2. Iniziamo con un aneddoto…
XXII Congresso Nazionale CSeRMEG - Costermano, 1-3 ottobre 2010
3. Chi è il neo-“specializzato” in MG?
Quale ruolo gli riconosce la società?
Quale ruolo gli riconoscono i colleghi?
Quale ruolo gli riconoscono i pazienti?
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4. Un moderatore
6 partecipanti
◦ 4 hanno terminato il corso da 1 anno
◦ 2 all’inizio dell’ultimo anno di corso
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5. Campione rappresentativo di un’unica scuola
e di un’unica regione
Numero limitato di partecipanti
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8. Il focus group – L’elaborazione
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9. “Uno studente di medicina coraggioso, che si
laurea e decide di fare questa professione, che è
una professione dignitosa e bella, deve avere un
minimo di sicurezza, lo merita penso…” (EP)
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10. Incertezza
per il futuro
Aspetto
economico
Dover fare
lavori diversi
dal MMG-sbocco
nella
CA
“Nella mia realtà la situazione
non è rosea perché dovranno
passare 4-5 anni o forse di
più per avere la convenzione
e personalmente mi salvo con
la guardia medica perché
questa consente di sbarcare il
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lunario” (BO)
“Siamo dei
professionisti
ma
economica-mente
non
possiamo
contare sulla
professione
per la quale
abbiamo
studiato …”
(LL)
“[…]quindi si va a fare la guardia medica, lavoro diverso
dal MMG e quando si entra in convenzione non è che si
può far tesoro dell'esperienza fatta in GM perché
comunque è un lavoro diverso, cioè le cose cliniche
possono essere le stesse, ma c'è dell'altro...” (EP)
11. Mancanza di “programmazione territoriale”
“Ho dei colleghi che nonostante abbiano da tempo la
convenzione hanno ancora 50 pazienti. Gli tocca fare delle
notti, weekend e nemmeno questo lo trovo giusto. Perché
hanno bandito questi posti se dopo anni hanno ancora 50
pazienti? Questo non lo trovo giusto a livello politico, ecco.”
(TU)
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12. “La paura che ho è che se veramente aprirò lo studio
con la convenzione che ho preso, alla fine rimarrò
da sola perché mi trovo in un posto dove c'è un
medico che è lì solo da 20 anni e che non ha
nessuna intenzione, proprio perché teme la
concorrenza, di associarsi con me. Non è contento
che arrivi un altro medico con cui si deve
confrontare e alla fine io non avrò la possibilità di
scambi e nemmeno di sostituzioni fra noi.” (TU)
Concorrenza
Mancanza di continuità con la generazione precedente
Difficoltà ad accettare nuovi modelli
Sostituzioni a scavalco
“Alla fine il medico anziano dovrebbe pensare che il
collega giovane che ha davanti è il futuro del suo
lavoro: se tu hai costruito qualcosa nella tua
professione e vuoi che rimanga, l'unico modo è
trasferirlo in un altro.” (TN)
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13. Soddisfazione per il corso di medicina generale
Lavoro “sicuro”
“Il lavoro secondo me non mancherà, come già non manca dal
momento in cui ci laureiamo e quindi mi aspetto che anche dopo
non rimanga disoccupata, ma mi toccherà fare cose che preferirei
non fare, come la guardia medica o il medico alle terme, cose così…”
(LL)
“Noi siamo in un momento molto vantaggioso perché non
aspetteremo 5 anni per avere la convenzione per l'ondata dei
pensionamenti in arrivo […]” (SS)
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14. Legati alla professione
Varietà clinica
“Però è sempre diverso,
è proprio un bel
lavoro”
"Il bello
è poi il contesto della
MG con tutte le
variabili familiari,
sociali,
per cui non è mai solo
la somministrazione
del farmaco (c'è chi
glielo
da? Poi me lo prende?)
