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SOMMARIOSOMMARIO
Il futuro delle Città
universitarie - Tommaso
Dionigi
2
Appuntamenti
universitari 2007
5
Ricordi - Marco
Bagnaresi
6
Buon compleanno,
Harvard! - Filippo
Venturi
7
NOTTI SICURE… va all’
Università - Ser.T di
Cesena
8
Numero 7 !!
Eccoci tornati con un nuovo numero del giornalino dell'associazione. In questo
periodo l'associazione S.P.R.I.Te, ovvero tutti i suoi volenterosi attivisti, è
impegnata nella raccolta firme per il bando delle associazioni. Se non hai
ancora firmato, passa nella nostra sede negli orari di apertura (vedi ultima
pagina) e lascia una firma di consenso alle nostre attività nel modulo che ti
presenteremo, basta 1 minuto, per noi è importante ! Grazie.
Ricordiamo anche che continuano, dal lunedì al giovedì compresi, gli
appuntamenti con le serate universitarie organizzate dalle associazioni delle
varie facoltà di Cesena, compresa la nostra, fino al 20 dicembre.
Vedi i luoghi e date a pagina 5.
Un benvenuto ufficiale ai nuovi attivisti che, nell'ultima riunione, si sono offerti
volontariamente di dare una mano alle varie attività e sono entrati a far parte
della nostra associazione.
Ricordiamo che questo giornalino è scritto, impaginato e distribuito da noi per
creare un canale di comunicazione e scambio di idee all'interno del nostro C.d.L.
Invitiamo chiunque ne abbia voglia a inviarci i propri articoli o opinioni, saremo
felici di inserirli nel prossimo numero. Non siate timidi, fatevi avanti !
S.P.R.I.Te.
APPUNTAMENTI UNIVERSITARI SERALI
http://www.universitaricesena.org/
VEDI PAG. 5
PAG 1
S.P.R.I.Te.MagazineS.P.R.I.Te.Magazine VIIVII
Bimensile gratuito - Associazione studentesca S.P.R.I.Te.
C.d.l. In Scienze dell'Informazione – Cesena
Numero 7 – dicembre 2007 – copia gratuita
Realizzato con il contributo dell'ALMA MATER STUDIORUM
S.P.R.I.T.e. Magazine
TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT
Il futuro delle Città universitarie: intervento al convegno di
mercoledì 5 dicembre 2007
di Tommaso Dionigi <info@tommaso.dionigi.name>
Vi propongo in questa uscita di S.P.R.I.Te. Magazine il
testo di un intervento che ho fatto mercoledì 5 dicembre
in occasione di un convegno dal titolo: “Il futuro delle
Città Universitarie – Verso il bando nazionale delle Città
Universitarie”.
E’ piuttosto lungo, ma credo possa servire, a coloro che
non sono mai entrati più di tanto all’interno delle
problematiche legate al tema “Cesena città
universitaria” per farsi un idea di cosa è stato costruito
negli ultimi anni e di quali sono i problemi che oggi,
Associazioni studentesche e rappresentanti degli
studenti, portano avanti. Buona lettura!
Soffermarsi oggi, 5 dicembre 2007, a riflettere sul tema
della “Città Universitaria” porta me, studente da alcuni
anni all’interno del Polo di Cesena, ad iniziare questo
intervento con il sorriso sulle labbra.
E’ proprio così. A mio avviso, oggi, uno studente che
vive la realtà cesenate, può a tutti gli effetti ritenersi
soddisfatto di quanto, negli ultimi anni, è stato costruito e
porsi con animo ben disposto di fronte al clima di volontà
costruttiva in cui si inserisce il convegno di oggi.
La mia carriera universitaria è iniziata nel 2002, ben
presto ho preso parte attivamente in qualità di
rappresentante degli studenti alla crescita dell’Università
a Cesena. Il concetto di “Città Universitaria”
rappresentava per me un ideale, una meta da
raggiungere. Si lavorava allora già da diversi anni per lo
sviluppo dell’Università all’interno della città e per la
definizione dei piani strategici per portare Cesena, ad
essere conforme alla tanto desiderata definizione di “Città
Universitaria”.
Da allora tanto, tantissimo è stato fatto.
Le Facoltà ed i Corsi di Laurea presenti all’interno della
città sono cresciuti in numero ed in qualità. La qualità, sia
essa riferita alla didattica, alle strutture, ai servizi è
sempre stata al centro dell’attenzione nello sviluppo della
realtà universitaria cesenate. Questo di certo non è
scontato.
Per una Sede decentrata dell’Ateneo bolognese che di
anno in anno si trova ad avere a che fare con problemi di
bilancio che spesso la penalizzano non è scontato fare
della qualità e non soltanto di problematiche numeriche
(numero di studenti, numero di laureati, ecc...) un punto
di forza.
Questa attenzione ci ha certamente premiato. Un
riferimento su tutti alla valutazione estremamente
positiva ottenuta dalla recente visita del Comitato
nazionale per la valutazione del sistema universitario, con
il quale io stesso ho partecipato ad un confronto.
Vorrei soffermarmi brevemente su un concetto che
ritengo caratterizzi pienamente il motore dell’incessante
cammino di Cesena verso la realtà di “Città
Universitaria”: il dialogo.
Università, Amministrazione Comunale, Ente di
Sostegno e componente studentesca riescono da alcuni
anni a fare del dialogo il punto di forza su cui fondare la
crescita della Città Universitaria.
Non è scontato, a mio avviso, che uno studente possa,
con grande facilità, trovare occasioni di confronto con la
componente istituzionale Accademica e Civile e ancor
meno lo è il fatto che questo confronto sia nella maggior
parte dei casi punto di partenza per una nuova meta, un
nuovo traguardo da raggiungere insieme.
Non è scontato, tanto meno, che gli studenti universitari
cesenati si pongano verso le problematiche relative alla
realtà che vivono incarnando lo stupendo concetto di
commitment, di partecipazione attiva, di volontà di
permanenza all’interno dell’organizzazione e dei processi
decisionali, dove la somma delle forze dei singoli è
minore a quella degli stessi uniti in un coeso gruppo di
lavoro.
Se il dialogo diventa un’occasione di sviluppo di volontà
costruttiva si deve rendere merito agli attori del
confronto. Per questo sento di dover ringraziare per
quanto fino ad oggi è stato fatto persone come il professor
Dario Maio (presidente del Polo di Cesena fino a poco fa),
l’Assessore Gualdi, il Sindaco della città di Cesena
Giordano Conti, il professor Piero Gallina presidente di
Ser.In.Ar., Libero Cola, l’unico imprenditore della città
che ha saputo, fin dalla nascita delle Associazioni
studentesche (quasi 10 anni fa), credere ed aggiungerei
senza riserve scommettere sul potenziale degli
universitari, considerandoli non come una risorsa
economica ma come una fonte di arricchimento e
innovazione culturale e infine, desidero ringraziare anche
tutti gli studenti che con voglia ed interesse incessante
hanno partecipato attivamente alle occasioni di
confronto.
Oggi ci troviamo di fronte ad un bando per “città
Universitarie”. Il solo fatto che Cesena vi prenda parte e si
definisca quindi, implicitamente, una Città Universitaria,
è per me bellissimo. Il fatto che gli studenti non soltanto
possano partecipare al continuo e crescente processo di
dialogo ma esserne addirittura parte attiva nella
costruzione degli obiettivi, è anch’esso, bellissimo.
Ovviamente c’è ancora molto, molto da fare. Le
possibilità di sviluppo della nostra città universitaria sono
tante.
Per quanto riguarda la progettualità che deve condurci
alla partecipazione al bando per Città Universitarie
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ritengo opportuno segnalare alcune possibilità di
sviluppo particolarmente sentite dalla popolazione
studentesca cesenate.
In primo luogo riteniamo che l’istituzione di una
Consulta degli Studenti universitari del Comune di
Cesena possa essere un segno tangibile della possibilità e
necessità del dialogo tra amministrazione comunale e
studenti di cui ho parlato in precedenza.
L’istituzionalizzazione di una via di dialogo deve
diventare un mezzo, uno strumento prezioso da sfruttare
per la partecipazione attiva degli studenti all’interno dei
processi decisionali.
Da ciò che ho affermato poco fa si evince facilmente che
in parte, anche se non attraverso un organo riconosciuto,
oggi è già così.
Sono certo però che gli studenti universitari della Città
di Cesena sapranno fare un ottimo uso di uno strumento
potenzialmente così utile; da sempre infatti la realtà
studentesca cesenate ha preferito lavorare attivamente su
progetti e proposte concrete lasciando da parte sterili
divisioni di carattere meramente politico,
tipiche ad esempio della componente
studentesca della sede centrale del nostro
Ateneo, che sempre più spesso rischiano di
condurre l’attenzione bel lontana dal fulcro
dei problemi e, di conseguenza, dalla
soluzione degli stessi.
Auspico, ma sono certo che sarà così, che
le procedure necessarie alla costituzione
della Consulta degli Studenti partano
quanto prima.
Sento di dover sottolineare che in questa
proposta gli studenti universitari ripongono grandi
aspettative: auspichiamo, e ci sono certamente tutti i
presupposti per crederlo, che la Consulta degli studenti
diventi ben presto una fonte di opinioni e proposte
considerate con la massima attenzione.
Per quanto riguarda le problematiche abitative
riteniamo che a Cesena sia presente un servizio eccellente
degno, senza dubbio, di attenzione e di continuo
potenziamento.
Mi riferisco al servizio “Il Faro” fornito da Ser.In.Ar.
Moltissimi studenti scelgono di farsi aiutare nella scelta
dell’alloggio dal personale legato a questo servizio.
A mio avviso una forma attiva di condanna delle
irregolarità, degli affitti in nero, del caro affitti è
certamente quella di creare un servizio sempre più
efficiente ed in grado di soddisfare le esigenze della
maggior parte degli studenti fuori sede. Il servizio stesso
potrà in questo caso diventare la chiave alla soluzione dei
problemi appena elencati.
Vorrei sottolineare anche che il processo di
potenziamento di attività di questo tipo non può
trascurare la parte di comunicazione nei confronti degli
studenti.
Spesso infatti, concentrati sulle problematiche interne si
rischia di trascurare l’informazione attenta e dettagliata
dell’opportunità offerta.
