2. “Quel ramo del lago di Como…”
Comincia così la più ampia, distesa, discussa
descrizione del romanzo e l’avvio con
quell’aggettivo determinativo al posto di un
articolo dà immediatamente alla narrazione un
tono colloquiale, rende subito il lettore partecipe
dell’azione, inducendolo, con il preciso e
qualificante QUEL al posto del generico IL. La
descrizione e la scelta del paesaggio è molto
dettagliata in quanto siano luoghi cari e noti a
Manzoni dove ha trascorso alcuni anni della sua
infanzia.
ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 1
3. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 1
La descrizione del paesaggio svolge una funzione
fondamentale: l’incipit presenta una panoramica
molto vasta (campo lunghissimo) dei luoghi in cui
si colloca la vicenda, la visuale si restringe
gradualmente (campo medio), fino a limitare il
campo visivo alle stradicciole. Attraverso una di
queste stradicciole entra in scena il primo
personaggio, Don Abbondio. La descrizione
ambientale è relativa all’epoca.
4. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 3
Per quanto riguarda lo spazio possiamo notare
una dualità tra spazi interni (chiusi) ed esterni
(aperti).
Nella prima categoria rientra la stanza a
pianterreno della casa di Lucia; è il rifugio, il luogo
tranquillo in cui regna la sicurezza.
Nella seconda invece rientra la strada per Lecco;
qui Renzo è preda della rabbia e della
disperazione. Un sentimento che cesserà di
"vivere" in Renzo soltanto dopo la notte passata
sull'Arno.
5. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 3
Per questa ragione lo spazio non è soltanto una
scenografia alle azioni del romanzo, bensì un
importante ritratto di una precisa situazione
psicologica (tranquillità vs rabbia) e sensazioni
(per questo vedere l'esordio del quarto capitolo in
cui domina la malinconia).
Sempre nella seconda categoria rientra anche lo
studio del dottor Azzeccagarbugli, un ambiente in
cui domina l'ingiustizia (anche qui abbiamo quindi
un importanza notevole dello spazio che, come
abbiamo già potuto vedere, non è ridotto a
semplice cosa).
6. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 4
E' Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell'Adda, o
vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di
case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di
tramagli e di reti tese ad asciugare. Il convento era situato (e la
fabbrica ne sussiste tuttavia) al di fuori, e in faccia all'entrata della
terra, con di mezzo la strada che da Lecco conduce a Bergamo. Il
cielo era tutto sereno : di mano in mano che il sole s'alzava dietro il
monte, si vedeva la sua luce, dalle sommità de' monti opposti,
scendere, come spiegandosi rapidamente, giù per i pendìi, e nella
valle. Un venticello d'autunno, staccando da' rami le foglie
appassite del gelso, le portava a cadere, qualche passo distante
dall'albero. A destra e a sinistra, nelle vigne, sui tralci ancor tesi,
brillavan le foglie rosseggianti a varie tinte; e la terra lavorata di
fresco, spiccava bruna e distinta ne' campi di stoppie biancastre e
luccicanti dalla guazza. La scena era lieta; ma ogni figura d'uomo
che vi apparisse, rattristava lo sguardo e il pensiero.
7. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 4
Anche se il Manzoni non avesse insinuato questa didascalia, il
senso doloroso di quel paesaggio ci verrebbe pur sempre offerto
dalle sue note esterne di colore. Il paesaggio manzoniano non è
mai fine a se stesso, non si appaga di fissare un aspetto della
natura, trascrive un aspetto dell’umanità. In questa pagina ci sono
riferimenti precisi (“è Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra
dell'Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un
gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate
qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare. Il convento era
situato…), ma sommari e umanamente accentuati, e indirizzati a
introdurre la nota angosciosa che nella descrizione s’insinua.
Quando Manzoni si ferma su quel gruppo di “case abitate la più
parte da pescatori e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad
asciugare” è già fuori dalla descrizione obbiettiva e sottolinea una
condizione di povertà. Si concentra molto sui colori pressoché
autunnali. Affiora un motivo più profondo perché essa non solo
traduce una dolorosa realtà, ma si colora di una stezza inguaribile
e immobile.
8. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 5
Covile,Palazzotto e Bicocca
Posizione Sorgeva isolato sulla cima d'uno
dei poggi
Distanza dai luoghi
della vicenda
Era più in su del paese
degli sposi
Luoghi circostanti
Poggio lago,
un raggruppamento di case
Denominazione
ABITAZIONE DI DON RODRIGO
9. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 6
"Andò addirittura alla casetta di un certo Tonio; e lo trovò in
cucina, che, con un ginocchio sullo scalino del focolare, e,
tenendo, con una mano, l'orlo d'un paiolo, messo sulle ceneri
calde, dimenava, col matterello ricurvo, una piccola polenta
bigia..."
