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Lo scenario alla ripresa autunnale
Luca Paolazzi
Direttore Centro Studi Confindustria
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La crescita globale si consolida
e proseguirà: ha toccato il ritmo più alto dal 2010.
L’Italia è agganciata al ciclo mondiale
e nel lavoro la performance è alta.
Ancora ampio il divario con gli altri paesi euro e
profondi e diffusi i danni
della crisi.
Riforme e politiche pro-crescita sono
necessarie, soprattutto rivolte ai giovani.
3
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Il nuovo quadro globale.
Lo scenario economico italiano
e le previsioni del CSC.
I rischi e le sfide per la politica economica.
Nel lavoro progressi ed emergenza giovani.
I temi
4
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Il nuovo quadro globale.
I temi
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Nel nuovo scenario economico elaborato
dal CSC la crescita mondiale si mantiene
ai buoni ritmi attuali (3,0%) anche nel 2018,
perché interessa un sempre più ampio
numero di paesi e la velocità è più uniforme.
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Altri Emergenti
Altri Emergenti
Altri Emergenti
Cina
Cina Cina
Eurozona
Eurozona
Eurozona
USA
USA USA
Altri Avanzati Altri Avanzati
Altri Avanzati
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
2016 2017 2018
Contributo corale alla crescita del PIL
(PIL, var. % e contributi per macro-aree in punti percentuali)
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Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI.
2,4 3,0 3,0Crescita
PIL mondiale
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Il commercio mondiale continua
a beneficiare di:
ciclo globale degli investimenti,
traino del manifatturiero,
rimbalzo dell’import cinese.
Ma i freni strutturali mantengono la sua dinamica
ben al di sotto dei ritmi pre-crisi.
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Scambi meglio del PIL ma sotto i ritmi pre-crisi
(Mondo, dati a prezzi costanti, var. %)
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2017-2018: previsioni CSC.
Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB e FMI.
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
PIL
Media PIL (1992-2007)
Scambicon l'estero
Mediascambi (1992-2007)
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Nel resto del 2017 la crescita
degli scambi mondiali è attesa proseguire
a ritmi robusti:
la componente ordini esteri del PMI
manifatturiero globale ha toccato
in agosto i massimi da sei anni e mezzo;
il Baltic index (costo di trasporto via nave delle
materie prime) è al top
dal 2015.
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Buone prospettive per il commercio mondiale
(Dati trim. destag. in volume, var. % e scostamento da 50; noli marittimi,
diff. da 1o trim. 2013)
11
3o trim. 2017: var. acquisita in luglio-agosto per il commercio mondiale. * Spostato avanti di un trimestre.
Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB, Markit e Thomson Reuters.
-2,5
-1,5
-0,5
0,5
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4,5
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-0,8
-0,4
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0,4
0,8
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2,0
2,4
2015 2016 2017
Commercio mondiale
PMI ordiniesteri(scala destra)
Baltic index* (scala destra)
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Nello scenario CSC la quotazione
del petrolio è prevista a 52 dollari
fino a fine 2018 (45 nel 2016).
In euro cala da 46 a 44 (41 nel 2016).
La sua stabilità aiuta
la ripresa economica.
12
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Petrolio: il prezzo rimane stabile
(Dollari al barile, milioni di barili al giorno, dati mensili)
13
Fonte: elaborazioni CSC su dati EIA, Thomson Reuters.
29
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33
34
20
30
40
50
60
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2014 2015 2016 2017 2018
Prezzo delBrent
ProduzioneOPEC
(scaladestra)
Obiettivodi prezzo
(nonufficiale)
Obiettivodi produzione
Previsione CSC
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2015 2016 2017 2018
Commercio mondiale 1,9 1,4 4,1 3,5
Prezzo del petrolio1 53,0 45,1 52,0 52,0
Prodotto interno lordo
Stati Uniti 2,9 1,5 2,2 2,4
Area euro 1,9 1,7 2,2 1,8
Paesi emergenti 4,0 4,1 4,7 4,8
Cambio dollaro/euro2 1,11 1,11 1,13 1,18
Tasso FED3 0,13 0,40 0,99 1,58
Tasso di interesse a 3 mesi USA3 0,32 0,74 1,25 1,88
Tasso BCE3 0,05 0,01 0,00 0,00
Tasso di interesse a 3 mesi Area euro3 -0,02 -0,26 -0,32 -0,27
Lo scenario internazionale di riferimento
(Variazioni %)
1 Dollari per barile; 2 livelli; 3 valori percentuali.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Eurostat, FMI, CPB.
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Lo scenario economico italiano
e le previsioni del CSC.
I temi
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L’Italia è ben agganciata alla ripresa mondiale e le
esportazioni sono
la componente più dinamica
della domanda.
Il made in Italy continua
a guadagnare quote di mercato.
Nel 2018 l’export sarà del 15% sopra
i livelli del 2008 e al 32,5% del PIL
(dal 26,4% di dieci anni prima).
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L’export italiano supera la domanda potenziale
(Beni, indici 2010=100)
Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB, FMI e ISTAT.
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100,0
105,0
110,0
115,0
120,0
125,0
130,0
135,0
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Exportitaliano
Domanda potenzialeitaliana
Importmondiale
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Gli investimenti mostrano un vivace dinamismo
grazie a molti fattori:
migliori aspettative di domanda,
basso costo del capitale,
saturazione degli impianti,
recupero dei margini,
risalita recente delle costruzioni.
Gli incentivi fiscali sono il catalizzatore.
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Investimenti: più propensi gli imprenditori
(Italia, saldi delle risposte* delle imprese dell'industria in senso stretto
e dei servizi privati; var. % congiunturali; dati trimestrali)
* Differenza tra % risposte <migliori> e % risposte <peggiori>.** Spostate avanti di un periodo.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia-Il Sole 24 Ore.
