1. Cenni di Metodologia
Dell’insegnamento Sportivo
per istruttori F.I.V.
Francesco Collovà
- Istruttore F.I.V.
- Esperto Velista
- UdR Zonale
V Zona F.I.V.
francesco.collova@gmail.com
Ottobre 2007
2. Obiettivi delle chiacchierate
• Chiacchierata sulla metodologia:
Ogni istruttore/ allenatore è un insegnate!
• Panoramica sulle competenze che l’istruttore
deve possedere
• Il Saper……..dell’istruttore
• Progressione
• Cenni di comunicazione
• Ed ora tocca a voi: esercitazione in aula!
Ottobre 2007
3. Le Competenze Didattiche
dell’istruttore
La competenza didattica
dell’istruttore è essenziale per
essere in grado di creare una
situazione favorevole
all’apprendimento
Ottobre 2007
4. Situazione Didattica
Situazione Didattica
Allievo Istruttore/
Attività Ambiente Atmosfera
(Atleta) Allenatore
Ottobre 2007
5. Allievo (Atleta)
Elemento primario del rapporto didattico
da considerarsi non come “oggetto”
dell’azione dell’istruttore ma come
“soggetto”
con le sue caratteristiche psicofisiche
Ottobre 2007
6. Attività
Elemento essenziale della
situazione didattica sono l’insieme
di esercizi, compiti da svolgere che
dovranno essere adeguati agli allievi
la loro scelta non dovrà essere casuale e
disordinata ma programmata per essere
efficace
Ottobre 2007
7. Ambiente
spazio attrezzature e tempi a
disposizione sono importanti
possono condizionare le scelte
operative è necessario saperle
ottimizzare.
Non sempre si dispone del meglio!
Ottobre 2007
8. Atmosfera
La condizione sociale e psicologica
in cui si svolgono le attività deve
essere stimolante
non bastano i contenuti di lavoro
ma necessitano i modi per attuarli
Ottobre 2007
9. Chi Ha Un Ruolo Base Tra Questi
Fattori?
ISTRUTTORE
Egli deve organizzare
l’attività pratica degli allievi
in modo razionale
Coordinando tra loro i vari
elementi della situazione
didattica
Ottobre 2007
10. Istruttore Cosa deve saper Fare?
La figura dell’istruttore prevede quindi diverse competenze:
• Saper Fare
• Saper Comunicare
• Saper Motivare
• Saper Osservare e Valutare
• Saper Programmare e Scegliere gli Obiettivi
• Saper Gestire ed Organizzare
Tutti questi saperi dell’istruttore
interagiscono tra loro nell’unicità dell’azione
didattica
Ottobre 2007
11. Istruttore Cosa deve saper Fare?
Saper
Gestire ed
Organizzare
Saper Fare
(Competenze Tecniche Saper
Specifiche) Comunicare
Saper
Saper Motivare
Programmare
Saper
Osservare
Hard Skill Soft Skill
Ottobre 2007
12. Saper Motivare: I Bisogni
Ogni COMPORTAMENTO è determinato da bisogni ed ogni
individuo è motivato a soddisfare i propri bisogni personali
• AUTOREALIZZAZIONE
• STIMA
• SOCIALI
• SICUREZZA
• FISIOLOGICI
La gerarchia dei bisogni di MASLOW 1962
Ottobre 2007
13. Bisogni e Motivazioni in ambito
sportivo:
MOTIVAZIONI ABBANDONO
• Competenza • Mancanza di divertimento
• Divertimento • Mancanza di successo
• Affiliazione • Stress da competizione
• Squadra • Assenza di appoggio dei
• genitori
• Gareggiare
• Incomprensioni con Allenatore
• Forma fisica
• Noia
• Incidenti sportivi
Ottobre 2007
14. Bisogni in ambito sportivo:
BISOGNO di Stimolazione e di
Eccitamento (divertirsi)
BISOGNO di Competenza
e Abilità
BISOGNO di Affiliazione
Martens 1987
Ottobre 2007
15. Bisogno di Stimolazione
• Quando il livello di • Calibrare il programma da
