2. I Fauves
Il gruppo dei Fauves non si riconosce mai come vero e
proprio movimento, ma è piuttosto un gruppo di amici pittori
uniti da convinzioni comuni:
•L’elemento più importante del dipinto è il colore;
•Non si dipinge secondo l’impressione, ma secondo il proprio
sentire (si veda a proposito l’opinione di Matisse);
•La pittura dev’essere istintiva ed immediata;
•Il colore viene svincolato dalla realtà rappresentata.
3. "Per rendere un paesaggio d'autunno,
non cercherò di ricordarmi quali tinte si
convengano a questa stagione ma mi
ispirerò solamente alle sensazioni che
essa mi procura".
4. La storia
Il gruppo di artisti che si riuniva attorno a Matisse viene
riconosciuto e indicato con il nome di Fauves per la prima
volta nel 1905. Esso comprendeva André Derain, Maurice de
Vlaminick e Albert Marquet.
I Fauves avvertirono ben presto il pericolo di cadere in
formule meccaniche e artificiose e si volsero, non sempre
felicemente, in altre direzioni; tra essi solo il più grande,
Matisse, restò sostanzialmente aderente anche in seguito alle
premesse fauves.
5. L’origine del nome
Il 18 ottobre del 1905 aprì il Salon d’Automne.
Furono esposte alcune opere degli artisti poi indicati come
Fauves. Ad affibbiare loro questo nome fu il critico Louis
Vauxcelles, che, commentando una scultura tradizionale
esposta accanto alle loro opere, parlò di “Donatello chez les
Fauves”, cioè Donatello fra le belve
6. I punti di riferimento
I Fauves facevano riferimento principalmente a tre artisti:
Cézanne, Gaugin e Van Gogh.
Del primo i Fauves riprenderanno soprattutto la tendenza a
smaterializzare e ricomporre le forme, evidente per esempio
nella Signora in blu di Matisse.
Da Gaugin e Van Gogh essi erediteranno invece l’impiego di
colori puri e vivaci utilizzati con violenza e l’intenzione di
esprimere se stessi attraverso la pittura.
7. ANDRÉ DERAIN
André Derain nacque a Chatou nel
1880 e morì a Garches nel 1954.
Derain è un pittore molto misurato.
Ciò non vuol dire che si distacca
dall'estetica Fauve, perché nei suoi
quadri si nota il superamento
dell'oggettività, grazie
all'innaturalezza dei suoi colori.
H. Matisse. Ritratto di André
Derain
8. MAURICE DE VLAMINICK
Vlaminck è un istintivo. Per lui la
pittura è un atto quasi fisico. Si
esprime con il colore puro, così come
esce direttamente dal tubetto premuto
contro la tela. La pennellata larga
lascia strisce curve e vorticose che
creano un violento moto psicologico,
i colori si accendono per
accostamento, rendendo la reazione
del tutto soggettiva del pittore. Nel
1908, smorzatasi l'ondata Fauve,
anche egli si accosta al cubismo e
soprattutto al costruttivismo alla
Autoritratto Cézanne.
9. Vlaminick e Derain
Per rendersi conto della profonda differenza che intercorre fra
i due basta confrontare alcuni dei loro quadri, in cui
affrontano gli stessi temi, in questo caso la rappresentazione
di una città. Derain non ne vede l'aspetto caotico, drammatico
e alienante evidente nel quadro di Vlaminick, quanto quello
sereno.
10. HENRI MATISSE
Vita
Nacque a Cateau-Cambresis nel
1869. Studiò giurisprudenza e si
accostò alla pittura per passatempo,
quando nel 1889 una malattia lo
costrinse a letto. Studiò presso
accademie private e frequentò
l’atelier di Gustave Moreau, pittore
simbolista.Qui conobbe Albert
Marquet.
Trascorse poi diversi anni nel sud
Autoritratto della Francia e morì a Cimiez (vicino
a Nizza) nel 1954.
11. Simbolismo
Corrente francese manifestatasi negli anni Ottanta
dell’Ottocento. L’arte viene intesa come un’idea astratta,
frutto della fusione fra esperienza sensibile e stato d’animo.
La pittura diviene raffinata, ricca di simbologie mitologico-
religiose.
