1. STATO DELL’ARTE DELLA BALBUZIE:
EVIDENZE RECENTI DI
RICERCA E CLINICA
CONVEGNO,
BALBUZIE: ISTRUZIONI PER L’USO
ACIREALE,19.10.13
D.ssa Angela SCALZO
3. Presenza della BALBUZIE ha riscontri antichissimi
Documenti risalenti
agli antichi egizi
Nella bibbia con
la figura di Mosè
Demostene si racconta
che mettesse in bocca
sassolini e citasse brani
a voce talmente alta da
sovrastare il rumore
delle onde del mare che
si infrangevano sulla
scogliera
Cicerone
Pare che balbettasse per
timore di fronte a
personalità di forte presenza
e austerità come Cesare e
Pompeo Magno
D.ssa Angela SCALZO
4. Platone, Aristotele e Omero
ipotizzarono che i difetti
della bocca e dell’apparato
vocale erano riconducibili a
caratteristiche di
personalità, espresse
attraverso concetti di
“anima” o di “esitazione”
Per Ippocrate
i blocchi derivavano dalla
volontà del balbuziente di
anticipare pensieri nuovi prima
che quelli presenti fossero stati
espressi
D.ssa Angela SCALZO
5. W. JOHNSON (1942)
rappresentante della “teoria della continuità”
Formulò l’ipotesi “diagnoseogenica” che si basava
sull’assunto che tutti i bambini, durante la loro crescita,
attraversano una fase di disfluenza, ma che solo i bambini
i cui genitori reagiscono negativamente a quella disfluenza,
formulando una diagnosi “ingenua” di disfluenza anomala,
diventano balbuzienti perché si percepiscono come “diversi”
e sviluppano atteggiamenti ansiosi e comportamenti reattivi
che aggravano il sintomo
D.ssa Angela SCALZO
6. BLOODESTEIN (1960)
sostiene che nella balbuzie ci sia una progressiva evoluzione
articolata in 4 fasi:
1. accanto al linguaggio fluido compaiono blocchi e ripetizioni di
parola, tale modalità ha caratteristiche toniche collegate a stati
di ansia collegati all’azione del parlare.
2.Fa la sua comparsa intorno ai 6-7 anni, la consapevolezza della
diversità del proprio parlato, al quale genera un aumento di ansia
nei momenti di dialogo.
3.Periodo pre-puberale, le difficoltà del parlato generano
imbarazzo e forte ansia in tutte le situazioni in cui è necessario
esprimersi verbalmente.
4.Cronicizzazione della balbuzie, ansia e paura di parlare guidano
le azioni ed emozioni nella vita quotidiana del balbuziente.
D.ssa Angela SCALZO
7. CORIAT (1963)
lo sviluppo della balbuzie è dato da un intreccio di 3 fattori:
• psicologici;
• organici;
• ereditari.
L’eloquio è reso irregolare:
• nel ritmo;
• nella fluidità;
• sono presenti, inoltre, aggiunte di carattere alfabetico.
8. D.ssa Angela SCALZO
DEFINIZIONE WINGATE
(1964)
“Balbuzie da ripetizioni significa un
disordine nella fluenza di espressioni
verbali caratterizzato da
prolungamenti involontari, udibili o
silenti nell’emissione di brevi
elementi del parlato, vale a dire:
suoni, sillabe e lettere di una sillaba
Queste interruzioni occorrono
frequentemente o sono ben definite e
non sono facilmente controllabili dal
soggetto.
Talvolta le interruzioni sono accompagnate
da attività accessorie come gesti collegati
al parlato, caratteristiche verbali,
spostamenti ausiliari del corpo.
Inoltre, molto spesso, vengono
riferiti stati emozionali che vanno
da una generale condizione di
eccitamento o tensione a più
specifiche emozioni di natura
negativa come paura, imbarazzo,
irritazione, frustrazione,
vergogna, o simili
“La manifestazione più visibile
è rilevabile in qualche
incoordinazione espressa nel
meccanismo periferico relativo
alla produzione verbale”
9. Bassi e Cannella (1968)
Descrivono 5 tipi di balbuzie:
1.Tonica: presenta una difficoltà fonetica, prolungamento della
sillaba iniziale ad inizio frase. I blocchi iniziali variano a secondo del
livello di ansia. Il balbuziente è timido, schivo, introverso e
riflessivo.
2.Clonica: presenta una ripetizione di fonema, tipica dei bambini fra
i 5 e 7 anni.
3.Mista: comprende le prime due con aggravamento del problema.
4.Labio-coreica: presenta movimenti convulsivi dei muscoli labiali e
linguali con una difficoltà di pronuncia dei suoni labiali e dentali.
