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Carlo Magno il conquistatore
(regnò per ben 46 anni dal 768 all’814, e solo due
di essi trascorsero senza campagne militari)
• Re dei Franchi
• Re dei Longobardi
• Imperatore del
Sacro Romano
Impero
Storia dei Franchi
• “Frank” significa “libero”: ancora
oggi questo termine ha mantenuto
lo stesso significato (per es. “porto
franco” - porto “libero” da dogane)
• Si impadronirono della Gallia,
cacciarono i Visigoti e
assoggettarono i Burgundi
(Borgogna)
• Si convertirono al cattolicesimo
• Nel 496 fu battezzato il re
franco Clodoveo e iniziò
l’alleanza tra Francia moderna
e Chiesa di Roma
Il Regno di Siagrio:l'ultimo tentativo di
mantenere un governo gallo-romano in
Gallia
• Siagrio, il generale
romano che, in seguito
al collasso dell'Impero
Romano d'Occidente
(476), creò un regno tra
il regno dei Visigoti e i
territori dei Franchi
• Fu sconfitto nel 486 dal
re franco Clodoveo
I Merovingi
(V - VI secolo)
• La conversione di Clodoveo al
cattolicesimo mise in luce la sua
posizione agli occhi del papa e
facilitò l'accettazione del dominio
franco da parte della popolazione e
del clero locale.
• I Merovingi dividevano le terre tra i
propri figli, e le frequenti divisioni,
riunificazioni e ri-divisioni del
territorio scatenavano spesso
guerre tra le famiglie principali,
generando una strutturale
debolezza del potere centrale e
favorendo l'ascesa, tra V e VI
secolo, dell'aristocrazia.
I “re fannulloni”
(VII - VIII secolo)
• Fra VII e VIII secolo, gli ultimi re merovingi
(detti "re fannulloni") avevano ormai perduto
ogni potere e il regno era governato di fatto
dai potenti maestri di palazzo.
Pipino di Herstal
• Nel 687, Pipino di
Herstal, maestro di
palazzo d'Austrasia,
riunificò le regioni
franche
• Suo figlio Carlo Martello
fermò gli Arabi a
Poitiers nel 732.
Sant'Uberto di Liegi offre i suoi servizi a
Pipino di Heristal
Carlo Martello e la battaglia di Poitiers
732
• Carlo Martello,
sconfisse gli Arabi
nella battaglia di
Poitiers, arrestando
l’invasione islamica.
Per la prima volta un
cronista dell’epoca
parla di “Europa” in
anteposizione al
mondo arabo
• Gli succede il figlio
Pipino il Breve
L’Italia alla morte di Rotari,
652
L’Italia alla morte di
Alboino, 572
I domini longobardi raggiunsero
la loro massima estensione dopo
le conquiste di Astolfo (752)
Pipino il Breve fonda la dinastia carolingia e
si fa consacrare dal papa (714 - 768)
Padre del futuro imperatore Carlo Magno
• Fu nominato, dal re
legittimo, maestro di
Palazzo
• Usurpò, con un atto di
violenza, il trono e si
fece proclamare re, in
accordo col papa
Zaccaria
• Nacque la dinastia
carolingia, chiamata
così in ricordo di Carlo
Martello, il vincitore di
Poitiers
L’unzione papale: i re franchi
diventano re-sacerdoti
• Per legittimare l ’ usurpazione, Pipino si fece
consacrare dal papa Stefano II, in cambio di una
promessa di intervento contro i Longobardi di
Astolfo, allo scopo di scacciarli dai territori bizantini
che avevano occupato.
• Attraverso l’unzione, il re diventava persona sacra e
sacerdote: Pipino, “l’Unto del Signore”, è superiore
a tutti gli altri sovrani della terra.
Grazie a una donazione il pontefice diventa un papa-
re
• Pipino scese in Italia, sconfisse i Longobardi, ricacciandoli
in Longobardia Maggiore con roccaforte Pavia.
• Nel 756 donò al papa tutto il territorio ex bizantino da
Roma a Ravenna
• Le regioni donate al papa divennero il Patrimonio di San
Pietro
• Dopo la morte di Pipino e Astolfo, Desiderio, ultimo re dei
Longobardi, tenta la carta della diplomazia dando in sposa
le sue figlie “Ermengarda” (nome inventato dal Manzoni
nella tragedia “Adelchi”) a Carlo, e Anselperga a
Carlomanno.
• Rimasto solo al potere dopo la morte del fratello
primogenito Carlomanno, Carlo riprende la lotta contro i
Longobardi, ripudiando la moglie longobarda che muore
nel convento della sorella.
Il Patrimonio di San Pietro
Carlo Magno pone fine alla
dominazione longobarda (774)
• Desiderio, approfitta della morte di
papa Stefano III per attaccare il
Patrimonio di San Pietro arrivando
fino a Roma. Inoltre spinge perché il
nuovo papa Adriano I ungesse con
l’olio santo i figli di Carlomanno per
impedire a Carlo (secondogenito) di
prendere il potere
• Carlo Magno reagì e sconfisse i
Longobardi alla Chiusa di San
Michele (Torino); marciò poi su Pavia
conquistandola nel 774.