-50
-40
-30
-20
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10
20
-4,5
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-0,5
0,5
1,5
2,5
3,5
4,5
2014 2015 2016 2017
Investimentiin macchine, attrezzature
e mezzidi trasporto (var. %, volumi)
Condizioniper gli investimenti
(rispetto a 3 mesi prima, scala destra)
Condizioniin cui operano le imprese**
(prossimi3 mesi)
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I consumi delle famiglie sono in crescita
quasi ininterrotta dall’estate del 2013.
I giudizi sugli ordini interni dei produttori
di beni di consumo preannunciano
un’accelerazione della spesa
tra fine 2017 e inizio 2018.
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Gli ordini interni anticipano più consumi
(Italia, saldo delle risposte e var. % sul periodo precedente, dati trimestrali
destagionalizzati a prezzi costanti)
Gli ordini sono spostati avanti di due trimestri. Per il 4° trimestre 2017: ottobre.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
21
-40
-35
-30
-25
-20
-15
-10
-5
-2,0
-1,5
-1,0
-0,5
0,0
0,5
1,0
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Consumidelle famiglie
Ordiniinterniprod. beni di consumo
(scala destra)
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Il CSC rivede all’insù le stime per il PIL italiano:
1,5% nel 2017 e 1,3% nel 2018,
(da 1,3% e 1,1% a giugno e 0,8%
e 1,0% a dicembre).
La revisione deriva da:
andamento migliore dell’atteso
nel 1° semestre (+0,9% contro +0,8%);
tono elevato degli indicatori congiunturali nei
mesi estivi.
Ci sono spazi al rialzo e al ribasso.
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Fiducia al top dal 2008
(Italia, dati trimestrali destagionalizzati, indici 2010=100)
4° trimestre 2017: ottobre.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
23
60,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
140,0
150,0
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Commercio
Servizi
Costruzioni
Manifatturiero
Fiducia (IESI, indicecomposito)
Famiglie
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Bastano pochi decimali di aumento
aggiuntivo nel terzo (+0,6% invece
di +0,45%) e nel quarto (0,4% invece
di 0,3%) trimestre 2017 per avere il PIL all’1,6%
quest’anno e all’1,4%
il prossimo.
Un migliore andamento è più probabile
con i dati di produzione industriale
(+2,0% l’acquisito nel 3° trimestre)
che confermano l’accelerazione attesa
degli investimenti.
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Le attese di produzione indicano accelerazione
(Italia, var. % congiunturali e saldi delle risposte, dati trim. destag.)
3° trimestre 2017: variazione acquisita in agosto per la produzione.
Attese nel 4° trimestre: ottobre, spostate avanti di un trimestre.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT.
25
-10,0
-5,0
0,0
5,0
10,0
15,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Produzioneindustriale
PIL
Attesedi produzionea 3 mesi
(scala destra)
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D’altra parte, le stime del CSC non includono gli
effetti della prossima Legge di bilancio, che ha un
impatto positivo stimato dal governo pari
allo 0,3% del PIL.
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2018 2019 2020
Interventi 0,48 0,47 -0,02
Spinte aggiuntive 0,18 0,14 0,27
di cui:
sgravi contributivi assunzioni giovani 0,02 0,06 0,06
incentivi agli investimenti privati 0,02 0,04 0,15
povertà 0,03 0,02 0,04
contratti pubblici e politiche invariate 0,11 0,02 0,02
Restrizione evitata* 0,30 0,33 -0,29
Coperture -0,16 -0,13 -0,03
Effetti complessivi 0,32 0,34 -0,05
Positivo l’impatto della manovra
(Italia, stime Governo, differenza tra tassi di variazione del PIL)
* La restrizione evitata è connessa all’annullamento degli aumenti delle imposte indirette previsti
a partire dal 1° gennaio 2018.
Fonte: elaborazioni CSC su documenti del Governo.
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A fine 2018 il PIL recupererà il terreno perduto con
la seconda
recessione (2011-13).
Sarà ancora del 4,7% inferiore
al massimo toccato nel 2008.
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2015 2016 2017 2018
Prodotto interno lordo 0,8 0,9 1,5 1,3
Consumi delle famiglie residenti 1,5 1,3 1,3 1,2
Investimenti fissi lordi 1,6 2,9 2,3 3,1
in macchinari e mezzi di trasporto 3,5 4,6 3,1 4,1
in costruzioni -0,4 1,1 1,5 2,0
Esportazioni di beni e servizi 4,4 2,4 4,9 3,8
Importazioni di beni e servizi 6,8 2,9 5,8 4,1
Saldo commerciale1
3,1 3,6 3,2 3,3
Occupazione totale (ULA) 1,0 1,4 1,1 1,0
Tasso di disoccupazione2
11,9 11,7 11,2 10,6
Prezzi al consumo 0,1 -0,1 1,4 1,2
Retribuzioni totale economia3
0,4 0,7 0,9 1,1
Le nuove previsioni del CSC per l’Italia
(Variazioni %)
1 Fob-fob, valori in % del PIL; 2 valori percentuali; 3 per ULA.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT.
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Previsioni a confronto
Ordinate per la variazione cumulata 2017-2018 del PIL.
2017 2018 2017 2018
Governo (23 settembre 2017) 1,5 1,5 2,1 1,6
Governo - quadro tendenziale (senza manovra) 1,5 1,2 2,1 1,0
CSC (14 settembre 2017) 1,5 1,3 2,1 2,3
REF (10 ottobre 2017) 1,5 1,3 2,1 2,0
Deutsche Bank (4 settembre 2017) 1,5 1,2 2,3 2,2
Banca d'Italia (14 luglio 2017) 1,4 1,3
FMI (10 ottobre 2017) 1,5 1,1 2,2 1,3
OCSE (20 settembre 2017) 1,4 1,2 2,1 1,4
UniCredit (26 settembre 2017) 1,4 1,2 2,1 1,8
Prometeia (29 settembre 2017) 1,4 1,2 2,1 1,8
IHS Global Insight (15 ottobre 2017) 1,4 1,2 3,3 2,2
Intesa SanPaolo (28 settembre 2017) 1,4 1,1 2,2 1,9
Citigroup (23 agosto 2017) 1,5 1,0 2,0 2,2
Morgan Stanley (4 giugno 2017) 1,2 1,0 2,3 1,8
Commissione europea (11 maggio 2017) 0,9 1,1 2,2 2,3
PIL (var. %) Deficit/PIL (%)
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I rischi e le sfide per la politica economica.