Più studenti sono a conoscenza di un’opportunità più,
senza ombra di dubbio, saranno coloro che ne fruiranno.
In questo le Associazioni studentesche hanno fatto e
continueranno a fare un parte di fondamentale
importanza.
All’interno di questo processo, l’Amministrazione
comunale non può certamente sentirsi esente dalla
necessità di un’attiva partecipazione.
La capacità di effettuare un’attenta ed efficiente azione
di controllo al caro affitti è imprescindibilmente punto di
partenza per allargare la componente di studenti fuori
sede nella nostro città.
Continuando con ciò che si lega agli spazi e strutture per
lo studio sento di dover sottolineare quanto, il progetto
della struttura “Ex-Macello” sia un ottimo esempio di
come intervenire in questa direzione.
La presenza di alloggi, sale studio, sedi dedicate alle
Associazioni studentesche, sale attrezzate per convegni in
un unico luogo deve diventare esempio tangibile e “best
practice” per successivi interventi in questo settore.
Per quanto riguarda la possibilità di accesso ad internet
auspichiamo venga ripreso quanto prima in seria
considerazione lo studio preliminare effettuato dal Prof.
Maio durante il mandato come Presidente di Polo relativo
alla copertura wireless in alcuni punti
strategici della città.
La possibilità per gli studenti universitari
di fruire, attraverso connessione wireless,
della rete internet nelle piazze, parchi e
luoghi di aggregazione è certo una
sfaccettatura di grande effetto del
complesso sistema di servizi di una città
universitaria.
Attualizzando il concetto, ritengo che lo
studio preliminare in questione debba
necessariamente essere ripreso considerando le più
attuali infrastrutture di tipo wi-max, caratterizzate da un
basso costo di realizzazione e da un’alta efficienza
operativa.
E’ certamente il momento di considerare progetti di
questo tipo sin dall’inizio in modo costruttivo e
soprattutto operativo al fine di evitare che proposte di
alta validità si fermino allo stato embrionale e vengano
poco dopo dimenticate.
Proseguendo con argomenti legati allo sviluppo della
cultura studentesca vorrei ricordare che, consentitemi
questa espressione, “non di solo studio vive l’uomo”.
E’ necessario, di conseguenza, sottolineare l’importante,
importantissimo ruolo svolto dalle associazioni
studentesche da diversi anni a questa parte.
Per non divagare, cito un esempio su tutti: la
realizzazione della Notte Bianca Universitaria.
Questo progetto, portato avanti con tenacia e caparbietà
dalle associazioni si è rivelato un successo senza
precedenti nel panorama italiano delle iniziative culturali
studentesche.
La realizzazione di un’iniziativa di questa portata deve
certamente essere considerata un merito degli studenti
organizzatori, ma anche di coloro che hanno saputo
credere fin dall’inizio in un progetto tanto ambizioso.
Mi permetto di sottolineare quanto, per la prima
edizione della Notte Bianca Universitaria, sia stato
fondamentale l’apporto, anche economico, delle stesse
associazioni organizzatrici (più di un terzo del budget
totale). Nel 2008, in mancanza di sostanziale appoggio da
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S.P.R.I.T.e. Magazine
TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT
parte delle istituzioni locali, esempi di propositività attiva
come questi rischiano di essere messi in seria difficoltà.
Speriamo pertanto in una risposta sostanziale, positiva e
concreta anche in termini economici (spesso lontani dal
semplice appoggio “morale”) da parte delle Istituzioni
locali, certamente consce del valore aggiunto portato da
eventi di questo tipo e dal conseguente grave
danneggiamento che deriverebbe dall’impossibilità di
realizzarle a causa di mancanza di fondi sufficienti.
Vorrei sottolineare inoltre come ad un’iniziativa di
questo tipo non vada riconosciuto solo il merito legato al
livello culturale e artistico ma anche quello di essere un
mezzo per l’inizio di dialogo attivo e proficua
collaborazione tra studenti universitari ed istituzioni.
L’ottica di attenzione a progetti di tipo culturale e
divulgativo non deve prescindere da uno sguardo attento
alle più attuali potenzialità tecnologiche. In questo
contesto si colloca l’appoggio allo sviluppo di iniziative
come “radio campus”, che all’estero sono già affermate (si
pensi all’esempio di radio campus paris) e che in Italia
muovono, già da qualche tempo, i primi passi.
Cambiando ambito di analisi, sento di dover
sottolineare come le problematiche legate ai trasporti
siano l’unica, vera nota dolente di questo intervento.
A che serve creare e potenziare spazi e strutture per lo
studio aperte fino a tarda sera se il servizio di trasporto
pubblico a Cesena smette di funzionare attorno alle
19,30?
A che serve mirare ad un incremento del numero di
studenti universitari ospiti della nostra città se non siamo
in grado di fornire loro un servizio di trasporto adeguato
alle esigenze minime di mobilità?
Anche nelle ore del giorno non tutte le strutture
universitarie presenti a Cesena, dislocate a distanze non
affrontabili a piedi, sono servite da trasporti pubblici
sufficienti.
In una città come Cesena, dove i problemi legati ai
parcheggi sono all’ordine del giorno e dove non esiste
alcuna convenzione sulle tariffe di sosta, il tema dei
trasporti non può e non deve essere trascurato.
Le Associazioni studentesche ed i rappresentanti degli
studenti hanno provato ad aprire un dialogo diretto con
ATR, Agenzia dei trasporti della nostra città, senza
ottenere alcun risultato.
Auspichiamo che l’amministrazione comunale da oggi in
poi ci aiuti nell’elaborazione di un progetto di revisione
del sistema di trasporto pubblico in accordo con l’Azienda
di riferimento.
Anche il potenziamento di servizi di controllo relativi
alle cosiddette “carte studente” merita un breve
approfondimento.
E’ necessario un maggior controllo sulle convenzioni
stabilite con attività commerciali al fine di agevolare gli
studenti universitari, siano esse convenzioni legate ad
Arstud o di altra derivazione. Sarebbe, a nostro avviso,
più opportuno limitare il numero delle convenzioni ma
aumentare da un lato il livello di vantaggio apportato
dalle stesse, e dall’altro il controllo sull’effettivo
mantenimento delle condizioni stabilite all’atto della
convenzione.
In questo gli enti di supporto, attraverso un dialogo
diretto con la rappresentanza studentesca, possono
certamente costruire molto.
Non si deve dimenticare, all’interno di questo
argomento, il potenzialmente importante ruolo svolto
dagli istituti bancari. Ci auguriamo che l’amministrazione
comunale conduca in qualità di principale regista un
processo di innovazione dei piani strategici di tali istituti
finalizzato anche al coinvolgimento degli studenti
universitari attraverso, ad esempio, programmi di
finanziamento a tasso agevolato, all’acquisto di
apparecchiature informatiche e attrezzature ad esse
legate.
Un ulteriore aspetto crescente e da non dimenticare è
quello della condizione degli studenti genitori ed in
particolare dalle studentesse madri. Auspichiamo una
sensibilizzazione verso la loro non sempre semplice
condizione. Nella fattispecie, ad esempio, una nostra
speranza è quella di veder nascere servizi di tutela a essi
dedicati.
Ultima, ma certamente non per importanza è
un’osservazione legata all’internazionalizzazione ed in
particolare alla presenza di studenti erasmus.
Da questo punto di vista troppo poco fin’ora è stato
fatto. Oggi uno studente erasmus che sceglie di
trascorrere un periodo di studi nella città di Cesena
rischia di sentirsi con grande facilità un, concedetemi il
termine, “pesce fuor d’acqua”.
Ser.In.Ar. e le Associazioni studentesche hanno già
cominciato a muovere alcuni passi nell’obiettivo di
risolvere questa problematica.
Si è ancora ben lontani, però, da un’accoglienza efficace
ed efficiente tipica, in modo particolare, di alcuni campus
universitari esteri.
Bisognerebbe arrivare al punto in cui gli studenti
erasmus vengano, per i primi giorni di permanenza, quasi
“presi per mano” e guidati nelle difficili scelte dei primi
periodi all’estero.
Il potenziamento di un attività di questo tipo è, a mio
avviso, una grande opportunità di sviluppo del Polo
Scientifico – Didattico di Cesena.
Studenti erasmus che vengono nella nostra città e, al
termine della loro permanenza, tornano nell’Ateneo di
provenienza carichi di soddisfazione, sono lo strumento
migliore per aumentare le domande di erasmus in
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TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT VII
entrata.
Vorrei inoltre sottolineare come la presenza di studenti
erasmus sia importante non solo per gli studenti stessi,
ma anche per tutti gli studenti che con loro vengono a
contatto. L’efficiente scambio culturale e scientifico
internazionale è al giorno d’oggi uno punti di eccellenza
più accreditati.
Una soluzione a questa problematica potrebbe essere il
coinvolgimento delle Associazioni studentesche tramite
bandi che prevedano finanziamenti per attività legate
all’accoglienza degli studenti erasmus.
Concludo il mio intervento auspicando che il convegno
di oggi sia, in linea con quanto accade da alcuni anni a
questa parte, il punto di partenza per un intenso lavoro.
Lavoro che, indipendentemente da bandi, scadenze, e
progetti a lunga durata deve partire immediatamente,
anche da domani stesso.
Tommaso Dionigi
Appuntamenti universitari 2007
curato da Demo <sensorario@gmail.com>
Non troppi anni fa l'università di Cesena non dava agli
studenti momenti di svago per staccarsi dai libri. Qualche
timida proposta c'è stata negli anni passati con il
“martedì universitario”. Le associazioni studentesche
muovevano i primi passi verso un concreto impegno nel
prendersi cura dei propri soci. Da qualche sondaggio e
critica costruttiva siamo giunti a conclusione che una
sola serata ed un solo locale non erano sufficienti a
colmare le esigenze degli studenti.
Il 12 di novembre del 2007 alcuni locali del centro in
collaborazione con le associazioni studentesche
universitarie di Cesena, Analysis, A.St.I.Ce, MyS.T.A.,
SPAZI, S.P.R.I.Te., ha dato il via ad un progetto molto
importante per quello che riguarda il nostro
intrattenimento serale. In particolare, fino al 20 di
dicembre, la sera ci saranno 5 locali diversi dove
possiamo trovare prezzi convenzionati e serate a tema
per tutti i gusti. Ecco in cosa consiste la nostra
settimana universitaria.