• Il 774 segnò la fine del Regno
longobardo e del Ducato di Spoleto.
• Carlo Magno si proclamò re del
Regno d’Italia
Le guerre
Per Carlo fare
guerre voleva dire
espandere e
diffondere il
Cristianesimo che
veniva imposto alle
popolazioni sconfitte
Motivi
In realtà servirono
ad allargare i confini e
riprendevano un’antica
usanza franca di fare
annualmente una
spedizione militare per
rifornirsi di bottini
pregiati
In nome della fede, re Carlo si
lancia contro tutti i pagani
Carlo Magno decise di
convertire al Cristianesimo i
popoli confinanti non
cristiani:
• A Nord: i Sassoni (pagani),
nelle foreste della Germania
settentrionale
• A Est: gli Avari (pagani), una
tribù asiatica giunta in
Europa con Attila
• A Ovest: gli Arabi
(musulmani), in Spagna
La guerra contro i Sassoni:
deportazioni e massacri
Carlo Magno:
• uccise 4000 ostaggi nemici
per un’imboscata
• ordinò le deportazioni in
massa di tutta la
popolazione rimasta
• ripopolò quelle terre con
coloni franchi
Fu una guerra sanguinosa che
durò oltre 30 anni. Alla fine i
Sassoni si convertirono e si
integrarono nel Regno
carolingio
Nella spedizione contro gli Arabi
muore il paladino Orlando
• La lotta contro gli Arabi non
portò a vittorie decisive, ma
rafforzò i confini con la
creazione della Marca
spagnola (una striscia di
confine in mano ai franchi)
• La guerra divenne famosa
per l’agguato di Roncisvalle
durante il quale morì il
paladino Orlando
• I paladini divennero i
protagonisti di poemi famosi
in lingua volgare francese, le
“Chansons de geste”
La guerra contro gli Avari:
una vera e propria guerra di sterminio
• Gli Avari scomparvero come
popolo
• Durante gli scontri, Carlo
Magno trovò un tesoro
accumulato da Attila che gli
Avari avevano custodito
• Questo tesoro fu diviso tra il
re e i nobili franchi; il gesto
legò più strettamente Carlo
Magno ai suoi guerrieri e al
clero cattolico
Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano
Impero
• Grazie alle continue vittorie, nell’800
Carlo Magno divenne il re del più
grande regno dell’Europa occidentale
• Il giorno di Natale, papa Leone III lo
nominò Imperatore del Sacro Romano
Impero. Il potere imperiale da questo
momento dovrà essere sempre
legittimato dal Papa.
• L‘Imperatore e il Papa, con questo
gesto, vollero sminuire il prestigio
dell’imperatore bizantino, che almeno
formalmente, dai tempi di Giustiniano,
possedeva anche l’Occidente. Tra
l’altro in quel momento sul trono c’era
una donna, Irene che aveva fatto
accecare il suo stesso figlio,
coreggente, per governare da sola e
per questo non godeva di grande
prestigio fra l’opinione pubblica. Irene
tentò anche di concludere un
matrimonio con Carlo, progetto che poi
naufragò
PRINCIPALI DIFFERENZE TRA SACRO-ROMANO IMPERO E IMPERO
ROMANO
Sacro romano impero Impero romano
continentale Marittimo (Mediterraneo)
Potere disgregato nel sistema feudale Potere centrale forte
L’elemento unificatore è il Cristianesimo L’elemento unificatore è il diritto
Economia curtense e baratto Economia aperta, globale e monetaria
Meno esteso Più vasto
Sistema di controllo “debole” Burocrazia capillare
Istituzioni e società dell’impero carolingio
• Il governo centrale è costituito dal palatium, con sede
ad Aquisgrana, ma la sua corte di chierici e cavalieri è
itinerante
• L’organismo politico più importante è la cancelleria
che era retta da un chierico che compilava gli atti
legislativi, curava gli archivi di Stato e i rapporti col
clero.
• Il conte palatino, amministrava la giustizia in assenza
dell’Imperatore
• Il camerario amministrava il tesoro imperiale e le
entrate fiscali
• Carlo emanava leggi dette capitolari (perché divise in
capitoli)
La debolezza dell’Impero
carolingio
• I territori franchi non erano omogenei:
erano, infatti, frazionati in un centinaio
di territori più piccoli che non
obbedivano direttamente all’imperatore,
ma ciascuno al proprio signore
La famiglia franca è basata sul
potere sacro del capofamiglia
• La famiglia franca dipendeva da un
capofamiglia, il signore, che aveva un
potere di carattere sacro chiamato
“mundio”.
