LA PREGHIERA RITUALE, I SUOI PILASTRI E AZIONI SECONDO LA SCUOLA HANBALITA
1. LA PREGHIERA RITUALE,
I SUOI PILASTRI E AZIONI
SECONDO LA SCUOLA
HANBALITA
Muwaffaq ad-Dīn
Ibn Qudāmah al-Maqdisī
(rahimahullāh)
Estratto da “Umdat al-Fiqh”
Traduzione e adattamento a cura di Muhammad Nur al Haqq
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Quando il fedele è pronto per eseguire la preghiera
rituale, dovrebbe dire:
أكبر هللا
Allāhu Akbar
(Iddio è Grande)
Chi guida la preghiera deve pronunciare questo e ogni
altro takbīr (dire ‘Allāhu Akbar’) ad alta voce, in modo
che ciò possa essere udito da quelli dietro di lui.
Quando pronuncia il takbīr iniziale, il fedele deve alzare
le sue mani al livello delle spalle o dei lobi delle
orecchie. Deve poi mettere le mani al di sopra del suo
ombelico, fissare lo sguardo sul luogo della
prosternazione, e dire:
غيرك إله وال جدك وتعالى اسمك وتبارك وبحمدك اللهم سبحانك
Gloria a Te, O Allāh, e lode. Benedetto è il Tuo
nome, ed esaltata la Tua Maestà.
Non c’è dio all’infuori di Te.
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Poi dovrebbe dire:
الرجيم الشيطان من باهلل أعوذ
Mi rifugio in Allāh da shaytān il maledetto.
Poi dovrebbe dire:
بسمالرحيم الرحمن هللا
In Nome di Allāh, il Compassionevole,
il Misericordioso.
Non dovrebbe pronunciare niente di tutto questo ad
alta voce, a causa del detto di Anas:
وعمر بكر وأبي وسلم عليه هللا صلى النبي خلف صليتأحدا أسمع فلم وعثمان
الرحيم الرحمن هللا ببسم يجهر منهم
“Ho pregato dietro il Profeta , Abū Bakr, ‘Umar e
Uthmān, e non ho sentito nessuno di loro pronunciare
ad alta voce la basmala (‘Nel nome di Allāh’).”
Poi, egli deve recitare il capitolo aprente del Qur’ān
(Sūrat Al-Fātiĥah). Nessuna preghiera rituale è valida
per chi non riesce a recitarla, ad eccezione di uno che
segue chi la guida, perché la recitazione di chi la guida è
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una recitazione anche per suo conto. E’ raccomandato
per lui recitarla durante il momento di silenzio di chi
guida la preghiera, e quando la sua voce non è udibile.
Poi, egli dovrebbe recitare un altro capitolo. Nella
preghiera del mattino, dovrebbe scegliere tra i lunghi
capitoli della sezione finale del Qur’ān; nella preghiera
del tramonto, tra quelli brevi; e nelle altre preghiere, tra
quelli di media lunghezza. Chi guida la preghiera
dovrebbe recitare ad alta voce nella preghiera del
mattino, e nei primi due cicli della preghiera del
tramonto e della sera, ma negli altri casi la sua
recitazione non deve essere udibile.
Poi egli dovrebbe pronunciare il takbīr mentre solleva le
sue mani come le ha sollevate la prima volta, quindi
assumere il rukū’ (in posizione chinata), mettendo le
mani sulle ginocchia, allargando le dita, allungando la
schiena e volgendo la sua testa di fronte a sé.
Mantenendo questa posizione, deve dire tre volte:
العظيم ربي سبحان
Gloria al mio Signore, l’Onnipotente.
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Deve quindi alzare la testa e le mani come prima,
dicendo:
هللا سمعحمده لمن
Allāh ascolta e accetta le lodi di chi Lo loda.
Poi, in piedi in posizione eretta, dovrebbe dire:
شيء من شئت ما وملء األرض وملء السموات ملء الحمد لك ربنا
Nostro Signore, a Te la lode, sufficiente a
colmare i cieli e la terra, e sufficiente a colmare
qualunque cosa oltre ad esse, come Tu vuoi.
Il seguace deve limitarsi all’espressione:
الحمد لك ربنا
Nostro Signore, a Te la lode.
Dopo, egli deve pronunciare il takbīr senza alzare le sue
mani, e cadere a terra in prosternazione. La prima parte
del suo corpo a toccare il suolo dovrebbero essere le sue
ginocchia, poi i palmi delle sue mani, poi la sua fronte e
il suo naso. Dovrebbe tenere le braccia lontane dai suoi
fianchi e il suo stomaco lontano dalle sue cosce.
Dovrebbe mettere le sue mani di fronte alle sue spalle, e
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stare in punta di piedi. Mantenendo questa posizione,
dovrebbe dire:
األعلى ربي سبحان
Gloria al mio Signore, l’Altissimo.
