SWOT Analysis
Marketing Mix
Come definire il prezzo di un prodotto/servizio
Come promuovere un prodotto/servizio
L’importanza della catena di distribuzione
Strategia di Marketing (Raffaella Tabacco) 15/06/2015
1. 16/06/15
1
Poli%che
di
marke%ng
opera%vo
Raffaella
Tabacco
Dipar4mento
di
Scienze
Economiche
e
Sta4s4che
Università
degli
Studi
di
Udine
15
giugno
2015
Agenda
• Dalle
analisi
del
marke4ng
strategico
alle
poli4che
di
marke4ng
opera4vo
• Spun4
per
definire
il
marke4ng
opera4vo:
– Un’invenzione
non
è
un
prodoIo
– La
rilevanza
del
prezzo
– La
distribuzione
che
crea
valore
– Comunicare
il
valore
di
un
prodoIo
Dalle
analisi
del
marke%ng
strategico
alle
poli%che
di
marke%ng
opera%vo
Ulteriori
Sfide
per
chi
innova
Domande
chiave
Dedicare
risorse
alle
analisi
del
marke/ng
strategico
e
alla
definizione
delle
poli/che
di
marke/ng
opera/vo?
Sfide
ulteriori
per
le
startup?
Un
potente
strumento
di
sintesi:
la
Swot
Analysis
• L’analisi
condoIa
aIraverso
la
griglia
SWOT
è
u4le
per
decidere
se:
– mantenere
o
meno
la
presenza
in
un
seIore;
– entrare
in
un
nuovo
seIore.
• La
griglia
è
costruita
su
4
variabili
(due
per
l’impresa
e
due
per
l’ambiente
compe44vo):
– i
pun4
di
forza
dell’impresa
(strenghts);
– i
pun4
di
debolezza
dell’impresa
(weaknesses);
– le
opportunità
dell’ambiente
compe44vo
(opportuni6es);
– le
minacce
dell’ambiente
compe44vo
(threats).
Griglia
SWOT
Punti di
forza
Punti di
debolezza
Opportunità Minacce
competenze
distintive
dell’impresa - da
questi dipende la
capacità di
sfruttare le
opportunità
enfatizzano le
minacce o
riducono il valore
delle opportunità
condizioni che
presentano un
valore attuale o
potenziale per il
vantaggio
competitivo
elementi che
possono
aumentare i rischi
di insuccesso della
strategia, ovvero
aumentarne i costi
o anche impedirla
Tutti gli elementi hanno un valore relativo, rispetto alla concorrenza
La combinazione ottimale di risorse e opportunità esiste
solo in periodi limitati, definiti “finestre strategiche”
2. 16/06/15
2
Un
prodoIo
innova4vo:
Coke
C2
(1)
• Nel
2004
Cocacola
lanciò
Coke
C2.
• Contro
ogni
aspeIa4va
Coke
C2
fu
un
fallimento
– I
benefici
non
avevano
un
sufficiente
valore
per
il
target;
– il
trend
“bassi
carboidra4”
si
esaurì
velocemente.
• Nel
2005
venne
lanciata
Diet
Coke
(zero
calorie).
hIps://hbr.org/2011/04/why-‐most-‐product-‐launches-‐fail
Il
fallimento
di
Coke
C2
(2)
• Centralità
di
un’analisi
accurata
del
mercato
– La
differenziazione
offerta
dal
nuovo
prodoIo
non
venne
considerata
rilevante
dai
consumatori.
– Il
trend
“no
carbs”
si
rivelò
temporaneo.
• Importanza
di
definire
un
prodo@o
con
le
caraIeris4che
effe`vamente
ricercate
dal
target.
hIps://hbr.org/2011/04/why-‐most-‐product-‐launches-‐fail
Ulteriori
sfide
per
le
startup
innova4ve
“La
maggior
parte
delle
startup
non
falliscono
perché
non
riescono
a
creare
un
prodo>o,
ma
falliscono
perché
non
riescono
ad
acquisire
clien/”
–
Gabriel
Weinberg,
CEO
&
Founder
DuckDuckGo
• Perché
è
più
difficile
assumere
un
orientamento
al
cliente
ed
elaborare
un
progeIo
di
commercializzazione…
La
commercializzazione
come
a`vità
chiave
• E’
comune
per
una
startup
focalizzarsi
sullo
sviluppo
e
la
progeIazione,
trascurando
le
a`vità
di
marke4ng.
