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Continuità del comportamento pre- e post- natale
il feto mostra
 Movimenti e capacità di coordinazione senso-motoria:
riflessi (12-14 sett.); risposte motorie a stimoli tattili (8
sett.), odori, sapori, suoni, luce (24-28 sett.); pianto,
apertura occhi, sbadiglio, suoni vegetativi, aggiustamento
posturale, suzione pollice (28-30 sett.)
 Alternanza sonno-veglia
 (37 sett.) Capacità di discriminazioni percettive complesse:
voci (riconosce voce materna, discrimina voce
maschile/femminile), suoni della lingua (discrimina
sequenze di sillabe leggermente diverse es. “bada” e
“daba”), odori, sapori
 Capacità di apprendimento prenatale preferenze
neonatali
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
1
Continuità del comportamento pre- e post- natale
Influenza dell’apprendimento prenatale sulle risposte
comportamentali del neonato
Neonato di 2-4 gg preferisce
 voce della madre (vs. un’altra voce femminile)
 lingua materna (vs. altra lingua)
 storia letta dalla madre quotidianamente nell’ultimo
mese di gravidanza (vs. altra storia letta dalla madre)
 odori già introdotti in utero attraverso dieta materna
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
2
Neonato
Organizzazione endogena: gli stati comportamentali
1. Sonno calmo (respiro regolare e lento)
2. Sonno attivo (fase REM, respiro irregolare, sorrisi
endogeni)
3. Veglia tranquilla (espressioni facciali di concentrazione
e attenzione)
4. Veglia agitata
5. Pianto (sistema di segnalazione di fame, stanchezza,
dolore + bisogno d’attenzione dalla fine del primo mese)
Regolarità temporale degli stati: cicli sonno-veglia
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
3
Riflessi: azione o risposta automatica con valore evolutivo
 riflesso di grasping (prensione)
 riflesso di rooting (rotazione del capo)
 riflesso di suzione (caratterizzato da pattern attività-pausa)
 riflesso della marcia automatica
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Nell’insieme l’organizzazione endogena favorisce
l’adattamento all’ambiente e influenza le reazioni
dell’adulto
Neonato
Organizzazione endogena: i riflessi
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
4
Neonato: la percezione visiva
 Povertà di acuità visiva, messa a fuoco a 20-30 cm.
 Attenzione per i contorni esterni
 Preferenza per gli stimoli in movimento, ad alto
contrasto, curvilinei, tridimensionali, in prospettiva
frontale, simmetrici (requisiti appartenenti al volto
umano)
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
5
Neonato: sensibilità per le caratteristiche della
lingua parlata
Neonato discrimina:
 contrasti fonemici di moltissime lingue
 parole plurisillabiche diversamente accentate
(babà/bàba)
 linguaggio diretto al bambino (vs. linguaggio per
adulto)
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
6
Neonato: preferenza per il volto umano
 Volti animati preferiti ad oggetti inanimati (Johnson et
al., 1991)
 Configurazione schematica di una faccia preferita a
configurazione che contiene gli stessi elementi disposti
in modo innaturale (Johnson & Morton, 1991)
 Fotografia volto occhi aperti preferita a foto volto
occhi chiusi (Batki et al., 2000)
 Foto di una faccia con sguardo frontale preferita a foto
faccia con sguardo rivolto lateralmente (Farroni et al.,
2006)
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
7
Neonato: capacità di imitazione
Quando attentamente sollecitato in un contesto d’interazione
diadica, il neonato può discriminare ed imitare diverse azioni
facciali e vocali (Chen et al., 2004; Meltzoff e Moore, 1977,
1999)
Evidenze empiriche:
 tempo impiegato prima di produrre la risposta imitativa
 vari tentativi: sforzo esplorativo e comunicativo
 smentiscono ipotesi imitazione neonatale come comp.
