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In questa seconda e ultima parte concludo il ragionamento iniziato con la newsletter precedente. Abbiamo visto
                                 I cambiamenti che verranno (seconda parte)

come oggi le maggiori disponibilità economiche siano in mano a chi ha un’età mediamente elevata e nel
contempo una scarsa dimestichezza con la tecnologia. Col passaggio del testimone in favore dei figli, più giovani
e quindi cresciuti a pane e (i)pad, corrisponderanno cambiamenti nell’approccio agli investimenti, e nella
relazione con chi li proporrà loro, che rischiano di spiazzare chi non sarà pronto o non si sarà adeguato per
tempo.
Oggi vi propongo altri due spunti di riflessione, credo interessanti.
Il primo è riferito agli ETF, che tutti conosciamo ma … non consigliamo. E scusate la provocazione !!
In Italia i primi ETF furono quotati nel 2002 e a distanza di dieci anni ne troviamo oltre 600 (grafico sotto, al
centro) con una continua crescita e una forte evoluzione dello strumento stesso nelle diverse varianti di
ETC/ETN, e con un patrimonio complessivo investito che a fine anno scorso aveva ormai raggiunto i 18 miliardi
di euro (grafico sotto, a sinistra).

              PTF in Italia                            ETF in Italia                    Media in € contratti scambiati

   18                                      800                                       80.000
                              17,8

   15
                              Mld                                                                      74.400

                                           600                                       60.000
   12
                                                                        614

                                           400                                       40.000
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                                                                                                                 36.300

    6                                      200                                       20.000
                                                                                              21.300

    3                                        0                                           0
             500                                       8

    0
                                                 ETF quotati nel   ETF quotati nel              BORSA DEUTSCHE EURONEXT
             Mln

         PTF nel 2002    PTF nel 2012                2002              2012                   ITALIANA BORSE

                                                                                                             fonte: ETF World


Certo, parliamo ancora di cifre relativamente contenute, ma i tassi di crescita sono esponenziali considerando
come siano stati sempre osteggiati dal sistema bancario e certo non graditi dalle reti di promozione finanziaria
(gli ultimi dati aggiornati a febbraio 2013 parlano di quasi 750 ETF quotati, che arrivano a oltre 900 con gli ETC
e ETN, con un patrimonio complessivo che ha superato i 20 miliardi di euro).
Si potrebbe anche obiettare che il principale bacino di utenza degli ETF sia legato agli investitori istituzionali,
ma il grafico sopra, a destra, smentisce almeno in parte questa presunzione; infatti, come si vede, la media dei
contratti scambiati sulla Borsa Italiana nel 2012 supera di poco i 20.000 euro (taglio tipicamente retail)
rispetto alla media di quelli scambiati su Deutsche Borse ed Euronext, i principali circuiti europei dove quotano
gli ETF. Se poi mi si opponesse che sono comprati dalle gestioni patrimoniali, o dai fondi che a loro volta
investono in ETF, allora stiamo parlando comunque di mercato retail.
Costi contenuti (un terzo o un quarto rispetto ai fondi e alle sicav oggi distribuiti in Italia), semplicità di utilizzo
e quotazione giornaliera sono gli aspetti che stanno premiando questo strumento finanziario; credo sia facile
immaginare come un domani, ormai alle porte, la percentuale di investimenti che verrà allocata sugli ETF sarà
sempre maggiore e la loro conoscenza sempre più diffusa.
Il secondo spunto di riflessione richiama le considerazioni della newsletter scorsa.
Il grafico sotto, estrapolato dall’ultimo Rapporto del Centro Einaudi sul Risparmio e gli Investimenti (forse la
più autorevole e completa analisi annuale esistente), mostra il cambiamento, nell’ultimo decennio, delle
principali fonti di informazione ricercate e ascoltate dai risparmiatori prima di investire i propri soldi.




 Numero 3 del 2 aprile 2013                                                                            Marcello Agnello
Lungo questo arco temporale, tutte le
           Chi può fornire informazioni utili per impiegare il

          (percentuali di intervistati per fonte citata; permesse 3
                                                                                principali fonti di “approvvigionamento”
                                risparmio?

