1. CAPRETTI ... E UN LUPO AL NIDO “LA GIRAVOLTA"
Un percorso didattico sull'utilizzo della fiaba al nido
Anna Stasi, Educatrice Asilo Nido La Giravolta - Comune di Campi Bisenzio, Associazione LA CLESSIDRA
Buon pomeriggio a tutti, sono Anna Stasi. Lavoro per l’Associazione La Clessidra come educatrice e
responsabile interna presso La Giravolta, un asilo nido convenzionato con il Comune di Campi Bisenzio.
La Giravolta è nata nel 1997 ed era un Centro per l’Infanzia e la Famiglia.
Essa venne finanziata dalla Regione Toscana, nell’ambito delle “nuove tipologie” complementari e
integrative dell’asilo nido. Il progetto sperimentale, pensato e realizzato dall’Associazione ARCI di
Volontariato”La Clessidra” – che ha sede a Sesto Fiorentino – costituì uno dei primi tentativi di
collaborazione tra Ente Pubblico e Privato Sociale, coniugando all’interno di una comune finalità gli obiettivi
dei due soggetti.
La finalità condivisa era ed è quella che tutta la comunità deve farsi carico dell’educazione dell’infanzia e del
sostegno alla famiglia.
Gli obiettivi per l’Ente Locale erano:
! il contenimento della lista d’attesa;
! l’ottimizzazione dei costi;
! lla famiglia;la risposta alle nuove esigenze de
! la creazione della rete di servizi.
Gli
ollaterali al nido come la ludoteca, il massaggio infantile, le serate a tema con
a fiaba, in quanto inizia dentro al
ratiche di questo percorso nascono nei due corsi di formazione tenuti dalla nostra
doli, e dal Professore dell’Università di Trento Marco Dallari
neg
Le t
! iabe come ricerca del senso dell’azione educativa al nido;
! onto un’anima che affascina;
che provoca anche piacere:
za per trasferire l’incidentato all’ospedale, il carroattrezzi per
obiettivi dell’Associazione erano:
! farsi carico, come soggetto del privato sociale di ispirazione laica, di azioni educative;
! sperimentare forme di flessibilità in termini di frequenza e quote a carico della famiglia;
! sperimentare servizi c
gli esperti, …;
fare parte della rete;!
! far conoscere la cultura dell’asilo nido attraverso il rapporto con le famiglie e l’ambiente esterno.
E’ rispetto a questo ultimo obiettivo, che si innesta il percorso educativo dell
nido con la programmazione condivisa fra operatori e genitori e il coinvolgimento partecipato dei bambini,
per poi estendersi sul territorio con le uscite a piedi e le gite con il pulmino.
Le motivazioni teorico-p
coordinatrice pedagogica, Dott.ssa Marcella Don
li anni 2000e 2001.
ematiche dei moduli formativi riguardavano:
il libro, le storie e le f
! il racconto come congegno culturale e narrativo e come strumento della formazione della
coscienza identitaria;
la narrazione come capacità di sentire in ogni racc
! l’amore per la conoscenza come contenuto dell’identità professionale dell’educatore e come
caratteristica emozionale delle strategie didattiche.
Per chiarezza di esposizione e a fondamento dell’esperienza mi soffermo in modo succinto sui contenuti
affrontati in ogni modulo.
In quello sul libro è stato parlato del significato filosofico di senso e dell’importanza che questo concetto
assume nel rapporto educativo. Se il giudizio di senso nasce dal cuore, se è qualcosa che fa star bene, in un
erto contesto, insieme agli altri, la relazione educativa deve essere un attoc
leggere una storia, raccontare una fiaba, proporre un libro ai bambini è un’azione ragionata ma allo stesso
tempo è una scelta di tipo affettivo perché coinvolge chi la mette in atto.
Nel modulo sul racconto è stato parlato dell’importanza delle storie nello sviluppo della conoscenza e della
consapevolezza di sé. Senza storie non si può raccontare il mondo, senza storie non ce lo possiamo
rappresentare, se non abbiamo storie a disposizione non abbiamo coscienza autobiografica e quindi di me.
