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La Scuola dei Linguaggi e
i territori della ME
Alberto Parola
Università di Torino
C’è chi corre, c’è chi frena …
Lisbona è vicina, la tecnologia scappa, la scuola è inadeguata,
gli insegnanti si devono aggiornare, il web non è libero … etc …
2020
2011
Non possiamo rincorrere la tecnologia,
dobbiamo capire i fallimenti dell’e-learning,
la scuola va bene così com’è … etc …
Imputati alzatevi!
• Gli adulti, come sempre, faticano a comprendere
atteggiamenti e comportamenti dei giovani.
Ad esempio:
– i ragazzi trascurano davvero l’atto interpretativo e
comprensivo legato a un messaggio?
– sono davvero meno attenti alle sfumature di una
comunicazione autentica?
• Internet li rende (più) stupidi? (vedi Carr, 2011)
Adulti inadeguati?
I giovani sono davvero così “competenti” a
gestire la complessità di:
●
strumenti,
• codici,
• livelli,
• linguaggi,
• rappresentazioni?
Gli adulti sono adeguati a supportarli?
Distanze e presenze
• I concetti di distanza e presenza non rappresentano
più stati distinti di “essere in situazione” …
• Si può parlare di “riconfigurazione prossemica” della
relazione con l’altro?
• Oggi è possibile immaginare, come spesso accade,
relazioni vicine/distanti e distanti/presenti?
• Dai “non-luoghi” alla sensazione di presenza in
relazione all’attesa di un messaggio …
L’assenza/presenza
della mente e del corpo
Il web oggi ci pone al
cospetto di molte (troppe)
ambiguità …
… ci disorienta,
… ma ci fa anche riflettere
sulla nostra comunicazione
che, solitamente, fa da
sfondo alla nostra esistenza,
troppo “scontata” per
rifletterci su.
L’urgenza dell’educazione ai
media
• Da un punto di vista educativo, uno degli
obiettivi più rilevanti è quello di
trasformare l’inconsapevolezza dei soggetti
in formazione (a livello cognitivo e meta-
cognitivo, ma anche emotivo) in riflessioni
autonome, maggior attenzione,
partecipazione e senso critico, nonché
nuove modalità di “vedere il mondo” e di
“essere al mondo”.
• La potenza degli strumenti di
comunicazione “a distanza”, se non
elaborata e compresa a fondo dai ragazzi,
può divenire una nuova forma di
inconsapevolezza circa il ruolo del corpo
nella conoscenza dell’altro e, in sostanza,
un nuovo e indefinito disagio.
Riconfigurazione della relazione
con l’altro da sé
• Ad esempio, nei social media
ritroviamo forme nuove di
seduzione (attrarre a sé) e di
empatia (condivisione dei vissuti)
• Possiamo ipotizzare che
rappresentino elementi
contrapposti che si contendono il
primato espressivo e il “contorno
identitario” dell’individuo?
Esempi di usi “curiosi” di
Facebook
• Sei un tipo riservato o racconti tutti i fatti tuoi sulla tua bacheca?
• Sei un taggatore compulsivo? Perché le mie foto non te le tieni sul tuo cellulare, per favore?
• Fai gli auguri di compleanno a tutti i 3650 tuoi amici?
• Ogni quanti minuti cambi l’immagine del tuo profilo?
• Quando vai a un concerto, lo ascolti o scatti 1000 foto che “tagghi” su Fb?
• Sei amico della “Campagna per la protezione di …?
• Quante “frasi celebri” proponi ogni giorno su Fb?
• Pensi che interessi a qualcuno se, appena alzato, nel tuo “stato” scrivi “Oggi piove, ma quando spunta il
sole?” Pensi che qualcuno ti possa aiutare?
• Oppure scrivi “Ma quant’è difficile innamorarsi sul serio”? Una domanda un po’ più semplice da formulare
non ce l’avevi?
• Ti diverte pubblicare post del tipo “Ti abbandona solo chi non ci teneva davvero” con un orsacchiottino blu
che accompagna questa memorabile frase?
• Perché la notte, anziché condividere 15 inutili post consecutivamente, non vai a dormire così ti riposi un
po’?
