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EDUCAZIONE CIVICA E
L’ARBITRAGGIO
Dario Italo Lana - 4ªD – 30/09/2023 1
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Indice
Ci occuperemo di che cos'è la
convivenza civile e l’effetto del vivere
insieme
Parleremo del mondo dell’arbitraggio e
di come un arbitro svolge il proprio
lavoro dalle categorie giovanili fino alla
Serie A
Approfondiremo il concetto del Fairplay
e di come è stato introdotto nel mondo
calcistico.
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Indice
Discuteremo sulla costituzione italiana e
dei diritti assoluti e relativi
Argomenteremo le capacità che le
persone fisiche possiedono
Approfondiremo il 1 comma del
29esimo articolo della Costituzione
Italiana
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Gli arbitri in Serie A
Nella stagione 2021/2022 in Serie A ci sono circa 35 arbitri tra cui 3 che hanno
fatto l’esordio quest’anno. Essere un ufficiale di gara non è una cosa facile come
molti pensano, ma prendere questa responsabilità significa essere rappresentanti
della legge sportiva. Gli arbitri in campo devono essere rispettati dai giocatori e
devono farsi rispettare. L’arbitro va in campo per far si che le regole mondiali del
calcio vengano applicate. A fine gara gli ufficiali di gara devono scrivere un
rapporto di gara (comunemente chiamato dagli associati "referto") che il giudice
sportivo (provinciale, regionale o nazionale) leggerà per decidere quante giornate
di squalifica dare ad un calciatore che ha ricevuto un cartellino rosso, quale
provvedimento disciplinare dare ad una parte di tifosi che hanno fatto cori razzisti
nei confronti di un giocatore in campo etc.
Gli arbitri in Serie A
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Gli associati AIA
L’AIA (Associazione Italiana Arbitri) è la settima componente della FIGC (Federazione
Italiana Giuoco Calcio). Si occupa del reclutamento, della formazione, della gestione
tecnica, associativa e disciplinare degli arbitri di calcio italiani. L'AIA è organizzata in
18 Comitati Regionali (C.R.A.), 2 Comitati Provinciali Autonomi (Bolzano e Trento) e
in 207 sezioni arbitrali sparse in maniera capillare su tutto il territorio nazionale. Tra i
30537 associati AIA ci sono 1724 donne. Non ci sono ancora donne che sono
arrivate in Serie A ma c'è una donna, Maria Sole Ferrieri Caputi, che è la prima donna
ad aver arbitrato una squadra di Serie A (Cagliari-Cittadella in Coppa Italia del
15/12/2021). In campo l’arbitro non ha l’incarico di applicare il fair play ma noi
andremo lo stesso ad approfondire questo concetto.
AIA, Associazione Italiana Arbitri
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Il concetto del
Il riconoscimento del fair play da parte della politica e delle
istituzioni è avvenuto gradualmente, man mano che il concetto si
radicava sempre di più nella mentalità degli organismi di governo
dello sport.
Ed è così che nel 1992, durante la Conferenza di Rodi, il Consiglio
d’Europa, costituito per l’occasione dai ministri dello sport, approva
il Codice Europeo di etica sportiva.
Si tratta di un documento che, pur non fissando regolamenti
precisi, prevede un quadro etico di riferimento con l’obiettivo di
diffondere una mentalità sportiva, che sia condivisa in ogni attività.
In questo contesto, il fair play, come sintesi delle considerazioni
etiche, si trova al centro di tutto il codice, come elemento
necessario e non accessorio: deve guidare l’approccio allo sport
che vede come principi cardine lotta ai brogli, al doping, alla
violenza verbale e fisica, alle discriminazioni.
Un criterio guida, quindi, a cui tutti coloro che promuovono
esperienze sportive per giovani e bambini devono attribuire la
massima priorità.
Praticare uno sport con fair play significa avere l’opportunità di
conoscersi più a fondo, di fissare e raggiungere obiettivi attraverso
l’impegno e la costanza, di integrarsi con gli altri ed interagire, di
divertirsi e dimostrare le proprie abilità tecniche.
Cosa significa in concreto il fair play
Approfondisci meglio l’argomento!