• Il
marke4ng
per
una
startup
innova4va
richiede
degli
aggiustamen%
(anche
rispeIo
a
quello
di
una
piccola
impresa)
perché
– propone
un
prodoIo,
un
servizio
o
un
business
model
innova4vo
non
esistente;
– hanno
un
bilancio
limitato
che
impedisce
grandi
inves4men4
(ad
esempio
in
campagne
di
comunicazione);
– hanno
un
numero
di
risorse
umane
limitato
che
quindi
devono
occuparsi
di
molte
a`vità,
fra
le
quali
anche
il
marke4ng…
hIp://ryangum.com/startup-‐marke4ng-‐resources/
Per
chi
s%amo
lavorando?
• Per
una
startup
concentrarsi
esclusivamente
sulle
caraIeris4che
tecniche
del
prodoIo
è
rischioso
perché
significa
dimen4carsi
per
chi
sta
lavorando…
– Chi
è
il
mio
cliente?
– Qual
è
il
beneficio
che
vuole
oIenere
dal
mio
prodoIo?
– Perché
il
mio
cliente
dovrebbe
comprare
la
mia
soluzione
e
non
quella
inclusa
dai
prodo`
già
presen4
sul
mercato?
AspeC
da
considerare
per
la
VALUE
PROPOSITION
Il
marke4ng
strategico
ci
aiuta…
• L’iden4ficazione
del
target
e
l’individuazione
della
nostra
proposta
di
valore
è
l’obie`vo
del
marke4ng
strategico
e
si
sostanzia
in
tre
passaggi
chiave:
– segmentazione,
– copertura,
– posizionamento.
3. 16/06/15
3
S1
S3
Una
rappresentazione
grafica
del
processo…
A
B
D
.
.
.
.
C
S2 MARCA
Prodotto ideale
PREZZO
Dimensione Y
QUALITA’
Dimensione XCopertura E
Posizionamento
Dalla
mappa
dei
prodo`
ideali
alla
mappa
dei
posizionamen4
Segmentazione
Posizionamento:
il
risultato
finale
e
una
premessa
• Passaggio
finale
del
marke4ng
strategico
• Fa
riferimento
all’insieme
di
inizia4ve
volte
a
definire
le
cara@eris%che
del
prodo@o
e
ad
impostare
il
marke4ng
mix
più
adaIo
per
aIribuire
una
certa
posizione
al
prodoIo
nella
mente
del
consumatore
(Kotler,
1991).
Due
nodi
del
posizionamento:
percezione
e
differenziazione
• Elemento
fondamentale
è
la
percezione
che
il
consumatore
ha
della
posizione
occupata
da
ogni
prodoIo
presente
sul
mercato
(ruolo
della
comunicazione).
• La
definizione
del
posizionamento
in
un
dato
segmento
di
mercato
ci
spinge
ad
interrogarci
sulla
differenziazione
(interna
ed
esterna)
del
nostro
prodoIo
– Perché
si
differenzia
dai
prodo`
già
esisten4?
– Qual
è
il
suo
valore
dis4n4vo?
Ulteriori
sfide
per
i
prodoC
innova%vi
• L’incognita
dell’innovazione…
– luci….
Un
prodoIo
innova4vo
dà
alla
startup
una
“marcia
in
più”
(è
un
elemento
di
vantaggio
compe66vo),
perché
permeIe
di
differenziarsi,
offrire
nuove
soluzioni…
– ombre…
può
porre
una
serie
di
problemi
aggiun4vi
perché
i
potenziali
consumatori/
clien4
possono
non
percepire/comprendere
il
valore
del
nuovo
prodoIo.
P&G
e
il
fallimento
di
Febreze
Scentstories
(1)
• Nel
2004
P&G
lancio
uno
“scent
player”
che
sembrava
un
leIore
CD
e
che
emiIeva
profumi
(contenu4
in
dischi
da
$5.99
con
nomi
come
“Relaxing
in
the
Hammonck”)
ogni
30
minu4.
• L’impresa
incaricò
una
cantante
Shania
Twain
per
il
lancio
commerciale.
Questo
confuse
i
consumatori,
mol4
dei
quali
pensarono
che
il
device
riguardasse
la
musica
e
non
i
profumi.