• Quante ore della tua giornata passi su Farmville? Questa benedetta “pecora nera” gira ancora per la tua
fattoria ?
Qualche genialità …
• “Sono riuscito a metter la caffettiera elettrica sul gas”. Grazie abbiamo capito.
• “Eccomi, in partenza per Londra” Fra cinque minuti parte l’aereo”. Grazie, stavo appunto per chiederti
dove fossi finito …
Esempi di usi sociali
“più utili” di Facebook
• Condividere un video televisivo di un programma andato in onda
ieri.
• Esprimere (e condividere) una tua opinione.
• Far ascoltare una canzone che ti ha colpito molto o è colonna
sonora del tuo passato (o del tuo presente).
• Informare qualcuno che domani c’è un evento da non perdere.
• Ricordare un grande della letteratura, uno scienziato, un
magistrato ucciso dalla mafia etc…, insomma qualcuno che ha
lasciato un segno …
• Entrare in un gruppo in cui si discute di cose importanti.
• Decidere di «partecipare» perché credi nei valori espressi da
alcuni tuoi “amici”.
• …
I social media, espressione di:
• sé (legittimazione, individuazione in un dato contesto spazio-temporale,
…);
• conferma (e richiesta di conferma) della propria identità;
• smania di raccontare e raccontarsi;
• disagio (con casi estremi);
• desiderio di cambiamento;
• condivisione (e di senso di appartenenza);
• dinamiche comunicative nuove (e perciò anche spiazzanti);
• esercizio espressivo (anche solo di stile);
• voglia di “leggerezza” (gioco, svago …)
• bisogno di “capricci seduttivi”
• messa alla prova della propria e altrui empatia
• rinvio ad azioni “reali”
• “luoghi di integrazione” …
Le responsabilità dell’educatore
• Gli obiettivi della ME devono
necessariamente tenere conto di
un’evoluzione di una modalità
differente di approcciare all’altro.
• Ed è proprio in un contesto di
“complessità comunicazionale” che la
responsabilità dell’educatore si fa
sempre più improrogabile, alla ricerca di
una giusta distanza tra “etica dello
svelamento” e “salvaguardia
dell’immaginario” dei minori e di una
rinnovata attenzione per i ragazzi che
ogni giorno si misurano con la
realizzazione di desideri, l’inseguimento
di ideali e la costruzione della propria
identità.
Media e formazione:
quale relazione?
• I media come veicolo di
divertimento e cultura
• I media come supporto didattico
• I media come oggetto di studio
• I media come strumento di
scrittura
• I media come contesto
formativo
Gli assi culturali
1. L’asse matematico
2. L’asse scientifico-tecnologico
3. L’asse storico-sociale
4. L’asse dei linguaggi
Le 8 competenze chiave
di Lisbona
1. Imparare ad imparare
2. Progettare
3. Comunicare
4. Collaborare e partecipare
5. Agire in modo autonomo e responsabile
6. Risolvere problemi
7. Individuare collegamenti e relazioni
8. Acquisire ed interpretare l’informazione
Un passo in più:
le competenze “mediali”
• Lettore: quali sono gli “elementi linguistici” che caratterizzano un dato
messaggio?
• Scrittore: perché l’autore ha scritto “questo” messaggio? Sono in grado di
produrre messaggi mediali? Se sì, in che modo? Con quali strumenti e
tecniche?
• Critico: da quale punto di vista e da quali valori è ispirato questo
messaggio?
• Fruitore: sono veramente interessato a fruire di questo messaggio? Posso
fare scelte consapevoli di fruizione?
• Cittadino: che effetto ha questo messaggio sulla (mia) società?
Un glossario comune?
Nuovi metodi?
• Cos’è una “competenza”?
• Cos’è una “competenza mediale”?
• Cos’è una “pratica”?
• Cos’è una “pratica mediaeducativa”?
• Cos’è una “buona pratica
mediaeducativa”?
• È davvero così importante “certificare”
quel “complicato cespuglio” di
“conoscenze, abilità, competenze”?
• Quanto è importante puntare sui
“metodi didattici” e sui “metodi di
ricerca”?