Ci sono momenti per tutti, dall'aperitivo al Lego Café o
al Nero Su Bianco, fino alle serate alla Vigna di Porta
Santi, Corte Dandini e Gallery's pub. I prezzi sono
pensati apposta per noi studenti, e soprattutto per i fuori
sede che devono fare i conti con affitto e bollette. Tanto
per farvi un'idea: Birra 2 euro o 5 Vodka Pop 5 euro sono
tra le convenzioni presenti nell'arco della serata.
La settimana universitaria è parallela ad un sito web
dove vengono riportate quante più informazioni
possibili: www.universitaricesena.org. In particolare
serata per serata indichiamo cosa viene convenzionato ed
in quale locale. C'è un link alle mappe di Google per
vedere dove si trovano i locali. Ci sono le convenzioni.
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S.P.R.I.T.e. Magazine
TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT
Ricordi
di Marco Bagnaresi <marco.bagnaresi@gmail.com>
All'inzio pensavo che avrei scritto un “noioso” articolo
sui design pattern, ma vista l'introduzione che ho fatto nel
numero scorso su questi argomenti e il talk al
development day ho deciso di scrivere qualcosa di
diverso, e che non riguardi necessariamente la
programmazione. Mi ricordo di quando ero studente
all'ITIS di Ravenna e scrivevo articoli per il giornalino
dell'istituto che si chiamava “Il Trapano”. Credo in tanti
anni passati là dentro di non aver MAI scritto un solo
articolo riguardante la programmazione. Scrivevo articoli
di economia, di opinione, articoli riguardanti la società e
il mondo in cui viviamo, o l'istituto che frequentavo. E di
solito mi capitava di scrivere articoli molto incisivi : la
metà delle persone che li leggevano li apprezzavano
molto, l'altra metà invece si incazzava a morte (si può
dire? Si vero?).
E' normale, non si può certo
essere tutti d'accordo. Questa cosa
però mi faceva divertire moltissimo
e mi dava davvero molte
soddisfazioni perchè tutto quel
trambusto che si creava aiutava le
persone a crescere, la gente
discuteva, si confrontava e alla fine
ne usciva un po' più matura. Mi
ricordo che a scrivere eravamo in
pochi, un po' come per questo
giornalino di Sprite. Una volta,
rimasti in numero veramente
esiguo (3 o 4 circa) a scrivere
articoli, decidemmo di operare una
manovra davvero sovversiva.
Stampammo un numero del
Trapano completamente bianco, riempimmo la penultima
pagina di pecore, e nell'ultima scrissi un articoletto di
mezza facciata dove “insultavo” esplicitamente tutti gli
studenti dell'istituto, provocando tutti coloro che si
lamentavano della scarsa qualità del giornalino,
incitandoli a farsi avanti, a “tirare fuori le palle” per dare
una mano a noi pochi nel giornalino, e a non vivere come
delle pecore. Ne stampammo qualche centinaio di copie e
li spargemmo per l'intero istituto.
FU IL DISASTRO. Mi ricordo persone veramente
furiose, professori sconvolti ma sotto sotto divertiti e
numeri del giornalino stracciati ovunque. Il “POST-BOX”,
la scatola adibita alla ricezione degli articoli e dei
commenti degli studenti si riempi di “vaffanculo” e di
tanti altri insulti assortiti, anche se qualcuno timidamente
ci scrisse “avete ragione” o “bravi”. E la cosa funzionò.
Alla riunione del giornalino successiva molti studenti si
fecero avanti e il giornalino tornò a riempirsi di articoli.
Fu davvero una bella esperienza. Non conosco il numero
esatto di studenti nel nostro corso di laurea, ma noto che
a grandi linee le statistiche non sono troppo diverse.
Buona parte delle persone si limitano a pecoreggiare e a
lamentarsi di questo o di quello, e a parer mio sprecano
una grande opportunità : quella di condividere qualcosa.
Scrivere e condividere qualcosa non è solo un modo di
insegnare qualcosa agli altri, ma è (anche se questo
veramente pochi lo capiscono) un modo per crescere. Per
questo vi dico : se siete venuti in
questa università per crescere, sia
professionalmente che umanamente,
vi consiglio di cogliere questa
opportunità. Voglio fare un piccolo
esperimento : lanciare un “articolo” a
tema, in cui raccoglierò tutte le
risposte che mi arriveranno (scrivete
a marco.bagnaresi@gmail.com) in
forma anonima o meno. Il tema è
questo : “la figura di merda più grossa
della mia vita”. Io ne ho fatte così
tante che potrei scriverci un libro
sopra ormai, ma ne ricordo una in
particolare...
Una volta ero fuori da un palazzetto
dello sport ed ero seduto sulla mia bicicletta mentre
chiaccheravo con un mio amico. Intorno a me decine di
anziani che uscivano perchè la partita di basket era finita.
Decido di sedermi sulla bici in modo più fico, per cui
scendo e uso la sella come appoggio, restando in piedi,
semi-seduto. Scivolo, casco in mezzo al prato, sopra la
mia bici, e tutta la gente intorno a me comincia a ridere.
Ho pagato il prezzo della spocchia.
Fatevi coraggio e scrivete numerosi.
Marco Bagnaresi
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TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT VII
“Buon compleanno, Harvard!”
a cura di Venturi Filippo <fil1980@virgilio.it>
Quel venerdì mi trovavo nel bar sotto l’ufficio, a
godermi i miei 10 minuti di pausa-caffè.
Nello sfogliare qualche quotidiano, dopo aver
scoperto la disponibilità di Rutelli a chiudere il portale
“italia.it” (ma questa è un’altra storia, a cui dedicherò
qualche riga, prima o poi), mi cadde l’occhio su una
lettera di Giuseppe Ghini, inviata al quotidiano “La
Voce”.
Per gentile concessione dell’autore, vi riporto la
suddetta lettera; credo possa essere molto interessante
e utile per aprire una finestra su una realtà
universitaria diversa e molto distante dalla nostra.
Eccola:
“I visitatori che affollano l’Università di Harvard,
nell’autunno colorato del New England, non mancano di
“strisciare” la scarpa lucida della statua al centro
campus, alla cui base compare l’iscrizione “John
Harvard, founder, 1638”. Come spiegano tutte le guide
del campus, la pur breve iscrizione contiene tre errori:
1. la statua, realizzata nel 1884, non può raffigurare il
vero John Harvard, dato che di lui non è rimasto alcun
ritratto;
2. mr. Harvard non è stato il fondatore della celebre
università;
3. l’università non è stata fondata nel 1638.
Stando ai dati storici, invece, John Harvard, un pastore
puritano emigrato in America di cui si celebra in questo
ottobre il IV centenario della nascita, lasciò in eredità al
piccolo istituto fondato nel 1636 e che si chiamava New
College, tutti i suoi libri (circa 400) e 779 sterline, cioè la
metà di tutti i suoi averi. A seguito a tale atto di
liberalità, l’istituto venne rinominato Harvard College.
Cominciò così una serie impressionante di offerte e
donativi a quella che sarebbe diventata l’Università più
prestigiosa del mondo, fino ad arrivare alla cifra di quasi
600 milioni di dollari nell’anno 2006. È il risultato di
una mentalità liberale e filantropica che si è affermata
con successo negli USA ed è stata facilitata da una
legislazione adeguata. I 600 milioni di dollari sono
infatti non il contributo di qualche grossa fondazione,
ma di ben 89.000 donatori, in buona parte ex-studenti
della stessa università che ne riconoscono il valore e la
sostengono con soldi sonanti.
La situazione degli atenei italiani è in buona sostanza
un negativo della fotografia dell’Università di Harvard:
assenza di “investimento” sulla cultura, donativi che
rappresentano cifre irrisorie, fondi modestissimi da
parte dello stato e contemporaneo obbligo di erogare
una formazione quasi gratuita, mancanza di una
legislazione capace di supportare adeguatamente la
liberalità individuale, “spirito di appartenenza” molto
modesto, insuccesso delle “Associazioni di ex-studenti”.
A questo si aggiunga la
fondamentale norma che da
sempre regola il sistema
italiano, il valore legale del
titolo di studio. L’idea, cioè,
che una laurea in una
qualunque università debba
avere lo stesso valore ai fini di
un concorso, dell’iscrizione a
un ordine professionale ecc.
Questo, evidentemente, a
differenza della situazione
americana dove, anche in
ambito universitario, vige la
legge del “mercato”, con i suoi
pro e i suoi contro. Ripeto: con
i suoi pro e i suoi contro. Non
è che non ci siano contro; il
problema è piuttosto che noi
siamo abituati da tempo a neutralizzare i pro facendo
leva sui contro e ci illudiamo di non aver nulla da
imparare.
“Mercato”, nell’università, vuol dire che ogni ateneo
deve avere le idee chiare, offrire un prodotto di valore,
operare in questa direzione. Deve avere una vision, un
progetto, deve individuare il proprio target, sapere di
quali mezzi deve dotarsi, fare un business plan:
esattamente come ogni altra organizzazione o azienda
che si muove in quella realtà selettiva e poco
sindacalizzata che è il mercato americano.
Penso all’università dove insegno, che ha condotto una
lotta di anni, ad avere ragione di un lettore madrelingua
incapace, arrogante e vagabondo. Penso alla mia
università che, tra incertezze, garanzie sindacali e
buonismi vari, solo dopo anni ha avviato nei suoi
confronti una procedura di “censura”; poi, dopo
altrettante gravi mancanze nei confronti degli studenti,
ha proceduto con una “sospensione” e, da ultimo, dopo
che questi aveva minacciato gli studenti e non si era
presentato agli esami, ha intrapreso la via del
“licenziamento”. Non sappiamo peraltro come sarebbe
finita e quanto sarebbe durata la procedura e
l’inevitabile contenzioso. Si è licenziato da solo, e
quando il professore l’ha annunciato in aula si è
scatenato un entusiasmo da stadio. Penso a cosa sarebbe
successo ad Harvard, quanti minuti avrebbero impiegato
a decidere che un lettore di questo genere allontanava le
iscrizioni, i donativi, era contro la vision e gli interessi
dell’istituzione. E in Italia c’è ancora qualcuno che pensa
che il mercato non dovrebbe aver nulla a che fare con
l’Università!”