                                  risposte)
                                                                                hanno visto decrescere il loro peso: è sceso
                                                                                quello delle banche (pur restando
                                                                                predominante), è calato quello dei giornali,
  300,0


                                                                                quello della televisione, e anche quello dei
                                                               La Posta


                                                                                promotori finanziari. Al contrario, oltre a
  250,0


                                                                                comparire per la prima volta la Posta, per
                                                               I miei amici o


                                                                                piccole percentuali, è leggermente salito il
               41,2                                            famigliari
                                    6,0


                                                                                peso degli amici e famigliari, vecchia
  200,0         9,4                                            Internet
                                    50,1

                                                                                abitudine ancora dura a morire (è come
               34,4
                                                               La TV


                                                                                assumere un certo farmaco solo perché lo
  150,0
                                    23,0
               52,2

                                                                                prende anche la zia), ma soprattutto è
                                    20,3                       I Giornali



                                                                                cresciuto enormemente il peso di internet
  100,0                             27,4
               27,3


                                                                                con un incremento più che doppio.
                                                               Il Promotore
                                    19,2                       finanziario
   50,0


                                                                                E quest’ultimo dato testimonia, se mai
               78,4                                            La mia banca
                                    63,1


                                                                                necessario, come il cambiamento sia
                                                                                iniziato.
    0,0
               2001                 2012


Vi segnalo infine, e in chiusura, come alcune SGR (e prossimamente anche le Sicav) stiano costituendo apposite
classi commissionali “execution only”, con un costo di gestione ovviamente di molto inferiore (tagliando via la
fetta riservata ai distributori), destinandole a chi intende far da sé, oltreché ai consulenti indipendenti.
Cosa succederà nei prossimi anni ? Senza citare Lucio Battisti, non è difficile credere, per tutte le ragioni già
espresse, che i prossimi dieci, ma anche meno, saranno molto diversi da quelli trascorsi: quando una strada è
imboccata, la vera domanda non è se il cambiamento proseguirà, ma quando e in quanto tempo avrà
manifestato tutti i suoi effetti.
A mio avviso i primi segnali sono sotto gli occhi di tutti, o almeno di chi li vuol vedere.




 Numero 3 del 2 aprile 2013                                                                               Marcello Agnello