MED
Associazione Italiana
di educazione ai media
e alla comunicazione
Università
Una ricerca-azione per favorire la realizzazione
di percorsi mediaeducativi
Media educator
Tirocinanti
Ente locale
Produzione
Reti di scuole
Web Tv
Web Radio
USP e USR
Corecom regionale
Extrascuola
Tv
Radio
Carta stampata
• Quali risorse ho?
• Come mi organizzo?
• Sono motivato/a?
• Che struttura didattica?
• Disciplinarietà o trasversalità?
• Curricolarità?
• Abilità o/e competenze?
• Come e cosa valuto?
• Quali priorità?
Nodi
Opportunità
• Riconfigurazione del ruolo
insegnante
• Ri-motivazione alla professione
• Collaborazioni sul territorio
• Riduzione della differenza
“dentro-fuori” la scuola
• Clima degli ambienti di
apprendimento
• Classe-redazione
• Scuola-editore (che rende
pubblico)
• Ridistribuzione delle
valutazioni dei ragazzi
Percorsi mediaeducativi
Perché “scuola dei linguaggi”?
• Leggere e scrivere assumono significati nuovi
• Il problema (e l’opportunità) della formazione
degli insegnanti
• L’approccio curricolare ai nuovi linguaggi
• Strategie di ricerca-azione
Monitoraggio
sul campo
Ricerche
sul campo
Monitoraggio
on line
Intesa tra
partner
Attività di
formazione
Indicatori
di qualità
Produzione di
curricoli
Sperimentazione di
curricoli
Ricerche a livello
europeo
Ricerche sul campo
Monitoraggi
Attività formative
Produzione di teoria
Produzione di percorsi
Sperimentazione
di percorsi
Nuove tecniche Sistema on line
Test di valutazione delle
competenze mediali
Preparazione ai percorsi
curricolari di ME
Curricolo di ME Insegnanti e studenti universitari
Teseo
Territorio
Ente locale
Corecom
Associazionismo
e
extrascuola
Autori e
produttori
Scuola
Università
Istanza
“laboratoriale”
Centri di cultura
Laboratori comunali
Istanza
“organizzatrice”
Istanza
“didattico-
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Istanza
“di controllo”
Ricerche
Istanza
“scientifica” e editoriale
(Radio, Tv e Stampa)
USP e
USR
Istanza
“autorale”
L’importanza di valutare e
documentari i percorsi
• Solitamente, i percorsi e le attività
compiute in classe non sono
sistematicamente documentate (non
fa parte dei compiti dell’insegnante).
• Nell’ambito della ME è molto
importante che l’insegnante diventi
“ricercatore”, non solo valutatore
dell’allievo, bensì osservatore e
narratore del percorso compiuto
dalla classe, egli/ella stesso/a
incluso/a, avviando buone pratiche di
auto-osservazione e costruendo
strumenti per la valutazione
dell’efficacia dei percorsi e del
cambiamento che scaturisce dalle
attività svolte.
Le dimensioni
del curricolo di ME
1
• Lettore: quali sono gli “elementi linguistici” che caratterizzano
questo messaggio?
• Scrittore: perché l’autore ha scritto questo messaggio? Sono in
grado di produrre messaggi mediali?
• Critico: da quale punto di vista e da quali valori è ispirato questo
messaggio?
• Fruitore: sono veramente interessato a fruire di questo messaggio?
Posso fare scelte consapevoli di fruizione?
• Cittadino: che effetto ha questo messaggio sulla società?
Le dimensioni
del curricolo di ME
2
I tre livelli della valutazione (Kirkpatrick)
1. Gradimento
2. Apprendimento (individuare e distinguere
conoscenze e abilità)
3. Cambiamento
Molto importante risulta riferirsi agli obiettivi del percorso
durante la costruzione degli strumenti di valutazione.
CONOSCENZE
a. Conoscere le proprie e altrui modalità di fruizione televisiva connesse ai cartoon
b. Conoscere le tecniche utilizzate per catturare l’attenzione.
c. Conoscere le possibili connotazioni psicologiche dei personaggi.
d. Conoscere alcune tecniche d’animazione
e. Conoscere i possibili messaggi veicolati dai cartoon.
