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1Incontri letterari, 24.02.2015
Amo ferocemente,
disperatamente la vita.
E credo che questa
ferocia, questa
disperazione mi
porteranno alla fine.
Amo il sole, l'erba, la
gioventù. L'amore per
la vita è divenuto per
me un vizio più
micidiale della cocaina.
Io divoro la mia
esistenza con un
appetito insaziabile.
2Incontri letterari, 24.02.2015
3Incontri letterari, 24.02.2015
4Incontri letterari, 24.02.2015
Rosa : poesia
Blu: cinema
Grigio: racconti e saggi
Giallo: 68
5Incontri letterari, 24.02.2015
Poesie a Casarsa, 1942
La meglio gioventù, 1954
L’usignolo della Chiesa Cattolica, 1958
Le Ceneri di Gramsci, 1957
La religione del mio tempo, 1961
Poesia in forma di rosa, 1964
Trasumanar e organizzar, 1971
La nuova gioventù, 1975
6Incontri letterari, 24.02.2015
1922
1947 scuola media di Valvasone
iscrizione al PCI
Segretario a san Giovanni
1949 accusa per atti osceni in luogo pubblico e
corruzione di minorenni. Assoluzione, ma espulsione
dal partito e esclusione dall’insegnamento pubblico
7Incontri letterari, 24.02.2015
8Incontri letterari, 24.02.2015
9Incontri letterari, 24.02.2015
10Incontri letterari, 24.02.2015
Un mondo folgorato da luminosità colori da tricromia
elementare, tinte pure estratte dall’iride per gli
esperimenti di un ottico, intelligenze iridescenti come
bibite al selz
La vera tremenda primavera romana che sai, e il profumo
è come un enorme parafango scottato dal sole, una
lamiera di stracci bagnati e seccati al caldo, di
ferrivecchi, di scarpate brucianti di immondizie…
11Incontri letterari, 24.02.2015
12Incontri letterari, 24.02.2015
13Incontri letterari, 24.02.2015
14Incontri letterari, 24.02.2015
Incontri letterari, 24.02.2015 15
16Incontri letterari, 24.02.2015
17Incontri letterari, 24.02.2015
18Incontri letterari, 24.02.2015
Incontri letterari, 24.02.2015 19
 Ragazzi di
vita, 1955
I ragazzi di vita del sottoproletariato incarnano il
bisogno e il simbolo “ di una beata esistenza istintuale,
sensuale, libera da ogni costrizione morale, da ogni
limite razionale” di cui non sfugge al tempo stesso la
lontananza e tragicità , il desino insensato e
inevitabilmente bruciato. Il sottoproletariato non ha e
non può avere futuro: non può diventare classe
operaia, né a PPP interessa minimamente che lo
diventi.
20Incontri letterari, 24.02.2015
Tommasino Puzzilli
Carcere
Case INA-case
Iscrizione alla DC
Forlanini
Fidanzamento
Iscrizione al PCI
Morte
Unavita
violenta,1959
21Incontri letterari, 24.02.2015
Visceralità, corporeità, irrazionalità,
sfrontata e scandalosa giovinezza e
vitalità.
Fascino decadente per la corruzione, lo
sfacelo morale e fisico, la
degradazione.
22Incontri letterari, 24.02.2015
… il camion tagliò dal quartiere della gente per bene e granosa, prese la
Casilina, rasentò con la sua puzza fresca fresca i casamenti dei
poveracci, ballò la samba per le strade piene di buche, coi marciapiedi
che parevano fogne, tra grandi cavalcavia scrostati, steccionate,
impalcature, cantieri, rioni di casupole, villaggi di tuguri, incrociando
coi tranvetti di Centocelle coi grappoli di operai ai predellini, e arrivò
per la Strada Bianca, fin sotto le abitazioni della Borgata Gordiani, sola
come un campo di concentramento, in mezzo a un piccolo altopiano tra
la Casilina e la Prenestina…
… e il riccetto fece come lui, ma siccome gli schifava raspare con le mani,
andò a strappare un ramo da un fico oltre un reticolato che pareva lì dai
tempi di Crispi e con quello, stando accucciato, cominciò a spostare le
carte zozze, i cocci, le scatole d medicinali, gli avanzi delle minestre e
tutta l’altra roba che gli puzzava intorno.
