2. Amo ferocemente,
disperatamente la vita.
E credo che questa
ferocia, questa
disperazione mi
porteranno alla fine.
Amo il sole, l'erba, la
gioventù. L'amore per
la vita è divenuto per
me un vizio più
micidiale della cocaina.
Io divoro la mia
esistenza con un
appetito insaziabile.
2Incontri letterari, 24.02.2015
5. Rosa : poesia
Blu: cinema
Grigio: racconti e saggi
Giallo: 68
5Incontri letterari, 24.02.2015
6. Poesie a Casarsa, 1942
La meglio gioventù, 1954
L’usignolo della Chiesa Cattolica, 1958
Le Ceneri di Gramsci, 1957
La religione del mio tempo, 1961
Poesia in forma di rosa, 1964
Trasumanar e organizzar, 1971
La nuova gioventù, 1975
6Incontri letterari, 24.02.2015
7. 1922
1947 scuola media di Valvasone
iscrizione al PCI
Segretario a san Giovanni
1949 accusa per atti osceni in luogo pubblico e
corruzione di minorenni. Assoluzione, ma espulsione
dal partito e esclusione dall’insegnamento pubblico
7Incontri letterari, 24.02.2015
11. Un mondo folgorato da luminosità colori da tricromia
elementare, tinte pure estratte dall’iride per gli
esperimenti di un ottico, intelligenze iridescenti come
bibite al selz
La vera tremenda primavera romana che sai, e il profumo
è come un enorme parafango scottato dal sole, una
lamiera di stracci bagnati e seccati al caldo, di
ferrivecchi, di scarpate brucianti di immondizie…
11Incontri letterari, 24.02.2015
20. I ragazzi di vita del sottoproletariato incarnano il
bisogno e il simbolo “ di una beata esistenza istintuale,
sensuale, libera da ogni costrizione morale, da ogni
limite razionale” di cui non sfugge al tempo stesso la
lontananza e tragicità , il desino insensato e
inevitabilmente bruciato. Il sottoproletariato non ha e
non può avere futuro: non può diventare classe
operaia, né a PPP interessa minimamente che lo
diventi.
20Incontri letterari, 24.02.2015
22. Visceralità, corporeità, irrazionalità,
sfrontata e scandalosa giovinezza e
vitalità.
Fascino decadente per la corruzione, lo
sfacelo morale e fisico, la
degradazione.
22Incontri letterari, 24.02.2015
23. … il camion tagliò dal quartiere della gente per bene e granosa, prese la
Casilina, rasentò con la sua puzza fresca fresca i casamenti dei
poveracci, ballò la samba per le strade piene di buche, coi marciapiedi
che parevano fogne, tra grandi cavalcavia scrostati, steccionate,
impalcature, cantieri, rioni di casupole, villaggi di tuguri, incrociando
coi tranvetti di Centocelle coi grappoli di operai ai predellini, e arrivò
per la Strada Bianca, fin sotto le abitazioni della Borgata Gordiani, sola
come un campo di concentramento, in mezzo a un piccolo altopiano tra
la Casilina e la Prenestina…
… e il riccetto fece come lui, ma siccome gli schifava raspare con le mani,
andò a strappare un ramo da un fico oltre un reticolato che pareva lì dai
tempi di Crispi e con quello, stando accucciato, cominciò a spostare le
carte zozze, i cocci, le scatole d medicinali, gli avanzi delle minestre e
tutta l’altra roba che gli puzzava intorno.
23Incontri letterari, 24.02.2015
24. …le bancarelle dei fruttaroli, e qualche persica e due o tre mele,
riuscì a fregarle: se le andò a mangiare in un vicoletto. Poi tornò
più affamato ancora con quel po’ di dolce nello stomaco, attratto
dall’odore del formaggio che veniva. Allumava dalla fila delle
bancarelle bianche proprio lì di fronte al vicoletto, dietro la
funtanella, sul selciato fradicio. C’erano allineate delle
mozzarelle, delle caciotte e dei provoloni appesi in alto, e sopra il
banco c’erano delle pezze già tagliate di Emmenthal e di
parmigiano, o di pecorino: c’erano pure due pezzi ridotti alla
misura di tre o quattro etti, e anche meno, isolati e sparsi tra le
forme intere. Il Riccetto, turbato mise gli occhi su una fetta di
gruviera, dalla pasta un po’ ingiallita, e così odorosa che toglieva
il fiato…. (…) il Riccetto sfilò fiacco dalla tasca il pezzo di
gruviera, e glielo porse, con una faccia smorta, masticando vaghi
pensieri di vendetta, e inghiottendo il rancore con il sangue delle
gengive… (Il Riccetto,V)
24Incontri letterari, 24.02.2015
25. “Ma nun lo sei jto a cchiamà quer fijo de na mignotta?”