I temi
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Non mancano i rischi, che diventano altrettante
sfide per la politica economica.
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Il 1° rischio è racchiuso nell’uscita
dalle misure di emergenza della politica
monetaria. Hanno avuto grande successo nel
successo nel contrastare la deflazione
e contribuito a sostenere l’economia.
Nell’Area euro hanno costituito
il principale baluardo contro il suo stesso
dissolvimento.
La BCE in ottobre ha avviato
il delicato ridimensionamento del QE, riducendo
gli acquisti a 30 mld al mese (da 60), fino a
settembre 2018.
33
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Il Quantitative Easing BCE: chiusura graduale
(Acquisti netti di titoli pubblici e privati, miliardi di euro)
Da novembre 2017: comunicati ufficiali BCE.
Fonte: elaborazioni CSC su dati BCE.
34
0
10
20
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90
2015 2016 2017 2018
Acquistinetti
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Il 2° rischio è che l’autocompiacimento
per il buon andamento economico rilassi l’azione
riformista dei governi.
Ciò vale sia dentro i singoli paesi
sia nel rilancio dell’Unione europea e, soprattutto,
dell’Unione monetaria.
L’Italia è in una posizione più delicata
visto il suo persistente gap di crescita
rispetto all’Area euro.
35
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Il gap con il resto dell’Area euro
è molto diminuito rispetto a due anni fa
(da 1,5 punti percentuali a 0,8)
ma permane negativo
e amplia la distanza nei valori assoluti.
Rispetto al 2000, il PIL dell’Area euro
(al netto dell’Italia) è salito del 24,4%,
quello dell’Italia dello 0,8%.
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Cala ma resta ampio il differenziale di crescita
(PIL, var. % annuali su dati a prezzi costanti; indici 2007=100)
2017: previsioni CSC.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
-1,8
-1,2
-0,5
-1,2
-2,3
-1,8
-1,5 -1,2
-1,1
-0,8
70
75
80
85
90
95
100
105
110
-3,5
-2,5
-1,5
-0,5
0,5
1,5
2,5
3,5
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Differenzialedicrescita Italia-Area euro
Area euro netto Italia (scala destra)
Italia(scaladestra)
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Il gap sottolinea con forza la necessità
di innalzare il potenziale
di crescita dell’economia, ulteriormente diminuito
ulteriormente diminuito dalla profonda e lunga
recessione.
Su questo tema chiave sono chiamate
a confrontarsi le forze politiche in vista
delle prossime elezioni nazionali.
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Il 3° rischio è nel ritorno a simultanee politiche di
bilancio restrittive
nell’Area euro.
L’anno scorso e nel 2017 sono state
nel complesso leggermente espansive,
dopo la forte stretta del 2011-14,
aiutando il rilancio.
Nei principali paesi le manovre
che saranno varate nelle prossime settimane per
ridurre i deficit torneranno
ad agire da freno.
39
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Rischio ritorno a politiche restrittive nell’UEM
(Valori in % PIL, principali paesi euro)
I principali paesi euro sono Germania, Francia, Italia e Spagna, il cui PIL è pari al 75% di quello dell'Area.
Per il 2018 i saldi strutturali sono quelli previsti nei programmi di stabilità dei singoli paesi.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Commissione europea.
-1,0
-0,5
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Var. saldistrutturali VariazionePIL (%)
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Per mantenere la fiducia degli investitori
(in vista dei minori acquisti di titoli della BCE) è
fondamentale che l’Italia incanali
il debito pubblico in modo permanente
e convincente sul sentiero di rientro.
Nello scenario CSC il debito inizia
a ripiegare in rapporto al PIL nel 2017.
2017.
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2015 2016 2017 2018
Entrate totali 47,6 46,9 46,7 46,0
Uscite totali 50,2 49,4 48,8 48,3
Pressione fiscale apparente 43,2 42,7 42,3 41,8
Pressione fiscale effettiva 48,8 48,5 47,7 47,2
Indebitamento netto 2,6 2,5 2,1 2,3
Indebitamento netto strutturale 1,0 1,8 1,9 2,2
Saldo primario 1,5 1,5 1,8 1,5
Saldo primario strutturale 3,2 2,1 2,0 1,5
Debito pubblico 131,5 132,0 131,7 130,8
Debito pubblico (netto sostegni)1 128,0 128,5 128,4 127,5
La finanza pubblica
(Italia, valori in % PIL)
1 Prestiti a paesi euro e quota di pertinenza dell’ESM.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT e Commissione europea.
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Il 4° rischio è un ampio e intenso
movimento dei tassi di cambio.
Il deprezzamento del dollaro può essere
innescato dalla perdita di fiducia
nelle prospettive americane.
L’apprezzamento dell’euro
può nascere dal consolidamento
dei fondamentali europei.
43
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Il CSC stima che un indebolimento
del dollaro del 5% (cambio bilaterale
con euro a 1,24) riduce il PIL italiano
dello 0,1% in due anni;
un rafforzamento dell’euro
della stessa entità lo abbassa dello 0,4%.
44
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Il 5° rischio è un nuovo
crollo del prezzo del petrolio
derivante dall’eccesso di produzione.
Nello scenario CSC l’offerta
rimane sopra la domanda
anche nella seconda metà del 2017
e ancor più nel 2018,
ma senza grandi squilibri.
45
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Il 6° rischio è un rallentamento
marcato della Cina.