23Incontri letterari, 24.02.2015
…le bancarelle dei fruttaroli, e qualche persica e due o tre mele,
riuscì a fregarle: se le andò a mangiare in un vicoletto. Poi tornò
più affamato ancora con quel po’ di dolce nello stomaco, attratto
dall’odore del formaggio che veniva. Allumava dalla fila delle
bancarelle bianche proprio lì di fronte al vicoletto, dietro la
funtanella, sul selciato fradicio. C’erano allineate delle
mozzarelle, delle caciotte e dei provoloni appesi in alto, e sopra il
banco c’erano delle pezze già tagliate di Emmenthal e di
parmigiano, o di pecorino: c’erano pure due pezzi ridotti alla
misura di tre o quattro etti, e anche meno, isolati e sparsi tra le
forme intere. Il Riccetto, turbato mise gli occhi su una fetta di
gruviera, dalla pasta un po’ ingiallita, e così odorosa che toglieva
il fiato…. (…) il Riccetto sfilò fiacco dalla tasca il pezzo di
gruviera, e glielo porse, con una faccia smorta, masticando vaghi
pensieri di vendetta, e inghiottendo il rancore con il sangue delle
gengive… (Il Riccetto,V)
24Incontri letterari, 24.02.2015
“Ma nun lo sei jto a cchiamà quer fijo de na mignotta?”
Uno sdentato, con la barba nera come il carbone sulle
mascelle bianche per la giannetta, e due occhi da
povero cristo, che luccicavano come quelli di un cane,
da ubbriaco, con tutto che erano le quattro del
mattino, gli fece “Daje”…
“Daje, che mo qua ce magni de grasso. Approfitta , a
maschié, che qua è na pacchia,…”
25Incontri letterari, 24.02.2015
Una macchia di vapore grigio e sporco, come inchiostro
annacquato, intanto si andava allungando per le strisce
di cielo che s’intravvedevano in cima ai palazzoni, nei
vuoti della piazza: e il disastro di nuvolette, prima
scoloriva, poi veniva assorbito da quel sudiciume. Il bel
nuvolone bianco , coi riflessi d’acciaio, s’era e
smandrappato e sbrillentato, e ora scompariva pure lui
come neve nella fanga.
Il Riccetto
26Incontri letterari, 24.02.2015
3 livelli linguistici:
 1.dialettale nei dialoghi
 2.letterario nelle descrizioni paesistiche con qualche
inserto dialettale
 1 e 2 nell’azione narrativa.
Episodio del Riccetto e Nadia
27Incontri letterari, 24.02.2015
ce lo leggiamo.
28Incontri letterari, 24.02.2015
Era una bella mattinata, col sole che ardeva, libero e
giocondo , battendo sui grattacieli puliti, freschi,
attraverso chilometri e chilometri d’azzurro e facendo
piovere oro da tutte le parti. Sulle gobbe riverniciate
del Monte di Splendore o di Casadio, sulle facciate dei
palazzoni , sui cortili interni, sui marciapiedi: e in
mezzo a tutto quell’oro e a quella freschezza, la gente
vestita a festa formicolava al centro di Donna Olimpia,
alle porte dei caseggiati, intorno al chiosco del
giornalaio…
29Incontri letterari, 24.02.2015
Per un po’ per l’Acqua Bullicante non incontrò che qualche
persona anziana che se n’andava di fretta verso casa; però
all’altezza della stradina che voltava in su, tra i muriccioli di
due fabbriche, verso la Borgata Gordiani, comparve una fila
di ragazzi che se ne venivano avanti, riempendo la strada
quant’ era larga , senza fretta, gridando e facendo i
malandri, in disordine come uno sciametto di mosche s’un
tavolo sporco. Chi dava scopolette sulla testa del compagno
facendo incazzare, chi si metteva in guardia colpendo l’aria
di sinistro, di destro, e poi con un gancio per cui gli occhi si
rapprendevano di soddisfazione
30Incontri letterari, 24.02.2015
un altro invece mostrava la sua dritteria facendo
l’indifferente con le man pigramente in saccoccia e con
l’aria di dire: “ Co sta debolezza e chi ve li fa ffà sti sforzi!”,
carico d’ironia verso gli altri; alcuni discutevano fra loro
ghignando, torcendo la bocca con disgusto, tendendo le
braccia con uno schiocco della lingua, o, nel calore della
discussione, mettendo le mani a scodella sotto il mento,
puntate contro il pettoe stando in quella posizione per
mezz’ora, pieni d’aria interrogativa verso l’avversario. Tutta
l’Acqua Bullicante, in profondo raccoglimento li stava a
ammirare.