Questa
ambiguità
causò
il
fallimento
di
Scentstories.
hIps://hbr.org/2011/04/why-‐most-‐product-‐
launches-‐fail
P&G
e
il
fallimento
di
Febreze
Scentstories
(2)
• Il
nuovo
prodoIo
aveva
definito
una
nuova
categoria
di
prodo`
che
avrebbe
richiesto
un’educazione
dei
consumatori
• Aver
trascurato
a`vità
di
“educazione”
dei
potenziali
acquiren4
ha
inciso
nega4vamente
sull’esito
del
lancio
del
prodoIo
5. 16/06/15
5
Un
passaggio
chiave
Costruire
un
marke/ng
mix
che
traduca
i
risulta/
dell’analisi
strategica
nella
percezione
del
target
• MARKETING
MIX
– PRODOTTO
– PREZZO
– DISTRIBUZIONE
– COMUNICAZIONE
Coerenza
del
marke%ng
mix
rispe@o
al
posizionamento
Coerenza
interna
alle
variabili
Spun4
per
la
definizione
delle
poli4che
di
marke4ng
opera4vo
Il
prodo@o
Il
“prodoIo”
non
coincide
con
la
“tecnologia”
• I
consumatori
comprano
un
beneficio,
non
un
prodoIo
fisico
– “Non
compro
una
punta
da
trapano,
ma
compro
un
foro
da
1/3
di
pollice”
• Un’innovazione
radicale
accentua
la
difficoltà
del
consumatore
di
comprendere/intuire
il
beneficio
– La
TAC
che
non
viene
compresa
Non
tuIe
le
invenzioni
diventano
innovazioni
• Le
imprese
devono
lavorare
per
trasformare
– Un’INVENZIONE
(ovvero
la
definizione
di
nuove
idee
e
tecnologie
che
potrebbero
o
meno
recare
vantaggio
ai
consumatori)
in
un
– Un’INNOVAZIONE
(ovvero
la
traduzione
di
un’idea
o
di
una
tecnologia
in
un
prodoIo
commercializzato
presso
i
consumatori
che
la
percepiscono
come
nuova)
• Alcuni
passaggi
per
arrivare
ad
un
prodoIo:
idea,
conceIo…
prodoIo.
Passaggio
dall’idea,
al
conceIo
al
prodoIo
• Idea
– Esempio:
“Una
impresa
alimentare
sviluppa
l’idea
di
una
miscela
in
polvere
da
aggiungere
al
laIe
per
accrescerne
il
potere
nutrizionale
e
renderlo
più
gustosa.
Ma
il
consumatore
non
acquista
un’idea
ma
un
prodoIo
…”
• Conce@o:
deve
essere
espresso
in
termini
percepibili
dal
consumatore
– Chiarire
BENEFICI,
ATTRIBUTI,
TARGET
Lo
sviluppo
del
conceIo
• PermeIe
di
passare
da
una
intuizione
a
una
elaborazione
che
il
consumatore
percepisce
e
può
verificare.
• Il
conceIo
di
prodoIo
è
una
descrizione,
preferibilmente
scriIa
a. della
promessa
faIa
dal
nuovo
prodoIo
(BENEFICI)
e
b. delle
sue
caraIeris4che
fisiche
e
perce`ve
(ATTRIBUTI)
c. per
un
gruppo
par4colare
di
uten4
(TARGET)
• Possono
esserci
uno
o
più
conce`,
anche
aper4
6. 16/06/15
6
Una
nuova
bevanda
• Concetto 1:una
miscela
solubile
per
la
prima
colazione,
des4nata
agli
adul4
che
desiderano
una
colazione
di
rapida
preparazione
• Concetto 2:
una
bevanda
per
bambini,
adaIa
per
spun4ni
e
merende
• Concetto 3:
una
miscela
energe4ca,
integratore
vitaminico,
integra4va
des4nata
alle
persone
anziane,
come
bevanda
prima
di
coricarsi
– Idea: una miscela in polvere da aggiungere al
latte per accrescerne il potere nutrizionale e
renderlo più gustosa
“Costruire”
un
prodoIo
• Il
prodoIo
è
un
aggregato
complesso
di
aIribu4
tangibili
o
intangibili
ai
quali
l’acquirente
anneIe
un
valore
(d’uso,
simbolico).
• La
pluralità
di
aIribu4
del
prodoIo
conduce
al
possibile
sviluppo
di
strategie
di
differenziazione
(potenziale
di
differenziazione)
– La
differenziazione
può
essere
sia
esterna
che
interna
4
livelli
per
un
prodoIo
• ProdoIo
generico
• ProdoIo
aIeso
• ProdoIo
integrato
• ProdoIo
potenziale
Il
servizio:
parte
fondamentale
del
prodoIo
PRODOTTO TANGIBILE
Attributi fisico-funzionali
Estetica e design
Packaging
Versatilità
Componibilità
Apertura
Personalizzazione
SERVIZI
Consulenza prevendita
(Supporto alla personalizzazione)
Consegna
Installazione
Garanzia
Condizioni di pagamento
Formazione all’utilizzo
Servizi di assistenza postvendita
Personalizzazione
PREZZO
MARCA
Product
management
• Include
l’insieme
delle
scelte
aziendali
rela4ve
al
portafoglio-‐prodoC
(e
marche)
dell’azienda
– concerne
le
decisioni
ineren4
alla
creazione
e
allo
sviluppo
di
nuovi
prodoC;
– alla
ges4one,
all’adaIamento
e
all’eventuale
eliminazione
di
quelli
esisten%;
– queste
decisioni
presuppongono
la
definizione
del
posizionamento
e
la
fase
del
ciclo
di
vita
del
prodoIo
che
andiamo
a
considerare.