Pechino ha finora privilegiato gli obiettivi
di crescita a quelli di sostenibilità finanziaria e il
debito ha continuato
a gonfiarsi.
Difficilmente cambierà ordine di priorità.
46
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In Cina rallenta il PIL e accelera il debito
(PIL, var. %; incidenza debito sul PIL in %)
Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI e Banca mondiale.
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2016
PIL (scala destra)
Debito privato
Debito totale
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Se il motore cinese perdesse colpi,
gli effetti diretti e indiretti sull’economia mondiale
sarebbero molto significativi:
una frenata cinese di 2 punti percentuali
comporterebbe una minore crescita mondiale di
1 punto cumulato
in due anni.
Il PIL italiano perderebbe 0,4 punti.
48
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Altri fattori di incertezza sono:
l’impasse delle negoziazioni
per la Brexit,
il pericolo di politiche nazionalistiche in
Europa,
le tensioni politiche
in molti paesi emergenti,
l’attrito tra Russia e USA,
la crisi con la Corea del Nord,
l’esito delle elezioni italiane.
49
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Nel lavoro progressi ed emergenza giovani.
I temi
50
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Il mercato del lavoro non è
la Cenerentola nel recupero dell’economia italiana.
C’è stata una considerevole creazione
di occupazione e le retribuzioni
vanno bene.
Tuttavia, sono ancora 7,7 milioni
le persone a cui manca lavoro,
in tutto o in parte.
C’è inoltre la grave questione strutturale
della bassa occupazione giovanile,
che va affrontata urgentemente.
51
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Dal 2014 a metà 2017:
PIL +3,4%,
ULA +3,4%,
monte ore lavorate +4,2%,
persone occupate +3,7% (+815mila).
(+815mila).
52
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A fine 2018 ci saranno
160mila persone occupate in più
rispetto al picco toccato nel 2008.
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Occupati ULA PIL
Dopo la caduta…
(Italia, 1o trim. 2008=100, dati trimestrali destagionalizzati)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
-8,0%
-4,0%
-9,5%
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2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Occupati ULA PIL
…si riparte con molta occupazione
(Italia, 1o trim. 2008=100, dati trimestrali destagionalizzati)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
+0,7%
GAP 2008-2018
-3,1%
-4,7%
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Nell’industria la copertura contrattuale
è stata elevata nel corso della crisi
e i rinnovi hanno fissato aumenti legati
all’inflazione prevista
e non alla produttività.
Gli ampi scostamenti tra inflazione prevista ed
effettiva hanno determinato
una crescita delle retribuzioni reali pari
al 4,6% cumulato nel quadriennio 2009-2012 e al
5,0% nel triennio 2013-2015.
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Benessere giù ma le retribuzioni tengono
(Retribuzioni di fatto per ULA reali e PIL pro-capite; 2007=100)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
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Retribuzioni- industriain senso stretto
Retribuzioni- intera economia
PIL pro-capite
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L’altra faccia della medaglia
è la competitività. In termini di CLUP
l’industria italiana perde ancora terreno.
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2017-2018: previsioni CSC.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
Fuori linea il CLUP italiano
(Industria al netto costruzioni, 2000=100)
+15,2
+15,2
+15,6
-3,1
-1,8
+7,5
-9,8
+10,8
80,0
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Italia
Spagna
Francia
Germania
Var % 2000-2007 Var % 2007-2016
59
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La bassa occupazione giovanile
è il vero tallone d’Achille
del sistema economico e sociale italiano.
In rapporto con la popolazione
di riferimento c’è un divario
di 15-17 punti percentuali
(a seconda della fascia d’età)
rispetto alla media dell’Area euro.
60
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-18,0
-15,0
-12,0
-9,0
-6,0
-3,0
0,0
15-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64
Classe di età
Occupazione giovanile: il tallone d’Achille
(Tasso di occupazione Italia meno tasso di occup. Eurozona, per fasce di età)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
Tassi di occupazione Italia nel 2016
16,6% 53,7% 63,3% 71,9% 73,4% 72,1% 70,6% 62,2% 36,9%
61
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La scarsa occupazione spinge i giovani
a emigrare, con una perdita di capitale umano
stimata dal CSC
in un punto di PIL all’anno.
Ciò abbassa il potenziale di sviluppo
del Paese e rappresenta
una vera e propria emergenza.
62
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Sempre più giovani via dall’Italia
(Migliaia e in % della forza lavoro)
Sopra le barre: stima della perdita di capitale privato e pubblico investito in crescita
e formazione degli italiani 15-39enni emigrati in ciascun anno.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e OCSE.
5,8 mld 5,8 mld 5,6 mld
7,0 mld
9,3 mld
11,7 mld
12,4 mld
14,0 mld
0,0
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2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Emigratiitaliani 15-39enni
Tasso didisoccupazione15-39enni(scala destra)
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Pur percorrendo un sentiero stretto
e tra molti rischi, il momento
è favorevole per continuare a lavorare
sui nodi strutturali.
Investimenti e giovani sono le priorità
per innalzare il potenziale di crescita
del Paese. La manovra varata
dal governo va in questa direzione.
Le conclusioni
64
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Nazionalismi e populismi sono usciti rafforzati
dalle ultime consultazioni elettorali in Germania,
Austria
e Repubblica Ceca; anche la vicenda catalana ne
è un esempio.
Se l’impoverimento e l’esclusione sociale non
vengono adeguatamente affrontati, continueranno
ad attrarre consenso.
65
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In a minute there is time
For decisions and revisions
which a minute will reverse.