31Incontri letterari, 24.02.2015
Faceva un caldo che non era scirocco e non era
arsura, ma era soltanto caldo. Era come una mano
di colore data sul venticello, sui muri gialletti della
borgata, sui prati, sui carretti, sugli autobus coi
grappoli agli sportelli. Una mano di colore che era
tutta l’allegria e la miseria delle notti d’estate del
presente e del passato. L’aria era tirata e ronzante
come la pelle d’un tamburro; le pisciate anche
appena fatte, che rigavano il marciapiede, erano
secche; mucchi d’immondezza si sfregolavano
abbrustoliti e senza più odore.
32Incontri letterari, 24.02.2015
E nei centri delle borgate, nei bivii, come lì al
Tiburtino, la gente s’ammassava, correva, strillava,
che pareva d’essere nei bassifondi d Shangai: pure
nei posti più solitari c’era della confusione, con file
di maschi che andavano in cerca di qualche
zoccoletta, fermandosi a far due chiacchiere alle
bottecucce dei meccanici ancora aperte. E, passato
Tiburtino, ecco Tor dei Schiavi, Il Borghetto
Prenestino, L’Acqua Bullicante, La Maranella, il
Mandrione, Porta Furba,
33Incontri letterari, 24.02.2015
il Quarticciolo, il Quadraro…Altri centinaia di
centri…con un mare di gente, che mano mano
andava sparpagliandosi nelle strade intorno
rumorose come androni, coi marciapiedi tutti rotti e
lungo ruderi colossali di mura con sotto file di
tuguri.
Dentro Roma, 7
34Incontri letterari, 24.02.2015
Nelle notti di marzo l'acqua del Tevere ancora non assorbe la luce della
migliaia di fanali che da Ponte Milvio si sgranano fino a San Paolo:
acqua e luci sono divisi da un leggero strato di freddo.In qualche
sera,precocemente tiepida,si intravede quello che sarà il prossimo
accordo tra la corrente e i lungoteveri,nella purezza della primavera.
Il paesaggio buio - aria e acqua - punteggiato da luci in interminabili file
ricurve,e arabescato dal buio più fitto degli alberi cittadini...e
allora,svanito lo strato di freddo,circola tra fiume e fanali un'aria
tenuissima,impalpabile,tutta trasformata in odore.
E l'enorme carnaio trafitto dai mille profumi che lo compongono si
adagia sui lungoteveri come un gas che avveleni
inavvertitamente,d'incanto: e tutti,almeno per un istante,sia pure senza
saperlo,vorrebbero morire a quel profumo di asfalti lontani (il
Pincio,Corso Trieste,la Città Giardino,i quartieri meridionali...),di
pattume,di erbe odorose e di pisciatoi.
35Incontri letterari, 24.02.2015
Allora le rotaie del tram,affondate tra le piccole pietre dure del selciato,acquistano
un'espressività muta,dura,tragicamente nostalgica:vedete,lì,la città,una città
coi suoi quartieri nuovi e i suoi pomeriggi in cui il bianco del sole è di
una noia mortale:
e tutto pervaso da una normalità che deprime come una leggera febbre
di tisico.
Su quelle rotaie dei tram,su quei marciapiedi,su quelle spallette dei lungoteveri
infebbrati,su quelle scale che conducono al livello del fiume,coi gradini unti di
feci,su quei ponti che si stagliano contro un cielo romano - corrotto e
seicentesco,d'un nitore che non è mai puro,grandioso ma non infinito -su
quelle aiuole dove l'erba è divorata da uno smeraldo insano,su quegli intonachi
invecchiati al sole,che nessuno si curerà mai di ripristinare,come se fossero
votati a una desolante eternità,il profumo delle prime notti precocemente
primaverili,come un animale ridestato dal caldo,sfoga liberamente i suoi brividi
che scoperchiano i cervelli.