Il
portafoglio
prodo`
o
product
mix
• Il
portafoglio
prodo`
(o
gamma
o
product
mix)
è
la
combinazione
di
prodoC
offer%
dall’impresa
– La
gamma
può
essere
dis4nta
in
linee
di
prodo`
– Ogni
linea
è
composta
da
prodoC
collega%
secondo
qualche
criterio
di
omogeneità
(4pologia
di
u4lizzatori
-‐
linea
bimbo/adulto,
uso,
canale
distribu4vo…)
7. 16/06/15
7
Il
portafoglio
prodo`:
le
3
dimensioni
L1 L3L2
Ampiezza (n.ro linee)
Lunghezza(n.roprodotti)
Profondità (n.ro varianti di prodotto) Esempio
di
portafoglio-‐prodo`
Ampiezza
Lunghezza
Profondità
Gruppi letto Contenitori
Acropoli
Aliante
Club
Cubo
……..
noce
laccato in vari colori
ciliegio
Atlante
Sestante
Elisir
Sole
……..
Il
controllo
della
gamma
• Concentrazione
del
fa@urato
(per
gamma)
– Concentra4on
ra4o
(regola
del
20/80)
– Coefficiente
di
entropia
(valore
nullo:
massima
concentrazione
ovvero
minima
entropia;
valore
max
nel
caso
di
distribuzione
uniforme
del
faIurato
tra
i
prodo`
ovvero
massima
entropia)
– L’unità
di
analisi
può
essere
la
linea
di
prodoIo
o
l’ASA
• Concentrazione
del
margine
di
contribuzione
– Non
necessariamente
i
prodo`
che
più
contribuiscono
alla
formazione
del
faIurato,
svolgono
un
ruolo
altreIanto
significa4vo
nel
sostenere
la
reddi4vità
della
gamma.
– Margine
di
contribuzione
generato
da
una
linea
o
dalla
gamma
è
dato
dalla
somma
dei
margini
rela4vi
ai
singoli
prodo`
che
la
compongono.
?:
la
concentrazione
del
margine
di
contribuzione
è
superiore
o
inferiore
rispeIo
a
quanto
osservato
per
il
faIurato?
• Età
del
fa@urato
(età
dei
prodo`)
– Turnover
linee:
rapporto
tra
n.
di
nuovi
prodo`
inseri4
nella
linea
in
un
certo
periodo
di
tempo
e
il
n.
totale
di
prodo`
della
linea.
Le
strategie
di
prodoIo
• Le
strategie
di
prodoIo
principali
sono
due:
– riduzione
della
gamma:
• eliminazione
di
linee
intere
e/o
prodo`
(strategie
di
focalizzazione
o
ridimensionamento);
– ampliamento
della
gamma:
• Aumento
della
profondità
(mass
customiza4on);
• aumento
di
nuove
linee
(diversificazione);
• aumento
della
lunghezza
di
una
linea;
Il
ruolo
dei
prodo`
nel
portafoglio-‐
prodo`
• I
prodo`
possono
avere
diversi
ruoli
nell’ambito
del
complessivo
portafoglio
prodo`
coerentemente
con
le
strategie
di
marke4ng
dell’impresa:
– prodo`
cardine
o
leader,
– prodo`
civeIa
(a
prezzi
bassi
e
tali
da
a`rare
i
consumatori
su
altri
prodo`
della
gamma),
– prodo`
ta`ci
(per
contrastare
la
concorrenza),
– prodo`
di
pres4gio
(per
migliorare
l’immagine),
– prodo`
di
completamento
(per
completare
la
gamma),
– prodo`
del
futuro,
– prodo`
del
passato.
Il
ciclo
di
vita
del
prodoIo
• La
teoria
del
ciclo
di
vita
è
volta
a
riconoscere
alcune
fasi
dis%nte
nella
storia
di
vendita
del
prodoIo
– introduzione;
– sviluppo
o
crescita;
– maturità;
– declino.