attivazione è ottimale, non svolgere con le abilità
sono né annoiato né dell’allievo
ansioso, sono
completamente assorbito • Mantenere l’allenamento
dall’attività e mi sento in vario e stimolante
controllo della situazione • Non lasciare agli allievi il
tempo di annoiarsi
• DIVERTIMENTO:condizione • Insegnare a stabilire
di piacere che si trae dallo obiettivi realistici
svolgere una specifica • Stabilire esercizi in cui non
attività c’è la valutazione
dell’istruttore
Ottobre 2007
16. Bisogno di Competenza
• SFIDA: preferire gli esercizi più difficili per mettersi alla
prova
• CURIOSITA’: interesse ad imparare e a risolvere i
problemi, scoprire quanto diventano bravi
• PADRONANZA: desiderio di provare a farcela da soli
• GIUDIZIO: fornire giudizi personali e dare importanza
alle proprie idee
• CRITERI: presenza di parametri interni per valutare un
compito
Ottobre 2007
17. Le motivazioni
Allievo Istruttore
Gioco e divertimento Successo personale
Benessere fisico Interazione con gli atleti e
gratificazioni che ne
Far parte di un gruppo
derivano
Apprendere tecniche
Orientamento al compito
affascinanti
Successo agonistico
Ottobre 2007
18. Saper Osservare
Saper osservare vuol dire
registrare informazioni
in merito a:
Comportamenti
Abilità Tecniche
Abilità Motorie
Cosa
Risposte a stimoli precisi
Ogni Atleta
Il Gruppo
Chi Se stesso come
Istruttore/Allenatore
Ambiente e la situazione
Ottobre 2007
19. Saper Osservare
OSSERVAZIONE OSSERVAZIONE
OCCASIONALE: SISTEMATICA:
• Quotidianamente
quando un • Pre organizza il quadro in
fenomeno ci cui saranno rilevati i fatti
colpisce
• Si avvale di strumenti di
• Non è intenzionale rilevazione
• Soggettiva
• E’ costruita su un
• Asistematica progetto
• E’ periodica
• E’ registrata
Ottobre 2007 • E’ attendibile
20. Strumenti e Tecniche Didattiche
Saper Comunicare
Francesco Collovà
- Istruttore F.I.V.
- Esperto Velista
- UdR Zonale
V Zona F.I.V.
francesco.collova@gmail.com
Ottobre 2007
21. Metodo Induttivo - Deduttivo
I metodi induttivi : Pratica Teoria
si basano sull’investimento preventivo nelle capacità dell’allievo di scoprire
autonomamente le conoscenze e di fare esperienze, sotto la guida
dell’istruttore, a seconda dei diversi stadi evolutivi e maturativi raggiunti.
•Metodo della libera esplorazione
•Metodo della scoperta guidata
•Metodo della risoluzione dei problemi
I metodi deduttivi: Teoria Pratica
partono viceversa dall’ipotesi che l’istruttore possegga adeguate
informazioni (conoscenze ed esperienze) che deve semplicemente
trasmettere ai propri allievi, a seconda del grado di maturità da essi
conseguito per riceverle e valorizzarle.
•Metodo dell’assegnazione dei compiti
•Metodo prescrittivo o del comando
•Metodo misto ( sintesi – analisi – sintesi)
Ottobre 2007
22. Metodo Induttivo - Deduttivo
Metodo Metodo
Induttivo Al crescere dell’età Deduttivo
Bambini Ragazzi Adulti
Metodo Metodo
Induttivo Al crescere dell’esperienza Deduttivo
Iniziazione Perfezionamento Agonismo
Ottobre 2007
23. APPRENDIMENTO COOPERATIVO
COPERATIVE LEARNING
E’ un metodo didattico-educativo di apprendimento costituito
dalla cooperazione fra gli studenti, ciascuno dei quali mette a
disposizione del gruppo il suo sapere e le sue competenze.
