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Anno XV Numero Unico Aprile 2016
...
PAGINA 2
LA REDAZIONE
a.s.2015/2016
Docenti:Mariella Nardulli, Leonar-
do Sportelli Studenti:Fabio Fer-
rulli,Veronica Cotecchia, Alessan-
dra Lonigro, Serena Signorile, Mar-
tina Moretti, Carlotta Chiaromon-
te, Mariangela Gentile, Giorgia
Addabbo, Giulia Plantamura, Ales-
sia Stano, Luigi Tannoia, Angela
Teodosio, Antonisa Pistilli, Gioana
Nico, Claudia Caporusso, Beatrice
Mola, Martina Cosmo, Amedeo
Vitucci, Antonella Ferrulli, Alessia
Pappadà, Cristina Campanile, Anna
Carrasso, Daniele Ironico, Clara
Mastrorocco, Maria Mastrorocco
Si ringraziano i docenti: Annamaria
Dimaggio, Paola Forte, Caterina
Levato, Gabriella Piragina
Indice
Navigare necesse est ….
pag.2
Chi sono io per giudicare...
pag.3
aMare leggere
pag.4
Un viaggio nel passato...
pag. 5
Ammaliati da Londra…
pag. 6
17 Ottobre 2015
pag.7
L’8 Marzo non è una festa
pag. 8
Scatti d’autore
pag. 9
Malati di selfite
pag.10
Perché un corso di dizione?
pag.11
L’araldo del Paradiso dantesco
pag.g 12-13
Il don Milani in prima linea......
pag.g 14-15
Locandine
pag.16
Anno XV Numero Unico
“ NAVIGARE NECESSE EST,VIVERE NON
EST NECESSE “ Plutarco
Stages a Malaga, a Londra, a Cannes, attività di alternanza scuola lavoro, viaggi
d’istruzione, progetti Erasmus: un anno scolastico magico, quello del don Milani, di
apertura al mondo, durante il quale
abbiamo tanto viaggiato, conosciuto,
riflettuto, appreso, condiviso per-
ché, come scriveva Plutarco,
“Navigare necesse est, vivere non est
necesse” . Secondo la tradizione la
frase fu pronunciata da Pompeo che
in questo modo incitò i soldati ad
affrontare il mare in tempesta, a ri-
schiare, in una parola ad uscire dal
contingente per elevarsi a ideali su-
periori, senza farsi schiacciare da
tutto ciò che è quotidiano, routine.
“Navigare” è uscire dalla chiusura del
piccolo mondo in cui ci si trova ed
abbracciare nuove esperienze, nuovi percorsi che ci facciano sentire cittadini consa-
pevoli e responsabili. Solo conoscendo gli altri daremo il nostro contributo al cam-
biamento , foriero di pace e di solidarietà.
La redazione
PAGINA 3
Nella società odierna, le discriminazioni sono all’ordine del
giorno: etnia, religione, orientamento politico e sessuale
sono alcune delle tante cause. Parlando di orientamento
sessuale, vi è una forte discriminazione, chiamata omofobi-
a, che dilaga sempre più nelle menti degli italiani, soprattut-
to dei giovani.
Molte persone vivono nella ferma convinzione che l’essere
omosessuale significhi avere una malattia contagiosa, ma
guaribile. Infatti, molti cattolici estremisti organizzano in-
contri per “ex-omosessuali” che vogliono condividere la
loro “esperienza di guarigione”, aiutando altri giovani omo-
sessuali a risolvere il loro problema. Tutto questo non ha
alcun senso: questi ragazzi, infatti, ricevono solo un
“lavaggio del cervello”, che spinge loro solo a vergognarsi
della propria natura e a nascondersi, cosa di cui non vanno
mai fieri.
Gli adolescenti omosessuali sono spesso vittime di bullismo, fisico e psicologico; spesso si chiudono in loro stessi, cercando di
cambiare per farsi accettare, oppure semplicemente non fanno “coming out” , ovvero non rivelano il loro orientamento per
anni, per evitare queste tortura.
Spesso molti di questi cattolici continuano a dire che gli omosessuali non dovrebbero essere ammessi nelle chiese e non do-
vrebbero nemmeno ricevere i sacramenti. È per questo che Papa Francesco, alla domanda “Cosa ne pensa della questione
degli omosessuali?” risponde: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Un
insegnamento molto forte, che non sembra essere stato ancora recepito dai “bigotti” della Chiesa e neanche da alcuni ipocriti
atteggiamenti dei politici.
Questa ipocrisia è espressa in manifestazioni per valorizzare la “Famiglia Tradizionale” rispetto a quella “anormale”: il
“Family Day”, per manifestare contro il movimento “Svegliati Italia” a favore del cambiamento.
Questi due movimenti hanno evidenziato una grande frattura nella popolazione, dato che la maggior parte vuole che questa
legge venga approvata, mentre una minoranza la disapprova.
Per questo motivo è importante una buona informazione, per far nascere nei cuori della gente una nuova coscienza, una nuo-
va mentalità, magari più aperta ai cambiamenti.
Sarebbe il momento, nel 2016, di vivere nella totale uguaglianza e tolleranza, dove non c’è più bisogno di manifestare per ave-
re dei diritti che dovrebbero, appunto, essere diritti.
Veronica Cotecchia III BL
Anno XV Numero Unico
PAGINA 4
<< Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare.>>
Ogni viaggiatore porta con sé dei
ricordi e delle esperienze che costi-
tuiscono la sua storia. Quando un
viaggio nasce con l’intento di con-
durre ragazzi e famiglie alla riscoper-
ta della lettura, la storia di ognuno si
confronta e si arricchisce attraverso
un percorso di condivisione e sco-
perta.
È con questo scopo che nasce il
progetto “aMare Leggere” che ha
portato alcuni studenti del nostro
Istituto a compiere un percorso
reale e immaginario in compagnia di
scrittori e attori che, attraverso i
libri intendono stimolare la riflessio-
ne su tematiche interessanti affron-
tate con serietà ma anche con un
pizzico di ironia.
Ennio Cavalli, Gino Manfredi, Marco Giandomenico, Alice Mocci e Isabella Pedicini sono solo alcuni dei nomi degli scrittori e attori
che abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare a bordo della nave del gruppo “Grimaldi Lines”, nel tragitto da Civitavecchia a
Barcellona.
Nel corso delle due giornate di navigazione è stato possibile partecipare a incontri con gli autori con cui si è discusso sui loro testi:
“La raccolta differenziata della memoria”, “Ricette umorali”, “Il contributo di Anna Kuliscioff all’emancipazione femminile” e “Dai un
bacio a chi vuoi tu”. Il programma del progetto “aMare Leggere” ha inoltre promosso altre attività culturali come la visione di film
“Placido Rizzotto”, “Il giovane favoloso” e il concorso fotografico “Scatta una foto a Barcellona” con relativa premiazione. I vincitori
hanno ricevuto in regalo i libri presentati a bordo.
Durante la sosta a Barcellona abbiamo
ammirato e apprezzato non solo le
bellezze artistiche della città, le opere
di Gaudì, la Sagrada familia ma, soprat-
tutto abbiamo assaporato la fresca
ospitalità di una città giovane ed acco-
gliente.
Noi studenti cogliamo l’occasione per
ringraziare gli insegnanti che ci hanno
accompagnato in questa avventura
irripetibile. Questa esperienza cultura-
le ci ha insegnato che ogni libro rac-
chiude emozioni, esperienze e rifles-
sioni che pagina dopo pagina ci avvici-
nano a mondi nuovi da scoprire.
<< L’umanità ha il diritto di vedere,
udire e tacere. Il prossimo diritto fac-
ciamo che sia sognare>>
(Eduardo Galeano)
Claudia Caporusso
Beatrice Mola
5BL
Anno XV Numero Unico
PAGINA 5
La nostra scuola, come ogni anno, ci ha permesso di scoprire e studiare il mondo attraverso l’organizzazione di stage e gite
extrascolastiche.
La nostra classe, la IIBL, accompagnata dalla professoressa Cassone, ha deciso di partecipare alla gita di due giorni a Paestum
ed Ercolano, due meravigliose città situate nelle vicinanze di Napoli.
Dopo aver atteso con tanta gioia e curiosità, finalmente è arrivato il fatidico giorno, il 14 marzo.
Come prima tappa, abbiamo potuto ammirare gli scavi di Elia-Velia, che anche se non molto conosciuti, restano una testimo-
nianza del passato. Oltre agli scavi, dopo una lunga e tortuosa salita, abbiamo potuto osservare e fotografare la porta Rosa,
così chiamata in onore della donna del suo costruttore. Più in alto, la vista del castello che lascia scorgere una parte del favo-
loso mare di Napoli.
Anche Paestum è stata una piacevole scoperta perché abbiamo potuto visitare imponenti templi dedicati agli Dei principali e
osservare attentamente, in uno dei musei della città, alcuni dipinti, sculture e oggetti simboleggianti la vita e le modalità di
guerra dei popoli più antichi.
Il giorno seguente abbiamo trascorso tutta la mattinata ad Ercolano, una città che milioni di anni fa venne travolta dalla lava del
vulcano Vesuvio ma, fortunatamente, al termine di questa eruzione, seguì un maremoto che spense le fiamme. Nessuno riuscì
a sopravvivere, ma la città ha comunque conservato la sua bellezza.
Ad Ercolano i Romani si recavano per rilassarsi durante le vacanze alle terme e alle piscine dove erano soliti intraprendere
discorsi di politica ed affari. Molto interessanti erano dei luoghi, simili ai moderni fast food, in cui i Romani potevano fermarsi a
mangiare o addirittura acquistare vivande da consumare nelle loro domus. Nelle domus, abitazioni tipiche dei romani, abbiamo
potuto notare che esse erano composte da un grande atrio, da stanze da letto per una sola persona e una grande sala affresca-
ta che abbiamo ammirato e commentato insieme alla nostra guida.