(In un attimo c’è il tempo/Per
e revisioni che un attimo invertirà)
Thomas S. Eliot, 1911
66

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Lo Scenario alla ripresa autunnale - Luca Paolazzi

  • 1. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria1
  • 2. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Lo scenario alla ripresa autunnale Luca Paolazzi Direttore Centro Studi Confindustria 2
  • 3. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria La crescita globale si consolida e proseguirà: ha toccato il ritmo più alto dal 2010. L’Italia è agganciata al ciclo mondiale e nel lavoro la performance è alta. Ancora ampio il divario con gli altri paesi euro e profondi e diffusi i danni della crisi. Riforme e politiche pro-crescita sono necessarie, soprattutto rivolte ai giovani. 3
  • 4. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il nuovo quadro globale. Lo scenario economico italiano e le previsioni del CSC. I rischi e le sfide per la politica economica. Nel lavoro progressi ed emergenza giovani. I temi 4
  • 5. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il nuovo quadro globale. I temi 5
  • 6. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria6 Nel nuovo scenario economico elaborato dal CSC la crescita mondiale si mantiene ai buoni ritmi attuali (3,0%) anche nel 2018, perché interessa un sempre più ampio numero di paesi e la velocità è più uniforme.
  • 7. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Altri Emergenti Altri Emergenti Altri Emergenti Cina Cina Cina Eurozona Eurozona Eurozona USA USA USA Altri Avanzati Altri Avanzati Altri Avanzati 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 2016 2017 2018 Contributo corale alla crescita del PIL (PIL, var. % e contributi per macro-aree in punti percentuali) 7 Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI. 2,4 3,0 3,0Crescita PIL mondiale
  • 8. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il commercio mondiale continua a beneficiare di: ciclo globale degli investimenti, traino del manifatturiero, rimbalzo dell’import cinese. Ma i freni strutturali mantengono la sua dinamica ben al di sotto dei ritmi pre-crisi. 8
  • 9. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Scambi meglio del PIL ma sotto i ritmi pre-crisi (Mondo, dati a prezzi costanti, var. %) 9 2017-2018: previsioni CSC. Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB e FMI. 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 PIL Media PIL (1992-2007) Scambicon l'estero Mediascambi (1992-2007)
  • 10. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Nel resto del 2017 la crescita degli scambi mondiali è attesa proseguire a ritmi robusti: la componente ordini esteri del PMI manifatturiero globale ha toccato in agosto i massimi da sei anni e mezzo; il Baltic index (costo di trasporto via nave delle materie prime) è al top dal 2015. 10
  • 11. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Buone prospettive per il commercio mondiale (Dati trim. destag. in volume, var. % e scostamento da 50; noli marittimi, diff. da 1o trim. 2013) 11 3o trim. 2017: var. acquisita in luglio-agosto per il commercio mondiale. * Spostato avanti di un trimestre. Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB, Markit e Thomson Reuters. -2,5 -1,5 -0,5 0,5 1,5 2,5 3,5 4,5 -1,2 -0,8 -0,4 0,0 0,4 0,8 1,2 1,6 2,0 2,4 2015 2016 2017 Commercio mondiale PMI ordiniesteri(scala destra) Baltic index* (scala destra)
  • 12. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Nello scenario CSC la quotazione del petrolio è prevista a 52 dollari fino a fine 2018 (45 nel 2016). In euro cala da 46 a 44 (41 nel 2016). La sua stabilità aiuta la ripresa economica. 12
  • 13. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Petrolio: il prezzo rimane stabile (Dollari al barile, milioni di barili al giorno, dati mensili) 13 Fonte: elaborazioni CSC su dati EIA, Thomson Reuters. 29 30 31 32 33 34 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 2014 2015 2016 2017 2018 Prezzo delBrent ProduzioneOPEC (scaladestra) Obiettivodi prezzo (nonufficiale) Obiettivodi produzione Previsione CSC
  • 14. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 2015 2016 2017 2018 Commercio mondiale 1,9 1,4 4,1 3,5 Prezzo del petrolio1 53,0 45,1 52,0 52,0 Prodotto interno lordo Stati Uniti 2,9 1,5 2,2 2,4 Area euro 1,9 1,7 2,2 1,8 Paesi emergenti 4,0 4,1 4,7 4,8 Cambio dollaro/euro2 1,11 1,11 1,13 1,18 Tasso FED3 0,13 0,40 0,99 1,58 Tasso di interesse a 3 mesi USA3 0,32 0,74 1,25 1,88 Tasso BCE3 0,05 0,01 0,00 0,00 Tasso di interesse a 3 mesi Area euro3 -0,02 -0,26 -0,32 -0,27 Lo scenario internazionale di riferimento (Variazioni %) 1 Dollari per barile; 2 livelli; 3 valori percentuali. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Eurostat, FMI, CPB. 14
  • 15. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Lo scenario economico italiano e le previsioni del CSC. I temi 15
  • 16. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria L’Italia è ben agganciata alla ripresa mondiale e le esportazioni sono la componente più dinamica della domanda. Il made in Italy continua a guadagnare quote di mercato. Nel 2018 l’export sarà del 15% sopra i livelli del 2008 e al 32,5% del PIL (dal 26,4% di dieci anni prima). 16
  • 17. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria L’export italiano supera la domanda potenziale (Beni, indici 2010=100) Fonte: elaborazioni CSC su dati CPB, FMI e ISTAT. 17 100,0 105,0 110,0 115,0 120,0 125,0 130,0 135,0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Exportitaliano Domanda potenzialeitaliana Importmondiale
  • 18. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Gli investimenti mostrano un vivace dinamismo grazie a molti fattori: migliori aspettative di domanda, basso costo del capitale, saturazione degli impianti, recupero dei margini, risalita recente delle costruzioni. Gli incentivi fiscali sono il catalizzatore. 18