automatico
Ipotesi del progressivo “accoppiamento” all’azione dell’altro
(Meltzoff e Moore, 1997) oggi sostenuta dalla scoperta dei
“neuroni specchio” (Rizzolatti e Sinigaglia, 2006)
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
8
NEONATO: ‘Preadattamento’ all’interazione sociale
(Schaffer, 1984)
 Organizzazione temporale che facilita l’instaurarsi di
pattern di comunicazione con l’adulto
 Sistema elaborato di segnalazione sociale
 Attenzione selettiva e risposte preferenziali agli stimoli
sociali: volto e voce umani
 Riconoscimento e preferenza per la faccia della madre,
la voce della madre, l’odore della madre
 Imitazione neonatale
 Interazioni differenziate con persone e oggetti
Predisposizione dei neonati ad interagire con altri esseri
umani
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
9
La transizione del secondo mese
Organizzazione endogena
Sviluppo neurologico (dai meccanismi sottocorticali al
controllo corticale)
+
Stimolazioni ambientali (esperienze di interazione con
genitori)
Organizzazione esogena (regolata dall’interazione con
l’ambiente esterno)
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
10
Transizione secondo mese:
cambiamenti in diversi domini di sviluppo
Entro le 6-8 settimane:
 Incremento del tempo di veglia vigile e comparsa ‘veglia
attiva’
 Sviluppo del controllo posturale della testa
 Capacità di mantenere l’attenzione visiva e di esplorare
sistematicamente le caratteristiche interne del volto
umano
 Differenziazione espressioni di attenzione
 Comparsa del sorriso sociale
 Comparsa del ‘cooing’ e dei movimenti labiali di
‘prelinguaggio’
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
11
Comunicazione faccia-a-faccia
 I cambiamenti della transizione del secondo mese
rendono possibile il coinvolgimento attivo del lattante
(per maggior tempo, azioni facciali e vocali)
nell’esperienza di comunicazione faccia-a-faccia con
un adulto
cambiamenti QUALITATIVI nell’interazione
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
12
Origini dell’intersoggettività
Intersoggettività: esperienza di “contatto mentale con
l’altro che ha luogo durante la comunicazione
interpersonale (Trevarthen, 1998)
Le origini dell’intersoggettività nell’esperienza di
comunicazione faccia-a-faccia con l’adulto (Lavelli,
2007)
dalle 6-8 sett. ‘INTERSOGGETTIVITA’ PRIMARIA’:
prima esperienza condivisa di comunicazione affettiva,
contatto mentale tra il lattante e la madre/adulto reso
possibile e regolato dallo scambio di emozioni e affetti
(mezzo e contenuto della comunicazione)
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
13
Evidenze di intersoggettività primaria
nella comunicazione faccia-a-faccia
 avvia e mantiene il
contatto visivo
 segnala propri stati
affettivi
 risponde affettivamente
in modo contingente
 imita e/o prova ad
imitare
 rispecchia, ripete
enfatizzando
 Imita
 si sintonizza
affettivamente
 eventuale opposizione
all’azione del lattante
Il lattante L’adulto
Mutua regolazione di attenzione e affetti
(Beebe e Lachmann, 2002; Lavelli, 2007)
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
14
Prime esperienze di intersoggettività
contribuiscono allo sviluppo
1) della competenza comunicativa
2) della cognizione sociale
3) del senso di sé come agente
4) del legame di attaccamento
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
15
Sviluppo dell’intersoggettività nel primo anno di vita
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
16
I primi “formati” di gioco sociale
Dopo i 6 mesi introduzione dei primi giochi sociali:
struttura ritmica in 2 fasi, separate da pausa e accompagnate
da verbalizzazioni dell’adulto che ne sottolineano il significato
(es. gioco cucù, gioco del dare e prendere, gioco della torre)
La regolarità e la ripetitività delle azioni di gioco facilitano
l’anticipazione delle azioni o l’iniziativa del lattante (dagli
8-9 mesi)
anche attraverso il gioco sociale il lattante sperimenta un