Ovviamente non è mancato il divertimento; infatti, a Pompei, i professori ci hanno consentito di passeggiare liberamente per le
vie principali e acquistare souvenir come il tipico elmo pompeiano.
Antonella Ferrulli
Martina Cosmo 2BL
Anno XV Numero Unico
PAGINA 6 Anno XV Numero Unico
AMMALIATI DA LONDRA
Il progetto “Work and school in progress”, finanziato
dall’UE, ha permesso ad un gruppo di studenti del no-
stro istituto di trascorrere un mese all’estero per lavo-
rare e imparare la lingua.
Siamo arrivati in quindici a Londra i primi giorni di Set-
tembre accompagnati dalle professoresse Piragina e
Scattaglia, e siamo stati accolti da famiglie del posto.
L’agenzia “Twin Group” si è occupata delle sistemazio-
ni. Prima della partenza, abbiamo effettuato un collo-
quio telefonico in inglese e pertanto ogni studente è
stato assegnato ad un’azienda dove lavorare.
Quest’esperienza ci ha permesso di sviluppare abilità
linguistiche e lavorative in vari ambiti.
Abbiamo lavorato otto ore al giorno dal lunedì al ve-
nerdì. Nel fine settimana, abbia-
mo usufruito di visite guidate ad
Oxford, Cambridge, Bath e Bri-
ghton. Fra le altre attività, erano
inclusi spettacoli teatrali, musical
e concerti in famosi teatri e sale
concerti di tutta Londra.
Inizialmente, abbiamo dovuto
superare difficoltà legate alla
comunicazione in inglese,
all’utilizzo dei trasporti pubblici
per spostarci autonomamente o
all’adattamento a diverse abitu-
dini, ma alla fine ce la siamo tutti cavata bene. Abbiamo
stabilito buone relazioni con colleghi e datori di lavoro,
siamo stati in grado di aiutare i clienti e abbiamo impa-
rato le giuste strategie per affrontare tutte le varie si-
tuazioni.
L’esperienza lavorativa è stata istruttiva non solo da un
punto di vista personale, ma anche a livello culturale. Ci
ha dato la possibilità di essere più indipendenti e sicuri
di noi. Siamo tutti felici di aver avuto questa opportuni-
tà che ci ha cambiato la vita perché siamo sicuri che
avrà un grande impatto sul nostro futuro.
ENTHRAILED BY LONDON
The project called “Work and school in progress”, sup-
ported by the EU and local government, allowed a
group of students from our school to spend one
month working abroad and learning the language.
Fifteen of us arrived in London at the beginning of Sep-
tember accompanied by two teachers, Mrs. Piragina and
Mrs. Scattaglia, and were hosted by local English fami-
lies. The “Twin Group” agency made all the arrange-
ments. Before the departure, we had a phone interview
in English and thus, each student was assigned a com-
pany where they had to work. This experience allowed
us to develop language and working skills in different
fields.
We worked eight hours a day from Monday to Friday.
At the weekend, we took guided
tours to Oxford, Cambridge, Bath
and Brighton. Activities included
going to plays, musicals and con-
certs in famous theatres and con-
cert halls all around London.
At the beginning, we all had to
overcome problems related to
communicating in English, using the
public transport system to get
around independently or adapting
to different habits, but in the end
we all got on well. We established
good relationships with co-workers and managers, we
were able to help the customers and we learnt the
right strategies to face every kind of situation.
The work experience has been instructive not only
from a personal point of view, but also on a cultural
level. It has given us a chance to be more independent
and self-confident. We are all happy to have had this life
- changing opportunity because we are sure it will have
a great impact on our future.
Luigi Tannoia
PAGINA 7Anno XV Numero Unico
17 OTTOBRE 2015
Pronti, partenza, via!
Si parte per una nuova avventu-
ra.
Difficile descrivervi le emozioni
vissute quel giorno: l’attesa di
arrivare a Málaga, la paura di
non essere pronti ad affacciarci
in un mondo apparentemente
più grande di noi, quello del
lavoro, l’intrepidezza di visitare
nuove città e di praticare le
nostre conoscenze linguistiche.
Málaga, pronti per dare inizio a questa nuova esperienza,
subito accolti a braccia aperte da quelle che poi sono
diventate per noi delle seconde famiglie, sempre pronte
a soddisfare le nostre necessità e sempre premurose nei
nostri confronti.
Incominciamo la prima settimana di lavoro nei vari posti
assegnati: il CAC (Centro de Arte Contemporanea), il
Museo Picasso, il Museo Thyssen, il Museo
dell’Automobile, il Museo del Vino, il Teatro Cánovas,
Hotel Atarazanas e infine Hotel Ibis.
Conosciamo i nostri colleghi e subito ci rendiamo conto
che quella città magica sarebbe diventata per noi una
vera e propria casa.
Durante la permanenza a Málaga , abbiamo avuto
l’occasione di visitare durante i weekend, città come
Siviglia e Granada vivendo completamente quella splendi-
da regione chiamata Andalusia.
Man mano che passavano i giorni e poi le settimane, si
avvicinava sempre di più la data del ritorno: ormai sve-
gliarsi presto la mattina, prendere l’autobus e andare a
lavorare era diventato non solo un piacere, ma anche
un’abitudine difficile da dover perdere.
Lo stage ha rappresentato una significativa opportunità
di praticare le lingue che studiamo a scuola, una impor-
tante occasione di provare in anticipo cosa significhi en-
trare nel mondo del lavoro.
Di Málaga e dei suoi malagueñi abbiamo colto il grande
senso di ospitalità e condivisione, sempre coniugato con
un modo gioioso di vivere il quotidiano.
E un ultimo ringraziamento, ma non di certo meno im-
portante, va ai nostri due accompagnatori, la Prof.ssa
Forte e il Prof. Valeriano, che si sono mostrati sempre
molto disponibili nei nostri confronti, senza il loro sup-
porto non avremmo mai potuto realizzare un’esperienza
coinvolgente come questa.
Lasciamo Málaga con una promessa: quella di tornarci
presto perché si sa che “da qui a due mesi sarà sicura-
mente cambiato qualcosa.”
17 DE OCTUBRE 2015
¡Preparados, listos, ya!
Salimos hacia una nueva aventura
Dificil conseguir describiros las
emociones que vivimos aquel día:
las ganas de llegar a Málaga, la
angustia por no sentirnos a la
altura de las circustancias, las del
mundo laboral, aparentemente
mucho más grande que nosotros,
la curiosidad por visitar nuevas
ciudades y el deseo de poner en
practica nuestras competencias
lingüísticas.
Málaga: listos para empezar esta nueva experiencia, de
pronto nos reciben con los brazos abiertos los que más
tarde se volverán, para nosotros, en nuestra segunda
familia, siempre disponibles en satisfacer nuestras
necesidades y siempre muy atentos con nosotros.
Empezamos la primera semana de trabajo en los
diferentes lugares de prácticas asignados: el CAC (Centro
de Arte Contemporáneo), el Museo Picasso, el Museo
Thyssen, el Museo del Automóvil, el Museo del Vino, el
Teatro Cánovas, el Hotel Atarazanas y, finalmente, el
Hotel Ibis.
Conocemos a nuestros compañeros de trabajo y
enseguida nos damos cuenta de que aquella mágica ciudad
se habría vuelto en nuestra casa.
Durante nuestra estancia en Málaga, hemos tenido la
ocasión de visitar, en los fines de semana, Sevilla y
Granada, disfrutando de este modo por completo de esta
hermosa parte de España: Andalucía.
A medida que pasaban los días y las semanas, se acercaba
cada vez más la fecha de regreso: así que despertarse
temprano por las mañanas, coger el autobús para ir a
trabajar ya no sólo era un placer sino en un hábito difícil
de apartar.
Esta experiencia para nosotros ha representado una gran
oportunidad para practicar los idiomas que estudiamos en
el Instituto y una importante ocasión para valorar de
antemano lo que significa realmente darse de alta en el
mundo del trabajo. De Málaga y de sus malagueños nos
queda su gran sentido de hospitalidad y de intercambio y
porsupuesto su forma tan alegre y divertida de vivir.
En una nota final, nos gustaría dar un agradecimiento
especial a nuestros dos compañeros, la profesora Forte y
el profesor Valeriano, por mostrarse siempre disponibles
con nosotros y porque sin su apoyo, quizá, no
hubiéramos sido capaces de realizar una experiencia
cautivadora como esta.
Dejamos Málaga con la promesa que regresaremos
pronto y sabiendo que "dentro de dos meses
seguramente cambiará algo."
Angela Teodosio 5BL
PAGINA 8 Anno XV Numero Unico
L’8 marzo è la Festa delle Donne o, più correttamente, la
Giornata internazionale della donna. Ma perché si festeggia-
no le donne proprio in questo giorno? E qual è la storia che
ha portato le donne a essere celebrate?
Nello specifico, l’8 marzo è dedicato al riconoscimento delle
lotte che sono state portate avanti dalle donne e alle loro
conquiste sul piano dei diritti, dell’economia e della politica
contro le discriminazioni e le violenze di cui, ancora oggi,
sono vittime in molte parti del mondo. Non una festa, dun-
que, ma un giorno per riflettere sulla condizione femminile e
per organizzare lotte al fine di migliorare le condizioni di vita
della donna: in questo modo la data dell'8 marzo assunse col
tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle
vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei seco-
li e il punto di partenza per il proprio riscatto.