• Tutti gli altri, compresi i figli maschi,
erano i suoi servi (vassalli).
La famiglia franca è basata sul
potere sacro del capofamiglia
• I vassalli crescendo diventavano cavalieri
attraverso una cerimonia chiamata
investitura che si svolgeva in tre fasi:
• La prova: il re appoggiava una spada sulla
spalla del vassallo
• L ’ omaggio: il vassallo metteva le mani
giunte in quelle del re e si faceva “uomo di un
altro uomo”
• Il bacio: il re prometteva al vassallo la sua
eterna protezione. Chi contravveniva a
questo patto si macchiava di fellonìa ed era
detto fellone
La famiglia è una “unità di
combattimento”
• Il signore era indispensabile ai vassalli, ma i vassalli
erano indispensabili al signore perché insieme
formavano un’unità di combattimento il cui obiettivo
era la guerra oppure la razzìa
• La guerra si combatteva contro un nemico armato, la
razzìa era una spedizione contro popolazioni inermi,
quasi sempre contadine, ma lo scopo era lo stesso:
entrambe miravano non tanto alla conquista di un
territorio quanto a portarsi a casa un buon bottino, da
cui dipendeva il prestigio del capofamiglia
• I vassalli dovevano obbedire al signore che, per tenerli
legati a sé, era costretto a coprirli di doni: armi, stoffe,
La legge salica
• I Franchi regolavano le loro questioni
richiamandosi alle antichissime consuetudini
della Legge salica, la quale non faceva
neppure cenno alle prerogative di un re:
riusciva a comandare solo chi aveva molti
amici, era un grande guerriero e progettava
campagne militari contro territori dove c’era
molto da razziare. Il suo potere dipendeva dal
suo prestigio.
La faida
• Il furto era ritenuto più grave dell’omicidio;
infatti il derubato poteva subito vendicarsi
uccidendo il ladro, i cui parenti avrebbero poi
risposto con un’altra uccisione.
• Questo modo di agire era una vera e propria
piaga sociale, perché il fondamento del diritto
non era la legge, ma la faida che faceva
strage di guerrieri e indeboliva la consistenza
stessa degli eserciti.
Sulla famiglia franca, Carlo Magno costruisce il sistema feudale, il dovere
sacro di fornire al proprio signore una squadra di armati in cambio di
un’estensione di terra
La ferrea organizzazione familiare della società fornì a Carlo Magno lo
spunto per dare all’Impero una sua originale organizzazione politica.
Carlo Magno:
• si proclamò “sacro”
• entrava in possesso del ”mundio”
• nominò ogni capofamiglia suo “vassallo”
• consacrò questo legame con l ’ investitura che aveva lo scopo di
trasformare anche l’Impero in una grande “famiglia combattente”
• concedeva un “dono” ad ogni vassallo che consisteva in un vasto territorio
che i Franchi chiamavano “feudo”: per questo motivo l’organizzazione
politica carolingia è stata definita dagli storici contemporanei feudalesimo.
Il vassallo:
• si impegnava a obbedire alla chiamata alle armi dell’imperatore
• forniva all’Imperatore una squadra di cavalieri (da 10 a 50) proporzionata
alla potenza della sua famiglia e, quindi, alla vastità del suo feudo
• poteva investire di un feudo uno dei suoi guerrieri, che diventava
valvassore
Le novità organizzative
Divisione dell’Impero in Contee
e Marche. Conti e Marchesi
rappresentavano l’aristocrazia
Nuova monetazione d’argento che
sostituiva la moneta aurea ormai
introvabile
Missi Dominici inviati a coppie (1 era
un religioso) in giro per l’Impero a
fare controlli
Nascita del
feudalesimo
imperiale
Sulla non-ereditarietà dei feudi si
fonda la “piramide feudale del potere”
• Per proteggere il sistema feudale e per
rendere i nobili più deboli e più fedeli al re,
Carlo Magno decise che:
• i feudi non potevano passare di padre in figlio
perchè erano affidati dall ’ imperatore in
“custodia”e rinnovati solo ai meritevoli.
La piramide feudale del potere garantì
stabilità al suo regno
Le immunità ecclesiastiche
• Le chiese e i monasteri erano spesso oggetto di
lasciti di terreni o donazioni; in questo modo si
erano formati vasti latifondi ecclesiastici. I
sovrani corolingi cercarono di tutelare questo
patrimonio. Per questo monasteri, abbazie e
vescovadi ottennero “immunità” (privilegi) che li
esoneravano dal pagamento delle tasse e
dall’alienazione dei loro beni. Inoltre tali
istituzioni potevano godere della protezione da
parte dei feudatari dei feudi più vicini. Nelle
terre in suo possesso anche la Chiesa aveva le
sue rendite, ma non doveva nulla a Carlo.
