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Corso di Laurea Magistrale in Editoria, Culture della Comunicazione e
della Moda
MITI DEL MONDO DALLA A ALLA Z:
UN E-BOOK PER SPIEGARE LA MITOLOGIA AI RAGAZZI
Relatore:
Prof. Francesco TISSONI
Correlatore:
Prof.ssa Silvia ROMANI
Elaborato Finale di:
Valeria RICCIARDI
Matr: 934841
Anno Accademico 2020-2021
3
4
Sommario
Introduzione .......................................................................................6
1. L’eBook .........................................................................................9
1.1 Che cos’è un eBook? ................................................................................9
1.1.1 Caratteristiche ......................................................................................................... 9
1.1.2 L’e-reader.............................................................................................................. 10
1.1.3 I DRM ................................................................................................................... 19
1.2 Il rapporto con la società.........................................................................23
1.2.1 Il boom degli eBook.............................................................................................. 23
1.2.3 I dati sulla lettura digitale...................................................................................... 25
1.2.4 Ecosostenibilità dell’eBook .................................................................................. 26
1.2.5 Il mercato digitale ................................................................................................. 27
1.2.6 Potenzialità applicative nel mondo scolastico....................................................... 28
1.3 L’ePub3...................................................................................................29
1.3.1 Panoramica sui formati ......................................................................................... 29
1.3.2 Storia dell’ePub..................................................................................................... 34
1.3.3 HTML5, CSS e Javascript..................................................................................... 39
1.3.4 Rendering.............................................................................................................. 44
2. Come si crea un eBook ................................................................48
2.1 Requisiti da considerare..........................................................................48
2.1.1 Tipologia............................................................................................................... 48
2.1.2 Standard ................................................................................................................ 49
2.1.3 Codifica del linguaggio......................................................................................... 52
2.1.4 Leggibilità............................................................................................................. 53
2.1.5 Accessibilità.......................................................................................................... 57
2.1.6 Usabilità ................................................................................................................ 63
2.1.7 Software per la creazione di e-book...................................................................... 66
2.2 Modelli di riferimento.............................................................................67
2.2.1 La scala d’oro........................................................................................................ 68
2.2.2 Alice for the Ipad .................................................................................................. 69
2.2.3 Storie di donne mitologiche per bambine mitiche ................................................ 71
2.2.4 La collana Le grandi raccolte................................................................................ 73
5
2.2.5 Miti Greci per Bambini: Incredibili Storie degli Eroi e Dei della Mitologia Greca:
Edizione Illustrata .......................................................................................................... 74
2.2.6 Atlante dei miti. Mostri e leggende, divinità ed eroi in 12 mappe di mondi
mitologici ....................................................................................................................... 76
2.2.7 Dizionario universale di mitologia........................................................................ 77
3 Il progetto: Miti del mondo dalla A alla Z. Un eBook per spiegare
la mitologia ai ragazzi......................................................................79
3.1 Considerazioni preliminari .....................................................................79
3.1.1 L’obbiettivo del progetto....................................................................................... 79
3.1.2 Il software utilizzato.............................................................................................. 80
3.1.3 Analisi del target ................................................................................................... 82
3.2 Realizzazione di “Miti del mondo dalla A alla Z” .................................85
3.2.1 Alfabeto................................................................................................................. 85
3.2.2 Layout ................................................................................................................... 86
3.2.3 Font ....................................................................................................................... 86
3.2.4 Copertina............................................................................................................... 86
3.2.5 Istruzioni ............................................................................................................... 88
3.2.6 Indice..................................................................................................................... 89
3.2.7 Mappa.................................................................................................................... 91
3.2.8 Illustrazioni ........................................................................................................... 92
3.2.9 Schede informative................................................................................................ 97
3.2.9 Racconti mitologici............................................................................................. 100
3.2.10 Elementi interattivi............................................................................................ 126
Conclusioni ................................................................................... 132
Bibliografia ................................................................................... 133
Sitografia....................................................................................... 135
6
Introduzione
Le nostre abitudini sono state e continuano ad essere alterate significativamente dalla
tecnologia. Il periodo storico che stiamo vivendo è un momento di profonda
trasformazione del mondo dell’editoria: la capacità di convertire entità fisiche in
contenuti digitali è infatti forse paragonabile alla rivoluzione di Gutenberg con la
stampa a caratteri mobili. La rivoluzione eBook, infatti, sta portando un rapido
mutamento nell’industria editoriale, stravolgendo non solo alcuni dei suoi meccanismi
ma anche le abitudini dei lettori.
Oltre agli enormi vantaggi in termini di risparmio economico e comodità di
trasporto, rispetto al libro cartaceo tradizionale l’eBook ha anche il potenziale per
offrire un’esperienza del tutto nuova al lettore, ad esempio attraverso l’interattività che
alcuni formati, come nel caso dell’ePub3 utilizzato in questo progetto, permettono.
I settori su cui questo tipo di tecnologia potrebbe essere applicata con enorme
successo sono innumerevoli ma quello con il maggior potenziale è senza dubbio il
settore dell’editoria rivolta a bambini e ragazzi.
L’intento di tale applicazione non deve essere necessariamente quello di
sostituire la lettura dei libri cartacei ma di offrire, invece, un tipo di esperienza diversa
e avvicinare il giovane lettore al mondo dei libri. È sempre più evidente, infatti, che
un gran numero di bambini siano a contatto sin dalla più tenera età con oggetti
tecnologici come pc, tablet e cellulari, motivo per cui la lettura attraverso questi
dispositivi potrebbe portare coloro che normalmente non si sarebbero avvicinati
volontariamente ad un libro cartaceo, magari perché spesso associato alla scuola e ai
doveri, alla lettura, perché fruita tramite un dispositivo che mentalmente associano al
divertimento. Una volta sperimentato il piacere della lettura saranno poi invogliati a
cimentarsi anche in altre modalità di fruizione, come quella cartacea. Ovviamente resta
imprescindibile il ruolo primario che genitori e insegnanti hanno nel sensibilizzare i
bambini alla passione per la lettura, qualsiasi il supporto scelto per farlo.
I motivi sopra esposti sono dunque la ragione per cui si è scelto l’eBook come
mezzo per avvicinare i lettori alla lettura, utilizzando nello specifico un genere molto
amato da bambini e ragazzi, quello della mitologia. La scelta di un eBook di genere
mitologico, oltre che uno scopo ricreativo, ha anche un duplice intento didattico: da un
7
lato quello di trasmettere, attraverso i racconti, i valori positivi dei personaggi inseriti,
dall’altra quello di abituare il giovane lettore al rapporto con il diverso e avvicinarlo a
culture diverse dalla propria, anche attraverso approfondimenti e curiosità inserite
all’interno del progetto.
Ad accompagnare i testi e gli approfondimenti sono stati inseriti degli elementi
interattivi che possano spingere il lettore a incuriosirsi e approfondire la lettura. Oltre
agli elementi interattivi a scopo puramente ludico, in numero limitato per evitare che
il gioco sovrasti la lettura, sono stati inseriti anche degli elementi interattivi didattici,
come una mappa interattiva o, ancora, la possibilità di toccare delle specifiche parole
all’interno del testo e conoscerne il significato o le curiosità ad essa associata.
Il programma utilizzato per la realizzazione dell’eBook è Pubcoder, un
software nato da una giovane realtà torinese specializzato nell’editoria digitale e nel
self-publishing, scelto per la sua intuitività di utilizzo e per la possibilità di inserire
modifiche e aggiunte sul modello creato, in modo da poter eventualmente inserire
nuovi racconti o creare una nuova raccolta di miti dal modello già creato.
Nella relazione di tesi sono state discusse tutte le fasi del progetto.
Nel primo capitolo sarà chiarito cosa si intende con il termine ebook, ne saranno
descritte le modalità di fruizione, le caratteristiche e la storia, verrà spiegata la
questione riguardante i DRM e il rapporto con la società contemporanea, esplorando
tematiche come dati di vendita, ecosostenibilità e potenzialità applicative nel mondo
scolastico. Infine sarà approfondito il tema dei formati disponibili, con un focus quello
scelto per la realizzazione del progetto, l’ePub3, illustrandone la storia e le
caratteristiche.
Il secondo capitolo sarà dedicato ai requisiti tecnici da seguire per poter creare
un eBook, con un approfondimento su quelli principali, e ad un’analisi dei modelli di
riferimento che il mercato editoriale offre, evidenziandone pregi e difetti, utili per
raggiungere una maggiore consapevolezza su ciò che era da evitare durante la
realizzazione del progetto di eBook.
Il terzo capitolo sarà infine interamente dedicato al progetto. Nella prima parte
saranno esplicitati gli intenti del progetto, il software scelto per la sua realizzazione e
un’analisi del target a cui l’eBook è rivolto, ossia quello del lettore di “fascia media”,
di un’età indicativamente compresa tra gli otto e i dodici anni.
8
Nella seconda ed ultima parte verranno mostrati i procedimenti eseguiti per la
realizzazione dell’eBook, dalla scelta dell’alfabeto utilizzato, al font, alle illustrazioni
inserite, spiegando ogni parte di esso e riportando alcuni esempi di testi inseriti. Per
ogni racconto riportato sarà poi motivata la scelta della sua inclusione all’interno della
raccolta e le motivazioni per cui è stata selezionata una versione piuttosto che un’altra
tra quelle disponibili. In seguito sarà illustrato il lavoro di ricerca delle fonti per la
scrittura delle schede informative e del testo originale su cui basare l’operazione di
riscrittura, in una chiave adatta al pubblico di riferimento, del mito. Infine saranno
spiegate le tipologie di elemento interattivo inserite, il loro intento e il funzionamento
tecnico.
9
1. L’eBook
1.1 Che cos’è un eBook?
Un eBook (abbreviazione di electronic book, ossia libro elettronico), noto anche come
e-book o ebook, è una pubblicazione di libri resa disponibile in formato digitale,
composta da testo, immagini o entrambi, leggibili sul display a schermo piatto di
computer o altri dispositivi elettronici.
1.1.1 Caratteristiche
Sebbene a volte sia definito come «una versione digitale di un libro stampato»1
, alcuni
e-book esistono anche senza un equivalente stampato.
Gli e-book possono essere letti su dispositivi e-reader dedicati, ma anche su qualsiasi
dispositivo computer dotato di uno schermo di visualizzazione controllabile, inclusi
computer desktop, laptop, tablet e smartphone.
«Rispetto alla staticità del libro tradizionale, l’eBook offre la
multimedialità e l’interattività tipiche dell’ipertesto, caratteristiche che lo
rendono il supporto ideale per enciclopedie, dizionari, manuali e tutti i testi
che non richiedono una lettura sequenziale ma che traggono vantaggio
dall’utilizzo di motori di ricerca e supporti multimediali.»2
Tutto questo permette di interagire con il testo in un nuovo modo, cercando passaggi
o termini senza dover utilizzare gli indici o di sfogliare le pagine, «grazie ai link le
citazioni e i riferimenti ad altri testi diventano vivi e immediatamente accessibili»3
; la
funzione del copia-incolla permette di copiare parti del testo, oppure trasferire con
facilità intere biblioteche senza dover ricorrere a scatoloni e furgoni.
Tuttavia, c’è chi è preoccupato per la tecnologia dell'inchiostro elettronico (e-ink)
perché vede in esso una minaccia per il libro classico: l’e-ink ha reso infatti il supporto
digitale molto simile a quello cartaceo, almeno dal punto di vista fisico e tattile.
1
Editori Treccani, Ebook in Enciclopedia Treccani
https://www.treccani.it/enciclopedia/e-book/
2
Bocciolesi Enrico, Ebooks, libri digitali ed epubs: cosa leggiamo e come possiamo utilizzarli nei
contesti educativi in AIRInforma, 7 aprile 2015
https://informa.airicerca.org/it/2015/04/07/eBook-libri-digitali-epub/
3
Trezzi Giovanni, Epub. Guida per autori, redattori, grafici, Apogeo, 10 novembre 2010 p.11
10
Potenzialmente l’eBook potrebbe essere un cambiamento radicale delle nostre
abitudini di lettura. Alcune forme di lettura sono già state completamente sostituite
dalla loro versione digitale, basti pensare ad enciclopedie e dizionari, Oggi possiamo
immaginare, ed in parte già sta accadendo, studenti che, attraverso l’uso di appositi
dispositivi, portano nella propria aula di lezione un tablet in sostituzione dei pesanti
libri di carta e che possano contenere lezioni con testo e video.
L’e-book è considerato la «quarta rivoluzione»4
, perché sta cambiando non solo il
mondo dell’editoria, ma anche il mondo degli usi e dei consumi delle persone.
L’introduzione di questa nuova tecnologia sta creando però non pochi problemi che
vanno affrontati e tenuti in considerazione.
1.1.2 L’e-reader
Per poter fruire degli eBook è necessario un supporto materiale che contenga un
software che permetta la lettura. Tale supporto può essere un cellulare o un tablet con
installata un’applicazione di lettura, oppure un dispositivo creato per leggere gli eBook.
Il supporto specifico nato per rispondere a questa esigenza è chiamato e-reader, o
lettore di eBook, ed è un dispositivo elettronico portatile che consente di inserire
all’interno un gran numero di eBook per conservarli e consentirne la lettura.
L’e-reader è studiato in modo da offrire al lettore un’esperienza che somigli
per quanto possibile alla lettura su formato cartaceo, con l’obbiettivo di affaticare
meno la vista, anche grazie ad opzioni personalizzabili come quella dell’aumento delle
dimensioni dei caratteri, la scelta del font tra quelli proposti, la luminosità regolabile
e alla tecnologia e-ink. Alcuni modelli evoluti permettono anche di connettersi
tramite 3G e Wi-Fi per scaricare nuovi titoli o accedere a delle pagine web oppure
condividere sui social network come FaceBook o Goodreads, un social network
dedicato ai lettori, i propri appunti o le parti del libro che sono state sottolineate.
La prima idea di e-reader si deve ad Alan Kay che nel 1968 disegnò la sua idea
di Dynabook e inventò il prototipo dei lettori eBook.
4
Cfr. Roncaglia Gino, La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro, Laterza, 2014
11
Le caratteristiche del Dynabook erano:
• Modello astratto
• Dimensioni di un bloc notes
• Schermo piatto
• Collegamenti radio
• Enorme capacità di memoria
• Interfaccia dinamica: per leggere e per scrivere
Quando poi nel 1970 Alan Kay viene assunto alla Xerox ha la possibilità di realizzare
il suo prototipo, lo Xerox Alto, che, tuttavia, non è mai stato commercializzato.
Figura 1 – Dynabook ideato da Alan Kay
Figura 2 – Xerox Alto
12
Il primo vero e-reader è stato il “Rocket Ebook Reader” prodotto da Nuvomedia grazie
ai finanziamenti della casa editrice Barnes&Noble e presentato nel 1998 alla Fiera del
Libro di Francoforte. Il dispositivo era dotato di uno schermo touch a cristalli liquidi
monocromatico.
I primi modelli di e-reader non erano dotati di retroilluminazione e la resa era molto
simile a quella di un libro stampato, per il loro utilizzo era necessaria una fonte di
illuminazione esterna naturale o artificiale.
Nello stesso periodo esce un altro dispositivo in parte analogo al Rocket eBook,
il SoftBook, prodotto dalla SoftBook Press. Il libro elettronico si accendeva aprendo
la copertina: una trovata quindi che rafforzava nel lettore l’idea di trovarsi di fronte a
un oggetto certo tecnologico, ma comunque identificabile con un libro.
Né il Rocket eBook né il SoftBook raggiunsero un grande successo. Questi
dispositivi, che avevano lo scopo di far esperire al consumatore una lettura simile a
quella su carta, in realtà non riuscivano a soddisfare a sufficienza i requisiti di mimicità
e di autosufficienza. Nonostante avessero il pregio di poter contenere un gran numero
di libri, la lettura risultava comunque molto più scomoda che su carta, limite decisivo
che portò al fallimento del progetto. In aggiunta il prezzo, la durata delle batterie,
l’adozione di politiche di gestione dei diritti chiuse e poco funzionali, l’idea di un unico
Figura 4 - Rocket EBook Reader prodotto da
Nuvomedia
13
fornitore di contenuti, con una scelta piuttosto limitata di titoli, sono fattori ulteriori
che hanno contribuito al flop.5
La prima ventata di novità arriva con il Sony Librié, prodotto dalla Sony nel
2004. Si tratta del primo eBook reader basato su tecnologia e-ink, un inchiostro
elettronico che ha il pregio di non affaticare la vista del lettore e dal grande risparmio
energetico. La leggibilità era garantita dal forte contrasto tra i caratteri neri e lo sfondo
bianco, che garantiva un ottimo livello di definizione e nitidezza di testo e grafica,
offrendo così una maggiore leggibilità. Il dispositivo era privo di retroilluminazione e
rifletteva la luce ambientale in modo da poter consentire la lettura anche in condizione
di esposizione alla luce del sole, permettendo al lettore di poterne fruire ovunque senza
dover affaticare la vista.
Figura 5 – Sony Librié
La stessa tecnologia venne sfruttata due anni dopo ancora dalla Sony, che lanciò sul
mercato un altro modello di eBook reader: il Sony Reader.
Tuttavia entrambi i dispositivi non ebbero il successo sperato, probabilmente a
causa del loro meccanismo chiuso per l’acquisizione dei contenuti, basato su formati
proprietari (quale era il formato Sony) e su un unico negozio on-line.
5
Cfr. Roncaglia G., La quarta rivoluzione: sei lezioni sul futuro del libro, LaTerza, 2010
14
La vera svolta si ebbe nel 2007 con il Kindle prodotto da Amazon, un lettore dotato di
tecnologia e-ink e con connettività Wi-Fi o 3G integrata.
Grazie alla possibilità di connettere il proprio dispositivo all’account Amazon e
acquistare da questo i propri eBook inviandoli direttamente sull’ereader, Amazon ha
avuto la possibilità di affermarsi come uno dei colossi nella vendita degli eBook poiché
permette di disporre dei contenuti della più grande libreria del mondo e con una
modalità di acquisto molto semplice. Il successo fu immediato: andò esaurito in quattro
ore e mezza dall’uscita sul mercato, rimanendo senza scorte fino al 2008.
Per contrastare Amazon e la sua enorme offerta di contenuti, la Sony decise di
cambiare la propria politica e rese i propri dispositivi compatibili con tutti i formati
aperti, tra cui l’ePub.
La concorrenza del Kindle ebbe un effetto positivo non solo sulla politica di
gestione dei contenuti, ma anche sulle vendite: gli eBook reader Sony cominciarono a
vendere di più proprio dopo l’uscita del dispositivo di casa Amazon.
Negli anni seguenti Barnes & Nobles, presenta Nook, il suo reader. A
differenza degli altri lettori ha un doppio schermo: uno con tecnologia e-ink per la
lettura e un altro, nella parte inferiore del dispositivo, a colori e con tecnologia touch
per navigare nel lettore e accedere allo store. A differenza del Kindle, il Nook permette
Figura 6 - Il primo modello di Kindle di Amazon
15
di leggere eBook in formato ePub, ma con prestazioni dello schermo lievemente
inferiori a quelle del Kindle. Sull’esempio di Barnes & Nobles, Mondadori nel 2012
ha firmato un accordo con l’azienda Kobo per la distribuzione nelle librerie della
catena dei Kobo Touch, un dispositivo anch’esso in formato aperto, insieme ad
un’elevata quantità di e-book disponibili anche in italiano.
Il 2010 è l’anno di uscita del primo iPad, che viene lanciato anche, ma non
unicamente, come dispositivo di lettura: offre un programma apposta, iBooks, che
imita se non la sensazione tattile almeno quella visiva di un libro, e offre il
collegamento con un servizio di vendita gestito dalla stessa Apple e denominato
iBookstore, tramite il quale Apple comincia a vendere eBook su larga scala grazie ad
un accordo con i cinque maggiori editori in lingua inglese. Inoltre, accetta e permette
di usare il formato ePub, e quindi funziona senza necessità di conversioni anche con
gli eBook di pubblico dominio.
Nello stesso anno anche Samsung produce il primo Galaxy Tab con sistema
operativo Android. Google da parte sua crea un nuovo servizio di vendita online di
eBook, chiamato Google Editions (oggi Google Play), in grado di rispondere alla
concorrenza di Amazon, Barnes & Noble e Apple.
Figura 7 – Kindle Fire e Ipad di Apple
16
Nel 2012 MacWilliam, riferendosi alla diffusione di dispositivi tablet come il Kindle
Fire o l’iPad, strumenti dotati di display ad alta risoluzione e capaci di gestire contenuti
interattivi e multimediali, parla dell’avvento di una “quarta generazione”6
di eBook
reader. Questi dispositivi sono pensati per i nuovi libri elettronici: gli enhanced eBooks,
o eBook arricchiti, nei quali il testo base viene integrato con elementi multimediali e
interattivi non previsti nelle precedenti tipologie di eBook.7
Con gli anni anche gli e-reader si sono evoluti andando in contro alle esigenze
dei lettori; infatti, i modelli successivi sono stati dotati di una luce incorporata per poter
leggere al buio anche senza una fonte di illuminazione esterna disponibile e della
possibilità di regolare la luce automaticamente o manualmente, in base alle proprie
necessità.
La tecnologia degli e-reader è tuttavia pensata per visualizzare delle immagini
statiche come le pagine di un libro, motivo per cui non performa allo stesso modo
quando deve permettere la visualizzazione di contenuti più complessi, come video e
siti web, motivo per cui alcuni preferiscono utilizzare il tablet.
Negli anni molte altre aziende si sono dedicate alla produzione di e-reader, ognuna
lanciando nel mercato diversi tipi di modelli adatti alle diverse esigenze dell’utente
soprattutto in termini di peso, dimensione, connettività, interattività, tecnologia e costo.
Come anticipato, per permettere la lettura è necessario un software dedicato che,
compatibilmente con il supporto materiale prescelto, consenta la visualizzazione
dell’eBook.
Nella seguente tabella sono elencati i principali software attuali confrontati in
base ai formati supportati e ai sistemi operativi con cui sono compatibili.
6
MacWilliam Angus, The Engaged Reader in Springer Link, New York 2013
https://link.springer.com/article/10.1007/s12109-013-9305-8
7
Cfr. Mrva-Montoya Agata, Editing skills in the era of digital [r]evolution in Papers from the 6th
IPEd National Editors Conference, 2013
17
Software
Principali formati
supportati
Sistemi operativi Licenza
Adobe
Digital
Editions
PDF, ePUB macOS, Windows proprietaria
Adobe
Acrobat
PDF macOS, Windows proprietaria
Calibre ePUB, LIT, HTML e altri GNU/Linux, macOS, Windows
GNU
GPL v3
Lexcycle
Stanza
ePUB, LIT, HTML, RTF, PDF e
altri
multipiattaforma
FBReader FB2, ePUB, HTML e altri multipiattaforma
EaseReader DTB Windows
eMonocle OeB macOS, GNU/Linux, Windows
eReader PRC, PDB Palm OS, macOS, Windows
Mentoract
Reader
OeB Vari (richiede Java Runtime
Engine)
Microsoft
Reader
LIT Windows, Windows Mobile EULA
MobiPocket
Reader
MobiPocket, OeB Blackberry, PalmOS, Symbian,
Windows Mobile
18
Software
Principali formati
supportati
Sistemi operativi Licenza
NIST
Reader
OeB GNU/Linux, Windows
OpenBerg OeB macOS, GNU/Linux, Windows
Okular PDF, ePUB GNU/Linux, Windows, macOS GNU GPL
Starbuck
Reader
HTML, TXT, PDB, PRC Windows Mobile
Tiny eBook
Reader
HTML, LIT, TXT Windows Mobile
TK3 Reader TK3 macOS, Windows
TPB Reader DTB Windows
uBook
Reader
HTML, PRC, RTF, TXT PalmOS, SymbianOS,
Windows Mobile
19
1.1.3 I DRM
Digital Rights Management (DRM), tradotto letteralmente come “gestione dei diritti
digitali”, indica un insieme di tecnologie mediante cui i titolari di diritto d’autore
possono tutelarsi dal punto di vista sociale, legale e tecnologico.