Uno sdentato, con la barba nera come il carbone sulle
mascelle bianche per la giannetta, e due occhi da
povero cristo, che luccicavano come quelli di un cane,
da ubbriaco, con tutto che erano le quattro del
mattino, gli fece “Daje”…
“Daje, che mo qua ce magni de grasso. Approfitta , a
maschié, che qua è na pacchia,…”
25Incontri letterari, 24.02.2015
26. Una macchia di vapore grigio e sporco, come inchiostro
annacquato, intanto si andava allungando per le strisce
di cielo che s’intravvedevano in cima ai palazzoni, nei
vuoti della piazza: e il disastro di nuvolette, prima
scoloriva, poi veniva assorbito da quel sudiciume. Il bel
nuvolone bianco , coi riflessi d’acciaio, s’era e
smandrappato e sbrillentato, e ora scompariva pure lui
come neve nella fanga.
Il Riccetto
26Incontri letterari, 24.02.2015
27. 3 livelli linguistici:
1.dialettale nei dialoghi
2.letterario nelle descrizioni paesistiche con qualche
inserto dialettale
1 e 2 nell’azione narrativa.
Episodio del Riccetto e Nadia
27Incontri letterari, 24.02.2015
29. Era una bella mattinata, col sole che ardeva, libero e
giocondo , battendo sui grattacieli puliti, freschi,
attraverso chilometri e chilometri d’azzurro e facendo
piovere oro da tutte le parti. Sulle gobbe riverniciate
del Monte di Splendore o di Casadio, sulle facciate dei
palazzoni , sui cortili interni, sui marciapiedi: e in
mezzo a tutto quell’oro e a quella freschezza, la gente
vestita a festa formicolava al centro di Donna Olimpia,
alle porte dei caseggiati, intorno al chiosco del
giornalaio…
29Incontri letterari, 24.02.2015
30. Per un po’ per l’Acqua Bullicante non incontrò che qualche
persona anziana che se n’andava di fretta verso casa; però
all’altezza della stradina che voltava in su, tra i muriccioli di
due fabbriche, verso la Borgata Gordiani, comparve una fila
di ragazzi che se ne venivano avanti, riempendo la strada
quant’ era larga , senza fretta, gridando e facendo i
malandri, in disordine come uno sciametto di mosche s’un
tavolo sporco. Chi dava scopolette sulla testa del compagno
facendo incazzare, chi si metteva in guardia colpendo l’aria
di sinistro, di destro, e poi con un gancio per cui gli occhi si
rapprendevano di soddisfazione
30Incontri letterari, 24.02.2015
31. un altro invece mostrava la sua dritteria facendo
l’indifferente con le man pigramente in saccoccia e con
l’aria di dire: “ Co sta debolezza e chi ve li fa ffà sti sforzi!”,
carico d’ironia verso gli altri; alcuni discutevano fra loro
ghignando, torcendo la bocca con disgusto, tendendo le
braccia con uno schiocco della lingua, o, nel calore della
discussione, mettendo le mani a scodella sotto il mento,
puntate contro il pettoe stando in quella posizione per
mezz’ora, pieni d’aria interrogativa verso l’avversario. Tutta
l’Acqua Bullicante, in profondo raccoglimento li stava a
ammirare.
31Incontri letterari, 24.02.2015
32. Faceva un caldo che non era scirocco e non era
arsura, ma era soltanto caldo. Era come una mano
di colore data sul venticello, sui muri gialletti della
borgata, sui prati, sui carretti, sugli autobus coi
grappoli agli sportelli. Una mano di colore che era
tutta l’allegria e la miseria delle notti d’estate del
presente e del passato. L’aria era tirata e ronzante
come la pelle d’un tamburro; le pisciate anche
appena fatte, che rigavano il marciapiede, erano
secche; mucchi d’immondezza si sfregolavano
abbrustoliti e senza più odore.
32Incontri letterari, 24.02.2015
33. E nei centri delle borgate, nei bivii, come lì al
Tiburtino, la gente s’ammassava, correva, strillava,
che pareva d’essere nei bassifondi d Shangai: pure
nei posti più solitari c’era della confusione, con file
di maschi che andavano in cerca di qualche
zoccoletta, fermandosi a far due chiacchiere alle
bottecucce dei meccanici ancora aperte. E, passato
Tiburtino, ecco Tor dei Schiavi, Il Borghetto
Prenestino, L’Acqua Bullicante, La Maranella, il
Mandrione, Porta Furba,
33Incontri letterari, 24.02.2015
34. il Quarticciolo, il Quadraro…Altri centinaia di
centri…con un mare di gente, che mano mano
andava sparpagliandosi nelle strade intorno
rumorose come androni, coi marciapiedi tutti rotti e
lungo ruderi colossali di mura con sotto file di
tuguri.
Dentro Roma, 7
34Incontri letterari, 24.02.2015
35. Nelle notti di marzo l'acqua del Tevere ancora non assorbe la luce della
migliaia di fanali che da Ponte Milvio si sgranano fino a San Paolo:
acqua e luci sono divisi da un leggero strato di freddo.In qualche
sera,precocemente tiepida,si intravede quello che sarà il prossimo
accordo tra la corrente e i lungoteveri,nella purezza della primavera.