5.Gutturo-tetanica: presenta una rigidità dei muscoli laringei e
faringei, con una difficoltà di pronuncia dei suoni vocali e gutturali
I soggetti affetti dal 4^ e dal 5^ tipo manifestano:
• segni di soffocamento momentaneo;
• movimenti involontari dei muscoli facciali e di altre parti del corpo;
• movimenti impacciati;
• i balbuzienti appaiono: chiusi, introversi con difficoltà relazionali,
diffidenti, oppositivi, con alti livelli di aggressività e mascherano le
emozioni
. D.ssa Angela SCALZO
10. YAIRI
La balbuzie è caratterizzata da 3 alterazioni rilevabili nella
parola che vengono definite disfuenze “stuttering like”
1. ripetizioni di parti di parola
2. ripetizioni di parole monosillabiche
3. prolungamento di suoni e blocchi
D.ssa Angela SCALZO
11. MAZZOTTA E RUTA (2006)
Distinguono tra balbuzie primaria e balbuzie secondaria:
1. Balbuzie primaria
- si manifesta tra i 2 e i 5 anni;
- sono presenti lunghi intervalli di normale fluenza;
- maggiore regolarità del ritmo;
- velocità dell’eloquio più uniforme;
- assenza di tensione fisica ed emotiva.
2. Balbuzie secondaria
- si presenta tra i 6 e i 14 anni;
- presenti segni di tensione fisica;
- presenti tensione emotiva e conflitti interiori;
- esitazioni o rinunce a parlare;
- difficoltà a mantenere il contatto oculare con il proprio
interlocutore;
- vissuto emotivo forte e negativo che condiziona la capacità di
relazionarsi.
D.ssa Angela SCALZO
12. D.ssa Angela SCALZO
DEFINIZIONE DSM – IV (1996)
Criteri diagnostici per la balbuzie:
• anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio (inadeguati per l’età
del soggetto), caratterizzata dal frequente manifestarsi di uno o più dei
seguenti elementi:
1. Ripetizioni di suoni o sillabe;
2. Prolungamento di suoni;
3. Interiezioni;
4. Interruzioni di parole (pausa all’interno di una parola);
5. Blocchi udibili o silenti (pause del discorso piene o vuote);
6. Circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche);
7. Parole emesse con eccessiva tensione fisica;
8. Ripetizioni di intere parole monosillabiche.
13. D.ssa Angela SCALZO
DEFINIZIONE DSM - IV
• L’anomalia di scorrevolezza interferisce con :
1. I risultati scolastici;
2. I risultati lavorativi;
3. La comunicazione sociale.
• L’entità dell’anomalia varia da situazione a situazione, spesso è più
grave quando vi è una speciale pressione a comunicare.
• La balbuzie spesso è assente durante la lettura corale, il canto, il
colloquio con oggetti inanimati o animali.
14. SINTOMATOLOGIA
CARATTERISTICHE OVERT
Comportamenti verbali (disfluenze)
che causano reazioni emotive
negative nel balbuziente
CARATTERISTICHE
COVERT
Cognizioni negative sulla propria
verbalità che inducono il
balbuziente a mettere in atto
atteggiamenti di evitamento,
rinuncia e di delega comunicativa
COVERT SUBPERCETUAL
Percezione di livelli eccessivi
di sforzo muscolare e
“tensione” cognitiva non
percepita da chi ascolta
(balbuzienti che non presentano
disfluenze)D.ssa Angela SCALZO
15. SINTOMI
PRIMARI
• arresti,
• ripetizioni,
• prolungamenti di un fono.
SINTOMI SECONDARI
• caratteristiche accessorie di tipo fisiologico (eccessiva tensione
muscolare, disordine nella funzione respiratoria, irregolarità della
fonazione, anormalità a livello dell’articolazione),
• caratteristiche accessorie di tipo psicologico (atteggiamenti di
rinuncia e fuga di fronte a situazioni di conversazione).
D.ssa Angela SCALZO
16. SINTOMI “ASSOCIATI”
• SINTOMI OSSERVABILI ESTERNI
• strizzare l’occhio serrare il pugno
• corrugare la fronte oscillare le braccia
• spalancare la bocca innalzare la testa
• mordersi le labbra inspirare bruscamente
• deglutire raschiare la gola
• interpolazioni di frammenti frasi (suoni, sillabe, parole, frasi)
es. “ehm”, “infatti”, “dunque”, “volevo dire”………, tali interpolazioni servono
come:
- Espedienti per l’avvio
- Tentativi di fuga
- Sintomi di antiaspettativa
D.ssa Angela SCALZO
17. D.ssa Angela SCALZO
REAZIONI VISIBILI ED UDIBILI
Le cinque categorie di Van Riper (1973) :