È la più ampia scena domestica, anzi paesana, incontrata
finora. Si svolge con una linea affettuosa, pittoresca, ma
soprattutto pensosa. Sono descritti tutti i particolari - Tonio
nell'atteggiamento di far la polenta-, la vivacità delle figure -
"tre o quattro ragazzetti con gli occhi fissi"-, il gusto del colore
che traspare dall'immagine della polenta scodellata - "e parve
una piccola luna, in un gran cerchio di vapori"
10. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 7
CAPITOLO 7: Per quanto riguarda lo spazio,
abbiamo spazi aperti e chiusi.
SPAZI APERTI: il paese, i numerosi vicoli e i
sentieri
SPAZI CHIUSI: la casa di Lucia (che rappresenta
l'estrema protezione dal tentativo di rapimento da
parte dei bravi); il palazzo di Rodrigo (il male) e
l'osteria (anch'esso un luogo in cui si progettano
imbrogli).
11. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 8
Le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare
che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo
straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo
paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran
tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti. Addio, casa
natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a
distinguere dal rumore de' passi comuni il rumore d'un passo
aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera,
casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza
rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e
perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte
sereno, cantando le lodi del Signore; dov'era promesso, preparato
un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere
solennemente benedetto, e l'amore venir comandato, e chiamarsi
santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non
turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una più
certa e più grande.
12. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 8
COMMENTO: Sull’Addio, monti i pareri della critica non sono
unanimi. Ai molti critici che considerano questa pagina una
delle più alte del romanzo manzoniano, si oppone un ristretto
gruppo di commentatori che ritiene troppo evidente il divario
tra le scarse capacità espressive di una contadina, qual è
Lucia, e il lirismo che caratterizza il paesaggio. Teniamo
presente che contenuto
La finzione letteraria amplifica qui questa differenziazione e fa
in modo che il narratore si configuri come colui che dà in
forma ai contenuti proposti da un altro soggetto, anzi, da
diversi soggetti
13. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 9
CAPITOLO IX : “Il nostro autore non descrive quel
viaggio notturno…”: nel non si descrive esattamente i
luoghi dove venivano indirizzate le due donne da Fra
Cristoforo e non rivela il nome del paese ma fa dedurre
che si tratta di un paese antico e nobile, e che ci passi il
Lambro. Ciò ci fa pensare a Monza.
14. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 10
Padre Cristoforo si reca al palazzo di don Rodrigo. Per raggiungerlo il frate deve
attraversare il villaggio dominato dal castello sull’altura. Il villaggio è popolato di
gente meschina, i bravi, e tutto appare segnato da un clima di violenza e di
malvagità: ovunque si vedono armi e neppure sui volti dei bambini e dei vecchi
si scorge l'innocenza. Percorso un sentiero in salita il sacerdote si trova di fronte
alla fortezza che appare squallida, minacciosa e volgare. La sensazione è
rafforzata dalla presenza di quattro creature: i due avvoltoi morti e i due bravi
sdraiati alla guardia del portone che accentuano la boria, la prepotenza e la
bassezza del luogo e del padrone
Dal passo si può capire sommariamente l’ubicazione del castello, “isolato, sulla
cima d’uno de’poggi”, situato poco più in alto rispetto al paese di Renzo e Lucia.
Ai piedi della collina, verso il lago, è collocato un “mucchietto di casupole”
abitate dai contadini lavoranti le terre di don Rodrigo. Il paese è definito
dall’autore “piccola capitale del suo piccol regno” essendo abitato da malfattori
al servizio di don Rodrigo e quindi simili a lui in malvagità e arroganza.
Come si può leggere dalla descrizione data dal Manzoni al suo villaggio, costui
era un personaggio che viveva nel crimine e la sua malvagità non conosceva
limiti. La descrizione del luogo può infatti essere attribuita allo stesso don
Rodrigo, che non si faceva scrupoli di commettere ingiustizie.
15. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 10
Non è propriamente una descrizione di paesaggio, ma rimanda a un
ambiente con una precisa connotazione spirituale e, dunque, è coerente
col modo in cui il Manzoni intende il paesaggio, come riflesso e elemento
per capire le alterne vicende umane.
Camminando per le strade del villaggio si possono scorgere all’interno
delle case “schioppi, tromboni, zappe, rastrelli, cappelli di paglia, reticelle
e fiaschetti da polvere”. Quest’immagine rende ancora più evidente il
carattere contadino degli abitanti e fornisce un’idea grottesca della
condizione e dei costumi di quella gente alterata dalla stessa violenza
che regna nel palazzo.