Si tratta di misure di sicurezza incorporate nei computer, negli apparecchi elettronici
e nei file digitali, consistenti nella possibilità di rendere protette, identificabili e
tracciabili le opere dell'ingegno tutelate. Alla base del funzionamento dei DRM ci sono
due processi chiave: la prima è la crittografia e la seconda è la gestione delle politiche
digitali.8
Lo scopo dietro i DRM è quello di evitare lo sfruttamento dell’altrui proprietà
intellettuale permettendo l’intero processo di pubblicazione di un eBook dalla
produzione alla distribuzione e contrastare il fenomeno della pirateria digitale. Il
tradizionale processo del DRM è cambiato dopo il 2000, anno in cui è iniziata la
seconda generazione di DRM.
Il DRM è utilizzato attraverso varie tecniche che alcuni proprietari nel mercato
degli eBook impiegano per proteggere i propri interessi. I diversi fornitori di servizi
utilizzano diversi schemi per mettere in sicurezza l’utilizzo dei contenuti, ad esempio
Sony ha deciso di utilizzare un framework a tempo limitato che vieta agli utenti
illegittimi l’accesso ai contenuti digitali per sessanta giorni. La violazione del
copyright tramite il peer to peer ha incoraggiato le case editrici di eBook ad impiegare
i DRM.
La gestione dei diritti digitali semplifica il trasferimento del prodotto coperto
dalla proprietà intellettuale. Libri, musica, film ecc. quando sono utilizzati nella loro
forma digitale possono facilmente essere condivisi e scambiati attraverso la rete
internet o altre risorse come chiavette USB, Bluetooth o CD-ROM. Tradizionalmente
I sistemi di DRM integrano la crittografia, l’accesso limitato, i meccanismi di controllo,
l’identificazione mediale e i meccanismi di tracciamento. I DRM permettono inoltre
di creare un framework di sicurezza per controllare l’accesso e le azioni che possono
essere eseguite dagli utenti (umani e non). Alcuni criticamente credono che rafforzare
l’impiego dei DRM sui contenuti digitali sia un processo complesso e irragionevole
8
Henke Harlond, Electronic Books and ePublishing: A Practical Guide for Authors, Springer, 2012
20
che non è di alcun aiuto, mentre altri credono rafforzarli sia estremamente necessario
in modo da prevenire la violazione della legge sul copyright.
Le tecnologie DRM sono cruciali nell’epoca di internet poiché assicurano un
controllo costante del file mentre esso è impiegato. Le aziende impiegano diversi tipi
di DRM e quasi sempre i sistemi non sono interoperabili, il che diventa un problema
per l’utente poiché a volte è costretto ad acquistare lo stesso contenuto da diversi
produttori per poterlo utilizzare su dispositivi diversi proprio a causa della mancanza
di interoperabilità e dei problemi di formattazione.
Esistono due tipi di schemi DRM noti come prima generazione e seconda
generazione. Gli schemi di prima generazione possono controllare la copia del
contenuto digitale, questa caratteristica li rende limitati, mentre gli schemi di seconda
generazione possono controllare la copia, l'alterazione, l'accesso, la stampa e varie
altre funzionalità che impediscono la violazione dell'IP. Un sistema DRM ideale
dovrebbe essere adattabile, fortemente crittografato e trasparente per l'utente.
Oggi esistono quattro principali sistemi DRM di uso comune per gli e-book:
• Social DRM
«Noto anche come watermark (termine inglese che significa “filigrana”), il
social DRM implica l’inclusione all’interno della pubblicazione, o meglio nei
file che compongono un ePub, delle informazioni sul legittimo proprietario
(per esempio nome, cognome, indirizzo e-mail e così via). In pratica quando
un utente compra un eBook le credenziali fornite per l’acquisto vengono
utilizzate per marcare la pubblicazione, personalizzandola e rendendola
identificabile in caso di usi non leciti.»9
• ACS di Adobe
Il più diffuso sistema di DRM è probabilmente Adobe Content Server (ACS),
supportato da uno svariato numero di ereader e impiegato da diverse
piattaforme di distribuzione di eBook. Il distributore o l’editore attraverso
questo DRM possono stabilire con precisione il tipo di controllo sul contenuto,
permettendo o meno all’utente determinate operazioni. Ad esempio, è possibile
fornire o vietare l’autorizzazione alla stampa, se autorizzare la stampa di solo
una parte del documento o del documento intero, con una risoluzione delle
9
Cfr. Trezzi Giovanni, Epub. Guida per autori, redattori, grafici, Apogeo, 10 novembre 2010
21
immagini non ottimale o solo per un certo numero di pagine al mese. Inoltre è
possibile limitare su base mensile il numero di operazioni di copia/incolla o far
sì che l’eBook abbia una data di scadenza. L’utilizzo del contenuto è permesso
solo ai dispositivi associati all’account Adobe della persona che ha effettuato
l’acquisto, mentre per quanto riguarda la fruizione su computer desktop è
necessario utilizzare il software Adobe Digital Editions. Le possibilità di
personalizzazione del DRM sono il principale vantaggio del sistema Adobe
Content Server, ma a fronte di ciò esistono due svantaggi non trascurabili
«Il primo svantaggio è la mancanza di compatibilità con gli altri tipi di DRM:
sugli ereader che supportano ACS possono essere letti solo ePub DRM free, o
protetti con un sistema watermark o appunto con DRM Adobe, mentre
contenuti con altri DRM (come FairPlay di Apple), anche se legittimamente
acquistati, non possono essere visualizzati.
Il secondo svantaggio è invece la crescente macchinosità per il lettore
nell’ottenere il file dell’eBook acquistato. Infatti, una volta terminata la
procedura di acquisto, quello che l’utente riceve è un piccolo file con
estensione .acsm (Adobe Content Server Message). Aprendolo, per esempio
con Adobe Digital Editions, si avvia una procedura di verifica che può durare
anche diversi secondi, durante i quali avviene una sorta di “conversazione” a
tre tra il computer dell’utente, il server dove risiede l’eBook e il sistema Adobe
Content Server. Lo scopo di questa triangolazione è verificare che l’utente
abbia effettivamente un account Adobe valido e che il server che utilizza il
DRM Adobe funzioni regolarmente. Solo se la verifica si conclude
positivamente l’utente può iniziare la procedura di download dell’eBook
acquistato.»10
• Amazon
Gli eBook venduti dal Kindle Store di Amazon sono protetti da DRM. Il DRM
di Amazon è un adattamento della crittografia Mobipocket originale e viene
applicato agli e-book in formato .azw4, KF8 e Mobipocket di Amazon. Le
policy del DRM di Kindle non sono apprezzate da molti utenti Kindle a causa
dei problemi di privacy degli utenti e del supporto di formati diversi.
10
Ivi, p.313
22
• FairPlay DRM di Apple
Il FairPlay DRM di Apple viene applicato agli E-pub e attualmente può essere
letto solo dall'app iBooks di Apple su dispositivi iOS e computer Mac OS. Per
quanto riguarda la condivisione dei contenuti, Apple permette di registrare fino
a cinque dispositivi connessi al medesimo account Apple dando la possibilità
di condividere un contenuto tra tutti i dispositivi registrati. «FairPlay non
impedisce quindi la copia dei file protetti, ma non ne consente la riproduzione
su dispositivi e software non Apple: chiunque può così distribuire file con
questo tipo di DRM, ma per accedervi è sempre necessario un dispositivo
iPad/iPhone/iPod associato all’utente che ha effettuato l’acquisto.» 11
Lo
svantaggio maggiore del DRM Fairplay è quello di non essere compatibile con
altri tipi di DRM, il che ha una ricaduta sull’utente. Non è infatti possibile
visualizzare i contenuti con altri DRM, anche se acquistati legittimamente, a
meno di ricorrere a applicazioni terze, il cui utilizzo, però, può non essere
semplice e il funzionamento non garantito.
Come anticipato tra i peggiori lati negativi c’è il problema della privacy e della
condivisione, che potrebbe rivelarsi un impedimento per un gran numero di utenti. Ad
esempio in una libreria tradizionale un cliente che vuole mantenere il proprio
anonimato durante l’acquisto di un qualsiasi libro di testo cartaceo, pagherà in contanti.
Al contrario, per l’acquisto di un eBook questo non è possibile e il cliente è costretto
a pagare telematicamente e di conseguenza i suoi dati personali da acquirente
rimarranno nella memoria storica dello store. Il cliente non potrà quindi mantenere
l’anonimato.
11
Ibidem
23
1.2 Il rapporto con la società
L’introduzione dell’ebook ha cambiato già da alcuni anni le abitudini di più di un
lettore. La possibilità di poter leggere ovunque, di accedere ad una libreria
praticamente illimitata in pochi secondi, la praticità e il risparmio economico che
l’acquisto di libri digitali comporta, ha fatto sì che molti lettori passassero alla lettura
in digitale, anche senza necessariamente abbandonare del tutto la lettura cartacea.
Nonostante ciò, sono molti ancora i detrattori del libro digitale. Infatti che sia per
purismo o per validi argomenti, nel dibattito tra digitale e carta gli argomenti virano
dalle enormi potenzialità applicative dell’eBook ai possibili effetti dannosi che le
nuove abitudini di lettura potrebbero portare.
1.2.1 Il boom degli eBook
Erroneamente si potrebbe pensare che i libri in formato elettronico siano un fenomeno
recente, in realtà quest’anno l’eBook festeggia ben 50 anni dalla sua nascita.
Quest’ultima è infatti datata al 197112
, anno in cui Michael Hart, allora studente
dell’Università dell’Illinois, ricopiò in digitale la “Dichiarazione d’indipendenza degli
Stati Uniti d’America”, inserendola poi, insieme alla Bibbia e ad alcune opere di
Shakespeare, come primi libri digitali all’interno del Progetto Gutenberg: un’iniziativa
che consisteva nel diffondere libri elettronici liberi da copyright, attraverso la
creazione di una biblioteca elettronica che riproducesse i libri stampati allo scopo di
abbattere l’analfabetismo e promuovere la letteratura.
Negli anni seguenti la tecnologia iniziò ad evolversi e si cominciò ad
immagazzinare libri digitali con le tecnologie proprie del tempo: 15 anni dopo per la
prima volta venne pubblicato un romanzo su floppy disk, Afternoon, a story di Micheal
Joyce, e in seguito si iniziò ad utilizzare la tecnologia dei cd-rom con la pubblicazione
di una raccolta di candidati al premio Hugo nel 1993.
Nel 1994 in Italia grazie al Progetto Manuzio13
nacque la prima biblioteca
digitale italiana, grazie a numerosi volontari che iniziarono a caricare all’interno della
biblioteca un gran numero di libri gratuitamente. La più importante svolta si ebbe poi
12
Hosch, William L. Project Gutenberg in Encyclopedia Britannica, 17 agosto 2017,
https://www.britannica.com/topic/Project-Gutenberg. Accessed 12 September 2021.
13
Editori di Liber Liber, Cos’è Liber Liber in Liber Liber,
https://www.liberliber.it/online/comunicare/chi-siamo/
24
nel 1998, anno in cui per la prima volta fu assegnato un codice ISBN ad un libro
digitale e grazie alla diffusione della rete, si assisté ai primi pionieri del digitale alle
prese con la distribuzione, gratuita e a pagamento, dei primi e-books.
Il 2000 è stato definito “anno zero” per quanto riguarda i libri digitali, questo grazie al
rilascio in esclusiva del formato eBook del libro “Riding the bullet” di Stephen King
e alla nascita del primo premio letterario internazionale riservato agli e-book, il
“Frankfurt EBook Awards”14
.
Nonostante ciò il mercato, soprattutto quello italiano, non era ancora pronto
per quel tipo di prodotto. In America a partire dal 2008 i quotidiani cominciarono ad
affiancare una versione digitale a quella tradizionale in cartaceo, anche grazie
all’ingresso nel mercato di e-reader ottimizzati con la tecnologia e-ink ma soprattutto
grazie alla presentazione di IPad di Apple.
Durante gli anni il mercato del libro digitale ha preso sempre più piede anche
in Italia fino ad arrivare al 2020 in cui, complice la pandemia di coronavirus che ha
imposto la chiusura delle librerie in alcuni periodi dell’anno, le vendite dei libri
elettronici hanno trainato, insieme a quelle degli audiolibri, la rendita dell’intero
settore editoriale italiano15
.
14
Reid Calvin, Frankfurt E-Book Awards; New Indie Prizes in Publishers Weekly, 30 ottobre 2000
https://www.publishersweekly.com/pw/print/20001030/23630-frankfurt-e-book-awards-new-indie-
prizes.html
15
Fabiano Cecilia, Com’è andata l’editoria italiana, infine in IlPost, 28 gennaio 2021
https://www.ilpost.it/2021/01/28/come-andata-leditoria-italiana-infine/
25
Figura 3- Grafico rappresentante la rendita del settore editoriale in Italia dal 2019 al 2020. Fonte:
Presentazione “Lo stato del libro in Italia e in Europa nell’anno della pandemia”, Ricardo Franco
Levi, AIE, 29/01/2021 presso Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri
1.2.3 I dati sulla lettura digitale
Negli ultimi anni, gli e-book sono diventati un pilastro dell'industria editoriale.
Tuttavia, la scomparsa dei libri stampati a seguito dell'introduzione degli e-book non
si è verificata come era stato previsto da alcuni.
Nonostante lo sviluppo tecnologico, è statisticamente dimostrato che in Italia,
secondo i dati ISTAT del 2019, il 78% dei lettori predilige ancora il formato cartaceo16
.
I libri stampati, in particolare quelli da collezione o le serie composte da più libri, sono
maggiormente apprezzate dai lettori per la brevità del contenuto.
Tra le ragioni che portano i lettori a preferire libri stampati ci sono i benefici
sulla memoria a lungo termine, poiché danno la possibilità di evidenziare una o più
parti del testo, oltre che l’esperienza tattile e fisica data dalla materia libro rispetto
all’immaterialità dell’eBook (51,7%), incidono inoltre l’insufficiente alfabetizzazione
informatica dei lettori (38,9%) e lo scarso comfort visivo dato dallo schermo del libro
16
ISTAT – Comunicato Stampa, La produzione e la lettura di libri in Italia in ISTAT
https://www.istat.it/it/archivio/236320
26
elettronico (32,6%). Anche il basso numero di lettori forti è indicato come un elemento
critico (26,2% dei rispondenti).
Per quanto riguarda invece il digitale, gli editori segnalano che la caratteristica
più gradita degli eBook è il prezzo di vendita ridotto (71,7%), seguita dalla facilità di
trasporto e di archiviazione dei contenuti (51%). Meno rilevante risultano la facilità di
reperimento e di acquisizione dei titoli (19,1%), la fruizione interattiva ovvero la
possibilità di fare ricerche sul testo, segnalibri, note, applicazioni per la formattazione
(16,9%) e la multimedialità (11,3%).
Nonostante la lettura di libri in formato cartaceo sia di gran lunga superiore a
quella digitale in termini di vendite, negli ultimi due anni, complice l’emergenza
coronavirus, i lettori che fruiscono di libri solo in formato digitale sono passati dal 3%
al 6%, mentre quelli che utilizzano libri cartacei, digitali e audiolibri sono aumentati
dal 17% al 26%.
1.2.4 Ecosostenibilità dell’eBook
La discussione tra e-book e libri cartacei è un dibattito molto acceso. La produzione di
un minor numero di libri cartacei ridurrà l’abbattimento di alberi e l’utilizzo di
inchiostro e di acqua, ma d’altro canto l’utilizzo degli e-reader è una bomba ecologica
sia dal punto di vista della sua produzione che del suo smaltimento.
La produzione di un libro cartaceo comporta un consumo di energia
decisamente inferiore a quella necessaria per costruire un dispositivo elettronico e di
conseguenza molte meno emissioni di gas climalteranti. È molto difficile però, stimare
quante copie cartacee verranno effettivamente acquistate dai lettori. Questo comporta
il rischio di dover mandare al macero le copie invendute.
Per quanto riguarda invece lo smaltimento, i dispositivi elettrici ed elettronici,
alla fine della loro vita, vanno smaltiti tra i RAEE perché contengono al loro interno
materiali che possono essere riutilizzati e altri che, se non smaltiti correttamente,
inquinano l’ambiente.
I libri tradizionali invece, possono essere buttati nella raccolta della carta o
donati. C’è tuttavia il problema dell’obsolescenza di alcuni argomenti che fa sì che
molti libri diventino obsoleti e destinati ad essere gettati.
27
Ingenuamente c’è chi potrebbe essere sicuro che utilizzare l’e-book sia un modo per
tutelare l’ambiente ma in realtà la questione è molto più complessa di quanto appare.
Un eBook e il suo supporto producono e consumano infatti diossido di carbonio, acqua
e prodotti chimici pari a quelli che vengono prodotti dal supporto cartaceo. Nel 2009,
il gruppo Cleantech, in un documento intitolato «The environmental impact of
Amazon’s Kindle» ha analizzato una serie di studi sulle industrie dell’editoria e dei
lettori elettronici. Dai risultati è emerso che, in media, la CO2 emessa nel ciclo di vita
di un Kindle è pari a 168 kg, che corrispondono alle emissioni prodotte nella
produzione e distribuzione di circa 22,5 libri cartacei. 17
La soluzione migliore, quindi,
è quella di utilizzare dispositivi elettronici ricaricabili con energia solare e utilizzarli
per quanti più anni possibile.
1.2.5 Il mercato digitale
A partire dal 2010 si è raggiunta una prima maturità del mercato con una
stabilizzazione della domanda di contenuti editoriali, musicali e d’intrattenimento in
genere. Emerge un profilo di consumatore che usa prevalentemente la rete per la
ricerca di contenuti, e che è disposto a pagare servizi di offerta di contenuti digitali
(audio, video o testuali). Si tratta in effetti di un mercato potenzialmente già attivo,
visto che in questo profilo di consumatore rientra anche l’abitudine alla lettura.
Accanto a questi dati occorre tener presenti quelli relativi alla crescita dei canali
di vendita on line (una quota che - in percentuale sul totale delle vendite - è triplicata
dal 2001 al 2003). Gli Internet Bookshop stanno avendo buoni risultati. Il mercato
degli e-book, almeno in linea teorica, dovrebbe offrire agli editori un modo per
liberarsi di alcuni problemi strutturali: dal problema della tiratura minima, ai problemi
gestionali e amministrativi legati al diritto di resa, a quelli finanziari legati
all’esorbitante costo della distribuzione. Eppure, molte sono ancora le barriere
psicologiche ed economiche che ostacolano una loro più vasta commercializzazione.
Però vi è una rapida evoluzione del mercato statunitense, anche se devono essere risolti
molti spinosi problemi come la determinazione dei prezzi, il diritto d’autore, le royalty
per gli autori, la creazione di uno standard digitale comune. Infatti manca uno standard
17
Cfr. Ritch E., The environmental impact of Amazon’s Kindle, Cleantech Group, 2009
28
universale (a cui sta lavorando l’Open e-book forum) e restano seri problemi legati al
Digital Right Management e ai rischi connessi alla pirateria digitale.
Il mondo editoriale italiano sembra guardare alle nuove tecnologie editoriali
(print on demand e e-book) come ad un nuovo modo di fare le vecchie cose. Ma la rete
rappresenta il passaggio ad un nuovo frame tecnologico e culturale, e anche per
l’editoria il passaggio ad in nuovo ecosistema mediologico impone l’abbandono delle
vecchie pratiche e consuetudini e l’adozione di modelli sperimentali e innovativi.
Serve individuare una via “italiana” all’editoria Internet based che sappia proporre e
magari sperimentare formule nuove ed innovative, trovando gli strumenti per superare
gli ostacoli cronici all’espansione del mercato.
1.2.6 Potenzialità applicative nel mondo scolastico
Gli e-book potrebbero, con il tempo, sostituire i libri di testo dei ragazzi in età
scolastica e alleviare l’ingente spesa che annualmente pesa sulle spalle di numerose
famiglie italiane, appunto l’acquisto dei libri scolastici.
I vantaggi dell’adozione di testi elettronici sarebbero molteplici. Oltre al
risparmio economico familiare e alla diminuzione del peso degli zaini sulle spalle degli
alunni, infatti, verrebbe favorita la diffusione della “cultura tecnologica” tra i ragazzi
e le famiglie, in modo che «gli studenti che non sono mai entrati in contatto con le
tecnologie informatiche – e che quindi sarebbero destinati a una sorta di “esclusione
sociale” dal punto di vista non solo lavorativo, ma anche di relazioni interpersonali –
avrebbero la possibilità di prendere dimestichezza con gli strumenti informatici.»18
Ovviamente l’adozione degli eBook nel contesto scolastico mette di fronte
anche ad alcuni problemi, oltre che ai vantaggi. Innanzitutto quello legato alla fruibilità
da parte degli studenti, non è detto che ogni famiglia possieda un computer, strumento
tuttavia indispensabile per la gestione dei contenuti da inserire nell’eBook. Proprio in
relazione al download dei contenuti va considerato poi il problema del «digital divide»,
il divario digitale. È innegabile, infatti, che una percentuale del territorio italiano non
sia ancora coperta da una rete internet ad alta velocità, questo può far sì che anche in
presenza di un computer, di una connessione e di un e-reader, il processo di download
18
Scervini Francesco, L’uso degli eBook a scuola in I dossier de lavoce.info
https://www.lavoce.info/wp-content/uploads/2015/02/la-scuola-e-internet.pdf
29
e gestione degli eBook può diventare lungo, complesso e costoso sia per le famiglie
che per la scuola.
Altro fattore da considerare è la delicatezza e il valore di questi dispositivi
elettronici che con l’utilizzo, soprattutto nelle mani di bambini e ragazzi, possono
danneggiarsi irreparabilmente diventando completamente inutilizzabili, cosa che con
un libro cartaceo è meno probabile accada.
1.3 L’ePub3
1.3.1 Panoramica sui formati
Per la realizzazione e la pubblicazione di un eBook possono essere utilizzati
diversi formati, molti dei quali però non sono stati originariamente concepiti per essere
utilizzati per la creazione di un eBook. La motivazione principale è che quello del libro
digitale è un mercato ancora piuttosto giovane, a differenza di alcuni formati che
esistono da più tempo.
I nuovi formati creati specificamente per gli eBook, nonostante abbiano risolto
alcuni dei problemi dati dai formati più vecchi, hanno d’altro canto creato nuovi
problemi. Il principale problema è quello dei formati proprietari verso cui l’industria
editoriale si è sempre più avvicinata, ossia dei formati legati a specifiche piattaforme
hardware e software, cosa che limita fortemente le scelte dell'utente finale. Questo
determina la possibilità che l’utente finale possa ritrovarsi con eBook che possono
essere letti unicamente da certi tipi di software, oppure che il proprio hardware non
abbia la capacità di supportare l’eBook che si è acquistato.
La soluzione al problema del diverso tipo di formati, non compatibili con tutti
gli hardware e software, è la conversione del formato che l'utente non desidera o non
può utilizzare in un altro formato più congeniale. Tuttavia anche questa soluzione,
oltre a non risolvere definitivamente il problema, presenta alcune criticità che la
rendono non eseguibile da tutti e in tutte le circostanze. Spesso infatti sorgono dei
problemi tecnici durante la conversione che rendono irrealizzabile l’applicazione
concreta di questo tipo di soluzione.
30
Gli attuali formati di eBook esistenti possono essere suddivisi in tre principali
categorie:
• Formati testuali (i più diffusi)
• Formati di immagini
• Formati audio
I formati testuali sono quelli più comunemente utilizzati per la realizzazione di eBook.