1. Strategie di evitamento;
2. Strategie di posposizione;
3. Espedienti per l’avvio;
4. Tentativi di fuga;
5. Sintomi di antiaspettativa.
18. SINTOMI CONCOMITANTI FISIOLOGICI
• MOVIMENTI OCULARI (fissazioni prolungate, saliscendi verticali, rapidi scatti
orizzontali (saccadi) e incoordinazione binoculare)
• FENOMENI CARDIOVASCOLARI (accelerazioni dell’attività cardiaca, minor affluso di
sangue nell’area di Broca)
• TREMORI (accelerazione dei tremori della mano)
• REGISTRAZIONI ELETTROENCEFALOGRAFICHE (aumento delle onde alfa e
minore regolarità e sincronizzazione interemisferica)
• LIVELLO BIOCHIMICO (diminuizione di zuccheri e proteine nel sangue e aumento di
adrenalina e dopamina)
• ATTIVITÀ ELETTRODERMICA (conduttività elettrica naturale della cute)
D.ssa Angela SCALZO
19. D.ssa Angela SCALZO
SINTOMI CONCOMITANTI INTROSPETTIVI
Secondo Bloodstein sono principalmente di tre tipi:
1. Senso di frustrazione;
2. Sensazione di tensione muscolare;
3. Reazioni affettive (prima, durante e dopo il blocco).
21. D.ssa Angela SCALZO
RESPIRAZIONE
Il disordine della funzione respiratoria ha le seguenti anomalie:
• Antagonismi tra la respirazione toracica e quella addominale;
• Irregolarità nelle sequenze dei cicli respiratori;
• Inspirazioni ed espirazioni particolarmente prolungate;
• Completa cessazione della respirazione;
• Interruzioni del movimento espiratorio con quello inspiratorio;
• Tentativi di parlare con movimenti di tipo inspiratorio.
22. D.ssa Angela SCALZO
FONAZIONE
La fonazione a livello laringeo mostra le seguenti irregolarità:
• Incremento dei potenziali di azione sia prima che durante la balbuzie;
• Anomale contrazioni antagonistiche tra muscoli adduttori ed abduttori
delle corde vocali che precedono e concorrono ai momenti di balbuzie;
• Attività adduttoria ed abduttoria della laringe non congruente con i foni
da produrre.
23. D.ssa Angela SCALZO
ARTICOLAZIONE
Le irregolarità individuate sono le seguenti:
• Intervalli temporali più lunghi tra l’inizio del movimento della mandibola e l’inizio della
fonazione;
• Un numero anomalo di oscillazioni nel movimento della mandibola;
• Intervalli temporali più lunghi tra l’inizio del movimento della mandibola e il suo primo
cambiamento direzionale;
• Difetto di sincronizzazione del muscolo massetere;
• Eccessiva attività muscolare delle labbra e della lingua durante le parole balbettate, una
scarsa coordinazione muscolare e intervalli (inappropriati) di attività durante il silenzio;
• Anomalie dei livelli di pressione sottoglottica, intraorale e fuoriuscita del flusso d’aria
dalle labbra e/o dal naso durante l’eloquio.
24. ICD 10
La balbuzie (eloquio caratterizzato dalla frequente
ripetizione o prolungamento di suoni, sillabe o parole, o da
frequenti esitazioni o pause) è persistente o ricorrente e di
intensità tale da disturbare in maniera accentuata il flusso
dell’eloquio.
Durata di almeno tre mesi
Esclude disturbi a tipo tic, farfugliamento (cluttering)
D.ssa Angela SCALZO
25. D.ssa Angela SCALZO
DEFINIZIONE O.M.S.
“La balbuzie è un disordine nel ritmo della parola, nella quale il
paziente sa con precisione ciò che vorrebbe dire, ma nello stesso
tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o
prolungamenti di un suono che hanno carattere di
involontarietà.” (W.H.O., 1977:trad. a cura di Zmarich, 1998).
26. D.ssa Angela SCALZO
ICFICF
PARTE 1:PARTE 1:
FUNZIONAMENTO EFUNZIONAMENTO E
DISABILITÀDISABILITÀ
PARTE 2:PARTE 2:
FATTORI CONTESTUALIFATTORI CONTESTUALI
FUNZIONIFUNZIONI
CORPOREECORPOREE
ATTIVITÀ EATTIVITÀ E
PARTECIPAZIONEPARTECIPAZIONE
FATTORIFATTORI
AMBIENTALIAMBIENTALI
FATTORIFATTORI
INDIVIDUALIINDIVIDUALI
STRUTTURESTRUTTURE
CORPOREECORPOREE
MODIFICAZIONIMODIFICAZIONI
NELLE FUNZIONINELLE FUNZIONI
CORPOREECORPOREE
MODIFICAZIONIMODIFICAZIONI
NELLE STRUTTURENELLE STRUTTURE
CORPOREECORPOREE
CAPACITÀCAPACITÀ PEPERFORMANCERFORMANCE
FACILITATORI/FACILITATORI/
BARRIEREBARRIERE
livelli:livelli:
11°°
22°°
33°°
44°°
livelli:livelli:
11°°
22°°
33°°
44°°
livelli:livelli:
11°°
22°°
33°°
livelli:livelli:
11°°
22°°
33°°
STRUTTURA DELL’ICF
28. LA BALBUZIE
E’
DETERMINATA DAI SEGUENTI FATTORI:
GENETICI FISIOLOGICI
COGNITIVI
LINGUISTICI
EMOTIVI
AMBIENTALI
BALBUZIE
ESSI NE DETERMINANO L’INSORGENZA E IL MANTENIMENTO
E VANNO TUTTI SOTTOPOSTI AD ACCERTAMENTI
(RUSTIN 1986, MANNING
2001, HALEY, DE NIL &
CONTURE 2005)
(GREGORY 1999).