Nella descrizione della popolazione l’autore ricorre a metafore
animalesche: "omacci tarchiati e arcigni [...] vecchi che, perdute le
zanne, parevan sempre pronti [...] a digrignar le gengive; donne con
certe facce maschie, e con certe braccia nerborute [...]". Di tutta la
rappresentazione, quello dei vecchi è il particolare più efficace; c'è dentro
tutto il ribrezzo verso la malvagità degli anziani.
Anche in seguito riappare questa associazione uomo-animale quando
l’autore accosta i due avvoltoi morti ai due bravi, (tutti definiti "creature"
senza alcuna distinzione) posti a protezione di fronte al portone
all’esterno del palazzotto.
16. ITALIANO: PROMESSI SPOSI CAPITOLO
11All'ingresso nella città Renzo fa il primo incontro con una realtà
per lui traumatica, che capovolge interamente tutte le sue
conoscenze di ciò che accade nel mondo, nel momento storico e in
genere: il contatto con un luogo dove la farina viene sparsa per
terra e i panini bianchissimi, quelli che il povero filatore di seta può
permettersi nelle grandi occasioni, sono come sassi, abbandonati
sugli scalini del piedistallo della colonna di San Dionigi. L'immagine
del paese di cuccagna, del luogo della fantasia del popolo sempre
alle prese con la fame e con la carestia e con la penuria. La città
appare a Renzo da un lato come lo spazio dove si può saziare
ogni inveterata fame, quello della baldoria e dello spreco, la terra
promessa per lui, che se ne viene dal suo paese di montagna
povero e colpito dalla carestia; dall'altro lato Milano gli si presenta
come il luogo dove i cittadini scialano tranquillamente a carico della
gente della campagna, dando per di più a intendere che c'è
miseria. la strada viene descritta come se fosse sepolta tra due
rive del fiume.
17. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 14
Il capitolo 14 si apre con la rappresentazione dello spazio
esterno cittadino( strade, piazze) dove si sono svolti i “gran
fatti della giornata”. Il sole è tramontato: il frastuono
violento e accesso sembra stemperarsi, le cose diventano
“tutte d'un colore”. Calano le ombre della notte, e l'azione
si placa gradualmente, prima nei crocchi che si formano
nelle strade avvolte nel buio, poi essa si svolge e termina
in un ambiente chiuso, nell'interno dell'osteria della luna
piena, appena illuminata da “una mezza luce”.
L'ambiente esterno e lo spazio interno dell'osteria,
dominato da una debole “mezza luce” occupato
chiassosamente da “compagnoni” che sghignazzano, da
oggetti mossi confusamente e da un enigmatico oste, ci
introducono senza ombra di dubbio in un mondo
degradato
18. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 17
Il paesaggio assume un rilievo sempre più crescente; l'oscurità
della notte viene descritta come un clima di silenzio e di solitudine.
La solitudine è alimentata dall'assenza di alberi a lui famigliari.
Renzo subisce percepisce questo paesaggio come se fosse un
incubo ossessivo in quanto per tutto il suo cammino si trova in uno
stato di angoscia. Dall'entrare del bosco gli alberi in lontananza gli
sembrano figure strane deformi, mostruosi.
Un momento dopo avverte un rumore d'acqua: è l'Adda
Renzo è ormai certo di essere ricercato, trascorre così la notte in
una capanna abbandonata, quando sente un rumore: un mugolio
di cani lamentevole e minaccioso, un abbaiar frettoloso e rabbioso.
vede: qualche lumicino trasparente
immagina: di chiedere ospitalità e di essere considerato un ladro.
prova: ribrezzo, fastidio, smania, impulso di corsa, orrore
indefinito, disperazione e terrore.
19. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 20
Nella descrizione del paesaggio e dell'ambiente che circondano
il “castellaccio” del “selvaggio signore”.
Il narratore propone una duplice posizione semantica in
funzione simbolica:
-opposizione alto/basso
-opposizione prima/ora
la prima delle due opposizioni(alto/basso) si riferisce alla
dimensione spaziale, ed illustra realisticamente due aspetti
fondamentali del paesaggio che circonda il “castellaccio”. Essa
oltrepassa la sfera descrittiva e realistica dell'ambiente, per
assumere un valore simbolico preciso: quello di rivelare alcuni
tratti fondamentali del “selvaggio signore”.
la seconda opposizione(prima/ora) illude invece alla dimensione
temporale e manifesta il contrasto tra due stati d'animo
dissimili.
20. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 28
“Il lazzaretto di Milano è un recinto quadrilatero e quasi
quadrato, fuori dalla città, a sinistra della porta detta orientale,
distante dalle mura lo spazio della fossa, d'una strada di
circonvallazione e d'una gora che gira il recinto medesimo...”
il lazzaretto sorgeva presso Porta Orientale, oggi Porta Vittoria,
in un'area di proprietà del comune. Vi si radunava la gente
ammalata di una malattia contagiosa.
Non si è sicuri dell'etimologia del nome ma secondo alcuni
deriva “dal nome dell'isola veneziana Nazareth.
Altri ritengono che possa derivare da Lazzaro che nel medioevo
equivaleva al lebbroso.
“Botteghe chiuse, fabbriche deserte..”: al centro della descrizione
della popolazione colpita dalla peste, si intravede la città, ma
solamente rievocata con una descrizione restrittiva e sintetica e
definita da aggettivi che contestualizzano la situazione.
21. ITALIANO: PROMESSI SPOSI
CAPITOLO 33
Renzo giunge al suo paese di origine, che si trova ad
uno stato di desolazione e degrado, causato
dall'epidemia di peste abbattuta sul villaggio.
Dopo l'incontro con Tonio e Don Abbondio, Renzo si
dirige verso la sua vecchia abitazione e per strada
scova la propria vigna incolta e deturpata, ricca di
svariate piante selvatiche e ormai abbandonata a se
stessa. Questo aspetto sottolinea le condizioni di
abbandono a se stessi che si hanno nel periodo
pestilenziale, oltre a paragonare la società dell'epoca
a questa vigna così piena di erbe selvatiche, tutte
differenti e alcune solo all'apparenza migliori di quello
che ciò sono realmente.
22. STORIA/GEOGRAFIA: PROMESSI
SPOSI
Il Lario, più comunemente lago di Como è un lago
lombardo naturale, originato da profonde escavazioni
fluviali durante la crisi di salinità del Mediterraneo
modellato dalle ripetute glaciazioni pleistoceniche,
ricadente nei territori di comuni appartenenti alle province
di Como e Lecco.
È il terzo lago italiano come superficie con 145 km² e il
primo per sviluppo perimetrale con 170 km. È il quinto
bacino più profondo d'Europa con i suoi 410 metri dopo 4
laghi norvegesi. Raggiunge una lunghezza di 46 km ed è
largo da 650 metri a 4,3 km.
È uno dei più suggestivi paesaggi italiani, decantato
nell'800 dai maggiori poeti del Romanticismo, da
Alessandro Manzoni a Stendhal, da George Gordon Byron
a Franz Liszt.
23. SCIENZE NATURALI: LE ORIGINI
La vita si è originata circa 3.5 miliardi di anni fa
come cellula procariotica. Circa 1,5 miliardi di
anni fa dalle forme di vita procariotiche si è
passati alle forme di vita eucariotiche
unicellulari. Circa 750 milioni di anni fa si sono
originati i primi organismi viventi che si sono
estinti, hanno un antenato comune che risale a
3,5 miliardi di anni fa. La prima forma vivente
che ha dato origine al pianeta è la cellula.
24. SCIENZE NATURALI: ORGANISMI
VIVENTI
Ogni organismo vivente è un sistema aperto che
scambia materia ed energia con l’ambiente esterno.
Le modalità attraverso le quali gli organismi viventi
scambiano materia ed energia con l’ambiente esterno
consentono di classificare gli organismi viventi in:
Organismi viventi autotrofi o produttori: sono
organismi viventi che utilizzano semplici molecole
presenti nell’ambiente e una fonte di energia come la
radiazione solare per sintetizzare le molecole,
carboidrati ad alto contenuto energetico;
25. SCIENZE NATURALI: ORGANISMI
VIVENTI
Organismi viventi eterotrofi o consumatori: organismi
viventi che non sono in grado di costruirsi da soli le
macromolecole, carboidrati, ad alto contenuto
energetico e quindi devono introdurle già costruite
dall’ambiente esterno, prodotte da altri organismi
viventi. Gli organismi viventi sono tutti collegati tra di
loro attraverso una rete di relazioni chiamata catena
alimentare o rete alimentare.
Gli organismi viventi autotrofi, i produttori sono gli
organismi viventi che costituiscono l’anello
fondamentale della catena alimentare, solo loro sono
in grado di produrre molecole ad alto contenuto
energetico.
26. SCIENZE NATURALI:
FOTOSINTESI CLOROFILLIANA
Gli organismi autotrofi principali sono i
fotoautotrofi, sono in grado di compiere il
processo della fotosintesi clorofilliana.
Reagenti iniziali Prodotti finali
6CO2+6H2 O+ E(Sole) c6 H 1 2 O 6
Il processo di fotosintesi clorofilliana consente di
“intrappolare”, trasformare, l’energia radiante del
Sole in energia chimica di legame contenuta nei
legami chimici che tengono uniti tra loro gli atomi
nella molecola di glucosio.