MAPPA CONCETTUALE
RIASSUNTIVA
DELL’ORGANIZZAZIONE
DELL’IMPERO DI CARLO
L’economia del feudo si basa sul
sistema curtense
Carlo Magno si dedicò anche ad un’accurata riorganizzazione
economica della parte agricola dei feudi dando vita alla
cosiddetta:
• corte o azienda agricola, la parte produttiva del feudo che era
alla base della signoria rurale (sistema curtense); i contadini
producevano tutti i beni necessari a nutrire il signore e i guerrieri
La corte si divideva in 2 parti:
• il dominico, la parte a gestione diretta del feudatario che si
avvaleva del lavoro dei servi della gleba
• i mansi, i campi esterni al dominico su cui il signore esercitava
una gestione indiretta affidandoli ai massari (contadini liberi) in
cambio di un affitto costituito da prodotti agricoli e di altri
obblighi onerosi: la corvée e i diritti di banno
I massari sono costretti alla
corvée
• La corvée consisteva in 3 giorni a
settimana da dedicare al signore nel
dominico
• La corvée era l ’ obbligo più odiato
perché sottraeva il massaro al proprio
campo nella stagione in cui ce n’era
maggiore bisogno.
I diritti di “banno”
• I diritti di banno (dal germanico ban = signoria
assoluta) rendevano il signore padrone assoluto delle
sue terre e di tutto ciò che esse contenevano, uomini
compresi.
• I massari dovevano pagare al signore una tassa se
volevano utilizzare il forno, il mulino o il frantoio
• Il signore aveva diritto alla taglia: poteva recarsi nella
fattoria da lui affittata al massaro e requisire ciò che
preferiva (grano, vino, un maiale e persino un figlio o
una figlia)
L’autoconsumo o sussistenza
• Vuol dire consumare unicamente ciò che si riesce a
produrre da soli.
• Sostituisce l’economia basata sugli scambi quando,
per qualche motivo, si interrompono i commerci.
• Il sistema curtense fornì un lavoro a costo zero che
consentì all’economia dell’autoconsumo di
sopravvivere per ben cinque secoli.
La “rinascita carolingia”
• Carlo Magno, re analfabeta, costruì chiese,
edifici ed incoraggiò le scuole dei monasteri
• Tra le sue opere più meritorie vi fu quella di
imporre l’adozione di una calligrafia chiara,
rapida e uguale per tutti, la cosiddetta
“ minuscola carolina ” che permise
finalmente a chiunque di leggere i testi
manoscritti, prima spesso incomprensibili.
LA SCHOLA PALATINA
• La Scuola palatina o Schola palatina di Aquisgrana fu fondata da Carlo Magno nel
742 . Già vi erano scuole episcopali e parrocchiali nelle città e scuole monastiche
presso i monasteri. Tuttavia l’insegnamento non aveva basi sicure, perché allora solo
in Inghilterra esisteva un centro di studi che si valeva di una lunga tradizione
scolastica.
• Per effettuare il suo piano di riforma, Carlo Magno fece venire presso di sé, dall'
Inghilterra, Alcuino di York.
• Consigliato da lui, emanò i capitolari circa l’organizzazione delle scuole ed elaborò
un programma di studio che si diffuse in tutte le scuole, episcopali e claustrali, e
rimase invariato per tutto il Medio Evo,
• Il programma comprendeva le sette arti liberali, distinte in «trivio» (grammatica,
retorica, dialettica) e in «quadrivio» (aritmetica, geometria, astronomia, musica), a cui
poi si aggiunse la medicina.
• Completava la cultura nelle scuole superiori lo studio della teologia. Sotto la
direzione di Alcuino, fu costituito un centro di studi nel palazzo stesso dell’imperatore
ad Aquisgrana: la scuola palatina o scuola di palazzo, appunto. Accanto ad essa
esisteva una piccola accademia, dove il latino classico era la lingua preferita.
L’imperatore vi chiamava studiosi, letterati, uomini di cultura da ogni paese.
• Ben presto queste istituzioni divennero un cenacolo di intellettuali provenienti da ogni
parte dell'impero carolingio. Ad Alcuino si aggiusero, Eginardo e Paolo Diacono.