Ogni donna dovrebbe ritenersi fortunata nel vivere in
un’epoca e in un paese dove questo problema è in parte
superato. Non dobbiamo dimenticare, però, le donne meno
fortunate, ma è necessario invece fare di tutto per aiutarle a
migliorare la loro condizione affinché possano, un giorno,
vivere meglio. Ai giorni nostri, molte associazioni organizza-
no manifestazioni sull’argomento cercando di sensibilizzare
l’opinione pubblica
. Il simbolo della festa della donna è la mimosa. Ma perché
proprio la mimosa è il simbolo della festa della donna? Oltre
al fatto che fiorisce proprio nel periodo in cui cade la ricor-
renza, il suo colore, giallo, presenta vitalità, allegria ed è un colore gioioso. La donna uscì dalla costola dell'uomo, non dai piedi per
essere calpestata, nè dalla testa per essere superiore, ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta e accanto al
cuore per essere amata. Prendiamo in considerazione questa frase per gridare al mondo che la donna è alla pari dell’uomo e che
forse, per i ruoli che lei svolge continuamente e contemporaneamente nella vita sociale dovrebbe essere sempre onorata per la sua
capacità di esser madre, moglie, figlia e lavoratrice!
Uno dei doni più preziosi della donna sono i
capelli, i quali esprimono femminilità.
In una delle assemblee d'istituto abbiamo accol-
to l’ associazione "la banca dei capelli", grazie
alla quale qualsiasi ragazza ha potuto donare una
ciocca per la realizzazione di una parrucca per
tutte quelle donne che, purtroppo, a causa di
devastanti malattie che ci sono al giorno d'oggi
hanno perso i capelli.
La nostra scuola si è impegnata in questo, infatti
io , Martina e tante altre ragazze del nostro
Istituto abbiamo donato una ciocca: quest’ anno
è stata la mia prima esperienza e sono orgoglio-
sa e soddisfatta del gesto solidale che ho fatto.
Martina Moretti-Serena Signorile-Alessandra Lonigro 4 BES
PAGINA 9Anno XV Numero Unico
Nella splendida cornice di Palazzo De Mari, nella Sala Anagrafe, del Comune
di Acquaviva , dall’1 al 5 marzo 2016, si è tenuta una mostra fotografica dav-
vero interessante.
Tante le fotografie scattate nei diversi paesi della provincia di Bari, ovvero
”l’area Metropolitana”. La mostra organizzata dall’assessora alla cultura
prof.ssa Mariella Nardulli e dall’istituto Rosa Luxemburg di Acquaviva, ha
visto protagonisti tanti studenti delle scuole superiori, medie ed elementari
che hanno partecipato all’evento.
Durante la serata inaugurale ho avuto la possibilità di osservare attentamente
le foto e ho potuto constatare che i paesi dell’area “Metropolitana”sono
davvero interessanti tanto da desiderare ora di visitarli uno per uno.
La mostra si è conclusa con la premiazione di alcune fotografie realizzate dai
ragazzi, ma quello che mi ha colpito è il reportage realizzato da un fotografo
freelance Marcello Carrozzo che ha ripreso alcuni momenti drammatici
dell’arrivo dei migranti che sbarcano quotidianamente sulle nostre coste.
Partecipare a questo evento mi ha fatto riflettere come a volte le immagini
sono più esplicite e dirette di molte parole.
G.Carlotta Chiaromonte
IBL
docenti e alunni progetto Erasmus Plus
PAGINA 10
L’ uomo si rende forza con la sua debolezza. Si finge vigoroso nei confronti della vita,
celando la sua fragilità col velo dell’egoismo e della vanità, perché incapace di sostene-
re il confronto con la realtà che lo circonda.
Si ritrova recluso nella sua dimensione personale, prigioniero di se stesso, cieco e inca-
pace di provare un briciolo di rispetto nei confronti dei suoi simili.
Questo è e sempre sarà il suo modus vivendi, dai tempi di Narciso fino a quando il
mondo, illanguidito, si spegnerà.
Continuerà imperterrito a fissare l’immangine distorta di sé, lodandosi e cercando esa-
geratamente di migliorarsi, ottenendo, spesso, risultati grotteschi. Egli si porrà super-
bamente su un piedistallo che non potrà sostenere il peso di un ego così costruito e
ampolloso.
Tutti sono consapevoli del proprio stato ma, per assurdo, noncuranti dello stesso.
Rinnegano la propria natura e si dissociano da loro stessi. Diventano, così, tanti, troppi,
innumerevoli personalità e vite serrate in un unico
corpo.
Il tempo avanza e da esso gli uomini non imparano,
anzi, si lasciano sopraffare, fino a diventarne schiavi,
da veri e propri mezzi d’annientamento quali gli
smartphone. Ostentano, attraverso autoscatti, ciò
che in verità non sono.
Si pensa che sia possibile cogliere la realtà attraver-
so gli occhi: ma se neanche quelli sono in grado di
captare i più piccoli segnali , perché impegnati a
rimirarsi ossessivamente nel display di un dispositi-
vo che vive di corrente elettrica?
Quegli occhi si svuotano e lo sguardo diventa piat-
to, costringendo chi guarda a concentrare la visio-
ne su un unico oggetto: se stesso. Questo perché
l’osservatore è profondamente intimorito dal per-
dersi di vista, senza sapere che è già perso.
Inoltre, ciò limita i rapporti sociali, i quali si riduco-
no a dialoghi esenti di quella carica che fa emozio-
nare. Essi si definirebbero più correttamente solilo-
qui, perché finalizzati al solo compiacimento perso-
nale.
Ci si trasforma, quindi, in automi, arrivando a di-
ventare più inutili dei cellulari.
“Chi ha inventato lo specchio ha avvelenato l’anima” : questa è l’affermazione di Fernando Pessoa che palesa la realtà, pur essendo
struggente, marca i contorni della società: sì, perché siamo solo contorni, contenitori vuoti, che pretendono di essere riempiti e allo
stesso tempo si rifiutano di sopportare il gravare dell’ individualità.
Alessia Stano 3BL
Anno XV Numero Unico
PAGINA 11Anno XV Numero Unico
Tante sono le motivazioni che
possono spingere una persona a
impegnarsi in una attività che la
porti a cambiare inflessione, a mo-
dulare, in altro modo, la propria
voce, a eliminare i regionalismi, a
rischiare anche qualche critica (o
sberleffo) da amici e da parenti.
A volte, però, la molla per una
simile scelta, può essere rappre-
sentata dall’amore per il prossimo,
dal desiderio di mettersi alla pro-
va. Quando, poi, si ha
l’opportunità di utilizzare una sala
di registrazione di tipo professio-
nale, e diventare così “donatori di
voce”, cosa che, prima, appariva
solo come un sogno, ebbene, tutto
ciò diviene una realtà possibile.
Molte sono, durante la giornata di
ciascuno di noi, le situazioni in cui
si avverte la necessità di sentire una voce amica, che, magari, narri qualcosa, che faccia volare la nostra fantasia, che apra
orizzonti a cui non si può giungere, senza il sostegno della voce altrui. Pertanto, donare la nostra voce ai non vedenti, agli
ipovedenti, e agli anziani ci è parso un obiettivo degno del nostro impegno.
Per partecipare al corso di dizione, organizzato presso il “don Milani”, nell’ambito del progetto “Banca della voce – diven-
ta donatore di voce” (referenti interni al liceo, proff. Nardulli Mariella, Levato Caterina e Gargano Trifone; referenti e-
sterni, il dott. Nettis Pino), rivolto a insegnanti, alunni e genitori delle terze classi, è stato necessario effettuare un breve
colloquio motivazionale, che ha permesso di individuare e di indicare alle docenti referenti gli studenti che evidenziavano
maggiore interesse e spiccata attitudine per una simile attività sociale (e culturale).
Il corso di dizione, tenuto dal professor Angelo Di Donna, con il sostegno organizzativo e finanziario del Rotary Club
Acquaviva-Gioia, è stato avviato l’11 novembre 2015, e si è tenuto presso il liceo “don Milani”, senza alcun onere per il
nostro liceo, utilizzando ambienti e strutture del “don Milani”, compresa l’eccellente sala di registrazione recentemente
allestita per la sezione musicale del nostro istituto.
Il professor Di Donna, attore, doppiatore e autore di pubblicazioni scientifiche sulla materia, ci ha insegnato, durante i
nostri incontri settimanali, a leggere con espressività, a immergerci completamente nella lettura, immedesimandoci nei
personaggi, a eliminare gli intercalari, durante le esposizioni orali, trasmettendoci sempre la sua passione, e permettendo-
ci anche di migliorare il nostro rendimento scolastico.
Grazie al consulto di un dizionario ortoepico, e a un costante esercizio, è stato possibile viaggiare all’interno delle oscuri-
tà della lingua italiana, e comprendere, per esempio, come la pronuncia adottata dai personaggi televisivi (attori, giornali-
sti, show-man, ecc.), e da coloro che ci circondano, in realtà, sia ricca di imperfezioni fonetiche.
Abbiamo avuto l’opportunità di metterci alla prova, attraverso letture in pubblico, eventi e registrazioni in sala, in modo
da vincere, da parte nostra, la timidezza e liberarci, quindi, da blocchi emotivi, da paura e da ansia.
Così, noi alunni, Deluca Annamaria, Lazazzara Alexandra (III ASU), Campanile Cristina, Carrasso Anna, Pappadà Alessia
(III AL), Angiola Nicolas, Campanale Carmen, Ferrulli Fabio (III BL), Natuzzi Simona, Santantonio Onofrio (III AM), Del-
monte Giuliana (III AES), abbiamo avuto, tutti, l’opportunità, il 2 e il 9 marzo 2016, di registrare brani tratti da opere di
autori conosciuti.