Approfondisci
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Il concetto del
Quando si parla di sport e di fair play, è importante attenersi ai
seguenti principi:
• Giocare per divertirsi.
• Giocare con lealtà.
• Rispettare le regole del gioco (l’incarico di arbitro nel calcio).
• Rispettare tutti coloro che si trovano dentro e fuori il terreno di
gioco.
• Accettare la sconfitta con dignità.
• Rifiutare il doping, il razzismo (tematica purtroppo ancora
attuale), la violenza e la corruzione.
• Essere generosi verso il prossimo e soprattutto verso i più
bisognosi.
• Aiutare gli altri a resistere nelle difficoltà.
• Denunciare coloro che tentano di screditare lo sport.
• Onorare coloro che difendono lo spirito olimpico dello sport.
Come nasce il fair play?
Il fair play, letteralmente “gioco corretto”, è un concetto che nasce
in Inghilterra nell'Ottocento e viene concepito inizialmente per le
competizioni sportive.
Nel calcio europeo è stato introdotto anche un nuovo concetto di
fairplay. Il cosiddetto fair play finanziario (Financial Fair Play).
È il 2010 quando si introduce il regolamento sul fair play finanziario
(applicato effettivamente dal 2011), considerato indispensabile a
seguito del profondo stato di deficit in cui versava il calcio
europeo: i dati registrati nel 2008, infatti, confermano che il 47%
dei club europei riportano perdite, in alcuni casi rilevanti, per un
ammontare totale di 1.7 miliardi di euro.
I principi del fair play
Approfondisci meglio l’argomento!
Approfondisci
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La convivenza
Il presupposto di partenza è che ogni gruppo sociale, per esistere,
debba dotarsi di regole di convivenza. L’atto e l’effetto del vivere
insieme, in un medesimo luogo, definiscono perfettamente il contenuto
della parola “convivenza”.
Nell’era attuale, convivenza è la parola di uso comune riferita
maggiormente a due persone che vivono sotto lo stesso tetto, in
regime o no di matrimonio. Solitamente, non si ricorda che la
convivenza è tutta la vita che si passa in compagnia di altre persone a
scuola, al lavoro, in fila alle poste, sul treno, in un club sportivo, in
parrocchia, eccetera.
Passare tempo con altri significa, inoltre, agire con essi, lavorare,
operare, oppure attendere un avvenimento, anche solo semplicemente
osservare il tempo passare.
Ogni attività, svolta presso gruppi sociali o più in generale in società,
necessita di regole che la normino, che la disciplinino in modo che il
disordine non impedisca il raggiungimento degli obiettivi comuni e
individuali.
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Convivenza
La stima, il rispetto, l’educazione, l’amicizia, l’altruismo sono valori che intrecciano la stessa catena… una catena che dovrebbe
sostenere e fortificare il mondo e le sue fondamenta. Purtroppo, puntualmente ogni giorno viene consumata dalla cattiveria,
dall’ignoranza e dall’egoismo, per poi fondersi sulle rovine di chi sa amare solo sé stesso.
La società odierna è una società che fonda i suoi valori su perni sbagliati: sentiamo sempre di più nel talk show o sui social, di persone
che attaccano, l’una con l’altra, che proclamano la legge della perfezione senza fermarsi un attimo a riflettere sulle proprie parole.
Nella convivenza civile non si può escludere il rispetto: si rispetta una persona accettandola per ciò che è, riconoscendo la sua
specificità e il suo essere integra e libera. Il rispetto porta a riconoscere diritti e doveri della persona che si ha di fronte.
Il rispetto è contro la derisione, l’insulto, la prevaricazione, la prepotenza, la violenza. Il rispetto è tale quando non c’è discriminazione di
sesso, razza, etnia, diversità fisica, diversità mentale, patologia, disabilità: senza intelligenza, il rispetto non esiste. Per acquisire la
capacità di rispettare il prossimo, bisogna socializzare: condividere le regole di comportamento nell’ambito collettivo con ogni singolo
individuo, senza discriminazione! Tali processi sono “minacciati” dalla crisi di valori che la crisi economica ha portato nella nostra società
e che ha influenzato le nostre istituzioni educative come la scuola e la famiglia, rendendo la società un posto sempre più deviato.