Rinascimento Carolingio
Minuscola carolina
Schola Palatina
Un’accademia cui
parteciparono gli
intellettuali del
periodo
Scuole in ogni vescovado
Progetto non
completato. Per la
diffusione della cultura
in tutto l’impero
Nuovo carattere molto +
chiaro da cui derivano I
nostri caratteri di stampa
Amanuensi
Salvò le opere
antiche dopo secoli di
distruzioni
Grande interesse per la cultura, dopo che per secoli era stata relegata
solo nei monasteri
www.polovalboite.it/d
La disgregazione dell’Impero
• 814: Muore Carlo Magno, gli succede il figlio:
Ludovico il Pio
(814-840)
Più dedito alla chiesa che
alle guerre
Ordinatio Imperii:
l’Impero diviso fra i suoi
3 figli
Pipino
Lotario
Ludovico
Al primogenito, contro la
consuetudine, va la maggior parte
dei territori e il titolo
Si aggiunge Carlo
il Calvo (figlio della
seconda moglie)
Seguono scontri,
l’Impero si
sgretola
Morte di Pipino e di suo
padre
Trattato di Verdun
(843)
L’Impero viene diviso in 3
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I figli di Ludovico il Pio si dividono l’Impero carolingio
Accordo di Verdun (843)

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  • 1. Carlo Magno il conquistatore (regnò per ben 46 anni dal 768 all’814, e solo due di essi trascorsero senza campagne militari) • Re dei Franchi • Re dei Longobardi • Imperatore del Sacro Romano Impero
  • 2. Storia dei Franchi • “Frank” significa “libero”: ancora oggi questo termine ha mantenuto lo stesso significato (per es. “porto franco” - porto “libero” da dogane) • Si impadronirono della Gallia, cacciarono i Visigoti e assoggettarono i Burgundi (Borgogna) • Si convertirono al cattolicesimo • Nel 496 fu battezzato il re franco Clodoveo e iniziò l’alleanza tra Francia moderna e Chiesa di Roma
  • 3. Il Regno di Siagrio:l'ultimo tentativo di mantenere un governo gallo-romano in Gallia • Siagrio, il generale romano che, in seguito al collasso dell'Impero Romano d'Occidente (476), creò un regno tra il regno dei Visigoti e i territori dei Franchi • Fu sconfitto nel 486 dal re franco Clodoveo
  • 4. I Merovingi (V - VI secolo) • La conversione di Clodoveo al cattolicesimo mise in luce la sua posizione agli occhi del papa e facilitò l'accettazione del dominio franco da parte della popolazione e del clero locale. • I Merovingi dividevano le terre tra i propri figli, e le frequenti divisioni, riunificazioni e ri-divisioni del territorio scatenavano spesso guerre tra le famiglie principali, generando una strutturale debolezza del potere centrale e favorendo l'ascesa, tra V e VI secolo, dell'aristocrazia.
  • 5. I “re fannulloni” (VII - VIII secolo) • Fra VII e VIII secolo, gli ultimi re merovingi (detti "re fannulloni") avevano ormai perduto ogni potere e il regno era governato di fatto dai potenti maestri di palazzo.
  • 6. Pipino di Herstal • Nel 687, Pipino di Herstal, maestro di palazzo d'Austrasia, riunificò le regioni franche • Suo figlio Carlo Martello fermò gli Arabi a Poitiers nel 732. Sant'Uberto di Liegi offre i suoi servizi a Pipino di Heristal
  • 7. Carlo Martello e la battaglia di Poitiers 732 • Carlo Martello, sconfisse gli Arabi nella battaglia di Poitiers, arrestando l’invasione islamica. Per la prima volta un cronista dell’epoca parla di “Europa” in anteposizione al mondo arabo • Gli succede il figlio Pipino il Breve
  • 8. L’Italia alla morte di Rotari, 652 L’Italia alla morte di Alboino, 572 I domini longobardi raggiunsero la loro massima estensione dopo le conquiste di Astolfo (752)
  • 9. Pipino il Breve fonda la dinastia carolingia e si fa consacrare dal papa (714 - 768) Padre del futuro imperatore Carlo Magno • Fu nominato, dal re legittimo, maestro di Palazzo • Usurpò, con un atto di violenza, il trono e si fece proclamare re, in accordo col papa Zaccaria • Nacque la dinastia carolingia, chiamata così in ricordo di Carlo Martello, il vincitore di Poitiers
  • 10. L’unzione papale: i re franchi diventano re-sacerdoti • Per legittimare l ’ usurpazione, Pipino si fece consacrare dal papa Stefano II, in cambio di una promessa di intervento contro i Longobardi di Astolfo, allo scopo di scacciarli dai territori bizantini che avevano occupato. • Attraverso l’unzione, il re diventava persona sacra e sacerdote: Pipino, “l’Unto del Signore”, è superiore a tutti gli altri sovrani della terra.
  • 11. Grazie a una donazione il pontefice diventa un papa- re • Pipino scese in Italia, sconfisse i Longobardi, ricacciandoli in Longobardia Maggiore con roccaforte Pavia. • Nel 756 donò al papa tutto il territorio ex bizantino da Roma a Ravenna • Le regioni donate al papa divennero il Patrimonio di San Pietro • Dopo la morte di Pipino e Astolfo, Desiderio, ultimo re dei Longobardi, tenta la carta della diplomazia dando in sposa le sue figlie “Ermengarda” (nome inventato dal Manzoni nella tragedia “Adelchi”) a Carlo, e Anselperga a Carlomanno. • Rimasto solo al potere dopo la morte del fratello primogenito Carlomanno, Carlo riprende la lotta contro i Longobardi, ripudiando la moglie longobarda che muore nel convento della sorella.