senso di connessione con l’altro nella compartecipazione
emotiva e dell’attenzione
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
17
Transizione tra i 9-12 mesi
 Sviluppo motorio: acquisizione di una prima capacità di locomozione
autonoma
 Sviluppo cognitivo: incremento capacità controllo attenzione;
differenziazione mezzi-fini (comparsa intelligenza senso-motoria, Piaget,
1936)
 Sensibilità degli adulti di riferimento
 Qualità dell’esperienza di intersoggettività primaria
Comprensione dell’altro come possessore di stati mentali (attenzioni,
emozioni, intenzioni) che possono essere seguiti, condivisi e influenzati
affermazione di competenze sociali triadiche (Carpenter, Nagell e Tomasello, 1998)
sviluppo dell’ INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIA: condivisione di attenzione,
stati affettivi e intenzioni in relazione al mondo esterno
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
18
Transizione tra i 9-12 mesi: intersoggettività
secondaria e indicatori comportamentali
 Condivisione di stati affettivi in relazione ad
oggetti/eventi  riferimento sociale (verso 10 mesi):
riferimento al volto dell’adulto come fonte di
informazioni in una situazione ambigua o sconosciuta
(Klinnert, 1984)
 attenzione condivisa (emerge la capacità di seguire la
direzione - sguardo e indicazione - dell’attenzione
dell’adulto)
 comunicazione intenzionale: la capacità di
influenzare l’attenzione, gli stati affettivi e le azioni
dell’adulto  esibizione, gesti comunicativi
Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4
19
Spunti applicativi
La sensibilità dell’adulto in interazione col bambino (intesa
come capacità di sintonizzarsi sulle motivazioni e gli stati
affettivi del bambino, ad es. attraverso il rispecchiamento
affettivo) è fondamentale per la QUALITA’ dell’esperienza di
intersoggettività
lo sviluppo delle relazioni interpersonali
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  • 1. Continuità del comportamento pre- e post- natale il feto mostra  Movimenti e capacità di coordinazione senso-motoria: riflessi (12-14 sett.); risposte motorie a stimoli tattili (8 sett.), odori, sapori, suoni, luce (24-28 sett.); pianto, apertura occhi, sbadiglio, suoni vegetativi, aggiustamento posturale, suzione pollice (28-30 sett.)  Alternanza sonno-veglia  (37 sett.) Capacità di discriminazioni percettive complesse: voci (riconosce voce materna, discrimina voce maschile/femminile), suoni della lingua (discrimina sequenze di sillabe leggermente diverse es. “bada” e “daba”), odori, sapori  Capacità di apprendimento prenatale preferenze neonatali Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 1
  • 2. Continuità del comportamento pre- e post- natale Influenza dell’apprendimento prenatale sulle risposte comportamentali del neonato Neonato di 2-4 gg preferisce  voce della madre (vs. un’altra voce femminile)  lingua materna (vs. altra lingua)  storia letta dalla madre quotidianamente nell’ultimo mese di gravidanza (vs. altra storia letta dalla madre)  odori già introdotti in utero attraverso dieta materna Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 2
  • 3. Neonato Organizzazione endogena: gli stati comportamentali 1. Sonno calmo (respiro regolare e lento) 2. Sonno attivo (fase REM, respiro irregolare, sorrisi endogeni) 3. Veglia tranquilla (espressioni facciali di concentrazione e attenzione) 4. Veglia agitata 5. Pianto (sistema di segnalazione di fame, stanchezza, dolore + bisogno d’attenzione dalla fine del primo mese) Regolarità temporale degli stati: cicli sonno-veglia Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 3
  • 4. Riflessi: azione o risposta automatica con valore evolutivo  riflesso di grasping (prensione)  riflesso di rooting (rotazione del capo)  riflesso di suzione (caratterizzato da pattern attività-pausa)  riflesso della marcia automatica  riflesso di Moro (soprassalto e apertura braccia)  riflesso di Babinsky (estensione dita del piede)  riflesso del nuoto Nell’insieme l’organizzazione endogena favorisce l’adattamento all’ambiente e influenza le reazioni dell’adulto Neonato Organizzazione endogena: i riflessi Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 4