8. 16/06/15
8
Il
ciclo
di
vita
canonico
Pionieri
Maggioranza
iniziale
Consumatori
ritardatari
Maggioranza
ritardataria
Gli
usi
del
modello
• Il
modello
del
ciclo
di
vita
viene
u4lizzato
con
due
obie`vi:
– pianificazione
(ad
ogni
fase
corrisponde
un
marke4ng
mix);
– previsione
delle
vendite.
• Ad
ogni
fase
del
ciclo
di
vita
del
prodoIo
corrisponde
un
marke%ng
mix
diverso.
Introduzione Crescita Maturità Declino
Caratteristiche
Vendite Vendite scarse
Costi Alto costo per cliente
Profitti Negativi Crescenti Elevati In declino
Clienti Innovatori Adottanti iniziali Maggioranza Ritardatari
Concorrenti Pochi Crescenti In diminuzione
Strategie
Prodotto
Prezzo Taglio dei prezzi
Distribuzione Selettiva Intensiva Più intensiva
Pubblicità
Vendite in rapida
ascesa
Picco delle
vendite
Vendite in
declino
Costo medio per
cliente
Basso costo per
cliente
Basso costo per
cliente
Numero stabile, in
riduzione
Obiettivi di
marketing
Creare la conoscenza
del prodotto e la
propensione alla prova
Massimizzare la
quota di
mercato
Massimizzare il
profitto
difendendo la
quota di mercato
Ridurre le spese
e mungere il
prodotto
Offrire un prodotto
base
Offrire estensioni
del prodotto,
servizi
Diversificare
marche e modelli
Eliminare i
prodotti deboli
Cost-plus
Prezzo per
penetrare il
mercato
Prezzo per
pareggiare o
battere la
concorrenza
Selettiva
eliminando pv
non redditizi
Creare la conoscenza
del prodotto fra
adottanti iniziali e
distributori
Creare la
conoscenza del
prodotto nel
mercato di
massa
Sottolineare
differenze e
vantaggi della
marca
Ridurre il livello
di
mantenimento
dei clienti ultra
fedeli
Promozione
vendite
Promozione intensa per
speingere al test di
prodotto
Ridurre per
sfruttare l'alta
domanda
Aumentare per
favorire la
conversione di
marca
Ridurre a un
livello minimo
• Non
tu`
i
prodo`
seguono
il
ciclo
di
vita
canonico
(ad
S).
Altri
schemi
sono:
– ciclo-‐riciclo:
spinta
promozionale
o
restyiling
– a
balzi:
successione
di
cicli
di
vita
lega4
ad
una
scoperta
di
nuove
caraIeris4che
del
prodoIo
– a
cuspide:
4pico
dei
prodo`
di
moda
– maturità
stabile:
per
i
beni
essenziali
– crescita-‐declino-‐te@o:
una
variante
per
i
prodo`
essenziali
La
varietà
dei
cicli
di
vita
dei
prodo`
Lo schema ciclo-riciclo Alcuni
limi4
del
modello
• I
limi4
sono:
– applicazione
canonica
solo
a
beni
specifici;
– opportune
azioni
di
marke4ng
possono
modificare
il
ciclo
di
vita
del
prodoIo
(es.
restyling
Mini);
– il
modello
non
è
applicabile
in
merca4
compe44vi
e
dinamici,
con
notevole
riduzione
del
tempo
medio
di
vita
dei
prodo`.
9. 16/06/15
9
Spun4
per
la
definizione
delle
poli4che
di
marke4ng
opera4vo
Il
prezzo
Il
prezzo:
una
variabile
chiave
• È
una
variabile
chiave
del
marke4ng
(es.
prezzo
obie`vo).
• Il
p
è
contemporaneamente:
– un
mezzo
di
s4molo
della
domanda
e
– un
faIore
determinante
della
reddi%vità
a
lungo
termine;
– influenza
la
percezione
della
qualità
del
prodoIo
(posizionamento);
è
una
base
di
confronto,
deve
essere
compa4bile
con
altre
variabili
del
marke4ng
mix.
Il
p
nella
strategia
di
mktg
• La
scelta
di
una
strategia
di
prezzo
– coerente
con
le
decisioni
di
posizionamento
del
prodoIo
e
con
la
strategia
di
distribuzione
– coerenza
interna
(rispeIo
vincoli
di
costo
e
reddi4vità),
– coerenza
esterna
(capacità
di
acquisto
e
prezzo
concorren4).