Nonostante vengano genericamente chiamati "formati di testo", alcuni di essi
permettono anche la creazione di ipertesti oltre che l'inserimento di elementi
multimediali (ad esempio immagini, audio o video). A loro volta i formati testuali,
inerenti agli eBook, possono essere suddivisi in due categorie:
• formati non appositamente ideati per gli eBook
• formati creati appositamente per gli eBook
Ai formati che non sono stati ideati apposta per la creazione degli eBook appartiene
gran parte di quelli più vecchi ma che sono ancora ampiamente utilizzati, con il
vantaggio, proprio grazie a questo, di essere caratterizzati da una maggiore
compatibilità con diversi tipi di piattaforme. In questo modo il rischio di non possedere
il software di lettura o l’hardware adatto alla lettura è minimo.
Come è ovvio che sia questi formati comportano anche degli svantaggi,
derivanti soprattutto dalla mancanza di compressione del testo, che comporta anche un
aumento dello spazio occupato dall’eBook sul supporto di memorizzazione, e dal fatto
che sono meno responsivi, ossia non si adattano perfettamente ad ogni tipo di schermo,
soprattutto per quelli di piccole dimensioni come ad esempio i palmari.
I formati più utilizzati per gli eBook ma che non sono stati ideati specificamente
per la loro creazione sono:
• PDF, formato nato per la stampa, non ottimale sugli eBook readers
• ASCII
• Microsoft Compressed HTML Help (CHM)
• HTML
31
• Ms Word (.doc)
• TeX
• PostScript
• RTF
I formati che invece sono stati pensati appositamente per gli eBook hanno di solito la
capacità di adattarsi a piattaforme dotate di meno risorse hardware rispetto ai computer.
Frequentemente, infatti, prevedono la possibilità di ridurre le dimensioni del testo e si
adattano bene alla visualizzazione su schermi più piccoli schermi come quelli dei
dispositivi portatili. Tra le varie caratteristiche hanno anche quella di prevedere la
protezione del documento tramite DRM, che tutela il copyright dell’opera e ne
impedisce la copia illecita. Quest’ultima caratteristica è stata voluta soprattutto dalle
maggiori case editrici per tutelare i propri prodotti. Lo svantaggio principale dei
formati pensati per gli eBook è infatti proprio quello di essere spesso dei formati
proprietari, con tutti i problemi che ne conseguono. I formati più utilizzati creati
appositamente per gli eBook reader sono:
• ePub, formato aperto, affermatosi come standard più diffuso
• Mobipocket (mobi), utilizzato da Amazon Kindle
• LIT, formato nativo Microsoft, ormai obsoleto
• PDB, formato per Palm OS
• FictionBook (fb2)
Molti dei formati realizzati sono caduti in disuso. Il formato LIT, per esempio, di
proprietà della Microsoft, è stato usato all’inizio degli anni ’90 durante il primo
tentativo di creazione di un mercato editoriale digitale ma oggi è stato quasi
completamente abbandonato. La carenza maggiore di questo formato è l’impossibilità
di essere utilizzato al di fuori dei sistemi operativi Windows, il che ne ha limitato la
diffusione.
Di fronte alla grande varietà di formati presenti sul mercato, si imponeva la
necessità di stabilire punti di riferimento comuni: cominciava a rendersi indispensabile
disporre di regole comuni per la realizzazione di libri digitali, in grado di fornire
32
funzioni avanzate di impaginazione e catalogazione, disponibili per la maggior parte
di piattaforme hardware e software.
Alla fine degli anni Novanta, quindi, nacque un primo gruppo di lavoro che
coinvolgeva i produttori di dispositivi di lettura e dei relativi software, gli editori, i
distributori, le principali associazioni bibliotecarie e alcuni esperti del settore, con
l’obiettivo di formulare un linguaggio di mark-up comune. Il gruppo vedeva la
partecipazione di Microsoft, come produttore software, Palm e Franklin sul lato
hardware, Random House, Simon & Schuster, McGraw-Hill, HarperCollins, Reed
Elsevier e Mondadori come editori, e diverse istituzioni come la Library of Congress,
il National Institute of Standards and Technology e l’American Library Association
degli Stati Uniti. A questi si aggiunse nel 2000 la Adobe, che nel frattempo aveva
promosso un gruppo similare.
Questa organizzazione, denominata Open eBook Forum, rilasciò nel 1999
come primo lavoro l’Open eBook Publication Structure (OeBPS), un formato per libri
digitali basato su XML. Esso si presenta come un file compresso di formato ZIP che
può essere aperto tramite un qualsiasi programma di decompressione in grado di
gestire file zippati. Il formato contiene un indice, che è l’OEB Package File (un file
XML con estensione OPF), e diverse componenti, tra le quali il manifest, che contiene
l’elenco dei file testuali e grafici che formano l’eBook. È una sorta di scatola
compressa che contiene le componenti testuali dell’eBook in uno o più file, e le
istruzioni per la loro corretta visualizzazione.
Lo standard OEB si proponeva come uno standard aperto e condiviso, che
tentava di mettere fine alla guerra tra i formati sorta durante i primi anni della
diffusione dell’eBook. Tuttavia continuavano a circolare eBook in moltissimi formati
diversi, il che rendeva sempre urgente il bisogno di uno standard minimo comune.
Un altro formato nato in quegli anni e basato sull’OEB è il formato MOBI. Il nome è
l’abbreviazione di Mobipocket, la società creatrice fondata nel 2000 e acquistata da
Amazon nel 2005. Essendo il formato proprietario di Amazon, è utilizzabile solo sui
dispositivi Kindle. Può essere però utilizzato anche sui pc o su altri apparecchi purché
dotati del software per la lettura dei formati per Kindle.
Un formato che invece possiede il grande vantaggio di essere supportato da
quasi tutti gli eBook reader presenti sul mercato e per questo è sempre stato molto
33
utilizzato nel mondo dell’editoria è il formato PDF. Sviluppato dall’Adobe all’inizio
degli anni ’90, è diventato nel 2008 uno standard ISO15 aperto. Era inizialmente
rivolto alla preparazione su computer di documenti destinati alla stampa, al cosiddetto
“desktop publishing”. Essendo nato come formato orientato alla pagina, più che allo
schermo, l’obiettivo era quindi in primo luogo una buona impaginazione.
La caratteristica che contraddistingue i documenti in formato PDF è infatti
quella di mantenere la stessa impaginazione e la stessa resa grafica, indipendentemente
dal dispositivo sul quale vengono visualizzati. Se da un lato l’impaginazione fissa ha
il vantaggio di garantire la perfetta corrispondenza fra la pagina del libro stampato e
la pagina del libro visualizzata sullo schermo, dall’altro lato però presenta un grosso
limite. Il testo, infatti, non ridimensionandosi automaticamente per adattarsi a schermi
di smartphone o eBook reader più piccoli di un comune libro in brossura, obbliga il
lettore a scorrere a destra e a sinistra la pagina per visualizzare una riga di testo nella
sua interezza. Su schermi piccoli i file PDF possono infatti spesso risultare illeggibili
e non è possibile migliorare la situazione aumentando la dimensione dei caratteri; è
consentito solo “zoomare” all’interno della pagina, vedendone una zona ingrandita ma
perdendo la visione d’insieme.
Il formato PDF risulta quindi adatto per quella tipologia di lettura chiamata
lean forward, mentre risulta adatto alla lettura lean back solo se supportata da schermi
di grandi dimensioni. Per fruizione lean forward si intende un uso attivo
dell’informazione: non ci si limita ad assorbire informazione ma si può elaborarla e
modificarla. I contenuti si prestano ad un lavoro di selezione e di elaborazione attiva,
in una situazione di fruizione che assorbe completamente l’attenzione dell’utente. Con
lettura lean back ci si riferisce invece a quella modalità caratterizzata da una fruizione
rilassata di un’informazione che non necessita di interventi attivi di elaborazione e
manipolazione tipica del libro a stampa.
Ultimo, ma non certo per importanza, è il formato ePub che sarà trattato più
ampiamente nel prossimo capitolo.
34
1.3.2 Storia dell’ePub
Come già accennato precedentemente, il proliferare di diversi dispositivi rese ben
presto necessaria la ricerca di un formato che fosse compatibile con la maggior parte
di essi, in poche parole si era alla ricerca di uno standard comune.
Lo sviluppo del formato standard adatto al maggior numero di dispositivi e aperto
riprende tra il 2006 e il 2007, con la crescita esponenziale dei i testi in formato digitale
e la diffusione della seconda generazione di dispositivi dedicati e degli smartphone
con schermi evoluti: l’Open eBook Forum cambia nome in International Digital
Publishing Forum (IDPF) e l’OEB 2.0 diventa l’ePub.
Come per eBook, anche il nome ePub deriva da una contrazione di termini, in
questo caso, E-lectronic PUB-lication. La scelta del termine generico “pubblicazione”
è stata fatta con cognizione, proprio per far capire che il formato non era vincolato ad
un solo tipo di documento. L’ePub è infatti stato concepito per essere un formato di
documento generico e può essere utilizzato per molti tipi di pubblicazioni diverse oltre
che per i semplici libri: riviste, quotidiani, diari, documenti d’ufficio, eccetera.19
Quasi
tutti i tipi di documenti che si desidera distribuire elettronicamente possono essere
rappresentati come EPUB.
La creazione dell’ePub nel 2007 da parte dell’IDPF ha contribuito a fornire una
soluzione al problema dell’assenza di uno standard univoco e riconosciuto da tutti che
potesse affermarsi uniformemente per software e dispositivi di lettura.
Nonostante il cambiamento nell’estensione del file, l’ePub si presenta come
una versione aggiornata e sostitutiva dell’OeBPS. Anche questo basato su XML, è
ideato per favorire la compatibilità potenziale con diversi dispositivi, non solo quelli
dedicati alla lettura degli eBook, ma anche quelli multifunzione come gli smartphone.
La caratteristica principale di questo formato è la capacità di adattare il testo e
l'impaginazione generale delle pagine al tipo di schermo del dispositivo di
visualizzazione. Un eBook in ePub può essere letto su un e-reader, su un tablet o su
uno smartphone, senza che le differenti dimensioni del display influenzino in maniera
negativa la qualità dell'esperienza di lettura.
19
Garrish Matt, What is EPUB 3?, O'Reilly Media, 2011, p.10
35
L’ePub è costituito a sua volta da altre tre specifiche, ossia dei documenti che elencano
e descrivono le linee guida per il corretto utilizzo e l’applicazione di una tecnologia.:
• l'Open Publication Structure (OPS) 2.0, descrive la formattazione dei
contenuti;
• l'Open Packaging Format (OPF) 2.0, descrive in .xml la struttura del file .epub;
• l'OEBPS Container Format (OCF) 1.0, un archivio compresso zip che
raccoglie tutti i file.
In sostanza, l'ePub utilizza internamente codice XHTML o DTBook (una variante
dello standard XML creata dal consorzio DAISY Digital Talking Book) per le pagine
di testo, e il CSS per il layout e la formattazione. L'XML è utilizzato per il documento
"manifest", il "table of contents" (TOC, o indice), e i metadati. Infine i file, strutturati
in directory specifiche, sono compressi in un archivio .zip con estensione .epub.
L’ePub dalla sua nascita ha subito due evoluzioni, la prima nel 2010 in ePub2
e l’ultima nel 2011 con l’ePub3. ePub3 non è semplicemente una modifica della
versione precedente, ma rappresenta un importante cambiamento, come sottolinea
anche il titolo della conferenza sull’ePub3 «Not your father’s ePub»20
(Non è l’ePub
di papà). Durante la conferenza presentata da Bill Kasdorf, membro dell’IDPF, furono
presentate tutte le novità introdotte in funzione di una maggiore accessibilità,
multimedialità, interattività e di una migliore resa grafica delle pubblicazioni digitali.
L’ePub2, rispetto al modello precedente, non aveva apportato ingenti modifiche,
restando un modello ancora molto statico, che permetteva la visualizzazione di
documenti di testo e immagini di base. La diffusione di nuovi dispositivi a colori, con
nuove funzionalità, possibilità di navigazione, giochi, musica e video, ha fatto sì che
nascesse l’esigenza di un aggiornamento dell’ePub.
Nell’ottobre 2011 l’IDPF ha perciò definito e approvato l’ePub3, un nuovo
standard che include ulteriori funzionalità e permette di migliorare notevolmente
l’esperienza di lettura, per esempio inserendo audio, video e altri media. L’ePub3 è
basato dal punto di vista markup su XHTML5, e, per quanto riguarda la presentazione,
su CSS3, che fornisce strumenti avanzati per la modifica dello stile dei contenuti. È
20
Kasdorf Bill, EPUB 3 (Not Your Father’s EPUB) in STM, 2011, https://www.stm-
assoc.org/2011_12_01_E_Production_Kasdorf_EPUB3_Not_your_fathers_EPUB.pdf
36
stato progettato, inoltre, per interagire con Javascript, un linguaggio che permette di
far eseguire al dispositivo funzionalità interattive avanzate.
Un'altra nuova caratteristica è la possibilità di utilizzare MathML19, un
linguaggio di markup matematico derivato dall’XML che permette di introdurre
all’interno del documento grafici o formule matematiche avanzate che
precedentemente potevano essere inseriti all’interno della pubblicazione solo come
immagini. Le specifiche ePub3, inoltre, hanno effettuato dei miglioramenti
nell’ambito dei metadati, permettendo di arricchire le informazioni sull’ePub stesso,
sulla sua realizzazione e sui suoi contenuti. Tramite i metadati si possono inserire
infatti, oltre a titolo, autore, ISBN, lingua, anche informazioni riguardanti i diritti di
pubblicazione, la casa editrice, la data di pubblicazione, il genere, ed altro ancora. I
metadati svolgono un ruolo fondamentale per la catalogazione e il recupero degli ePub
dagli archivi degli store, e quindi per facilitarne la vendita e favorirne la visibilità. I
metadati consentono di arricchire l’ePub facendo sì che sia più semplice per i lettori
trovarlo anche senza conoscerne il titolo e/o l’autore. Altra caratteristica importante
dell’ePub3 è la possibilità di dotare i contenuti di markup semantico: questo fa sì che
gli spider dei motori di ricerca identifichino i contenuti più importanti e li indicizzino,
per poi posizionarli nella SERP dei motori di ricerca.
In quest’ultima versione dell’ePub sono stati fatti, inoltre, notevoli miglioramenti
anche nel campo dell’accessibilità: viene garantito infatti un supporto maggiore per
persone con handicap visivi, per esempio sincronizzando l’audio con il testo.
L’utilizzo dello SMIL, acronimo di Synchronized Multimedia Integration Language,
un linguaggio di markup realizzato dal Consorzio W3C per le presentazioni
multimediali, consente la sincronizzazione tra testo e contenuti audio, permettendo ad
esempio di evidenziare le parole mentre vengono lette. Tutte queste innovazioni sono
gestite da quattro nuove specifiche:
• ePub Publications, che definisce il formato XML usato nel package document
per archiviare le informazioni sulla pubblicazione;
• ePub Content Documents, che specifica il profilo XHTML, SVG, e CSS usati
per definire il contenuto della pubblicazione;
• ePub Open Container Format (OCF), che definisce la modalità di
assemblaggio di tutte le risorse nel file; -
37
• ePub Media Overlays, che individua i formati e i processi di sincronizzazione
dei contenuti di testo e audio.
Strutturalmente un file ePub 3 è costituito da un gruppo di file compressi in un unico
pacchetto. Quando il pacchetto viene decompresso è possibile visualizzare al suo
interno il file mimetype e due cartelle: META-INF e OEBPS.
Figura 8 – Struttura di un file ePub3
Il file mimetype ha lo scopo di permettere la corretta identificazione di un file ePub da
parte dei software presenti sui dispositivi di lettura. È quindi file di testo che contiene
la semplice stringa: application/epub+zip In pratica contiene il media type del file ePub,
cioè il certificato di riconoscimento del formato di un file a cui computer e software
fanno riferimento per comprendere davanti a quale tipo di documento si trovano e
visualizzarlo correttamente. La cartella META-INF deve contenere almeno il file
container.xml che indica al software del dispositivo in cui si trova il documento. opf
all’interno della cartella OEBPS.
38
Essa può inoltre contenere altri file opzionali:
• manifest.xml, che contiene il manifesto;
• metadata.xml, che contiene l’elenco dei metadati;
• signatures.xml, che contiene le firme digitali;
• rights.xml, che contiene le informazioni sui diritti digitali (DRM);
• encryption.xml, che contiene le informazioni di criptaggio.
La cartella OEBPS contiene al suo interno il file .opf, le cartelle con le immagini e i
contenuti multimediali, i capitoli della pubblicazione e i fogli di stile.
Figura 9 – Contenuto della cartella OEBPS
Il file .opf è il fulcro centrale dell’ePub e gestisce tutti gli altri contenuti. Si tratta di
un documento XML con estensione .opf , di solito porta il nome di “content” e
contiene:
• i metadati dell’ePub ovvero titolo, autore, lingua, copyright e il codice univoco
dell’ePub;
• il manifesto dell’eBook ovvero l’elenco di tutti i file presenti nell’archivio
dell’ePub, quindi testi, immagini, font, foglio di stile, indice ecc. Per ogni
39
elemento viene indicato un id (che verrà riutilizzato nello spine), la fonte e il
tipo;
• lo spine, cioè l’ordine di visualizzazione dei file.
L’ePub3 rappresenta un forte strumento di standardizzazione e diffusione degli eBook.
L’integrazione con le tecnologie web lascia a chiunque utilizzi questo formato la
possibilità di sperimentare soluzioni diverse per la realizzazione e la presentazione dei
contenuti, senza doversi preoccupare della resa sui dispositivi di lettura. Dato il grande
numero di aziende ed enti che compongono IDPF, la maggior parte degli odierni
sistemi di lettura supporta ePub. Anche aziende partecipanti che inizialmente usavano
formati proprietari o diversi da ePub, in seguito, oltre a aderire all’organizzazione,
hanno deciso di fornire esclusivamente pubblicazioni nel nuovo formato. L’assenza
più evidente è quella del Kindle di Amazon, che invece non lo supporta. La versione
Fire del Kindle ha però un sistema operativo basato su Android, che permette di usare
app di terze parti in grado di leggere pubblicazioni ePub. In particolare è possibile
installare, dall’Appstore di Amazon, l’applicazione Aldiko, che supporta il formato
ePub. I principali editori e rivenditori online forniscono edizioni in formato ePub delle
pubblicazioni, tra questi: Google Play Store, Kobo Books e Barnes & Noble. Sebbene
iTunes e Amazon non offrano pubblicazioni ePub, accettano comunque lavori in tale
formato.
1.3.3 HTML5, CSS e Javascript
Come già accennato, HTML, CSS e Javascript sono i principali linguaggi di
programmazione per realizzare la grafica di siti e applicazioni web, ma sono essenziali
anche quando si tratta di impaginare un ampio settore di formati e-book, come l’ePub3.
HTML è l’acronimo di HypertText Markup Language e individua un linguaggio di
pubblico dominio per la definizione e la descrizione di ipertesti da proporre nel Web.
In pratica, i siti Internet sono per lo più caratterizzati dal codice HTML, il quale viene
interpretato dai programmi di navigazione (detti browser) per permettere la
visualizzazione delle pagine richieste ai server remoti dagli utenti.
La nascita del linguaggio HTML è legata all’evoluzione di Internet e alla
nascita dei diversi browser. Internet nasce nel 1969 con il progetto chiamato
40
ARPANET, utilizzato per lo spionaggio da parte dell’America durante la guerra fredda.
L’idea portante era quella di connettere i computer in una rete continentale e
permettere così la comunicazione. In pochi anni ARPANET si diffuse a livello
mondiale e nel 1991, presso il CERN di Ginevra, il ricercatore Tim Berners Lee definì
un sistema di comunicazione ipertestuale con protocollo HTTP, ossia il Word Wilde
Web. Da allora il WWW vide una progressiva crescita che rivoluzionò il modo di
comunicare grazie anche alla creazione di un’applicazione del linguaggio SGML, un
sistema standard chiamato HTML. In concomitanza alla diffusione di Internet si assisté
alla nascita dei browser, i sistemi di navigazione, come Mosaic, Netscape Navigator e
Internet Explorer. Presto questi entrarono in competizione tra loro, scatenando la
cosiddetta “Guerra dei browser”, un aspro conflitto commerciale e d'immagine tra i
diversi produttori che tentarono di imporsi sul mercato. Il conflitto creò gran
confusione, i produttori infatti utilizzavano come armi sia il continuo lancio di nuove
modifiche agli standard, sia strategie commerciali, come quella di Microsoft di
includere il proprio browser Internet Explorer all’interno del sistema operativo
Windows, strategia che si dimostrò vincente. Dal lato degli sviluppatori, la guerra dei
browser li costrinse ad una scelta: da un lato la creazione di varie versioni dello stesso
sito, ognuna compatibile con un diverso browser, dall’altro la creazione di un sito
compatibile con un unico browser, scelta più economica ma che tagliava fuori un gran
numero di utenti.
Questa situazione instabile spinse Tim Berners Lee a creare il W3C, ossia il
World Wide Web Consortium con l’obbiettivo di rendere il web fruibile a tutti. Dalla
sua creazione lo sviluppo dell'HTML e la pubblicazione delle raccomandazioni
diverranno prerogativa del W3C. Nel 1995 il W3C definì la versione 3.0 di HTML, a
cui seguì la versione 3.2 nel 1997, e infine arrivarono nel 1998 le prime specifiche di
HTML4. La versione 4.01, pubblicata il 24 dicembre 1999 e penultima versione
ufficiale, costituisce il frutto dei diversi ampliamenti e miglioramenti del decennio
precedente, in particolare nella separazione del livello estetico della formattazione,
cioè quella che descrive gli aspetti grafici del documento, in un'entità separata
dall'HTML, i fogli di stile a cascata (CSS), definiti nello stesso anno nella loro prima
versione.
41
HTML5 è frutto di un cammino che parte da lontano, in questo progetto confluiscono
infatti due progetti: l’XHTML e l’HTML4. Nel 2004 viene fondato il gruppo di lavoro
Web Hypertext Application Technology Working Group (WHATWG) con l’idea di
estendere il linguaggio HTML e potenziare gli strumenti di sviluppo web. Allo stesso
tempo, il W3C (World Wide Web Consortium, comitato internazionale responsabile
degli standard web), inizia a lavorare sul linguaggio XHTML 2.0 con i medesimi
obiettivi.
HTML è uno standard internazionale gestito dal W3C (World Wide Web
Consortium, il comitato internazionale responsabile degli standard web) il quale
racchiude tutti i soggetti che hanno interessi all’interno del mondo web, ha il compito
di mediare tra gli interessi di tutti e trovare uno standard accettato da tutti. HTML5
prevede la retrocompatibilità con HTML4 e i linguaggi precedenti, ha una forte
integrazione con Javascript che permette nuove funzionalità e maggiore dinamicità
(come ad esempio l’introduzione dello strumento canvas o gli strumenti per la
geolocalizzazione), supporta la fruizione di oggetti multimediali grazie
all’introduzione dei marcatori <audio> e <video>, permette di individuare la struttura
della pagina grazie a nuovi marcatori e infine introduce i microdati, pensati per
l’annotazione semantica delle pagine.