27. Organismi viventi: componente biotica
Ambiente: componente abiotica
Un sistema ecologico o ecosistema è un insieme
di componenti biotiche (organismi viventi) e
abiotiche (ambiente) caratterizzato da flussi
continui di energia e di materia. Così come le
cellule sono le unità strutturali e funzionali degli
esseri viventi, gli ecosistemi sono le unità del
mondo naturale. Affinchè un ecosistema funzioni
devono verificarsi queste tre condizioni:
SCIENZE NATURALI: GLI
ORGANISMI E L'AMBIENTE
28. 1. L’esistenza di una fonte di energia primaria che
attraverso i processi di fotosintesi, venga resa
disponibile sotto forma di molecole complesse ,
costruite a partire del carbonio presente
nell’atmosfera;
2. La presenza di un flusso unidirezionale di
energia che si origini da organismi produttori
autotrofi (generalmente fotosintetici) e sia
indirizzato verso i consumatori eterotrofi
(organismi che si nutrono di autotrofi o altri
eterotrofi);
3. Negli ecosistemi l’energia fluisce mentre la
materia circola, passa dall’ambiente abiotico agli
esseri viventi e poi di nuovo all’ambiente
attraverso i cicli biogeochimici.
29. La biosfera è una “pellicola” sottile composta da
organismi viventi ed avvolge la Terra.
La biosfera è formata da:
● Litosfera
● Atmosfera
● Idrosfera
SCIENZE NATURALI: BIOSFERA
30. Il clima consente all'ambiente di avere diversi
tipi di ecosistemi o anche detti biomi.
I bioma sono ambienti terrestri che si
differenziano fra loro a seconda del tipo di
vegetazione presente.
In ecologia si intende una classe o categoria di
comunità simili, non una località. I confini dei
biomi non sono così netti come spesso
vengono raffigurati.
SCIENZE NATURALI: GLI
ECOSISTEMI VARIANO IN BASE
AL CLIMA
31. SCIENZE NATURALI: TIPI DI
BIOMI
I biomi possono essere di 8 tipi differenti:
● Foreste delle zone temperate
● Taiga
● Foresta alpina
● Tundra dei pini artici
● Prateria delle zone temperate
● Savana o prateria tropicale
● Macchia mediterranea
● Deserto
● Foresta tropicale o pluviale
32. SCIENZE NATURALI: FORESTE
DALLE ZONE TEMPERATE
Il clima di questo bioma è mediamente umido,
temperato e senza grosse variazioni di
temperature stagionali. Le precipitazioni sono
omogenee e gli inverni sono miti. La
vegetazione tipica è caratterizzata da piante ad
alto fusto ad esempio betulle, aceri, faggi, ecc...
il suolo è particolarmente sviluppato e presenta
un ricco sottobosco
33. .
La Taiga si sviluppa su terreni prevalentemente
umidi ed ospita vaste zone umide, paludi e
torbiere a sfagni , sicché per molti tratti essa si
presenta come un mosaico di foreste e torbiere.
Il clima è continentale secco e rigido.
La vegetazione consiste nella maggioranza di
conifere, che formano intere foreste, disposte
nella fascia circolare circumpolare.
SCIENZE NATURALI: TAIGA
34. SCIENZE NATURALI: FORESTE
ALPINE
Il clima è freddo e umido, gli inverni sono lunghi
e rigidi e le estati corte e tiepide. Sono molto
presenti precipitazioni nevose durante
soprattutto il periodo invernale.
La vegetazione è composta fondamentalmente
da conifere sempreverdi, che crescono lungo i
corsi d'acqua. La fauna è principalmente
caratterizzata da orsi, scoiattoli e cervi.
35. Nella Tundra il clima è freddo, con inverni
lunghi e rigidi. La Tundra si estende in
maggioranza nell'emisfero settentrionale.
La vegetazione è quella tipica delle zone
artiche, cioè composta da muschi, licheni e
scarsi arbusti.
La Tundra è composta addirittura da zone
caratterizzate da ghiacci perenni, in cui la
temperatura media è inferiore allo zero.
SCIENZE NATURALI: TUNDRA DEI
PINI ARTICI
36. Il clima è temperato, caratterizzato da inverni
freddi ed estati calde e molto secche.
La presenza di fauna è molto varia in questo
bioma e per la flora scarseggia la presenza di
alberi.
È possibile trovare praterie a qualsiasi livello di
latitudine ci si trovi e solitamente è provocata
dai numerosi incendi, i pascoli degli animali o
dalle numerose precipitazioni.