ABILITÀ
a. Osservare con attenzione i particolari contenuti in uno spezzone di cartone animato
b. Sviluppare la consapevolezza delle proprie scelte concernenti i cartoon
c. Riflettere sulle proprie modalità di fruizione televisiva
d. Saper riconoscere alcune tecniche d’animazione.
e. Saper motivare le proprie scelte di preferenza dei cartoni animati
f. Valutare un cartoon in base ai criteri di gradimento e di arricchimento personale
g. Riflettere sull’incidenza dei cartoon nei propri vissuti personali
2
Obiettivi e valutazione
Obiettivi e valutazione
CONOSCENZE
a. Conoscere la strategia per analizzare un testo scritto focalizzando l’attenzione sulla
situazione iniziale, sulla vicenda, sulle conseguenze e sulla conclusione
b. Conoscere la strategia operativa per sintetizzare un testo e ricavarne le didascalie
c. Conoscere gli elementi base di un’immagine digitale
d. Conoscere le funzioni di vari strumenti tecnologici: scanner, fotocamera digitale
e. Conoscere le fasi per la realizzazione di un cartoon
ABILITA’
a. produrre testi scritti funzionali allo scopo
b. costruire una sequenza narrativa
c. individuare e riprodurre le immagini più rappresentative della storia letta
d. elaborare dialoghi attinenti alle immagini
e. operare scelte sulle inquadrature delle immagini
f. realizzare uno story-board
g. utilizzare la tecnica di animazione del découpage
h. acquisire immagini tramite la macchina fotografica digitale/videocamera
i. scegliere i brani musicali da abbinare alla narrazione
1
La sperimentazione
dei percorsi
• Per verificare che un percorso
effettuato sia efficace e che possa
sortire davvero effetti sul singolo
bambino, a parer nostro, occorre
effettuare una prima
sperimentazione.
• Per “sperimentazione” intendiamo
l’adozione di una strategia
sperimentale, effettuando una
rilevazione in entrata delle
competenze dei bambini, prima
dell’inizio delle attività, e in uscita,
cioè al termine del percorso stesso.
Modello mutuato da Le Boterf
(Trinchero)
• Risorse mobilitate
• Modelli interpretativi
• Strategie di azione
• Strategie di autoregolazione
Profilo di competenza in uscita per l’area “Fruitore mediale”
Risorse
Conoscere le possibili strategie di fruizione
Conoscere i possibili bisogni e motivazioni che portano all’esposizione ad un particolare medium o genere
mediale
Modelli interpretativi Saper riconoscere una strategia di fruizione
Saper riconoscere le strategie che i media mettono in atto per catturare l’attenzione e per dirigere il consumo
mediale
Saper riconoscere le abitudini personali e famigliari nell’uso dei media
Saper riconoscere le motivazioni e i meccanismi di soddisfazione dei bisogni alla base di un determinato
consumo mediale
Strategie di azione Saper scegliere le modalità del proprio consumo mediale
Saper gestire il proprio tempo libero in relazione ai media
Strategie di
autoregolazione
Saper riflettere sulla propria “fruizione” di prodotti mediali ed individuare, in modo guidato, i propri errori
La sperimentazione
“vera e propria”
La differenza tra la prima e la seconda rilevazione ci informa circa l’effetto del
percorso e ci indica il cambiamento (se v’è cambiamento, in quale direzione, di
che ampiezza), tenendo sotto controllo le altre variabili. Il confronto tra le
differenze ci consente di verificare se il cambiamento è davvero dovuto allo
stimolo sperimentale e non ad altri fattori.