  • 5. Neonato: la percezione visiva  Povertà di acuità visiva, messa a fuoco a 20-30 cm.  Attenzione per i contorni esterni  Preferenza per gli stimoli in movimento, ad alto contrasto, curvilinei, tridimensionali, in prospettiva frontale, simmetrici (requisiti appartenenti al volto umano) Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 5
  • 6. Neonato: sensibilità per le caratteristiche della lingua parlata Neonato discrimina:  contrasti fonemici di moltissime lingue  parole plurisillabiche diversamente accentate (babà/bàba)  linguaggio diretto al bambino (vs. linguaggio per adulto) Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 6
  • 7. Neonato: preferenza per il volto umano  Volti animati preferiti ad oggetti inanimati (Johnson et al., 1991)  Configurazione schematica di una faccia preferita a configurazione che contiene gli stessi elementi disposti in modo innaturale (Johnson & Morton, 1991)  Fotografia volto occhi aperti preferita a foto volto occhi chiusi (Batki et al., 2000)  Foto di una faccia con sguardo frontale preferita a foto faccia con sguardo rivolto lateralmente (Farroni et al., 2006) Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 7
  • 8. Neonato: capacità di imitazione Quando attentamente sollecitato in un contesto d’interazione diadica, il neonato può discriminare ed imitare diverse azioni facciali e vocali (Chen et al., 2004; Meltzoff e Moore, 1977, 1999) Evidenze empiriche:  tempo impiegato prima di produrre la risposta imitativa  vari tentativi: sforzo esplorativo e comunicativo  smentiscono ipotesi imitazione neonatale come comp. automatico Ipotesi del progressivo “accoppiamento” all’azione dell’altro (Meltzoff e Moore, 1997) oggi sostenuta dalla scoperta dei “neuroni specchio” (Rizzolatti e Sinigaglia, 2006) Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 8
  • 9. NEONATO: ‘Preadattamento’ all’interazione sociale (Schaffer, 1984)  Organizzazione temporale che facilita l’instaurarsi di pattern di comunicazione con l’adulto  Sistema elaborato di segnalazione sociale  Attenzione selettiva e risposte preferenziali agli stimoli sociali: volto e voce umani  Riconoscimento e preferenza per la faccia della madre, la voce della madre, l’odore della madre  Imitazione neonatale  Interazioni differenziate con persone e oggetti Predisposizione dei neonati ad interagire con altri esseri umani Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 9
  • 10. La transizione del secondo mese Organizzazione endogena Sviluppo neurologico (dai meccanismi sottocorticali al controllo corticale) + Stimolazioni ambientali (esperienze di interazione con genitori) Organizzazione esogena (regolata dall’interazione con l’ambiente esterno) Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 10
  • 11. Transizione secondo mese: cambiamenti in diversi domini di sviluppo Entro le 6-8 settimane:  Incremento del tempo di veglia vigile e comparsa ‘veglia attiva’  Sviluppo del controllo posturale della testa  Capacità di mantenere l’attenzione visiva e di esplorare sistematicamente le caratteristiche interne del volto umano  Differenziazione espressioni di attenzione  Comparsa del sorriso sociale  Comparsa del ‘cooing’ e dei movimenti labiali di ‘prelinguaggio’ Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 11
  • 12. Comunicazione faccia-a-faccia  I cambiamenti della transizione del secondo mese rendono possibile il coinvolgimento attivo del lattante (per maggior tempo, azioni facciali e vocali) nell’esperienza di comunicazione faccia-a-faccia con un adulto cambiamenti QUALITATIVI nell’interazione Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 12