SCIENZE NATURALI: PRATERIA
DELLE ZONE TEMPERATE
37. SCIENZE NATURALI: SAVANA
La scarsità delle precipitazioni fa si che si
creino le condizioni climatiche adatte per la
formazione di questo bioma, che scarseggia di
precipitazioni ed è un clima molto arido.
La savana ha una vegetazione di prevalenza
erbosa, con arbusti e alberi abbastanza
distanziati fra loro.
Molto spesso la presenza di questo bioma è
caratterizzato dall'avvenimento di incendi
stagionali.
38. SCIENZE NATURALI: MACCHIA
MEDITERRANEA
La macchia mediterranea si può dividere in:
● Macchia alta
● Macchia bassa
Gli inverni sono miti, mentre le estati sono
calde e aride. La vegetazione presente sul
territorio ha le caratteristiche di essere a
crescita bassa, con fusti resistenti e foglie
rigide. È costituita principalmente da sclerofille.
La macchia mediterranea, come dal nome, si
concentra nelle zone mediterranee.
39. SCIENZE NATURALI: DESERTO
Il clima è molto arido e la scarsità di
precipitazioni è notevole, insieme alla scarsità
di vegetazione. L'unica vegetazione presente in
questo bioma è quella a basso tasso di umidità.
La superficie può essere di tipo ghiaioso,
roccioso o sabbioso, comprendendo pianure
sabbiose, altopiani, montagne o bacini
contornati da montagne.
Il deserto è un bioma in cui scarseggiano le
forme di vita.
40. SCIENZE NATURALI: FORESTA
TROPICALE O PLUVIALE
Il clima di questo bioma è tropicale e
caratterizzato dall'assenza di variazioni
stagionali, le precipitazioni sono molto
abbondanti. In questo bioma è presente la più
varia biodiversità, con la presenza di varie
forme di flora e fauna. Questo bioma si
concentra maggiormente nella zona
equatoriale. Il sottobosco è scarso perchè
difficilmente la luce del sole riesce a
raggiungere il suolo.
41. SCIENZE NATURALI: BIOMA DEL
LAGO DI COMO
La posizione geografica è favorevole e il conseguente
clima mite ha permesso lo sviluppo sulle sponde del
Lago di una lussureggiante vegetazione e dalla presenza
di numerose varietà di piante, arbusti e fiori che
normalmente crescono in regioni molto più meridionali,
addirittura di origine subtropicale.
Nelle aree montuose si trovano numerose zone
boschive, dove è facile imbattersi in foreste ad aghifoglie
e ammirare fiori anche rari come le genziane. Le
montagne, a parte sulle pendici si presentano comunque
piuttosto spoglie con esclusivamente estese zone di prati
adatti al pascolo. Nei parchi circostanti ai fiumi Lambro e
Adda la vegetazione è molto ricca e sono le foreste di
latifoglie, pioppi e querce a farla da padrone.
42. SCIENZE NATURALI: BIOMA DEL
LAGO DI COMO
Dal punto di vista faunistico il Lago di Como presenta
una grande varietà di specie ittiche. Alcune tipiche delle
acque dolci come la trota e il luccio altre un po’ meno
diffuse come l’alborella, il cavedano, gli agoni e il pesce
persico.
Numerose sono anche le specie di uccelli che popolano
l’area lacustre, molte delle quali considerate specie
protette. Si possono osservare generalmente varie
specie di anatre tuffatrici, anatre di superficie, cigni,
cormorani e gabbiani e aironi.
Le valli e le vette circostanti, invece, sono popolate da
cinghiali, caprioli, volpi, lepri e cervi, mentre i cieli sono
spesso sorvolati da falchi e poiane
43. DIRITTO: AGENDA 21
Che cos'è AGENDA 21 LOCALE
.AGENDA 21 LOCALE
Agenda, in quanto
si annotano le cose
da fare
Locale, in quanto
viene definita in un
contesto circoscritto
attorno ad attori che
vi operano
21 è il secolo che
si è aperto e nel
quale il documento,
le azioni che lo
hanno generato e
che ne deriveranno,
produrranno i loro
effetti
44. Agenda 21 è un documento programmatico di intenti ed obiettivi su
ambiente, economia e società, firmato alla conferenza di Rio de Janeiro
nel 1992 da 198 Stati che si impegnano ad attuare azioni specifiche e
strategie per favorire lo sviluppo sostenibile nel ventunesimo secolo.
Al giorno d'oggi è chiaro che il benessere dell'uomo non è determinato
solo dalla quantità di beni che possiamo acquistare, ma anche dalla
qualità.
OBIETTIVI :
● Promuovere il dialogo tra cittadini, amministrazioni e organizzazioni
locali.
● Definire gli scenari di sviluppo della comunità.