Penso che ognuno di voi abbia osservato dei bambini che giocano con le macchinine oppure con i tricicli.
Fra di loro c’è quello che fa finta di provocare un incidente accompagnandolo con dei suoni onomatopeici e
che si limita a ripetere sempre questa stessa azione. C’è, invece, quello che dopo l’incidente fa arrivare la
volante della polizia per fare la multa, l’ambulan
2. portare la macchina dal meccanico; questo bambino racconta una storia, ha imparato a collegare un fatto ad
un altro secondo una successione narrativa.
Nel modulo sulla narrazione è stata dato rilievo al saper narrare non soltanto come azione capace di gesti
mimici o imitazioni con la voce, ma come azione che dipende da quanto il narratore è innamorato delle
storie, della sua storia, delle storie degli altri e da quanto, sollecitato dall’innamoramento, riesce ad
ffascinare gli altri. E’ attraverso la fascinazione dell’educatore che il bambino si farà conquistare dal
ore per la conoscenza è stato parlato della relazione fra adulti del nido e bambini, in
fiaba di Cappuccetto Rosso o un’altra storia ancora. Questi sono bambini
osì le storie diventano strumento di sviluppo del pensiero in termini di causa-effetto o di inferenze, ma sono
tica, che abbiamo cominciato a fare dopo il corso di formazione, la scelta del
fra gennaio e giugno, ogni anno, una fiaba diversa è lo sfondo integratore della
l’iter didattico che voi potete seguire sullo
schermo si possono individuare gli attori del processo, le azioni che corrispondono a ciascuno di loro, le
attività, i materiali, gli strumenti e i mezzi necessari a realizzarle.
Iter did
a
racconto.
Mentre in quello sull’am
modo specifico ci siamo soffermati sulla relazione che si sviluppa durante la lettura di un libro o durante il
racconto di una storia.
La nostra capacità di coinvolgerli possiamo verificarla quando vediamo un bambino che fa finta di leggere,
oppure un altro che racconta la
che, attraverso il nostro esempio, hanno fatto scattare meccanismi di identificazione riuscendo a sviluppare
anche nuove capacità cognitive.
C
anche patrimonio per giocare, per fare tante attività con le mani, con il corpo, e con l’immaginazione.
Entrando nell’esperienza pra
libro e della fiaba sono azioni partecipate da tutto il gruppo di lavoro, presentate e discusse con i genitori
durante le riunioni con loro.
Nei mesi di novembre e dicembre proponiamo ai bambini una storia che ci prepara all’arrivo del Natale. Nel
periodo compreso
quotidianità del nido che intreccia e tesse di significatività e senso condiviso lo stare insieme al nido di
bambini e adulti.
Per preparare la programmazione didattica seguiamo un iter che consente a tutti – educatrici, operatrici,
volontarie e volontari del servizio civile nazionale, genitori – di conoscere la direzione del percorso, di
condividerlo e di parteciparvi in modo attivo. Nella scheda del
attico fiaba
Gli adulti
le educatrici e le
operatrici
ali, gli
m ii genitori
I bambini e le
bambine
le attività i materi
stru enti e
mezzi
scelta della
i testi
fiaba: e sulla scelta iinformazione sulla fiaba
dei testi
bisogno d
aimm ginario, di
fantastico
nar zionera
!
e
!
“la casa
ra on
i libri,
con le parole
dentro al nido:
! mimico
gestuale;
visualizzata
con carte
della
Fatatrac
schede
illustrate
realizzate
dalle
educatrici;
animata con
i bur ttini ea
delle fiabe”
nar zione a casa c
!
!
organizzazione e partecipazione ai laboratori per la
realizzazione di oggetti della fiaba
;
!
! disegni
ato dalle
esperienze vissute al
nido
iche
! esplorative
! imitative
!
!
!