PAG 7
Giuseppe Ghini
S.P.R.I.T.e. Magazine
TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT
FONTE:
Tratto dal quotidiano “La Voce” di Venerdì 19 Ottobre
2007.
GIUSEPPE GHINI:
Professore presso l’Università degli Studi di Urbino.
Homepage universitaria:
http://www.uniurb.it/lingue/docenti/ghini/
Blog: http://blog.ghini.eu/
NOTTI SICURE… va all’ Università.
Michele Sanza, Direttore Unità Operativa Ser.T di Cesena
Francesca Nasuelli, Psicologa Ser.T di Cesena
Le conoscenze epidemiologiche ci dicono che i
comportamenti di sperimentazione e di consumo di
sostanze legali ed illegali da parte dei giovani sono in
continua crescita. Il consumo moderato di sostanze
legali ed illegali, all’interno di contesti lontani dalla
marginalità e dalla devianza, diviene sempre più
frequente e si accompagna ad una diminuita percezione
del rischio, che non sempre è aderente alla realtà dei
fatti. Si deve supporre, pertanto, che gli universitari
siano una delle categorie esposte al rischio dei fenomeni
di abuso di sostanze psicoattive. Tuttavia, a fronte di
numerosi progetti di ricerca e di intervento dedicati agli
studenti delle scuole medie superiori, sono scarse le
conoscenze sulla situazione dei consumi di sostanze fra
gli universitari.
Per queste ragioni, il Programma Notti Sicure (vedi
nota a fondo pagina ) e il Laboratorio di Psicologia di
Comunità della Facoltà di Psicologia dell’Università di
Bologna, si sono impegnati a promuovere una ricerca-
intervento sul tema del consumo di sostanze tra gli
studenti universitari di Cesena. Gli scopi sono: la
conoscenza delle dimensioni e delle caratteristiche del
fenomeno, e lo sviluppo di concrete azioni di
prevenzione, dirette agli studenti universitari di Cesena,
basate sull’informazione dei rischi connessi al consumo,
all’abuso e alla dipendenza da sostanze. Il progetto si
rivolge agli universitari di Cesena, chiamati in causa non
solo come destinatari degli interventi, ma soprattutto
come attivi protagonisti nella promozione del benessere.
Per la realizzazione di questo progetto sono preziose la
collaborazione delle Associazioni Studentesche, ma
anche l’apporto di singoli studenti interessati. La
promozione del benessere, infatti, passa attraverso una
corretta informazione che diventa più efficace nel
momento in cui esce dai luoghi di cura e si avvicina ai
contesti di vita delle persone.
“Notti Sicure Università” prevede una fase di ricerca,
orientata alla comprensione del fenomeno, in cui verrà
diffuso fra gli studenti afferenti a tutte le facoltà di
Cesena, un questionario anonimo, on-line ed
autosomministrato, che permetterà di raccogliere
informazioni sulle esperienze e sugli atteggiamenti
relativi al consumo di sostanze psicoattive legali ed
illegali, fra gli studenti universitari di Cesena. Inoltre,
sempre in collaborazione con le Associazioni
Studentesche, verranno organizzate alcune serate di
informazione rivolte agli studenti delle diverse facoltà
presenti nel territorio, con l’obiettivo di stimolare il
confronto fra i giovani sui temi del consumo e del
divertimento responsabile. “Drugs and Stars” è il titolo
della rassegna cinematografica (da non perdere!), che si
terrà nella prossima primavera – la programmazione è
in via di definizione - avente come filo conduttore la
presentazione di personaggi della musica e dello
spettacolo, coinvolti in varia misura nel consumo di
sostanze psicoattive. Al termine della proiezione di
ciascun film verrà proposta una discussione e verranno
consegnate a tutti gli studenti le schede informative sul
film e sulle sostanze trattate nella pellicola proiettata.
Oltre alla rassegna cinematografica, sono previsti alcuni
spettacoli teatrali, aventi sempre come filo conduttore i
giovani, la musica, il divertimento e il consumo di
sostanze psicoattive legali ed illegali.
Per informazioni sul programma di Notti Sicure
Università, rivolgersi a
Francesca Nasuelli
e mail: f.nasuelli@libero.it
nota :“Notti Sicure” è un progetto di prevenzione dei rischi connessi con l’abuso di sostanze legali e illegali
promosso dall’Azienda USL di Cesena, Unità Operativa Ser.T, in collaborazione con gli enti Locali nell’ambito della
programmazione dei Piani Sociali di Zona. Le attività di Notti Sicure consistono prevalentemente in interventi
diretti nei luoghi di aggregazione giovanile e nei contesti del divertimento.
PAG 8
TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT VII
Umorismo informatico :)
Nell’anno 1969 è bastata la potenza di calcolo di due
Commodore 64 per mandare con successo una navicella
sulla Luna; nell’anno 2008 è necessario un Pentium Quad
Core per far funzionare Windows Vista. Qualcosa deve
essere andato storto.
Un programmatore racconta ai suoi amici
programmatori:
- Ieri ho conosciuto una ragazza in disco...
Gli amici programmatori:
- Ehilaa!!
- La invito a casa mia, le offro una cosa da bere, e
comincio a baciarla.
- Ueeehhhheeehhhhe!!
- Lei mi fa: "Spogliami"!
- Ueeehhhheeehhhhehheehheehhee!!
- Al che io la spoglio completamente, la sollevo e la
appoggio accidentalmente sulla tastiera del mio PC.....
Gli amici programmatori:
– Hai un PC a casa? Figata!! Che processore?? Quanta
RAM?
3 ingegneri della Apple e 3 ingegneri della Microsoft si
incontrano alla stazione mentre stanno per recarsi ad un
importante avvenimento informatico.
Gli ingegneri Microsoft comprano un biglietto ciascuno e,
con grande sorpresa, notano che gli altri ne comprano
uno solo in tre.
Stupiti, chiedono spiegazione ai colleghi che si mettono a
ridere e dicono: "Vedrete...".
Durante il viaggio, il controllore entra nella carrozza e,
immediatamente gli ingegneri Apple corrono alla toilette
e si chiudono dentro.
Gli ingegneri Microsoft osservano stupefatti la manovra
poi, dopo essersi fatti controllare i biglietti, vedono il
controllore bussare alla porta della toilette annunciando:
"Biglietti, prego!".
Una voce dall'interno risponde: "Ecco!"
Un biglietto scivola da sotto la porta, il controllore lo
verifica e se ne va.
Gli ingegneri Microsoft sono molto impressionati dalla
tecnica dei colleghi Apple.
Al ritorno i sei si incontrano alla stazione, quelli della
Apple comprano il solito biglietto, mentre quelli della
microsoft non ne comprano nessuno.
Fanno notare la cosa ai colleghi che rispondono
"Vedrete!"
Durante il viaggio all'avvicinarsi del controllore gli
ingegneri Apple, corrono al bagno. Appena si sono chiusi
dentro un ingegnere Microsoft, bussa alla porta della
toilette e dice "Biglietti, prego!", si appropria del biglietto
passato sotto la porta, e raggiunge di corsa i suoi colleghi
nell'altra toilette.
Morale:Microsoft non copia solo le idee degli altri, le
migliora...
C'era un tizio il quale, in gioventù, desiderava più di ogni
altra cosa diventare un grande scrittore.
Quando qualcuno gli chiedeva di definire il termine
"grande" rispondeva:
"Voglio scrivere roba che il mondo intero legga, roba che
faccia reagire la gente a livello emotivo, roba che li faccia
urlare, piangere, tremare di rabbia e di dolore".
Pare abbia raggiunto il suo scopo.
Attualmente lavora per Microsoft, è il redattore dei
messaggi di errore.
Quando la NASA iniziò il lancio di astronauti,
si accorse rapidamente che le penne non scrivevano con
gravità zero.
Per risolvere questo problema, gli scienziati della NASA
assunsero la societa di consulenza Andersen Consulting
(oggi Accenture)
per studiare il problema.
Impiegarono dieci anni e 12 milioni di dollari sviluppando
una penna
che poteva scrivere con gravità zero, verso l'alto, verso il
basso, con temperature da sotto zero fino a piu di 300°C...
I russi usarono una matita.
Un programmatore prega Dio:
- Oh, Dio, che devo fare della mia vita?
Cosa ti aspetti da me?
Cosa c'è dopo la morte?
Qual è il senso della vita?
Attimo di silenzio, poi una voce tuona dal cielo:
- per prima cosa: LEGGI LE FAQ!!!
La storia della Creazione, ovvero "il mito di Urk". In
principio erano i dati; i dati erano privi dei form e del
valore nullo, e le tenebre regnavano al cospetto della
console; e lo Spirito di IBM si muoveva al cospetto del
mercato. DEC disse: "Siano fatti i registri", e i registri
furono; e DEC vide che essi avevano il riporto; e DEC
separò i dati dalle istruzioni, chiamò i dati stack e le
istruzioni codice. E fu fatta la sera e fu fatto il mattino, un
interrupt...
Bill Gates muore. Arriva all'inferno e viene accolto da un
diavolo in frack, fatto salire su una Cadillac extra lusso
con piscina e portato a fare un giro. Ovunque ville
faraoniche con feste, baccanali, orge, donne bellissime
nude. Dopo alcuni chilometri, si avvicina in lontananza
un cancello. Si apre senza cigolii e dietro c'è un immenso
portone. Bill viene invitato a scendere ed il portone si
apre. Dietro c'è un caldo infernale, fiamme, urla
strazianti, diavoli con forconi che infilzano
continuamente i poveracci. Non potendo credere ai suoi
occhi, Mr. Gates chiede al diavolo:
- Ma come? E tutto quello che abbiamo visto prima?
Il diavolo lo guarda con sguardo gentile e risponde:
- Ah, quella... quella era la versione demo.
PAG 9
S.P.R.I.T.e. Magazine
TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT
FINE
Hanno collaborato a questo numero :
Tommaso Dionigi, Demo, Marco Bagnaresi, Filippo Venturi, M.Sanza e F.Nasuelli (Ser.T.
Cesena), Elvis Ciotti
Impaginato con OpenOffice 2.2
TTTTTTTTTTTTTTTTT
ORARI DI APERTURA SEDE S.P.R.I.Te.
Ci scusiamo per i lavori tecnici al server S.P.R.I.Te, che rendono il sito temporaneamente offline,
i nostri super-tecnici sono al lavoro.