Le principali caratteristiche introdotte con HTML5 sono:
• retrocompatibilità con HTML4 e i linguaggi precedenti;
• sostituzione del lungo doctype di apertura con <!doctype html>;
• forte integrazione con il linguaggio Javascript, che aggiunge dinamicità alla
pagina, migliorandone la funzionalità e la gradevolezza. Numerosi controlli e
funzionalità sono integrati nel linguaggio (e.g., campo email, data),
introduzione dello strumento canvas, strumenti per la geo-localizzazione e la
memorizzazione di dati in modalità offline (web storage);
• supporto alla fruizione di oggetti multimediali con l’aggiunta dei marcatori
<video> e <audio>;
• nuove regole per un layout più semantico che separa i contenuti dalla struttura
e dal comportamento;
42
• introduzione dei microdati, pensati per l'annotazione semantica delle pagine
(e.g., <span itemprop="locality">Milano</span>)
• drag and drop per il trascinamento e il rilascio di elementi all’interno di un
documento;
• deprecazione di elementi in disuso
Come precedentemente accennato, negli anni ’90 ogni modifica estetica di una pagina
andava inserita direttamente all’interno del codice HTML, utilizzando ad esempio tag
come <color> o <font> che specificavano il colore o il tipo di font all’interno di ogni
pagina. Questo ovviamente comportava che lo sviluppo di siti di grandi dimensioni
richiedeva moltissimo tempo, in quanto ogni modifica andava applicata manualmente
all’interno del codice HTML di ogni singola pagina.
Per tentare di risolvere questa situazione, nel 1996 il W3C emanò le specifiche
CSS 1 (sigla di Cascading Style Sheets, in italiano fogli di stile a cascata).
I CSS 1 erano un interessante sistema per separare contenuto da formattazione. La base
di questo linguaggio, infatti, consisteva nel fatto che il contenuto sarebbe stato sempre
definito dal codice (X)HTML, mentre la formattazione si sarebbe trasferita su un
codice completamente separato, il CSS appunto.
I vantaggi dei CSS sono numerosi, permettono, ad esempio, di modificare la
grafica di un documento HTML in modo efficiente e veloce, lo stesso stile può essere
applicato a più pagine dello stesso documento e a più documenti, il codice HTML è
più pulito e il download dei documenti è più veloce, si possono progettare pagine
HTML per più browser e più dispositivi.
Come per HTML, anche CSS richiese degli aggiornamenti, di cui si occupò il W3C.
La prima versione dei CSS, infatti, sviluppava un'idea semplice ma efficace, ma
nonostante le grandi potenzialità non ebbe successo a causa della mancanza di browser
in grado di supportarla. Per includere le nuove funzionalità e rendere i CSS un
linguaggio ben supportato, nel 1998 il W3C pubblicò le specifiche CSS 2.
A differenza delle specifiche CSS 2, che è costituita da un'unica specifica, le specifiche
CSS3 sono costituite da sezioni separate dette "moduli".
43
I CSS3 presentano nuove possibilità e proprietà rispetto a CSS221
come ad esempio:
• utilizzare codice CSS al posto delle immagini (jpg, png, ecc.) per creare
trasparenze, bordi arrotondati e ombreggiature;
• creare animazioni, trasformazioni e scalature come era possibile fare con
Adobe Flash;
• l’inserimento di nuovi selettori e classi;
• adattare il layout delle pagine web a vari dispositivi e media non più utilizzando
più fogli di stile per ogni dispositivo ma uno solo che adatta la pagina a tutti;
• sostituire JavaScript per creare tooltip, gallerie d'immagini e altro.
Altra grande novità dell’EPUB3 è rappresentata dalla possibilità di inserire Javascript,
un linguaggio di programmazione inventato da Brendan Eich nel 1995 e sviluppato
per Netscape 2, poi diventato standard di ECMA-262 nel 1997, infatti il nome ufficiale
del linguaggio è appunto ECMAScript.22
Javascript è un linguaggio orientato agli oggetti e agli eventi, comunemente
utilizzato nella programmazione web per la creazione, in siti web e applicazioni web,
di effetti dinamici interattivi tramite funzioni di script invocate da eventi innescati a
loro volta in vari modi dall'utente sulla pagina web in uso (tramite mouse, tastiera,
caricamento della pagina, ecc.).
L’interattività applicata ai libri digitali è un argomento spinoso per alcune
ragioni.
La prima è di natura pratica, infatti Javascript, se utilizzato eccessivamente può portare
ad un appesantimento dell’eBook e renderne lenta la visualizzazione, inoltre non tutti
i dispositivi supportano questo linguaggio, il che può portare a problemi di
compatibilità che alterano quindi la visualizzazione dei contenuti.
La seconda ragione è etica, un utilizzo ingiustificato degli elementi interattivi
potrebbe snaturare l’essenza del libro, esasperando l’aspetto ludico a discapito della
qualità dei contenuti. L’interattività dovrebbe quindi essere sempre utilizzata in
funzione dei contenuti, per migliorarne l’accessibilità o arricchirne la fruizione.
21
Lamanna Cesare, Guida CSS3 in html.it, 10 maggio 2011
https://www.html.it/pag/19440/introduzione78/
22
Editori di W3Schools, Javascript Versions in W3Schools
https://www.w3schools.com/js/js_versions.asp
44
In ogni caso, le funzionalità offerte da Javascript sono pressoché illimitate e
rappresentano un campo del tutto aperto alla sperimentazione.
1.3.4 Rendering
Il fatto che l’ePub sia uno standard condiviso non lo rende però immune ad alcuni
problemi come quello della resa visiva o rendering. L’ePub infatti è solitamente
reflowable, il suo testo infatti si adatta a qualsiasi tipo di device, inoltre l’utente può
decidere di aumentare o diminuire la grandezza dei caratteri, modificare il font e
persino il colore di sfondo della pagina. Questo può comportare la perdita di controllo
da parte dell’autore di come la propria pubblicazione verrà visualizzata, il che potrebbe
comportare una perdita nella resa finale del testo e/o una perdita di significato dei
contenuti. Per questo motivo la scelta di un eBook dal layout reflowable è consigliata
soprattutto per pubblicazioni caratterizzate da una forte presenza di testo, come ad
esempio i romanzi.
Come sappiamo infatti ogni device è composto da due parti: una fisica
(hardware) e una software. Lo scopo della parte software è interpretare il codice del
file .epub e renderizzarlo, vale a dire mostrarlo sullo schermo del device, ed è per questo
noto come motore di rendering.
«Il problema nasce dal fatto che non esiste un unico motore di rendering e che
sebbene ogni motore supporti le specifiche ePub, questo supporto non è mai
completamente identico tra un software e l’altro. A questo bisogna aggiungere
che le peculiarità dei singoli device hanno pure un peso nella visualizzazione e
fruizione di un ePub (un esempio banale è il supporto al colore: i device con
schermo in bianco e nero di fronte a un elemento a colori potrebbero mostrarlo
semplicemente nero oppure declinarlo in scala di grigio).»23
23
Trezzi Giovanni, Epub. Guida per autori, redattori, grafici, Apogeo, 10 novembre 2010 p.22
45
Le seguenti immagini mostrano il comportamento di iBooks di Apple e EPUB Reader
di LTD DevelSoftware sullo stesso punto di una pubblicazione: come si vede ci sono
difformità nell’allineamento e nella spaziatura tra i testi.
Figura 10 - Visualizzazione di “Alice in
Wonderland” sull'app "ePub Reader"
Figura 11 - Visualizzazione di “Alice in Wonderland”
sull'app "iBooks"
46
Per questi motivi chi si appresta a creare un eBook deve cercare di costruirli in modo
che si adattino il più possibile ai device, in modo da mantenere una resa ottimale del
contenuto della pubblicazione. Un requisito fondamentale è quello di non pensare di
creare un eBook aspettandosi la complessità tipografica di un cartaceo ma cercare
invece un tipo di pubblicazione il più semplice possibile, poiché in questo modo le
probabilità di ottenere una resa uniforme sui diversi device sono decisamente maggiori.
In alcuni casi però un layout reflowable non è la soluzione migliore. Alcune
pubblicazioni, soprattutto quelle con importanti elementi grafici, come fumetti, manga
e illustrazioni, o quelle in cui il testo è disposto su più colonne, infatti, rischierebbero
di perdere qualità con questo tipo di layout. La soluzione per questi tipi di
pubblicazione potrebbe essere quella del layout fisso, che non crea perdite dovute al
riadattamento dinamico reflowable.
Ciononostante, esperti del settore come Matt Garrish e Markus Gylling
affermano che
«i layout fissi rappresentano un passo indietro rispetto ai punti di forza del
formato ePub e di questo si deve tener conto prima di utilizzarli. Il primo tra gli
svantaggi è che, cercando di mantenere una dimensione di pagina, si rende il
contenuto meno adattabile e utilizzabile per i lettori. Se la finestra non
corrisponde esattamente alla dimensione specificata per la pagina, il fastidio per
il lettore non è solo essere costretto a spostamenti e zoom per leggere o visionare
tutto il contenuto, ma può anche verificarsi che il contenuto occupi solo un’area
più piccola senza che si possa in alcun modo ingrandirlo.»24
Il primo a muoversi con questa esigenza è stata Apple che ha creato l’estensione del
formato ePub chiamato Fixed Layout ePub. Questa estensione permette di creare e
leggere layout a dimensione fissa, molto bello sicuramente per le pubblicazioni
illustrate a discapito però della pesantezza dell’ePub stesso.
Per quanto riguarda Kindle invece, il formato corrispondente all'ePub3 Fixed
Layout è il formato KF8, necessario per poter pubblicare l’eBook su Amazon che però
24
Garrish M. e Gylling M., Epub 3. Le tecniche migliori per pubblicare eBook, Tecniche Nuove, 2013
47
al momento accetta soltanto tre categorie di eBook a layout fisso (FXL): i libri per
bambini, i fumetti e libri di testo scolatici e/o universitari in formati complessi.
Il risultato dell’ePub a layout fisso è lo stesso che si otterrebbe con un PDF,
quest’ultimo però non è ottimizzato per la lettura su dispositivi digitali e in linea di
massima non viene accettato dagli store internazionali. L'ePub3 Fixed Layout invece
è accettato da tutti gli store, anche quelli internazionali.
Purtroppo al momento questo tipo di pubblicazione presenta ancora forti limiti,
un ePub FXL non può essere letto dalla maggior parte degli ereader attualmente in
commercio ma può essere letto senza problemi su tablet, smartphone e computer,
attraverso programmi e applicazioni compatibili.
48
2. Come si crea un eBook
2.1 Requisiti da considerare
Nel processo di creazione di un eBook sono molti gli elementi da tenere in
considerazione per ottenere un risultato soddisfacente. A partire infatti dalle fasi
preliminari dell’ideazione del progetto, è necessario aver chiari i concetti teorici
fondamentali che fanno la differenza nella realizzazione del progetto.
Oltre, infatti, al tipo di eBook che si vuole realizzare bisogna tener ben presente
che esistono dei requisiti da soddisfare per rendere la propria pubblicazione fruibile da
una vasta utenza come ad esempio la leggibilità, l’accessibilità e l’usabilità che
saranno trattati nelle prossime pagine.
2.1.1 Tipologia
Quando parliamo di eBook possiamo riferirci a diversi tipi di testo, essi infatti possono
essere dei testi interattivi o tradizionali, possono presentare una struttura lineare o
essere ipertestuali o possono essere addirittura ipermediali.
Quando si parla di testi tradizionali a struttura lineare si intendono i racconti o
i documenti che iniziano in un modo ben preciso e terminano con una fine prefissata,
dopo un certo numero di pagine e concetti narrati. Se si parla di ipertesto si intende
secondo la definizione di Tomasi «ogni forma di testualità - parole, immagini, suoni-
che si presenta in blocchi o lessle (…) o anche in unità di lettura (…) collegati tra loro
da link»25
, l’ipertesto quindi consente al lettore di scegliere il punto da cui far iniziare
la lettura, il percorso che preferisce e la conclusione. Il primo esempio di ipertesto
letterario è il già citato Afternoon, a story di Micheal Joyce che appunto permetteva al
lettore di “navigare” tra i contenuti del testo senza un ordine sequenziale prefissato.
Spesso, tuttavia, il termine ipertesto è usato laddove sarebbe molto più
appropriato utilizzare ipermedium, Nelson a riguardo afferma che:
By now the word "hypertext" has become generally accepted for branching
and responding text, but the corresponding word "hypermedia", meaning
complexes of branching and responding graphics, movies and sound – as
25
Tomasi Francesca, Metodologie informatiche e discipline umanistiche, Carocci, Roma, 2008, p.144
49
well as text – is much less used. Instead they use the strange term
"interactive multimedia": this is four syllables longer, and does not
express the idea of extending hypertext.26
Ossia:
Ormai la parola "ipertesto" è diventata generalmente accettata per un testo
ramificato e responsivo, ma la parola corrispondente "ipermedia", che
significa complessi di ramificazioni e grafiche, filmati e suoni responsivi
- così come il testo - è molto meno utilizzata. Usano invece lo strano
termine "multimedia interattivi": che è quattro sillabe più lungo, e non
esprime l'idea di un ipertesto esteso.
Nelson, quindi, definisce nel 1993 il concetto di ipermedium come «complexes of
branching and responding graphics, movie and sound – as well as text».
Si può dedurre quindi che un eBook ipermediale si ha quando al contenuto ipertestuale
e al testo scritto sono aggiunti elementi multimediali come immagini, video,
animazioni o audio.
2.1.2 Standard
Con il sostantivo “standard” si definisce un insieme di linee guida, norme e regole che
costituiscono il contesto di riferimento condiviso in uno specifico ambito di
applicazione. Gli standard ci circondano continuamente senza che ce ne accorgiamo e
sono presenti in ogni aspetto della nostra vita, basti pensare alla disposizione delle
lettere su una tastiera, alla posizione delle valvole negli pneumatici, alla dimensione
delle tessere fedeltà dei negozi che si inseriscono perfettamente nei portafogli, ecc.27
Usando questo termine non uniformiamo l’aspetto digitale del libro, bensì la sua
struttura composta da metadati, indice, gestione della copertina e struttura dei capitoli,
in modo che qualsiasi software, utilizzato nel book reader, sappia come comportarsi
per interpretarli in modo corretto.
L’ePub è il formato scelto dal 2007 per essere il linguaggio standard dell’International
Digital Publishing Forum (IDPF), organismo internazionale per lo sviluppo delle
26
Cfr. Nelson Ted, Literary Machines, Mindful Press, 1993
27
Cfr. Hawkins Kevin S., A Note from the Guest Editor in Journal of Electronic Publishing
Volume 14, 2011
50
pubblicazioni digitali al quale lavorano università, centri di ricerca e società in ambito
sia informatico e editoriale.
«Le sue radici risalgono al 1999, quando l’Open eBook Forum (da cui avrà poi origine
l’IDPF) rilasciava la specifica Open eBook Publication Structure (nota anche come
OEB), a tutti gli effetti l’embrione di una delle tre specifiche (la specifica OPS) che
insieme compongono lo standard ePub».28
Le tecnologie attorno a cui è costituito lo standard ePub, già note e ampiamente
utilizzate nel Web, sono:
• il formato di compressione dei dati ZIP;
• il linguaggio di strutturazione dei dati XML;
• il linguaggio di presentazione dei dati CSS.
L’utilizzo di queste tecnologie per la costruzione di una pubblicazione in formato ePub
viene descritto in tre specifiche:
• Open Publication Structure (OPS): descrive in che modo i contenuti che
compongono una pubblicazione debbano essere strutturati e presentati
• Open Packaging Format (OPF): descrive ed elenca i contenuti che
compongono una pubblicazione, definendo le relazioni interne ad essa, l’indice,
i metadati (come editore, autore, codice ISBN, copyright), l’ordine di lettura.
• Open Container Format (OCF): descrive in che modo i file di una
pubblicazione vadano gestiti e archiviati in modo da creare un solo file che
possa consentire una distribuzione e una lettura più agevoli.
Nella creazione di un eBook è estremamente importante basarsi su uno standard in
modo che questo possa garantire la sopravvivenza dei contenuti nel tempo, oltre che
alla possibilità di essere utilizzato su diverse piattaforme. Per questo motivo il formato
ePub è ormai il linguaggio che è più utilizzato dai grandi distributori on line e da
numerosi altri dispositivi e applicazioni per lettori. Gran parte degli e-book in vendita
al giorno d’oggi sono in formato ePub, tranne per il caso di Amazon e di conseguenza
l’ereader da essa prodotto, il Kindle, che invece utilizza il formato MOBI.
28
Trezzi G., Epub. Guida per autori, redattori, grafici, Apogeo, 10 novembre 2010 p.14
51
Per la creazione di un eBook in formato ePub c’è sia la possibilità di crearlo a mano
sia quella di servirsi un software specifico perché utilizza di base XML, XHTML per
le pagine di testo e il CSS per il layout, ossia gli stessi linguaggi utilizzati per la
creazione delle pagine web.
Utilizzare questi codici, anch’essi Open Source, permette di controllare il testo,
modificandolo a piacere grazie ai fogli di stile CSS.
Anche l’impaginazione dell’eBook è altamente modificabile utilizzando l’ePub ed è
possibile inserire all’interno immagini di vari formati come PNG, JPEG, GIF e SVG.
In questo modo ne beneficia il testo che può essere ottimizzato in base al dispositivo
di lettura che si utilizza, che sia un e-reader, un netbook, un tablet, un pc o uno
smartphone. A seconda delle dimensioni fisiche dello schermo di cui si usufruisce e
delle impostazioni di zoom scelte, il testo può disporsi in maniera diversa, mostrando
un numero di caratteri e parole variabile di volta in volta.
Le principali caratteristiche del formato ePub:
• è un formato aperto;
• ha un testo reflowable;
• i metadati sono inclusi;
• prevede un supporto DRM;
• è possibile utilizzare i fogli di stile CSS
• vi è la possibilità di incorporare il font prescelto
Tra i maggiori difetti del formato ePub si segnala invece il fatto che è ottimizzato per
la formattazione di testi semplici ad una sola colonna, statici e dalla grafica essenziale
mentre non è consigliabile il suo utilizzo per la lettura di testi più dinamici o
graficamente curati come ad esempio fumetti, magazine, manga, ecc.
52
2.1.3 Codifica del linguaggio
L’e-book è un testo codificato elettronicamente. I testi sono delle strutture complesse
che contengono informazioni disposte su più livelli: dalle sequenze di caratteri che si
combinano per formare le parole a strutture linguistiche astratte che legano elementi
al di là del contesto della singola frase.
I computer, tuttavia, sono in grado di visualizzare solo le sequenze di codici binari
poiché non possono accedere ai diversi livelli di contenuto, non possedendo le
conoscenze e competenze che permettono invece l’uomo di accedervi. Per questo
motivo è necessario far sì che il testo sia predisposto in modo che il computer possa
carpire i vari tipi d'informazione contenuti in esso.
La codifica può essere definita:
• a livello zero se ciascun carattere alfanumerico del testo è rappresentato
utilizzando il codice binario
• di alto livello se viene rappresentata l’organizzazione della struttura del testo
La codifica a livello elettronico, ovvero quella in cui si rappresenta ogni carattere
tramite una sequenza binaria di 0 e 1 è definita di livello zero e rappresenta il primo
stadio per realizzare un eBook, tuttavia necessita dell’utilizzo della codifica di alto
livello per trasformazione del testo grezzo in una fonte di informazione.
Per passare al livello alto di codifica dobbiamo organizzare il flusso di caratteri e
parole in un’entità altamente strutturata:
• struttura del testo (l’articolazione in sezioni, capitoli, titoli, ecc.)
• struttura del contesto (l’autore, la data di produzione, la finalità del testo, ecc.)
• struttura linguistica (implicita nel testo)
Dopo aver organizzato il testo, esso va codificato per poterlo rendere comprensibile al
dispositivo che dovrà decodificare, interpretare e visualizzare il contenuto. Per questo
motivo sono necessari i linguaggi di marcatura, anche detti markup. Nella codifica
tramite markup vengono utilizzati dei tag che “marcano” i blocchi testuali così da
assegnargli poi un determinato valore.
Per associare il testo alla codifica abbiamo bisogno di un software come
OpenOffice oppure dei programmi d’impaginazione. Fino ad oggi l’editoria digitale
53
ha maltrattato il layout del libro digitale svuotandolo della sua parte progettuale e
stilistica, anche se in realtà la prima cosa che colpisce il lettore non è tanto il contenuto
quanto l’aspetto. Nella creazione di un eBook è necessario valutare attentamente vari
aspetti quali la leggibilità, l’accessibilità e l’usabilità perché devono essere ricreate
tutte le condizioni necessarie per far sì che un testo digitale sia fruibile alla stessa
identica maniera di un testo cartaceo.
2.1.4 Leggibilità
Figura 12- Il tema della leggibilità graficizzato come nelle slide di Vladimir Carrer è esemplificativo
del caso studio che si intende analizzare
Un concetto fondamentale da tenere a mente in tema di e-book è la leggibilità in quanto
risulterebbe sostanzialmente inutilizzabile se fosse illeggibile.
Per non incorrere in questo specifico errore è necessario che il libro digitale si
attenga a determinate caratteristiche come, ad esempio, la comprensibilità su tutti i
device; per rendere ciò possibile si deve discernere meglio il concetto di leggibilità
suddividendola in due diverse tipologie: la legibility che definisce tutto ciò che a che
fare in il carattere tipografico usato nel testo e la readability che si preoccupa della
fluidità della lettura relazionandosi con la struttura linguistica di riferimento dello
scritto.
La principale differenza fra i due aspetti è la figura professionale che se ne
occupa: nel primo caso sarà l’impaginatore dell’eBook che dovrà curare gli aspetti di
ottimizzazione digitale mentre nell’ultimo caso chi si farà carico delle eventuali
problematiche sono rispettivamente l’autore e il correttore.
Ma quali sono gli errori ai quali le figure professionali precitate dovranno fare
attenzione?
54
La tipologia di font o la spaziatura fra lettere, parole e righe sono solo alcune
problematiche da affrontare, ma si potrebbe continuare l’elenco parlando
dell’ordinamento generale della pagina e ancora citando il principio di Gestalt.
La Gestalt è una corrente psicologica che si sviluppò all’inizio del ‘900 in
Germania secondo cui gli esseri umani percepiscono gli elementi in modo diverso a
seconda dell’insieme di cui fanno parte, afferma, quindi, che all’interno di una
composizione o di un’immagine, gli elementi vicini tra loro vengono percepiti come
un elemento unitario e questa percezione è anche alla base della buona leggibilità di
un testo.
Per chiarire meglio il concetto basta osservare la seguente immagine, la linea
tratteggiata tra le corsie delle strade. Noi non percepiamo i singoli trattini come
elementi distinti e separati, li percepiamo come, appunto, un elemento unico, una linea
tratteggiata.
Figura 13 – Trattini separati che percepiamo come un unico elemento. Fonte: slide di Vladimir Career
Il cervello umano tende a completare le parole e quindi un font troppo ricco potrebbe
spingere il lettore a confondere due lettere diverse tra loro. Assume quindi una
notevole importanza conoscere la Gestalt per poter arrivare a sfruttare i vari punti di
forza di ogni singolo dispositivo sui quali si intende rendere un libro digitale viabile.
Ogni e-reader “interpreterà” il testo con una chiave diversa spaziando dalla grafica
utilizzata da dispositivo al tipo di tecnologia che entra in gioco, banalmente basti
pensare alla risoluzione a disposizione dello schermo.
Come si può quindi creare un e-book ugualmente efficace per ogni singolo
reader presente in commercio?
La chiave è l’ottimizzazione, prendendo in considerazione vari accorgimenti è
possibile creare un e-book adatto a varie tipologie di reader, è utile discostarsi dall’idea
di libro cartaceo, utilizzare un font lineare e compatto che lasci il minor margine
55
possibile di errore, o ancora quando si parla di un formato ePub, si può ricorrere al
linguaggio CSS e alle sue regole atte a personalizzare il layout grafico di un testo come:
testo, colore, sfondo o stile di font con CSS @font-style.
Per far ordine tra le varie tipologie di font si è soliti creare due grandi famiglie: i font
sans-serif e i font serif.