!
il
pulmino
privato
gestione dei
laboratori con i
genitori
eorganizzazione
gestione delle
uscite e delle gite
narrazione al nido,:
stuale! mimico/ge
! con le carte,
! con le schede,
! con i libri,
! econ le palett
! con la tombola
! con i burattini
con il corpo
con i
singoli e di
gruppo
narrazione a casa e
racconto ai genitori
stimol
! linguistiche
! musicali
! corporee
! manipolative
ttor! grafico/pi
! cognitive
! libri
! strumenti
musicali
! canzoni
travestimenti
ali! materi
naturali, di
recupero
colori
naturali e
alimentari,
,tempere
matite e
pennarelli
schede
la corda per
le uscite a
piedi, i
mezzi
pubb ci,li
3. organizzazione
dello spettacolo
realizzazione di uno spettacolo sulla
fiaba durante la festa di fine anno
insieme ai
genitori
Nell’anno educativo 2005-2006 la fiaba de Il lupo e i sette capretti ha accompagnato il nostro stare
insieme.
Una mattina di gennaio i bambini hanno trovato dentro al nido un cesto di vimini. Sopra c’è un’immagine
di mamma capra e dentro il libro della fiaba.
“Chi l’avrà lasciata? C’è anche un disegno, chi sarà mai questa signora?”– li sollecita l’educatrice. I
bambini sono frenetici vogliono guardare dentro. Seduti intorno ad un tavolo l’educatrice dice:
esta borsa. Comincio io…Mi sembra una cosa dura…ora tocca a
ominciano a fare ipotesi: “…E’ un piatto?, …no è una paletta del
a indovinare e in mezzo alle risate e allo scherzo ogni bambino trova uno spazio per sé.
Il lib n rni quando i bambini acquistano
sem e le schede alla parete, le palette, la
tom la enti che possono
stimolar le:
il lupo non mi vede!
luna!
il lupo non mi acchiappa…
e il lupo di Cappuccetto Rosso…
il lupo, mi fa paura
sversali:
o comprato la farina per fare il pane…
Giocare
superar
Noi edu appeso alla parete. Poi abbiamo
la coda del lupo! Chi prova ora?
enda, - “…se hai paura ti accompagno io…” - incoraggiano chi non vuole andare, - “…vai
chiata, strattonata, chiedevano di
metterla a posto. L’educatrice allora l’ha lanciata per aria, quando cadeva per terra alcuni di loro ci
ce e poi inventando situazioni ludiche nuove fino ad arrivare ad infilarsi la maschera del lupo e
mo ai bambini sotto il filo conduttore della fiaba, queste sono
“Vogliamo fare una prova di coraggio?” – Invece di guardare con gli occhi oggi guardiamo… con le
mani! Vi faccio vedere come si fa: infiliamo una mano dentro, tocchiamo, tocchiamo bene bene e senza
guardare si indovina cosa nasconde qu
voi!
A turno ogni bambino mette le mani dentro la borsa, inutile dire che c’è anche chi non lo vuol fare ma poi
tutti, imitandosi a vicenda, ci provano. C’è chi ripete le parole dell’educatrice, chi dice “…no è morbido,
non lo so cos’è, lo voglio vedere!(…).”
Sollecitati dall’ educatrice i bambini c
mare!, …è un gioco!,…è un bicchiere, …no un bicchiere è tondo, …lo dico io, io lo so:è un libro …” Tutti
provano
Finalmente l’educatrice propone di tirare fuori il contenuto della borsa e guardare se corrisponde ad uno
degli oggetti che era stato nominato.