29. 29
BALBUZIE
GENETICO
•Familiarità del
disturbo
LINGUISTICO
•Linguaggio (abilità
linguistiche)
•Parlato
- pianificazione
- programmazione
- esecuzione
COORDINAZIONE PNEUMOFONICA
• Controllo sensomotorio dei movimenti a fini
linguistici
ARTICOLAZIONE
• Richieste motorie linguistiche
ALTERAZIONE DEL
SISTEMA DI
FEEDBACK
VERBALE ACUSTICO
• Ridotta attivazione della
corteccia uditiva
FATTORI SOCIALI
• feedback dell’ambiente
• livello di integrazione
sociale
MODALITA’
D’INTERAZIONE E
SCAMBIO
• comunicazione
FATTORI
PSICOLOGICI
• sentimenti
• emozioni
• attitudini
D.ssa Angela SCALZO
31. FAMILIARITA’ DEL DISTURBO
• se balbetta il padre
- il figlio ha il 25% di possibilità di balbettare
- la figlia ha il 14%
• se balbetta la madre
- il figlio ha il 37% di possibilità di balbettare
- la figlia ha il 15%
Se balbettano entrambe i genitori
- 70 -80% di possibilità di balbettare
- influenza dell’apprendimento disfunzionale del linguaggio
D.ssa Angela SCALZO
32. Modello mendeliano singolo locus
maggiore che presuppone che vi
sia uno o più geni principali
responsabili della balbuzie
(Ambrose et al. 1993)
Modello misto che incorpora SML.
Componenti poligeniche e fattori
ambientali (Ambrose , 1997)
Studi di Cox, Shugart, Riaz, Levis
(2000- 2005) hanno individuato
aree nei cromosomi 1, 3, 5, 7, 9,
12, 13, 15, 18 e 21 con prove di
linkage con la balbuzie. Gli studi
sono ancora pionieristici e pertanto
non ci consentono ancora di
giungere a conclusioni
D.ssa Angela SCALZO
34. Recenti studi di neuroimmagine sono stati condotti al fine di individuare il
funzionamento cerebrale in pazienti che balbettano, attraverso le seguenti
tecniche d’indagine:
- SPECT;
- PET;
- RMN;
- RMN funzionale.
I gruppi sottoposti a tali indagini sono per la massima parte adulti
Condizioni a cui erano sottoposti:
- mentre balbettavano;
- quando parlavano senza balbettare;
- quando erano a riposo;
- prima e dopo l’intervento terapeutico riabilitativo.
D.ssa Angela SCALZO
35. Dai 15 studi di brain imaging si evince quanto segue
• Nel parlato disfuente e fluente del
balbuziente sono profondamente
danneggiati i processi cerebrali di tipo
semantico,sintattico, fonologico e
articolatorio, connessi alla produzione del
parlato;
• La corteccia
prefrontale, frontale
e il cervelletto
presentano pattern di
attivazione non
regolare;
• Durante la produzione del
parlato l’emisfero destro
mostra un attività maggiore
rispetto ai normofluenti;
•La regione cingolata anteriore ha una
maggiore attivazione rispetto ai non
balbuzienti ciò spiegherebbe la perdita di
automaticità e d’integrazione dei processi
linguistici ed articolatori;
• Uno studio eseguito con RMN ha
messo il luce che c’è una differenza
nel tessuto dell’area del cervello
che controlla la laringe e la lingua
tra balbuzienti e normoparlanti;
• Balbuzie persistente è un disturbo a base
genetica, ne è affetta circa l’1% degli
adulti. Uno studio,con RMN, su un campione
composto da 15 balbuzienti e 15
normoparlanti evidenziava
l’assenza di alcune di connessioni tra le aree
corticali del linguaggio nell’emisfero destro.
Tale anomalia pare si verifichi durante
l’acquisizione del linguaggio, periodo in cui
può manifestarsi la balbuzie fisiologica.
