Azione per farci trovare la felicità piena

1. L’AZIONE DI GESÙ PER FARCI TROVARE LA FELICITÀ PIENA
Sappiamo che l’insegnamento più celestiale di Gesù è quello dell’Amore per Dio, per le
creature e anche per i nemici. Questa è addirittura la sintesi del Pentateuco e dei libri dei Profeti 1
. Ma anche l’insegnamento della carità, che è figlia dell’amore, è di divino livello. Il Messia lo
esplicita nella parabola del Samaritano misericordioso 2
.
Nessun uomo ha potuto dire qualcosa di più sul tema della carità, neanche lo stigmatizzato
San Paolo che scrisse l’Inno della Carità 3
. Infatti San Paolo stesso disse che era il Cristo a
parlare in lui. E per me fu proprio lo Spirito di Gesù ad ispirargli l’Inno della carità. A questo inno
rimando per una migliore comprensione della Carità/Amore.
Tuttavia il Magistero del Messia non si fermò qui; infatti il Signore fece l’elenco sintetico
delle cose da fare per essere misericordiosi ovvero caritatevoli; ce lo riferisce l’Evangelista Matteo
facendoci sapere che il Signore Gesù disse :
1) “Venite voi che siete i benedetti dal Padre mio, entrate nel Regno che è stato preparato per
voi sin dalla creazione del mondo, perché
 ebbi fame e mi deste da mangiare;
 ebbi sete e mi deste da bere;
 fui pellegrino e mi ospitaste;
 nudo e mi vestiste;
 malato e mi visitaste;
 carcerato e veniste a trovarmi”
Allora i giusti della Terra ( e quindi non soltanto Cristiani, ma gli uomini di ogni religione inclusi gli
atei) Gli chiederanno: quando mai Ti abbiamo fatto tutto ciò? Il Cristo risponderà loro sempre così:
“In verità vi dico ogni volta che voi avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più
piccoli l’avete fatto a me”. 4
1
Matteo 22, 34-40
2
Luca 10, 30-37
3
Paolo 1 Corinzi 13 e Romani 13, 8-10
4
Matteo 25, 31-46
1

2. Al dottore della legge - che voleva mettere il Signore Gesù alla prova - e che gli chiedeva
qual’era il più grande comandamento della Legge Gesù rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con
tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei
comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.” Da questi
due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti 5
“.
In tal modo il Cristo citò due separati Comandamenti del Pentateuco che sono stati definiti i
Comandamenti dell’amore:
a. Levitico 19,18: << Ciascuno di voi deve amare il suo prossimo come se stesso. Io
sono il Signore >>.
b. Deuteronomio 6, 4-9: << Ascolta Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è
uno solo ! Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e
con tutte le tue forze. Le parole di questo comandamento, che oggi ti do, restino
nel tuo cuore: le ripeterai ai tuoi figli, le dirai quando ti corichi e quando ti alzi. Le
legherai come un segno sulla tua mano e le porterai come un pendaglio davanti
agli occhi. Le scriverai sugli stipiti della tua casa e all’ingresso delle città. >>.
Un altro dottore della legge, volle mettere alla prova Gesù e per farlo gli domandò: “
Maestro che devo fare per ereditare la vita eterna ? Gesù gli disse: << Che cosa sta scritto nella
Legge ? Che cosa vi leggi ? >>. Costui rispose: << Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima , con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te
stesso >>. E Gesù: << Hai risposto bene; fa questo e vivrai >>. Ma il dottore della legge “ volendo
giustificarsi “, dopo aver citato semplificandoli i comandamenti sopra trascritti del Levitico e del
Deuteronomio pose al Signore un’altra domanda: << E chi è il mio prossimo ? >>.
Espongo così la risposta del Messia al dottore della legge: Un uomo comune incappò nei
briganti che lo lasciarono mezzo morto per strada. Da lì passarono un sacerdote e un levita, ma
nessuno dei due lo aiutò. Invece, un samaritano, ovvero uno straniero, un idolatra, come vide il
ferito ne ebbe compassione, lo curò, lo portò in una locanda e continuò a curarlo. Dopodiché dette
un anticipo all’albergatore affinché continuasse a prendersi cura di lui promettendogli di rifondergli
quanto avrebbe speso in più per lui al suo ritorno. Dopodiché il Cristo chiese al dottore della
5
Matteo 22, 34 - 40
2