● Rilevare e comunicare i dati ambientali sul territorio.
● Svolgere attività di monitoraggio dei risultati ottenuti.à della vita che
conduciamo
DIRITTO: AGENDA 21
45. DIRITTO: AGENDA 21
AGENDA 21 LOCALE migliora
CREMONA
Il Comune di Cremona ha attivato il percorso di Agenda 21 già nel 1999 con l'adozione
della Carta di Aalborg, sottoscritta con ordine del giorno approvato dal Consiglio
comunale del 15 Aprile 1999.
Successivamente ha aderito alla Carta di Ferrara e più recentemente, nel mese di
Ottobre del 2004, il documento "Aalborg +10 Ispirare il futuro", carta di impegni formulata
dagli enti locali europei presenti alla 2a Conferenza di Aalborg del mese di Giugno 2004.
I governi locali europei firmatari del documento condividono una visione comune per un
futuro urbano sostenibile delle proprie comunità locali e si impegnano a tradurre questa
visione in obiettivi e azioni concrete a livello locale.
Già in precedenza, l'attività del Comune, è stata orientata ad operare secondo modalità e
principi di sostenibilità.
Tra i risultati raggiunti al riguardo, si ricordano, tra l'altro, la prosecuzione della rete di
teleriscaldamento, il perfezionamento della rete integrata dei rifiuti, l'avvio dell'educazione
ambientale nelle scuole e le campagne di sensibilizzazione della cittadinanza sulle
problematiche relative alla tutela dell'ambiente.
Nel mese di Ottobre 2004 il Comune di Cremona ha attivato il progetto Agenda 21 Locale
Migliora Cremona, con il quale ha ottenuto un co-finanziamento da parte del Ministero
dell'Ambiente per la promozione di progetti di attivazione di Agende 21 Locali delle città
italiane.
46. Il percorso classico di Agenda 21 tradizionalmente si struttura in 3 fasi:
● sensibilizzazione e coinvolgimento degli attori locali;
● costituzione del Forum permanente;
● redazione del Rapporto sullo Stato dell'Ambiente.
Attraverso la realizzazione delle attività previste dal progetto il Comune
intende continuare il proprio percorso verso lo sviluppo sostenibile.
Ovviamente il percorso di Agenda 21 non si conclude con la
realizzazione di queste tre fasi (previste per il mese di Aprile 2006), ma
continuerà con la definizione di un Piano d'Azione che dovrà individuare,
con la condivisione più ampia possibile, soluzioni e proposte in coerenza
con le criticità emerse dal Rapporto sullo Stato dell'Ambiente.
DIRITTO: AGENDA 21
IL PERCORSO DELLA AGENDA 21
47. SPAGNOLO: ARGENTINA
La Argentina es un Estado Sobrano. La Argentina es
organizada como républica representativa y federal y es
situada en la America del Sur. Argentina tienes 23
provincias y Buenos Aires, una ciudad autónoma. La
capital de Argentina es Buenos Aires.
Argentina tiene tres zonas diferenciadas:
-La zona central y norte, de llanuras
-La zona sur, de mesetas
-La zona oeste, montañosa.
La Argentina tiene una gran variedad de climas. Aquello
predominante es el templado, hay tambien en el norte un
clima subtropical y nel sud un subpolar.
48. SPAGNOLO: ARGENTINA
En el norte los veranos son muy cálidos y húmedos y los
inviernos son suaves y secos.
El centro tiene veranos cálidos con lluvias y tormentas y
inviernos frescos.
En el sud los veranos son cálidos e inviernos fríos con
grandes nevadas.
Las plantas subtropicales dominan el norte del país, la
Argentina tiene muchas variantes de albores, por
ejemplo: las dalbergias, los quebrachos, los palos de
rosa y los algorrobos.
49. SPAGNOLO: ARGENTINA
Las llanuras pampeanas tienen muchas cantidad de
humos. Hay tambien una gran pradera que se llama
Pampa húmeda y tiene albores como el eucalipto y el
sicómoro americano. Otros ejemplos de albores que
tiene la Argentina son: el pino, el ciprés, el lerce, el
ciprés de la cordillera, el ciprés de las guaitecas, el
huililahuán el lleuque, el mañío hembra y la araucaria.
En Argentina hay varios animales: grandes felinos como
el puma o el yaguareté, grandes canidos como el leon de
crin o el oso de antejos, el tapir, los carpinchos, los
pecaries, las nutrias gigantes, muchos serpientes, los
delfinos y las ballenas, los elefantes marinos, muchas
variedad de pájaros, los ciervos, los lobos, las vicuñas,
los armadillos y las tortugas.