Egli deve poi alzare la testa mentre pronuncia il takbīr,
e sedersi con il piede sinistro steso orizzontalmente,
mentre pone la gamba destra in modo che il piede
destro si trovi in una posizione perpendicolare, con il
tallone sollevato, e in modo che le dita dei piedi puntino
verso la direzione della preghiera. Seduto in questa
posizione, dovrebbe dire:
لي اغفر ربي
Mio Signore, perdonami.
In seguito, egli deve compiere l’atto della
prosternazione una seconda volta, nello stesso modo
come la prima. Poi deve alzare la testa da terra, mentre
pronuncia il takbīr, stare in una posizione eretta, e
procedere eseguendo la seconda rak’ah (ciclo) della
preghiera nello stesso modo della prima. Non appena
ha completato i due cicli, egli deve sedersi con i suoi
piedi distesi orizzontalmente per eseguire il tashahhud
7. 6
(testimonianza). Dovrebbe mettere la sua mano sinistra
sulla coscia sinistra, e la sua mano destra sulla coscia
destra, tenere il mignolo e l’anulare nella presa della sua
mano, unire il pollice e il medio in modo da formare un
cerchio, e puntare più volte con il dito indice, dicendo:
وبركاته هللا ورحمة النبي أيها عليك السالم والطيبات والصلوات هلل التحيات
محمدا أن وأشهد هللا إال هللا ال أن اشهد الصالحين هللا عباد وعلى علينا السالم
ورسوله عبده
I saluti, le preghiere e le buone azioni sono
dovute ad Allāh. La pace sia su di te, O Profeta,
e la misericordia di Allāh e le Sue benedizioni.
La pace sia su di noi e sui servi virtuosi di
Allāh. Testimonio che non c’è altro dio
all’infuori di Allāh, e testimonio che
Muhammad è il Suo servo e Messaggero.
Questa è la versione più autentica della testimonianza
riportata sull’autorità del Profeta .
Poi, egli dovrebbe dire:
إنك إبراهيم وآل إبراهيم على صليت كما محمد آل وعلى محمد على صل اللهم
وآل إبراهيم على باركت كما محمد آل وعلى محمد على وبارك مجيد حميد
مجيد حميد إنك إبراهيم
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O Allāh, concedi la grazia su Muhammad e
sulla famiglia di Muhammad come hai
concesso la grazia a ‘Ibrāhīm e alla famiglia di
‘Ibrāhīm. O Allāh, benedici Muhammad e la
famiglia di Muhammad, come hai benedetto
‘Ibrāhīm e la famiglia di ‘Ibrāhīm. Certamente,
Tu meriti lode ed esaltazione.
E’ anche raccomandato per lui cercare rifugio dal
tormento della tomba e da quello dell’Inferno, dal male
della vita e da quello della morte, e dal male di al-Masīh
al-Dajjāl (il falso Messia). Egli deve quindi pronunciare
la taslima (saluto di pace), in primo luogo alla sua
destra e poi a sinistra, dicendo:
هللا ورحمة عليكم السالم
La pace sia su di voi, e la misericordia di Allāh.
Se la preghiera rituale consiste in più di due cicli, egli
deve alzarsi dopo la prima testimonianza nella stessa
maniera del suo alzarsi dalla prosternazione. Deve
quindi eseguire i cicli rimanenti senza recitarvi nulla
dopo Sūrat Al-Fātiĥah.
Quando egli si siede per la testimonianza finale,
dovrebbe adottare la posizione chiamata tawarruk,
mettendo la sua gamba destra in modo che il suo piede
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destro si trovi in una posizione perpendicolare,
distendendo il suo piede sinistro orizzontalmente e far
si che entrambi i piedi sporgano dal suo lato destro.
Dovrebbe adottare questa posizione solo in una
preghiera che include due testimonianze, e solo
nell’ultima delle due. Non appena ha pronunciato il
saluto di pace, dovrebbe chiedere perdono per tre volte,
e dire:
َذ َتْكَارَبَت ُمَالَّسال َكْنِم َو ُمَالَّالس َتْنَأ َّمُهَّلالِامَرْكِإلا َو ِلَالَجْلا ا
O Allāh, Tu sei la pace, e da Te viene la pace,
Benedetto sei Tu, o Signore della Maestà e
dell’Onore.
[Sahīh Muslim, Libro 4, n. 1227]
In sintesi, i pilastri fondamentali della preghiera sono
dodici:
1. Stare in posizione eretta, a condizione di esserne in
grado.
2. L’affermazione consacratoria della grandezza di Allāh
(takbīr).
3. La recitazione della Sūrat Al-Fātiĥah.
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4. L’inchino (rukū’).
5. Alzarsi dall’inchino.
6. La prosternazione (sujūd).
7. Tornare seduti dalla prosternazione.
8. Calma composta nello svolgimento di questi pilastri.
9. La testimonianza finale (tashahhud).
10. Stare seduti durante la testimonianza.
11. Il saluto di pace (taslima).
12. La loro esecuzione nella maniera che abbiamo
descritto sopra.
La preghiera rituale non è completa senza questi pilastri
essenziali.