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Convivenza
“È deviante il comportamento che viola le aspettative istituzionalizzate di una data norma sociale.”
Il deviante “classico” è il malvivente, il delinquente, il quale si rende protagonista di atti delittuosi contro il prossimo, contro la proprietà
privata e/o pubblica. Costui danneggia la civile convivenza per ottenere un vantaggio personale.
Il deviante culturale invece è la persona che devia dalle norme di civile convivenza perché proviene da una cultura diversa da quella in
cui si è introdotto. Le norme culturalmente accettate e condivise sono fondamentali per prevenire e individuare eventuali
allontanamenti, che possono causare conseguenze anche importanti.
Analizziamo per bene cosa si intende per devianza: Durkheim concepisce la devianza come uno strumento di affermazione della
moralità delle masse: così la devianza acquisisce una funzione adattativa che introduce nuove idee nella società;
Un’altra funzione è quella di incoraggiare la definizione dei confini e può provocare una risposta collettiva capace di rafforzare la
solidarietà di gruppo ed esplicitare le norme sociali. Secondo questa visione delle cose, il popolo diviene un aggregato di ribelli.
Quello che dice il sociologo fa riflettere: in questa visione, deviare dal comportamento della società può portare sia a buone che a
cattive conseguenze. Facciamo un esempio…gli scrittori decadentisti rispecchiavano un modo di vivere opposto alla morale vittoriana:
non per nulla erano chiamati anche poeti maledetti.
C’è da dire che ancora oggi le loro opere, ispirate dalla loro sregolatezza, sono d’ affascinante ispirazione. Il concetto di “devianza” è
molto complesso da analizzare: si dovrebbe essere d’accordo sull’omologare tutta la popolazione?
C’è da dire che la creatività e la devianza sono concetti molto diversi e una persona per vivere la propria libertà non deve di certo
invadere e beffeggiare quella degli altri.
“La mia libertà finisce, quando inizia quella degli altri”
Quindi, si condanni la devianza che fa del male agli altri, che è allo stremo della delinquenza.
La vita quotidiana non può ignorare la civile convivenza. Ogni giorno mettiamo in pratica norme sociali che ci introducono al contatto
con le altre persone.
La civile convivenza è incanalata nella comunicazione umana, la quale è essa stessa complessa. Le regole della comunicazione si
mescolano alle regole della “normale” convivenza, le compendiano, le integrano.
Vivere civilmente significa rispettare la cultura di riferimento: non rubare, non insultare il prossimo, non assalire le donne, non fare i
propri bisogni fisiologici in pubblico, non imbrattare né inquinare l’ambiente.
Sono solo alcune e banali indicazioni, che la maggioranza delle persone non ricorda in modo tecnico, ma che tuttavia applica nella sua
vita quotidiana. In passato, si parlava di persone ben educate, che con il loro comportamento rendevano pacifica la convivenza.
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Costituzione e
i diritti
Per Costituzione si intende l’insieme delle norme fondamentali di
un ordinamento giuridico, cioè le regole che disciplinano i trattati
dell’organizzazione dello stato e le relazioni dello stesso con i
cittadini.
La Costituzione italiana venne promulgata dal Capo provvisorio
dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947 e pubblicata lo
stesso giorno nell'edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale
della Repubblica Italiana n. 298.
Entrata in vigore il 1 gennaio 1948, consta di 139 articoli e 18
disposizioni transitorie.
Le sue norme sono distinte in tre gruppi:
Il primo riguarda i principi fondamentali dell'ordinamento italiano
Il secondo stabilisce i diritti ed i doveri dei cittadini (Parte I)
Il terzo determina l'ordinamento della Repubblica, regolando i
suoi organi principali e le loro funzioni (Parte II).
Scritta
Non scritta
si ha quando le norme fondamentali sono
generalmente costituite da documenti scritti.
Costituzione scritta
Tipi di costituzione
Ottriata
Votata
Flessibile
Rigida
Breve o corta
Lunga
si ha quando gli ordinamenti sono retti da un
complesso di atti e norme consuetudinarie.
Costituzione non scritta
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Conferiscono al titolare un potere
che può essere fatto valere solo
verso determinati soggetti.