  • 19. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Investimenti: più propensi gli imprenditori (Italia, saldi delle risposte* delle imprese dell'industria in senso stretto e dei servizi privati; var. % congiunturali; dati trimestrali) * Differenza tra % risposte <migliori> e % risposte <peggiori>.** Spostate avanti di un periodo. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'Italia-Il Sole 24 Ore. -50 -40 -30 -20 -10 0 10 20 -4,5 -3,5 -2,5 -1,5 -0,5 0,5 1,5 2,5 3,5 4,5 2014 2015 2016 2017 Investimentiin macchine, attrezzature e mezzidi trasporto (var. %, volumi) Condizioniper gli investimenti (rispetto a 3 mesi prima, scala destra) Condizioniin cui operano le imprese** (prossimi3 mesi) 19
  • 20. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria I consumi delle famiglie sono in crescita quasi ininterrotta dall’estate del 2013. I giudizi sugli ordini interni dei produttori di beni di consumo preannunciano un’accelerazione della spesa tra fine 2017 e inizio 2018. 20
  • 21. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Gli ordini interni anticipano più consumi (Italia, saldo delle risposte e var. % sul periodo precedente, dati trimestrali destagionalizzati a prezzi costanti) Gli ordini sono spostati avanti di due trimestri. Per il 4° trimestre 2017: ottobre. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. 21 -40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Consumidelle famiglie Ordiniinterniprod. beni di consumo (scala destra)
  • 22. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il CSC rivede all’insù le stime per il PIL italiano: 1,5% nel 2017 e 1,3% nel 2018, (da 1,3% e 1,1% a giugno e 0,8% e 1,0% a dicembre). La revisione deriva da: andamento migliore dell’atteso nel 1° semestre (+0,9% contro +0,8%); tono elevato degli indicatori congiunturali nei mesi estivi. Ci sono spazi al rialzo e al ribasso. 22
  • 23. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Fiducia al top dal 2008 (Italia, dati trimestrali destagionalizzati, indici 2010=100) 4° trimestre 2017: ottobre. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. 23 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0 110,0 120,0 130,0 140,0 150,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Commercio Servizi Costruzioni Manifatturiero Fiducia (IESI, indicecomposito) Famiglie
  • 24. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Bastano pochi decimali di aumento aggiuntivo nel terzo (+0,6% invece di +0,45%) e nel quarto (0,4% invece di 0,3%) trimestre 2017 per avere il PIL all’1,6% quest’anno e all’1,4% il prossimo. Un migliore andamento è più probabile con i dati di produzione industriale (+2,0% l’acquisito nel 3° trimestre) che confermano l’accelerazione attesa degli investimenti. 24
  • 25. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Le attese di produzione indicano accelerazione (Italia, var. % congiunturali e saldi delle risposte, dati trim. destag.) 3° trimestre 2017: variazione acquisita in agosto per la produzione. Attese nel 4° trimestre: ottobre, spostate avanti di un trimestre. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT. 25 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 -4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Produzioneindustriale PIL Attesedi produzionea 3 mesi (scala destra)
  • 26. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria D’altra parte, le stime del CSC non includono gli effetti della prossima Legge di bilancio, che ha un impatto positivo stimato dal governo pari allo 0,3% del PIL. 26
  • 27. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 2018 2019 2020 Interventi 0,48 0,47 -0,02 Spinte aggiuntive 0,18 0,14 0,27 di cui: sgravi contributivi assunzioni giovani 0,02 0,06 0,06 incentivi agli investimenti privati 0,02 0,04 0,15 povertà 0,03 0,02 0,04 contratti pubblici e politiche invariate 0,11 0,02 0,02 Restrizione evitata* 0,30 0,33 -0,29 Coperture -0,16 -0,13 -0,03 Effetti complessivi 0,32 0,34 -0,05 Positivo l’impatto della manovra (Italia, stime Governo, differenza tra tassi di variazione del PIL) * La restrizione evitata è connessa all’annullamento degli aumenti delle imposte indirette previsti a partire dal 1° gennaio 2018. Fonte: elaborazioni CSC su documenti del Governo. 27
  • 28. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria A fine 2018 il PIL recupererà il terreno perduto con la seconda recessione (2011-13). Sarà ancora del 4,7% inferiore al massimo toccato nel 2008. 28
  • 29. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 2015 2016 2017 2018 Prodotto interno lordo 0,8 0,9 1,5 1,3 Consumi delle famiglie residenti 1,5 1,3 1,3 1,2 Investimenti fissi lordi 1,6 2,9 2,3 3,1 in macchinari e mezzi di trasporto 3,5 4,6 3,1 4,1 in costruzioni -0,4 1,1 1,5 2,0 Esportazioni di beni e servizi 4,4 2,4 4,9 3,8 Importazioni di beni e servizi 6,8 2,9 5,8 4,1 Saldo commerciale1 3,1 3,6 3,2 3,3 Occupazione totale (ULA) 1,0 1,4 1,1 1,0 Tasso di disoccupazione2 11,9 11,7 11,2 10,6 Prezzi al consumo 0,1 -0,1 1,4 1,2 Retribuzioni totale economia3 0,4 0,7 0,9 1,1 Le nuove previsioni del CSC per l’Italia (Variazioni %) 1 Fob-fob, valori in % del PIL; 2 valori percentuali; 3 per ULA. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT. 29
  • 30. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Previsioni a confronto Ordinate per la variazione cumulata 2017-2018 del PIL. 2017 2018 2017 2018 Governo (23 settembre 2017) 1,5 1,5 2,1 1,6 Governo - quadro tendenziale (senza manovra) 1,5 1,2 2,1 1,0 CSC (14 settembre 2017) 1,5 1,3 2,1 2,3 REF (10 ottobre 2017) 1,5 1,3 2,1 2,0 Deutsche Bank (4 settembre 2017) 1,5 1,2 2,3 2,2 Banca d'Italia (14 luglio 2017) 1,4 1,3 FMI (10 ottobre 2017) 1,5 1,1 2,2 1,3 OCSE (20 settembre 2017) 1,4 1,2 2,1 1,4 UniCredit (26 settembre 2017) 1,4 1,2 2,1 1,8 Prometeia (29 settembre 2017) 1,4 1,2 2,1 1,8 IHS Global Insight (15 ottobre 2017) 1,4 1,2 3,3 2,2 Intesa SanPaolo (28 settembre 2017) 1,4 1,1 2,2 1,9 Citigroup (23 agosto 2017) 1,5 1,0 2,0 2,2 Morgan Stanley (4 giugno 2017) 1,2 1,0 2,3 1,8 Commissione europea (11 maggio 2017) 0,9 1,1 2,2 2,3 PIL (var. %) Deficit/PIL (%) 30
  • 31. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria31 I rischi e le sfide per la politica economica. I temi
  • 32. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Non mancano i rischi, che diventano altrettante sfide per la politica economica. 32