Questi deficit/disfunzioni presenti negli adulti
possono riflettere reazioni di compensazione e
adattamento perciò alcuni studiosi hanno rivolto i
loro studi ai bambini.
(Peters & Hulstijn (1987), nel 1990 (Peters, Hulstijn & Starkweather, 1991), nel 1996 (Hulstijn, Peters & van Lieshout, 1997) e nel 2001 (Maassen, Hulstijn, Kent,
Peters, van Lieshout,2001 ), (Damasio, 1994; Posner & Petersen, 1990), nel 2005 Tennis Drayna (NIDCD, National Institute on Deafness and Other Communication
Disorder), Christine Weber - Fox (Purdue University), Ann Foundas (Tulane University) e Generald Maguire (University of California-lrvine)
36. E’ stata accertata la presenza dei seguenti minus neurali:
- di tipo strutturale: ridotta densità della materia bianca nell’area
motoria sinistra che presiede ai movimenti della laringe e della
faccia;
- di tipo funzionale:
- la de-attivazione del giro temporale medio sinistro mentre il
balbuziente sta parlando;
- un’ inibizione di attivazione nella corteccia uditiva
bilateralmente (l’effetto può essere eliminato con il
trattamento o aumentando la fluenza).
Uno studio su bambini di 9 -12 anni con RMN evidenziava che
- b/ti persistenti e quelli con b/e presente per 2-3 anni avevano
un volume ridotto di materia grigia nel giro frontale inferiore sx
e le regioni temporali bilaterali;
- b/ti persistenti mostravano riduzione di materia bianca nelle
regioni motorie relative a faccia e laringe.
Non sono state evidenziate differenze significative per la
lateralizzazione emisferica.
37. (Chang et al., 2009)
ATTIVAZIONE CEREBRALE DIFFERENTE NON SOLO
DURANTE I COMPITI VERBALI MA NCHE DURANTE I
COMPITI NON VERBALI
D.ssa Angela SCALZO
38. REGOLAZIONE EMOZIONALE ED EEG NELLA
BALBUZIE AWS VS. ANWS
- Gli studi sugli EEG riportano un maggiore funzionamento
dell'emisfero dx vs. sn (i.e.,decreased alpha)
probabilmente perché le persone che balbettano
processano gli stimoli linguistici usando l'emisfero dx
considerato non dominate nei compiti linguistici durante le
attività linguistiche.
- Alcune teorie suggeriscono che la maggiore attività
dell'emisfero dx potrebbe essere correlata alle emozioni
negative conseguenti alle esperienze disfunzionali durante
la produzione verbale.
Tratto dall’intervento del dott. A. Angarano
nel corso. “ La diagnosi e la terapia nella
balbuzie “
D.ssa Angela SCALZO
39. RIORGANIZZAZIONE NEURALE
fMRI De Nil & Conture, ASHA 2004
De, Nil et al. 2003, Neumann et al.
2003
I processi neurofisologici si possono modificare attraverso
cambiamenti del feedback sensoriale o degli stimoli ambientali
Bambini: guariscono più
velocemente, meglio e in
modo definitivo:
• se l’intervento avviene
nello stadio iniziale;
• la plasticità offre
cambiamenti duraturi;
• non si evidenziano
iperattivazioni dell’emisfero
dx.
Adulti:
• dopo il trattamento si
evidenzia un aumento di
attivazione dell’emisfero sx;
• a 12 mesi avviene una
normalizzazione dell’emisfero
sx;
• ma ancora a 24 mesi
continua l’iperattivazione
dell’emisfero dx;
• è necessario un periodo
post trattamento di 1-2 anni
peri impedire le ricadute.
D.ssa Angela SCALZO
41. LA BALBUZIE
insorge tra i 16 e 66 mesi (1 anno e 4 mesi e 5 anni e 6 mesi)
che corrisponde al momento in cui avviene un grande e rapido
sviluppo anatomofisiologico nelle abilità linguistiche, cognitive e
motorie.
Ci sono diverse finestre temporali nell’insorgenza della balbuzie.
L’insorgenza dopo i 6 anni è dovuta a danni o disfunzioni del
Sistema Nervoso Centrale. In tali casi si parla di Balbuzie
Neurologica e può manifestarsi a qualsiasi età.
D.ssa Angela SCALZO
42. età insorgenza remissione cronicizzazion
e
Frequenza
media delle
disfluenze
16 mesi Prima comparsa
2 anni N. B/te meno di 3
disfluenze su 100
parole
1 ripetizione su 100
parole
3 anni 8,5%
4 anni
5 anni 5% 4 su 5 1
Tempo trascorso
dall’insorgenza
Guarigioni
spontanee già
avvenute
Probabilità
residue di guarire
Probabilità di
cronicizzare
2 anni 31% (2/1, M/F) 47% 21%
3 anni 63% 16% 21%
4 anni 74% 5% 21%
5 anni 79% (4/1, M/F) 0% 21%
(Dati epidemiologici E. Yairi,& N.A. Ambrose, Early childhood dtuttering, Pro-Ed, Austin, 2005)
43.