S.P.R.I.Te. AUGURA
BUONE FESTE A TUTTI !!!
PAG 10
Lunedi Martedi Mercoledi Giovedi Venerdi
09:00-10:00 Demo Demo
10:00-11:00 Sasà
11:00-12:00 Michele Matteo B. Luca Elvis Tommy
12:00-13:00 Michele Matteo B. Luca Elvis Tommy
13:00-14:00
14:00-15:00 Anguilla Andrea Annalisa Nicole Fabio
15:00-16:00 Anguilla Andrea Annalisa Nicole Fabio
16:00-17:00 Ugo Demo Fabio Nicole Demo
17:00-18:00 Ugo Demo Fabio Nicole Demo
Sasà 
Associazione
S.p.r.i.Te.
Via sacchi 3, Cesena(FC)
Tel. 0547 338842
http://sprite.csr.unibo.it

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  • 1. TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT VII SOMMARIOSOMMARIO Il futuro delle Città universitarie - Tommaso Dionigi 2 Appuntamenti universitari 2007 5 Ricordi - Marco Bagnaresi 6 Buon compleanno, Harvard! - Filippo Venturi 7 NOTTI SICURE… va all’ Università - Ser.T di Cesena 8 Numero 7 !! Eccoci tornati con un nuovo numero del giornalino dell'associazione. In questo periodo l'associazione S.P.R.I.Te, ovvero tutti i suoi volenterosi attivisti, è impegnata nella raccolta firme per il bando delle associazioni. Se non hai ancora firmato, passa nella nostra sede negli orari di apertura (vedi ultima pagina) e lascia una firma di consenso alle nostre attività nel modulo che ti presenteremo, basta 1 minuto, per noi è importante ! Grazie. Ricordiamo anche che continuano, dal lunedì al giovedì compresi, gli appuntamenti con le serate universitarie organizzate dalle associazioni delle varie facoltà di Cesena, compresa la nostra, fino al 20 dicembre. Vedi i luoghi e date a pagina 5. Un benvenuto ufficiale ai nuovi attivisti che, nell'ultima riunione, si sono offerti volontariamente di dare una mano alle varie attività e sono entrati a far parte della nostra associazione. Ricordiamo che questo giornalino è scritto, impaginato e distribuito da noi per creare un canale di comunicazione e scambio di idee all'interno del nostro C.d.L. Invitiamo chiunque ne abbia voglia a inviarci i propri articoli o opinioni, saremo felici di inserirli nel prossimo numero. Non siate timidi, fatevi avanti ! S.P.R.I.Te. APPUNTAMENTI UNIVERSITARI SERALI http://www.universitaricesena.org/ VEDI PAG. 5 PAG 1 S.P.R.I.Te.MagazineS.P.R.I.Te.Magazine VIIVII Bimensile gratuito - Associazione studentesca S.P.R.I.Te. C.d.l. In Scienze dell'Informazione – Cesena Numero 7 – dicembre 2007 – copia gratuita Realizzato con il contributo dell'ALMA MATER STUDIORUM
  • 2. S.P.R.I.T.e. Magazine TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT Il futuro delle Città universitarie: intervento al convegno di mercoledì 5 dicembre 2007 di Tommaso Dionigi <info@tommaso.dionigi.name> Vi propongo in questa uscita di S.P.R.I.Te. Magazine il testo di un intervento che ho fatto mercoledì 5 dicembre in occasione di un convegno dal titolo: “Il futuro delle Città Universitarie – Verso il bando nazionale delle Città Universitarie”. E’ piuttosto lungo, ma credo possa servire, a coloro che non sono mai entrati più di tanto all’interno delle problematiche legate al tema “Cesena città universitaria” per farsi un idea di cosa è stato costruito negli ultimi anni e di quali sono i problemi che oggi, Associazioni studentesche e rappresentanti degli studenti, portano avanti. Buona lettura! Soffermarsi oggi, 5 dicembre 2007, a riflettere sul tema della “Città Universitaria” porta me, studente da alcuni anni all’interno del Polo di Cesena, ad iniziare questo intervento con il sorriso sulle labbra. E’ proprio così. A mio avviso, oggi, uno studente che vive la realtà cesenate, può a tutti gli effetti ritenersi soddisfatto di quanto, negli ultimi anni, è stato costruito e porsi con animo ben disposto di fronte al clima di volontà costruttiva in cui si inserisce il convegno di oggi. La mia carriera universitaria è iniziata nel 2002, ben presto ho preso parte attivamente in qualità di rappresentante degli studenti alla crescita dell’Università a Cesena. Il concetto di “Città Universitaria” rappresentava per me un ideale, una meta da raggiungere. Si lavorava allora già da diversi anni per lo sviluppo dell’Università all’interno della città e per la definizione dei piani strategici per portare Cesena, ad essere conforme alla tanto desiderata definizione di “Città Universitaria”. Da allora tanto, tantissimo è stato fatto. Le Facoltà ed i Corsi di Laurea presenti all’interno della città sono cresciuti in numero ed in qualità. La qualità, sia essa riferita alla didattica, alle strutture, ai servizi è sempre stata al centro dell’attenzione nello sviluppo della realtà universitaria cesenate. Questo di certo non è scontato. Per una Sede decentrata dell’Ateneo bolognese che di anno in anno si trova ad avere a che fare con problemi di bilancio che spesso la penalizzano non è scontato fare della qualità e non soltanto di problematiche numeriche (numero di studenti, numero di laureati, ecc...) un punto di forza. Questa attenzione ci ha certamente premiato. Un riferimento su tutti alla valutazione estremamente positiva ottenuta dalla recente visita del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario, con il quale io stesso ho partecipato ad un confronto. Vorrei soffermarmi brevemente su un concetto che ritengo caratterizzi pienamente il motore dell’incessante cammino di Cesena verso la realtà di “Città Universitaria”: il dialogo. Università, Amministrazione Comunale, Ente di Sostegno e componente studentesca riescono da alcuni anni a fare del dialogo il punto di forza su cui fondare la crescita della Città Universitaria. Non è scontato, a mio avviso, che uno studente possa, con grande facilità, trovare occasioni di confronto con la componente istituzionale Accademica e Civile e ancor meno lo è il fatto che questo confronto sia nella maggior parte dei casi punto di partenza per una nuova meta, un nuovo traguardo da raggiungere insieme. Non è scontato, tanto meno, che gli studenti universitari cesenati si pongano verso le problematiche relative alla realtà che vivono incarnando lo stupendo concetto di commitment, di partecipazione attiva, di volontà di permanenza all’interno dell’organizzazione e dei processi decisionali, dove la somma delle forze dei singoli è minore a quella degli stessi uniti in un coeso gruppo di lavoro. Se il dialogo diventa un’occasione di sviluppo di volontà costruttiva si deve rendere merito agli attori del confronto. Per questo sento di dover ringraziare per quanto fino ad oggi è stato fatto persone come il professor Dario Maio (presidente del Polo di Cesena fino a poco fa), l’Assessore Gualdi, il Sindaco della città di Cesena Giordano Conti, il professor Piero Gallina presidente di Ser.In.Ar., Libero Cola, l’unico imprenditore della città che ha saputo, fin dalla nascita delle Associazioni studentesche (quasi 10 anni fa), credere ed aggiungerei senza riserve scommettere sul potenziale degli universitari, considerandoli non come una risorsa economica ma come una fonte di arricchimento e innovazione culturale e infine, desidero ringraziare anche tutti gli studenti che con voglia ed interesse incessante hanno partecipato attivamente alle occasioni di confronto. Oggi ci troviamo di fronte ad un bando per “città Universitarie”. Il solo fatto che Cesena vi prenda parte e si definisca quindi, implicitamente, una Città Universitaria, è per me bellissimo. Il fatto che gli studenti non soltanto possano partecipare al continuo e crescente processo di dialogo ma esserne addirittura parte attiva nella costruzione degli obiettivi, è anch’esso, bellissimo. Ovviamente c’è ancora molto, molto da fare. Le possibilità di sviluppo della nostra città universitaria sono tante. Per quanto riguarda la progettualità che deve condurci alla partecipazione al bando per Città Universitarie PAG 2
  • 3. TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT VII ritengo opportuno segnalare alcune possibilità di sviluppo particolarmente sentite dalla popolazione studentesca cesenate. In primo luogo riteniamo che l’istituzione di una Consulta degli Studenti universitari del Comune di Cesena possa essere un segno tangibile della possibilità e necessità del dialogo tra amministrazione comunale e studenti di cui ho parlato in precedenza. L’istituzionalizzazione di una via di dialogo deve diventare un mezzo, uno strumento prezioso da sfruttare per la partecipazione attiva degli studenti all’interno dei processi decisionali. Da ciò che ho affermato poco fa si evince facilmente che in parte, anche se non attraverso un organo riconosciuto, oggi è già così. Sono certo però che gli studenti universitari della Città di Cesena sapranno fare un ottimo uso di uno strumento potenzialmente così utile; da sempre infatti la realtà studentesca cesenate ha preferito lavorare attivamente su progetti e proposte concrete lasciando da parte sterili divisioni di carattere meramente politico, tipiche ad esempio della componente studentesca della sede centrale del nostro Ateneo, che sempre più spesso rischiano di condurre l’attenzione bel lontana dal fulcro dei problemi e, di conseguenza, dalla soluzione degli stessi. Auspico, ma sono certo che sarà così, che le procedure necessarie alla costituzione della Consulta degli Studenti partano quanto prima. Sento di dover sottolineare che in questa proposta gli studenti universitari ripongono grandi aspettative: auspichiamo, e ci sono certamente tutti i presupposti per crederlo, che la Consulta degli studenti diventi ben presto una fonte di opinioni e proposte considerate con la massima attenzione. Per quanto riguarda le problematiche abitative riteniamo che a Cesena sia presente un servizio eccellente degno, senza dubbio, di attenzione e di continuo potenziamento. Mi riferisco al servizio “Il Faro” fornito da Ser.In.Ar. Moltissimi studenti scelgono di farsi aiutare nella scelta dell’alloggio dal personale legato a questo servizio. A mio avviso una forma attiva di condanna delle irregolarità, degli affitti in nero, del caro affitti è certamente quella di creare un servizio sempre più efficiente ed in grado di soddisfare le esigenze della maggior parte degli studenti fuori sede. Il servizio stesso potrà in questo caso diventare la chiave