  • 12. Il Patrimonio di San Pietro
  • 13. Carlo Magno pone fine alla dominazione longobarda (774) • Desiderio, approfitta della morte di papa Stefano III per attaccare il Patrimonio di San Pietro arrivando fino a Roma. Inoltre spinge perché il nuovo papa Adriano I ungesse con l’olio santo i figli di Carlomanno per impedire a Carlo (secondogenito) di prendere il potere • Carlo Magno reagì e sconfisse i Longobardi alla Chiusa di San Michele (Torino); marciò poi su Pavia conquistandola nel 774. • Il 774 segnò la fine del Regno longobardo e del Ducato di Spoleto. • Carlo Magno si proclamò re del Regno d’Italia
  • 14. Le guerre Per Carlo fare guerre voleva dire espandere e diffondere il Cristianesimo che veniva imposto alle popolazioni sconfitte Motivi In realtà servirono ad allargare i confini e riprendevano un’antica usanza franca di fare annualmente una spedizione militare per rifornirsi di bottini pregiati
  • 15. In nome della fede, re Carlo si lancia contro tutti i pagani Carlo Magno decise di convertire al Cristianesimo i popoli confinanti non cristiani: • A Nord: i Sassoni (pagani), nelle foreste della Germania settentrionale • A Est: gli Avari (pagani), una tribù asiatica giunta in Europa con Attila • A Ovest: gli Arabi (musulmani), in Spagna
  • 16. La guerra contro i Sassoni: deportazioni e massacri Carlo Magno: • uccise 4000 ostaggi nemici per un’imboscata • ordinò le deportazioni in massa di tutta la popolazione rimasta • ripopolò quelle terre con coloni franchi Fu una guerra sanguinosa che durò oltre 30 anni. Alla fine i Sassoni si convertirono e si integrarono nel Regno carolingio
  • 17. Nella spedizione contro gli Arabi muore il paladino Orlando • La lotta contro gli Arabi non portò a vittorie decisive, ma rafforzò i confini con la creazione della Marca spagnola (una striscia di confine in mano ai franchi) • La guerra divenne famosa per l’agguato di Roncisvalle durante il quale morì il paladino Orlando • I paladini divennero i protagonisti di poemi famosi in lingua volgare francese, le “Chansons de geste”
  • 18. La guerra contro gli Avari: una vera e propria guerra di sterminio • Gli Avari scomparvero come popolo • Durante gli scontri, Carlo Magno trovò un tesoro accumulato da Attila che gli Avari avevano custodito • Questo tesoro fu diviso tra il re e i nobili franchi; il gesto legò più strettamente Carlo Magno ai suoi guerrieri e al clero cattolico
  • 19. Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano Impero • Grazie alle continue vittorie, nell’800 Carlo Magno divenne il re del più grande regno dell’Europa occidentale • Il giorno di Natale, papa Leone III lo nominò Imperatore del Sacro Romano Impero. Il potere imperiale da questo momento dovrà essere sempre legittimato dal Papa. • L‘Imperatore e il Papa, con questo gesto, vollero sminuire il prestigio dell’imperatore bizantino, che almeno formalmente, dai tempi di Giustiniano, possedeva anche l’Occidente. Tra l’altro in quel momento sul trono c’era una donna, Irene che aveva fatto accecare il suo stesso figlio, coreggente, per governare da sola e per questo non godeva di grande prestigio fra l’opinione pubblica. Irene tentò anche di concludere un matrimonio con Carlo, progetto che poi naufragò
  • 20. PRINCIPALI DIFFERENZE TRA SACRO-ROMANO IMPERO E IMPERO ROMANO Sacro romano impero Impero romano continentale Marittimo (Mediterraneo) Potere disgregato nel sistema feudale Potere centrale forte L’elemento unificatore è il Cristianesimo L’elemento unificatore è il diritto Economia curtense e baratto Economia aperta, globale e monetaria Meno esteso Più vasto Sistema di controllo “debole” Burocrazia capillare
  • 21. Istituzioni e società dell’impero carolingio • Il governo centrale è costituito dal palatium, con sede ad Aquisgrana, ma la sua corte di chierici e cavalieri è itinerante • L’organismo politico più importante è la cancelleria che era retta da un chierico che compilava gli atti legislativi, curava gli archivi di Stato e i rapporti col clero. • Il conte palatino, amministrava la giustizia in assenza dell’Imperatore • Il camerario amministrava il tesoro imperiale e le entrate fiscali • Carlo emanava leggi dette capitolari (perché divise in capitoli)
  • 22. La debolezza dell’Impero carolingio • I territori franchi non erano omogenei: erano, infatti, frazionati in un centinaio di territori più piccoli che non obbedivano direttamente all’imperatore, ma ciascuno al proprio signore
  • 23. La famiglia franca è basata sul potere sacro del capofamiglia • La famiglia franca dipendeva da un capofamiglia, il signore, che aveva un potere di carattere sacro chiamato “mundio”. • Tutti gli altri, compresi i figli maschi, erano i suoi servi (vassalli).