Questo meraviglioso soffio,anonimo e infernale,ricostituisce con una fedeltà
spietata gli "gli squarci di notti romane" dell'anno passato.[...]
( da PierPaolo PAsolini,"Alì dagli occhi azzurri",Garzanti,Milano,pg.5-6)
36Incontri letterari, 24.02.2015
Gioco della luce del sole (su via Arenula, sui lungoteveri,
sul Tevere) con quella delle mattonelle d porcellana
del Cobianchi.
Appunti per un poema popolare
( da PierPaolo Pasolini,“
Alì dagli occhi azzurri",Garzanti,Milano,p.89)
37Incontri letterari, 24.02.2015
“ Pasolini sceglie apparentemente come
argomento il mondo del
sottoproletariato romano, ma appunta
il suo interesse –con gusto quasi
morboso- sugli aspetti più sporchi,
abbietti, sordidi, scomposti e
torbidi di quel mondo (…) l’elemento
dominante è quel puzzo, quella
sporcizia fisica e morale”
Carlo Salinari,1960
38Incontri letterari, 24.02.2015
http://goo.gl/PQkVPn
L0 scandalo del contraddirmi, dell’essere
Con te e contro di te; con te nel cuore,
In luce, contro te nelle buie viscere;
Del mio paterno stato traditore
-nel mio pensiero, in un ombra d’azione-
Mi so ad esso attaccato nel calore
40Incontri letterari, 24.02.2015
Degli istinti, dell’estetica passione;
Attratto da una vita proletaria
A te anteriore, è per me religione
La sua allegria, non la millenaria
sua lotta: la sua natura, non la sua
Coscienza; è la forza originaria
41Incontri letterari, 24.02.2015
Dell’uomo, che nell’atto s’è perduta,
A darle l’ebbrezza della nostalgia,
Una luce poetica: ed altro più
Io non so dirne, che non sia
Giusto ma non sincero, astratto
Amore, non accorante simpatia…
42Incontri letterari, 24.02.2015
Come i poveri povero, mi attacco
Come loro a umilianti speranze,
Come loro per vivere mi batto
Ogni giorno. Ma nella desolante
Mia condizione di diseredato,
Io possiedo: ed è il più esaltante
43Incontri letterari, 24.02.2015
Dei possedimenti borghesi, lo stato
Più assoluto. Ma come io possiedo la storia,
Essa mi possiede; ne sono illuminato:
ma a che serve la luce?
Le ceneri di Gramsci, Garzanti,1957
44Incontri letterari, 24.02.2015
1955-59 ‹Officina› con Francesco Leonetti e Roberto
Roversi.
Obiettivo: una letteratura che rappresenti la realtà e le
sue contraddizioni attraverso la sperimentazione
formale e linguistica. La scrittura è partecipazione alla
vita politica.