Test PRE Test POSTIl percorso non viene effettuato
Test PRE Test POSTPERCORSO di ME
1. Richiesta di collaborazione 2. Incontro
preparatorio
3. Condivisone
della documentazione
4. Scelta dei
percorsi
Chiarimenti
6. Incontro formativo
per gli insegnanti
Chiarimenti
5. Laboratorio per i
tirocinanti
8. Composizione della squadra7. Messa a punto
del piano operativo
9. Costruzione
delle prove
Correzioni
10. Costruzione del sito 11. Pre-test delle prove
Correzioni
12. Prove PRE
13. Avvio dei percorsi
Supervisione
15. Chiusura dei
percorsi
16. Prove POST
14. Incontro
intermedio
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17. Incontro
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18. Matrice
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alberto.parola@unito.it

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Convegno Cecina - Intervento Alberto Parola

  • 1. La Scuola dei Linguaggi e i territori della ME Alberto Parola Università di Torino
  • 2. C’è chi corre, c’è chi frena … Lisbona è vicina, la tecnologia scappa, la scuola è inadeguata, gli insegnanti si devono aggiornare, il web non è libero … etc … 2020 2011 Non possiamo rincorrere la tecnologia, dobbiamo capire i fallimenti dell’e-learning, la scuola va bene così com’è … etc …
  • 3. Imputati alzatevi! • Gli adulti, come sempre, faticano a comprendere atteggiamenti e comportamenti dei giovani. Ad esempio: – i ragazzi trascurano davvero l’atto interpretativo e comprensivo legato a un messaggio? – sono davvero meno attenti alle sfumature di una comunicazione autentica? • Internet li rende (più) stupidi? (vedi Carr, 2011)
  • 4. Adulti inadeguati? I giovani sono davvero così “competenti” a gestire la complessità di: ● strumenti, • codici, • livelli, • linguaggi, • rappresentazioni? Gli adulti sono adeguati a supportarli?
  • 5. Distanze e presenze • I concetti di distanza e presenza non rappresentano più stati distinti di “essere in situazione” … • Si può parlare di “riconfigurazione prossemica” della relazione con l’altro? • Oggi è possibile immaginare, come spesso accade, relazioni vicine/distanti e distanti/presenti? • Dai “non-luoghi” alla sensazione di presenza in relazione all’attesa di un messaggio …
  • 6. L’assenza/presenza della mente e del corpo Il web oggi ci pone al cospetto di molte (troppe) ambiguità … … ci disorienta, … ma ci fa anche riflettere sulla nostra comunicazione che, solitamente, fa da sfondo alla nostra esistenza, troppo “scontata” per rifletterci su.
  • 7. L’urgenza dell’educazione ai media • Da un punto di vista educativo, uno degli obiettivi più rilevanti è quello di trasformare l’inconsapevolezza dei soggetti in formazione (a livello cognitivo e meta- cognitivo, ma anche emotivo) in riflessioni autonome, maggior attenzione, partecipazione e senso critico, nonché nuove modalità di “vedere il mondo” e di “essere al mondo”. • La potenza degli strumenti di comunicazione “a distanza”, se non elaborata e compresa a fondo dai ragazzi, può divenire una nuova forma di inconsapevolezza circa il ruolo del corpo nella conoscenza dell’altro e, in sostanza, un nuovo e indefinito disagio.
  • 8. Riconfigurazione della relazione con l’altro da sé • Ad esempio, nei social media ritroviamo forme nuove di seduzione (attrarre a sé) e di empatia (condivisione dei vissuti) • Possiamo ipotizzare che rappresentino elementi contrapposti che si contendono il primato espressivo e il “contorno identitario” dell’individuo?