Il paesaggio buio - aria e acqua - punteggiato da luci in interminabili file
ricurve,e arabescato dal buio più fitto degli alberi cittadini...e
allora,svanito lo strato di freddo,circola tra fiume e fanali un'aria
tenuissima,impalpabile,tutta trasformata in odore.
E l'enorme carnaio trafitto dai mille profumi che lo compongono si
adagia sui lungoteveri come un gas che avveleni
inavvertitamente,d'incanto: e tutti,almeno per un istante,sia pure senza
saperlo,vorrebbero morire a quel profumo di asfalti lontani (il
Pincio,Corso Trieste,la Città Giardino,i quartieri meridionali...),di
pattume,di erbe odorose e di pisciatoi.
35Incontri letterari, 24.02.2015
36. Allora le rotaie del tram,affondate tra le piccole pietre dure del selciato,acquistano
un'espressività muta,dura,tragicamente nostalgica:vedete,lì,la città,una città
coi suoi quartieri nuovi e i suoi pomeriggi in cui il bianco del sole è di
una noia mortale:
e tutto pervaso da una normalità che deprime come una leggera febbre
di tisico.
Su quelle rotaie dei tram,su quei marciapiedi,su quelle spallette dei lungoteveri
infebbrati,su quelle scale che conducono al livello del fiume,coi gradini unti di
feci,su quei ponti che si stagliano contro un cielo romano - corrotto e
seicentesco,d'un nitore che non è mai puro,grandioso ma non infinito -su
quelle aiuole dove l'erba è divorata da uno smeraldo insano,su quegli intonachi
invecchiati al sole,che nessuno si curerà mai di ripristinare,come se fossero
votati a una desolante eternità,il profumo delle prime notti precocemente
primaverili,come un animale ridestato dal caldo,sfoga liberamente i suoi brividi
che scoperchiano i cervelli.
Questo meraviglioso soffio,anonimo e infernale,ricostituisce con una fedeltà
spietata gli "gli squarci di notti romane" dell'anno passato.[...]
( da PierPaolo PAsolini,"Alì dagli occhi azzurri",Garzanti,Milano,pg.5-6)
36Incontri letterari, 24.02.2015
37. Gioco della luce del sole (su via Arenula, sui lungoteveri,
sul Tevere) con quella delle mattonelle d porcellana
del Cobianchi.
Appunti per un poema popolare
( da PierPaolo Pasolini,“
Alì dagli occhi azzurri",Garzanti,Milano,p.89)
37Incontri letterari, 24.02.2015
38. “ Pasolini sceglie apparentemente come
argomento il mondo del
sottoproletariato romano, ma appunta
il suo interesse –con gusto quasi
morboso- sugli aspetti più sporchi,
abbietti, sordidi, scomposti e
torbidi di quel mondo (…) l’elemento
dominante è quel puzzo, quella
sporcizia fisica e morale”
Carlo Salinari,1960
38Incontri letterari, 24.02.2015
40. L0 scandalo del contraddirmi, dell’essere
Con te e contro di te; con te nel cuore,
In luce, contro te nelle buie viscere;
Del mio paterno stato traditore
-nel mio pensiero, in un ombra d’azione-
Mi so ad esso attaccato nel calore
40Incontri letterari, 24.02.2015
41. Degli istinti, dell’estetica passione;
Attratto da una vita proletaria
A te anteriore, è per me religione
La sua allegria, non la millenaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
Coscienza; è la forza originaria
41Incontri letterari, 24.02.2015
42. Dell’uomo, che nell’atto s’è perduta,
A darle l’ebbrezza della nostalgia,
Una luce poetica: ed altro più
Io non so dirne, che non sia
Giusto ma non sincero, astratto
Amore, non accorante simpatia…
42Incontri letterari, 24.02.2015
43. Come i poveri povero, mi attacco
Come loro a umilianti speranze,
Come loro per vivere mi batto
Ogni giorno. Ma nella desolante
Mia condizione di diseredato,
Io possiedo: ed è il più esaltante
43Incontri letterari, 24.02.2015
44. Dei possedimenti borghesi, lo stato
Più assoluto. Ma come io possiedo la storia,
Essa mi possiede; ne sono illuminato:
ma a che serve la luce?
Le ceneri di Gramsci, Garzanti,1957
44Incontri letterari, 24.02.2015
45. 1955-59 ‹Officina› con Francesco Leonetti e Roberto
Roversi.
Obiettivo: una letteratura che rappresenti la realtà e le
sue contraddizioni attraverso la sperimentazione
formale e linguistica. La scrittura è partecipazione alla
vita politica.
45Incontri letterari, 24.02.2015
46. Incontri letterari, 24.02.2015 46
Palermo Gruppo ‘63
Innovazione formale
Rifiuto dei contenuti ideologici ed etico-politici
Fine della figura del protagonista eroe
Ottica degradata e bassa della quotidianità
Dissolvimento della rama tradizionale
Strutture aperte sul modello di Kafka, Joyce, Musil,
Svevo e del Nouveau Roman
I protagonisti
Balestrini, Sanguineti, Arbasino, Guglielmi,
Manganelli, Pontigia, Celati
<Nuovi argomenti> 1965