45Incontri letterari, 24.02.2015
Incontri letterari, 24.02.2015 46
Palermo Gruppo ‘63
Innovazione formale
Rifiuto dei contenuti ideologici ed etico-politici
Fine della figura del protagonista eroe
Ottica degradata e bassa della quotidianità
Dissolvimento della rama tradizionale
Strutture aperte sul modello di Kafka, Joyce, Musil,
Svevo e del Nouveau Roman
I protagonisti
Balestrini, Sanguineti, Arbasino, Guglielmi,
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<Nuovi argomenti> 1965

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  • 22. Visceralità, corporeità, irrazionalità, sfrontata e scandalosa giovinezza e vitalità. Fascino decadente per la corruzione, lo sfacelo morale e fisico, la degradazione. 22Incontri letterari, 24.02.2015
  • 23. … il camion tagliò dal quartiere della gente per bene e granosa, prese la Casilina, rasentò con la sua puzza fresca fresca i casamenti dei poveracci, ballò la samba per le strade piene di buche, coi marciapiedi che parevano fogne, tra grandi cavalcavia scrostati, steccionate, impalcature, cantieri, rioni di casupole, villaggi di tuguri, incrociando coi tranvetti di Centocelle coi grappoli di operai ai predellini, e arrivò per la Strada Bianca, fin sotto le abitazioni della Borgata Gordiani, sola come un campo di concentramento, in mezzo a un piccolo altopiano tra la Casilina e la Prenestina… … e il riccetto fece come lui, ma siccome gli schifava raspare con le mani, andò a strappare un ramo da un fico oltre un reticolato che pareva lì dai tempi di Crispi e con quello, stando accucciato, cominciò a spostare le carte zozze, i cocci, le scatole d medicinali, gli avanzi delle minestre e tutta l’altra roba che gli puzzava intorno. 23Incontri letterari, 24.02.2015
  • 24. …le bancarelle dei fruttaroli, e qualche persica e due o tre mele, riuscì a fregarle: se le andò a mangiare in un vicoletto. Poi tornò più affamato ancora con quel po’ di dolce nello stomaco, attratto dall’odore del formaggio che veniva. Allumava dalla fila delle bancarelle bianche proprio lì di fronte al vicoletto, dietro la funtanella, sul selciato fradicio. C’erano allineate delle mozzarelle, delle caciotte e dei provoloni appesi in alto, e sopra il banco c’erano delle pezze già tagliate di Emmenthal e di parmigiano, o di pecorino: c’erano pure due pezzi ridotti alla misura di tre o quattro etti, e anche meno, isolati e sparsi tra le forme intere. Il Riccetto, turbato mise gli occhi su una fetta di gruviera, dalla pasta un po’ ingiallita, e così odorosa che toglieva il fiato…. (…) il Riccetto sfilò fiacco dalla tasca il pezzo di gruviera, e glielo porse, con una faccia smorta, masticando vaghi pensieri di vendetta, e inghiottendo il rancore con il sangue delle gengive… (Il Riccetto,V) 24Incontri letterari, 24.02.2015
  • 25. “Ma nun lo sei jto a cchiamà quer fijo de na mignotta?” Uno sdentato, con la barba nera come il carbone sulle mascelle bianche per la giannetta, e due occhi da povero cristo, che luccicavano come quelli di un cane, da ubbriaco, con tutto che erano le quattro del mattino, gli fece “Daje”… “Daje, che mo qua ce magni de grasso. Approfitta , a maschié, che qua è na pacchia,…” 25Incontri letterari, 24.02.2015
  • 26. Una macchia di vapore grigio e sporco, come inchiostro annacquato, intanto si andava allungando per le strisce di cielo che s’intravvedevano in cima ai palazzoni, nei vuoti della piazza: e il disastro di nuvolette, prima scoloriva, poi veniva assorbito da quel sudiciume. Il bel nuvolone bianco , coi riflessi d’acciaio, s’era e smandrappato e sbrillentato, e ora scompariva pure lui come neve nella fanga. Il Riccetto 26Incontri letterari, 24.02.2015
  • 27. 3 livelli linguistici:  1.dialettale nei dialoghi  2.letterario nelle descrizioni paesistiche con qualche inserto dialettale  1 e 2 nell’azione narrativa. Episodio del Riccetto e Nadia 27Incontri letterari, 24.02.2015
  • 28. ce lo leggiamo. 28Incontri letterari, 24.02.2015