alla soluzione dei problemi appena elencati. Vorrei sottolineare anche che il processo di potenziamento di attività di questo tipo non può trascurare la parte di comunicazione nei confronti degli studenti. Spesso infatti, concentrati sulle problematiche interne si rischia di trascurare l’informazione attenta e dettagliata dell’opportunità offerta. Più studenti sono a conoscenza di un’opportunità più, senza ombra di dubbio, saranno coloro che ne fruiranno. In questo le Associazioni studentesche hanno fatto e continueranno a fare un parte di fondamentale importanza. All’interno di questo processo, l’Amministrazione comunale non può certamente sentirsi esente dalla necessità di un’attiva partecipazione. La capacità di effettuare un’attenta ed efficiente azione di controllo al caro affitti è imprescindibilmente punto di partenza per allargare la componente di studenti fuori sede nella nostro città. Continuando con ciò che si lega agli spazi e strutture per lo studio sento di dover sottolineare quanto, il progetto della struttura “Ex-Macello” sia un ottimo esempio di come intervenire in questa direzione. La presenza di alloggi, sale studio, sedi dedicate alle Associazioni studentesche, sale attrezzate per convegni in un unico luogo deve diventare esempio tangibile e “best practice” per successivi interventi in questo settore. Per quanto riguarda la possibilità di accesso ad internet auspichiamo venga ripreso quanto prima in seria considerazione lo studio preliminare effettuato dal Prof. Maio durante il mandato come Presidente di Polo relativo alla copertura wireless in alcuni punti strategici della città. La possibilità per gli studenti universitari di fruire, attraverso connessione wireless, della rete internet nelle piazze, parchi e luoghi di aggregazione è certo una sfaccettatura di grande effetto del complesso sistema di servizi di una città universitaria. Attualizzando il concetto, ritengo che lo studio preliminare in questione debba necessariamente essere ripreso considerando le più attuali infrastrutture di tipo wi-max, caratterizzate da un basso costo di realizzazione e da un’alta efficienza operativa. E’ certamente il momento di considerare progetti di questo tipo sin dall’inizio in modo costruttivo e soprattutto operativo al fine di evitare che proposte di alta validità si fermino allo stato embrionale e vengano poco dopo dimenticate. Proseguendo con argomenti legati allo sviluppo della cultura studentesca vorrei ricordare che, consentitemi questa espressione, “non di solo studio vive l’uomo”. E’ necessario, di conseguenza, sottolineare l’importante, importantissimo ruolo svolto dalle associazioni studentesche da diversi anni a questa parte. Per non divagare, cito un esempio su tutti: la realizzazione della Notte Bianca Universitaria. Questo progetto, portato avanti con tenacia e caparbietà dalle associazioni si è rivelato un successo senza precedenti nel panorama italiano delle iniziative culturali studentesche. La realizzazione di un’iniziativa di questa portata deve certamente essere considerata un merito degli studenti organizzatori, ma anche di coloro che hanno saputo credere fin dall’inizio in un progetto tanto ambizioso. Mi permetto di sottolineare quanto, per la prima edizione della Notte Bianca Universitaria, sia stato fondamentale l’apporto, anche economico, delle stesse associazioni organizzatrici (più di un terzo del budget totale). Nel 2008, in mancanza di sostanziale appoggio da PAG 3
  • 4. S.P.R.I.T.e. Magazine TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT parte delle istituzioni locali, esempi di propositività attiva come questi rischiano di essere messi in seria difficoltà. Speriamo pertanto in una risposta sostanziale, positiva e concreta anche in termini economici (spesso lontani dal semplice appoggio “morale”) da parte delle Istituzioni locali, certamente consce del valore aggiunto portato da eventi di questo tipo e dal conseguente grave danneggiamento che deriverebbe dall’impossibilità di realizzarle a causa di mancanza di fondi sufficienti. Vorrei sottolineare inoltre come ad un’iniziativa di questo tipo non vada riconosciuto solo il merito legato al livello culturale e artistico ma anche quello di essere un mezzo per l’inizio di dialogo attivo e proficua collaborazione tra studenti universitari ed istituzioni. L’ottica di attenzione a progetti di tipo culturale e divulgativo non deve prescindere da uno sguardo attento alle più attuali potenzialità tecnologiche. In questo contesto si colloca l’appoggio allo sviluppo di iniziative come “radio campus”, che all’estero sono già affermate (si pensi all’esempio di radio campus paris) e che in Italia muovono, già da qualche tempo, i primi passi. Cambiando ambito di analisi, sento di dover sottolineare come le problematiche legate ai trasporti siano l’unica, vera nota dolente di questo intervento. A che serve creare e potenziare spazi e strutture per lo studio aperte fino a tarda sera se il servizio di trasporto pubblico a Cesena smette di funzionare attorno alle 19,30? A che serve mirare ad un incremento del numero di studenti universitari ospiti della nostra città se non siamo in grado di fornire loro un servizio di trasporto adeguato alle esigenze minime di mobilità? Anche nelle ore del giorno non tutte le strutture universitarie presenti a Cesena, dislocate a distanze non affrontabili a piedi, sono servite da trasporti pubblici sufficienti. In una città come Cesena, dove i problemi legati ai parcheggi sono all’ordine del giorno e dove non esiste alcuna convenzione sulle tariffe di sosta, il tema dei trasporti non può e non deve essere trascurato. Le Associazioni studentesche ed i rappresentanti degli studenti hanno provato ad aprire un dialogo diretto con ATR, Agenzia dei trasporti della nostra città, senza ottenere alcun risultato. Auspichiamo che l’amministrazione comunale da oggi in poi ci aiuti nell’elaborazione di un progetto di revisione del sistema di trasporto pubblico in accordo con l’Azienda di riferimento. Anche il potenziamento di servizi di controllo relativi alle cosiddette “carte studente” merita un breve approfondimento. E’ necessario un maggior controllo sulle convenzioni stabilite con attività commerciali al fine di agevolare gli studenti universitari, siano esse convenzioni legate ad Arstud o di altra derivazione. Sarebbe, a nostro avviso, più opportuno limitare il numero delle convenzioni ma aumentare da un lato il livello di vantaggio apportato dalle stesse, e dall’altro il controllo sull’effettivo mantenimento delle condizioni stabilite all’atto della convenzione. In questo gli enti di supporto, attraverso un dialogo diretto con la rappresentanza studentesca, possono certamente costruire molto. Non si deve dimenticare, all’interno di questo argomento, il potenzialmente importante ruolo svolto dagli istituti bancari. Ci auguriamo che l’amministrazione comunale conduca in qualità di principale regista un processo di innovazione dei piani strategici di tali istituti finalizzato anche al coinvolgimento degli studenti universitari attraverso, ad esempio, programmi di finanziamento a tasso agevolato, all’acquisto di apparecchiature informatiche e attrezzature ad esse legate. Un ulteriore aspetto crescente e da non dimenticare è quello della condizione degli studenti genitori ed in particolare dalle studentesse madri. Auspichiamo una sensibilizzazione verso la loro non sempre semplice condizione. Nella fattispecie, ad esempio, una nostra speranza è quella di veder nascere servizi di tutela a essi dedicati. Ultima, ma certamente non per importanza è un’osservazione legata all’internazionalizzazione ed in particolare alla presenza di studenti erasmus. Da questo punto di vista troppo poco fin’ora è stato fatto. Oggi uno studente erasmus che sceglie di trascorrere un periodo di studi nella città di Cesena rischia di sentirsi con grande facilità un, concedetemi il termine, “pesce fuor d’acqua”. Ser.In.Ar. e le Associazioni studentesche hanno già cominciato a muovere alcuni passi nell’obiettivo di risolvere questa problematica. Si è ancora ben lontani, però, da un’accoglienza efficace ed efficiente tipica, in modo particolare, di alcuni campus universitari esteri. Bisognerebbe arrivare al punto in cui gli studenti erasmus vengano, per i primi giorni di permanenza, quasi “presi per mano” e guidati nelle difficili scelte dei primi periodi all’estero. Il potenziamento di un attività di questo tipo è, a mio avviso, una grande opportunità di sviluppo del Polo Scientifico – Didattico di Cesena. Studenti erasmus che vengono nella nostra città e, al termine della loro permanenza, tornano nell’Ateneo di provenienza carichi di soddisfazione, sono lo strumento migliore per aumentare le domande di erasmus in PAG 4
  • 5. TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT VII entrata. Vorrei inoltre sottolineare come la presenza di studenti erasmus sia importante non solo per gli studenti stessi, ma anche per tutti gli studenti che con loro vengono a contatto. L’efficiente scambio culturale e scientifico internazionale è al giorno d’oggi uno punti di eccellenza più accreditati. Una soluzione a questa problematica potrebbe essere il coinvolgimento delle Associazioni studentesche tramite bandi che prevedano finanziamenti per attività legate all’accoglienza degli studenti erasmus. Concludo il mio intervento auspicando che il convegno di oggi sia, in linea con quanto accade da alcuni anni a questa parte, il punto di partenza per un intenso lavoro. Lavoro che, indipendentemente da bandi, scadenze, e progetti a lunga durata deve partire immediatamente, anche da domani stesso. Tommaso Dionigi Appuntamenti universitari 2007 curato da Demo <sensorario@gmail.com> Non troppi anni fa l'università di Cesena non dava agli studenti momenti di svago per staccarsi dai libri. Qualche timida proposta c'è stata negli anni passati con il “martedì universitario”. Le associazioni studentesche muovevano i primi passi verso un concreto impegno nel prendersi cura dei propri soci. Da qualche sondaggio e critica costruttiva siamo giunti a conclusione che una sola serata ed un solo locale non erano sufficienti a colmare le esigenze degli studenti. Il 12 di novembre del 2007 alcuni locali del centro in collaborazione con le associazioni studentesche universitarie di Cesena, Analysis, A.St.I.Ce, MyS.T.A., SPAZI, S.P.R.I.Te., ha dato il via ad un progetto molto importante per quello che riguarda il nostro intrattenimento serale. In particolare, fino al 20 di dicembre, la sera ci saranno 5 locali diversi dove possiamo trovare prezzi convenzionati e serate a tema per tutti i gusti. Ecco in cosa consiste la nostra settimana universitaria. Ci sono momenti per tutti, dall'aperitivo al Lego Café o al Nero Su Bianco, fino alle serate alla Vigna di Porta Santi, Corte Dandini e Gallery's pub. I prezzi sono pensati apposta per noi studenti, e soprattutto per i fuori sede che devono fare i conti con affitto e bollette. Tanto per farvi un'idea: Birra 2 euro o 5 Vodka Pop 5 euro sono tra le convenzioni presenti nell'arco della serata. La settimana universitaria è parallela ad un sito web dove vengono riportate quante più informazioni possibili: www.universitaricesena.org. In particolare serata per serata indichiamo cosa viene convenzionato ed in quale locale. C'è un link alle mappe di Google per vedere dove si trovano i locali. Ci sono le convenzioni. PAG 5