12. Stile
Matisse stesso riassume così, nel 1919, il proprio percorso
artistico:
“Come impressionista ho dipinto direttamente dalla natura,
poi ho apirato a una maggiore concentrazione e a
un’espressività più intensa nelle linee e nei colori. Per
raggiungere questo obiettivo ho dovuto sacrificare altri
valori: la materia, la tridimensionalità, la ricchezza di
dettagli. Ora voglio riconciliare questi valori.”
La sua evoluzione fu comunque caratterizzata dall’alternarsi
di momenti in cui predominava l’aspetto decorativo ed altri in
cui si imponeva un relativo naturalismo.
13. Il disegno
Il disegno per Matisse “non è un esercizio di particolare
abilità, ma un mezzo per esprimere sentimenti intimi e
descrivere stati d’animo: mezzi semplificati però per dare
maggiore semplicità, maggiore spontaneità all’espressione.”
14. “L’eterno conflitto fra colore e
disegno” tormenterà l’artista per tutta
la vita: se in un primo momento (la
fase prettamente Fauve) prevarrà il
colore per lasciare poi il posto al
dominio del disegno, dagli Anni Trenta
in avanti la ricerca del pittore (con La
donna in blu e le opere successive) sarà
tutta tesa alla conciliazione dei due
elementi. Matisse non sarà però
soddisfatto dei risultati ottenuti, come
confessa in una lettera a Pierre
Bonnard: “Sono paralizzato da un non
so che di convenzionale che mi
impedisce di esprimermi come vorrei
in pittura. Il mio disegno e la mia
pittura si separano.
15. Donna che legge
L’opera risale al periodo della
frequentazione dell’atelier del
simbolista Moreau ed è la prima in
cui compare una figura umana, dopo
una serie di esercizi su nature morte.
Matisse dichiarò di essere stato
subito attratto dalla rappresentazione
di esseri umani.
Le opere del primo periodo sono
essenzialmente tradizionaliste e
caratterizzate da colori piuttosto
cupi.
16. Luxe, Calme et Volupté
Il titolo fa riferimento al
ritornello della poesia
Invito al viaggio di
Baudelaire “Là, tous n’est
que ordre et beauté/luxe,
calme et volupté”.
L’opera è una chiara
testimonianza
dell’esperianza pointilliste di
Matisse e risale al 1904-05,
cioè immediatamente prima della nascita del gruppo dei Fauves.
La scelta abbastanza libera ed innaturale dei colori preannuncia le
tendenze dei Fauves, così come il carattere decorativo e simbolico
della scena rappresentata.
17. Invito al viaggio Guarda su quei canali
Mobili luccicanti,
Bambina mia, sorella, dormire i vascelli
pensa alla dolcezza lustri per gli anni,
il cui umore è
di andare là a vivere insieme! decoreranno la nostra vagabondo;
Amare fino a perdersi, camera;
è per soddisfare
amare e morire i più rari fiori
nel paese che ti assomiglia! il tuo minimo desiderio
mescoleranno i loro odori
I soli velati che vengono d’in capo
da questi cieli nuvolosi ai vaghi sentori dell’ambra, al mondo.
per il mio spirito hanno il le ricche volte, I soli che tramontano
fascino
i profondi specchi, rivestono i campi,
tanto misterioso
dei tuoi occhi perfidi lo splendore orientale, i canali, la città intera
che brillano attraverso le tutto parlerà di giacinto e d’oro;
lacrime
all’anima in segreto il mondo si addormenta
Là tutto è ordine e bellezza, la sua dolce lingua natale. in una calda luce
lusso, calma e voluttà. Là tutto... Là tutto...
18. Donna con cappello
Fu esposta al Salon d’Automne nel 1905. I
critici la accolsero quasi con indignazione,
impreparati alla rivoluzione Fauvista.
I colori vengono utilizzati sia puri sia
combinati fra loro. In particolare vengono
accostate, a rafforzarsi, coppie di colori
complementari. A differenza di Gaugin e
Van Gogh, che ricorrevano a colori accesi
per rinforzare quelli presenti nell’oggetto
rappresentato, Matisse rinuncia ad ogni
realismo cromatico. Ogni colore però ha
una funzione nel delineare le masse e le
ombre.