  • 29. Era una bella mattinata, col sole che ardeva, libero e giocondo , battendo sui grattacieli puliti, freschi, attraverso chilometri e chilometri d’azzurro e facendo piovere oro da tutte le parti. Sulle gobbe riverniciate del Monte di Splendore o di Casadio, sulle facciate dei palazzoni , sui cortili interni, sui marciapiedi: e in mezzo a tutto quell’oro e a quella freschezza, la gente vestita a festa formicolava al centro di Donna Olimpia, alle porte dei caseggiati, intorno al chiosco del giornalaio… 29Incontri letterari, 24.02.2015
  • 30. Per un po’ per l’Acqua Bullicante non incontrò che qualche persona anziana che se n’andava di fretta verso casa; però all’altezza della stradina che voltava in su, tra i muriccioli di due fabbriche, verso la Borgata Gordiani, comparve una fila di ragazzi che se ne venivano avanti, riempendo la strada quant’ era larga , senza fretta, gridando e facendo i malandri, in disordine come uno sciametto di mosche s’un tavolo sporco. Chi dava scopolette sulla testa del compagno facendo incazzare, chi si metteva in guardia colpendo l’aria di sinistro, di destro, e poi con un gancio per cui gli occhi si rapprendevano di soddisfazione 30Incontri letterari, 24.02.2015
  • 31. un altro invece mostrava la sua dritteria facendo l’indifferente con le man pigramente in saccoccia e con l’aria di dire: “ Co sta debolezza e chi ve li fa ffà sti sforzi!”, carico d’ironia verso gli altri; alcuni discutevano fra loro ghignando, torcendo la bocca con disgusto, tendendo le braccia con uno schiocco della lingua, o, nel calore della discussione, mettendo le mani a scodella sotto il mento, puntate contro il pettoe stando in quella posizione per mezz’ora, pieni d’aria interrogativa verso l’avversario. Tutta l’Acqua Bullicante, in profondo raccoglimento li stava a ammirare. 31Incontri letterari, 24.02.2015
  • 32. Faceva un caldo che non era scirocco e non era arsura, ma era soltanto caldo. Era come una mano di colore data sul venticello, sui muri gialletti della borgata, sui prati, sui carretti, sugli autobus coi grappoli agli sportelli. Una mano di colore che era tutta l’allegria e la miseria delle notti d’estate del presente e del passato. L’aria era tirata e ronzante come la pelle d’un tamburro; le pisciate anche appena fatte, che rigavano il marciapiede, erano secche; mucchi d’immondezza si sfregolavano abbrustoliti e senza più odore. 32Incontri letterari, 24.02.2015
  • 33. E nei centri delle borgate, nei bivii, come lì al Tiburtino, la gente s’ammassava, correva, strillava, che pareva d’essere nei bassifondi d Shangai: pure nei posti più solitari c’era della confusione, con file di maschi che andavano in cerca di qualche zoccoletta, fermandosi a far due chiacchiere alle bottecucce dei meccanici ancora aperte. E, passato Tiburtino, ecco Tor dei Schiavi, Il Borghetto Prenestino, L’Acqua Bullicante, La Maranella, il Mandrione, Porta Furba, 33Incontri letterari, 24.02.2015
  • 34. il Quarticciolo, il Quadraro…Altri centinaia di centri…con un mare di gente, che mano mano andava sparpagliandosi nelle strade intorno rumorose come androni, coi marciapiedi tutti rotti e lungo ruderi colossali di mura con sotto file di tuguri. Dentro Roma, 7 34Incontri letterari, 24.02.2015
  • 35. Nelle notti di marzo l'acqua del Tevere ancora non assorbe la luce della migliaia di fanali che da Ponte Milvio si sgranano fino a San Paolo: acqua e luci sono divisi da un leggero strato di freddo.In qualche sera,precocemente tiepida,si intravede quello che sarà il prossimo accordo tra la corrente e i lungoteveri,nella purezza della primavera. Il paesaggio buio - aria e acqua - punteggiato da luci in interminabili file ricurve,e arabescato dal buio più fitto degli alberi cittadini...e allora,svanito lo strato di freddo,circola tra fiume e fanali un'aria tenuissima,impalpabile,tutta trasformata in odore. E l'enorme carnaio trafitto dai mille profumi che lo compongono si adagia sui lungoteveri come un gas che avveleni inavvertitamente,d'incanto: e tutti,almeno per un istante,sia pure senza saperlo,vorrebbero morire a quel profumo di asfalti lontani (il Pincio,Corso Trieste,la Città Giardino,i quartieri meridionali...),di pattume,di erbe odorose e di pisciatoi. 35Incontri letterari, 24.02.2015