  • 9. Esempi di usi “curiosi” di Facebook • Sei un tipo riservato o racconti tutti i fatti tuoi sulla tua bacheca? • Sei un taggatore compulsivo? Perché le mie foto non te le tieni sul tuo cellulare, per favore? • Fai gli auguri di compleanno a tutti i 3650 tuoi amici? • Ogni quanti minuti cambi l’immagine del tuo profilo? • Quando vai a un concerto, lo ascolti o scatti 1000 foto che “tagghi” su Fb? • Sei amico della “Campagna per la protezione di …? • Quante “frasi celebri” proponi ogni giorno su Fb? • Pensi che interessi a qualcuno se, appena alzato, nel tuo “stato” scrivi “Oggi piove, ma quando spunta il sole?” Pensi che qualcuno ti possa aiutare? • Oppure scrivi “Ma quant’è difficile innamorarsi sul serio”? Una domanda un po’ più semplice da formulare non ce l’avevi? • Ti diverte pubblicare post del tipo “Ti abbandona solo chi non ci teneva davvero” con un orsacchiottino blu che accompagna questa memorabile frase? • Perché la notte, anziché condividere 15 inutili post consecutivamente, non vai a dormire così ti riposi un po’? • Quante ore della tua giornata passi su Farmville? Questa benedetta “pecora nera” gira ancora per la tua fattoria ? Qualche genialità … • “Sono riuscito a metter la caffettiera elettrica sul gas”. Grazie abbiamo capito. • “Eccomi, in partenza per Londra” Fra cinque minuti parte l’aereo”. Grazie, stavo appunto per chiederti dove fossi finito …
  • 10. Esempi di usi sociali “più utili” di Facebook • Condividere un video televisivo di un programma andato in onda ieri. • Esprimere (e condividere) una tua opinione. • Far ascoltare una canzone che ti ha colpito molto o è colonna sonora del tuo passato (o del tuo presente). • Informare qualcuno che domani c’è un evento da non perdere. • Ricordare un grande della letteratura, uno scienziato, un magistrato ucciso dalla mafia etc…, insomma qualcuno che ha lasciato un segno … • Entrare in un gruppo in cui si discute di cose importanti. • Decidere di «partecipare» perché credi nei valori espressi da alcuni tuoi “amici”. • …
  • 11. I social media, espressione di: • sé (legittimazione, individuazione in un dato contesto spazio-temporale, …); • conferma (e richiesta di conferma) della propria identità; • smania di raccontare e raccontarsi; • disagio (con casi estremi); • desiderio di cambiamento; • condivisione (e di senso di appartenenza); • dinamiche comunicative nuove (e perciò anche spiazzanti); • esercizio espressivo (anche solo di stile); • voglia di “leggerezza” (gioco, svago …) • bisogno di “capricci seduttivi” • messa alla prova della propria e altrui empatia • rinvio ad azioni “reali” • “luoghi di integrazione” …
  • 12. Le responsabilità dell’educatore • Gli obiettivi della ME devono necessariamente tenere conto di un’evoluzione di una modalità differente di approcciare all’altro. • Ed è proprio in un contesto di “complessità comunicazionale” che la responsabilità dell’educatore si fa sempre più improrogabile, alla ricerca di una giusta distanza tra “etica dello svelamento” e “salvaguardia dell’immaginario” dei minori e di una rinnovata attenzione per i ragazzi che ogni giorno si misurano con la realizzazione di desideri, l’inseguimento di ideali e la costruzione della propria identità.
  • 13. Media e formazione: quale relazione? • I media come veicolo di divertimento e cultura • I media come supporto didattico • I media come oggetto di studio • I media come strumento di scrittura • I media come contesto formativo
  • 14. Gli assi culturali 1. L’asse matematico 2. L’asse scientifico-tecnologico 3. L’asse storico-sociale 4. L’asse dei linguaggi
  • 15. Le 8 competenze chiave di Lisbona 1. Imparare ad imparare 2. Progettare 3. Comunicare 4. Collaborare e partecipare 5. Agire in modo autonomo e responsabile 6. Risolvere problemi 7. Individuare collegamenti e relazioni 8. Acquisire ed interpretare l’informazione
  • 16. Un passo in più: le competenze “mediali” • Lettore: quali sono gli “elementi linguistici” che caratterizzano un dato messaggio? • Scrittore: perché l’autore ha scritto “questo” messaggio? Sono in grado di produrre messaggi mediali? Se sì, in che modo? Con quali strumenti e tecniche? • Critico: da quale punto di vista e da quali valori è ispirato questo messaggio? • Fruitore: sono veramente interessato a fruire di questo messaggio? Posso fare scelte consapevoli di fruizione? • Cittadino: che effetto ha questo messaggio sulla (mia) società?
  • 17. Un glossario comune? Nuovi metodi? • Cos’è una “competenza”? • Cos’è una “competenza mediale”? • Cos’è una “pratica”? • Cos’è una “pratica mediaeducativa”? • Cos’è una “buona pratica mediaeducativa”? • È davvero così importante “certificare” quel “complicato cespuglio” di “conoscenze, abilità, competenze”? • Quanto è importante puntare sui “metodi didattici” e sui “metodi di ricerca”?
