L’Occidente sembra giocare una partita di calcio in un campionato mondiale di rugby. La trasformazione va gestita ingaggiando la mischia e comprendendone le regole..
Abuso e violenza sulla persona anziana nei vari setting assistenziali: profil...Adelaide Biondaro
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la violenza contro le persone anziane come "l’uso intenzionale di forza fisica o di potere, minaccioso o reale, contro una persona o un gruppo di persone o una comunità, che risulta oppure ha una alta probabilità di risultare in lesione fisica, morte, danno psicologico, non sviluppo o deprivazione”.
Il principale obiettivo della presentazione è quello di mettere in evidenza il confine, a volte sottile, tra l’assistenza, domiciliare e quella erogata presso le strutture socio-sanitario assistenziali, e la violenza nei confronti dell’anziano. L’abuso sugli anziani rappresenta una violazione dei diritti umani, nel momento in cui si verifichi la privazione della possibilità di vivere in maniera degna e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale, principio che rappresenta un diritto fondamentale, sancito dall’art. 25 della Carta dei diritti dell’Unione europea.
Dopo una generale presentazione sulle forme di violenza perpetrate agli anziani, saranno delineati i rischi di abuso nelle strutture residenziali, tra cui la contenzione, ma anche il ricorso a metodi poco ortodossi nell’erogazione delle cure primarie che vanno a ledere la libertà della persona stessa. Saranno evidenziate, poi, le eventuali conseguenze legali legate ad episodi di abuso e saranno presentate alcune riflessioni, dal punto di vista psicologico, sui possibili motivi per i quali, in una struttura residenziale o al domicilio, si possono generare forme di violenza da parte del personale o da parte dei familiari e/o del care giver domiciliare, con un’analisi anche delle condizioni psicologiche delle vittime di violenza e di chi è testimone di episodi di abusi.
L’Occidente sembra giocare una partita di calcio in un campionato mondiale di rugby. La trasformazione va gestita ingaggiando la mischia e comprendendone le regole..
Abuso e violenza sulla persona anziana nei vari setting assistenziali: profil...Adelaide Biondaro
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la violenza contro le persone anziane come "l’uso intenzionale di forza fisica o di potere, minaccioso o reale, contro una persona o un gruppo di persone o una comunità, che risulta oppure ha una alta probabilità di risultare in lesione fisica, morte, danno psicologico, non sviluppo o deprivazione”.
Il principale obiettivo della presentazione è quello di mettere in evidenza il confine, a volte sottile, tra l’assistenza, domiciliare e quella erogata presso le strutture socio-sanitario assistenziali, e la violenza nei confronti dell’anziano. L’abuso sugli anziani rappresenta una violazione dei diritti umani, nel momento in cui si verifichi la privazione della possibilità di vivere in maniera degna e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale, principio che rappresenta un diritto fondamentale, sancito dall’art. 25 della Carta dei diritti dell’Unione europea.
Dopo una generale presentazione sulle forme di violenza perpetrate agli anziani, saranno delineati i rischi di abuso nelle strutture residenziali, tra cui la contenzione, ma anche il ricorso a metodi poco ortodossi nell’erogazione delle cure primarie che vanno a ledere la libertà della persona stessa. Saranno evidenziate, poi, le eventuali conseguenze legali legate ad episodi di abuso e saranno presentate alcune riflessioni, dal punto di vista psicologico, sui possibili motivi per i quali, in una struttura residenziale o al domicilio, si possono generare forme di violenza da parte del personale o da parte dei familiari e/o del care giver domiciliare, con un’analisi anche delle condizioni psicologiche delle vittime di violenza e di chi è testimone di episodi di abusi.
02 03 Educazione che arricchisce la vitainformistica
L’umanità è ad un crocevia della propria evoluzione.
Sopravvivenza messa in pericolo dalla violenza cronica e dalla mancanza di empatia e di attenzione, tratti tipici delle relazioni che si conformano al modello di Dominazione.
Da una parte, c'è la strada del regresso verso forme ancora più rigide di Dominazione: familiare, educativa, religiosa, economica e politica.
Dall'altra parte c'è la strada verso un futuro di mutualità, più equo, più responsabile e meno violento.
Recente letteratura, fondata su risultati sia di ricerche empiriche che di progetti di intervento, ha rilevato che la migliore forma di deterrenza dei comportamenti problematici di tipo deviante consiste nella sollecitazione di azioni socialmente positive, attrattive e motivanti per i soggetti coinvolti, e nel miglioramento della continuità fra il sistema delle risposte sociali esterne (istituzioni, famiglia, gruppo di appartenenza) e i meccanismi di risposte cognitive/emotive interne all’individuo. Su questo presupposto fondamentale si snoda il processo penale a carico di minorenni (DPR 22 settembre 1988, n. 448) quale intervento istituzionale in risposta ad un reato ma anche e soprattutto opportunità per l’acquisizione di abilità, risorse e spazi di autonomia capaci di maturare scelte non devianti.
02 03 Educazione che arricchisce la vitainformistica
L’umanità è ad un crocevia della propria evoluzione.
Sopravvivenza messa in pericolo dalla violenza cronica e dalla mancanza di empatia e di attenzione, tratti tipici delle relazioni che si conformano al modello di Dominazione.
Da una parte, c'è la strada del regresso verso forme ancora più rigide di Dominazione: familiare, educativa, religiosa, economica e politica.
Dall'altra parte c'è la strada verso un futuro di mutualità, più equo, più responsabile e meno violento.
Recente letteratura, fondata su risultati sia di ricerche empiriche che di progetti di intervento, ha rilevato che la migliore forma di deterrenza dei comportamenti problematici di tipo deviante consiste nella sollecitazione di azioni socialmente positive, attrattive e motivanti per i soggetti coinvolti, e nel miglioramento della continuità fra il sistema delle risposte sociali esterne (istituzioni, famiglia, gruppo di appartenenza) e i meccanismi di risposte cognitive/emotive interne all’individuo. Su questo presupposto fondamentale si snoda il processo penale a carico di minorenni (DPR 22 settembre 1988, n. 448) quale intervento istituzionale in risposta ad un reato ma anche e soprattutto opportunità per l’acquisizione di abilità, risorse e spazi di autonomia capaci di maturare scelte non devianti.
2. Le principali competenze civiche e
sociali
Saper vivere assieme
Saper esprimere le proprie idee nel
rispetto di quelle degli altri
Seguire l’attualità
Conoscere i codici di
comportamento generalmente
accettati nella società
Avere rispetto di noi stessi, degli
altri e dell’ambiente
Partecipare attivamente al
benessere e allo sviluppo della
società
Rispettare e valorizzare le altre
culture
Vedere la diversità come un
arricchimento
Conoscere le principali leggi e
istituzioni nazionali e
internazionali
Conoscere la Costituzione
3. Che definizione daresti a queste parole?
Responsabilità Identità Libertà
Tolleranza Moralità Rispetto
4. Avere rispetto di noi
stessi, degli altri e
dell’ambiente
Che comportamenti corretti e
sbagliati hai ..
Verso te stesso?
Verso gli altri?
E verso l’ambiente?
COME POTRESTI CORREGGERLI? ;-)