Figura 14 - Differenza grafica fra Sans-serif e Serif - dalle slide di Vladimir Carrer
La principale distinzione, nel digitale, fra questi due gruppi è la risoluzione dello
schermo di riferimento, i sans-serif, compatti e robusti, vengono utilizzati per basse
risoluzioni (72 dpi) al contrario i Serif, preferiti dai tipografi per la loro eleganza, sono
adatti per un’alta risoluzione (300 dpi).
Ovviamente, la sola distinzione in categorie non consente un corretto utilizzo del font
ma si deve tenere conto di varie tematiche che pone il professionista davanti a delle
scelte:
• la moderna tecnologia consente al cliente di ingrandire e rimpicciolire a suo
piacimento la pagina che sta leggendo, urge quindi, in questo caso specifico,
ragionare anche sulla grandezza del testo. La dimensione ottimale di
visualizzazione di una lettera è di circa 16px.
• il ricordarsi sempre dell’uso contestuale del carattere rispetto a tutto ciò che
gioca attorno al libro, l’autore potrebbe voler un font elegante e consono alla
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Miti del mondo dalla A alla Z - Un ebook per spiegare la mitologia ai ragazzi

  • 1. Corso di Laurea Magistrale in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda MITI DEL MONDO DALLA A ALLA Z: UN E-BOOK PER SPIEGARE LA MITOLOGIA AI RAGAZZI Relatore: Prof. Francesco TISSONI Correlatore: Prof.ssa Silvia ROMANI Elaborato Finale di: Valeria RICCIARDI Matr: 934841 Anno Accademico 2020-2021
  • 2. 3
  • 3. 4 Sommario Introduzione .......................................................................................6 1. L’eBook .........................................................................................9 1.1 Che cos’è un eBook? ................................................................................9 1.1.1 Caratteristiche ......................................................................................................... 9 1.1.2 L’e-reader.............................................................................................................. 10 1.1.3 I DRM ................................................................................................................... 19 1.2 Il rapporto con la società.........................................................................23 1.2.1 Il boom degli eBook.............................................................................................. 23 1.2.3 I dati sulla lettura digitale...................................................................................... 25 1.2.4 Ecosostenibilità dell’eBook .................................................................................. 26 1.2.5 Il mercato digitale ................................................................................................. 27 1.2.6 Potenzialità applicative nel mondo scolastico....................................................... 28 1.3 L’ePub3...................................................................................................29 1.3.1 Panoramica sui formati ......................................................................................... 29 1.3.2 Storia dell’ePub..................................................................................................... 34 1.3.3 HTML5, CSS e Javascript..................................................................................... 39 1.3.4 Rendering.............................................................................................................. 44 2. Come si crea un eBook ................................................................48 2.1 Requisiti da considerare..........................................................................48 2.1.1 Tipologia............................................................................................................... 48 2.1.2 Standard ................................................................................................................ 49 2.1.3 Codifica del linguaggio......................................................................................... 52 2.1.4 Leggibilità............................................................................................................. 53 2.1.5 Accessibilità.......................................................................................................... 57 2.1.6 Usabilità ................................................................................................................ 63 2.1.7 Software per la creazione di e-book...................................................................... 66 2.2 Modelli di riferimento.............................................................................67 2.2.1 La scala d’oro........................................................................................................ 68 2.2.2 Alice for the Ipad .................................................................................................. 69 2.2.3 Storie di donne mitologiche per bambine mitiche ................................................ 71 2.2.4 La collana Le grandi raccolte................................................................................ 73
  • 4. 5 2.2.5 Miti Greci per Bambini: Incredibili Storie degli Eroi e Dei della Mitologia Greca: Edizione Illustrata .......................................................................................................... 74 2.2.6 Atlante dei miti. Mostri e leggende, divinità ed eroi in 12 mappe di mondi mitologici ....................................................................................................................... 76 2.2.7 Dizionario universale di mitologia........................................................................ 77 3 Il progetto: Miti del mondo dalla A alla Z. Un eBook per spiegare la mitologia ai ragazzi......................................................................79 3.1 Considerazioni preliminari .....................................................................79 3.1.1 L’obbiettivo del progetto....................................................................................... 79 3.1.2 Il software utilizzato.............................................................................................. 80 3.1.3 Analisi del target ................................................................................................... 82 3.2 Realizzazione di “Miti del mondo dalla A alla Z” .................................85 3.2.1 Alfabeto................................................................................................................. 85 3.2.2 Layout ................................................................................................................... 86 3.2.3 Font ....................................................................................................................... 86 3.2.4 Copertina............................................................................................................... 86 3.2.5 Istruzioni ............................................................................................................... 88 3.2.6 Indice..................................................................................................................... 89 3.2.7 Mappa.................................................................................................................... 91 3.2.8 Illustrazioni ........................................................................................................... 92 3.2.9 Schede informative................................................................................................ 97 3.2.9 Racconti mitologici............................................................................................. 100 3.2.10 Elementi interattivi............................................................................................ 126 Conclusioni ................................................................................... 132 Bibliografia ................................................................................... 133 Sitografia....................................................................................... 135
  • 5. 6 Introduzione Le nostre abitudini sono state e continuano ad essere alterate significativamente dalla tecnologia. Il periodo storico che stiamo vivendo è un momento di profonda trasformazione del mondo dell’editoria: la capacità di convertire entità fisiche in contenuti digitali è infatti forse paragonabile alla rivoluzione di Gutenberg con la stampa a caratteri mobili. La rivoluzione eBook, infatti, sta portando un rapido mutamento nell’industria editoriale, stravolgendo non solo alcuni dei suoi meccanismi ma anche le abitudini dei lettori. Oltre agli enormi vantaggi in termini di risparmio economico e comodità di trasporto, rispetto al libro cartaceo tradizionale l’eBook ha anche il potenziale per offrire un’esperienza del tutto nuova al lettore, ad esempio attraverso l’interattività che alcuni formati, come nel caso dell’ePub3 utilizzato in questo progetto, permettono. I settori su cui questo tipo di tecnologia potrebbe essere applicata con enorme successo sono innumerevoli ma quello con il maggior potenziale è senza dubbio il settore dell’editoria rivolta a bambini e ragazzi. L’intento di tale applicazione non deve essere necessariamente quello di sostituire la lettura dei libri cartacei ma di offrire, invece, un tipo di esperienza diversa e avvicinare il giovane lettore al mondo dei libri. È sempre più evidente, infatti, che un gran numero di bambini siano a contatto sin dalla più tenera età con oggetti tecnologici come pc, tablet e cellulari, motivo per cui la lettura attraverso questi dispositivi potrebbe portare coloro che normalmente non si sarebbero avvicinati volontariamente ad un libro cartaceo, magari perché spesso associato alla scuola e ai doveri, alla lettura, perché fruita tramite un dispositivo che mentalmente associano al divertimento. Una volta sperimentato il piacere della lettura saranno poi invogliati a cimentarsi anche in altre modalità di fruizione, come quella cartacea. Ovviamente resta imprescindibile il ruolo primario che genitori e insegnanti hanno nel sensibilizzare i bambini alla passione per la lettura, qualsiasi il supporto scelto per farlo. I motivi sopra esposti sono dunque la ragione per cui si è scelto l’eBook come mezzo per avvicinare i lettori alla lettura, utilizzando nello specifico un genere molto amato da bambini e ragazzi, quello della mitologia. La scelta di un eBook di genere mitologico, oltre che uno scopo ricreativo, ha anche un duplice intento didattico: da un
  • 6. 7 lato quello di trasmettere, attraverso i racconti, i valori positivi dei personaggi inseriti, dall’altra quello di abituare il giovane lettore al rapporto con il diverso e avvicinarlo a culture diverse dalla propria, anche attraverso approfondimenti e curiosità inserite all’interno del progetto. Ad accompagnare i testi e gli approfondimenti sono stati inseriti degli elementi interattivi che possano spingere il lettore a incuriosirsi e approfondire la lettura. Oltre agli elementi interattivi a scopo puramente ludico, in numero limitato per evitare che il gioco sovrasti la lettura, sono stati inseriti anche degli elementi interattivi didattici, come una mappa interattiva o, ancora, la possibilità di toccare delle specifiche parole all’interno del testo e conoscerne il significato o le curiosità ad essa associata. Il programma utilizzato per la realizzazione dell’eBook è Pubcoder, un software nato da una giovane realtà torinese specializzato nell’editoria digitale e nel self-publishing, scelto per la sua intuitività di utilizzo e per la possibilità di inserire modifiche e aggiunte sul modello creato, in modo da poter eventualmente inserire nuovi racconti o creare una nuova raccolta di miti dal modello già creato. Nella relazione di tesi sono state discusse tutte le fasi del progetto. Nel primo capitolo sarà chiarito cosa si intende con il termine ebook, ne saranno descritte le modalità di fruizione, le caratteristiche e la storia, verrà spiegata la questione riguardante i DRM e il rapporto con la società contemporanea, esplorando tematiche come dati di vendita, ecosostenibilità e potenzialità applicative nel mondo scolastico. Infine sarà approfondito il tema dei formati disponibili, con un focus quello scelto per la realizzazione del progetto, l’ePub3, illustrandone la storia e le caratteristiche. Il secondo capitolo sarà dedicato ai requisiti tecnici da seguire per poter creare un eBook, con un approfondimento su quelli principali, e ad un’analisi dei modelli di riferimento che il mercato editoriale offre, evidenziandone pregi e difetti, utili per raggiungere una maggiore consapevolezza su ciò che era da evitare durante la realizzazione del progetto di eBook. Il terzo capitolo sarà infine interamente dedicato al progetto. Nella prima parte saranno esplicitati gli intenti del progetto, il software scelto per la sua realizzazione e un’analisi del target a cui l’eBook è rivolto, ossia quello del lettore di “fascia media”, di un’età indicativamente compresa tra gli otto e i dodici anni.
  • 7. 8 Nella seconda ed ultima parte verranno mostrati i procedimenti eseguiti per la realizzazione dell’eBook, dalla scelta dell’alfabeto utilizzato, al font, alle illustrazioni inserite, spiegando ogni parte di esso e riportando alcuni esempi di testi inseriti. Per ogni racconto riportato sarà poi motivata la scelta della sua inclusione all’interno della raccolta e le motivazioni per cui è stata selezionata una versione piuttosto che un’altra tra quelle disponibili. In seguito sarà illustrato il lavoro di ricerca delle fonti per la scrittura delle schede informative e del testo originale su cui basare l’operazione di riscrittura, in una chiave adatta al pubblico di riferimento, del mito. Infine saranno spiegate le tipologie di elemento interattivo inserite, il loro intento e il funzionamento tecnico.
  • 8. 9 1. L’eBook 1.1 Che cos’è un eBook? Un eBook (abbreviazione di electronic book, ossia libro elettronico), noto anche come e-book o ebook, è una pubblicazione di libri resa disponibile in formato digitale, composta da testo, immagini o entrambi, leggibili sul display a schermo piatto di computer o altri dispositivi elettronici. 1.1.1 Caratteristiche Sebbene a volte sia definito come «una versione digitale di un libro stampato»1 , alcuni e-book esistono anche senza un equivalente stampato. Gli e-book possono essere letti su dispositivi e-reader dedicati, ma anche su qualsiasi dispositivo computer dotato di uno schermo di visualizzazione controllabile, inclusi computer desktop, laptop, tablet e smartphone. «Rispetto alla staticità del libro tradizionale, l’eBook offre la multimedialità e l’interattività tipiche dell’ipertesto, caratteristiche che lo rendono il supporto ideale per enciclopedie, dizionari, manuali e tutti i testi che non richiedono una lettura sequenziale ma che traggono vantaggio dall’utilizzo di motori di ricerca e supporti multimediali.»2 Tutto questo permette di interagire con il testo in un nuovo modo, cercando passaggi o termini senza dover utilizzare gli indici o di sfogliare le pagine, «grazie ai link le citazioni e i riferimenti ad altri testi diventano vivi e immediatamente accessibili»3 ; la funzione del copia-incolla permette di copiare parti del testo, oppure trasferire con facilità intere biblioteche senza dover ricorrere a scatoloni e furgoni. Tuttavia, c’è chi è preoccupato per la tecnologia dell'inchiostro elettronico (e-ink) perché vede in esso una minaccia per il libro classico: l’e-ink ha reso infatti il supporto digitale molto simile a quello cartaceo, almeno dal punto di vista fisico e tattile. 1 Editori Treccani, Ebook in Enciclopedia Treccani https://www.treccani.it/enciclopedia/e-book/ 2 Bocciolesi Enrico, Ebooks, libri digitali ed epubs: cosa leggiamo e come possiamo utilizzarli nei contesti educativi in AIRInforma, 7 aprile 2015 https://informa.airicerca.org/it/2015/04/07/eBook-libri-digitali-epub/ 3 Trezzi Giovanni, Epub. Guida per autori, redattori, grafici, Apogeo, 10 novembre 2010 p.11
  • 9. 10 Potenzialmente l’eBook potrebbe essere un cambiamento radicale delle nostre abitudini di lettura. Alcune forme di lettura sono già state completamente sostituite dalla loro versione digitale, basti pensare ad enciclopedie e dizionari, Oggi possiamo immaginare, ed in parte già sta accadendo, studenti che, attraverso l’uso di appositi dispositivi, portano nella propria aula di lezione un tablet in sostituzione dei pesanti libri di carta e che possano contenere lezioni con testo e video. L’e-book è considerato la «quarta rivoluzione»4 , perché sta cambiando non solo il mondo dell’editoria, ma anche il mondo degli usi e dei consumi delle persone. L’introduzione di questa nuova tecnologia sta creando però non pochi problemi che vanno affrontati e tenuti in considerazione. 1.1.2 L’e-reader Per poter fruire degli eBook è necessario un supporto materiale che contenga un software che permetta la lettura. Tale supporto può essere un cellulare o un tablet con installata un’applicazione di lettura, oppure un dispositivo creato per leggere gli eBook. Il supporto specifico nato per rispondere a questa esigenza è chiamato e-reader, o lettore di eBook, ed è un dispositivo elettronico portatile che consente di inserire all’interno un gran numero di eBook per conservarli e consentirne la lettura. L’e-reader è studiato in modo da offrire al lettore un’esperienza che somigli per quanto possibile alla lettura su formato cartaceo, con l’obbiettivo di affaticare meno la vista, anche grazie ad opzioni personalizzabili come quella dell’aumento delle dimensioni dei caratteri, la scelta del font tra quelli proposti, la luminosità regolabile e alla tecnologia e-ink. Alcuni modelli evoluti permettono anche di connettersi tramite 3G e Wi-Fi per scaricare nuovi titoli o accedere a delle pagine web oppure condividere sui social network come FaceBook o Goodreads, un social network dedicato ai lettori, i propri appunti o le parti del libro che sono state sottolineate. La prima idea di e-reader si deve ad Alan Kay che nel 1968 disegnò la sua idea di Dynabook e inventò il prototipo dei lettori eBook. 4 Cfr. Roncaglia Gino, La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro, Laterza, 2014
  • 10. 11 Le caratteristiche del Dynabook erano: • Modello astratto • Dimensioni di un bloc notes • Schermo piatto • Collegamenti radio • Enorme capacità di memoria • Interfaccia dinamica: per leggere e per scrivere Quando poi nel 1970 Alan Kay viene assunto alla Xerox ha la possibilità di realizzare il suo prototipo, lo Xerox Alto, che, tuttavia, non è mai stato commercializzato. Figura 1 – Dynabook ideato da Alan Kay Figura 2 – Xerox Alto
  • 11. 12 Il primo vero e-reader è stato il “Rocket Ebook Reader” prodotto da Nuvomedia grazie ai finanziamenti della casa editrice Barnes&Noble e presentato nel 1998 alla Fiera del Libro di Francoforte. Il dispositivo era dotato di uno schermo touch a cristalli liquidi monocromatico. I primi modelli di e-reader non erano dotati di retroilluminazione e la resa era molto simile a quella di un libro stampato, per il loro utilizzo era necessaria una fonte di illuminazione esterna naturale o artificiale. Nello stesso periodo esce un altro dispositivo in parte analogo al Rocket eBook, il SoftBook, prodotto dalla SoftBook Press. Il libro elettronico si accendeva aprendo la copertina: una trovata quindi che rafforzava nel lettore l’idea di trovarsi di fronte a un oggetto certo tecnologico, ma comunque identificabile con un libro. Né il Rocket eBook né il SoftBook raggiunsero un grande successo. Questi dispositivi, che avevano lo scopo di far esperire al consumatore una lettura simile a quella su carta, in realtà non riuscivano a soddisfare a sufficienza i requisiti di mimicità e di autosufficienza. Nonostante avessero il pregio di poter contenere un gran numero di libri, la lettura risultava comunque molto più scomoda che su carta, limite decisivo che portò al fallimento del progetto. In aggiunta il prezzo, la durata delle batterie, l’adozione di politiche di gestione dei diritti chiuse e poco funzionali, l’idea di un unico Figura 4 - Rocket EBook Reader prodotto da Nuvomedia
  • 12. 13 fornitore di contenuti, con una scelta piuttosto limitata di titoli, sono fattori ulteriori che hanno contribuito al flop.5 La prima ventata di novità arriva con il Sony Librié, prodotto dalla Sony nel 2004. Si tratta del primo eBook reader basato su tecnologia e-ink, un inchiostro elettronico che ha il pregio di non affaticare la vista del lettore e dal grande risparmio energetico. La leggibilità era garantita dal forte contrasto tra i caratteri neri e lo sfondo bianco, che garantiva un ottimo livello di definizione e nitidezza di testo e grafica, offrendo così una maggiore leggibilità. Il dispositivo era privo di retroilluminazione e rifletteva la luce ambientale in modo da poter consentire la lettura anche in condizione di esposizione alla luce del sole, permettendo al lettore di poterne fruire ovunque senza dover affaticare la vista. Figura 5 – Sony Librié La stessa tecnologia venne sfruttata due anni dopo ancora dalla Sony, che lanciò sul mercato un altro modello di eBook reader: il Sony Reader. Tuttavia entrambi i dispositivi non ebbero il successo sperato, probabilmente a causa del loro meccanismo chiuso per l’acquisizione dei contenuti, basato su formati proprietari (quale era il formato Sony) e su un unico negozio on-line. 5 Cfr. Roncaglia G., La quarta rivoluzione: sei lezioni sul futuro del libro, LaTerza, 2010
  • 13. 14 La vera svolta si ebbe nel 2007 con il Kindle prodotto da Amazon, un lettore dotato di tecnologia e-ink e con connettività Wi-Fi o 3G integrata. Grazie alla possibilità di connettere il proprio dispositivo all’account Amazon e acquistare da questo i propri eBook inviandoli direttamente sull’ereader, Amazon ha avuto la possibilità di affermarsi come uno dei colossi nella vendita degli eBook poiché permette di disporre dei contenuti della più grande libreria del mondo e con una modalità di acquisto molto semplice. Il successo fu immediato: andò esaurito in quattro ore e mezza dall’uscita sul mercato, rimanendo senza scorte fino al 2008. Per contrastare Amazon e la sua enorme offerta di contenuti, la Sony decise di cambiare la propria politica e rese i propri dispositivi compatibili con tutti i formati aperti, tra cui l’ePub. La concorrenza del Kindle ebbe un effetto positivo non solo sulla politica di gestione dei contenuti, ma anche sulle vendite: gli eBook reader Sony cominciarono a vendere di più proprio dopo l’uscita del dispositivo di casa Amazon. Negli anni seguenti Barnes & Nobles, presenta Nook, il suo reader. A differenza degli altri lettori ha un doppio schermo: uno con tecnologia e-ink per la lettura e un altro, nella parte inferiore del dispositivo, a colori e con tecnologia touch per navigare nel lettore e accedere allo store. A differenza del Kindle, il Nook permette Figura 6 - Il primo modello di Kindle di Amazon
  • 14. 15 di leggere eBook in formato ePub, ma con prestazioni dello schermo lievemente inferiori a quelle del Kindle. Sull’esempio di Barnes & Nobles, Mondadori nel 2012 ha firmato un accordo con l’azienda Kobo per la distribuzione nelle librerie della catena dei Kobo Touch, un dispositivo anch’esso in formato aperto, insieme ad un’elevata quantità di e-book disponibili anche in italiano. Il 2010 è l’anno di uscita del primo iPad, che viene lanciato anche, ma non unicamente, come dispositivo di lettura: offre un programma apposta, iBooks, che imita se non la sensazione tattile almeno quella visiva di un libro, e offre il collegamento con un servizio di vendita gestito dalla stessa Apple e denominato iBookstore, tramite il quale Apple comincia a vendere eBook su larga scala grazie ad un accordo con i cinque maggiori editori in lingua inglese. Inoltre, accetta e permette di usare il formato ePub, e quindi funziona senza necessità di conversioni anche con gli eBook di pubblico dominio. Nello stesso anno anche Samsung produce il primo Galaxy Tab con sistema operativo Android. Google da parte sua crea un nuovo servizio di vendita online di eBook, chiamato Google Editions (oggi Google Play), in grado di rispondere alla concorrenza di Amazon, Barnes & Noble e Apple. Figura 7 – Kindle Fire e Ipad di Apple