Relativi
Conferiscono al titolare un potere
che può essere fatto valere nei
confronti di tutti gli altri soggetti
dell’ordinamento
Assoluti
Costituzione e
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e
richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale.
I diritti possono essere:
Diritti di personalità
Diritti reali
Diritti su beni immateriali
Diritti di credito
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Costituzione e
I diritti reali solo quelli che una persona ha su una
cosa. Questa "cosa" può essere:
 Una cosa propria: diritto di proprietà
 Una cosa non propria: diritto reale di godimento
che attribuisce ad una persona il diritto di
utilizzare una cosa di proprietà di un’altra persona.
 Diritti reali di garanzia: consistono in un vincolo
giuridico imposto su un bene a garanzia di un
credito.
Caratteristiche:
 Essenziali: inerenti alla vita, allo
sviluppo morale e fisico della
persona.
 Personalissimi: riguardano un modo
d’essere della persona.
 Originari: sorgono con la nascita.
Non patrimoniali.
 Assoluti: opponibili “erga omnes”.
Imprescrittibili: non si estinguono nel
caso che il titolare non lo eserciti.
 Irrinunciabili e inalienabili: non
possono essere trasmessi dal titolare
a un altro soggetto.
Diritti alla personalità
 Soggetti: il debitore che è il soggetto
passivo, cioè che spetta a lui tenere un
certo comportamento nei confronti del
creditore che è il soggetto attivo, cioè
che pretende un comportamento altrui
nel proprio interesse.
 Prestazione: è il comportamento che
deve essere tenuto dal debitore a
vantaggio del creditore.
 Vincolo giuridico: è tra i soggetti. Il
debitore è tenuto ad eseguire la
prestazione a favore del creditore, che
ha il diritto di ottenere l’esecuzione
Diritti di obbligazione
I caratteri delle obbligazioni possono essere 3:
 Relatività: I diritti che nascono da una obbligazione
possono essere fatti valere solo nei confronti di
uno o più soggetti determinati.
 Oggetto: I diritti che nascono da una obbligazione
si riferiscono a comportamenti personali.
 Mediatezza: Per essere realizzati hanno bisogno
della collaborazione di qualcuno, cioè del debitore,
oltre che della legge
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La capacità
e
E’ la capacita di avere dei
diritti e dei doveri:
 Si acquista alla nascita
 Spetta a tutti
Capacità giuridica
La capacità giuridica è diversa dalla
titolarità ma ne costituisce il
presupposto: la titolarità si avrà solo
con la concreta imputazione degli
effetti giuridici.
Art. 1 c.c.
Art. 22 Cost.
E’ la capacita di esercitare i
propri diritti:
 Si acquista a 18 anni.
 Manca nei soggetti
incapaci d’agire
Capacità d’agire
Attitudine al compimento di negozi giuridici
i cui effetti siano destinati a prodursi nella
sfera giuridico-patrimoniale dell’autore
dell’atto. E’ la capacità di esercitare
direttamente diritti e obblighi di cui si è
titolari.
Art. 2 c.c.
Io non ho ne’
capacità giuridica
ne’ d’agire
Io ho solo
capacità giuridica
Io ho sia capacità
giuridica che d’agire
Il concepito è la persona che non è
ancora nata. Egli ha la capacità di
succedere e di ricevere per donazione.
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La capacità giuridica e d’agire
Incapaci d’agire: assoluti, non possono fare da soli nessun atto giuridico e al loro posto agiscono i loro
rappresentanti legali. Relativi, possono fare da solo gli atti di ordinaria amministrazione e per gli atti di
straordinaria amministrazione sono assistiti dal curatore.
L’interdetto: l’interdizione giudiziale riguarda le persone che sono completamente incapaci di provvedere ai
propri interessi. L’interdizione legale è una sanzione aggiuntiva a carico di chi ha commesso un reato
particolarmente grave.
Minore emancipato sono i minori di 18 anni e maggiori di 16: sono autorizzati dal giudice a contrarre
matrimonio, come l’inabilitato può compiere atti di ordinaria amministrazione ma non quelli di straordinaria
amministrazione ed assistito da un curatore.