44.
45.
46. Possono presentarsi due tipi di disfluenza:
• Stalls (interruzioni) ripetizioni di foni o sillabe, prolungamenti sonori o
silenti di foni, interiezioni a causa di un ritardo temporale tra la fase
di pianificazione, che è più lenta, e quella di esecuzione, che è più
veloce. Tali interruzioni avvengono nei punti di maggiore complessità
sintattica e lunghezza dell’enunciato.
Dopo i 3 anni si riduce nei non balbuzienti mentre nei balbuzienti non si
riduce più.
• Revisions (revisioni) false partenze e revisione di frase. I bambini
ascoltandosi parlare si accorgono dell’errore e si correggono,
arrestandosi e ripartendo con una nuova formulazione che può
prevedere l’aggiunta di informazioni.
Il modo di pianificare passa da essere su base semantica a essere su base
sintattica.
D.ssa Angela SCALZO
47. PAROLA
ha le seguenti caratteristiche:
• è scorrevole
• priva di di discontinuità
• con prosodia regolare per metrica ed intonazione,
• velocità sufficientemente rapida
• senza eccessivo sforzo mentale e fisico (Starkweather, 1987)
• è realizzata con velocità e accuratezza,
• è guidata dalla verifica dei risultati,
• è migliorata dall’allenamento,
• dimostra flessibilità per il raggiungimento dei risultati,
• è affidata ad un controllo continuo in gran parte automatico
D.ssa Angela SCALZO
48. La formulazione di stringhe verbali
Prevede più frasi:
• pianificazione motoria dalla parola
• la programmazione motoria della parola informazione
sensoriale
• l’esecuzione motoria
D.ssa Angela SCALZO
49. PROGNOSI PROBABILISTICA DELLA CRONICIZZAZIONE
• dopo 6 mesi dalla comparsa delle disfluenze;
• esistenza di familiari balbuzienti cronici;
• appartenenza al sesso maschile;
• numero di disfluenze da balbuzie;
• numero di unità ripetute;
• indici acustici del grado di coarticolazione intrasillabica.
D.ssa Angela SCALZO
50. COMORBILITA’ CON DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO
Età DISORDINI
DEL
LINGUAGGIO
DISORDINI
FONOLOGICI
PRESCOLARE 4%
SCOLARE 8-10% 2-6%
Non ci sono dati base evidence ma spesso nella pratica clinica si
evidenziano comorbidità con la deglutizione atipica e la disfonia.
C’è una percentuale di bambini che manifesta la balbuzie pur non avendo
nessun tipo di difficoltà linguistica, anzi manifestando un eloquio veloce.
51. PERCHE’ L’INTERVENTO PRECOCE
NEUROPLASTICITA’:
• Riguarda sia funzioni che strutture cerebrali
• È legata sia allo sviluppo nei bambini che all’allenamento intensivo negli
adulti;
• Dipende dai seguenti fattori:
- età;
- periodo decorso dall’insorgenza del disturbo;
• previene in molti casi la balbuzie cronica;
• l’intervento ha una durata minore.
D.ssa Angela SCALZO
52. L’operatore e le sue caratteristiche
• Competenza e conoscenza clinica.
• Competenze comunicative.
• Flessibilità cognitiva.
• Abilità di problem solving.
• Abilità nel lavoro di équipe
ASHA
D.ssa Angela SCALZO
53. Segnalazione della presenza della difficoltà
* Monitorare la situazione fino al superamento del 7 mese dalla comparsa del disturbo
Percorso decisionale
54. FAMIGLIA
MEDICO DI BASE /PEDIATRA
INVIO INIZIALE
SCREENING VALUTATIVO
ORGANICO
foniatra
neuropsichiatra infantile
NEUROPSICOLOGICO
LINGUISTICO
neuropsicologo
logopedista
EMOTIVO RELAZIONALE psicologo
DIAGNOSI
TERAPIA
57. Scelte terapeutiche di trattamento in età prescolare:
Tradizionali:
- indiretta;
-diretta;
- PCI: interazione genitore-figlio (Palin Center);
trattamento Lidcombe;
Fluency Shaping Therapy (FST) parlare con maggiore fluenza;
Stuttering Modification Therapy (SMT) balbettare con maggiore
fluenza;
FST e SMT integrate;
Metodo mini-kids.
D.ssa Angela SCALZO
58. • APPROCCI DIRETTI
Il terapista insegna al bambino ad
usare un modo di parlare più
calmo e rilassato.
Lavora direttamente su altri
aspetti della comunicazione come
l’alternanza, la risposta differita,
l’identificazione di vari tipi di
eloquio, e ad utilizzare dei pull-
out per recuperare i momenti di
balbuzie, se necessario.