3. Legge: << Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti? >>.
Quegli rispose: << Chi ha avuto compassione di lui >>. Gesù gli disse: << Và e anche tu fai lo
stesso >> 6
.
Ne deriva che la Carità soltanto è sufficiente per entrare nel Regno dei Cieli; ovvero la
Carità - nelle sue multiformi possibilità di manifestarsi nella vita quotidiana degli esseri umani – è il
passaporto per il Regno dei Cieli e che, perciò, il praticarla dona la felicità.
Sappiamo che molte risposte del Signore Gesù sono fondate sulla Carità perché la Carità è
parte dell’Amore universale. La Carità non si manifesta dopo aver guardato la nazionalità, la
religione, il ceto, il censo, il sesso o altre distinzioni naturali o umane, bensì opera naturalmente e
senza condizione alcuna. Ad un mistico è stato detto che la Carità è automatica. Ne deriva che
laddove c’è bisogno di aiuto la Carità interviene immediatamente. La Carità è una virtù propria di
coloro che amano ed è, allo stesso tempo, un dono ma è anche una conquista dell’uomo
spiritualmente maturato alla scuola della vita, che è la scuola del Dio dell’Amore sulla Terra e nei
Cieli. Di questa molteplice scuola è particolarmente efficace quella sulla Terra 7
, così come disse
il Cristo al Suo scrivano viennese nel XIX ° secolo 8
.
Nel discorso della montagna sulle Beatitudini, tanto rivoluzionario quanto celebre, il Messia
capovolse la gerarchia dei valori umana dicendoci implicitamente, che al Regno dei Cieli si
perviene se si rientra nelle categorie evangeliche del discorso sulle Beatitudini; chi non ci rientra
accede ugualmente al Regno dei Cieli se è caritatevole su questa Terra, ovvero qui e mentre ci si
vive 9
.
Gli umili sono stati messi al primo posto nella categoria dei beati perché l’umiltà è tenuta in
gran conto nel Regno dei Cieli. Se ne può dedurre che sulla Terra ci sono molti più giusti e santi di
quanti pensiamo, perché le persone semplici ed umili non sono una rarità.
Lo Spirito Santo è la personificazione dell’umiltà. Ciascuno lo può constatare: è il datore dei
doni, ma lo fa in perfetto silenzio e con discrezione assoluta. Mi dispiace constatare che lo Spirito
6
Luca 10, 25-37
7
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 170 e ss, Armenia
8
Jakob Lorber, Il Signore parla, pagina 185, Armenia
9
Matteo 25, 31-45 e Luca 10, 25-37
3

4. di Dio è il grande dimenticato dell’era moderna da parte della maggioranza dei viventi, considerate
anche le masse umane dell’Oriente.
Le altre categorie di persone che raggruppano coloro che sono beati qui e ora, sono:
 gli afflitti, cioè chi è addolorato o tormentato, perché saranno consolati ; anche gli afflitti sono
tanti su questa terra;
 i miti, perché erediteranno la terra;
 coloro che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati;
 i misericordiosi, perché troveranno misericordia (si veda la parabola del buon samaritano);
 i puri di cuore, perché Dio si mostrerà a loro. La Purezza, infatti, è una condizione
indispensabile per far parte del Regno di Dio;
 gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio; questo perché nei Cieli la pace
regna sovrana. Si è figli di Dio, dunque, se siamo persone pacifiche e predichiamo la pace;
 i perseguitati per causa della giustizia perché di essi è il Regno dei Cieli
 l’ultima categoria di beati è nuova ed è sorta dopo l’Avvento del Cristo: sono coloro che
verranno insultati e perseguitati per essere diventati Suoi discepoli. Gesù ci dice: voi qui e ora
rallegratevi ed esultate “perché grande è la vostra ricompensa nel Regno dei Cieli”. Così
infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
Già in questa Terra quindi tutte queste categorie di persone troveranno la felicità perché
sapranno vivere la loro condizione/situazione umana senza protestare accettando la vita così
come si presenta loro e diventando discepoli del Signore Gesù.
All’ultima frase del discorso della montagna non si dà, generalmente, l’importanza che merita,
ma è molto significativa: mentre i Profeti erano gli inviati di Dio Padre, i nuovi Profeti sono gli
inviati del Figlio di Dio, Uno con il Padre e la Madre Spirito Santo nell’unità della SS. ma Trinità,
Padre, Figlio e Madre e Spirito Santo ( Tre manifestazioni dell’unico Dio, che ci è Padre-Madre-
Dio 10
). Ognuna di esse è stata fatta perché il Signore Dio ha voluto rendersi visibile agli uomini.
Gesù disse ancora che erano già beati, cioè pienamente felici, i Suoi discepoli di duemila
anni fa in Palestina perché avevano avuto la possibilità di stare con Lui, vedere i Suoi miracoli e
10
Eileen Caddy, La Voce di Dio a Findhorn, pagine 103-104, Mediterranee ; Cerchio Firenze 77, Dizionario del
Cerchio, pagina 71-72, Mediterranee
4

5. udire le Sue parole. 11
Disse questo proprio per sottolineare che il Regno dei Cieli era già
arrivato in terra con Lui perché aveva la Parola 12
e la potenza 13
di Dio.
La beatitudine è sinonimo di felicità e di gioia ( si veda l’azione per insegnarci i veri valori
della vita ).
Con l’azione delle Beatitudini il Signore Gesù ci insegna come e dove si trova la felicità
piena o la gioia 14
già su questa Terra, nonché quali sono i veri valori della vita se si è diventati
discepoli del Cristo.
11
Luca 10, 23-24 e Matteo 13, 16-17
12
Giovanni, prologo 1 ; Il Corano, trad. L. Bonelli, sura III 40, U. Hoepli
13
Il Cristo con i miracoli dava la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, faceva camminare gli storpi, guariva i lebbrosi,
risuscitava i morti e ai poveri insegnava la Buona Novella, cioè il Vangelo; si veda Matteo 11, 2 - 6
14
Si legga l’Azione per conoscere il Regno di Dio o dei Cieli
5