Gli inabilitati perdono parzialmente la capacità d’agire. Possono essere i malati di mente non gravi, alcolisti o
tossicodipendenti che rischiano di danneggiare il loro patrimonio.
Possono: Votare, sposarsi e fare testamento mentre non possono: vendere / comprare una casa, la macchina,
un negozio e sono assistiti da un curatore che li aiuta a gestire il patrimonio.
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La
L’articolo 29 della Costituzione (primo comma) dice: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti della famiglia come società naturale
fondata sul matrimonio" . La famiglia è la principale tra le formazioni sociali ed è fondata sul matrimonio quindi lo Stato riconosce il vincolo
matrimoniale come base della famiglia.
Il matrimonio è un accordo attraverso il quale un uomo e una donna assumono un impegno stabile di convivenza, di reciproco rispetto e di
solidarietà.
Tipi di matrimonio: il matrimonio civile è celebrato dal Sindaco (o da un sostituto), quello concordatario è celebrato dal parroco e quello di
culto acattolico è celebrato dai ministri di culto diverso da quello cattolico.
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La
Il divorzio è il provvedimento del giudice che
dichiara lo scioglimento definitivo del matrimonio
civile.
Il divorzio si può ottenere:
 Dopo una condanna di uno dei due coniugi
all’ergastolo o alla reclusione superiore a 15
anni.
 Per matrimonio non consumato
 Dopo 3 anni di separazione legale ininterrotta.
Il divorzio
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Sitografia
it.wikipedia.org
aia-figc.it
governo.it
studenti.it
Sitografia
Grazie
P E R L ’ A T T E N Z I O N E

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  • 6. 6 Copyrights @ 2021 Il concetto del Il riconoscimento del fair play da parte della politica e delle istituzioni è avvenuto gradualmente, man mano che il concetto si radicava sempre di più nella mentalità degli organismi di governo dello sport. Ed è così che nel 1992, durante la Conferenza di Rodi, il Consiglio d’Europa, costituito per l’occasione dai ministri dello sport, approva il Codice Europeo di etica sportiva. Si tratta di un documento che, pur non fissando regolamenti precisi, prevede un quadro etico di riferimento con l’obiettivo di diffondere una mentalità sportiva, che sia condivisa in ogni attività. In questo contesto, il fair play, come sintesi delle considerazioni etiche, si trova al centro di tutto il codice, come elemento necessario e non accessorio: deve guidare l’approccio allo sport che vede come principi cardine lotta ai brogli, al doping, alla violenza verbale e fisica, alle discriminazioni. Un criterio guida, quindi, a cui tutti coloro che promuovono esperienze sportive per giovani e bambini devono attribuire la massima priorità. Praticare uno sport con fair play significa avere l’opportunità di conoscersi più a fondo, di fissare e raggiungere obiettivi attraverso l’impegno e la costanza, di integrarsi con gli altri ed interagire, di divertirsi e dimostrare le proprie abilità tecniche. Cosa significa in concreto il fair play Approfondisci meglio l’argomento! Approfondisci