  • 18. MED Associazione Italiana di educazione ai media e alla comunicazione Università Una ricerca-azione per favorire la realizzazione di percorsi mediaeducativi Media educator Tirocinanti Ente locale Produzione Reti di scuole Web Tv Web Radio USP e USR Corecom regionale Extrascuola Tv Radio Carta stampata
  • 19.
  • 20. • Quali risorse ho? • Come mi organizzo? • Sono motivato/a? • Che struttura didattica? • Disciplinarietà o trasversalità? • Curricolarità? • Abilità o/e competenze? • Come e cosa valuto? • Quali priorità? Nodi
  • 21. Opportunità • Riconfigurazione del ruolo insegnante • Ri-motivazione alla professione • Collaborazioni sul territorio • Riduzione della differenza “dentro-fuori” la scuola • Clima degli ambienti di apprendimento • Classe-redazione • Scuola-editore (che rende pubblico) • Ridistribuzione delle valutazioni dei ragazzi
  • 22.
  • 24. Perché “scuola dei linguaggi”? • Leggere e scrivere assumono significati nuovi • Il problema (e l’opportunità) della formazione degli insegnanti • L’approccio curricolare ai nuovi linguaggi • Strategie di ricerca-azione
  • 25.
  • 26.
  • 27. Monitoraggio sul campo Ricerche sul campo Monitoraggio on line Intesa tra partner Attività di formazione Indicatori di qualità Produzione di curricoli Sperimentazione di curricoli Ricerche a livello europeo Ricerche sul campo Monitoraggi Attività formative Produzione di teoria Produzione di percorsi Sperimentazione di percorsi Nuove tecniche Sistema on line Test di valutazione delle competenze mediali Preparazione ai percorsi curricolari di ME Curricolo di ME Insegnanti e studenti universitari Teseo
  • 28. Territorio Ente locale Corecom Associazionismo e extrascuola Autori e produttori Scuola Università Istanza “laboratoriale” Centri di cultura Laboratori comunali Istanza “organizzatrice” Istanza “didattico- sperimentale” Istanza “di controllo” Ricerche Istanza “scientifica” e editoriale (Radio, Tv e Stampa) USP e USR Istanza “autorale”
  • 29. L’importanza di valutare e documentari i percorsi • Solitamente, i percorsi e le attività compiute in classe non sono sistematicamente documentate (non fa parte dei compiti dell’insegnante). • Nell’ambito della ME è molto importante che l’insegnante diventi “ricercatore”, non solo valutatore dell’allievo, bensì osservatore e narratore del percorso compiuto dalla classe, egli/ella stesso/a incluso/a, avviando buone pratiche di auto-osservazione e costruendo strumenti per la valutazione dell’efficacia dei percorsi e del cambiamento che scaturisce dalle attività svolte.
  • 31. • Lettore: quali sono gli “elementi linguistici” che caratterizzano questo messaggio? • Scrittore: perché l’autore ha scritto questo messaggio? Sono in grado di produrre messaggi mediali? • Critico: da quale punto di vista e da quali valori è ispirato questo messaggio? • Fruitore: sono veramente interessato a fruire di questo messaggio? Posso fare scelte consapevoli di fruizione? • Cittadino: che effetto ha questo messaggio sulla società? Le dimensioni del curricolo di ME 2
  • 32. I tre livelli della valutazione (Kirkpatrick) 1. Gradimento 2. Apprendimento (individuare e distinguere conoscenze e abilità) 3. Cambiamento Molto importante risulta riferirsi agli obiettivi del percorso durante la costruzione degli strumenti di valutazione.