Il progetto del liceo “don L. Milani”, “Banca della voce – diventa donatore di voce”, sempre in collaborazione con il Ro-
tary Club di Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle, si distenderà su più annualità, e punterà, negli anni, a rendere dispo-
nibili per la libera fruizione, un archivio di audio-libri, riguardanti i classici della letteratura mondiale, e i testi della tradi-
zione culturale locale, poco conosciuti ma ugualmente significativi per la nostra identità, linguistica, culturale e sociale di
cittadini italiani di questo ambito territoriale.
Alessia Pappadà, Cristina Campanile e Anna Carrasso III AL
PAGINA 12
Anche quest’anno, noi alunni della classe VAL, con il sup-
porto della prof.ssa Levato, ci siamo occupati della stesura
dell’ultimo numero del giornalino dantesco, interamente
dedicato a Dante e al suo poema; questa attività ci ha tenu-
to compagnia per tutto l’arco del triennio: al terzo anno con
“Il Gazzettino dell’Inferno”; e al quarto anno con “L’eco del
Purgatorio”. Noi, giovani reporter in erba, abbiamo appro-
fittato delle avventure e degli incontri fatti dal poeta, lungo il
suo viaggio nell’aldilà, per raccontarlo sotto una luce ironica,
così da farlo apprezzare anche al mondo dei giovani di oggi.
Infatti, spesso la Commedia viene sottovalutata, o viene letta
controvoglia, perché considerata come un macigno incom-
prensibile, lontano anni luce dalla nostra realtà.
Per affrontare l’ultima tappa del viaggio dantesco, il Paradi-
so, come da tradizione, il nostro giornale ha cambiato testa-
ta, ed è divenuto: “L’Araldo del Paradiso”.
L’elevazione del linguaggio del poeta ha costituito un osta-
colo ben impegnativo per noi cronisti di oggi; tale ostacolo,
però, ha costituito un ulteriore stimolo, per migliorare le
nostre capacità di scrittura, e di analisi del testo, tanto che
ci siamo meravigliati di noi stessi, per i risultati raggiunti:
“L’Araldo” è, infatti, ancora più ricco di contenuti e di diver-
tenti inserti creativi, rispetto al “Gazzettino” e all’”Eco”.
L’utilizzo di alcune app dei social network, tipo Simitator,
hanno reso piacevole il nostro lavoro, e, grazie ad esse,
Dante (in persona) ha potuto fare commenti e porre do-
mande, in tempo reale, a tutte le anime beate incontrate
(compresa la “povera” Beatrice, per noi, semplicemente,
Bea), e ricevere altrettante risposte secche dai suoi inter-
locutori. La piattaforma virtuale di Simitator è stata adatta-
ta all’età medievale: “Mi piace” e “Commenta”, sono, quin-
di, diventati, rispettivamente, “M’aggrada” e “Favella”; molti
personaggi illustri si sono ri-scoperti a vocazione “social”,
insieme al nostro Dante; mentre, il tempo è rimasto fisso
al 13 aprile 1300, perché in Paradiso, si sa, il tempo non
esiste. In questo modo, il nostro lavoro ha creato una con-
nessione ancora più forte con il mondo dei personaggi
danteschi, e con l’epoca in cui la Commedia è ambientata,
tanto da considerare l’Alighieri (chiamato confidenzialmen-
te Dantuccio nostro) uno di noi, a tutti gli effetti; la sua
Commedia ha raggiunto, tra noi moderni, un indice di po-
polarità mai visto prima.
Anno XV Numero Unico
L’araldo del Paradiso dantesco
PAGINA 13
Nelle pagine dell’Araldo, quindi, abbiamo seguito Dan-
te in veste di “fanta-reporter”, ci siamo trasformati in
lucine occhialute, trasumanate insieme con lui, in volo
verso il Paradiso. Abbiamo accolto il vanto di Dante
sotto forma di “Dante’s pride”, e siamo stati spettato-
ri diretti dei 3 esami del poeta, sulle virtù teologali:
fede, speranza e carità. Abbiamo incontrato con lui
una dolente Piccarda, un Cacciaguida chiromante, un
Giustiniano chiacchierone, e il famoso Adamo; per poi
concludere, con la diretta dall’Empireo, che ci ha for-
nito un’inedita visione di Dio.
Come in ogni edizione che si rispetti nel nostro
giornale dantesco, le pubblicità, da noi inventate,
hanno giocato un ruolo fondamentale anche nel no-
stro “Araldo”, rendendone più agevole la lettura, e
presentando l’opera del sommo poeta in una chiave
più moderna. Creare inserti pubblicitari non è stato
affatto difficile, anche perché le precedenti pubblica-
zioni (“Il Gazzettino dell’Inferno” e “L’Eco del Purga-
torio”) ci hanno aiutati a migliorare le nostre capaci-
tà creative. Ci siamo divertiti nell’associare le espe-
rienze vissute da Dante nel Paradiso con elementi
ricorrenti della nostra quotidianità. Basti pensare alla
pubblicità dei light-ban, occhiali da sole speciali
(parodia di una più famosa marca terrestre), che
permettono a “padre Dante” e a noi fanta-reporter
di accedere al Paradiso senza essere accecati dalla
sua immensa luminosità. Attraverso l’uso della fanta-
sia e dell’ironia, che ci hanno contraddistinto in tutte
le edizioni già pubblicate, abbiamo cercato, e, credia-
mo, di averlo fatto con buon esito, di modernizzare
il sommo Poeta, senza banalizzarlo, al fine di render-
ne più piacevole e attuale la lettura.
Daniele Ironico, Clara Mastrorocco,
Maria Mastrorocco V AL
Anno XV Numero Unico
PAGINA 14
«Imagine there’s no countries «Immagina non ci siano nazioni
It isn’t hard to do Non è difficile da fare
Nothing to kill or die for Niente per cui uccidere e morire
And no religion too E nessuna religione
Imagine all the people Immagina tutta la gente
Living life in peace» Che vive in pace»
(“Imagine”, John Lennon)
L’Intifada fu una rivolta popolare scop-
piata nel 1987 nei territori palestinesi
occupati da Israele, che si protrasse
fino al 1993. Lo scontro, iniziato a Ga-
za ed estesosi rapidamente anche in
Cisgiordania, fu caratterizzato da attac-
chi alle forze occupanti, che si manife-
starono attraverso lanci di pietre con-
tro i militari israeliani. La rivolta, che
interessò soprattutto i giovani, riuscì a
diffondere la questione palestinese,
attirando l’attenzione della comunità
internazionale.
Nel settembre del 2000 ebbe inizio una
seconda Intifada, conosciuta come
“Intifada dei coltelli”, perché contraddi-
stinta dall’uso di armi da parte dei pale-
stinesi. L’evento scatenante fu la visita
di A. Sharon, leader del
“Likud” (Partito Nazionalista Liberale),
al sito sacro venerato da entrambe le
religioni: il monte del Tempio per gli
ebrei, nonché l’al-Haram ash-Sharif per i musulmani.
A questo proposito e approfittando della presenza di due medici palestinesi, Belal E. M. Othman (della città di Falfet) e Ma-
hmoud Adman Allan (della città di Hebron), in stage lavorativo presso l’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti, il liceo “Don
L. Milani” ha organizzato una conferenza per educare i giovani al sentimento della pace. All’incontro, tenutosi il giorno 14 no-
vembre presso l’auditorium dell’Istituto e organizzato dalla prof. ssa Mariella Nardulli, hanno partecipato il prof. Trifone Garga-
no, il prof. Leonardo Ascatigno con un’introduzione storica al problema dell’Intifada, la psicologa Annamaria Cassano con un
power-point intitolato “La diffidenza del vicino”, il preside dell’Istituto, Francesco Lucarelli, il sindaco di Acquaviva, Davide Car-
lucci, ed infine il dottor Gaetano Logrieco, presidente dell’associazione “Volontariamente”.
Anno XV Numero Unico
Il “Don Milani”
in prima linea per la pace
PAGINA 15
Anche gli alunni del “Don Milani” hanno partecipato attivamente al dibattito, ponendo delle domande ai medici, testimoni
diretti di una realtà spesso celata e manipolata dai Mass media.
Inevitabilmente, è emersa una riflessione sulla pace, per insegnare ai giovani che, spesso, ciò che l’Occidente definisce “pace”
è, invece, un periodo di guerra in qualche altra parte del mondo.
È forse iniziata una terza Intifada nei territori palestinesi occupati?
L’ottobre scorso, un fine settimana di violenze in Cisgiordania e a Gerusalemme Est ha sollevato il timore che possa scoppia-
re una terza Intifada. Tra le vittime, un bambino di 13 anni ucciso dall’esercito israeliano durante alcuni scontri all’esterno di
un campo profughi a Betlemme: è il secondo ragazzo palestinese ucciso in 24 ore.
Si calcola che negli ultimi quarant’anni, tra conflitti, terrorismo, totalitarismi, colpi di Stato, dittature e genocidi, ci siano state
almeno 60 milioni di vittime, una cifra equivalente al numero dei morti provocati dalla Seconda guerra mondiale. E il 90% del-
le vittime è costituito da bambini, donne e anziani.
Ma desiderare di vivere in un mondo di pace, sperare che tutti i fucili, i cannoni ed i carri armati del mondo si arruginiscano è
pura follia o potrebbe diventare realtà? La pace non è un sogno: può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci
di sognare.
