2. Una ragazza, passeggiando nel bosco, si
trova di fronte una distesa di abeti
spezzati e imbiancati. Comprende di
essere in un cimitero di guerra, rievoca la
grande storia della battaglia, la piccola
grande storia dei soldati sopravvissuti e
dei profughi legati a quel luogo.
Concept
3. Il cimitero italo-austriaco
Una ragazza sta passeggiando nella Val
Magnaboschi, sull’Altopiano di Asiago. Ad
un tratto vede un cimitero in cui, al posto
delle lapidi, si trovano alberi spezzati e
imbiancati.
Soggetto
4. Con un flashback rievoca lo scontro avvenuto in
questi luoghi nel giugno 1916 tra i Fanti della
brigata Liguria, Trapani, Forlì, Arno e la 34esima
divisione austroungarica. Gli Italiani resistono
all’urto della Strafexpedition, ma il prezzo da
pagare in termini di vite umane è molto alto per
entrambi gli schieramenti.
La battaglia
5. La sepoltura
Accanto alla grande storia delle battaglie viene
ricostruita una piccola grande storia che riguarda
questo luogo e che ha per protagonisti semplici
gesti di umanità. Il primo gesto è quello dei soldati
sopravvissuti che decidono di seppellire i caduti
insieme, creando un cimitero italo-austriaco.
Nemici in vita divengono fratelli nella morte.
6. Il secondo gesto è quello di una donna, tornata qui
dopo la guerra come molti profughi, a cui viene
assegnato il terreno accanto al cimitero per farne
degli orti. Ma il suo rispetto per la sacralità del
luogo è tale che si sente in colpa di nutrirsi degli
ortaggi che vi coltiva, così decide di non mangiarli
e di venderli nei paesi vicini. La terra che ha
accolto la morte, ora nutre e dà la vita.
I profughi
7. Il recupero del cimitero
Il racconto ritorna al presente e la ragazza spiega
che il cimitero è stato recuperato dall’Associazione
dei Fanti che hanno voluto commemorare i caduti
piantando degli alberi, mozzandoli e
imbiancandoli, per ricordare le vite innocenti
stroncate dalla guerra, che ora riposano
simbolicamente nel verde dei boschi.
8. Scaletta
1. La ragazza passeggia nel bosco, vede gli alberi
spezzati del cimitero.
2. Flashback: resoconto della battaglia del giugno
1916 in Val Magnaboschi.
3. Flashback: i soldati decidono di seppellire assieme
tutti i caduti e creano un cimitero italo-austriaco.
4. Flashback: la donna di Cesuna coltiva con pudore
le verdure negli orti accanto al cimitero.
5. La ragazza cammina tra i tronchi spezzati e spiega
che il Cimitero è stato recuperato dall’Associazione
dei Fanti, che hanno voluto farne un simbolo di
pace e fratellanza.
9. Sceneggiatura
Alberi in guerra. È ormai il tramonto
sull’altopiano di Asiago: il cielo vasto illumina
di luce fioca la Val Magnaboschi. Il cinguettio
degli uccelli, il dolce fruscio delle foglie, i
boschi immensi intorno: tutto trasmette pace.
Ma ad un tratto, davanti ai miei occhi, appare
una distesa di alberi spezzati e imbiancati,
disposti in modo troppo ordinato per essere
naturale. Perché? Varco un cancelletto in ferro,
cammino e leggo sui tronchi dei nomi. Nomi di
soldati.
10. Si combatte da 10 giorni. Oltre la Val
Magnaboschi c’è la pianura veneta, l’obiettivo
della Strafexpedition. I fanti delle Brigate
Liguria, Trapani, Forlì e Arno quasi privi di
artiglieria reggono l’urto della 34esima divisione
austroungarica.
16 Giugno 1916, sera
La pianura è salva.
11. “ Facciamoli riposare insieme. Erano amici e
nemici, ma ora, all’ombra dei grandi alberi, la
terra li accoglie e sono soltanto fratelli”.
Ma la furia della guerra chiama i suoi caduti, i
suoi martiri. L’alba del giorno dopo rivela un
paesaggio desolato: tra i boschi devastati, i corpi
dei soldati, giovani, venuti a morire qui. Mani
pietose raccolgono le spoglie.
12. Storie di uomini e storie di donne si intrecciano in
Val Magnaboschi. Anche loro hanno lottato, non per
uccidere, ma per nutrire. Qui, dopo la guerra, alle
famiglie dei profughi che tornavano sull’altipiano
vennero assegnati piccoli appezzamenti per farne
degli orti. Una donna del paese quasi si vergognava
a coltivare la terra resa sacra dai corpi dei soldati.
“Ho due figlie piccole, hanno fame. Mi sento in
colpa, ma i frutti di questo orto mi servono per
tirare avanti.“
Così coltivava e per pudore andava a
vendere gli ortaggi lontano dal paese.
13. I corpi ora non sono più nella terra. Li hanno
portati negli anni ’30 nel Cimitero Monumentale
di Asiago. Questo luogo in cui sto camminando è
stato da poco restituito alla memoria dai Fanti di
Vicenza e dalle Comunità locali che hanno
piantato questi abeti. Li hanno mozzati come le
giovani vite dei soldati, li hanno dipinti di bianco,
come la purezza della giovinezza.
Questa terra, che aveva accolto la morte,
ora nutriva e dava la vita.
14. Hanno affisso questi nomi. Ne leggo alcuni:
Antonio Gangi, Peter Dimitru, Gaetano
Lorenzi, Dandos Sandor, Mario Salvagno, Paul
Weger, sono nomi italiani, del sud, del centro,
del nord, e nomi austriaci, sloveni e ungheresi.
Suoni diversi che si uniscono al silenzio degli
alberi per chiedere pace.
Il trattamento è stato omesso in quanto i discorsi diretti sono
solamente due e quindi sarebbe risultato ripetitivo rispetto alla
sceneggiatura.
15. 1) Trekking e visita guidata: “Sulle orme della Grande Guerra”.
L’altopiano di Asiago.
2) Ricerca (a gruppi):
a) raccolta di informazioni sulle battaglie avvenute in Val
Magnaboschi e sui soldati caduti (fonti scritte: cartacee,
iconografiche, digitali)
b) raccolta di informazioni sulla sistemazione e
ristrutturazione del cimitero italo-austriaco in Val
Magnaboschi (fonti scritte, orali, iconografiche)
c) Raccolta di informazioni sui profughi dell’altopiano di
Asiago (fonti orali)
3) Esercizi di scrittura creativa: il racconto storico.
4) Video lezioni in streaming dal sito.
5) Il documentario radiofonico: ideazione, progettazione e
realizzazione.
6) Lezione - spettacolo: La Grande Guerra, a cura di Arteven.
Percorso Didattico
16. Ideazione:
alunni della classe 4CSA suddivisi in gruppi
Testi:
Silvia Marchi, Alberto Mora, Fatou Niang, Giulia Gasparini
Voci:
la ragazza (voce narrante): Silvia Marchi
il soldato sopravvissuto: Luca Fusaro
la madre della famiglia dei profughi: Linda Gastaldi
Colonna sonora:
Alberto Donin
Note:
Il progetto PowerPoint è stato realizzato in base alle indicazioni del
professor Aldo Zappalà
Montaggio:
Alberto Donin
Foto:
Fatou Thiam
Produzione