nonché di memorizzazione della terminologia in uso. • Il primo codice ritrovato è stato quello di Nicastro nel 1888, il secondo quello di Seminara nel 1896 e il terzo, un codice sequestrato a Catanzaro nel 1902.
  • 4. I CODICI • Nel 1926 e nel 1927 vengono sequestrati rispettivamente a Platì e Gioiosa Jonica altri 2 codici. • Nel 1933 una sentenza del tribunale di Reggio Calabria descrive l'organico di una cosca citando la suddivisione in società maggiore e minore, la prima con affiliati camorristi la seconda con picciotti di sgarro e giovani d'onore, la prima con a capo il caposocietà e la seconda un capo giovane. La società maggiore si divide ulteriormente in Società in testa ( o Gran Criminale) e Società i 'ndrina. Vi sono le figure del contaiolo o comtabile e del picciotto di giornata. • Il 22 gennaio 1960 un affiliato di una cosca di Palmi scrive un codice di fronte al carabiniere De Salvo • Nel 1963 vengono scoperti il codice di San Giorgio, nell'abitazione del capobastone Angelo Violanti il codice di Sant'Eufemia, e il codice di Gioia Tauro. • Nel 1967, viene pubblicato il libro Tu devi uccidere di Serafino Castagna, scritto con la collaborazione di Antonio Perria, in cui l'ex affiliato alla cosca di Palmi, salito alle cronache per aver ucciso 5 persone nel 1955, presenta il più completo documento di iniziazione.
  • 5. I CODICI • Nel 1971 si trova il codice di Toronto e nel 1975 il codice di Presinaci. • Il 27 ottobre 1980 viene sequestrato a Giralang in Australia, un codice per il rituale di sgarro a Domenico Nirta (nato il 27 novembre 1934). • Nel giugno 1987, viene ritrovato a Pellaro a casa dello ndraghetista Giuseppe Chilà il primo codice riguardante i riti della Santa. • Nel dicembre del 1987 viene sequestrato a Nailsworth Building un codice per il rituale di camorra di Raffaele Alvaro (nato il 7 dicembre del 1931). • Nel 1989 viene preso al capobastone Giuseppe Chilà il codice di Reggio Calabria, in cui sono descritte la società di sgarro, e le doti di santa e vangelo. • Nel 1990, i codici di Rosarno, Lamezia Terme e Vallefiorita.
  • 6. LA LEGGENDA DELLA NASCITA DELLA ‘NDRANGHETA • Recitano salmi visionari come fossero preghiere. Si interrogano per rinsaldare nel rito l' appartenenza. Poi sparano e trafficano, convinti di adempiere al solo scopo che gli è dato. Sono gli uomini della ' ndrangheta, ricchi e feroci, crudeli e incolti, ma molto, molto osservanti. La leggenda narra la storia di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, i cavalieri spagnoli della setta segreta Garduna, fuggiti da Toledo nel 1400 dopo aver vendicato col sangue e nel sangue l' onore di una sorella, approdati su un tre alberi a Favignana e lì rintanatasi negli anfratti di tufo dell' isola galera per 29 anni, 11 mesi e 29 giorni. Tornati alla luce, avevano nelle mani le chiavi del mistero. • Uno, Osso, rimase in Sicilia e fondò Cosa nostra, l' altro, Mastrosso, dalle buche del Mediterraneo mise piede nei crepacci dell' Aspromonte. Il terzo, Carcagnosso, si spinse fino a Napoli dando vita alla camorra. D'altronde è sempre stata una caratteristica peculiare della 'ndrangheta il carattere misterico, religioso e simbolico tanto che ancora oggi c'è l'abitudine di riunirsi, una volta l'anno presso il Santuario della Madonna di Polsi nel territorio del comune di San Luca, nel cuore dell'Aspromonte.
  • 7. LA LEGGENDA DELLA NASCITA DELLA ‘NDRANGHETA • La 'Ndrangheta ha lasciato immutata nel corso della sua storia la sua suddivisione in Società Maggiore e Società Minore: i camorristi fanno parte della prima i picciotti della seconda. Nell'organigramma della Minore facevano parte il picciotto di giornata e il puntaiolo. In origine l'onorata società corrispondeva solamente alla società minore, poi per esigenze economiche dagli anni settanta nacque anche la società maggiore che aveva il potere di conferire con persone aventi fatto altri giuramenti.
  • 8. LA LEGGENDA DELLA NASCITA DELLA ‘NDRANGHETA • Le relazioni fra maggiore e minore sono frequenti e costanti e quando vi sono problemi di carattere economico la maggiore che è più ricca regala delle somme alla minore, la cosiddetta baciletta o bacinella. Ogni locale ha un proprio capo, che ha potere o di vita o di morte su tutti, un contabile, che gestisce le finanze, e un crimine, che governa le modalità di regolamento dei conti con le cosche rivali, organizzando omicidi, estorsioni ed agguati. In un locale si riuniscono gli affiliati di una 'ndrina o di una locale per discutere di affari riguardanti l'organizzazione.