Apprendere in gruppo si rivela molto efficace non solo sul piano
cognitivo, ma anche per quanto riguarda l'attivazione dei positivi
processi socio-relazionali, imparando a cooperare per il
conseguimento di un obiettivo comune.
COMUNICAZIONE ORIZZONTALE TRA PARI
Ottobre 2007
24. BRAIN STRORMING
Letteralmente tempesta di cervelli. Dato un problema da
affrontare, ciascuno dei partecipanti, entro prefissati limiti di
tempo, è libero di esprimere la propria idea senza che
l'insegnante esprima giudizi sulle idee emerse.
Alla fine tutte le idee sono raccolte ed opportunamente analizzate
per giungere alla soluzione del problema
COMUNICAZIONE LIBERA
Ottobre 2007
25. CIRCLE TIME
Letteralmente tempo del cerchio . E' considerato una delle
metodologie più efficaci, i partecipanti si dispongono in cerchio
con un conduttore che ha il ruolo di sollecitare e coordinare il
dibattito entro un termine temporale prefissato. Il conduttore
assume il ruolo di interlocutore privilegiato nel porre domande o
nel fornire risposte.
Il circe time facilita e sviluppa la comunicazione circolare,
favorisce la conoscenza di sé, promuove la libera e attiva
espressione delle idee, delle opinioni, dei sentimenti e dei
vissuti personali e, infine, crea un clima di serenità e di
condivisione facilitante la costituzione di qualsiasi nuovo gruppo
di lavoro o preliminare a qualunque successiva attività.
Ottobre 2007
26. ROLE PLAYING
Significa gioco di ruoli (si può applicare a conclusione di
un'attività ).
Gli allievi dovranno essere capaci di cambiare ruolo, perché
l'aspetto più importante è la capacità di comprendere ed
esprimere punti di vista diversi.
Dare la possibilità di sperimentarsi nel ruolo di docente
CONSAPEVOLEZZA DELLA COMUNICAZIONE
Ottobre 2007
27. TEAM TEACHING
Significa letteralmente insegnamento di gruppo ed è una
metodologia in cui gli insegnanti non lavorano più isolatamente,
ciascuno nella sua classe, ma cooperano con pari dignità e
responsabilità professionale per l'educazione di un gruppo di
alunni.
Ciascun docente del team si occupa di uno specifico ambito
disciplinare. I tempi della programmazione comune servono per
ogni opportuna verifica e valutazione e per rendere più flessibile
il curricolo in itinere.
COMUNICAZIONE ALTERNATA E INTEGRATA
Ottobre 2007
28. METODO SPERIMENTALE
Questo metodo introdotto dallo scienziato Galileo Galilei si
fonda su alcuni punti fondamentali:
1. l'osservazione accurata di un fenomeno;
2. la formulazione di una ipotesi (cioè di una
spiegazione ragionevole da verificare);
3. la verifica della validità dell'ipotesi con uno o più
esperimenti (o con altre osservazioni);
4. le conclusioni ( se i risultati confermano l'ipotesi
fatta, essa si trasforma in una tesi).
Ottobre 2007
29. PROBLEM SOLVING
E' una tecnica didattica che intende l'apprendimento come il
risultato di un'attività di scoperta e per soluzione di
problemi.
Il problem solving è, quindi, una metodologia di analisi
utilizzata per individuare, pianificare ed attuare le azioni
necessarie alla risoluzione di un problema. Le fasi dell'analisi
sono:
• definizione del problema;
• raccolta delle informazioni;
• identificazione delle cause più probabili;
• formulazioni di cause possibili ;
• sviluppo operativo dell'analisi;
• controllo dei risultati.