  • 33. CONOSCENZE a. Conoscere le proprie e altrui modalità di fruizione televisiva connesse ai cartoon b. Conoscere le tecniche utilizzate per catturare l’attenzione. c. Conoscere le possibili connotazioni psicologiche dei personaggi. d. Conoscere alcune tecniche d’animazione e. Conoscere i possibili messaggi veicolati dai cartoon. ABILITÀ a. Osservare con attenzione i particolari contenuti in uno spezzone di cartone animato b. Sviluppare la consapevolezza delle proprie scelte concernenti i cartoon c. Riflettere sulle proprie modalità di fruizione televisiva d. Saper riconoscere alcune tecniche d’animazione. e. Saper motivare le proprie scelte di preferenza dei cartoni animati f. Valutare un cartoon in base ai criteri di gradimento e di arricchimento personale g. Riflettere sull’incidenza dei cartoon nei propri vissuti personali 2 Obiettivi e valutazione
  • 34. Obiettivi e valutazione CONOSCENZE a. Conoscere la strategia per analizzare un testo scritto focalizzando l’attenzione sulla situazione iniziale, sulla vicenda, sulle conseguenze e sulla conclusione b. Conoscere la strategia operativa per sintetizzare un testo e ricavarne le didascalie c. Conoscere gli elementi base di un’immagine digitale d. Conoscere le funzioni di vari strumenti tecnologici: scanner, fotocamera digitale e. Conoscere le fasi per la realizzazione di un cartoon ABILITA’ a. produrre testi scritti funzionali allo scopo b. costruire una sequenza narrativa c. individuare e riprodurre le immagini più rappresentative della storia letta d. elaborare dialoghi attinenti alle immagini e. operare scelte sulle inquadrature delle immagini f. realizzare uno story-board g. utilizzare la tecnica di animazione del découpage h. acquisire immagini tramite la macchina fotografica digitale/videocamera i. scegliere i brani musicali da abbinare alla narrazione 1
  • 35. La sperimentazione dei percorsi • Per verificare che un percorso effettuato sia efficace e che possa sortire davvero effetti sul singolo bambino, a parer nostro, occorre effettuare una prima sperimentazione. • Per “sperimentazione” intendiamo l’adozione di una strategia sperimentale, effettuando una rilevazione in entrata delle competenze dei bambini, prima dell’inizio delle attività, e in uscita, cioè al termine del percorso stesso.
  • 36. Modello mutuato da Le Boterf (Trinchero) • Risorse mobilitate • Modelli interpretativi • Strategie di azione • Strategie di autoregolazione Profilo di competenza in uscita per l’area “Fruitore mediale” Risorse Conoscere le possibili strategie di fruizione Conoscere i possibili bisogni e motivazioni che portano all’esposizione ad un particolare medium o genere mediale Modelli interpretativi Saper riconoscere una strategia di fruizione Saper riconoscere le strategie che i media mettono in atto per catturare l’attenzione e per dirigere il consumo mediale Saper riconoscere le abitudini personali e famigliari nell’uso dei media Saper riconoscere le motivazioni e i meccanismi di soddisfazione dei bisogni alla base di un determinato consumo mediale Strategie di azione Saper scegliere le modalità del proprio consumo mediale Saper gestire il proprio tempo libero in relazione ai media Strategie di autoregolazione Saper riflettere sulla propria “fruizione” di prodotti mediali ed individuare, in modo guidato, i propri errori
  • 37. La sperimentazione “vera e propria” La differenza tra la prima e la seconda rilevazione ci informa circa l’effetto del percorso e ci indica il cambiamento (se v’è cambiamento, in quale direzione, di che ampiezza), tenendo sotto controllo le altre variabili. Il confronto tra le differenze ci consente di verificare se il cambiamento è davvero dovuto allo stimolo sperimentale e non ad altri fattori. Test PRE Test POSTIl percorso non viene effettuato Test PRE Test POSTPERCORSO di ME
  • 38. 1. Richiesta di collaborazione 2. Incontro preparatorio 3. Condivisone della documentazione 4. Scelta dei percorsi Chiarimenti 6. Incontro formativo per gli insegnanti Chiarimenti 5. Laboratorio per i tirocinanti 8. Composizione della squadra7. Messa a punto del piano operativo 9. Costruzione delle prove Correzioni 10. Costruzione del sito 11. Pre-test delle prove Correzioni 12. Prove PRE 13. Avvio dei percorsi Supervisione 15. Chiusura dei percorsi 16. Prove POST 14. Incontro intermedio Sostegno e riflessioni 17. Incontro Rilancio 18. Matrice
  • 39. Grazie per l’attenzione … alberto.parola@unito.it