e questa è la ricchezza
della MG“ (SS)
Autonomia
“Di mio ci metto
anche che mi piace
molto poter usare
anche la medicina
complementare che
in ospedale o in
altre realtà è
difficile usare” (BO)
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Rapporto con il
paziente
“Forse è la parte più bella
della medicina perché tu
hai un rapporto con il
paziente che difficilmente
avrai in altre branche. Nel
bene e nel male... perché
il paziente se non trova
una risposta al suo
problema te lo trovi lì
tutti i giorni!” (TU)
16. Sostituzioni fisse
Iniziare con gradualità
“Come sostituto fisso di un gruppo
di medici ti trovi a conoscere i
pazienti, ad avere uno scambio
che non è come la sostituzione
della mezza giornata con i
pazienti che vengono solo a farti
fare le ricette. Questa secondo
me è la cosa che potrebbe
davvero cambiare anche la
qualità del nostro inserimento…”
(SS)
Passare dalla teoria alla pratica
“Non siamo pronti dal punto di vista
clinico. Il problema è che la soluzione
ora non è né nei libri, né nei corsi di
formazione, né niente perché ormai
abbiamo più di 10 anni di formazione
teorica alle spalle. Quello che
possiamo apprendere ora è solo
sbattendoci il naso, dev'esserci data
l'opportunità di fare pratica e di farla
adesso, appena finita la scuola, non
lasciare un vuoto di 5 anni tra la
formazione teorica e la formazione sul
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campo” (EP)
17. Continuità con i pazienti
“Devo dire che è stato più un caso.. a gennaio ho avuto modo di
sostituire un medico che ha più di 2000 pazienti e che ha avuto un
infortunio per più di tre mesi... tre mesi invernali... ma anche
infernali! Lì ho fatto dalla mattina alla sera ambulatorio è non è
stato come quelle due-tre settimane dove tu riesci a cavartela
anche per problematiche più gravi... lì ho imparato a gestire
davvero alcune cose... non che adesso sappia tutto, per carità,
sarebbe troppo bello, ma comunque mi è piaciuto molto il lavoro
nonostante il grande carico...” (TU)
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18. Necessità di confrontarsi
“Comunque io spero di riuscire ad
entrare in associazione, […] spero
che la MG evolva molto più verso
l'associazionismo e che otteniamo
più forza, più peso sociale, magari
lavorando un po' su questo aspetto
del libero professionista che è
lasciato da solo...” (TU)
“Chiaro che uno fa l'ambulatorio da
solo, con la propria testa, ma il poter
condividere l'esperienza con un altro
collega sarà quello che potrà fare la
differenza nei prossimi anni perché
credo sia un'idea condivisa. Per cui
sicuramente all'inizio ci sarà
l'isolamento, ma mi aspetto che chi
prenderà la convenzione nel
momento in cui la prenderò io, avrà
un'altra idea di come fare la MG” (TN)
Collaborazione con gli
ospedalieri
“Quello che spero anche io
per il mio lavoro è di avere
una collaborazione buona
con gli ospedalieri […]
sarebbe meglio creare delle
collaborazioni, dei punti di
incontro, perché se si lavora
insieme è molto meglio
anche per il paziente” (TU)
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19. Educazione del paziente all’accesso alle risorse
“Bisognerebbe però che anche lo stato educasse i pazienti a non esagerare nella
richiesta di disponibilità dei servizi perché altrimenti la spirale non si ferma
più, mi aspetto che il paziente di domani venga educato al concetto che non
esistono solo i suoi diritti, ma che esiste anche un obbligo di preservare le
risorse, che sono limitate. Il paziente di oggi, specie nella grande città, non
sa più cosa chiedere al MMG durante la visita e questo io non lo accetto, ma
da soli non si può combattere... si deve essere in tanti per rivalutare la MG”
(TU)
Tempo libero
“Vorrei anche avere degli spazi personali: non vorrei che il lavoro invadesse
completamente la mia vita privata[…] Io ho sempre ritenuto che i medici che
lavorano troppo o schiattano, lo sappiamo, o diventano un tantino disumani,
iniziano a non capire i problemi degli altri perché ne hanno già abbastanza
dei loro” (BO)
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20. Proseguire la formazione – Mantenere il legame con
la scuola
“Mi piacerebbe che qualcuno mi
aiutasse a formarmi e aggiornarmi, la
“E' bello che la scuola faccia delle
iniziative che permettono la
formazione anche dopo, ma è anche
bello mantenere un contatto con le
persone che hanno fatto il tuo stesso
percorso formativo” (SS)
famosa idea della formazione
permanente...” (BO)
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21. “Entrare subito in
convenzione con
un congruo
numero di pazienti.