19. Joie de vivre
Con questa tela viene
recuperata, accanto al colore
Fauve, la linea sinuosa e
decorativa. Matisse voleva
infatti superare quello che
definì “l’eterno conflitto del
disegno e del colore.” La
scena rappresentata ricorda
quella di Luxe, Calme et
Volupté e rimanda alle opere
di Gaugin, illustrando una
primitiva epoca idillica di cui
si vagheggia il ritorno.
20. La stanza rossa
La scena quotidiana si trasforma in
semplice spunto per l’invenzione pittorica.
Tutti gli elementi della tradizione realistica
(natura morta, figura umana e paesaggio)
vengono ripresi e trasfigurati. Continua il
tentativo di far convivere armoniosamente
colore e linea. La tela presenta infatti, oltre
ad un intenso cromatismo Fauve, un
ricorrere di linee arabescate che caratterizzeranno il periodo
successivo. L’effetto prospettico dato dal tavolo viene quasi annullato
dalla scelta di utilizzare il medesimo colore dello sfondo: l’aspetto
piatto, bidimensionale serve ad esaltare il ruolo del colore e della
linea. I colori primari sono predominanti.
21. Pesci rossi
Il colore, dato a chiazze e a
pennellate piccole e dense è
Fauve, ma si trova ben
armonizzato con la linea.
L’elemento di massimo
realismo è dato dal riflesso
dei pesci sulla superficie
dell’acqua, mentre il vaso ed
il tavolino sono
rappresentati quasi in
assonometria. La
composizione risulta perciò
decisamente decorativa.
22. Nudo su fondo ornamentale
Matisse lavora contemporaneamente a
questo dipinto e ad un’analoga scultura
bronzea, Grande nudo seduto, le braccia
alzate, come dimostrano alcune fotografie
in cui la modella appare sullo stesso
sfondo (la stanza del pittore a Nizza).
L’influenza della scultura spiegherebbe
l’aspetto a tutto tondo della figura,
insolito per Matisse, che la fa emergere
dallo sfondo “Ornamentale”. La figura
però non è posta in uno spazio vero e proprio, perché parete e
pavimento sono posti sullo stesso piano come nella Signora in blu.
È evidente in questo aspetto l’influenza di Cézanne.
23. Signora in blu
In seguito alla rivalutazione del valore
del disegno, la pittura stessa diviene
una sorta di disegno colorato per
larghe e squillanti campiture. Il colore
naturalistico permane solo nel rosa
dell’incarnato, mentre anche le
proporzioni scompaiono per lasciare
spazio all’espressività dell’artista. Al
di sotto dell’abito non si percepisce il
volume del corpo. Lo schienale della
poltrona si fonde col rosso della
parete, mentre il pavimento viene
ruotato fino a giacere sullo stesso
piano della parete retrostante.
24. Tabac Royal
Il pittore cerca un equilibrio fra
elementi contrastanti: disegno e
colore, piatta decorazione di
fondo e monumentalità del
personaggio e degli oggetti,
realtà e immaginazione. Sono
presenti infatti molti elementi
realistici interpretati però con
grande libertà (per esempio le
proporzioni della figura
femminile e i fiori e i frutti
trasformati in macchie di
colore).
25. Icaro
Nel 1943 il colto editore greco Emmanuel
Térriade invitò l’amico Matisse a
pubblicare un libro scritto e illustrato. Nel
1947 venne così pubblicato Jazz. L’artista
corredò il testo con venti illustrazioni, di
cui quella rappresentata è l’ottava. La
tecnica impiegata era quella delle
gouaches découpées: pezzi di carta
colorati a tempera, ritagliati e incollati.
Qui viene raffigurato il mitico
personaggio di Icaro in caduta libera fra le
stelle: la notte in cui precipita il figlio di
Dedalo rimanda alle angosce del vecchio
pittore.
26. Indice delle opere
• Donna che legge
• Luxe, Calme et Volupté
• Donna con cappello
• Joie de vivre
• La stanza rossa
• Pesci rossi
• Nudo su fondo ornamentale
• Signora in blu
• Tabac Royal
• Icaro
27. Indice
• Fauves
• Derain
• De Vlaminick
• Matisse
• Opere