Ecco il libro della fiaba con il momento della lettura e dell’ascolto in comune che segnano l’avvio di tante
attività.
ro on rimane l’unico strumento di narrazione, con il passare dei gio
pr più familiarità con la fiaba si introducono altri strumenti:
bo , i burattini a dita, i burattini di stoffa con il teatrino, cassette e CD. Tutti strum
e i bambini e le bambine a cominciare a raccontare la fiaba con le loro paro
- Io mi nascondo nell’orologio a pendolo così
- Io gli do un calcio e lo mando lontano… lontano sulla
- Io vado con la mamma capra a fare la spesa così
- Io gli taglio la pancia…anzi gli sparo com
- Io non lo voglio vedere
a costruire le inferenze verticali , orizzontali e tra
- questa è la mamma capra che va a fare la spesa…
- anche noi siamo andata a fare la spesa…
- siamo andati al Penny…
- abbiam
- la mamma capra dice: non aprite a nessuno perché viene il lupo…
- io ho paura del lupo! Non lo voglio vedere…
con le paure è molto importante, aiuta i bambini a conoscerle, a dialogarci e piano piano a
le.
catrici abbiamo disegnato un lupo su un foglio che abbiamo
invitato i bambini a sedersi davanti al disegno e l’educatrice ha detto:
- Oggi facciamo un gioco nuovo: prendiamo un pezzetto di scotch e lo attacchiamo sul lupo così a
forza di pezzetti il lupo non c’è più…scompare! Si prova, dai comincio io. Attacco lo scotch sulla
coda e …via un pezzetto del
A turno i bambini attaccano il loro scotch sul lupo: c’è chi cancella le orecchie, chi la bocca, chi il corpo,
si convincono che non succede nulla mentre si avvicinano: “…io vado, tanto non mi mangia,…” - si
aiutano a vic
vai… a me non mi ha fatto nulla…”.
Un’altra volta abbiamo tirato fuori una maschera della testa del lupo, di quelle di gomma che si usano a
carnevale, l’abbiamo fatta vedere ai bambini stando attente alle loro reazioni di paura e pronte a saperle
contenere.
Abbiamo invitato i bambini a toccarla, alcuni di loro l’hanno pic
ri
sono saltati sopra, passo dopo passo i bambini l’hanno presa in mano, hanno iniziato a giocarci imitando
l’educatri
a scoprire che è divertente indossarla e far finta di essere…un lupo!
Sono tante altre le attività che proponia
alcune:
4. ! le uscite con il cesto di mamma capra per raccogliere fiori e altri prodotti naturali da assemblare al nido;
la manipolazione con la farina bianca e l’acqua per fare un prodotto finito – il pane - e scoprire il piacere
lizzarla. La meta di quest’anno era il parco Chico Mendez a S.Donnino dove ci sono le caprette.
messi in uno scatolone
ascosto nel parco vicino al recinto delle caprette. Quanta emozione nei bambini quando lo hanno trovato!
conclusione del mio intervento vorrei sottolineare quanto sia importante nel fare educativo trovare sempre
senso di ciò che si fa e per trovarlo bisogna sentirlo, bisogna prestare noi stessi, con le nostre passioni e la
perienza non è un contenuto imposto, ci aiuta a rendere creativa la didattica, ad arricchirla di emozioni, a
tornare un po’ bambini per provare ad essere più vicini a coloro che ancora devono crescere. Grazie.
Prato – 5 settembre 2006
!
di condividerlo con le mamme e i babbi;
! i giochi di amicizia e la colazione con i biscotti “abbracciati” per fare esperienze di autonomia;
! la gita con il pulmino per fare un viaggio insieme e andare alla scoperta di ambienti nuovi.
Questa gita si propone durante il mese di maggio, dopo che abbiamo concordato con i genitori le modalità
per rea
Per questa occasione le mamme hanno preparato una sorpresa per i bambini. Durante il laboratorio ognuna
di loro aveva confezionato le orecchie e i pantaloncini dei capretti che sono stati
n
Con il nostro aiuto si sono travestiti da capretti e poi, via a giocare nel parco ma… facendo attenzione al
lupo!
I babbi invece hanno costruito l’orologio a pendolo che è diventato un arredo del giardino del nido dove i
bambini si sono divertiti a nascondersi fino a che la struttura ha resistito ai loro urti.
A
il
nostra cultura, ai bambini perché possano imparare ad amare la conoscenza. La fiaba, che nella nostra
es
ri