Ottobre 2007
30. Progressione tecnica degli allievi
Come costuire efficacemente una
progressione tecnica
(Saper Programmare)
Francesco Collovà
Istruttore FIV (v zona)
Ottobre 2007 francesco.collova@gmail.com
31. Obiettivi
• Comprendere insieme gli elementi alla base
dell’apprendimento motorio in modo che
possiamo capire come inserirsi in questo
processo come registi e non come spettatori.
• Razionalizzare il lavoro dell’istruttore al fine di
migliorare le nostre capacità didattiche,
individuare gli elementi base e comprendere
una metodologia che favorisce la crescita
progressiva degli allievi
Ottobre 2007
32. Prima Parte
Cenni di Apprendimento Motorio
Ottobre 2007
33. Elementi di Apprendimento Motorio -
I Protagonisti
Il processo d’apprendimento/insegnamento ha
tre protagonisti, in un contesto sportivo sono
questi:
• L'ATLETA;
• L'ESERCIZIO O LA TECNICA;
• L'ALLENATORE O L'ISTRUTTORE.
Ognuno di essi è un elemento indispensabile del
processo d’apprendimento, ma non sono tutti da
considerare sullo stesso piano.
Ottobre 2007
34. Elementi di Apprendimento Motorio -
I Protagonisti
Tre protagonisti
Il soggetto dell'apprendimento è l'atleta,
riferimento principale e costante nel tempo.
I compiti o gli esercizi sono i mezzi per
perseguire l'obiettivo specifico, programmato in
relazione alle capacità del soggetto in quel
momento.
e dulcis in fundo…..
Ottobre 2007
35. Elementi di Apprendimento Motorio -
I Protagonisti
Il regista sceglierà, quindi,
L‘ insegnante : è il testi, scenografie e dialoghi
tutore di questo in rapporto alle qualità degli
processo. attori, senza presupporre
E’ al servizio che, poiché lui è bravo, sono
dell'apprendimento e mai gli altri a doversi adattare al
nella posizione di suo fare e al suo sapere, e
possessore del sapere, che, chi non ci riesce,
disgiunto dalla realtà e dimostra solo di non avere le
dalle caratteristiche degli caratteristiche necessarie al
attori. ruolo.
Ottobre 2007
36. Apprendimento Motorio –
Il processo dipende da:
• Età
• Esperienze Motorie Pregresse
• Dalle Conoscenze (Liv. Culturale)
Ottobre 2007
37. Apprendimento Motorio –
Il processo
Nel processo d’apprendimento di un’abilità motoria
sono indispensabili tre momenti:
• La conoscenza delle richieste dell'attrezzo su cui
l’abilità motoria deve essere esercitata;
• La coordinazione tra tale conoscenza e i movimenti
muscolari appropriati;
• La coordinazione dei vari movimenti che consentono
l'esecuzione del programma motorio.
Tutto è integrato
tramite….
Ottobre 2007
38. FEEDBACK !! : processo di recupero delle informazioni relative al
movimento che si attiva sia durante che al termine dell’azione.
Indispensabile per perfezionare ed integrare il movimento
Consente il confronto tra l'immagine motoria (piano direttivo) e i
movimenti realmente effettuati.
Ottobre 2007
39. Istruttore: Feedback Esterno
“Il feedback esterno è l’informazione che l’allievo non
riceverebbe da solo come conseguenza naturale della sua
prestazione. Esso è fornito da fonti esterne all’atleta:
l’allenatore, un compagno, uno specchio, un video-tape.”
SULLA PRESTAZIONE SUL RISULTATO
INFORMATIVA
FUNZIONE
DI RINFORZO
39
Ottobre 2007
40. Problematiche del Feedback esterno
dell’istruttore
40
• Quando?
• Quanto?
• Come?
• Quale canale?
• A chi?
• Perché? (attenzione, motivazione,
controllo)
01/11/2012
Ottobre 2007
41. Apprendimento Motorio –
Il processo
A complicare ulteriormente questo processo ci
sono altre due variabili, spesso poco considerate.