  • 24. La famiglia franca è basata sul potere sacro del capofamiglia • I vassalli crescendo diventavano cavalieri attraverso una cerimonia chiamata investitura che si svolgeva in tre fasi: • La prova: il re appoggiava una spada sulla spalla del vassallo • L ’ omaggio: il vassallo metteva le mani giunte in quelle del re e si faceva “uomo di un altro uomo” • Il bacio: il re prometteva al vassallo la sua eterna protezione. Chi contravveniva a questo patto si macchiava di fellonìa ed era detto fellone
  • 25. La famiglia è una “unità di combattimento” • Il signore era indispensabile ai vassalli, ma i vassalli erano indispensabili al signore perché insieme formavano un’unità di combattimento il cui obiettivo era la guerra oppure la razzìa • La guerra si combatteva contro un nemico armato, la razzìa era una spedizione contro popolazioni inermi, quasi sempre contadine, ma lo scopo era lo stesso: entrambe miravano non tanto alla conquista di un territorio quanto a portarsi a casa un buon bottino, da cui dipendeva il prestigio del capofamiglia • I vassalli dovevano obbedire al signore che, per tenerli legati a sé, era costretto a coprirli di doni: armi, stoffe,
  • 26. La legge salica • I Franchi regolavano le loro questioni richiamandosi alle antichissime consuetudini della Legge salica, la quale non faceva neppure cenno alle prerogative di un re: riusciva a comandare solo chi aveva molti amici, era un grande guerriero e progettava campagne militari contro territori dove c’era molto da razziare. Il suo potere dipendeva dal suo prestigio.
  • 27. La faida • Il furto era ritenuto più grave dell’omicidio; infatti il derubato poteva subito vendicarsi uccidendo il ladro, i cui parenti avrebbero poi risposto con un’altra uccisione. • Questo modo di agire era una vera e propria piaga sociale, perché il fondamento del diritto non era la legge, ma la faida che faceva strage di guerrieri e indeboliva la consistenza stessa degli eserciti.
  • 28. Sulla famiglia franca, Carlo Magno costruisce il sistema feudale, il dovere sacro di fornire al proprio signore una squadra di armati in cambio di un’estensione di terra La ferrea organizzazione familiare della società fornì a Carlo Magno lo spunto per dare all’Impero una sua originale organizzazione politica. Carlo Magno: • si proclamò “sacro” • entrava in possesso del ”mundio” • nominò ogni capofamiglia suo “vassallo” • consacrò questo legame con l ’ investitura che aveva lo scopo di trasformare anche l’Impero in una grande “famiglia combattente” • concedeva un “dono” ad ogni vassallo che consisteva in un vasto territorio che i Franchi chiamavano “feudo”: per questo motivo l’organizzazione politica carolingia è stata definita dagli storici contemporanei feudalesimo. Il vassallo: • si impegnava a obbedire alla chiamata alle armi dell’imperatore • forniva all’Imperatore una squadra di cavalieri (da 10 a 50) proporzionata alla potenza della sua famiglia e, quindi, alla vastità del suo feudo • poteva investire di un feudo uno dei suoi guerrieri, che diventava valvassore
  • 29. Le novità organizzative Divisione dell’Impero in Contee e Marche. Conti e Marchesi rappresentavano l’aristocrazia Nuova monetazione d’argento che sostituiva la moneta aurea ormai introvabile Missi Dominici inviati a coppie (1 era un religioso) in giro per l’Impero a fare controlli Nascita del feudalesimo imperiale
  • 30. Sulla non-ereditarietà dei feudi si fonda la “piramide feudale del potere” • Per proteggere il sistema feudale e per rendere i nobili più deboli e più fedeli al re, Carlo Magno decise che: • i feudi non potevano passare di padre in figlio perchè erano affidati dall ’ imperatore in “custodia”e rinnovati solo ai meritevoli. La piramide feudale del potere garantì stabilità al suo regno
  • 31. Le immunità ecclesiastiche • Le chiese e i monasteri erano spesso oggetto di lasciti di terreni o donazioni; in questo modo si erano formati vasti latifondi ecclesiastici. I sovrani corolingi cercarono di tutelare questo patrimonio. Per questo monasteri, abbazie e vescovadi ottennero “immunità” (privilegi) che li esoneravano dal pagamento delle tasse e dall’alienazione dei loro beni. Inoltre tali istituzioni potevano godere della protezione da parte dei feudatari dei feudi più vicini. Nelle terre in suo possesso anche la Chiesa aveva le sue rendite, ma non doveva nulla a Carlo.