Tre
momen4
• Si
determina
il
prezzo
almeno
in
tre
occasioni
diverse:
– determinazione
del
prezzo
per
la
prima
volta;
– cambiamento
del
prezzo;
– differenziazione
del
prezzo
nel
tempo
e
nello
spazio
(differenziazione
geografica,
scon4,
promozioni
ecc.).
Variabili
che
influenzano
il
p
Obiettivi
dell’impresa
Strategia di
marketing mix
Costi
Struttura
organizzativa per
la fissazione dei
prezzi
Fattori esterni
Natura del mercato
e domanda
Concorrenza
Altri fattori
ambientali
(economia,
intermediari,
autorità del
governo)
Decisioni
relative ai
prezzi
Fattori interni
La
complessità
della
decisione
• Fenomeni
che
incrementano
la
complessità
della
decisione
– Accorciamento
del
ciclo
di
vita
dei
prodo`.
– Proliferazione
di
marche
poco
differenziate.
– Compe4zione
da
parte
di
private
labels
e
hard
discount.
– FluIuazione
dei
prezzi
delle
materie
prime.
– Vincoli
legali
(blocco
dei
prezzi,
rigidità
dei
salari,....
10. 16/06/15
10
Il
prezzo:
due
prospe`ve
• Formalmente, il prezzo rappresenta l’espressione monetaria
del valore.
• Prezzo =
• Nella prospettiva dell’acquirente,
• Prezzo =
Lambin, 2004
vantaggi totali (tangibili ed intangibili)
forniti dal prodotto
costo totale (monetario e non monetario)
a carico del cliente
--------------------------------------------------------
quantità di beni ceduti dal venditore
ammontare di denaro ceduto dall’acquirente
--------------------------------------------------------
Il
prezzo
secondo
l’acquirente
• Considera
rilevan4
i
conce`
di
– il
costo
totale
di
acquisizione del
prodoIo
e
– valore
totale
del
prodoIo.
Il
costo
totale:
cos4
monetari
e
non
monetari
• PREZZO BASE (costi monetari)
• TERMINI DI SCAMBIO
condizioni
di
pagamento,
termini
e
tempi
di
consegna,
servizio
post-‐
vendita,
cos4
di
transazione,
…
• COSTI DI TRASFERIMENTO MONETARI
cos4
di
adozione,
cos4
di
formazione,
training
o
adaIamento,
cos4
organizza4vi,
…
• COSTI DI TRASFERIMENTO NON MONETARI
cos4
psicologici
lega4
la
cambiamento,
rischio
percepito,
…
Valore
per
il
cliente
• L’acquirente
è
disposto
a
pagare
un
p
in
funzione
– L’intensità
del
bisogno
e
– la
quan%tà
e
la
natura
della
soddisfazione
che
si
aIende
(derivante
non
solo
da
faIori
puramente
ogge`vi
e
quan4ta4vi)
Strategie
di
determinazione
del
prezzo
Strategia di
scrematura
Strategia di
penetrazione
consiste nel vendere il nuovo
prodotto a un prezzo elevato,
rivolgendosi volutamente
all’estremità superiore della
curva di domanda, in modo da
garantirsi immediatamente rientri
finanziari consistenti dopo il
lancio
consiste nel praticare prezzi
bassi per occupare una quota di
mercato rilevante sin dall’inizio
Strategia
di
scrematura:
alcune
condizioni
di
applicazione
• Ciclo
di
vita
del
prodoIo
breve
o
nuovo
prodoIo
facilmente
imitabile.
• ProdoIo
molto
innova4vo
e
bassa
crescita
di
mercato.
• Ampie
differenze
nella
sensibilità
al
prezzo
tra
segmen4.
• Obie`vo
di
successive
riduzioni
di
prezzo.
• Tecnologia
in
rapido
cambiamento
o
domanda
di
mercato
di
difficile
valutazione.
• Necessità
di
generare
risorse
finanziarie
rapidamente
Lambin, 2004
11. 16/06/15
11
Strategie
di
penetrazione:
alcune
condizioni
di
applicazione
• Domanda
primaria
elas4ca
al
prezzo.
• Abba`mento
dei
cos4
unitari
dovuto
ad
economie
di
scala
o
all’effeIo
esperienza.
• Minacce
da
concorren4
potenziali
e
necessità
di
creare
barriere
all’entrata.
• Segmen4
sensibili
al
prezzo
trascura4
da
concorren4
esisten4.
• Cos4
di
adozione
e
trasferimento
contenu4
e
domanda
primaria
espandibile
Lambin, 2004
Metodi di
determinazione
del prezzo
basati sui costi
basati sulla domanda
basati sulla concorrenza
A
B
C
Esempio:
Cost-‐plus
pricing
•
È
il
prezzo
che
consiste
nell’aggiungere
al
costo
medio
unitario
un
margine
di
profiIo
prefissato.