• La prima: è relativa al rapporto tra età biologica ed
età cronologica.
• La seconda: riguarda la non linearità e costanza
dell’apprendimento nel tempo.
I processi di sviluppo auxologico e fisiologico seguono andamenti
del tutto individuali e non prevedibili, dipendenti dall’interazione tra
fattori genetici e condizionamenti ambientali.
Ottobre 2007
42. Apprendimento Motorio –
Il processo
I periodi critici corrispondono alle fasi in cui si
registrano elevati picchi di accrescimento
somatico.
In questi momenti, nel corso degli allenamenti è
consigliabile soffermarsi maggiormente.
Riorganizzare l'apprendimento precedente
rispetto alle diverse proporzioni corporee,
piuttosto che dedicarsi al perfezionamento
d’abilità motorie specifiche
NOTA: Il lavoro sarebbe poco efficace e le abilità poco stabili
proprio a causa delle veloci modificazioni corporee
Ottobre 2007
43. Apprendimento Motorio –
Difficoltà e punti di attenzione
Queste fasi di stasi, se non di calo delle
prestazioni, sono fraintese, determinando
nell'insegnante lo sviluppo di preconcetti in
relazione all'impegno e alle capacità reali
degli allievi.
Attenzione !
Possibile causa di tensioni nei rapporti
interpersonali e possibile concausa
dell'abbandono precoce delle attività
sportive.
Ottobre 2007
44. Apprendimento Motorio –
Difficoltà e punti di attenzione
L’apprendimento è sfavorito da diversi
elementi:
disinteresse; eccessiva difficoltà;
stanchezza psico-fisica; livello inadeguato;
sconfitta; tempi inadatti;
monotematicità; condizioni meteo avverse;
noia; emarginazione
incomprensione; ecc…..
fobie (acqua, vento, paure di
farsi male ecc.);
Ottobre 2007
45. Apprendimento Motorio –
Difficoltà e punti di attenzione
E’ indispensabile personalizzare ogni intervento
di stimolazione motoria o tecnica
e in aggiunta!
Non imporre stimoli uguali a tutto un gruppo di
allievi
Ognuno di essi manifesta una propria, diversa e
irripetibile identità psicofisica
Ottobre 2007 Attenzione !
47. Apprendimento Motorio: Tre Fasi
Lo sviluppo della coordinazione grezza:
va dalla comprensione del compito di movimento fino allo stadio della
coordinazione grezza, i primi tentativi di esecuzione normalmente non
portano alla riuscita del movimento, anzi lo stesso è svolto con una
sensazione di rigidità, mancanza di ritmo per ciò che riguarda il rapporto tra
fase di preparazione e fase principale, ciò è dovuto ad una scarsa ricezione
ed elaborazione delle informazioni soprattutto da parte degli analizzatori
cinestetici, alla mancanza del programma nella memoria motoria.
Lo sviluppo della coordinazione fine
in questo stadio l’allievo è in grado di eseguire il nuovo movimento in modo
aderente al modello tecnico, quasi senza errori, e quindi raggiunge già
buone prestazioni, il movimento è svolto con buona fluidità, con adeguata
ampiezza e ritmo, naturalmente tutto ciò si svolge in condizioni costanti,
favorevoli e note. L’allievo comincia ad elaborare programmi sempre più
precisi grazie anche alla capacità di attingere alla memoria motoria.