  • 15. 16 Nel 2012 MacWilliam, riferendosi alla diffusione di dispositivi tablet come il Kindle Fire o l’iPad, strumenti dotati di display ad alta risoluzione e capaci di gestire contenuti interattivi e multimediali, parla dell’avvento di una “quarta generazione”6 di eBook reader. Questi dispositivi sono pensati per i nuovi libri elettronici: gli enhanced eBooks, o eBook arricchiti, nei quali il testo base viene integrato con elementi multimediali e interattivi non previsti nelle precedenti tipologie di eBook.7 Con gli anni anche gli e-reader si sono evoluti andando in contro alle esigenze dei lettori; infatti, i modelli successivi sono stati dotati di una luce incorporata per poter leggere al buio anche senza una fonte di illuminazione esterna disponibile e della possibilità di regolare la luce automaticamente o manualmente, in base alle proprie necessità. La tecnologia degli e-reader è tuttavia pensata per visualizzare delle immagini statiche come le pagine di un libro, motivo per cui non performa allo stesso modo quando deve permettere la visualizzazione di contenuti più complessi, come video e siti web, motivo per cui alcuni preferiscono utilizzare il tablet. Negli anni molte altre aziende si sono dedicate alla produzione di e-reader, ognuna lanciando nel mercato diversi tipi di modelli adatti alle diverse esigenze dell’utente soprattutto in termini di peso, dimensione, connettività, interattività, tecnologia e costo. Come anticipato, per permettere la lettura è necessario un software dedicato che, compatibilmente con il supporto materiale prescelto, consenta la visualizzazione dell’eBook. Nella seguente tabella sono elencati i principali software attuali confrontati in base ai formati supportati e ai sistemi operativi con cui sono compatibili. 6 MacWilliam Angus, The Engaged Reader in Springer Link, New York 2013 https://link.springer.com/article/10.1007/s12109-013-9305-8 7 Cfr. Mrva-Montoya Agata, Editing skills in the era of digital [r]evolution in Papers from the 6th IPEd National Editors Conference, 2013
  • 16. 17 Software Principali formati supportati Sistemi operativi Licenza Adobe Digital Editions PDF, ePUB macOS, Windows proprietaria Adobe Acrobat PDF macOS, Windows proprietaria Calibre ePUB, LIT, HTML e altri GNU/Linux, macOS, Windows GNU GPL v3 Lexcycle Stanza ePUB, LIT, HTML, RTF, PDF e altri multipiattaforma FBReader FB2, ePUB, HTML e altri multipiattaforma EaseReader DTB Windows eMonocle OeB macOS, GNU/Linux, Windows eReader PRC, PDB Palm OS, macOS, Windows Mentoract Reader OeB Vari (richiede Java Runtime Engine) Microsoft Reader LIT Windows, Windows Mobile EULA MobiPocket Reader MobiPocket, OeB Blackberry, PalmOS, Symbian, Windows Mobile
  • 17. 18 Software Principali formati supportati Sistemi operativi Licenza NIST Reader OeB GNU/Linux, Windows OpenBerg OeB macOS, GNU/Linux, Windows Okular PDF, ePUB GNU/Linux, Windows, macOS GNU GPL Starbuck Reader HTML, TXT, PDB, PRC Windows Mobile Tiny eBook Reader HTML, LIT, TXT Windows Mobile TK3 Reader TK3 macOS, Windows TPB Reader DTB Windows uBook Reader HTML, PRC, RTF, TXT PalmOS, SymbianOS, Windows Mobile
  • 18. 19 1.1.3 I DRM Digital Rights Management (DRM), tradotto letteralmente come “gestione dei diritti digitali”, indica un insieme di tecnologie mediante cui i titolari di diritto d’autore possono tutelarsi dal punto di vista sociale, legale e tecnologico. Si tratta di misure di sicurezza incorporate nei computer, negli apparecchi elettronici e nei file digitali, consistenti nella possibilità di rendere protette, identificabili e tracciabili le opere dell'ingegno tutelate. Alla base del funzionamento dei DRM ci sono due processi chiave: la prima è la crittografia e la seconda è la gestione delle politiche digitali.8 Lo scopo dietro i DRM è quello di evitare lo sfruttamento dell’altrui proprietà intellettuale permettendo l’intero processo di pubblicazione di un eBook dalla produzione alla distribuzione e contrastare il fenomeno della pirateria digitale. Il tradizionale processo del DRM è cambiato dopo il 2000, anno in cui è iniziata la seconda generazione di DRM. Il DRM è utilizzato attraverso varie tecniche che alcuni proprietari nel mercato degli eBook impiegano per proteggere i propri interessi. I diversi fornitori di servizi utilizzano diversi schemi per mettere in sicurezza l’utilizzo dei contenuti, ad esempio Sony ha deciso di utilizzare un framework a tempo limitato che vieta agli utenti illegittimi l’accesso ai contenuti digitali per sessanta giorni. La violazione del copyright tramite il peer to peer ha incoraggiato le case editrici di eBook ad impiegare i DRM. La gestione dei diritti digitali semplifica il trasferimento del prodotto coperto dalla proprietà intellettuale. Libri, musica, film ecc. quando sono utilizzati nella loro forma digitale possono facilmente essere condivisi e scambiati attraverso la rete internet o altre risorse come chiavette USB, Bluetooth o CD-ROM. Tradizionalmente I sistemi di DRM integrano la crittografia, l’accesso limitato, i meccanismi di controllo, l’identificazione mediale e i meccanismi di tracciamento. I DRM permettono inoltre di creare un framework di sicurezza per controllare l’accesso e le azioni che possono essere eseguite dagli utenti (umani e non). Alcuni criticamente credono che rafforzare l’impiego dei DRM sui contenuti digitali sia un processo complesso e irragionevole 8 Henke Harlond, Electronic Books and ePublishing: A Practical Guide for Authors, Springer, 2012
  • 19. 20 che non è di alcun aiuto, mentre altri credono rafforzarli sia estremamente necessario in modo da prevenire la violazione della legge sul copyright. Le tecnologie DRM sono cruciali nell’epoca di internet poiché assicurano un controllo costante del file mentre esso è impiegato. Le aziende impiegano diversi tipi di DRM e quasi sempre i sistemi non sono interoperabili, il che diventa un problema per l’utente poiché a volte è costretto ad acquistare lo stesso contenuto da diversi produttori per poterlo utilizzare su dispositivi diversi proprio a causa della mancanza di interoperabilità e dei problemi di formattazione. Esistono due tipi di schemi DRM noti come prima generazione e seconda generazione. Gli schemi di prima generazione possono controllare la copia del contenuto digitale, questa caratteristica li rende limitati, mentre gli schemi di seconda generazione possono controllare la copia, l'alterazione, l'accesso, la stampa e varie altre funzionalità che impediscono la violazione dell'IP. Un sistema DRM ideale dovrebbe essere adattabile, fortemente crittografato e trasparente per l'utente. Oggi esistono quattro principali sistemi DRM di uso comune per gli e-book: • Social DRM «Noto anche come watermark (termine inglese che significa “filigrana”), il social DRM implica l’inclusione all’interno della pubblicazione, o meglio nei file che compongono un ePub, delle informazioni sul legittimo proprietario (per esempio nome, cognome, indirizzo e-mail e così via). In pratica quando un utente compra un eBook le credenziali fornite per l’acquisto vengono utilizzate per marcare la pubblicazione, personalizzandola e rendendola identificabile in caso di usi non leciti.»9 • ACS di Adobe Il più diffuso sistema di DRM è probabilmente Adobe Content Server (ACS), supportato da uno svariato numero di ereader e impiegato da diverse piattaforme di distribuzione di eBook. Il distributore o l’editore attraverso questo DRM possono stabilire con precisione il tipo di controllo sul contenuto, permettendo o meno all’utente determinate operazioni. Ad esempio, è possibile fornire o vietare l’autorizzazione alla stampa, se autorizzare la stampa di solo una parte del documento o del documento intero, con una risoluzione delle 9 Cfr. Trezzi Giovanni, Epub. Guida per autori, redattori, grafici, Apogeo, 10 novembre 2010
  • 20. 21 immagini non ottimale o solo per un certo numero di pagine al mese. Inoltre è possibile limitare su base mensile il numero di operazioni di copia/incolla o far sì che l’eBook abbia una data di scadenza. L’utilizzo del contenuto è permesso solo ai dispositivi associati all’account Adobe della persona che ha effettuato l’acquisto, mentre per quanto riguarda la fruizione su computer desktop è necessario utilizzare il software Adobe Digital Editions. Le possibilità di personalizzazione del DRM sono il principale vantaggio del sistema Adobe Content Server, ma a fronte di ciò esistono due svantaggi non trascurabili «Il primo svantaggio è la mancanza di compatibilità con gli altri tipi di DRM: sugli ereader che supportano ACS possono essere letti solo ePub DRM free, o protetti con un sistema watermark o appunto con DRM Adobe, mentre contenuti con altri DRM (come FairPlay di Apple), anche se legittimamente acquistati, non possono essere visualizzati. Il secondo svantaggio è invece la crescente macchinosità per il lettore nell’ottenere il file dell’eBook acquistato. Infatti, una volta terminata la procedura di acquisto, quello che l’utente riceve è un piccolo file con estensione .acsm (Adobe Content Server Message). Aprendolo, per esempio con Adobe Digital Editions, si avvia una procedura di verifica che può durare anche diversi secondi, durante i quali avviene una sorta di “conversazione” a tre tra il computer dell’utente, il server dove risiede l’eBook e il sistema Adobe Content Server. Lo scopo di questa triangolazione è verificare che l’utente abbia effettivamente un account Adobe valido e che il server che utilizza il DRM Adobe funzioni regolarmente. Solo se la verifica si conclude positivamente l’utente può iniziare la procedura di download dell’eBook acquistato.»10 • Amazon Gli eBook venduti dal Kindle Store di Amazon sono protetti da DRM. Il DRM di Amazon è un adattamento della crittografia Mobipocket originale e viene applicato agli e-book in formato .azw4, KF8 e Mobipocket di Amazon. Le policy del DRM di Kindle non sono apprezzate da molti utenti Kindle a causa dei problemi di privacy degli utenti e del supporto di formati diversi. 10 Ivi, p.313
  • 21. 22 • FairPlay DRM di Apple Il FairPlay DRM di Apple viene applicato agli E-pub e attualmente può essere letto solo dall'app iBooks di Apple su dispositivi iOS e computer Mac OS. Per quanto riguarda la condivisione dei contenuti, Apple permette di registrare fino a cinque dispositivi connessi al medesimo account Apple dando la possibilità di condividere un contenuto tra tutti i dispositivi registrati. «FairPlay non impedisce quindi la copia dei file protetti, ma non ne consente la riproduzione su dispositivi e software non Apple: chiunque può così distribuire file con questo tipo di DRM, ma per accedervi è sempre necessario un dispositivo iPad/iPhone/iPod associato all’utente che ha effettuato l’acquisto.» 11 Lo svantaggio maggiore del DRM Fairplay è quello di non essere compatibile con altri tipi di DRM, il che ha una ricaduta sull’utente. Non è infatti possibile visualizzare i contenuti con altri DRM, anche se acquistati legittimamente, a meno di ricorrere a applicazioni terze, il cui utilizzo, però, può non essere semplice e il funzionamento non garantito. Come anticipato tra i peggiori lati negativi c’è il problema della privacy e della condivisione, che potrebbe rivelarsi un impedimento per un gran numero di utenti. Ad esempio in una libreria tradizionale un cliente che vuole mantenere il proprio anonimato durante l’acquisto di un qualsiasi libro di testo cartaceo, pagherà in contanti. Al contrario, per l’acquisto di un eBook questo non è possibile e il cliente è costretto a pagare telematicamente e di conseguenza i suoi dati personali da acquirente rimarranno nella memoria storica dello store. Il cliente non potrà quindi mantenere l’anonimato. 11 Ibidem
  • 22. 23 1.2 Il rapporto con la società L’introduzione dell’ebook ha cambiato già da alcuni anni le abitudini di più di un lettore. La possibilità di poter leggere ovunque, di accedere ad una libreria praticamente illimitata in pochi secondi, la praticità e il risparmio economico che l’acquisto di libri digitali comporta, ha fatto sì che molti lettori passassero alla lettura in digitale, anche senza necessariamente abbandonare del tutto la lettura cartacea. Nonostante ciò, sono molti ancora i detrattori del libro digitale. Infatti che sia per purismo o per validi argomenti, nel dibattito tra digitale e carta gli argomenti virano dalle enormi potenzialità applicative dell’eBook ai possibili effetti dannosi che le nuove abitudini di lettura potrebbero portare. 1.2.1 Il boom degli eBook Erroneamente si potrebbe pensare che i libri in formato elettronico siano un fenomeno recente, in realtà quest’anno l’eBook festeggia ben 50 anni dalla sua nascita. Quest’ultima è infatti datata al 197112 , anno in cui Michael Hart, allora studente dell’Università dell’Illinois, ricopiò in digitale la “Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America”, inserendola poi, insieme alla Bibbia e ad alcune opere di Shakespeare, come primi libri digitali all’interno del Progetto Gutenberg: un’iniziativa che consisteva nel diffondere libri elettronici liberi da copyright, attraverso la creazione di una biblioteca elettronica che riproducesse i libri stampati allo scopo di abbattere l’analfabetismo e promuovere la letteratura. Negli anni seguenti la tecnologia iniziò ad evolversi e si cominciò ad immagazzinare libri digitali con le tecnologie proprie del tempo: 15 anni dopo per la prima volta venne pubblicato un romanzo su floppy disk, Afternoon, a story di Micheal Joyce, e in seguito si iniziò ad utilizzare la tecnologia dei cd-rom con la pubblicazione di una raccolta di candidati al premio Hugo nel 1993. Nel 1994 in Italia grazie al Progetto Manuzio13 nacque la prima biblioteca digitale italiana, grazie a numerosi volontari che iniziarono a caricare all’interno della biblioteca un gran numero di libri gratuitamente. La più importante svolta si ebbe poi 12 Hosch, William L. Project Gutenberg in Encyclopedia Britannica, 17 agosto 2017, https://www.britannica.com/topic/Project-Gutenberg. Accessed 12 September 2021. 13 Editori di Liber Liber, Cos’è Liber Liber in Liber Liber, https://www.liberliber.it/online/comunicare/chi-siamo/
  • 23. 24 nel 1998, anno in cui per la prima volta fu assegnato un codice ISBN ad un libro digitale e grazie alla diffusione della rete, si assisté ai primi pionieri del digitale alle prese con la distribuzione, gratuita e a pagamento, dei primi e-books. Il 2000 è stato definito “anno zero” per quanto riguarda i libri digitali, questo grazie al rilascio in esclusiva del formato eBook del libro “Riding the bullet” di Stephen King e alla nascita del primo premio letterario internazionale riservato agli e-book, il “Frankfurt EBook Awards”14 . Nonostante ciò il mercato, soprattutto quello italiano, non era ancora pronto per quel tipo di prodotto. In America a partire dal 2008 i quotidiani cominciarono ad affiancare una versione digitale a quella tradizionale in cartaceo, anche grazie all’ingresso nel mercato di e-reader ottimizzati con la tecnologia e-ink ma soprattutto grazie alla presentazione di IPad di Apple. Durante gli anni il mercato del libro digitale ha preso sempre più piede anche in Italia fino ad arrivare al 2020 in cui, complice la pandemia di coronavirus che ha imposto la chiusura delle librerie in alcuni periodi dell’anno, le vendite dei libri elettronici hanno trainato, insieme a quelle degli audiolibri, la rendita dell’intero settore editoriale italiano15 . 14 Reid Calvin, Frankfurt E-Book Awards; New Indie Prizes in Publishers Weekly, 30 ottobre 2000 https://www.publishersweekly.com/pw/print/20001030/23630-frankfurt-e-book-awards-new-indie- prizes.html 15 Fabiano Cecilia, Com’è andata l’editoria italiana, infine in IlPost, 28 gennaio 2021 https://www.ilpost.it/2021/01/28/come-andata-leditoria-italiana-infine/
  • 24. 25 Figura 3- Grafico rappresentante la rendita del settore editoriale in Italia dal 2019 al 2020. Fonte: Presentazione “Lo stato del libro in Italia e in Europa nell’anno della pandemia”, Ricardo Franco Levi, AIE, 29/01/2021 presso Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri 1.2.3 I dati sulla lettura digitale Negli ultimi anni, gli e-book sono diventati un pilastro dell'industria editoriale. Tuttavia, la scomparsa dei libri stampati a seguito dell'introduzione degli e-book non si è verificata come era stato previsto da alcuni. Nonostante lo sviluppo tecnologico, è statisticamente dimostrato che in Italia, secondo i dati ISTAT del 2019, il 78% dei lettori predilige ancora il formato cartaceo16 . I libri stampati, in particolare quelli da collezione o le serie composte da più libri, sono maggiormente apprezzate dai lettori per la brevità del contenuto. Tra le ragioni che portano i lettori a preferire libri stampati ci sono i benefici sulla memoria a lungo termine, poiché danno la possibilità di evidenziare una o più parti del testo, oltre che l’esperienza tattile e fisica data dalla materia libro rispetto all’immaterialità dell’eBook (51,7%), incidono inoltre l’insufficiente alfabetizzazione informatica dei lettori (38,9%) e lo scarso comfort visivo dato dallo schermo del libro 16 ISTAT – Comunicato Stampa, La produzione e la lettura di libri in Italia in ISTAT https://www.istat.it/it/archivio/236320
  • 25. 26 elettronico (32,6%). Anche il basso numero di lettori forti è indicato come un elemento critico (26,2% dei rispondenti). Per quanto riguarda invece il digitale, gli editori segnalano che la caratteristica più gradita degli eBook è il prezzo di vendita ridotto (71,7%), seguita dalla facilità di trasporto e di archiviazione dei contenuti (51%). Meno rilevante risultano la facilità di reperimento e di acquisizione dei titoli (19,1%), la fruizione interattiva ovvero la possibilità di fare ricerche sul testo, segnalibri, note, applicazioni per la formattazione (16,9%) e la multimedialità (11,3%). Nonostante la lettura di libri in formato cartaceo sia di gran lunga superiore a quella digitale in termini di vendite, negli ultimi due anni, complice l’emergenza coronavirus, i lettori che fruiscono di libri solo in formato digitale sono passati dal 3% al 6%, mentre quelli che utilizzano libri cartacei, digitali e audiolibri sono aumentati dal 17% al 26%. 1.2.4 Ecosostenibilità dell’eBook La discussione tra e-book e libri cartacei è un dibattito molto acceso. La produzione di un minor numero di libri cartacei ridurrà l’abbattimento di alberi e l’utilizzo di inchiostro e di acqua, ma d’altro canto l’utilizzo degli e-reader è una bomba ecologica sia dal punto di vista della sua produzione che del suo smaltimento. La produzione di un libro cartaceo comporta un consumo di energia decisamente inferiore a quella necessaria per costruire un dispositivo elettronico e di conseguenza molte meno emissioni di gas climalteranti. È molto difficile però, stimare quante copie cartacee verranno effettivamente acquistate dai lettori. Questo comporta il rischio di dover mandare al macero le copie invendute. Per quanto riguarda invece lo smaltimento, i dispositivi elettrici ed elettronici, alla fine della loro vita, vanno smaltiti tra i RAEE perché contengono al loro interno materiali che possono essere riutilizzati e altri che, se non smaltiti correttamente, inquinano l’ambiente. I libri tradizionali invece, possono essere buttati nella raccolta della carta o donati. C’è tuttavia il problema dell’obsolescenza di alcuni argomenti che fa sì che molti libri diventino obsoleti e destinati ad essere gettati.
  • 26. 27 Ingenuamente c’è chi potrebbe essere sicuro che utilizzare l’e-book sia un modo per tutelare l’ambiente ma in realtà la questione è molto più complessa di quanto appare. Un eBook e il suo supporto producono e consumano infatti diossido di carbonio, acqua e prodotti chimici pari a quelli che vengono prodotti dal supporto cartaceo. Nel 2009, il gruppo Cleantech, in un documento intitolato «The environmental impact of Amazon’s Kindle» ha analizzato una serie di studi sulle industrie dell’editoria e dei lettori elettronici. Dai risultati è emerso che, in media, la CO2 emessa nel ciclo di vita di un Kindle è pari a 168 kg, che corrispondono alle emissioni prodotte nella produzione e distribuzione di circa 22,5 libri cartacei. 17 La soluzione migliore, quindi, è quella di utilizzare dispositivi elettronici ricaricabili con energia solare e utilizzarli per quanti più anni possibile. 1.2.5 Il mercato digitale A partire dal 2010 si è raggiunta una prima maturità del mercato con una stabilizzazione della domanda di contenuti editoriali, musicali e d’intrattenimento in genere. Emerge un profilo di consumatore che usa prevalentemente la rete per la ricerca di contenuti, e che è disposto a pagare servizi di offerta di contenuti digitali (audio, video o testuali). Si tratta in effetti di un mercato potenzialmente già attivo, visto che in questo profilo di consumatore rientra anche l’abitudine alla lettura. Accanto a questi dati occorre tener presenti quelli relativi alla crescita dei canali di vendita on line (una quota che - in percentuale sul totale delle vendite - è triplicata dal 2001 al 2003). Gli Internet Bookshop stanno avendo buoni risultati. Il mercato degli e-book, almeno in linea teorica, dovrebbe offrire agli editori un modo per liberarsi di alcuni problemi strutturali: dal problema della tiratura minima, ai problemi gestionali e amministrativi legati al diritto di resa, a quelli finanziari legati all’esorbitante costo della distribuzione. Eppure, molte sono ancora le barriere psicologiche ed economiche che ostacolano una loro più vasta commercializzazione. Però vi è una rapida evoluzione del mercato statunitense, anche se devono essere risolti molti spinosi problemi come la determinazione dei prezzi, il diritto d’autore, le royalty per gli autori, la creazione di uno standard digitale comune. Infatti manca uno standard 17 Cfr. Ritch E., The environmental impact of Amazon’s Kindle, Cleantech Group, 2009
  • 27. 28 universale (a cui sta lavorando l’Open e-book forum) e restano seri problemi legati al Digital Right Management e ai rischi connessi alla pirateria digitale. Il mondo editoriale italiano sembra guardare alle nuove tecnologie editoriali (print on demand e e-book) come ad un nuovo modo di fare le vecchie cose. Ma la rete rappresenta il passaggio ad un nuovo frame tecnologico e culturale, e anche per l’editoria il passaggio ad in nuovo ecosistema mediologico impone l’abbandono delle vecchie pratiche e consuetudini e l’adozione di modelli sperimentali e innovativi. Serve individuare una via “italiana” all’editoria Internet based che sappia proporre e magari sperimentare formule nuove ed innovative, trovando gli strumenti per superare gli ostacoli cronici all’espansione del mercato. 1.2.6 Potenzialità applicative nel mondo scolastico Gli e-book potrebbero, con il tempo, sostituire i libri di testo dei ragazzi in età scolastica e alleviare l’ingente spesa che annualmente pesa sulle spalle di numerose famiglie italiane, appunto l’acquisto dei libri scolastici. I vantaggi dell’adozione di testi elettronici sarebbero molteplici. Oltre al risparmio economico familiare e alla diminuzione del peso degli zaini sulle spalle degli alunni, infatti, verrebbe favorita la diffusione della “cultura tecnologica” tra i ragazzi e le famiglie, in modo che «gli studenti che non sono mai entrati in contatto con le tecnologie informatiche – e che quindi sarebbero destinati a una sorta di “esclusione sociale” dal punto di vista non solo lavorativo, ma anche di relazioni interpersonali – avrebbero la possibilità di prendere dimestichezza con gli strumenti informatici.»18 Ovviamente l’adozione degli eBook nel contesto scolastico mette di fronte anche ad alcuni problemi, oltre che ai vantaggi. Innanzitutto quello legato alla fruibilità da parte degli studenti, non è detto che ogni famiglia possieda un computer, strumento tuttavia indispensabile per la gestione dei contenuti da inserire nell’eBook. Proprio in relazione al download dei contenuti va considerato poi il problema del «digital divide», il divario digitale. È innegabile, infatti, che una percentuale del territorio italiano non sia ancora coperta da una rete internet ad alta velocità, questo può far sì che anche in presenza di un computer, di una connessione e di un e-reader, il processo di download 18 Scervini Francesco, L’uso degli eBook a scuola in I dossier de lavoce.info https://www.lavoce.info/wp-content/uploads/2015/02/la-scuola-e-internet.pdf
  • 28. 29 e gestione degli eBook può diventare lungo, complesso e costoso sia per le famiglie che per la scuola. Altro fattore da considerare è la delicatezza e il valore di questi dispositivi elettronici che con l’utilizzo, soprattutto nelle mani di bambini e ragazzi, possono danneggiarsi irreparabilmente diventando completamente inutilizzabili, cosa che con un libro cartaceo è meno probabile accada. 1.3 L’ePub3 1.3.1 Panoramica sui formati Per la realizzazione e la pubblicazione di un eBook possono essere utilizzati diversi formati, molti dei quali però non sono stati originariamente concepiti per essere utilizzati per la creazione di un eBook. La motivazione principale è che quello del libro digitale è un mercato ancora piuttosto giovane, a differenza di alcuni formati che esistono da più tempo. I nuovi formati creati specificamente per gli eBook, nonostante abbiano risolto alcuni dei problemi dati dai formati più vecchi, hanno d’altro canto creato nuovi problemi. Il principale problema è quello dei formati proprietari verso cui l’industria editoriale si è sempre più avvicinata, ossia dei formati legati a specifiche piattaforme hardware e software, cosa che limita fortemente le scelte dell'utente finale. Questo determina la possibilità che l’utente finale possa ritrovarsi con eBook che possono essere letti unicamente da certi tipi di software, oppure che il proprio hardware non abbia la capacità di supportare l’eBook che si è acquistato. La soluzione al problema del diverso tipo di formati, non compatibili con tutti gli hardware e software, è la conversione del formato che l'utente non desidera o non può utilizzare in un altro formato più congeniale. Tuttavia anche questa soluzione, oltre a non risolvere definitivamente il problema, presenta alcune criticità che la rendono non eseguibile da tutti e in tutte le circostanze. Spesso infatti sorgono dei problemi tecnici durante la conversione che rendono irrealizzabile l’applicazione concreta di questo tipo di soluzione.