• APPROCCI INDIRETTI
Il terapista lavora con il bambino
modellando un modo di parlare più
calmo e rilassato e un pattern di
interazione meno frettoloso.
Viene insegnato ai genitori come
fare la stessa cosa o altri
comportamenti che promuovono
l’aumento di fluenza.
D.ssa Angela SCALZO
59. FST
• creare la fluenza;
• esercizi facilitatori della
fluenza verbale;
• limite: il paziente parla
fluentemente, ma non ha il
coraggio di usare il linguaggio
nel quotidiano e ha paura di
balbettare;
• uso di dispositivi (DAF,
FAF, MAF, Metronomo).
SMT
• obiettivo: gestione ottimale;
• modificazione della balbuzie;
• limite: il paziente sa far
fronte alla balbuzie, sa
gestirla,ma la qualità del suo
speech è spesso inadeguata.
APPROCCIO INTEGRATO
• Tratta sia l’aspetto verbale che
quello delle attitudini;
• obiettivo: diventare comunicatori
efficaci.
D.ssa Angela SCALZO
60. IL PROGRAMMA LIDCOMBE
(Onslow, Packman & Harrison)
Ai bambini viene insegnato come diventare consapevoli della propria
balbuzie e come produrre uno speech privo di sforzo e libero da
balbuzie:
• Programma di trattamento comportamentale basato su procedure
di condizionamento operante.
• Focus: balbuzie.
• Obiettivo: non balbettare.
• Per bambini prescolari (inf. a 6 anni).
• Trattamento svolto dai genitori.
Come diventare un Lidcombe Program Trained Therapist
(Terapista Lidcombe):
Workshop di 4 giorni amministrato dai Membri del Lidcombe Program
Trainers Consortium: www.montrealfluency.com/lidcombe_news.html
• Ruolo del terapista: insegnare ai genitori ad amministrare la terapia.
• Ruolo dei genitori: amministrare la terapia.
Tratta dall’intervento di Kristin A. Chmela M.A.
Chmela FLuency Center
Long Grove, Illinois, Corso “La terapia della balbuzie
61. METODO MINI KIDS
I BAMBINI HANNO IL PERMESSO DI BALBETTARE
Programma del trattamento basato su procedure
• strategie di coping;
• sviluppare maggiore competenza nell’ambiente nell’aiutare;
• counselling con i genitori (individuale e di gruppo);
• Fasi:
- desensibilizzazione e identificazione;
- modificazione;
- generalizzazione;
• informare e preparare alle ricadute.
D.ssa Angela SCALZO
62. PALIN PARENT-CHILD INTERACTION THERAPY
• per bambini da 2 a 5 anni;
• screening;
• valutazione completa;
• sei sedute cliniche (1 ora a seduta);
• periodo di sei settimane di consolidamento a casa;
• controlli a 6 settimane, 3 mesi, 6 mesi, 1 anno post terapia;
• focus è incentrato nel comprendere le capacità e i bisogni di ogni bambino;
• il coinvolgimento dei genitori è fondamentale per il processo di cambiamento;
• strumenti: registrazione video, special time, strategie familiari.
D.ssa Angela SCALZO
64. Le metodiche riguardanti la retrazione uditiva possono essere
raggruppate con la denominazione di retrazione uditiva modificata
(MAF). Esse sono:
• il mascheramento,
• la retroazione acustica ritardata (DAF),
• la retrazione acustica a frequenza alterata (FAF),
• l’effetto Fletcher (riascolto della propria voce amplificata),
• l’effetto metronomo,
• la lettura all’unisono.
D.ssa Angela SCALZO
65. Scelte di trattamento in età scolare
Presentazione generale:
• programma di terapia in 3 fasi;
• intervento diretto con il bambino, con i genitori e le altre
persone importanti per il bambino;
• approccio collaborativo;
•approccio integrato basato sull’aiutare il bambino ad essere
sicuro di sé, assertivo:un comunicatore tranquillo che
“continua a parlare”.
Slide tratta
dall’intervento di Kristin A. Chmela M.A.
Chmela FLuency Center
Long Grove, IllinoisCorso “La terapia della balbuzie
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66. COMPREHENSIVE STUTTERING PROGRAM (BOBERG-KULLY)
È un programma di trattamento intensivo per adolescenti e adulti
che prevede le seguenti fasi:
1. modificazioni comportamentali;
2. modificazioni cognitive;
3. lavoro sul trasferimento;
4. mantenimento a lungo termine;
5. prevenzione delle ricadute.