  • 13. Origini dell’intersoggettività Intersoggettività: esperienza di “contatto mentale con l’altro che ha luogo durante la comunicazione interpersonale (Trevarthen, 1998) Le origini dell’intersoggettività nell’esperienza di comunicazione faccia-a-faccia con l’adulto (Lavelli, 2007) dalle 6-8 sett. ‘INTERSOGGETTIVITA’ PRIMARIA’: prima esperienza condivisa di comunicazione affettiva, contatto mentale tra il lattante e la madre/adulto reso possibile e regolato dallo scambio di emozioni e affetti (mezzo e contenuto della comunicazione) Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 13
  • 14. Evidenze di intersoggettività primaria nella comunicazione faccia-a-faccia  avvia e mantiene il contatto visivo  segnala propri stati affettivi  risponde affettivamente in modo contingente  imita e/o prova ad imitare  rispecchia, ripete enfatizzando  Imita  si sintonizza affettivamente  eventuale opposizione all’azione del lattante Il lattante L’adulto Mutua regolazione di attenzione e affetti (Beebe e Lachmann, 2002; Lavelli, 2007) Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 14
  • 15. Prime esperienze di intersoggettività contribuiscono allo sviluppo 1) della competenza comunicativa 2) della cognizione sociale 3) del senso di sé come agente 4) del legame di attaccamento Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 15
  • 16. Sviluppo dell’intersoggettività nel primo anno di vita Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 16
  • 17. I primi “formati” di gioco sociale Dopo i 6 mesi introduzione dei primi giochi sociali: struttura ritmica in 2 fasi, separate da pausa e accompagnate da verbalizzazioni dell’adulto che ne sottolineano il significato (es. gioco cucù, gioco del dare e prendere, gioco della torre) La regolarità e la ripetitività delle azioni di gioco facilitano l’anticipazione delle azioni o l’iniziativa del lattante (dagli 8-9 mesi) anche attraverso il gioco sociale il lattante sperimenta un senso di connessione con l’altro nella compartecipazione emotiva e dell’attenzione Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 17
  • 18. Transizione tra i 9-12 mesi  Sviluppo motorio: acquisizione di una prima capacità di locomozione autonoma  Sviluppo cognitivo: incremento capacità controllo attenzione; differenziazione mezzi-fini (comparsa intelligenza senso-motoria, Piaget, 1936)  Sensibilità degli adulti di riferimento  Qualità dell’esperienza di intersoggettività primaria Comprensione dell’altro come possessore di stati mentali (attenzioni, emozioni, intenzioni) che possono essere seguiti, condivisi e influenzati affermazione di competenze sociali triadiche (Carpenter, Nagell e Tomasello, 1998) sviluppo dell’ INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIA: condivisione di attenzione, stati affettivi e intenzioni in relazione al mondo esterno Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 18
  • 19. Transizione tra i 9-12 mesi: intersoggettività secondaria e indicatori comportamentali  Condivisione di stati affettivi in relazione ad oggetti/eventi  riferimento sociale (verso 10 mesi): riferimento al volto dell’adulto come fonte di informazioni in una situazione ambigua o sconosciuta (Klinnert, 1984)  attenzione condivisa (emerge la capacità di seguire la direzione - sguardo e indicazione - dell’attenzione dell’adulto)  comunicazione intenzionale: la capacità di influenzare l’attenzione, gli stati affettivi e le azioni dell’adulto  esibizione, gesti comunicativi Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 19
  • 20. Spunti applicativi La sensibilità dell’adulto in interazione col bambino (intesa come capacità di sintonizzarsi sulle motivazioni e gli stati affettivi del bambino, ad es. attraverso il rispecchiamento affettivo) è fondamentale per la QUALITA’ dell’esperienza di intersoggettività lo sviluppo delle relazioni interpersonali lo sviluppo della cooperazione del bambino con le altre persone in relazione al mondo esterno funzionale per Chiara Barachetti, Psicologia dello Sviluppo lez.3e4 20