50. SPAGNOLO: CASTILLA Y LEON
Castilla y León es una comunidad autónoma española
con estatus de comunidad histórica constituida en1983.
Cuyo territorio se sitúa en la parte norte de la meseta de
la penísola Ibérica y se corresponde mayoritariamente
con la parte española de la cuenca hidrográfica del
Duero. Castilla y León limita al norte con el Principado de
Asturia, Cantabria y el País Vasco, al este con La Rioja y
Aragón, al sur con Comunidad de Madrid, Castilla-La
Mancha y Extremadura y al oeste con Galicia y Portugal.
Consta de nueve provincias: Ávila, Burgos,
León, Palencia, Salamanca, Segovia, Soria, Valladolid
y Zamora. Las capitales provinciales recaen en las
ciudades homónimas a sus provincias correspondientes.
51. SPAGNOLO: CASTILLA Y LEON
La morfología de Castilla y León está formada, en su
mayor parte, por la Meseta y un cinturón de relieves
montañosos. La Meseta es una altiplanicie, que tiene
una altitud media cercana a los 800 m, está cubierta por
materiales arcillosos depositados que han dado lugar a
un paisaje seco y árido. Siguiendo la morfología de la
zona se pueden observar: al norte, las montañas de las
provincias de Palencia y de León con cumbres altas y
espigadas y las montañas de la provincia de Burgos,
dividas en dos partes por el desfiladero de Pancorbo, vía
de unión entre el País Vasco y Castilla.De éstas, la parte
norte pertenece a la cordillera Cantábrica y llega hasta la
ciudad de Burgos.La zona este-sureste, perteneciente al
sistema Ibérico. En la parte noroeste se extienden las
montañas de Zamora, con picos amesetados por la
erosión.
52. SPAGNOLO: CASTILLA Y LEON
Al este, en las montañas sorianas, se puede apreciar el
sistema Ibérico, presidido por el Moncayo, su cumbre
más alta. Separando la Meseta septentrional de la
meridional, al sur, se levanta el Sistema Central donde
se encuentran la Sierra de y la Sierra de Gredos en la
mitad oeste y la Sierra de Guadarramay y la Sierra de
Allyón en la mitad este.Castilla y León tiene un clima
mediterráneo continentalizado con inviernos largos y
fríos, con temperaturas medias de entre 4 y 7 °C en
enero y veranos cortos y calurosos (medias de 19 a 22º),
pero con los tres o cuatro meses de aridez estival
característicos del clima mediterráneo. La pluviosidad,
con una media de 450-500 mm anuales, es escasa,
acentuándose en las tierras más bajas.
54. INGLESE: CANALETTO
Canaletto was educated as a set designer in his
father’s studio, who took care of theatrical productions.
Then the artist started having interest in painting,
especially a corrent trend of 1600 called “Vedutismo”,
which consists in painting various landscapes.
Canaletto soon became one of the most famous
artists, he worked mostly in Venice and London.
His paintings were done with a technique called optical
chamber, which makes the painting look like a photo.
It allowed to project the reflection of the landscape on
a fixed flat surface, so the artist could follow the outline
of the picture reflexed on a paper. One of his most
famous painting is called “Il Canal Grande verso
Rialto” (1723), which is still in Venice, Ca’Rezzonico.
55. INGLESE: CANALETTO
This painting belongs to the collection of four sights of
Venice. The scene is rappresented as the viewer
watches it from the Balbi palace towards the direction
of the bridge.
The canal, in the foreground, runs to the vanishing
point of the composition, along the banks the
scenography is made of palaces one next to each
other. The ones on the left side are enlighted by the
sun that reveals the degradAtion of the building, as
well as the small architectural particulars.
Thanks to the use, from the scenographic technique,
of two differents sources of light which take place on
both of the sides of the painting, the water of the
lagoon is obscured by the palace Balbi’s shadow and
the ones of the Mocenigo’s houses, in the river bank
who’s in front of them, on the opposite bank.
56. INGLESE: CANALETTO
Thanks to the use, from the scenographic technique,
of two differents sources of light which take place on
both of the sides of the painting, the water of the
lagoon is obscured by the palace Balbi’s shadow and
the ones of the Mocenigo’s houses, in the river bank
who’s in front of them, on the opposite bank.
The few static gondolas that are on the river, are
driven by small figures, who seem to be almost forced
to interpreTate the role the author gave them.
The brilliant light blue colour of the sky in the
background is enhaced by the light shade of the
clouds, that occupy the upper part of the painting.by
the light shade of the clouds, that occupy the upper
part of the painting.
57. INGLESE: CANALETTO
The overall prevalence of brown tones and the use of
scenographic techniques for the distribution of light
place this painting at the beginning of the third decade
and they belong to the time where the painter was still
young.
The End.