Alla diffusione di una cultura della pace e della non violenza fra le giovani generazioni è in gran parte affidato il futuro del
mondo. Un’educazione in tal senso, però, non si realizza per mezzo delle parole, ma attraverso adeguati modelli di comporta-
mento. A questo proposito, lo scrittore Bertolt Brecht disse: «Lasciateci anzitutto lottare per la libertà di chiedere la pace. Nessu-
no dica: «Si stabilisce prima quale pace». Ognuno dica: «Innanzitutto sia pace». Denunciamo i governi che non denunciano la guerra!
Non permettiamo che sul futuro della cultura decida la bomba atomica! Si è detto che la pace nasce da dove la si prende: prendiamoci
allora la libertà di lavorare per la pace!».
Antonisa Pistilli e Gioana Nico 5BL
Anno XV Numero Unico
PAGINA 16 Anno XV Numero Unico
docenti e alunni partecipanti al progetto aMare leggere
BARCELLONA

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Anno 2016 numero unico

  • 1. Anno XV Numero Unico Aprile 2016 ...
  • 2. PAGINA 2 LA REDAZIONE a.s.2015/2016 Docenti:Mariella Nardulli, Leonar- do Sportelli Studenti:Fabio Fer- rulli,Veronica Cotecchia, Alessan- dra Lonigro, Serena Signorile, Mar- tina Moretti, Carlotta Chiaromon- te, Mariangela Gentile, Giorgia Addabbo, Giulia Plantamura, Ales- sia Stano, Luigi Tannoia, Angela Teodosio, Antonisa Pistilli, Gioana Nico, Claudia Caporusso, Beatrice Mola, Martina Cosmo, Amedeo Vitucci, Antonella Ferrulli, Alessia Pappadà, Cristina Campanile, Anna Carrasso, Daniele Ironico, Clara Mastrorocco, Maria Mastrorocco Si ringraziano i docenti: Annamaria Dimaggio, Paola Forte, Caterina Levato, Gabriella Piragina Indice Navigare necesse est …. pag.2 Chi sono io per giudicare... pag.3 aMare leggere pag.4 Un viaggio nel passato... pag. 5 Ammaliati da Londra… pag. 6 17 Ottobre 2015 pag.7 L’8 Marzo non è una festa pag. 8 Scatti d’autore pag. 9 Malati di selfite pag.10 Perché un corso di dizione? pag.11 L’araldo del Paradiso dantesco pag.g 12-13 Il don Milani in prima linea...... pag.g 14-15 Locandine pag.16 Anno XV Numero Unico “ NAVIGARE NECESSE EST,VIVERE NON EST NECESSE “ Plutarco Stages a Malaga, a Londra, a Cannes, attività di alternanza scuola lavoro, viaggi d’istruzione, progetti Erasmus: un anno scolastico magico, quello del don Milani, di apertura al mondo, durante il quale abbiamo tanto viaggiato, conosciuto, riflettuto, appreso, condiviso per- ché, come scriveva Plutarco, “Navigare necesse est, vivere non est necesse” . Secondo la tradizione la frase fu pronunciata da Pompeo che in questo modo incitò i soldati ad affrontare il mare in tempesta, a ri- schiare, in una parola ad uscire dal contingente per elevarsi a ideali su- periori, senza farsi schiacciare da tutto ciò che è quotidiano, routine. “Navigare” è uscire dalla chiusura del piccolo mondo in cui ci si trova ed abbracciare nuove esperienze, nuovi percorsi che ci facciano sentire cittadini consa- pevoli e responsabili. Solo conoscendo gli altri daremo il nostro contributo al cam- biamento , foriero di pace e di solidarietà. La redazione
  • 3. PAGINA 3 Nella società odierna, le discriminazioni sono all’ordine del giorno: etnia, religione, orientamento politico e sessuale sono alcune delle tante cause. Parlando di orientamento sessuale, vi è una forte discriminazione, chiamata omofobi- a, che dilaga sempre più nelle menti degli italiani, soprattut- to dei giovani. Molte persone vivono nella ferma convinzione che l’essere omosessuale significhi avere una malattia contagiosa, ma guaribile. Infatti, molti cattolici estremisti organizzano in- contri per “ex-omosessuali” che vogliono condividere la loro “esperienza di guarigione”, aiutando altri giovani omo- sessuali a risolvere il loro problema. Tutto questo non ha alcun senso: questi ragazzi, infatti, ricevono solo un “lavaggio del cervello”, che spinge loro solo a vergognarsi della propria natura e a nascondersi, cosa di cui non vanno mai fieri. Gli adolescenti omosessuali sono spesso vittime di bullismo, fisico e psicologico; spesso si chiudono in loro stessi, cercando di cambiare per farsi accettare, oppure semplicemente non fanno “coming out” , ovvero non rivelano il loro orientamento per anni, per evitare queste tortura. Spesso molti di questi cattolici continuano a dire che gli omosessuali non dovrebbero essere ammessi nelle chiese e non do- vrebbero nemmeno ricevere i sacramenti. È per questo che Papa Francesco, alla domanda “Cosa ne pensa della questione degli omosessuali?” risponde: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Un insegnamento molto forte, che non sembra essere stato ancora recepito dai “bigotti” della Chiesa e neanche da alcuni ipocriti atteggiamenti dei politici. Questa ipocrisia è espressa in manifestazioni per valorizzare la “Famiglia Tradizionale” rispetto a quella “anormale”: il “Family Day”, per manifestare contro il movimento “Svegliati Italia” a favore del cambiamento. Questi due movimenti hanno evidenziato una grande frattura nella popolazione, dato che la maggior parte vuole che questa legge venga approvata, mentre una minoranza la disapprova. Per questo motivo è importante una buona informazione, per far nascere nei cuori della gente una nuova coscienza, una nuo- va mentalità, magari più aperta ai cambiamenti. Sarebbe il momento, nel 2016, di vivere nella totale uguaglianza e tolleranza, dove non c’è più bisogno di manifestare per ave- re dei diritti che dovrebbero, appunto, essere diritti. Veronica Cotecchia III BL Anno XV Numero Unico
  • 4. PAGINA 4 << Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare.>> Ogni viaggiatore porta con sé dei ricordi e delle esperienze che costi- tuiscono la sua storia. Quando un viaggio nasce con l’intento di con- durre ragazzi e famiglie alla riscoper- ta della lettura, la storia di ognuno si confronta e si arricchisce attraverso un percorso di condivisione e sco- perta. È con questo scopo che nasce il progetto “aMare Leggere” che ha portato alcuni studenti del nostro Istituto a compiere un percorso reale e immaginario in compagnia di scrittori e attori che, attraverso i libri intendono stimolare la riflessio- ne su tematiche interessanti affron- tate con serietà ma anche con un pizzico di ironia. Ennio Cavalli, Gino Manfredi, Marco Giandomenico, Alice Mocci e Isabella Pedicini sono solo alcuni dei nomi degli scrittori e attori che abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare a bordo della nave del gruppo “Grimaldi Lines”, nel tragitto da Civitavecchia a Barcellona. Nel corso delle due giornate di navigazione è stato possibile partecipare a incontri con gli autori con cui si è discusso sui loro testi: “La raccolta differenziata della memoria”, “Ricette umorali”, “Il contributo di Anna Kuliscioff all’emancipazione femminile” e “Dai un bacio a chi vuoi tu”. Il programma del progetto “aMare Leggere” ha inoltre promosso altre attività culturali come la visione di film “Placido Rizzotto”, “Il giovane favoloso” e il concorso fotografico “Scatta una foto a Barcellona” con relativa premiazione. I vincitori hanno ricevuto in regalo i libri presentati a bordo. Durante la sosta a Barcellona abbiamo ammirato e apprezzato non solo le bellezze artistiche della città, le opere di Gaudì, la Sagrada familia ma, soprat- tutto abbiamo assaporato la fresca ospitalità di una città giovane ed acco- gliente. Noi studenti cogliamo l’occasione per ringraziare gli insegnanti che ci hanno accompagnato in questa avventura irripetibile. Questa esperienza cultura- le ci ha insegnato che ogni libro rac- chiude emozioni, esperienze e rifles- sioni che pagina dopo pagina ci avvici- nano a mondi nuovi da scoprire. << L’umanità ha il diritto di vedere, udire e tacere. Il prossimo diritto fac- ciamo che sia sognare>> (Eduardo Galeano) Claudia Caporusso Beatrice Mola 5BL Anno XV Numero Unico
  • 5. PAGINA 5 La nostra scuola, come ogni anno, ci ha permesso di scoprire e studiare il mondo attraverso l’organizzazione di stage e gite extrascolastiche. La nostra classe, la IIBL, accompagnata dalla professoressa Cassone, ha deciso di partecipare alla gita di due giorni a Paestum ed Ercolano, due meravigliose città situate nelle vicinanze di Napoli. Dopo aver atteso con tanta gioia e curiosità, finalmente è arrivato il fatidico giorno, il 14 marzo. Come prima tappa, abbiamo potuto ammirare gli scavi di Elia-Velia, che anche se non molto conosciuti, restano una testimo- nianza del passato. Oltre agli scavi, dopo una lunga e tortuosa salita, abbiamo potuto osservare e fotografare la porta Rosa, così chiamata in onore della donna del suo costruttore. Più in alto, la vista del castello che lascia scorgere una parte del favo- loso mare di Napoli. Anche Paestum è stata una piacevole scoperta perché abbiamo potuto visitare imponenti templi dedicati agli Dei principali e osservare attentamente, in uno dei musei della città, alcuni dipinti, sculture e oggetti simboleggianti la vita e le modalità di guerra dei popoli più antichi. Il giorno seguente abbiamo trascorso tutta la mattinata ad Ercolano, una città che milioni di anni fa venne travolta dalla lava del vulcano Vesuvio ma, fortunatamente, al termine di questa eruzione, seguì un maremoto che spense le fiamme. Nessuno riuscì a sopravvivere, ma la città ha comunque conservato la sua bellezza. Ad Ercolano i Romani si recavano per rilassarsi durante le vacanze alle terme e alle piscine dove erano soliti intraprendere discorsi di politica ed affari. Molto interessanti erano dei luoghi, simili ai moderni fast food, in cui i Romani potevano fermarsi a mangiare o addirittura acquistare vivande da consumare nelle loro domus. Nelle domus, abitazioni tipiche dei romani, abbiamo potuto notare che esse erano composte da un grande atrio, da stanze da letto per una sola persona e una grande sala affresca- ta che abbiamo ammirato e commentato insieme alla nostra guida. Ovviamente non è mancato il divertimento; infatti, a Pompei, i professori ci hanno consentito di passeggiare liberamente per le vie principali e acquistare souvenir come il tipico elmo pompeiano. Antonella Ferrulli Martina Cosmo 2BL Anno XV Numero Unico