  • 29. 30 Gli attuali formati di eBook esistenti possono essere suddivisi in tre principali categorie: • Formati testuali (i più diffusi) • Formati di immagini • Formati audio I formati testuali sono quelli più comunemente utilizzati per la realizzazione di eBook. Nonostante vengano genericamente chiamati "formati di testo", alcuni di essi permettono anche la creazione di ipertesti oltre che l'inserimento di elementi multimediali (ad esempio immagini, audio o video). A loro volta i formati testuali, inerenti agli eBook, possono essere suddivisi in due categorie: • formati non appositamente ideati per gli eBook • formati creati appositamente per gli eBook Ai formati che non sono stati ideati apposta per la creazione degli eBook appartiene gran parte di quelli più vecchi ma che sono ancora ampiamente utilizzati, con il vantaggio, proprio grazie a questo, di essere caratterizzati da una maggiore compatibilità con diversi tipi di piattaforme. In questo modo il rischio di non possedere il software di lettura o l’hardware adatto alla lettura è minimo. Come è ovvio che sia questi formati comportano anche degli svantaggi, derivanti soprattutto dalla mancanza di compressione del testo, che comporta anche un aumento dello spazio occupato dall’eBook sul supporto di memorizzazione, e dal fatto che sono meno responsivi, ossia non si adattano perfettamente ad ogni tipo di schermo, soprattutto per quelli di piccole dimensioni come ad esempio i palmari. I formati più utilizzati per gli eBook ma che non sono stati ideati specificamente per la loro creazione sono: • PDF, formato nato per la stampa, non ottimale sugli eBook readers • ASCII • Microsoft Compressed HTML Help (CHM) • HTML
  • 30. 31 • Ms Word (.doc) • TeX • PostScript • RTF I formati che invece sono stati pensati appositamente per gli eBook hanno di solito la capacità di adattarsi a piattaforme dotate di meno risorse hardware rispetto ai computer. Frequentemente, infatti, prevedono la possibilità di ridurre le dimensioni del testo e si adattano bene alla visualizzazione su schermi più piccoli schermi come quelli dei dispositivi portatili. Tra le varie caratteristiche hanno anche quella di prevedere la protezione del documento tramite DRM, che tutela il copyright dell’opera e ne impedisce la copia illecita. Quest’ultima caratteristica è stata voluta soprattutto dalle maggiori case editrici per tutelare i propri prodotti. Lo svantaggio principale dei formati pensati per gli eBook è infatti proprio quello di essere spesso dei formati proprietari, con tutti i problemi che ne conseguono. I formati più utilizzati creati appositamente per gli eBook reader sono: • ePub, formato aperto, affermatosi come standard più diffuso • Mobipocket (mobi), utilizzato da Amazon Kindle • LIT, formato nativo Microsoft, ormai obsoleto • PDB, formato per Palm OS • FictionBook (fb2) Molti dei formati realizzati sono caduti in disuso. Il formato LIT, per esempio, di proprietà della Microsoft, è stato usato all’inizio degli anni ’90 durante il primo tentativo di creazione di un mercato editoriale digitale ma oggi è stato quasi completamente abbandonato. La carenza maggiore di questo formato è l’impossibilità di essere utilizzato al di fuori dei sistemi operativi Windows, il che ne ha limitato la diffusione. Di fronte alla grande varietà di formati presenti sul mercato, si imponeva la necessità di stabilire punti di riferimento comuni: cominciava a rendersi indispensabile disporre di regole comuni per la realizzazione di libri digitali, in grado di fornire
  • 31. 32 funzioni avanzate di impaginazione e catalogazione, disponibili per la maggior parte di piattaforme hardware e software. Alla fine degli anni Novanta, quindi, nacque un primo gruppo di lavoro che coinvolgeva i produttori di dispositivi di lettura e dei relativi software, gli editori, i distributori, le principali associazioni bibliotecarie e alcuni esperti del settore, con l’obiettivo di formulare un linguaggio di mark-up comune. Il gruppo vedeva la partecipazione di Microsoft, come produttore software, Palm e Franklin sul lato hardware, Random House, Simon & Schuster, McGraw-Hill, HarperCollins, Reed Elsevier e Mondadori come editori, e diverse istituzioni come la Library of Congress, il National Institute of Standards and Technology e l’American Library Association degli Stati Uniti. A questi si aggiunse nel 2000 la Adobe, che nel frattempo aveva promosso un gruppo similare. Questa organizzazione, denominata Open eBook Forum, rilasciò nel 1999 come primo lavoro l’Open eBook Publication Structure (OeBPS), un formato per libri digitali basato su XML. Esso si presenta come un file compresso di formato ZIP che può essere aperto tramite un qualsiasi programma di decompressione in grado di gestire file zippati. Il formato contiene un indice, che è l’OEB Package File (un file XML con estensione OPF), e diverse componenti, tra le quali il manifest, che contiene l’elenco dei file testuali e grafici che formano l’eBook. È una sorta di scatola compressa che contiene le componenti testuali dell’eBook in uno o più file, e le istruzioni per la loro corretta visualizzazione. Lo standard OEB si proponeva come uno standard aperto e condiviso, che tentava di mettere fine alla guerra tra i formati sorta durante i primi anni della diffusione dell’eBook. Tuttavia continuavano a circolare eBook in moltissimi formati diversi, il che rendeva sempre urgente il bisogno di uno standard minimo comune. Un altro formato nato in quegli anni e basato sull’OEB è il formato MOBI. Il nome è l’abbreviazione di Mobipocket, la società creatrice fondata nel 2000 e acquistata da Amazon nel 2005. Essendo il formato proprietario di Amazon, è utilizzabile solo sui dispositivi Kindle. Può essere però utilizzato anche sui pc o su altri apparecchi purché dotati del software per la lettura dei formati per Kindle. Un formato che invece possiede il grande vantaggio di essere supportato da quasi tutti gli eBook reader presenti sul mercato e per questo è sempre stato molto
  • 32. 33 utilizzato nel mondo dell’editoria è il formato PDF. Sviluppato dall’Adobe all’inizio degli anni ’90, è diventato nel 2008 uno standard ISO15 aperto. Era inizialmente rivolto alla preparazione su computer di documenti destinati alla stampa, al cosiddetto “desktop publishing”. Essendo nato come formato orientato alla pagina, più che allo schermo, l’obiettivo era quindi in primo luogo una buona impaginazione. La caratteristica che contraddistingue i documenti in formato PDF è infatti quella di mantenere la stessa impaginazione e la stessa resa grafica, indipendentemente dal dispositivo sul quale vengono visualizzati. Se da un lato l’impaginazione fissa ha il vantaggio di garantire la perfetta corrispondenza fra la pagina del libro stampato e la pagina del libro visualizzata sullo schermo, dall’altro lato però presenta un grosso limite. Il testo, infatti, non ridimensionandosi automaticamente per adattarsi a schermi di smartphone o eBook reader più piccoli di un comune libro in brossura, obbliga il lettore a scorrere a destra e a sinistra la pagina per visualizzare una riga di testo nella sua interezza. Su schermi piccoli i file PDF possono infatti spesso risultare illeggibili e non è possibile migliorare la situazione aumentando la dimensione dei caratteri; è consentito solo “zoomare” all’interno della pagina, vedendone una zona ingrandita ma perdendo la visione d’insieme. Il formato PDF risulta quindi adatto per quella tipologia di lettura chiamata lean forward, mentre risulta adatto alla lettura lean back solo se supportata da schermi di grandi dimensioni. Per fruizione lean forward si intende un uso attivo dell’informazione: non ci si limita ad assorbire informazione ma si può elaborarla e modificarla. I contenuti si prestano ad un lavoro di selezione e di elaborazione attiva, in una situazione di fruizione che assorbe completamente l’attenzione dell’utente. Con lettura lean back ci si riferisce invece a quella modalità caratterizzata da una fruizione rilassata di un’informazione che non necessita di interventi attivi di elaborazione e manipolazione tipica del libro a stampa. Ultimo, ma non certo per importanza, è il formato ePub che sarà trattato più ampiamente nel prossimo capitolo.
  • 33. 34 1.3.2 Storia dell’ePub Come già accennato precedentemente, il proliferare di diversi dispositivi rese ben presto necessaria la ricerca di un formato che fosse compatibile con la maggior parte di essi, in poche parole si era alla ricerca di uno standard comune. Lo sviluppo del formato standard adatto al maggior numero di dispositivi e aperto riprende tra il 2006 e il 2007, con la crescita esponenziale dei i testi in formato digitale e la diffusione della seconda generazione di dispositivi dedicati e degli smartphone con schermi evoluti: l’Open eBook Forum cambia nome in International Digital Publishing Forum (IDPF) e l’OEB 2.0 diventa l’ePub. Come per eBook, anche il nome ePub deriva da una contrazione di termini, in questo caso, E-lectronic PUB-lication. La scelta del termine generico “pubblicazione” è stata fatta con cognizione, proprio per far capire che il formato non era vincolato ad un solo tipo di documento. L’ePub è infatti stato concepito per essere un formato di documento generico e può essere utilizzato per molti tipi di pubblicazioni diverse oltre che per i semplici libri: riviste, quotidiani, diari, documenti d’ufficio, eccetera.19 Quasi tutti i tipi di documenti che si desidera distribuire elettronicamente possono essere rappresentati come EPUB. La creazione dell’ePub nel 2007 da parte dell’IDPF ha contribuito a fornire una soluzione al problema dell’assenza di uno standard univoco e riconosciuto da tutti che potesse affermarsi uniformemente per software e dispositivi di lettura. Nonostante il cambiamento nell’estensione del file, l’ePub si presenta come una versione aggiornata e sostitutiva dell’OeBPS. Anche questo basato su XML, è ideato per favorire la compatibilità potenziale con diversi dispositivi, non solo quelli dedicati alla lettura degli eBook, ma anche quelli multifunzione come gli smartphone. La caratteristica principale di questo formato è la capacità di adattare il testo e l'impaginazione generale delle pagine al tipo di schermo del dispositivo di visualizzazione. Un eBook in ePub può essere letto su un e-reader, su un tablet o su uno smartphone, senza che le differenti dimensioni del display influenzino in maniera negativa la qualità dell'esperienza di lettura. 19 Garrish Matt, What is EPUB 3?, O'Reilly Media, 2011, p.10
  • 34. 35 L’ePub è costituito a sua volta da altre tre specifiche, ossia dei documenti che elencano e descrivono le linee guida per il corretto utilizzo e l’applicazione di una tecnologia.: • l'Open Publication Structure (OPS) 2.0, descrive la formattazione dei contenuti; • l'Open Packaging Format (OPF) 2.0, descrive in .xml la struttura del file .epub; • l'OEBPS Container Format (OCF) 1.0, un archivio compresso zip che raccoglie tutti i file. In sostanza, l'ePub utilizza internamente codice XHTML o DTBook (una variante dello standard XML creata dal consorzio DAISY Digital Talking Book) per le pagine di testo, e il CSS per il layout e la formattazione. L'XML è utilizzato per il documento "manifest", il "table of contents" (TOC, o indice), e i metadati. Infine i file, strutturati in directory specifiche, sono compressi in un archivio .zip con estensione .epub. L’ePub dalla sua nascita ha subito due evoluzioni, la prima nel 2010 in ePub2 e l’ultima nel 2011 con l’ePub3. ePub3 non è semplicemente una modifica della versione precedente, ma rappresenta un importante cambiamento, come sottolinea anche il titolo della conferenza sull’ePub3 «Not your father’s ePub»20 (Non è l’ePub di papà). Durante la conferenza presentata da Bill Kasdorf, membro dell’IDPF, furono presentate tutte le novità introdotte in funzione di una maggiore accessibilità, multimedialità, interattività e di una migliore resa grafica delle pubblicazioni digitali. L’ePub2, rispetto al modello precedente, non aveva apportato ingenti modifiche, restando un modello ancora molto statico, che permetteva la visualizzazione di documenti di testo e immagini di base. La diffusione di nuovi dispositivi a colori, con nuove funzionalità, possibilità di navigazione, giochi, musica e video, ha fatto sì che nascesse l’esigenza di un aggiornamento dell’ePub. Nell’ottobre 2011 l’IDPF ha perciò definito e approvato l’ePub3, un nuovo standard che include ulteriori funzionalità e permette di migliorare notevolmente l’esperienza di lettura, per esempio inserendo audio, video e altri media. L’ePub3 è basato dal punto di vista markup su XHTML5, e, per quanto riguarda la presentazione, su CSS3, che fornisce strumenti avanzati per la modifica dello stile dei contenuti. È 20 Kasdorf Bill, EPUB 3 (Not Your Father’s EPUB) in STM, 2011, https://www.stm- assoc.org/2011_12_01_E_Production_Kasdorf_EPUB3_Not_your_fathers_EPUB.pdf
  • 35. 36 stato progettato, inoltre, per interagire con Javascript, un linguaggio che permette di far eseguire al dispositivo funzionalità interattive avanzate. Un'altra nuova caratteristica è la possibilità di utilizzare MathML19, un linguaggio di markup matematico derivato dall’XML che permette di introdurre all’interno del documento grafici o formule matematiche avanzate che precedentemente potevano essere inseriti all’interno della pubblicazione solo come immagini. Le specifiche ePub3, inoltre, hanno effettuato dei miglioramenti nell’ambito dei metadati, permettendo di arricchire le informazioni sull’ePub stesso, sulla sua realizzazione e sui suoi contenuti. Tramite i metadati si possono inserire infatti, oltre a titolo, autore, ISBN, lingua, anche informazioni riguardanti i diritti di pubblicazione, la casa editrice, la data di pubblicazione, il genere, ed altro ancora. I metadati svolgono un ruolo fondamentale per la catalogazione e il recupero degli ePub dagli archivi degli store, e quindi per facilitarne la vendita e favorirne la visibilità. I metadati consentono di arricchire l’ePub facendo sì che sia più semplice per i lettori trovarlo anche senza conoscerne il titolo e/o l’autore. Altra caratteristica importante dell’ePub3 è la possibilità di dotare i contenuti di markup semantico: questo fa sì che gli spider dei motori di ricerca identifichino i contenuti più importanti e li indicizzino, per poi posizionarli nella SERP dei motori di ricerca. In quest’ultima versione dell’ePub sono stati fatti, inoltre, notevoli miglioramenti anche nel campo dell’accessibilità: viene garantito infatti un supporto maggiore per persone con handicap visivi, per esempio sincronizzando l’audio con il testo. L’utilizzo dello SMIL, acronimo di Synchronized Multimedia Integration Language, un linguaggio di markup realizzato dal Consorzio W3C per le presentazioni multimediali, consente la sincronizzazione tra testo e contenuti audio, permettendo ad esempio di evidenziare le parole mentre vengono lette. Tutte queste innovazioni sono gestite da quattro nuove specifiche: • ePub Publications, che definisce il formato XML usato nel package document per archiviare le informazioni sulla pubblicazione; • ePub Content Documents, che specifica il profilo XHTML, SVG, e CSS usati per definire il contenuto della pubblicazione; • ePub Open Container Format (OCF), che definisce la modalità di assemblaggio di tutte le risorse nel file; -
  • 36. 37 • ePub Media Overlays, che individua i formati e i processi di sincronizzazione dei contenuti di testo e audio. Strutturalmente un file ePub 3 è costituito da un gruppo di file compressi in un unico pacchetto. Quando il pacchetto viene decompresso è possibile visualizzare al suo interno il file mimetype e due cartelle: META-INF e OEBPS. Figura 8 – Struttura di un file ePub3 Il file mimetype ha lo scopo di permettere la corretta identificazione di un file ePub da parte dei software presenti sui dispositivi di lettura. È quindi file di testo che contiene la semplice stringa: application/epub+zip In pratica contiene il media type del file ePub, cioè il certificato di riconoscimento del formato di un file a cui computer e software fanno riferimento per comprendere davanti a quale tipo di documento si trovano e visualizzarlo correttamente. La cartella META-INF deve contenere almeno il file container.xml che indica al software del dispositivo in cui si trova il documento. opf all’interno della cartella OEBPS.
  • 37. 38 Essa può inoltre contenere altri file opzionali: • manifest.xml, che contiene il manifesto; • metadata.xml, che contiene l’elenco dei metadati; • signatures.xml, che contiene le firme digitali; • rights.xml, che contiene le informazioni sui diritti digitali (DRM); • encryption.xml, che contiene le informazioni di criptaggio. La cartella OEBPS contiene al suo interno il file .opf, le cartelle con le immagini e i contenuti multimediali, i capitoli della pubblicazione e i fogli di stile. Figura 9 – Contenuto della cartella OEBPS Il file .opf è il fulcro centrale dell’ePub e gestisce tutti gli altri contenuti. Si tratta di un documento XML con estensione .opf , di solito porta il nome di “content” e contiene: • i metadati dell’ePub ovvero titolo, autore, lingua, copyright e il codice univoco dell’ePub; • il manifesto dell’eBook ovvero l’elenco di tutti i file presenti nell’archivio dell’ePub, quindi testi, immagini, font, foglio di stile, indice ecc. Per ogni
  • 38. 39 elemento viene indicato un id (che verrà riutilizzato nello spine), la fonte e il tipo; • lo spine, cioè l’ordine di visualizzazione dei file. L’ePub3 rappresenta un forte strumento di standardizzazione e diffusione degli eBook. L’integrazione con le tecnologie web lascia a chiunque utilizzi questo formato la possibilità di sperimentare soluzioni diverse per la realizzazione e la presentazione dei contenuti, senza doversi preoccupare della resa sui dispositivi di lettura. Dato il grande numero di aziende ed enti che compongono IDPF, la maggior parte degli odierni sistemi di lettura supporta ePub. Anche aziende partecipanti che inizialmente usavano formati proprietari o diversi da ePub, in seguito, oltre a aderire all’organizzazione, hanno deciso di fornire esclusivamente pubblicazioni nel nuovo formato. L’assenza più evidente è quella del Kindle di Amazon, che invece non lo supporta. La versione Fire del Kindle ha però un sistema operativo basato su Android, che permette di usare app di terze parti in grado di leggere pubblicazioni ePub. In particolare è possibile installare, dall’Appstore di Amazon, l’applicazione Aldiko, che supporta il formato ePub. I principali editori e rivenditori online forniscono edizioni in formato ePub delle pubblicazioni, tra questi: Google Play Store, Kobo Books e Barnes & Noble. Sebbene iTunes e Amazon non offrano pubblicazioni ePub, accettano comunque lavori in tale formato. 1.3.3 HTML5, CSS e Javascript Come già accennato, HTML, CSS e Javascript sono i principali linguaggi di programmazione per realizzare la grafica di siti e applicazioni web, ma sono essenziali anche quando si tratta di impaginare un ampio settore di formati e-book, come l’ePub3. HTML è l’acronimo di HypertText Markup Language e individua un linguaggio di pubblico dominio per la definizione e la descrizione di ipertesti da proporre nel Web. In pratica, i siti Internet sono per lo più caratterizzati dal codice HTML, il quale viene interpretato dai programmi di navigazione (detti browser) per permettere la visualizzazione delle pagine richieste ai server remoti dagli utenti. La nascita del linguaggio HTML è legata all’evoluzione di Internet e alla nascita dei diversi browser. Internet nasce nel 1969 con il progetto chiamato
  • 39. 40 ARPANET, utilizzato per lo spionaggio da parte dell’America durante la guerra fredda. L’idea portante era quella di connettere i computer in una rete continentale e permettere così la comunicazione. In pochi anni ARPANET si diffuse a livello mondiale e nel 1991, presso il CERN di Ginevra, il ricercatore Tim Berners Lee definì un sistema di comunicazione ipertestuale con protocollo HTTP, ossia il Word Wilde Web. Da allora il WWW vide una progressiva crescita che rivoluzionò il modo di comunicare grazie anche alla creazione di un’applicazione del linguaggio SGML, un sistema standard chiamato HTML. In concomitanza alla diffusione di Internet si assisté alla nascita dei browser, i sistemi di navigazione, come Mosaic, Netscape Navigator e Internet Explorer. Presto questi entrarono in competizione tra loro, scatenando la cosiddetta “Guerra dei browser”, un aspro conflitto commerciale e d'immagine tra i diversi produttori che tentarono di imporsi sul mercato. Il conflitto creò gran confusione, i produttori infatti utilizzavano come armi sia il continuo lancio di nuove modifiche agli standard, sia strategie commerciali, come quella di Microsoft di includere il proprio browser Internet Explorer all’interno del sistema operativo Windows, strategia che si dimostrò vincente. Dal lato degli sviluppatori, la guerra dei browser li costrinse ad una scelta: da un lato la creazione di varie versioni dello stesso sito, ognuna compatibile con un diverso browser, dall’altro la creazione di un sito compatibile con un unico browser, scelta più economica ma che tagliava fuori un gran numero di utenti. Questa situazione instabile spinse Tim Berners Lee a creare il W3C, ossia il World Wide Web Consortium con l’obbiettivo di rendere il web fruibile a tutti. Dalla sua creazione lo sviluppo dell'HTML e la pubblicazione delle raccomandazioni diverranno prerogativa del W3C. Nel 1995 il W3C definì la versione 3.0 di HTML, a cui seguì la versione 3.2 nel 1997, e infine arrivarono nel 1998 le prime specifiche di HTML4. La versione 4.01, pubblicata il 24 dicembre 1999 e penultima versione ufficiale, costituisce il frutto dei diversi ampliamenti e miglioramenti del decennio precedente, in particolare nella separazione del livello estetico della formattazione, cioè quella che descrive gli aspetti grafici del documento, in un'entità separata dall'HTML, i fogli di stile a cascata (CSS), definiti nello stesso anno nella loro prima versione.
  • 40. 41 HTML5 è frutto di un cammino che parte da lontano, in questo progetto confluiscono infatti due progetti: l’XHTML e l’HTML4. Nel 2004 viene fondato il gruppo di lavoro Web Hypertext Application Technology Working Group (WHATWG) con l’idea di estendere il linguaggio HTML e potenziare gli strumenti di sviluppo web. Allo stesso tempo, il W3C (World Wide Web Consortium, comitato internazionale responsabile degli standard web), inizia a lavorare sul linguaggio XHTML 2.0 con i medesimi obiettivi. HTML è uno standard internazionale gestito dal W3C (World Wide Web Consortium, il comitato internazionale responsabile degli standard web) il quale racchiude tutti i soggetti che hanno interessi all’interno del mondo web, ha il compito di mediare tra gli interessi di tutti e trovare uno standard accettato da tutti. HTML5 prevede la retrocompatibilità con HTML4 e i linguaggi precedenti, ha una forte integrazione con Javascript che permette nuove funzionalità e maggiore dinamicità (come ad esempio l’introduzione dello strumento canvas o gli strumenti per la geolocalizzazione), supporta la fruizione di oggetti multimediali grazie all’introduzione dei marcatori <audio> e <video>, permette di individuare la struttura della pagina grazie a nuovi marcatori e infine introduce i microdati, pensati per l’annotazione semantica delle pagine. Le principali caratteristiche introdotte con HTML5 sono: • retrocompatibilità con HTML4 e i linguaggi precedenti; • sostituzione del lungo doctype di apertura con <!doctype html>; • forte integrazione con il linguaggio Javascript, che aggiunge dinamicità alla pagina, migliorandone la funzionalità e la gradevolezza. Numerosi controlli e funzionalità sono integrati nel linguaggio (e.g., campo email, data), introduzione dello strumento canvas, strumenti per la geo-localizzazione e la memorizzazione di dati in modalità offline (web storage); • supporto alla fruizione di oggetti multimediali con l’aggiunta dei marcatori <video> e <audio>; • nuove regole per un layout più semantico che separa i contenuti dalla struttura e dal comportamento;
  • 41. 42 • introduzione dei microdati, pensati per l'annotazione semantica delle pagine (e.g., <span itemprop="locality">Milano</span>) • drag and drop per il trascinamento e il rilascio di elementi all’interno di un documento; • deprecazione di elementi in disuso Come precedentemente accennato, negli anni ’90 ogni modifica estetica di una pagina andava inserita direttamente all’interno del codice HTML, utilizzando ad esempio tag come <color> o <font> che specificavano il colore o il tipo di font all’interno di ogni pagina. Questo ovviamente comportava che lo sviluppo di siti di grandi dimensioni richiedeva moltissimo tempo, in quanto ogni modifica andava applicata manualmente all’interno del codice HTML di ogni singola pagina. Per tentare di risolvere questa situazione, nel 1996 il W3C emanò le specifiche CSS 1 (sigla di Cascading Style Sheets, in italiano fogli di stile a cascata). I CSS 1 erano un interessante sistema per separare contenuto da formattazione. La base di questo linguaggio, infatti, consisteva nel fatto che il contenuto sarebbe stato sempre definito dal codice (X)HTML, mentre la formattazione si sarebbe trasferita su un codice completamente separato, il CSS appunto. I vantaggi dei CSS sono numerosi, permettono, ad esempio, di modificare la grafica di un documento HTML in modo efficiente e veloce, lo stesso stile può essere applicato a più pagine dello stesso documento e a più documenti, il codice HTML è più pulito e il download dei documenti è più veloce, si possono progettare pagine HTML per più browser e più dispositivi. Come per HTML, anche CSS richiese degli aggiornamenti, di cui si occupò il W3C. La prima versione dei CSS, infatti, sviluppava un'idea semplice ma efficace, ma nonostante le grandi potenzialità non ebbe successo a causa della mancanza di browser in grado di supportarla. Per includere le nuove funzionalità e rendere i CSS un linguaggio ben supportato, nel 1998 il W3C pubblicò le specifiche CSS 2. A differenza delle specifiche CSS 2, che è costituita da un'unica specifica, le specifiche CSS3 sono costituite da sezioni separate dette "moduli".