  • 7. 7 Copyrights @ 2021 Il concetto del Quando si parla di sport e di fair play, è importante attenersi ai seguenti principi: • Giocare per divertirsi. • Giocare con lealtà. • Rispettare le regole del gioco (l’incarico di arbitro nel calcio). • Rispettare tutti coloro che si trovano dentro e fuori il terreno di gioco. • Accettare la sconfitta con dignità. • Rifiutare il doping, il razzismo (tematica purtroppo ancora attuale), la violenza e la corruzione. • Essere generosi verso il prossimo e soprattutto verso i più bisognosi. • Aiutare gli altri a resistere nelle difficoltà. • Denunciare coloro che tentano di screditare lo sport. • Onorare coloro che difendono lo spirito olimpico dello sport. Come nasce il fair play? Il fair play, letteralmente “gioco corretto”, è un concetto che nasce in Inghilterra nell'Ottocento e viene concepito inizialmente per le competizioni sportive. Nel calcio europeo è stato introdotto anche un nuovo concetto di fairplay. Il cosiddetto fair play finanziario (Financial Fair Play). È il 2010 quando si introduce il regolamento sul fair play finanziario (applicato effettivamente dal 2011), considerato indispensabile a seguito del profondo stato di deficit in cui versava il calcio europeo: i dati registrati nel 2008, infatti, confermano che il 47% dei club europei riportano perdite, in alcuni casi rilevanti, per un ammontare totale di 1.7 miliardi di euro. I principi del fair play Approfondisci meglio l’argomento! Approfondisci
  • 8. 8 Copyrights @ 2021 La convivenza Il presupposto di partenza è che ogni gruppo sociale, per esistere, debba dotarsi di regole di convivenza. L’atto e l’effetto del vivere insieme, in un medesimo luogo, definiscono perfettamente il contenuto della parola “convivenza”. Nell’era attuale, convivenza è la parola di uso comune riferita maggiormente a due persone che vivono sotto lo stesso tetto, in regime o no di matrimonio. Solitamente, non si ricorda che la convivenza è tutta la vita che si passa in compagnia di altre persone a scuola, al lavoro, in fila alle poste, sul treno, in un club sportivo, in parrocchia, eccetera. Passare tempo con altri significa, inoltre, agire con essi, lavorare, operare, oppure attendere un avvenimento, anche solo semplicemente osservare il tempo passare. Ogni attività, svolta presso gruppi sociali o più in generale in società, necessita di regole che la normino, che la disciplinino in modo che il disordine non impedisca il raggiungimento degli obiettivi comuni e individuali.
  • 9. 9 Copyrights @ 2021 Convivenza La stima, il rispetto, l’educazione, l’amicizia, l’altruismo sono valori che intrecciano la stessa catena… una catena che dovrebbe sostenere e fortificare il mondo e le sue fondamenta. Purtroppo, puntualmente ogni giorno viene consumata dalla cattiveria, dall’ignoranza e dall’egoismo, per poi fondersi sulle rovine di chi sa amare solo sé stesso. La società odierna è una società che fonda i suoi valori su perni sbagliati: sentiamo sempre di più nel talk show o sui social, di persone che attaccano, l’una con l’altra, che proclamano la legge della perfezione senza fermarsi un attimo a riflettere sulle proprie parole. Nella convivenza civile non si può escludere il rispetto: si rispetta una persona accettandola per ciò che è, riconoscendo la sua specificità e il suo essere integra e libera. Il rispetto porta a riconoscere diritti e doveri della persona che si ha di fronte. Il rispetto è contro la derisione, l’insulto, la prevaricazione, la prepotenza, la violenza. Il rispetto è tale quando non c’è discriminazione di sesso, razza, etnia, diversità fisica, diversità mentale, patologia, disabilità: senza intelligenza, il rispetto non esiste. Per acquisire la capacità di rispettare il prossimo, bisogna socializzare: condividere le regole di comportamento nell’ambito collettivo con ogni singolo individuo, senza discriminazione! Tali processi sono “minacciati” dalla crisi di valori che la crisi economica ha portato nella nostra società e che ha influenzato le nostre istituzioni educative come la scuola e la famiglia, rendendo la società un posto sempre più deviato.