  • 6. PAGINA 6 Anno XV Numero Unico AMMALIATI DA LONDRA Il progetto “Work and school in progress”, finanziato dall’UE, ha permesso ad un gruppo di studenti del no- stro istituto di trascorrere un mese all’estero per lavo- rare e imparare la lingua. Siamo arrivati in quindici a Londra i primi giorni di Set- tembre accompagnati dalle professoresse Piragina e Scattaglia, e siamo stati accolti da famiglie del posto. L’agenzia “Twin Group” si è occupata delle sistemazio- ni. Prima della partenza, abbiamo effettuato un collo- quio telefonico in inglese e pertanto ogni studente è stato assegnato ad un’azienda dove lavorare. Quest’esperienza ci ha permesso di sviluppare abilità linguistiche e lavorative in vari ambiti. Abbiamo lavorato otto ore al giorno dal lunedì al ve- nerdì. Nel fine settimana, abbia- mo usufruito di visite guidate ad Oxford, Cambridge, Bath e Bri- ghton. Fra le altre attività, erano inclusi spettacoli teatrali, musical e concerti in famosi teatri e sale concerti di tutta Londra. Inizialmente, abbiamo dovuto superare difficoltà legate alla comunicazione in inglese, all’utilizzo dei trasporti pubblici per spostarci autonomamente o all’adattamento a diverse abitu- dini, ma alla fine ce la siamo tutti cavata bene. Abbiamo stabilito buone relazioni con colleghi e datori di lavoro, siamo stati in grado di aiutare i clienti e abbiamo impa- rato le giuste strategie per affrontare tutte le varie si- tuazioni. L’esperienza lavorativa è stata istruttiva non solo da un punto di vista personale, ma anche a livello culturale. Ci ha dato la possibilità di essere più indipendenti e sicuri di noi. Siamo tutti felici di aver avuto questa opportuni- tà che ci ha cambiato la vita perché siamo sicuri che avrà un grande impatto sul nostro futuro. ENTHRAILED BY LONDON The project called “Work and school in progress”, sup- ported by the EU and local government, allowed a group of students from our school to spend one month working abroad and learning the language. Fifteen of us arrived in London at the beginning of Sep- tember accompanied by two teachers, Mrs. Piragina and Mrs. Scattaglia, and were hosted by local English fami- lies. The “Twin Group” agency made all the arrange- ments. Before the departure, we had a phone interview in English and thus, each student was assigned a com- pany where they had to work. This experience allowed us to develop language and working skills in different fields. We worked eight hours a day from Monday to Friday. At the weekend, we took guided tours to Oxford, Cambridge, Bath and Brighton. Activities included going to plays, musicals and con- certs in famous theatres and con- cert halls all around London. At the beginning, we all had to overcome problems related to communicating in English, using the public transport system to get around independently or adapting to different habits, but in the end we all got on well. We established good relationships with co-workers and managers, we were able to help the customers and we learnt the right strategies to face every kind of situation. The work experience has been instructive not only from a personal point of view, but also on a cultural level. It has given us a chance to be more independent and self-confident. We are all happy to have had this life - changing opportunity because we are sure it will have a great impact on our future. Luigi Tannoia
  • 7. PAGINA 7Anno XV Numero Unico 17 OTTOBRE 2015 Pronti, partenza, via! Si parte per una nuova avventu- ra. Difficile descrivervi le emozioni vissute quel giorno: l’attesa di arrivare a Málaga, la paura di non essere pronti ad affacciarci in un mondo apparentemente più grande di noi, quello del lavoro, l’intrepidezza di visitare nuove città e di praticare le nostre conoscenze linguistiche. Málaga, pronti per dare inizio a questa nuova esperienza, subito accolti a braccia aperte da quelle che poi sono diventate per noi delle seconde famiglie, sempre pronte a soddisfare le nostre necessità e sempre premurose nei nostri confronti. Incominciamo la prima settimana di lavoro nei vari posti assegnati: il CAC (Centro de Arte Contemporanea), il Museo Picasso, il Museo Thyssen, il Museo dell’Automobile, il Museo del Vino, il Teatro Cánovas, Hotel Atarazanas e infine Hotel Ibis. Conosciamo i nostri colleghi e subito ci rendiamo conto che quella città magica sarebbe diventata per noi una vera e propria casa. Durante la permanenza a Málaga , abbiamo avuto l’occasione di visitare durante i weekend, città come Siviglia e Granada vivendo completamente quella splendi- da regione chiamata Andalusia. Man mano che passavano i giorni e poi le settimane, si avvicinava sempre di più la data del ritorno: ormai sve- gliarsi presto la mattina, prendere l’autobus e andare a lavorare era diventato non solo un piacere, ma anche un’abitudine difficile da dover perdere. Lo stage ha rappresentato una significativa opportunità di praticare le lingue che studiamo a scuola, una impor- tante occasione di provare in anticipo cosa significhi en- trare nel mondo del lavoro. Di Málaga e dei suoi malagueñi abbiamo colto il grande senso di ospitalità e condivisione, sempre coniugato con un modo gioioso di vivere il quotidiano. E un ultimo ringraziamento, ma non di certo meno im- portante, va ai nostri due accompagnatori, la Prof.ssa Forte e il Prof. Valeriano, che si sono mostrati sempre molto disponibili nei nostri confronti, senza il loro sup- porto non avremmo mai potuto realizzare un’esperienza coinvolgente come questa. Lasciamo Málaga con una promessa: quella di tornarci presto perché si sa che “da qui a due mesi sarà sicura- mente cambiato qualcosa.” 17 DE OCTUBRE 2015 ¡Preparados, listos, ya! Salimos hacia una nueva aventura Dificil conseguir describiros las emociones que vivimos aquel día: las ganas de llegar a Málaga, la angustia por no sentirnos a la altura de las circustancias, las del mundo laboral, aparentemente mucho más grande que nosotros, la curiosidad por visitar nuevas ciudades y el deseo de poner en practica nuestras competencias lingüísticas. Málaga: listos para empezar esta nueva experiencia, de pronto nos reciben con los brazos abiertos los que más tarde se volverán, para nosotros, en nuestra segunda familia, siempre disponibles en satisfacer nuestras necesidades y siempre muy atentos con nosotros. Empezamos la primera semana de trabajo en los diferentes lugares de prácticas asignados: el CAC (Centro de Arte Contemporáneo), el Museo Picasso, el Museo Thyssen, el Museo del Automóvil, el Museo del Vino, el Teatro Cánovas, el Hotel Atarazanas y, finalmente, el Hotel Ibis. Conocemos a nuestros compañeros de trabajo y enseguida nos damos cuenta de que aquella mágica ciudad se habría vuelto en nuestra casa. Durante nuestra estancia en Málaga, hemos tenido la ocasión de visitar, en los fines de semana, Sevilla y Granada, disfrutando de este modo por completo de esta hermosa parte de España: Andalucía. A medida que pasaban los días y las semanas, se acercaba cada vez más la fecha de regreso: así que despertarse temprano por las mañanas, coger el autobús para ir a trabajar ya no sólo era un placer sino en un hábito difícil de apartar. Esta experiencia para nosotros ha representado una gran oportunidad para practicar los idiomas que estudiamos en el Instituto y una importante ocasión para valorar de antemano lo que significa realmente darse de alta en el mundo del trabajo. De Málaga y de sus malagueños nos queda su gran sentido de hospitalidad y de intercambio y porsupuesto su forma tan alegre y divertida de vivir. En una nota final, nos gustaría dar un agradecimiento especial a nuestros dos compañeros, la profesora Forte y el profesor Valeriano, por mostrarse siempre disponibles con nosotros y porque sin su apoyo, quizá, no hubiéramos sido capaces de realizar una experiencia cautivadora como esta. Dejamos Málaga con la promesa que regresaremos pronto y sabiendo que "dentro de dos meses seguramente cambiará algo." Angela Teodosio 5BL