Disponibilità variabile
va dallo stadio della coordinazione fine, a quello della disponibilità variabile
o della maestria. L’atleta è in grado di utilizzare efficacemente il movimento,
anche in condizioni difficili ed inabituali, il movimento è preciso e costante,
questa fase è sostenuta da tre acquisizioni importanti: stabilizzazione dei
movimenti, capacità di variare il movimento al verificarsi di disturbi o di
cambiamento delle condizioni, automatizzazione di singole componenti
Ottobre 2007
48. Apprendimento Motorio
1. Transfert (Comparazione con
la conoscenza posseduta, dare
un senso fornire informazioni) Coordinazione
Grezza
2. Modello Realizzativo
3. Comprensione
4. Realizzazione <> Feedback Coordinazione
5. Allenamento Fine
6. Integrazione (Automatismi: ottenuti con
allenamenti ripetuti, l’atto motorio dalla
memoria a breve termine passa nella
memoria a lungo termine e non richiede più Diponibilità
attenzione rilasciando canali di percezione Variabile
sensoriali)
7. Globalizzazione (Risolvere ed
integrare con altri problemi)
Ottobre 2007
49. Apprendimento Motorio –
Fasi del processo
Attenzione ed esecuzione controllata
Ai primi stadi dell'apprendimento motorio, ogni
movimento deve essere seguito dall’attenzione
L’atto è controllato, prevalentemente, dall’area
motoria della corteccia cerebrale.
pertanto
Richiede una costante attenzione, anche per la
regolazione della forza da utilizzare, dell'estensione
del movimento, in relazione ai dati che giungono al
cervello dal controllo oculare e dai sensori
propriocettivi.
Ottobre 2007
50. Apprendimento Motorio –
Fasi del processo
Interiorizzazione
Dopo che il movimento è stato ripetuto diverse volte, la corretta
successione delle azioni motorie viene interiorizzata.
Il controllo cerebrale del movimento passa dall'area motoria
all'area premotoria.
l'attenzione non è più necessaria per portare a termine la
richiesta di movimento.
La correlazione tra i dati provenienti dagli occhi e i dati
provenienti dal sistema propriocettivo è diventata così esatta
che i primi, cioè i dati visivi, non sono più indispensabili per
poter compiere il movimento.
L'atto cioè, viene eseguito "alla cieca", perché si è
completamente guidati dalle informazioni sensoriali
propriocettive (cinestetiche) e dall’esperienza.
Ottobre 2007
51. Apprendimento Motorio
Se aumentano i riferimenti
Immagine Mentale cinestesici allora si
possono rilasciare canali
sensoriali esterni
Riferimenti
Esterni
(visivi)
Riferimenti
Interni
(cinestesici)
Evoluzione dell’attenzione:
• Centrato su se stesso
• Centrato sul mezzo
Immagine Motrice
• Decentrato
Ottobre 2007
52. Seconda Parte
Saper Programmare
Metodologia e Progressione
Ottobre 2007
53. SAPER PROGRAMMARE
• Il tempo trascorso a programmare è tempo
risparmiato durante l’allenamento
• Una buona programmazione riduce lo stress
dell’allenatore che avrà le idee più chiare
Ottobre 2007
54. Elementi della Programmazione
• VALUTAZIONE INIZIALE
• SCELTA DEGLI OBIETTIVI
• SCELTA DI STRATEGIE PER
RAGGIUNGERLI (mezzi e metodi)
• CONDUZIONE PRATICA DELLA LEZIONE
• VALUTAZIONE CON FINALITA’ DI
CONTROLLO
Ottobre 2007
55. Produrre una Lezione
Contesto
1. L’istruttore 1. La durata
2. L’allievo 2. L’intensità
1. I linguaggi
3. L’attività 3. La distribuzione
2. Il contesto
4. L’atmosfera 4. Il controllo
3. La posizione
55 01/11/2012
Ottobre 2007
56. Progressione didattica
Allievo istruttore
A. Produrre una lezione (preparazione e
presentazione)
B. Costruire una giornata in mare
(Progressione con esercizi ed
allenamenti)
C. Revisione: istruttori e allievi, tra gli
istruttori
D. Feedback
Ottobre 2007
58. Dominio di competenza