  • 6. S.P.R.I.T.e. Magazine TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT Ricordi di Marco Bagnaresi <marco.bagnaresi@gmail.com> All'inzio pensavo che avrei scritto un “noioso” articolo sui design pattern, ma vista l'introduzione che ho fatto nel numero scorso su questi argomenti e il talk al development day ho deciso di scrivere qualcosa di diverso, e che non riguardi necessariamente la programmazione. Mi ricordo di quando ero studente all'ITIS di Ravenna e scrivevo articoli per il giornalino dell'istituto che si chiamava “Il Trapano”. Credo in tanti anni passati là dentro di non aver MAI scritto un solo articolo riguardante la programmazione. Scrivevo articoli di economia, di opinione, articoli riguardanti la società e il mondo in cui viviamo, o l'istituto che frequentavo. E di solito mi capitava di scrivere articoli molto incisivi : la metà delle persone che li leggevano li apprezzavano molto, l'altra metà invece si incazzava a morte (si può dire? Si vero?). E' normale, non si può certo essere tutti d'accordo. Questa cosa però mi faceva divertire moltissimo e mi dava davvero molte soddisfazioni perchè tutto quel trambusto che si creava aiutava le persone a crescere, la gente discuteva, si confrontava e alla fine ne usciva un po' più matura. Mi ricordo che a scrivere eravamo in pochi, un po' come per questo giornalino di Sprite. Una volta, rimasti in numero veramente esiguo (3 o 4 circa) a scrivere articoli, decidemmo di operare una manovra davvero sovversiva. Stampammo un numero del Trapano completamente bianco, riempimmo la penultima pagina di pecore, e nell'ultima scrissi un articoletto di mezza facciata dove “insultavo” esplicitamente tutti gli studenti dell'istituto, provocando tutti coloro che si lamentavano della scarsa qualità del giornalino, incitandoli a farsi avanti, a “tirare fuori le palle” per dare una mano a noi pochi nel giornalino, e a non vivere come delle pecore. Ne stampammo qualche centinaio di copie e li spargemmo per l'intero istituto. FU IL DISASTRO. Mi ricordo persone veramente furiose, professori sconvolti ma sotto sotto divertiti e numeri del giornalino stracciati ovunque. Il “POST-BOX”, la scatola adibita alla ricezione degli articoli e dei commenti degli studenti si riempi di “vaffanculo” e di tanti altri insulti assortiti, anche se qualcuno timidamente ci scrisse “avete ragione” o “bravi”. E la cosa funzionò. Alla riunione del giornalino successiva molti studenti si fecero avanti e il giornalino tornò a riempirsi di articoli. Fu davvero una bella esperienza. Non conosco il numero esatto di studenti nel nostro corso di laurea, ma noto che a grandi linee le statistiche non sono troppo diverse. Buona parte delle persone si limitano a pecoreggiare e a lamentarsi di questo o di quello, e a parer mio sprecano una grande opportunità : quella di condividere qualcosa. Scrivere e condividere qualcosa non è solo un modo di insegnare qualcosa agli altri, ma è (anche se questo veramente pochi lo capiscono) un modo per crescere. Per questo vi dico : se siete venuti in questa università per crescere, sia professionalmente che umanamente, vi consiglio di cogliere questa opportunità. Voglio fare un piccolo esperimento : lanciare un “articolo” a tema, in cui raccoglierò tutte le risposte che mi arriveranno (scrivete a marco.bagnaresi@gmail.com) in forma anonima o meno. Il tema è questo : “la figura di merda più grossa della mia vita”. Io ne ho fatte così tante che potrei scriverci un libro sopra ormai, ma ne ricordo una in particolare... Una volta ero fuori da un palazzetto dello sport ed ero seduto sulla mia bicicletta mentre chiaccheravo con un mio amico. Intorno a me decine di anziani che uscivano perchè la partita di basket era finita. Decido di sedermi sulla bici in modo più fico, per cui scendo e uso la sella come appoggio, restando in piedi, semi-seduto. Scivolo, casco in mezzo al prato, sopra la mia bici, e tutta la gente intorno a me comincia a ridere. Ho pagato il prezzo della spocchia. Fatevi coraggio e scrivete numerosi. Marco Bagnaresi PAG 6
  • 7. TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT VII “Buon compleanno, Harvard!” a cura di Venturi Filippo <fil1980@virgilio.it> Quel venerdì mi trovavo nel bar sotto l’ufficio, a godermi i miei 10 minuti di pausa-caffè. Nello sfogliare qualche quotidiano, dopo aver scoperto la disponibilità di Rutelli a chiudere il portale “italia.it” (ma questa è un’altra storia, a cui dedicherò qualche riga, prima o poi), mi cadde l’occhio su una lettera di Giuseppe Ghini, inviata al quotidiano “La Voce”. Per gentile concessione dell’autore, vi riporto la suddetta lettera; credo possa essere molto interessante e utile per aprire una finestra su una realtà universitaria diversa e molto distante dalla nostra. Eccola: “I visitatori che affollano l’Università di Harvard, nell’autunno colorato del New England, non mancano di “strisciare” la scarpa lucida della statua al centro campus, alla cui base compare l’iscrizione “John Harvard, founder, 1638”. Come spiegano tutte le guide del campus, la pur breve iscrizione contiene tre errori: 1. la statua, realizzata nel 1884, non può raffigurare il vero John Harvard, dato che di lui non è rimasto alcun ritratto; 2. mr. Harvard non è stato il fondatore della celebre università; 3. l’università non è stata fondata nel 1638. Stando ai dati storici, invece, John Harvard, un pastore puritano emigrato in America di cui si celebra in questo ottobre il IV centenario della nascita, lasciò in eredità al piccolo istituto fondato nel 1636 e che si chiamava New College, tutti i suoi libri (circa 400) e 779 sterline, cioè la metà di tutti i suoi averi. A seguito a tale atto di liberalità, l’istituto venne rinominato Harvard College. Cominciò così una serie impressionante di offerte e donativi a quella che sarebbe diventata l’Università più prestigiosa del mondo, fino ad arrivare alla cifra di quasi 600 milioni di dollari nell’anno 2006. È il risultato di una mentalità liberale e filantropica che si è affermata con successo negli USA ed è stata facilitata da una legislazione adeguata. I 600 milioni di dollari sono infatti non il contributo di qualche grossa fondazione, ma di ben 89.000 donatori, in buona parte ex-studenti della stessa università che ne riconoscono il valore e la sostengono con soldi sonanti. La situazione degli atenei italiani è in buona sostanza un negativo della fotografia dell’Università di Harvard: assenza di “investimento” sulla cultura, donativi che rappresentano cifre irrisorie, fondi modestissimi da parte dello stato e contemporaneo obbligo di erogare una formazione quasi gratuita, mancanza di una legislazione capace di supportare adeguatamente la liberalità individuale, “spirito di appartenenza” molto modesto, insuccesso delle “Associazioni di ex-studenti”. A questo si aggiunga la fondamentale norma che da sempre regola il sistema italiano, il valore legale del titolo di studio. L’idea, cioè, che una laurea in una qualunque università debba avere lo stesso valore ai fini di un concorso, dell’iscrizione a un ordine professionale ecc. Questo, evidentemente, a differenza della situazione americana dove, anche in ambito universitario, vige la legge del “mercato”, con i suoi pro e i suoi contro. Ripeto: con i suoi pro e i suoi contro. Non è che non ci siano contro; il problema è piuttosto che noi siamo abituati da tempo a neutralizzare i pro facendo leva sui contro e ci illudiamo di non aver nulla da imparare. “Mercato”, nell’università, vuol dire che ogni ateneo deve avere le idee chiare, offrire un prodotto di valore, operare in questa direzione. Deve avere una vision, un progetto, deve individuare il proprio target, sapere di quali mezzi deve dotarsi, fare un business plan: esattamente come ogni altra organizzazione o azienda che si muove in quella realtà selettiva e poco sindacalizzata che è il mercato americano. Penso all’università dove insegno, che ha condotto una lotta di anni, ad avere ragione di un lettore madrelingua incapace, arrogante e vagabondo. Penso alla mia università che, tra incertezze, garanzie sindacali e buonismi vari, solo dopo anni ha avviato nei suoi confronti una procedura di “censura”; poi, dopo altrettante gravi mancanze nei confronti degli studenti, ha proceduto con una “sospensione” e, da ultimo, dopo che questi aveva minacciato gli studenti e non si era presentato agli esami, ha intrapreso la via del “licenziamento”. Non sappiamo peraltro come sarebbe finita e quanto sarebbe durata la procedura e l’inevitabile contenzioso. Si è licenziato da solo, e quando il professore l’ha annunciato in aula si è scatenato un entusiasmo da stadio. Penso a cosa sarebbe successo ad Harvard, quanti minuti avrebbero impiegato a decidere che un lettore di questo genere allontanava le iscrizioni, i donativi, era contro la vision e gli interessi dell’istituzione. E in Italia c’è ancora qualcuno che pensa che il mercato non dovrebbe aver nulla a che fare con l’Università!” PAG 7 Giuseppe Ghini