  • 9. BATTESIMO DEL LOCALE E FORMAZIONE DELLA SOCIETÀ Prima di incominciare la riunione il locale va battezzato secondo un rito formulato dal capo- società, cioè chi presiede la riunione. Un esempio: ” Capo-Società: Buon vespero. Saggi compagni Gli altri: Buon vespero Capo-Società: State accomodi per battezzare questo locale? Gli altri: Stiamo accomodi Capo-Società: A nome dei nostri vecchi antenati, i tre cavalieri spagnoli Osso, Mastrosso e Carcagnosso, battezzo questo locale se prima lo riconoscevo per un locale che bazzicavano sbirri e infami, da ora in poi lo riconosco per un luogo sacro santo e inviolabile dove può fermare e sformare questo onorato corpo di società.” “Capo-Società: Buon vespero Gli altri: Buon vespero Capo-Società: Siete conformi? Gli altri: Siamo conformi. Capo-Società: Calice d'argento, ostia consacrata, parole d'omertà è formata società.”
  • 10. RITO DI INIZIAZIONE DELLA MAFIA • Per entrare in un’ organizzazione criminale spesso si deve ottemperare a un vero e proprio “rito di iniziazione”. C’ è molta emozione tra i partecipanti perchè nuovi membri entrano a far parte di una “ famiglia onorata”. ll padrino afferma:"La Mafia non esiste, è un’ invenzione puramente letteraria da noi chiamata ”Cosa Nostra”, state cioè per essere “combinati”, al termine della cerimonia di iniziazione voi farete parte della famiglia. Sarete uomini d’ onore, con tutti i privilegi e tutti i doveri che questo comporta.“ • Qui le regole non sono state mai scritte e tuttavia ogni adepto sa bene che cosa ci si aspetta da lui prima di farlo “uomo d’ onore”: prima di tutto nessuno dei suoi parenti deve essere o essere stato uno sbirro o un infame al servizio della polizia. Infine, tutti devono fornire una prova di coraggio e di valore , commettendo un delitto o un reato grave. Ad un certo punto il padrino dice: “Vi avverto… avete ancora la possibilità di tornare indietro, dopo sarà troppo tardi …, bene allora è con perfetta cognizione di causa che stiamo per iniziare".
  • 11. RITO DI INIZIAZIONE DELLA MAFIA • Noi siamo un’ antichissima organizzazione che risale alla notte dei tempi , le nostre regole sono severe, guai a chi le infrange! Voi non toccherete le donne di altri uomini d’ onore. Il vostro comportamento sarà sempre improntato a serietà e rispetto. Non parlerete mai di Cosa Nostra davanti a estranei, non direte la vostra qualifica neanche ad altri uomini d’ onore." La regola impone che la presentazione sia opera di un terzo che dirà: “Voi siete la stessa cosa, siete tenuti a dire tutta la verità ai vostri simili, questo è il nostro codice di comportamento, lo accettate?" In seguito il padrino prende un pacchetto di immagini sacre, uno stecco d’ arancio amaro, un coltello e una scatola di fiammiferi. • “Si faccia avanti il primo candidato”, il giovane va verso il padrino che gli mette in una mano un santino con un’ immagine dell’ Annunciazione, la cui festa si celebra il 25 marzo, festa anche di Cosa Nostra. Con un gesto deciso incide il polpastrello del dito che gli viene offerto e gli fa colare il sangue sull’ immagine sacra, prima di lasciarla nelle mani dell’ aspirante unite a coppa.
  • 12. RITO DI INIZIAZIONE DELLA MAFIA • Poi dice: "Non dovrete mai tradire i nostri segreti. Si entra in Cosa Nostra con il sangue e se ne esce solo attraverso il sangue." Quindi il padrino dà fuoco all’ immagine sacra e l'iniziato, dominando il dolore causato dalla fiamma, ripete :”Giuro di non tradire mai i comandamenti di Cosa Nostra. Se mai dovessi tradirli , che le mie carni brucino come quest’ immagine santa. Noi siamo una sola e medesima cosa . La nostra cosa. Cosa Nostra!."
  • 13. RITO PER LA DOTE DI CAMORRISTA • Anche per entrare nella Camorra c'è un rito iniziale. Gli adepti, alla luce di una candela, siedono attorno a un tavolo sul quale sono disposti un pugnale, una pistola carica e un bicchiere di vino avvelenato . Al candidato camorrista viene praticata un’ incisione al braccio con il pugnale. Poi egli giura obbedienza, fedeltà e discrezione tenendo il braccio insanguinato. Quindi impugna la pistola e se la punta sulla tempia, mentre con l’ altra mano si porta alle labbra il bicchiere avvelenato. • In tal modo dimostra che la sua devozione. Dopo averlo fatto inginocchiare il Boss gli posa una mano sulla testa e gli consegna il pugnale; poi rivolgendosi ai presenti, proclama: “ Riconoscete l’ uomo!”. Così nascono i camorristi .
  • 14. FONTI: • https://it.wikipedia.org/wiki/Riti_della_%27ndrangheta#Il_rito_della_chiave_d' oro • https://it.wikipedia.org/wiki/Locale_(%27ndrangheta)#Compartimentazione_in_ Societ%C3%A0_maggiore_e_minore • http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/08/05/la- leggenda-della-mafia-isola-dei.html • http://scuola.repubblica.it/toscana-livorno-smsgalilei/2013/02/21/rito-di- iniziazione-della-mafia/ • https://it.wikipedia.org/wiki/Riti_della_%27ndrangheta