Mille, per come la
vedo io” (TN)
“Sarei spaventato dall'idea di essere
catapultato immediatamente in
convenzione, magari con un numero
importante di pazienti e lo sarei per vari
motivi. Primo non so se
professionalmente sarei pronto […] è un
lavoro per certi versi molto routinario,
pensare poi per altri 35 anni di portare
avanti la stessa convenzione[…] lo trovo
soffocante” (EP)
“Io sarei contento di fare
come i Norvegesi, mi pare:
tu finisci e ti danno subito la
condotta. Partire subito con i
tuoi 1500 pazienti con un
forte stress iniziale” (BO)
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22. La perdita di entusiasmo
“Se inizierò a fare questi lavoretti che esulano da
quello che voglio fare, cioè la guardia medica, mi
calerà l'entusiasmo... se faccio cose diverse dalla
MG per 6 anni credo che il mio entusiasmo andrà
decrescendo, quindi per me sarebbe
fondamentale...” (LL)
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23. “Ma quello che mi chiedo io è se davvero è necessario un periodo
così di incertezza o è frutto di disorganizzazione, frutto di una
mancanza di un disegno generale? Perché sentire delle persone
entusiaste che si rassegnano a dover perdere l'entusiasmo perché
hanno studiato 3 anni per fare i MMG e poi per 5 anni dovranno
fare i medici al centro prelievi, alle terme, la guardia medica... da
una parte è una perdita economica perché comunque la collettività
ha speso del denaro per formarci per fare un lavoro e poi andiamo
a fare tutt'altro... poi dall'altra parte è una perdita di capitale
umano perché far perdere entusiasmo a un medico e farlo arrivare
all'inizio della professione demotivato non mi pare un grande
investimento... quindi mi domando, è davvero necessario? (EP)
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24. L’inadeguatezza
“Non so se professionalmente sarei pronto […] non sono
sicuro di riuscire a trovare risposta alle necessità del
paziente” (TU)
L’isolamento
“La mia più grande paura è quella di non avere la possibilità di
confrontarmi” (TN)
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25. Nessuno vorrebbe cambiare specializzazione
Nessuno immagina una MG “isolata”
Tutti desiderano e credono realizzabile un
cambiamento della MG
"Certo, sono belle idee, ma purtroppo è diffusa in tutta la società l'idea
che quando tu pensi al futuro in maniera positiva, questa ottica ti
porta per forza fuori dalla realtà. Invece è proprio questo che
consente di proporre nuovi modelli e questo sarà un grosso
problema per noi perché, da questo punto di vista, dovremo
aspettare il ricambio generazionale, anche se magari in futuro
accadranno altre cose che faranno un po' maturare... è vero
comunque che è difficile rimanere speranzosi. Aspettative e
speranze purtroppo non sembrano coincidere...” (BO)
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26. “Io vorrei che tutti i MMG lavorassero in associazione, che tutti
avessero nell'ambito dell'associazione un collega “giovane” che faccia
da sostituto, che si occupi delle urgenze, di alcune domiciliari, della
ricerca e di tutto quello che vogliamo, con uno spazio in
associazione e quella sia poi l'associazione in cui andrò a lavorare un
domani. Un futuro che se anche non sarà domani, non sarà troppo
lontano e che questa convenzione che deve arrivare dall'alto, come la
benedizione con la spada e con lo Spirito Santo, arrivasse in un'altra
maniera... ma non a pazienti zero! Anche 500, ma un numero
sufficiente per avere uno stipendio decoroso e che ti permetta di
capire come organizzare il lavoro.” (SS)
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