  • 10. 10 Copyrights @ 2021 Convivenza “È deviante il comportamento che viola le aspettative istituzionalizzate di una data norma sociale.” Il deviante “classico” è il malvivente, il delinquente, il quale si rende protagonista di atti delittuosi contro il prossimo, contro la proprietà privata e/o pubblica. Costui danneggia la civile convivenza per ottenere un vantaggio personale. Il deviante culturale invece è la persona che devia dalle norme di civile convivenza perché proviene da una cultura diversa da quella in cui si è introdotto. Le norme culturalmente accettate e condivise sono fondamentali per prevenire e individuare eventuali allontanamenti, che possono causare conseguenze anche importanti. Analizziamo per bene cosa si intende per devianza: Durkheim concepisce la devianza come uno strumento di affermazione della moralità delle masse: così la devianza acquisisce una funzione adattativa che introduce nuove idee nella società; Un’altra funzione è quella di incoraggiare la definizione dei confini e può provocare una risposta collettiva capace di rafforzare la solidarietà di gruppo ed esplicitare le norme sociali. Secondo questa visione delle cose, il popolo diviene un aggregato di ribelli. Quello che dice il sociologo fa riflettere: in questa visione, deviare dal comportamento della società può portare sia a buone che a cattive conseguenze. Facciamo un esempio…gli scrittori decadentisti rispecchiavano un modo di vivere opposto alla morale vittoriana: non per nulla erano chiamati anche poeti maledetti. C’è da dire che ancora oggi le loro opere, ispirate dalla loro sregolatezza, sono d’ affascinante ispirazione. Il concetto di “devianza” è molto complesso da analizzare: si dovrebbe essere d’accordo sull’omologare tutta la popolazione? C’è da dire che la creatività e la devianza sono concetti molto diversi e una persona per vivere la propria libertà non deve di certo invadere e beffeggiare quella degli altri. “La mia libertà finisce, quando inizia quella degli altri” Quindi, si condanni la devianza che fa del male agli altri, che è allo stremo della delinquenza. La vita quotidiana non può ignorare la civile convivenza. Ogni giorno mettiamo in pratica norme sociali che ci introducono al contatto con le altre persone. La civile convivenza è incanalata nella comunicazione umana, la quale è essa stessa complessa. Le regole della comunicazione si mescolano alle regole della “normale” convivenza, le compendiano, le integrano. Vivere civilmente significa rispettare la cultura di riferimento: non rubare, non insultare il prossimo, non assalire le donne, non fare i propri bisogni fisiologici in pubblico, non imbrattare né inquinare l’ambiente. Sono solo alcune e banali indicazioni, che la maggioranza delle persone non ricorda in modo tecnico, ma che tuttavia applica nella sua vita quotidiana. In passato, si parlava di persone ben educate, che con il loro comportamento rendevano pacifica la convivenza.
  • 11. 11 Copyrights @ 2021 Costituzione e i diritti Per Costituzione si intende l’insieme delle norme fondamentali di un ordinamento giuridico, cioè le regole che disciplinano i trattati dell’organizzazione dello stato e le relazioni dello stesso con i cittadini. La Costituzione italiana venne promulgata dal Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947 e pubblicata lo stesso giorno nell'edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 298. Entrata in vigore il 1 gennaio 1948, consta di 139 articoli e 18 disposizioni transitorie. Le sue norme sono distinte in tre gruppi: Il primo riguarda i principi fondamentali dell'ordinamento italiano Il secondo stabilisce i diritti ed i doveri dei cittadini (Parte I) Il terzo determina l'ordinamento della Repubblica, regolando i suoi organi principali e le loro funzioni (Parte II). Scritta Non scritta si ha quando le norme fondamentali sono generalmente costituite da documenti scritti. Costituzione scritta Tipi di costituzione Ottriata Votata Flessibile Rigida Breve o corta Lunga si ha quando gli ordinamenti sono retti da un complesso di atti e norme consuetudinarie. Costituzione non scritta
  • 12. 12 Copyrights @ 2021 Conferiscono al titolare un potere che può essere fatto valere solo verso determinati soggetti. Relativi Conferiscono al titolare un potere che può essere fatto valere nei confronti di tutti gli altri soggetti dell’ordinamento Assoluti Costituzione e Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. I diritti possono essere: Diritti di personalità Diritti reali Diritti su beni immateriali Diritti di credito