  • 33. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il 1° rischio è racchiuso nell’uscita dalle misure di emergenza della politica monetaria. Hanno avuto grande successo nel successo nel contrastare la deflazione e contribuito a sostenere l’economia. Nell’Area euro hanno costituito il principale baluardo contro il suo stesso dissolvimento. La BCE in ottobre ha avviato il delicato ridimensionamento del QE, riducendo gli acquisti a 30 mld al mese (da 60), fino a settembre 2018. 33
  • 34. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il Quantitative Easing BCE: chiusura graduale (Acquisti netti di titoli pubblici e privati, miliardi di euro) Da novembre 2017: comunicati ufficiali BCE. Fonte: elaborazioni CSC su dati BCE. 34 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 2015 2016 2017 2018 Acquistinetti
  • 35. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il 2° rischio è che l’autocompiacimento per il buon andamento economico rilassi l’azione riformista dei governi. Ciò vale sia dentro i singoli paesi sia nel rilancio dell’Unione europea e, soprattutto, dell’Unione monetaria. L’Italia è in una posizione più delicata visto il suo persistente gap di crescita rispetto all’Area euro. 35
  • 36. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il gap con il resto dell’Area euro è molto diminuito rispetto a due anni fa (da 1,5 punti percentuali a 0,8) ma permane negativo e amplia la distanza nei valori assoluti. Rispetto al 2000, il PIL dell’Area euro (al netto dell’Italia) è salito del 24,4%, quello dell’Italia dello 0,8%. 36
  • 37. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Cala ma resta ampio il differenziale di crescita (PIL, var. % annuali su dati a prezzi costanti; indici 2007=100) 2017: previsioni CSC. Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. -1,8 -1,2 -0,5 -1,2 -2,3 -1,8 -1,5 -1,2 -1,1 -0,8 70 75 80 85 90 95 100 105 110 -3,5 -2,5 -1,5 -0,5 0,5 1,5 2,5 3,5 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Differenzialedicrescita Italia-Area euro Area euro netto Italia (scala destra) Italia(scaladestra) 37
  • 38. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il gap sottolinea con forza la necessità di innalzare il potenziale di crescita dell’economia, ulteriormente diminuito ulteriormente diminuito dalla profonda e lunga recessione. Su questo tema chiave sono chiamate a confrontarsi le forze politiche in vista delle prossime elezioni nazionali. 38
  • 39. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il 3° rischio è nel ritorno a simultanee politiche di bilancio restrittive nell’Area euro. L’anno scorso e nel 2017 sono state nel complesso leggermente espansive, dopo la forte stretta del 2011-14, aiutando il rilancio. Nei principali paesi le manovre che saranno varate nelle prossime settimane per ridurre i deficit torneranno ad agire da freno. 39
  • 40. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Rischio ritorno a politiche restrittive nell’UEM (Valori in % PIL, principali paesi euro) I principali paesi euro sono Germania, Francia, Italia e Spagna, il cui PIL è pari al 75% di quello dell'Area. Per il 2018 i saldi strutturali sono quelli previsti nei programmi di stabilità dei singoli paesi. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Commissione europea. -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Var. saldistrutturali VariazionePIL (%) 40
  • 41. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Per mantenere la fiducia degli investitori (in vista dei minori acquisti di titoli della BCE) è fondamentale che l’Italia incanali il debito pubblico in modo permanente e convincente sul sentiero di rientro. Nello scenario CSC il debito inizia a ripiegare in rapporto al PIL nel 2017. 2017. 41
  • 42. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 2015 2016 2017 2018 Entrate totali 47,6 46,9 46,7 46,0 Uscite totali 50,2 49,4 48,8 48,3 Pressione fiscale apparente 43,2 42,7 42,3 41,8 Pressione fiscale effettiva 48,8 48,5 47,7 47,2 Indebitamento netto 2,6 2,5 2,1 2,3 Indebitamento netto strutturale 1,0 1,8 1,9 2,2 Saldo primario 1,5 1,5 1,8 1,5 Saldo primario strutturale 3,2 2,1 2,0 1,5 Debito pubblico 131,5 132,0 131,7 130,8 Debito pubblico (netto sostegni)1 128,0 128,5 128,4 127,5 La finanza pubblica (Italia, valori in % PIL) 1 Prestiti a paesi euro e quota di pertinenza dell’ESM. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT e Commissione europea. 42
  • 43. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il 4° rischio è un ampio e intenso movimento dei tassi di cambio. Il deprezzamento del dollaro può essere innescato dalla perdita di fiducia nelle prospettive americane. L’apprezzamento dell’euro può nascere dal consolidamento dei fondamentali europei. 43
  • 44. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il CSC stima che un indebolimento del dollaro del 5% (cambio bilaterale con euro a 1,24) riduce il PIL italiano dello 0,1% in due anni; un rafforzamento dell’euro della stessa entità lo abbassa dello 0,4%. 44
  • 45. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il 5° rischio è un nuovo crollo del prezzo del petrolio derivante dall’eccesso di produzione. Nello scenario CSC l’offerta rimane sopra la domanda anche nella seconda metà del 2017 e ancor più nel 2018, ma senza grandi squilibri. 45
  • 46. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il 6° rischio è un rallentamento marcato della Cina. Pechino ha finora privilegiato gli obiettivi di crescita a quelli di sostenibilità finanziaria e il debito ha continuato a gonfiarsi. Difficilmente cambierà ordine di priorità. 46
  • 47. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria In Cina rallenta il PIL e accelera il debito (PIL, var. %; incidenza debito sul PIL in %) Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI e Banca mondiale. 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 100 120 140 160 180 200 220 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 PIL (scala destra) Debito privato Debito totale 47