Attività della vela di Altura
• Mezzo
• Ambiente fisico
• Sicurezza
• Condurre
• Manovrare
• Tecnologia
• Materialismo (arte marinara)
• Navigazione
• Meteo
Ottobre 2007
59. Dominio di Competenza
Condurre Navigazione
Manovrare Meteo
Tecnologia
Sicurezza
Materialismo
Vita di bordo
Arte Marinara
Autonomia = conoscenza dei propri limiti
Ottobre 2007
60. Giornata tipo – fasi temporali
• Preparazione materiale didattico e attrezzature
• Allestimento
• Spostamento sul campo e preparazione
• Esecuzione Esercizio/Allenamento
• Controllo e Rimessaggio
• Bilancio
• Recupero
• Revisione
• Revisione con lo staff dei mezzi e della didattica
Ottobre 2007
61. Giornata tipo –
Esecuzione Esercizio/Allenamento
• Posizionarsi in una zona lontana da pericoli
• Svolgere la lezione in condizioni meteo
favorevoli
• Mantenere le barche in gruppo (sicurezza e
didattica)
• Sviluppare il programma proposto
• Adattare l’esercizio alle condizioni meteo ed
alle condizioni psicofisiche degli allievi/allievo
Ottobre 2007
62. Scheda preparazione esercizio
Obiettivo: Conoscenza generale che ci proponiamo far acquisire Scheda N°
Es: condurre di bolina con vento rafficato
Tema:
Sottobiettivo: Conoscenza specifica necessaria alla realizzazione dell’obiettivo
Es: interazione timone/assetto
Prerequisiti: Conoscenze necessarie per poter realizzare l’esercizio
Es: andature, orza, poggia, spostamenti a bordo
Realizzazione: Organizzazione:
Sotto forma di schema, visualizzazione dell’esercizio richiesto: o luogo dell’esercizio
o spazio tra le boe o durata dell’esercizio
o direzione del vento o meteo
o senso di circolazione o barche
o posizione delle vele o gommone
o azioni dell’equipaggio o boe (tipo e numero)
o ostacoli o materiale necessario
o adattamenti del materiale
Ottobre 2007
63. Scheda preparazione esercizio
Consegne al Praticante Prima: Durante:
D’organizzazione: Di realizzazione: D’azione: Di riferimento:
Elementi d’informazione Elementi d’informazione Elementi di soluzione che Elemento di soluzione che
sulle condizioni di sul compito da realizzare. descrivono in generale dei permette al praticante di trovare
svolgimento Sovente in termine di gesti per permettere la soluzione dell’esercizio.
dell’esercizio. traiettorie o azioni globali. all’allievo in difficoltà di Es: Se poggi la barca sbanda,
Es: boe a sinistra; Es: rimontare al vento risolvere l’esercizio. se orzi riviene a piatto. Controlla
segnali di inizio e fine senza scuffiare Es: spostamento del peso. l’assetto
esercizio, etc.
Riferimenti di riuscita per il praticante: Riferimenti di riuscita per l’istruttore:
Elementi di informazione che permettono all’allievo di Elementi di informazione che permettono all’istruttore di
misurare la propria riuscita nell’esercizio. misurare la riuscita dell’allievo nell’esercizio.
Es: non ho scuffiato! Es: qualità dell’assetto.
Varianti possibili Cause possibili di fallimento
Più facile: Più difficile: Emotive: Si agrappa.
Cognitive: non esegue, non ha capito.
In caso di fallimento (o In caso di riuscita è Sensomotrici: difficoltà gestuali, ampiezza dei gesti, equilibrio.
altro) è necessario consigliabile aumentare la
adattare l’esercizio: difficoltà dell’esercizio.
Es: Riduzione di Motivazione
percorso, etc.
Ottobre 2007
64. Conclusioni - Domande
• Domande ?
• Facciamolo Insieme
francesco.Collova@gmail.com
Alcune immagini presenti all'interno di questa presentazione sono state prese da internet ed utilizzate per fini
didattici e senza scopo di lucro; se il proprietario di tali immagini avesse qualcosa in contrario all'uso è pregato di
contattarmi e saranno rimosse.
Ottobre 2007