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Mercati € mercanti numero 3

  • 1. In questa seconda e ultima parte concludo il ragionamento iniziato con la newsletter precedente. Abbiamo visto I cambiamenti che verranno (seconda parte) come oggi le maggiori disponibilità economiche siano in mano a chi ha un’età mediamente elevata e nel contempo una scarsa dimestichezza con la tecnologia. Col passaggio del testimone in favore dei figli, più giovani e quindi cresciuti a pane e (i)pad, corrisponderanno cambiamenti nell’approccio agli investimenti, e nella relazione con chi li proporrà loro, che rischiano di spiazzare chi non sarà pronto o non si sarà adeguato per tempo. Oggi vi propongo altri due spunti di riflessione, credo interessanti. Il primo è riferito agli ETF, che tutti conosciamo ma … non consigliamo. E scusate la provocazione !! In Italia i primi ETF furono quotati nel 2002 e a distanza di dieci anni ne troviamo oltre 600 (grafico sotto, al centro) con una continua crescita e una forte evoluzione dello strumento stesso nelle diverse varianti di ETC/ETN, e con un patrimonio complessivo investito che a fine anno scorso aveva ormai raggiunto i 18 miliardi di euro (grafico sotto, a sinistra). PTF in Italia ETF in Italia Media in € contratti scambiati 18 800 80.000 17,8 15 Mld 74.400 600 60.000 12 614 400 40.000 9 36.300 6 200 20.000 21.300 3 0 0 500 8 0 ETF quotati nel ETF quotati nel BORSA DEUTSCHE EURONEXT Mln PTF nel 2002 PTF nel 2012 2002 2012 ITALIANA BORSE fonte: ETF World Certo, parliamo ancora di cifre relativamente contenute, ma i tassi di crescita sono esponenziali considerando come siano stati sempre osteggiati dal sistema bancario e certo non graditi dalle reti di promozione finanziaria (gli ultimi dati aggiornati a febbraio 2013 parlano di quasi 750 ETF quotati, che arrivano a oltre 900 con gli ETC e ETN, con un patrimonio complessivo che ha superato i 20 miliardi di euro). Si potrebbe anche obiettare che il principale bacino di utenza degli ETF sia legato agli investitori istituzionali, ma il grafico sopra, a destra, smentisce almeno in parte questa presunzione; infatti, come si vede, la media dei contratti scambiati sulla Borsa Italiana nel 2012 supera di poco i 20.000 euro (taglio tipicamente retail) rispetto alla media di quelli scambiati su Deutsche Borse ed Euronext, i principali circuiti europei dove quotano gli ETF. Se poi mi si opponesse che sono comprati dalle gestioni patrimoniali, o dai fondi che a loro volta investono in ETF, allora stiamo parlando comunque di mercato retail. Costi contenuti (un terzo o un quarto rispetto ai fondi e alle sicav oggi distribuiti in Italia), semplicità di utilizzo e quotazione giornaliera sono gli aspetti che stanno premiando questo strumento finanziario; credo sia facile immaginare come un domani, ormai alle porte, la percentuale di investimenti che verrà allocata sugli ETF sarà sempre maggiore e la loro conoscenza sempre più diffusa. Il secondo spunto di riflessione richiama le considerazioni della newsletter scorsa. Il grafico sotto, estrapolato dall’ultimo Rapporto del Centro Einaudi sul Risparmio e gli Investimenti (forse la più autorevole e completa analisi annuale esistente), mostra il cambiamento, nell’ultimo decennio, delle principali fonti di informazione ricercate e ascoltate dai risparmiatori prima di investire i propri soldi. Numero 3 del 2 aprile 2013 Marcello Agnello
  • 2. Lungo questo arco temporale, tutte le Chi può fornire informazioni utili per impiegare il (percentuali di intervistati per fonte citata; permesse 3 principali fonti di “approvvigionamento” risparmio? risposte) hanno visto decrescere il loro peso: è sceso quello delle banche (pur restando predominante), è calato quello dei giornali, 300,0 quello della televisione, e anche quello dei La Posta promotori finanziari. Al contrario, oltre a 250,0 comparire per la prima volta la Posta, per I miei amici o piccole percentuali, è leggermente salito il 41,2 famigliari 6,0 peso degli amici e famigliari, vecchia 200,0 9,4 Internet 50,1 abitudine ancora dura a morire (è come 34,4 La TV assumere un certo farmaco solo perché lo 150,0 23,0 52,2 prende anche la zia), ma soprattutto è 20,3 I Giornali cresciuto enormemente il peso di internet 100,0 27,4 27,3 con un incremento più che doppio. Il Promotore 19,2 finanziario 50,0 E quest’ultimo dato testimonia, se mai 78,4 La mia banca 63,1 necessario, come il cambiamento sia iniziato. 0,0 2001 2012 Vi segnalo infine, e in chiusura, come alcune SGR (e prossimamente anche le Sicav) stiano costituendo apposite classi commissionali “execution only”, con un costo di gestione ovviamente di molto inferiore (tagliando via la fetta riservata ai distributori), destinandole a chi intende far da sé, oltreché ai consulenti indipendenti. Cosa succederà nei prossimi anni ? Senza citare Lucio Battisti, non è difficile credere, per tutte le ragioni già espresse, che i prossimi dieci, ma anche meno, saranno molto diversi da quelli trascorsi: quando una strada è imboccata, la vera domanda non è se il cambiamento proseguirà, ma quando e in quanto tempo avrà manifestato tutti i suoi effetti. A mio avviso i primi segnali sono sotto gli occhi di tutti, o almeno di chi li vuol vedere. Numero 3 del 2 aprile 2013 Marcello Agnello