  • 42. 43 I CSS3 presentano nuove possibilità e proprietà rispetto a CSS221 come ad esempio: • utilizzare codice CSS al posto delle immagini (jpg, png, ecc.) per creare trasparenze, bordi arrotondati e ombreggiature; • creare animazioni, trasformazioni e scalature come era possibile fare con Adobe Flash; • l’inserimento di nuovi selettori e classi; • adattare il layout delle pagine web a vari dispositivi e media non più utilizzando più fogli di stile per ogni dispositivo ma uno solo che adatta la pagina a tutti; • sostituire JavaScript per creare tooltip, gallerie d'immagini e altro. Altra grande novità dell’EPUB3 è rappresentata dalla possibilità di inserire Javascript, un linguaggio di programmazione inventato da Brendan Eich nel 1995 e sviluppato per Netscape 2, poi diventato standard di ECMA-262 nel 1997, infatti il nome ufficiale del linguaggio è appunto ECMAScript.22 Javascript è un linguaggio orientato agli oggetti e agli eventi, comunemente utilizzato nella programmazione web per la creazione, in siti web e applicazioni web, di effetti dinamici interattivi tramite funzioni di script invocate da eventi innescati a loro volta in vari modi dall'utente sulla pagina web in uso (tramite mouse, tastiera, caricamento della pagina, ecc.). L’interattività applicata ai libri digitali è un argomento spinoso per alcune ragioni. La prima è di natura pratica, infatti Javascript, se utilizzato eccessivamente può portare ad un appesantimento dell’eBook e renderne lenta la visualizzazione, inoltre non tutti i dispositivi supportano questo linguaggio, il che può portare a problemi di compatibilità che alterano quindi la visualizzazione dei contenuti. La seconda ragione è etica, un utilizzo ingiustificato degli elementi interattivi potrebbe snaturare l’essenza del libro, esasperando l’aspetto ludico a discapito della qualità dei contenuti. L’interattività dovrebbe quindi essere sempre utilizzata in funzione dei contenuti, per migliorarne l’accessibilità o arricchirne la fruizione. 21 Lamanna Cesare, Guida CSS3 in html.it, 10 maggio 2011 https://www.html.it/pag/19440/introduzione78/ 22 Editori di W3Schools, Javascript Versions in W3Schools https://www.w3schools.com/js/js_versions.asp
  • 43. 44 In ogni caso, le funzionalità offerte da Javascript sono pressoché illimitate e rappresentano un campo del tutto aperto alla sperimentazione. 1.3.4 Rendering Il fatto che l’ePub sia uno standard condiviso non lo rende però immune ad alcuni problemi come quello della resa visiva o rendering. L’ePub infatti è solitamente reflowable, il suo testo infatti si adatta a qualsiasi tipo di device, inoltre l’utente può decidere di aumentare o diminuire la grandezza dei caratteri, modificare il font e persino il colore di sfondo della pagina. Questo può comportare la perdita di controllo da parte dell’autore di come la propria pubblicazione verrà visualizzata, il che potrebbe comportare una perdita nella resa finale del testo e/o una perdita di significato dei contenuti. Per questo motivo la scelta di un eBook dal layout reflowable è consigliata soprattutto per pubblicazioni caratterizzate da una forte presenza di testo, come ad esempio i romanzi. Come sappiamo infatti ogni device è composto da due parti: una fisica (hardware) e una software. Lo scopo della parte software è interpretare il codice del file .epub e renderizzarlo, vale a dire mostrarlo sullo schermo del device, ed è per questo noto come motore di rendering. «Il problema nasce dal fatto che non esiste un unico motore di rendering e che sebbene ogni motore supporti le specifiche ePub, questo supporto non è mai completamente identico tra un software e l’altro. A questo bisogna aggiungere che le peculiarità dei singoli device hanno pure un peso nella visualizzazione e fruizione di un ePub (un esempio banale è il supporto al colore: i device con schermo in bianco e nero di fronte a un elemento a colori potrebbero mostrarlo semplicemente nero oppure declinarlo in scala di grigio).»23 23 Trezzi Giovanni, Epub. Guida per autori, redattori, grafici, Apogeo, 10 novembre 2010 p.22
  • 44. 45 Le seguenti immagini mostrano il comportamento di iBooks di Apple e EPUB Reader di LTD DevelSoftware sullo stesso punto di una pubblicazione: come si vede ci sono difformità nell’allineamento e nella spaziatura tra i testi. Figura 10 - Visualizzazione di “Alice in Wonderland” sull'app "ePub Reader" Figura 11 - Visualizzazione di “Alice in Wonderland” sull'app "iBooks"
  • 45. 46 Per questi motivi chi si appresta a creare un eBook deve cercare di costruirli in modo che si adattino il più possibile ai device, in modo da mantenere una resa ottimale del contenuto della pubblicazione. Un requisito fondamentale è quello di non pensare di creare un eBook aspettandosi la complessità tipografica di un cartaceo ma cercare invece un tipo di pubblicazione il più semplice possibile, poiché in questo modo le probabilità di ottenere una resa uniforme sui diversi device sono decisamente maggiori. In alcuni casi però un layout reflowable non è la soluzione migliore. Alcune pubblicazioni, soprattutto quelle con importanti elementi grafici, come fumetti, manga e illustrazioni, o quelle in cui il testo è disposto su più colonne, infatti, rischierebbero di perdere qualità con questo tipo di layout. La soluzione per questi tipi di pubblicazione potrebbe essere quella del layout fisso, che non crea perdite dovute al riadattamento dinamico reflowable. Ciononostante, esperti del settore come Matt Garrish e Markus Gylling affermano che «i layout fissi rappresentano un passo indietro rispetto ai punti di forza del formato ePub e di questo si deve tener conto prima di utilizzarli. Il primo tra gli svantaggi è che, cercando di mantenere una dimensione di pagina, si rende il contenuto meno adattabile e utilizzabile per i lettori. Se la finestra non corrisponde esattamente alla dimensione specificata per la pagina, il fastidio per il lettore non è solo essere costretto a spostamenti e zoom per leggere o visionare tutto il contenuto, ma può anche verificarsi che il contenuto occupi solo un’area più piccola senza che si possa in alcun modo ingrandirlo.»24 Il primo a muoversi con questa esigenza è stata Apple che ha creato l’estensione del formato ePub chiamato Fixed Layout ePub. Questa estensione permette di creare e leggere layout a dimensione fissa, molto bello sicuramente per le pubblicazioni illustrate a discapito però della pesantezza dell’ePub stesso. Per quanto riguarda Kindle invece, il formato corrispondente all'ePub3 Fixed Layout è il formato KF8, necessario per poter pubblicare l’eBook su Amazon che però 24 Garrish M. e Gylling M., Epub 3. Le tecniche migliori per pubblicare eBook, Tecniche Nuove, 2013
  • 46. 47 al momento accetta soltanto tre categorie di eBook a layout fisso (FXL): i libri per bambini, i fumetti e libri di testo scolatici e/o universitari in formati complessi. Il risultato dell’ePub a layout fisso è lo stesso che si otterrebbe con un PDF, quest’ultimo però non è ottimizzato per la lettura su dispositivi digitali e in linea di massima non viene accettato dagli store internazionali. L'ePub3 Fixed Layout invece è accettato da tutti gli store, anche quelli internazionali. Purtroppo al momento questo tipo di pubblicazione presenta ancora forti limiti, un ePub FXL non può essere letto dalla maggior parte degli ereader attualmente in commercio ma può essere letto senza problemi su tablet, smartphone e computer, attraverso programmi e applicazioni compatibili.
  • 47. 48 2. Come si crea un eBook 2.1 Requisiti da considerare Nel processo di creazione di un eBook sono molti gli elementi da tenere in considerazione per ottenere un risultato soddisfacente. A partire infatti dalle fasi preliminari dell’ideazione del progetto, è necessario aver chiari i concetti teorici fondamentali che fanno la differenza nella realizzazione del progetto. Oltre, infatti, al tipo di eBook che si vuole realizzare bisogna tener ben presente che esistono dei requisiti da soddisfare per rendere la propria pubblicazione fruibile da una vasta utenza come ad esempio la leggibilità, l’accessibilità e l’usabilità che saranno trattati nelle prossime pagine. 2.1.1 Tipologia Quando parliamo di eBook possiamo riferirci a diversi tipi di testo, essi infatti possono essere dei testi interattivi o tradizionali, possono presentare una struttura lineare o essere ipertestuali o possono essere addirittura ipermediali. Quando si parla di testi tradizionali a struttura lineare si intendono i racconti o i documenti che iniziano in un modo ben preciso e terminano con una fine prefissata, dopo un certo numero di pagine e concetti narrati. Se si parla di ipertesto si intende secondo la definizione di Tomasi «ogni forma di testualità - parole, immagini, suoni- che si presenta in blocchi o lessle (…) o anche in unità di lettura (…) collegati tra loro da link»25 , l’ipertesto quindi consente al lettore di scegliere il punto da cui far iniziare la lettura, il percorso che preferisce e la conclusione. Il primo esempio di ipertesto letterario è il già citato Afternoon, a story di Micheal Joyce che appunto permetteva al lettore di “navigare” tra i contenuti del testo senza un ordine sequenziale prefissato. Spesso, tuttavia, il termine ipertesto è usato laddove sarebbe molto più appropriato utilizzare ipermedium, Nelson a riguardo afferma che: By now the word "hypertext" has become generally accepted for branching and responding text, but the corresponding word "hypermedia", meaning complexes of branching and responding graphics, movies and sound – as 25 Tomasi Francesca, Metodologie informatiche e discipline umanistiche, Carocci, Roma, 2008, p.144
  • 48. 49 well as text – is much less used. Instead they use the strange term "interactive multimedia": this is four syllables longer, and does not express the idea of extending hypertext.26 Ossia: Ormai la parola "ipertesto" è diventata generalmente accettata per un testo ramificato e responsivo, ma la parola corrispondente "ipermedia", che significa complessi di ramificazioni e grafiche, filmati e suoni responsivi - così come il testo - è molto meno utilizzata. Usano invece lo strano termine "multimedia interattivi": che è quattro sillabe più lungo, e non esprime l'idea di un ipertesto esteso. Nelson, quindi, definisce nel 1993 il concetto di ipermedium come «complexes of branching and responding graphics, movie and sound – as well as text». Si può dedurre quindi che un eBook ipermediale si ha quando al contenuto ipertestuale e al testo scritto sono aggiunti elementi multimediali come immagini, video, animazioni o audio. 2.1.2 Standard Con il sostantivo “standard” si definisce un insieme di linee guida, norme e regole che costituiscono il contesto di riferimento condiviso in uno specifico ambito di applicazione. Gli standard ci circondano continuamente senza che ce ne accorgiamo e sono presenti in ogni aspetto della nostra vita, basti pensare alla disposizione delle lettere su una tastiera, alla posizione delle valvole negli pneumatici, alla dimensione delle tessere fedeltà dei negozi che si inseriscono perfettamente nei portafogli, ecc.27 Usando questo termine non uniformiamo l’aspetto digitale del libro, bensì la sua struttura composta da metadati, indice, gestione della copertina e struttura dei capitoli, in modo che qualsiasi software, utilizzato nel book reader, sappia come comportarsi per interpretarli in modo corretto. L’ePub è il formato scelto dal 2007 per essere il linguaggio standard dell’International Digital Publishing Forum (IDPF), organismo internazionale per lo sviluppo delle 26 Cfr. Nelson Ted, Literary Machines, Mindful Press, 1993 27 Cfr. Hawkins Kevin S., A Note from the Guest Editor in Journal of Electronic Publishing Volume 14, 2011
  • 49. 50 pubblicazioni digitali al quale lavorano università, centri di ricerca e società in ambito sia informatico e editoriale. «Le sue radici risalgono al 1999, quando l’Open eBook Forum (da cui avrà poi origine l’IDPF) rilasciava la specifica Open eBook Publication Structure (nota anche come OEB), a tutti gli effetti l’embrione di una delle tre specifiche (la specifica OPS) che insieme compongono lo standard ePub».28 Le tecnologie attorno a cui è costituito lo standard ePub, già note e ampiamente utilizzate nel Web, sono: • il formato di compressione dei dati ZIP; • il linguaggio di strutturazione dei dati XML; • il linguaggio di presentazione dei dati CSS. L’utilizzo di queste tecnologie per la costruzione di una pubblicazione in formato ePub viene descritto in tre specifiche: • Open Publication Structure (OPS): descrive in che modo i contenuti che compongono una pubblicazione debbano essere strutturati e presentati • Open Packaging Format (OPF): descrive ed elenca i contenuti che compongono una pubblicazione, definendo le relazioni interne ad essa, l’indice, i metadati (come editore, autore, codice ISBN, copyright), l’ordine di lettura. • Open Container Format (OCF): descrive in che modo i file di una pubblicazione vadano gestiti e archiviati in modo da creare un solo file che possa consentire una distribuzione e una lettura più agevoli. Nella creazione di un eBook è estremamente importante basarsi su uno standard in modo che questo possa garantire la sopravvivenza dei contenuti nel tempo, oltre che alla possibilità di essere utilizzato su diverse piattaforme. Per questo motivo il formato ePub è ormai il linguaggio che è più utilizzato dai grandi distributori on line e da numerosi altri dispositivi e applicazioni per lettori. Gran parte degli e-book in vendita al giorno d’oggi sono in formato ePub, tranne per il caso di Amazon e di conseguenza l’ereader da essa prodotto, il Kindle, che invece utilizza il formato MOBI. 28 Trezzi G., Epub. Guida per autori, redattori, grafici, Apogeo, 10 novembre 2010 p.14
  • 50. 51 Per la creazione di un eBook in formato ePub c’è sia la possibilità di crearlo a mano sia quella di servirsi un software specifico perché utilizza di base XML, XHTML per le pagine di testo e il CSS per il layout, ossia gli stessi linguaggi utilizzati per la creazione delle pagine web. Utilizzare questi codici, anch’essi Open Source, permette di controllare il testo, modificandolo a piacere grazie ai fogli di stile CSS. Anche l’impaginazione dell’eBook è altamente modificabile utilizzando l’ePub ed è possibile inserire all’interno immagini di vari formati come PNG, JPEG, GIF e SVG. In questo modo ne beneficia il testo che può essere ottimizzato in base al dispositivo di lettura che si utilizza, che sia un e-reader, un netbook, un tablet, un pc o uno smartphone. A seconda delle dimensioni fisiche dello schermo di cui si usufruisce e delle impostazioni di zoom scelte, il testo può disporsi in maniera diversa, mostrando un numero di caratteri e parole variabile di volta in volta. Le principali caratteristiche del formato ePub: • è un formato aperto; • ha un testo reflowable; • i metadati sono inclusi; • prevede un supporto DRM; • è possibile utilizzare i fogli di stile CSS • vi è la possibilità di incorporare il font prescelto Tra i maggiori difetti del formato ePub si segnala invece il fatto che è ottimizzato per la formattazione di testi semplici ad una sola colonna, statici e dalla grafica essenziale mentre non è consigliabile il suo utilizzo per la lettura di testi più dinamici o graficamente curati come ad esempio fumetti, magazine, manga, ecc.
  • 51. 52 2.1.3 Codifica del linguaggio L’e-book è un testo codificato elettronicamente. I testi sono delle strutture complesse che contengono informazioni disposte su più livelli: dalle sequenze di caratteri che si combinano per formare le parole a strutture linguistiche astratte che legano elementi al di là del contesto della singola frase. I computer, tuttavia, sono in grado di visualizzare solo le sequenze di codici binari poiché non possono accedere ai diversi livelli di contenuto, non possedendo le conoscenze e competenze che permettono invece l’uomo di accedervi. Per questo motivo è necessario far sì che il testo sia predisposto in modo che il computer possa carpire i vari tipi d'informazione contenuti in esso. La codifica può essere definita: • a livello zero se ciascun carattere alfanumerico del testo è rappresentato utilizzando il codice binario • di alto livello se viene rappresentata l’organizzazione della struttura del testo La codifica a livello elettronico, ovvero quella in cui si rappresenta ogni carattere tramite una sequenza binaria di 0 e 1 è definita di livello zero e rappresenta il primo stadio per realizzare un eBook, tuttavia necessita dell’utilizzo della codifica di alto livello per trasformazione del testo grezzo in una fonte di informazione. Per passare al livello alto di codifica dobbiamo organizzare il flusso di caratteri e parole in un’entità altamente strutturata: • struttura del testo (l’articolazione in sezioni, capitoli, titoli, ecc.) • struttura del contesto (l’autore, la data di produzione, la finalità del testo, ecc.) • struttura linguistica (implicita nel testo) Dopo aver organizzato il testo, esso va codificato per poterlo rendere comprensibile al dispositivo che dovrà decodificare, interpretare e visualizzare il contenuto. Per questo motivo sono necessari i linguaggi di marcatura, anche detti markup. Nella codifica tramite markup vengono utilizzati dei tag che “marcano” i blocchi testuali così da assegnargli poi un determinato valore. Per associare il testo alla codifica abbiamo bisogno di un software come OpenOffice oppure dei programmi d’impaginazione. Fino ad oggi l’editoria digitale
  • 52. 53 ha maltrattato il layout del libro digitale svuotandolo della sua parte progettuale e stilistica, anche se in realtà la prima cosa che colpisce il lettore non è tanto il contenuto quanto l’aspetto. Nella creazione di un eBook è necessario valutare attentamente vari aspetti quali la leggibilità, l’accessibilità e l’usabilità perché devono essere ricreate tutte le condizioni necessarie per far sì che un testo digitale sia fruibile alla stessa identica maniera di un testo cartaceo. 2.1.4 Leggibilità Figura 12- Il tema della leggibilità graficizzato come nelle slide di Vladimir Carrer è esemplificativo del caso studio che si intende analizzare Un concetto fondamentale da tenere a mente in tema di e-book è la leggibilità in quanto risulterebbe sostanzialmente inutilizzabile se fosse illeggibile. Per non incorrere in questo specifico errore è necessario che il libro digitale si attenga a determinate caratteristiche come, ad esempio, la comprensibilità su tutti i device; per rendere ciò possibile si deve discernere meglio il concetto di leggibilità suddividendola in due diverse tipologie: la legibility che definisce tutto ciò che a che fare in il carattere tipografico usato nel testo e la readability che si preoccupa della fluidità della lettura relazionandosi con la struttura linguistica di riferimento dello scritto. La principale differenza fra i due aspetti è la figura professionale che se ne occupa: nel primo caso sarà l’impaginatore dell’eBook che dovrà curare gli aspetti di ottimizzazione digitale mentre nell’ultimo caso chi si farà carico delle eventuali problematiche sono rispettivamente l’autore e il correttore. Ma quali sono gli errori ai quali le figure professionali precitate dovranno fare attenzione?
  • 53. 54 La tipologia di font o la spaziatura fra lettere, parole e righe sono solo alcune problematiche da affrontare, ma si potrebbe continuare l’elenco parlando dell’ordinamento generale della pagina e ancora citando il principio di Gestalt. La Gestalt è una corrente psicologica che si sviluppò all’inizio del ‘900 in Germania secondo cui gli esseri umani percepiscono gli elementi in modo diverso a seconda dell’insieme di cui fanno parte, afferma, quindi, che all’interno di una composizione o di un’immagine, gli elementi vicini tra loro vengono percepiti come un elemento unitario e questa percezione è anche alla base della buona leggibilità di un testo. Per chiarire meglio il concetto basta osservare la seguente immagine, la linea tratteggiata tra le corsie delle strade. Noi non percepiamo i singoli trattini come elementi distinti e separati, li percepiamo come, appunto, un elemento unico, una linea tratteggiata. Figura 13 – Trattini separati che percepiamo come un unico elemento. Fonte: slide di Vladimir Career Il cervello umano tende a completare le parole e quindi un font troppo ricco potrebbe spingere il lettore a confondere due lettere diverse tra loro. Assume quindi una notevole importanza conoscere la Gestalt per poter arrivare a sfruttare i vari punti di forza di ogni singolo dispositivo sui quali si intende rendere un libro digitale viabile. Ogni e-reader “interpreterà” il testo con una chiave diversa spaziando dalla grafica utilizzata da dispositivo al tipo di tecnologia che entra in gioco, banalmente basti pensare alla risoluzione a disposizione dello schermo. Come si può quindi creare un e-book ugualmente efficace per ogni singolo reader presente in commercio? La chiave è l’ottimizzazione, prendendo in considerazione vari accorgimenti è possibile creare un e-book adatto a varie tipologie di reader, è utile discostarsi dall’idea di libro cartaceo, utilizzare un font lineare e compatto che lasci il minor margine
  • 54. 55 possibile di errore, o ancora quando si parla di un formato ePub, si può ricorrere al linguaggio CSS e alle sue regole atte a personalizzare il layout grafico di un testo come: testo, colore, sfondo o stile di font con CSS @font-style. Per far ordine tra le varie tipologie di font si è soliti creare due grandi famiglie: i font sans-serif e i font serif. Figura 14 - Differenza grafica fra Sans-serif e Serif - dalle slide di Vladimir Carrer La principale distinzione, nel digitale, fra questi due gruppi è la risoluzione dello schermo di riferimento, i sans-serif, compatti e robusti, vengono utilizzati per basse risoluzioni (72 dpi) al contrario i Serif, preferiti dai tipografi per la loro eleganza, sono adatti per un’alta risoluzione (300 dpi). Ovviamente, la sola distinzione in categorie non consente un corretto utilizzo del font ma si deve tenere conto di varie tematiche che pone il professionista davanti a delle scelte: • la moderna tecnologia consente al cliente di ingrandire e rimpicciolire a suo piacimento la pagina che sta leggendo, urge quindi, in questo caso specifico, ragionare anche sulla grandezza del testo. La dimensione ottimale di visualizzazione di una lettera è di circa 16px. • il ricordarsi sempre dell’uso contestuale del carattere rispetto a tutto ciò che gioca attorno al libro, l’autore potrebbe voler un font elegante e consono alla