  • 8. PAGINA 8 Anno XV Numero Unico L’8 marzo è la Festa delle Donne o, più correttamente, la Giornata internazionale della donna. Ma perché si festeggia- no le donne proprio in questo giorno? E qual è la storia che ha portato le donne a essere celebrate? Nello specifico, l’8 marzo è dedicato al riconoscimento delle lotte che sono state portate avanti dalle donne e alle loro conquiste sul piano dei diritti, dell’economia e della politica contro le discriminazioni e le violenze di cui, ancora oggi, sono vittime in molte parti del mondo. Non una festa, dun- que, ma un giorno per riflettere sulla condizione femminile e per organizzare lotte al fine di migliorare le condizioni di vita della donna: in questo modo la data dell'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei seco- li e il punto di partenza per il proprio riscatto. Ogni donna dovrebbe ritenersi fortunata nel vivere in un’epoca e in un paese dove questo problema è in parte superato. Non dobbiamo dimenticare, però, le donne meno fortunate, ma è necessario invece fare di tutto per aiutarle a migliorare la loro condizione affinché possano, un giorno, vivere meglio. Ai giorni nostri, molte associazioni organizza- no manifestazioni sull’argomento cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica . Il simbolo della festa della donna è la mimosa. Ma perché proprio la mimosa è il simbolo della festa della donna? Oltre al fatto che fiorisce proprio nel periodo in cui cade la ricor- renza, il suo colore, giallo, presenta vitalità, allegria ed è un colore gioioso. La donna uscì dalla costola dell'uomo, non dai piedi per essere calpestata, nè dalla testa per essere superiore, ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta e accanto al cuore per essere amata. Prendiamo in considerazione questa frase per gridare al mondo che la donna è alla pari dell’uomo e che forse, per i ruoli che lei svolge continuamente e contemporaneamente nella vita sociale dovrebbe essere sempre onorata per la sua capacità di esser madre, moglie, figlia e lavoratrice! Uno dei doni più preziosi della donna sono i capelli, i quali esprimono femminilità. In una delle assemblee d'istituto abbiamo accol- to l’ associazione "la banca dei capelli", grazie alla quale qualsiasi ragazza ha potuto donare una ciocca per la realizzazione di una parrucca per tutte quelle donne che, purtroppo, a causa di devastanti malattie che ci sono al giorno d'oggi hanno perso i capelli. La nostra scuola si è impegnata in questo, infatti io , Martina e tante altre ragazze del nostro Istituto abbiamo donato una ciocca: quest’ anno è stata la mia prima esperienza e sono orgoglio- sa e soddisfatta del gesto solidale che ho fatto. Martina Moretti-Serena Signorile-Alessandra Lonigro 4 BES
  • 9. PAGINA 9Anno XV Numero Unico Nella splendida cornice di Palazzo De Mari, nella Sala Anagrafe, del Comune di Acquaviva , dall’1 al 5 marzo 2016, si è tenuta una mostra fotografica dav- vero interessante. Tante le fotografie scattate nei diversi paesi della provincia di Bari, ovvero ”l’area Metropolitana”. La mostra organizzata dall’assessora alla cultura prof.ssa Mariella Nardulli e dall’istituto Rosa Luxemburg di Acquaviva, ha visto protagonisti tanti studenti delle scuole superiori, medie ed elementari che hanno partecipato all’evento. Durante la serata inaugurale ho avuto la possibilità di osservare attentamente le foto e ho potuto constatare che i paesi dell’area “Metropolitana”sono davvero interessanti tanto da desiderare ora di visitarli uno per uno. La mostra si è conclusa con la premiazione di alcune fotografie realizzate dai ragazzi, ma quello che mi ha colpito è il reportage realizzato da un fotografo freelance Marcello Carrozzo che ha ripreso alcuni momenti drammatici dell’arrivo dei migranti che sbarcano quotidianamente sulle nostre coste. Partecipare a questo evento mi ha fatto riflettere come a volte le immagini sono più esplicite e dirette di molte parole. G.Carlotta Chiaromonte IBL docenti e alunni progetto Erasmus Plus
  • 10. PAGINA 10 L’ uomo si rende forza con la sua debolezza. Si finge vigoroso nei confronti della vita, celando la sua fragilità col velo dell’egoismo e della vanità, perché incapace di sostene- re il confronto con la realtà che lo circonda. Si ritrova recluso nella sua dimensione personale, prigioniero di se stesso, cieco e inca- pace di provare un briciolo di rispetto nei confronti dei suoi simili. Questo è e sempre sarà il suo modus vivendi, dai tempi di Narciso fino a quando il mondo, illanguidito, si spegnerà. Continuerà imperterrito a fissare l’immangine distorta di sé, lodandosi e cercando esa- geratamente di migliorarsi, ottenendo, spesso, risultati grotteschi. Egli si porrà super- bamente su un piedistallo che non potrà sostenere il peso di un ego così costruito e ampolloso. Tutti sono consapevoli del proprio stato ma, per assurdo, noncuranti dello stesso. Rinnegano la propria natura e si dissociano da loro stessi. Diventano, così, tanti, troppi, innumerevoli personalità e vite serrate in un unico corpo. Il tempo avanza e da esso gli uomini non imparano, anzi, si lasciano sopraffare, fino a diventarne schiavi, da veri e propri mezzi d’annientamento quali gli smartphone. Ostentano, attraverso autoscatti, ciò che in verità non sono. Si pensa che sia possibile cogliere la realtà attraver- so gli occhi: ma se neanche quelli sono in grado di captare i più piccoli segnali , perché impegnati a rimirarsi ossessivamente nel display di un dispositi- vo che vive di corrente elettrica? Quegli occhi si svuotano e lo sguardo diventa piat- to, costringendo chi guarda a concentrare la visio- ne su un unico oggetto: se stesso. Questo perché l’osservatore è profondamente intimorito dal per- dersi di vista, senza sapere che è già perso. Inoltre, ciò limita i rapporti sociali, i quali si riduco- no a dialoghi esenti di quella carica che fa emozio- nare. Essi si definirebbero più correttamente solilo- qui, perché finalizzati al solo compiacimento perso- nale. Ci si trasforma, quindi, in automi, arrivando a di- ventare più inutili dei cellulari. “Chi ha inventato lo specchio ha avvelenato l’anima” : questa è l’affermazione di Fernando Pessoa che palesa la realtà, pur essendo struggente, marca i contorni della società: sì, perché siamo solo contorni, contenitori vuoti, che pretendono di essere riempiti e allo stesso tempo si rifiutano di sopportare il gravare dell’ individualità. Alessia Stano 3BL Anno XV Numero Unico
  • 11. PAGINA 11Anno XV Numero Unico Tante sono le motivazioni che possono spingere una persona a impegnarsi in una attività che la porti a cambiare inflessione, a mo- dulare, in altro modo, la propria voce, a eliminare i regionalismi, a rischiare anche qualche critica (o sberleffo) da amici e da parenti. A volte, però, la molla per una simile scelta, può essere rappre- sentata dall’amore per il prossimo, dal desiderio di mettersi alla pro- va. Quando, poi, si ha l’opportunità di utilizzare una sala di registrazione di tipo professio- nale, e diventare così “donatori di voce”, cosa che, prima, appariva solo come un sogno, ebbene, tutto ciò diviene una realtà possibile. Molte sono, durante la giornata di ciascuno di noi, le situazioni in cui si avverte la necessità di sentire una voce amica, che, magari, narri qualcosa, che faccia volare la nostra fantasia, che apra orizzonti a cui non si può giungere, senza il sostegno della voce altrui. Pertanto, donare la nostra voce ai non vedenti, agli ipovedenti, e agli anziani ci è parso un obiettivo degno del nostro impegno. Per partecipare al corso di dizione, organizzato presso il “don Milani”, nell’ambito del progetto “Banca della voce – diven- ta donatore di voce” (referenti interni al liceo, proff. Nardulli Mariella, Levato Caterina e Gargano Trifone; referenti e- sterni, il dott. Nettis Pino), rivolto a insegnanti, alunni e genitori delle terze classi, è stato necessario effettuare un breve colloquio motivazionale, che ha permesso di individuare e di indicare alle docenti referenti gli studenti che evidenziavano maggiore interesse e spiccata attitudine per una simile attività sociale (e culturale). Il corso di dizione, tenuto dal professor Angelo Di Donna, con il sostegno organizzativo e finanziario del Rotary Club Acquaviva-Gioia, è stato avviato l’11 novembre 2015, e si è tenuto presso il liceo “don Milani”, senza alcun onere per il nostro liceo, utilizzando ambienti e strutture del “don Milani”, compresa l’eccellente sala di registrazione recentemente allestita per la sezione musicale del nostro istituto. Il professor Di Donna, attore, doppiatore e autore di pubblicazioni scientifiche sulla materia, ci ha insegnato, durante i nostri incontri settimanali, a leggere con espressività, a immergerci completamente nella lettura, immedesimandoci nei personaggi, a eliminare gli intercalari, durante le esposizioni orali, trasmettendoci sempre la sua passione, e permettendo- ci anche di migliorare il nostro rendimento scolastico. Grazie al consulto di un dizionario ortoepico, e a un costante esercizio, è stato possibile viaggiare all’interno delle oscuri- tà della lingua italiana, e comprendere, per esempio, come la pronuncia adottata dai personaggi televisivi (attori, giornali- sti, show-man, ecc.), e da coloro che ci circondano, in realtà, sia ricca di imperfezioni fonetiche. Abbiamo avuto l’opportunità di metterci alla prova, attraverso letture in pubblico, eventi e registrazioni in sala, in modo da vincere, da parte nostra, la timidezza e liberarci, quindi, da blocchi emotivi, da paura e da ansia. Così, noi alunni, Deluca Annamaria, Lazazzara Alexandra (III ASU), Campanile Cristina, Carrasso Anna, Pappadà Alessia (III AL), Angiola Nicolas, Campanale Carmen, Ferrulli Fabio (III BL), Natuzzi Simona, Santantonio Onofrio (III AM), Del- monte Giuliana (III AES), abbiamo avuto, tutti, l’opportunità, il 2 e il 9 marzo 2016, di registrare brani tratti da opere di autori conosciuti. Il progetto del liceo “don L. Milani”, “Banca della voce – diventa donatore di voce”, sempre in collaborazione con il Ro- tary Club di Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle, si distenderà su più annualità, e punterà, negli anni, a rendere dispo- nibili per la libera fruizione, un archivio di audio-libri, riguardanti i classici della letteratura mondiale, e i testi della tradi- zione culturale locale, poco conosciuti ma ugualmente significativi per la nostra identità, linguistica, culturale e sociale di cittadini italiani di questo ambito territoriale. Alessia Pappadà, Cristina Campanile e Anna Carrasso III AL