• p
=
Cf
/q
+
Cv/q
+
π
• Variante:
mark-‐up
cos4ng:
usa
come
base
su
cui
applicare
il
ricarico
il
solo
costo
variabile
unitario
Metodi di
determinazione
del prezzo
basati sui costi
basati sulla domanda
basati sulla concorrenza
A
B
C
Esempio:
m.
del
valore
percepito
• p
fissato
in
base
al
valore
del
prodoIo
percepito
dal
consumatore
– il
valore
del
prodoIo
viene
aumentato
aIraverso
variabili
no-‐
price
• Quanto
più
elevato
è
il
valore
percepito
(per
esempio,
rispeIo
alla
concorrenza)
– tanto
maggiore
potrà
essere
il
prezzo
applicato
(maggiori
saranno
le
opportunità
di
conquistare
maggiori
quote
di
mercato
a
parità
di
prezzo)
Un
confronto
tra
due
metodi
Prodotto Costi Prezzo Valore Consumatori
ProdottoCostiPrezzoValoreConsumatori
Metodo del costo totale
Metodo del valore percepito
12. 16/06/15
12
Metodi di
determinazione
del prezzo
basati sui costi
basati sulla domanda
basati sulla concorrenza
A
B
C
Metodi
basa4
sulla
concorrenza
• Metodo
dei
pezzi
concorren4
– p
fissato
sulla
base
dei
prezzi
pra4ca4
dai
concorren4
– U4lizzato
sopraIuIo
quando
• i
cos4
di
produzione
sono
difficili
da
s4mare,
• i
prodo`
presen4
sul
mercato
presentano
una
scarsa
differenziazione,
• la
risposta
della
concorrenza
è
di
difficile
valutazione
La
modifica
del
prezzo
• Perché
– Generate
da
una
situazione
interna
– Per
rispondere
ai
concorren4
• Come
– Differenze
geografiche
del
prezzo
– Scon4
e
abbuoni
– Prezzi
promozionali
– Discriminazione
dei
prezzi
– Prezzi
di
una
combinazione
di
prodo`
Come
modificare
il
prezzo
di
vendita
• Si
può
modificare:
– l’ammontare
di
denaro
richiesto
dal
venditore,
ma
non
solo…
– la
quan4tà
di
beni
o
servizi
forni4
dal
venditore;
– il
prezzo
e
la
quan4tà
di
beni
forni4
dal
venditore;
– la
qualità
di
beni
o
servizi
forni4
dal
venditore;
– premium
o
scon4
applicabili
per
la
quan4tà
acquistata;
– tempo
e
luogo
di
trasferimento
della
proprietà;
– tempo
e
luogo
di
pagamento;
– termini
di
pagamento
(pronta
cassa,
30
giorni,
...)
– forme
di
pagamento
acceIate
(carta
di
credito,
assegno,
…)
Lambin, 2004
Prezzi
di
una
gamma
di
prodo`
• Rischio
di
cannibalizzazione
– Elas4cità
incrociata
• Strategie
di
prezzo
della
gamma
– Prezzi
collega4
– Prezzi
di
fascia
alta
e
di
fascia
bassa
– Prezzi
dei
prodo`
complementari
Spun4
per
la
definizione
delle
poli4che
di
marke4ng
opera4vo
La
distribuzione
13. 16/06/15
13
La
distribuzione
• Poli%ca
distribu%va:
insieme
delle
decisioni
che
un’impresa
deve
compiere
per
far
arrivare
il
prodoIo
al
consumatore
o
u4lizzatore
finale.
• Per
canale
distribu%vo
(o
canale
di
marke%ng)
si
può
intendere
l’insieme
delle
organizzazioni
che
svolgono
il
complesso
di
funzioni
necessarie
per
trasferire
determina4
beni
e
rela4vo
4tolo
di
proprietà
dal
produIore
al
consumatore.
– Si
dis4nguono
due
gruppi
di
aIori:
sales
channel
e
facilita4ng
channel.