  • 13. 13 Copyrights @ 2021 Costituzione e I diritti reali solo quelli che una persona ha su una cosa. Questa "cosa" può essere:  Una cosa propria: diritto di proprietà  Una cosa non propria: diritto reale di godimento che attribuisce ad una persona il diritto di utilizzare una cosa di proprietà di un’altra persona.  Diritti reali di garanzia: consistono in un vincolo giuridico imposto su un bene a garanzia di un credito. Caratteristiche:  Essenziali: inerenti alla vita, allo sviluppo morale e fisico della persona.  Personalissimi: riguardano un modo d’essere della persona.  Originari: sorgono con la nascita. Non patrimoniali.  Assoluti: opponibili “erga omnes”. Imprescrittibili: non si estinguono nel caso che il titolare non lo eserciti.  Irrinunciabili e inalienabili: non possono essere trasmessi dal titolare a un altro soggetto. Diritti alla personalità  Soggetti: il debitore che è il soggetto passivo, cioè che spetta a lui tenere un certo comportamento nei confronti del creditore che è il soggetto attivo, cioè che pretende un comportamento altrui nel proprio interesse.  Prestazione: è il comportamento che deve essere tenuto dal debitore a vantaggio del creditore.  Vincolo giuridico: è tra i soggetti. Il debitore è tenuto ad eseguire la prestazione a favore del creditore, che ha il diritto di ottenere l’esecuzione Diritti di obbligazione I caratteri delle obbligazioni possono essere 3:  Relatività: I diritti che nascono da una obbligazione possono essere fatti valere solo nei confronti di uno o più soggetti determinati.  Oggetto: I diritti che nascono da una obbligazione si riferiscono a comportamenti personali.  Mediatezza: Per essere realizzati hanno bisogno della collaborazione di qualcuno, cioè del debitore, oltre che della legge
  • 14. 14 Copyrights @ 2021 La capacità e E’ la capacita di avere dei diritti e dei doveri:  Si acquista alla nascita  Spetta a tutti Capacità giuridica La capacità giuridica è diversa dalla titolarità ma ne costituisce il presupposto: la titolarità si avrà solo con la concreta imputazione degli effetti giuridici. Art. 1 c.c. Art. 22 Cost. E’ la capacita di esercitare i propri diritti:  Si acquista a 18 anni.  Manca nei soggetti incapaci d’agire Capacità d’agire Attitudine al compimento di negozi giuridici i cui effetti siano destinati a prodursi nella sfera giuridico-patrimoniale dell’autore dell’atto. E’ la capacità di esercitare direttamente diritti e obblighi di cui si è titolari. Art. 2 c.c. Io non ho ne’ capacità giuridica ne’ d’agire Io ho solo capacità giuridica Io ho sia capacità giuridica che d’agire Il concepito è la persona che non è ancora nata. Egli ha la capacità di succedere e di ricevere per donazione.
  • 15. 15 Copyrights @ 2021 La capacità giuridica e d’agire Incapaci d’agire: assoluti, non possono fare da soli nessun atto giuridico e al loro posto agiscono i loro rappresentanti legali. Relativi, possono fare da solo gli atti di ordinaria amministrazione e per gli atti di straordinaria amministrazione sono assistiti dal curatore. L’interdetto: l’interdizione giudiziale riguarda le persone che sono completamente incapaci di provvedere ai propri interessi. L’interdizione legale è una sanzione aggiuntiva a carico di chi ha commesso un reato particolarmente grave. Minore emancipato sono i minori di 18 anni e maggiori di 16: sono autorizzati dal giudice a contrarre matrimonio, come l’inabilitato può compiere atti di ordinaria amministrazione ma non quelli di straordinaria amministrazione ed assistito da un curatore. Gli inabilitati perdono parzialmente la capacità d’agire. Possono essere i malati di mente non gravi, alcolisti o tossicodipendenti che rischiano di danneggiare il loro patrimonio. Possono: Votare, sposarsi e fare testamento mentre non possono: vendere / comprare una casa, la macchina, un negozio e sono assistiti da un curatore che li aiuta a gestire il patrimonio. 15
  • 16. 16 Copyrights @ 2021 La L’articolo 29 della Costituzione (primo comma) dice: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio" . La famiglia è la principale tra le formazioni sociali ed è fondata sul matrimonio quindi lo Stato riconosce il vincolo matrimoniale come base della famiglia. Il matrimonio è un accordo attraverso il quale un uomo e una donna assumono un impegno stabile di convivenza, di reciproco rispetto e di solidarietà. Tipi di matrimonio: il matrimonio civile è celebrato dal Sindaco (o da un sostituto), quello concordatario è celebrato dal parroco e quello di culto acattolico è celebrato dai ministri di culto diverso da quello cattolico.
  • 17. 17 Copyrights @ 2021 La Il divorzio è il provvedimento del giudice che dichiara lo scioglimento definitivo del matrimonio civile. Il divorzio si può ottenere:  Dopo una condanna di uno dei due coniugi all’ergastolo o alla reclusione superiore a 15 anni.  Per matrimonio non consumato  Dopo 3 anni di separazione legale ininterrotta. Il divorzio
  • 19. Grazie P E R L ’ A T T E N Z I O N E