  • 33. L’economia del feudo si basa sul sistema curtense Carlo Magno si dedicò anche ad un’accurata riorganizzazione economica della parte agricola dei feudi dando vita alla cosiddetta: • corte o azienda agricola, la parte produttiva del feudo che era alla base della signoria rurale (sistema curtense); i contadini producevano tutti i beni necessari a nutrire il signore e i guerrieri La corte si divideva in 2 parti: • il dominico, la parte a gestione diretta del feudatario che si avvaleva del lavoro dei servi della gleba • i mansi, i campi esterni al dominico su cui il signore esercitava una gestione indiretta affidandoli ai massari (contadini liberi) in cambio di un affitto costituito da prodotti agricoli e di altri obblighi onerosi: la corvée e i diritti di banno
  • 34. I massari sono costretti alla corvée • La corvée consisteva in 3 giorni a settimana da dedicare al signore nel dominico • La corvée era l ’ obbligo più odiato perché sottraeva il massaro al proprio campo nella stagione in cui ce n’era maggiore bisogno.
  • 35. I diritti di “banno” • I diritti di banno (dal germanico ban = signoria assoluta) rendevano il signore padrone assoluto delle sue terre e di tutto ciò che esse contenevano, uomini compresi. • I massari dovevano pagare al signore una tassa se volevano utilizzare il forno, il mulino o il frantoio • Il signore aveva diritto alla taglia: poteva recarsi nella fattoria da lui affittata al massaro e requisire ciò che preferiva (grano, vino, un maiale e persino un figlio o una figlia)
  • 36. L’autoconsumo o sussistenza • Vuol dire consumare unicamente ciò che si riesce a produrre da soli. • Sostituisce l’economia basata sugli scambi quando, per qualche motivo, si interrompono i commerci. • Il sistema curtense fornì un lavoro a costo zero che consentì all’economia dell’autoconsumo di sopravvivere per ben cinque secoli.
  • 37. La “rinascita carolingia” • Carlo Magno, re analfabeta, costruì chiese, edifici ed incoraggiò le scuole dei monasteri • Tra le sue opere più meritorie vi fu quella di imporre l’adozione di una calligrafia chiara, rapida e uguale per tutti, la cosiddetta “ minuscola carolina ” che permise finalmente a chiunque di leggere i testi manoscritti, prima spesso incomprensibili.
  • 38. LA SCHOLA PALATINA • La Scuola palatina o Schola palatina di Aquisgrana fu fondata da Carlo Magno nel 742 . Già vi erano scuole episcopali e parrocchiali nelle città e scuole monastiche presso i monasteri. Tuttavia l’insegnamento non aveva basi sicure, perché allora solo in Inghilterra esisteva un centro di studi che si valeva di una lunga tradizione scolastica. • Per effettuare il suo piano di riforma, Carlo Magno fece venire presso di sé, dall' Inghilterra, Alcuino di York. • Consigliato da lui, emanò i capitolari circa l’organizzazione delle scuole ed elaborò un programma di studio che si diffuse in tutte le scuole, episcopali e claustrali, e rimase invariato per tutto il Medio Evo, • Il programma comprendeva le sette arti liberali, distinte in «trivio» (grammatica, retorica, dialettica) e in «quadrivio» (aritmetica, geometria, astronomia, musica), a cui poi si aggiunse la medicina. • Completava la cultura nelle scuole superiori lo studio della teologia. Sotto la direzione di Alcuino, fu costituito un centro di studi nel palazzo stesso dell’imperatore ad Aquisgrana: la scuola palatina o scuola di palazzo, appunto. Accanto ad essa esisteva una piccola accademia, dove il latino classico era la lingua preferita. L’imperatore vi chiamava studiosi, letterati, uomini di cultura da ogni paese. • Ben presto queste istituzioni divennero un cenacolo di intellettuali provenienti da ogni parte dell'impero carolingio. Ad Alcuino si aggiusero, Eginardo e Paolo Diacono.
  • 39. Rinascimento Carolingio Minuscola carolina Schola Palatina Un’accademia cui parteciparono gli intellettuali del periodo Scuole in ogni vescovado Progetto non completato. Per la diffusione della cultura in tutto l’impero Nuovo carattere molto + chiaro da cui derivano I nostri caratteri di stampa Amanuensi Salvò le opere antiche dopo secoli di distruzioni Grande interesse per la cultura, dopo che per secoli era stata relegata solo nei monasteri
  • 40. www.polovalboite.it/d La disgregazione dell’Impero • 814: Muore Carlo Magno, gli succede il figlio: Ludovico il Pio (814-840) Più dedito alla chiesa che alle guerre Ordinatio Imperii: l’Impero diviso fra i suoi 3 figli Pipino Lotario Ludovico Al primogenito, contro la consuetudine, va la maggior parte dei territori e il titolo Si aggiunge Carlo il Calvo (figlio della seconda moglie) Seguono scontri, l’Impero si sgretola Morte di Pipino e di suo padre Trattato di Verdun (843) L’Impero viene diviso in 3 parti
  • 41. I figli di Ludovico il Pio si dividono l’Impero carolingio Accordo di Verdun (843)