  • 48. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Se il motore cinese perdesse colpi, gli effetti diretti e indiretti sull’economia mondiale sarebbero molto significativi: una frenata cinese di 2 punti percentuali comporterebbe una minore crescita mondiale di 1 punto cumulato in due anni. Il PIL italiano perderebbe 0,4 punti. 48
  • 49. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Altri fattori di incertezza sono: l’impasse delle negoziazioni per la Brexit, il pericolo di politiche nazionalistiche in Europa, le tensioni politiche in molti paesi emergenti, l’attrito tra Russia e USA, la crisi con la Corea del Nord, l’esito delle elezioni italiane. 49
  • 50. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Nel lavoro progressi ed emergenza giovani. I temi 50
  • 51. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Il mercato del lavoro non è la Cenerentola nel recupero dell’economia italiana. C’è stata una considerevole creazione di occupazione e le retribuzioni vanno bene. Tuttavia, sono ancora 7,7 milioni le persone a cui manca lavoro, in tutto o in parte. C’è inoltre la grave questione strutturale della bassa occupazione giovanile, che va affrontata urgentemente. 51
  • 52. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Dal 2014 a metà 2017: PIL +3,4%, ULA +3,4%, monte ore lavorate +4,2%, persone occupate +3,7% (+815mila). (+815mila). 52
  • 53. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria A fine 2018 ci saranno 160mila persone occupate in più rispetto al picco toccato nel 2008. 53
  • 54. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 90 92 94 96 98 100 102 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Occupati ULA PIL Dopo la caduta… (Italia, 1o trim. 2008=100, dati trimestrali destagionalizzati) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. -8,0% -4,0% -9,5% 54
  • 55. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 90 92 94 96 98 100 102 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Occupati ULA PIL …si riparte con molta occupazione (Italia, 1o trim. 2008=100, dati trimestrali destagionalizzati) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. +0,7% GAP 2008-2018 -3,1% -4,7% 55
  • 56. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Nell’industria la copertura contrattuale è stata elevata nel corso della crisi e i rinnovi hanno fissato aumenti legati all’inflazione prevista e non alla produttività. Gli ampi scostamenti tra inflazione prevista ed effettiva hanno determinato una crescita delle retribuzioni reali pari al 4,6% cumulato nel quadriennio 2009-2012 e al 5,0% nel triennio 2013-2015. 56
  • 57. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Benessere giù ma le retribuzioni tengono (Retribuzioni di fatto per ULA reali e PIL pro-capite; 2007=100) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. 88 90 92 94 96 98 100 102 104 106 108 110 112 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Retribuzioni- industriain senso stretto Retribuzioni- intera economia PIL pro-capite 57
  • 58. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria L’altra faccia della medaglia è la competitività. In termini di CLUP l’industria italiana perde ancora terreno. 58
  • 59. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria 2017-2018: previsioni CSC. Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. Fuori linea il CLUP italiano (Industria al netto costruzioni, 2000=100) +15,2 +15,2 +15,6 -3,1 -1,8 +7,5 -9,8 +10,8 80,0 90,0 100,0 110,0 120,0 130,0 140,0 150,0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Italia Spagna Francia Germania Var % 2000-2007 Var % 2007-2016 59
  • 60. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria La bassa occupazione giovanile è il vero tallone d’Achille del sistema economico e sociale italiano. In rapporto con la popolazione di riferimento c’è un divario di 15-17 punti percentuali (a seconda della fascia d’età) rispetto alla media dell’Area euro. 60
  • 61. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria -18,0 -15,0 -12,0 -9,0 -6,0 -3,0 0,0 15-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 Classe di età Occupazione giovanile: il tallone d’Achille (Tasso di occupazione Italia meno tasso di occup. Eurozona, per fasce di età) Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. Tassi di occupazione Italia nel 2016 16,6% 53,7% 63,3% 71,9% 73,4% 72,1% 70,6% 62,2% 36,9% 61
  • 62. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria La scarsa occupazione spinge i giovani a emigrare, con una perdita di capitale umano stimata dal CSC in un punto di PIL all’anno. Ciò abbassa il potenziale di sviluppo del Paese e rappresenta una vera e propria emergenza. 62
  • 63. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Sempre più giovani via dall’Italia (Migliaia e in % della forza lavoro) Sopra le barre: stima della perdita di capitale privato e pubblico investito in crescita e formazione degli italiani 15-39enni emigrati in ciascun anno. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT e OCSE. 5,8 mld 5,8 mld 5,6 mld 7,0 mld 9,3 mld 11,7 mld 12,4 mld 14,0 mld 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 0 10 20 30 40 50 60 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Emigratiitaliani 15-39enni Tasso didisoccupazione15-39enni(scala destra) 63
  • 64. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Pur percorrendo un sentiero stretto e tra molti rischi, il momento è favorevole per continuare a lavorare sui nodi strutturali. Investimenti e giovani sono le priorità per innalzare il potenziale di crescita del Paese. La manovra varata dal governo va in questa direzione. Le conclusioni 64
  • 65. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria Nazionalismi e populismi sono usciti rafforzati dalle ultime consultazioni elettorali in Germania, Austria e Repubblica Ceca; anche la vicenda catalana ne è un esempio. Se l’impoverimento e l’esclusione sociale non vengono adeguatamente affrontati, continueranno ad attrarre consenso. 65
  • 66. ACEF© ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria In a minute there is time For decisions and revisions which a minute will reverse. (In un attimo c’è il tempo/Per e revisioni che un attimo invertirà) Thomas S. Eliot, 1911 66