  • 36. Allora le rotaie del tram,affondate tra le piccole pietre dure del selciato,acquistano un'espressività muta,dura,tragicamente nostalgica:vedete,lì,la città,una città coi suoi quartieri nuovi e i suoi pomeriggi in cui il bianco del sole è di una noia mortale: e tutto pervaso da una normalità che deprime come una leggera febbre di tisico. Su quelle rotaie dei tram,su quei marciapiedi,su quelle spallette dei lungoteveri infebbrati,su quelle scale che conducono al livello del fiume,coi gradini unti di feci,su quei ponti che si stagliano contro un cielo romano - corrotto e seicentesco,d'un nitore che non è mai puro,grandioso ma non infinito -su quelle aiuole dove l'erba è divorata da uno smeraldo insano,su quegli intonachi invecchiati al sole,che nessuno si curerà mai di ripristinare,come se fossero votati a una desolante eternità,il profumo delle prime notti precocemente primaverili,come un animale ridestato dal caldo,sfoga liberamente i suoi brividi che scoperchiano i cervelli. Questo meraviglioso soffio,anonimo e infernale,ricostituisce con una fedeltà spietata gli "gli squarci di notti romane" dell'anno passato.[...] ( da PierPaolo PAsolini,"Alì dagli occhi azzurri",Garzanti,Milano,pg.5-6) 36Incontri letterari, 24.02.2015
  • 37. Gioco della luce del sole (su via Arenula, sui lungoteveri, sul Tevere) con quella delle mattonelle d porcellana del Cobianchi. Appunti per un poema popolare ( da PierPaolo Pasolini,“ Alì dagli occhi azzurri",Garzanti,Milano,p.89) 37Incontri letterari, 24.02.2015
  • 38. “ Pasolini sceglie apparentemente come argomento il mondo del sottoproletariato romano, ma appunta il suo interesse –con gusto quasi morboso- sugli aspetti più sporchi, abbietti, sordidi, scomposti e torbidi di quel mondo (…) l’elemento dominante è quel puzzo, quella sporcizia fisica e morale” Carlo Salinari,1960 38Incontri letterari, 24.02.2015
  • 40. L0 scandalo del contraddirmi, dell’essere Con te e contro di te; con te nel cuore, In luce, contro te nelle buie viscere; Del mio paterno stato traditore -nel mio pensiero, in un ombra d’azione- Mi so ad esso attaccato nel calore 40Incontri letterari, 24.02.2015
  • 41. Degli istinti, dell’estetica passione; Attratto da una vita proletaria A te anteriore, è per me religione La sua allegria, non la millenaria sua lotta: la sua natura, non la sua Coscienza; è la forza originaria 41Incontri letterari, 24.02.2015
  • 42. Dell’uomo, che nell’atto s’è perduta, A darle l’ebbrezza della nostalgia, Una luce poetica: ed altro più Io non so dirne, che non sia Giusto ma non sincero, astratto Amore, non accorante simpatia… 42Incontri letterari, 24.02.2015
  • 43. Come i poveri povero, mi attacco Come loro a umilianti speranze, Come loro per vivere mi batto Ogni giorno. Ma nella desolante Mia condizione di diseredato, Io possiedo: ed è il più esaltante 43Incontri letterari, 24.02.2015
  • 44. Dei possedimenti borghesi, lo stato Più assoluto. Ma come io possiedo la storia, Essa mi possiede; ne sono illuminato: ma a che serve la luce? Le ceneri di Gramsci, Garzanti,1957 44Incontri letterari, 24.02.2015
  • 45. 1955-59 ‹Officina› con Francesco Leonetti e Roberto Roversi. Obiettivo: una letteratura che rappresenti la realtà e le sue contraddizioni attraverso la sperimentazione formale e linguistica. La scrittura è partecipazione alla vita politica. 45Incontri letterari, 24.02.2015
  • 46. Incontri letterari, 24.02.2015 46 Palermo Gruppo ‘63 Innovazione formale Rifiuto dei contenuti ideologici ed etico-politici Fine della figura del protagonista eroe Ottica degradata e bassa della quotidianità Dissolvimento della rama tradizionale Strutture aperte sul modello di Kafka, Joyce, Musil, Svevo e del Nouveau Roman I protagonisti Balestrini, Sanguineti, Arbasino, Guglielmi, Manganelli, Pontigia, Celati <Nuovi argomenti> 1965