I suoi elementi necessari (wājibat) sono sette:
1. L’affermazione della grandezza di Allāh (takbīr).
2. La glorificazione del Signore (tasbīh) ogni volta che si
adotta la posizione dell’inchino e della prosternazione.
3. Il riconoscimento che Allāh ascolta (tasmī’) ed è
degno di lode (tahmīd).
4. Chiedere perdono ad Allāh tra le due prosternazioni.
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5. La prima testimonianza (tashahhud).
6. Stare seduti durante la prima testimonianza.
7. L’invocazione delle benedizioni sul Profeta durante
la testimonianza finale.
Se questi elementi necessari sono omessi con intento
deliberato, la preghiera rituale del fedele è nulla. Se egli
ne omette uno a causa dell’avere una mente assente,
deve compiere una prosternazione per compensare la
sua omissione. Altri elementi della preghiera sono
pratiche abituali (sunan), così la preghiera rituale non è
annullata dalla loro deliberata omissione, e la loro
omissione causata dall’avere una mente assente non
richiede il ricorso alla prostrazione.
E il successo viene da Allāh, e Allāh ne sa di più.
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APPENDICE:
L’abluzione rituale
L’abluzione rituale non è valida, né lo è qualsiasi atto di
culto, senza che chi la pratica non la inizi formulando
l’intenzione di compierla, a causa del detto del
Messaggero di Allāh :
اَمَّنِإالَمْعَاأل،ِتَّايِّنالِباَمَّنِإ َوِّلِكلئِْرمااَمى َوَن
“Le azioni valgono secondo le intenzioni, e ogni
persona avrà per ciò che intendeva.”
[Sahīh al-Bukhārī, Libro 1, n. 1]
Dopo aver formulato quest’intenzione, egli dovrebbe
procedere come segue:
1. Dovrebbe dire, “In Nome di Allāh”;
2. Dovrebbe lavare i palmi delle sue mani tre volte;
3. Dovrebbe sciacquare la sua bocca e le narici con
l’acqua, utilizzando una o tre palline d’acqua;
4. Dovrebbe lavarsi la faccia per tre volte, per lungo dal
punto in cui i capelli crescono sulla testa fino alla curva
delle mascelle, e per lungo da un orecchio all’altro;
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5. Dovrebbe far scorrere le dita bagnate attraverso la
sua barba se fitta, ma se è soltanto corta, è obbligato a
lavarla;
6. Dovrebbe lavarsi le mani e gli avambracci fino ai
gomiti, tre volte, e immergerli nella bacinella;
7. Dovrebbe frizionare la sua testa, incluse entrambe le
orecchie; dovrebbe iniziare posando le sue mani sulla
fronte, quindi passarle sulla nuca del suo collo, e poi
riportarle alla fronte.
8. Dovrebbe lavare i suoi piedi fino alle caviglie, tre
volte, e immergerli in una bacinella, e dovrebbe anche
passare con le dita bagnate tra i suoi piedi.
9. Dovrebbe volgere lo sguardo verso il cielo e dire:
أشهدأنالإلهإالهللاوحدهالشريكلهوأشهدأنمحمداعبدهورسوله
Testimonio che non c’è altro dio all’infuori di
Allāh, senza associati, e testimonio che
Muhammad è il Suo servo e Messaggero.
Tra gli elementi di cui sopra, i seguenti sono
strettamente obbligatori (wājib):
1. L’intenzione;
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2. Lavare una volta in ogni caso, tranne i palmi delle
mani;
3. Frizionare l’intera testa;
4. Eseguire l’abluzione nella corretta sequenza, come
abbiamo descritto;
5. Il lavaggio di un arto del corpo non deve essere
ritardato fino a che quello prima si asciuga.
I seguenti elementi fanno parte della tradizione
profetica (sunnah):
1. Invocare il Nome di Allāh;
2. Abbondare nel risciacquo della bocca e delle narici,
tranne il caso di una persona che sta digiunando;
3. Passare le dita attraverso la barba e tra le dita delle
mani e dei piedi;
4. Strofinare le orecchie;
5. Lavare le parti sul lato destro prima di quello sinistro;
6. Lavare tre volte in ogni caso;
7. Lavare più di tre volte è disapprovato, ed è peraltro
un esagerato uso di acqua. E’ consuetudine usare il
bastoncino per i denti (siwāk) ogni volta che la bocca è
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sporca, quando ci si sveglia dal sonno, e al momento
della preghiera rituale, a causa del detto del Messaggero
di Allāh :
َل ْوَلْنَأَّقشَأىَلَعِيتَّمأْمهت ْرَمَ َألِاك َِّوسالِبَدْنِعِّلكة ََلَص
“Se non fosse stato troppo difficoltoso per la mia
Ummah, avrei ordinato loro di usare il siwāk
prima di ogni preghiera.”
[Sunan at-Tirmidhī, Libro della Purificazione, n. 22, sahīh]
E’ inoltre raccomandato usarlo in altre occasioni, tranne
che per la persona che sta digiunando nel pomeriggio.
E il successo viene da Allāh, e Allāh ne sa di più.