D.ssa Angela SCALZO
67. D.ssa Angela SCALZO
I TRATTAMENTI RIABILITATIVI
Sulla base di teorie monocausali si sono sviluppati vari
modelli di trattamento:
1. Terapie ortofoniche. Si propongono di curare il sintomo
rieducando il paziente ad un linguaggio fisiologicamente
corretto (Guzman, Bryngelson, Froeschels e Liebmann);
2. Tecniche psicoterapiche (psicoterapia analitica e
psicoterapia cognitivo comportamentale).
68. D.ssa Angela SCALZO
METODI DI RIABILITAZIONE
1. Metodo “Hugo Gregory” (appartiene alle metodiche che adottano i principi
del Behavior Modification integrati con assunti teorici cognitivistici). Il
trattamento insegna al paziente tecniche che gli consentono di parlare
fluentemente e lo aiuta a comprendere cosa fa mentre balbetta.
2. Metodo “Lena Rustin”. Il trattamento, intensivo, individuale o di gruppo,
punta all’acquisizione, da parte del paziente, delle competenze
comunicative.
3. Metodo di “F. Le Huche”. Il trattamento si articola in due fasi. Nella
prima fase vengono proposti esercizi di rilassamento integrati ad esercizi
respiratori, articolatori, vocalici, ritmici e di proiezione vocale. Nella
seconda fase il paziente viene preparato a parlare senza timore della
balbuzie e a servirsi del linguaggio altrui.
4. Metodo esistenziale integrato di “Isis Meira”. Trova i suoi fondamenti nel
pensiero fenomenologico esistenziale di Husserl, Heidegger, Merleau –
Ponty e nell’integrazione fisiopsichica di Sandor. La terapia si articola in
due momenti, l’intervento centrato sul balbuziente e l’intervento centrato
sulla balbuzie.
69. In conclusione:
• La maggior parte delle terapie per bambini (ed adulti) dà
risultati positivi;
• I miglioramenti sono sostanziali nel 60-80% dei casi se si
paragonano i dati dei trattamenti riportati (Bloodstein & Bernsten
- Ratner, 2008);
• La “terapia di per sé” è in grado di creare cambiamenti
significativi in un paziente se questi è pronto (Zebrowsky, 2007).
tratta dall’intervento di Kristin A. Chmela M.A.
Chmela FLuency Center
Long Grove, IllinoisCorso “La terapia della balbuzie
D.ssa Angela SCALZO
70. VAN RIPER (1982)
la balbuzie è come un puzzle i cui
pezzi sono sparpagliati sui tavoli di
logopedisti, psicologi, linguisti
neuropsichiatri, genetisti e di altri
professionisti che si occupano di
questo disturbo e che lavorano per
ricostruire un’ immagine, con il
fondato sospetto che alcune tessere
siano ancora mancanti
D.ssa Angela SCALZO
71. BIBLIOGRAFIA
Murray, F. P. (1980) A Stutter's Story. The Intestate Printers & Publishers.
(trad. it. La balbuzie. Prevenzione e terapia nel testo di riferimento
dell'associazione italiana per la balbuzie. Edizioni Red, Novara, 2003);
Lena Rustin (1994) Manuale per la valutazione e il trattamento intensivo della
balbuzie, Omega Edizioni, Torino;
Scoti L., (2006). A look at genetic and neurological correlates of stuttering, The
Stuttering Foundation, Memphis, Winter 2006 (trad. It. Balbuzie:
correlazioni genetiche e neurologiche, Libera la Parola, Pisa, n. 1 7, pp. 1,8);
Coscarella S., (2011) Balbuzie: fattori psicologici e meccanismi di mantenimento, Quale psicologia n.38
pp.49,54;
Spanò A. (2007) L’approccio centrato sul cliente nella terapia della balbuzie con gli adulti, ACP – Rivista di
studi Rogersiani, n…… pp 1,28;
Corso di formazione per la diagnosi e il trattamento della balbuzie, Materiali delle lezioni dei diversi
docenti, Roma 2012-2013
G. Biondi (2009-2010), Analisi strumentale della produzione verbale nelle disfluenze locutorie, tesi
dottorato, Università degli studi di Catania.
Dati epidemiologici E. Yairi,& N.A. Ambrose, Early childhood dtuttering, Pro-Ed, Austin, 2005
D.ssa Angela SCALZO
Editor's Notes
Nelle classificazioni di Funzioni e Strutture Corporee, il livello di dettaglio scende al 4° livello; nelle classificazioni di Attività e Partecipazione e dei Fattori Ambientali si ferma al 3° livello.
Per vedere come la struttura interna e questi livelli funzionano in pratica, possiamo guardare l’apertura della categoria del Capitolo 2 delle Funzioni Corporee.
possibile, bosognerebbe cercare di allineare i rientri nelle lastrinecon le alinee (9, 10, 11,12,18 e 23). Inoltre nel sommario a tendinabisognerebbe inserire, prima dei fondi pensione, un ulteriorerettangolo "calcolo della pensione".Grazie e buona giornata.