  • 12. PAGINA 12 Anche quest’anno, noi alunni della classe VAL, con il sup- porto della prof.ssa Levato, ci siamo occupati della stesura dell’ultimo numero del giornalino dantesco, interamente dedicato a Dante e al suo poema; questa attività ci ha tenu- to compagnia per tutto l’arco del triennio: al terzo anno con “Il Gazzettino dell’Inferno”; e al quarto anno con “L’eco del Purgatorio”. Noi, giovani reporter in erba, abbiamo appro- fittato delle avventure e degli incontri fatti dal poeta, lungo il suo viaggio nell’aldilà, per raccontarlo sotto una luce ironica, così da farlo apprezzare anche al mondo dei giovani di oggi. Infatti, spesso la Commedia viene sottovalutata, o viene letta controvoglia, perché considerata come un macigno incom- prensibile, lontano anni luce dalla nostra realtà. Per affrontare l’ultima tappa del viaggio dantesco, il Paradi- so, come da tradizione, il nostro giornale ha cambiato testa- ta, ed è divenuto: “L’Araldo del Paradiso”. L’elevazione del linguaggio del poeta ha costituito un osta- colo ben impegnativo per noi cronisti di oggi; tale ostacolo, però, ha costituito un ulteriore stimolo, per migliorare le nostre capacità di scrittura, e di analisi del testo, tanto che ci siamo meravigliati di noi stessi, per i risultati raggiunti: “L’Araldo” è, infatti, ancora più ricco di contenuti e di diver- tenti inserti creativi, rispetto al “Gazzettino” e all’”Eco”. L’utilizzo di alcune app dei social network, tipo Simitator, hanno reso piacevole il nostro lavoro, e, grazie ad esse, Dante (in persona) ha potuto fare commenti e porre do- mande, in tempo reale, a tutte le anime beate incontrate (compresa la “povera” Beatrice, per noi, semplicemente, Bea), e ricevere altrettante risposte secche dai suoi inter- locutori. La piattaforma virtuale di Simitator è stata adatta- ta all’età medievale: “Mi piace” e “Commenta”, sono, quin- di, diventati, rispettivamente, “M’aggrada” e “Favella”; molti personaggi illustri si sono ri-scoperti a vocazione “social”, insieme al nostro Dante; mentre, il tempo è rimasto fisso al 13 aprile 1300, perché in Paradiso, si sa, il tempo non esiste. In questo modo, il nostro lavoro ha creato una con- nessione ancora più forte con il mondo dei personaggi danteschi, e con l’epoca in cui la Commedia è ambientata, tanto da considerare l’Alighieri (chiamato confidenzialmen- te Dantuccio nostro) uno di noi, a tutti gli effetti; la sua Commedia ha raggiunto, tra noi moderni, un indice di po- polarità mai visto prima. Anno XV Numero Unico L’araldo del Paradiso dantesco
  • 13. PAGINA 13 Nelle pagine dell’Araldo, quindi, abbiamo seguito Dan- te in veste di “fanta-reporter”, ci siamo trasformati in lucine occhialute, trasumanate insieme con lui, in volo verso il Paradiso. Abbiamo accolto il vanto di Dante sotto forma di “Dante’s pride”, e siamo stati spettato- ri diretti dei 3 esami del poeta, sulle virtù teologali: fede, speranza e carità. Abbiamo incontrato con lui una dolente Piccarda, un Cacciaguida chiromante, un Giustiniano chiacchierone, e il famoso Adamo; per poi concludere, con la diretta dall’Empireo, che ci ha for- nito un’inedita visione di Dio. Come in ogni edizione che si rispetti nel nostro giornale dantesco, le pubblicità, da noi inventate, hanno giocato un ruolo fondamentale anche nel no- stro “Araldo”, rendendone più agevole la lettura, e presentando l’opera del sommo poeta in una chiave più moderna. Creare inserti pubblicitari non è stato affatto difficile, anche perché le precedenti pubblica- zioni (“Il Gazzettino dell’Inferno” e “L’Eco del Purga- torio”) ci hanno aiutati a migliorare le nostre capaci- tà creative. Ci siamo divertiti nell’associare le espe- rienze vissute da Dante nel Paradiso con elementi ricorrenti della nostra quotidianità. Basti pensare alla pubblicità dei light-ban, occhiali da sole speciali (parodia di una più famosa marca terrestre), che permettono a “padre Dante” e a noi fanta-reporter di accedere al Paradiso senza essere accecati dalla sua immensa luminosità. Attraverso l’uso della fanta- sia e dell’ironia, che ci hanno contraddistinto in tutte le edizioni già pubblicate, abbiamo cercato, e, credia- mo, di averlo fatto con buon esito, di modernizzare il sommo Poeta, senza banalizzarlo, al fine di render- ne più piacevole e attuale la lettura. Daniele Ironico, Clara Mastrorocco, Maria Mastrorocco V AL Anno XV Numero Unico
  • 14. PAGINA 14 «Imagine there’s no countries «Immagina non ci siano nazioni It isn’t hard to do Non è difficile da fare Nothing to kill or die for Niente per cui uccidere e morire And no religion too E nessuna religione Imagine all the people Immagina tutta la gente Living life in peace» Che vive in pace» (“Imagine”, John Lennon) L’Intifada fu una rivolta popolare scop- piata nel 1987 nei territori palestinesi occupati da Israele, che si protrasse fino al 1993. Lo scontro, iniziato a Ga- za ed estesosi rapidamente anche in Cisgiordania, fu caratterizzato da attac- chi alle forze occupanti, che si manife- starono attraverso lanci di pietre con- tro i militari israeliani. La rivolta, che interessò soprattutto i giovani, riuscì a diffondere la questione palestinese, attirando l’attenzione della comunità internazionale. Nel settembre del 2000 ebbe inizio una seconda Intifada, conosciuta come “Intifada dei coltelli”, perché contraddi- stinta dall’uso di armi da parte dei pale- stinesi. L’evento scatenante fu la visita di A. Sharon, leader del “Likud” (Partito Nazionalista Liberale), al sito sacro venerato da entrambe le religioni: il monte del Tempio per gli ebrei, nonché l’al-Haram ash-Sharif per i musulmani. A questo proposito e approfittando della presenza di due medici palestinesi, Belal E. M. Othman (della città di Falfet) e Ma- hmoud Adman Allan (della città di Hebron), in stage lavorativo presso l’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti, il liceo “Don L. Milani” ha organizzato una conferenza per educare i giovani al sentimento della pace. All’incontro, tenutosi il giorno 14 no- vembre presso l’auditorium dell’Istituto e organizzato dalla prof. ssa Mariella Nardulli, hanno partecipato il prof. Trifone Garga- no, il prof. Leonardo Ascatigno con un’introduzione storica al problema dell’Intifada, la psicologa Annamaria Cassano con un power-point intitolato “La diffidenza del vicino”, il preside dell’Istituto, Francesco Lucarelli, il sindaco di Acquaviva, Davide Car- lucci, ed infine il dottor Gaetano Logrieco, presidente dell’associazione “Volontariamente”. Anno XV Numero Unico Il “Don Milani” in prima linea per la pace
  • 15. PAGINA 15 Anche gli alunni del “Don Milani” hanno partecipato attivamente al dibattito, ponendo delle domande ai medici, testimoni diretti di una realtà spesso celata e manipolata dai Mass media. Inevitabilmente, è emersa una riflessione sulla pace, per insegnare ai giovani che, spesso, ciò che l’Occidente definisce “pace” è, invece, un periodo di guerra in qualche altra parte del mondo. È forse iniziata una terza Intifada nei territori palestinesi occupati? L’ottobre scorso, un fine settimana di violenze in Cisgiordania e a Gerusalemme Est ha sollevato il timore che possa scoppia- re una terza Intifada. Tra le vittime, un bambino di 13 anni ucciso dall’esercito israeliano durante alcuni scontri all’esterno di un campo profughi a Betlemme: è il secondo ragazzo palestinese ucciso in 24 ore. Si calcola che negli ultimi quarant’anni, tra conflitti, terrorismo, totalitarismi, colpi di Stato, dittature e genocidi, ci siano state almeno 60 milioni di vittime, una cifra equivalente al numero dei morti provocati dalla Seconda guerra mondiale. E il 90% del- le vittime è costituito da bambini, donne e anziani. Ma desiderare di vivere in un mondo di pace, sperare che tutti i fucili, i cannoni ed i carri armati del mondo si arruginiscano è pura follia o potrebbe diventare realtà? La pace non è un sogno: può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare. Alla diffusione di una cultura della pace e della non violenza fra le giovani generazioni è in gran parte affidato il futuro del mondo. Un’educazione in tal senso, però, non si realizza per mezzo delle parole, ma attraverso adeguati modelli di comporta- mento. A questo proposito, lo scrittore Bertolt Brecht disse: «Lasciateci anzitutto lottare per la libertà di chiedere la pace. Nessu- no dica: «Si stabilisce prima quale pace». Ognuno dica: «Innanzitutto sia pace». Denunciamo i governi che non denunciano la guerra! Non permettiamo che sul futuro della cultura decida la bomba atomica! Si è detto che la pace nasce da dove la si prende: prendiamoci allora la libertà di lavorare per la pace!». Antonisa Pistilli e Gioana Nico 5BL Anno XV Numero Unico
  • 16. PAGINA 16 Anno XV Numero Unico docenti e alunni partecipanti al progetto aMare leggere BARCELLONA