  • 8. S.P.R.I.T.e. Magazine TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT FONTE: Tratto dal quotidiano “La Voce” di Venerdì 19 Ottobre 2007. GIUSEPPE GHINI: Professore presso l’Università degli Studi di Urbino. Homepage universitaria: http://www.uniurb.it/lingue/docenti/ghini/ Blog: http://blog.ghini.eu/ NOTTI SICURE… va all’ Università. Michele Sanza, Direttore Unità Operativa Ser.T di Cesena Francesca Nasuelli, Psicologa Ser.T di Cesena Le conoscenze epidemiologiche ci dicono che i comportamenti di sperimentazione e di consumo di sostanze legali ed illegali da parte dei giovani sono in continua crescita. Il consumo moderato di sostanze legali ed illegali, all’interno di contesti lontani dalla marginalità e dalla devianza, diviene sempre più frequente e si accompagna ad una diminuita percezione del rischio, che non sempre è aderente alla realtà dei fatti. Si deve supporre, pertanto, che gli universitari siano una delle categorie esposte al rischio dei fenomeni di abuso di sostanze psicoattive. Tuttavia, a fronte di numerosi progetti di ricerca e di intervento dedicati agli studenti delle scuole medie superiori, sono scarse le conoscenze sulla situazione dei consumi di sostanze fra gli universitari. Per queste ragioni, il Programma Notti Sicure (vedi nota a fondo pagina ) e il Laboratorio di Psicologia di Comunità della Facoltà di Psicologia dell’Università di Bologna, si sono impegnati a promuovere una ricerca- intervento sul tema del consumo di sostanze tra gli studenti universitari di Cesena. Gli scopi sono: la conoscenza delle dimensioni e delle caratteristiche del fenomeno, e lo sviluppo di concrete azioni di prevenzione, dirette agli studenti universitari di Cesena, basate sull’informazione dei rischi connessi al consumo, all’abuso e alla dipendenza da sostanze. Il progetto si rivolge agli universitari di Cesena, chiamati in causa non solo come destinatari degli interventi, ma soprattutto come attivi protagonisti nella promozione del benessere. Per la realizzazione di questo progetto sono preziose la collaborazione delle Associazioni Studentesche, ma anche l’apporto di singoli studenti interessati. La promozione del benessere, infatti, passa attraverso una corretta informazione che diventa più efficace nel momento in cui esce dai luoghi di cura e si avvicina ai contesti di vita delle persone. “Notti Sicure Università” prevede una fase di ricerca, orientata alla comprensione del fenomeno, in cui verrà diffuso fra gli studenti afferenti a tutte le facoltà di Cesena, un questionario anonimo, on-line ed autosomministrato, che permetterà di raccogliere informazioni sulle esperienze e sugli atteggiamenti relativi al consumo di sostanze psicoattive legali ed illegali, fra gli studenti universitari di Cesena. Inoltre, sempre in collaborazione con le Associazioni Studentesche, verranno organizzate alcune serate di informazione rivolte agli studenti delle diverse facoltà presenti nel territorio, con l’obiettivo di stimolare il confronto fra i giovani sui temi del consumo e del divertimento responsabile. “Drugs and Stars” è il titolo della rassegna cinematografica (da non perdere!), che si terrà nella prossima primavera – la programmazione è in via di definizione - avente come filo conduttore la presentazione di personaggi della musica e dello spettacolo, coinvolti in varia misura nel consumo di sostanze psicoattive. Al termine della proiezione di ciascun film verrà proposta una discussione e verranno consegnate a tutti gli studenti le schede informative sul film e sulle sostanze trattate nella pellicola proiettata. Oltre alla rassegna cinematografica, sono previsti alcuni spettacoli teatrali, aventi sempre come filo conduttore i giovani, la musica, il divertimento e il consumo di sostanze psicoattive legali ed illegali. Per informazioni sul programma di Notti Sicure Università, rivolgersi a Francesca Nasuelli e mail: f.nasuelli@libero.it nota :“Notti Sicure” è un progetto di prevenzione dei rischi connessi con l’abuso di sostanze legali e illegali promosso dall’Azienda USL di Cesena, Unità Operativa Ser.T, in collaborazione con gli enti Locali nell’ambito della programmazione dei Piani Sociali di Zona. Le attività di Notti Sicure consistono prevalentemente in interventi diretti nei luoghi di aggregazione giovanile e nei contesti del divertimento. PAG 8
  • 9. TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT VII Umorismo informatico :) Nell’anno 1969 è bastata la potenza di calcolo di due Commodore 64 per mandare con successo una navicella sulla Luna; nell’anno 2008 è necessario un Pentium Quad Core per far funzionare Windows Vista. Qualcosa deve essere andato storto. Un programmatore racconta ai suoi amici programmatori: - Ieri ho conosciuto una ragazza in disco... Gli amici programmatori: - Ehilaa!! - La invito a casa mia, le offro una cosa da bere, e comincio a baciarla. - Ueeehhhheeehhhhe!! - Lei mi fa: "Spogliami"! - Ueeehhhheeehhhhehheehheehhee!! - Al che io la spoglio completamente, la sollevo e la appoggio accidentalmente sulla tastiera del mio PC..... Gli amici programmatori: – Hai un PC a casa? Figata!! Che processore?? Quanta RAM? 3 ingegneri della Apple e 3 ingegneri della Microsoft si incontrano alla stazione mentre stanno per recarsi ad un importante avvenimento informatico. Gli ingegneri Microsoft comprano un biglietto ciascuno e, con grande sorpresa, notano che gli altri ne comprano uno solo in tre. Stupiti, chiedono spiegazione ai colleghi che si mettono a ridere e dicono: "Vedrete...". Durante il viaggio, il controllore entra nella carrozza e, immediatamente gli ingegneri Apple corrono alla toilette e si chiudono dentro. Gli ingegneri Microsoft osservano stupefatti la manovra poi, dopo essersi fatti controllare i biglietti, vedono il controllore bussare alla porta della toilette annunciando: "Biglietti, prego!". Una voce dall'interno risponde: "Ecco!" Un biglietto scivola da sotto la porta, il controllore lo verifica e se ne va. Gli ingegneri Microsoft sono molto impressionati dalla tecnica dei colleghi Apple. Al ritorno i sei si incontrano alla stazione, quelli della Apple comprano il solito biglietto, mentre quelli della microsoft non ne comprano nessuno. Fanno notare la cosa ai colleghi che rispondono "Vedrete!" Durante il viaggio all'avvicinarsi del controllore gli ingegneri Apple, corrono al bagno. Appena si sono chiusi dentro un ingegnere Microsoft, bussa alla porta della toilette e dice "Biglietti, prego!", si appropria del biglietto passato sotto la porta, e raggiunge di corsa i suoi colleghi nell'altra toilette. Morale:Microsoft non copia solo le idee degli altri, le migliora... C'era un tizio il quale, in gioventù, desiderava più di ogni altra cosa diventare un grande scrittore. Quando qualcuno gli chiedeva di definire il termine "grande" rispondeva: "Voglio scrivere roba che il mondo intero legga, roba che faccia reagire la gente a livello emotivo, roba che li faccia urlare, piangere, tremare di rabbia e di dolore". Pare abbia raggiunto il suo scopo. Attualmente lavora per Microsoft, è il redattore dei messaggi di errore. Quando la NASA iniziò il lancio di astronauti, si accorse rapidamente che le penne non scrivevano con gravità zero. Per risolvere questo problema, gli scienziati della NASA assunsero la societa di consulenza Andersen Consulting (oggi Accenture) per studiare il problema. Impiegarono dieci anni e 12 milioni di dollari sviluppando una penna che poteva scrivere con gravità zero, verso l'alto, verso il basso, con temperature da sotto zero fino a piu di 300°C... I russi usarono una matita. Un programmatore prega Dio: - Oh, Dio, che devo fare della mia vita? Cosa ti aspetti da me? Cosa c'è dopo la morte? Qual è il senso della vita? Attimo di silenzio, poi una voce tuona dal cielo: - per prima cosa: LEGGI LE FAQ!!! La storia della Creazione, ovvero "il mito di Urk". In principio erano i dati; i dati erano privi dei form e del valore nullo, e le tenebre regnavano al cospetto della console; e lo Spirito di IBM si muoveva al cospetto del mercato. DEC disse: "Siano fatti i registri", e i registri furono; e DEC vide che essi avevano il riporto; e DEC separò i dati dalle istruzioni, chiamò i dati stack e le istruzioni codice. E fu fatta la sera e fu fatto il mattino, un interrupt... Bill Gates muore. Arriva all'inferno e viene accolto da un diavolo in frack, fatto salire su una Cadillac extra lusso con piscina e portato a fare un giro. Ovunque ville faraoniche con feste, baccanali, orge, donne bellissime nude. Dopo alcuni chilometri, si avvicina in lontananza un cancello. Si apre senza cigolii e dietro c'è un immenso portone. Bill viene invitato a scendere ed il portone si apre. Dietro c'è un caldo infernale, fiamme, urla strazianti, diavoli con forconi che infilzano continuamente i poveracci. Non potendo credere ai suoi occhi, Mr. Gates chiede al diavolo: - Ma come? E tutto quello che abbiamo visto prima? Il diavolo lo guarda con sguardo gentile e risponde: - Ah, quella... quella era la versione demo. PAG 9
  • 10. S.P.R.I.T.e. Magazine TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT FINE Hanno collaborato a questo numero : Tommaso Dionigi, Demo, Marco Bagnaresi, Filippo Venturi, M.Sanza e F.Nasuelli (Ser.T. Cesena), Elvis Ciotti Impaginato con OpenOffice 2.2 TTTTTTTTTTTTTTTTT ORARI DI APERTURA SEDE S.P.R.I.Te. Ci scusiamo per i lavori tecnici al server S.P.R.I.Te, che rendono il sito temporaneamente offline, i nostri super-tecnici sono al lavoro. S.P.R.I.Te. AUGURA BUONE FESTE A TUTTI !!! PAG 10 Lunedi Martedi Mercoledi Giovedi Venerdi 09:00-10:00 Demo Demo 10:00-11:00 Sasà 11:00-12:00 Michele Matteo B. Luca Elvis Tommy 12:00-13:00 Michele Matteo B. Luca Elvis Tommy 13:00-14:00 14:00-15:00 Anguilla Andrea Annalisa Nicole Fabio 15:00-16:00 Anguilla Andrea Annalisa Nicole Fabio 16:00-17:00 Ugo Demo Fabio Nicole Demo 17:00-18:00 Ugo Demo Fabio Nicole Demo Sasà  Associazione S.p.r.i.Te. Via sacchi 3, Cesena(FC) Tel. 0547 338842 http://sprite.csr.unibo.it