Funzioni
della
commercializzazione
Forza
vendita
Centralità
della
forza
vendita
• Per
molte
imprese
i
venditori
cos4tuiscono
il
principale
o
addiriIura
l’unico
strumento
di
interazione
con
il
mercato
– MeIono
in
aIo
le
strategie
di
marke4ng
spesso
ada@andole
ai
clien4
– Sono
un
elemento
di
differenziazione
(nel
39%
dei
casi
la
scelta
di
un
fornitore
dipende
dal
valore
aggiunto
offerto
dal
venditore,
Chally
Group)
• La
forza
vendita
svolge
molteplici
aCvità:
– Su
un
campione
di
1042
venditori
operan4
in
61
seIori,
è
possibile
individuare
6
ruoli:
• 8,3%
si
occupa
della
ges4one
dei
clien%
chiave;
• 8,6%
svolge
ruolo
di
supporto
al
cliente;
• Il
9,1%
adempie
ad
un
ruolo
logis%co;
• 15,1
%
compie
a`vità
di
missionary
selling;
• Il
24,7%
si
occupa
di
business
development;
• Il
34,2%
svolge
un
ruolo
prevalente
di
venditore
consulente.
La
funzione
vendite
• Funzione
vendite
è
preposta
alla
ges4one
dei
rappor4
con
i
clien4:
intermediari
(grossis4,
rivenditori,
deIaglian4,
dealers,
ecc.)
o
u4lizzatori
finali
(imprese
o
consumatori)
• Solitamente
le
funzioni
marke4ng
e
vendita
si
dividono
la
responsabilità
dell’assunzione
di
decisioni
e
della
ges%one
opera%va
dell’interazione
con
il
mercato
– Elevato
fabbisogno
di
interscambi
informa%vi
– Par4colarmente
importante:
coordinamento
decisioni
e
processi
– Numero
illimitato
di
possibili
configurazioni
dei
ruoli
e
dei
rappor4
Sales
management
• Sales
management:
– insieme
di
decisioni
e
a`vità
rela4ve
alla
pianificazione,
all’organizzazione,
alla
conduzione
e
al
controllo
di
programmi
di
contaIo
personale
con
i
clien4,
delineate
a
raggiungere
gli
obieCvi
commerciali
dell’impresa
– Obie`vo
• Definire
strategie
di
vendita
coeren%
con
la
strategia
d’impresa
e
la
strategia
di
marke4ng
• tradurre
tale
strategia
in
azioni
dei
singoli
venditori
funzionali
al
raggiungimento
di
risulta4
in
linea
con
gli
obie`vi
aziendali.
Strategia
Organiz-‐
zazione
Ges%one
Risposte
individuali
14. 16/06/15
14
Modello
dei
processi
di
sales
management
Strategia
Organiz-‐
zazione
Ges%one
Risposte
individuali
Strategia
aziendale
Strategia
di
vendita
Strategia
di
marke4ng
Dimensiona-‐
mento
della
forza
vendita
Tipo
di
forza
vendita
(direIa,
indireIa,
mista)
Specializ-‐
zazione
della
forza
vendita
Ricerca
e
selezione
dei
venditori
Formazione
dei
venditori
Mo4vazione
dei
venditori
Ricompense
ai
venditori
Definizione
obie`vi
per
i
venditori
Valutazione
dei
risulta4
dei
venditori
A`tudine
dei
venditori
Competenze
dei
venditori
(conoscenze
e
capacità)
Mo4vazione
dei
venditori
A`vità
svolte
dai
vendi-‐
tori
R
I
S
U
L
T
A
T
I
La
scelta
dei
canali
distribu%vi
Dimensioni
del
canale
81
LUNGHEZZA
INTENSITÀ
COMPOSIZIONE
LUNGHEZZA
• Canale
direIo
– b2b,
ma
anche
b2c
• Canale
indireIo
– Breve
(es.
Franchising)
– Canale
indireIo
lungo
• FaIori
di
selezione:
cos4
(variabili
e
fissi)
e
grado
di
controllo
82
83
Dettagliante Dettagliante Dettagliante Dettagliante
Grossisti Grossisti
Agenti Agenti
PRODUTTORI DI BENI DI CONSUMO
CONSUMATORI FINALI
PRODUTTORI DI BENI INDUSTRIALI
UTILIZZATORI INDUSTRIALI
Grossisti Grossisti
Agenti Agenti
INTENSITA’
84
Dettaglianti
Provincia di Padova
Dettaglianti
Distribuzione
selettiva
Produttore B
Distribuzione
esclusiva
Produttore C
Provincia di Padova
Dettaglianti
Provincia di Padova
Distribuzione
intensiva
Produttore A
Numero
di
unità
di
intermediazione
u4lizzate
dal
produIore
ad
ogni
stadio
15. 16/06/15
15
Intensità:
copertura
e
penetrazione
Vendite del
produttore
Copertura
R1 R3 R4 Rn
Distribuzione
esclusiva
R2 Distribuzione
intensiva
Acquisti dei
dettaglianti
Distribuzione
intensiva
• CARATTERISTICHE
• Copertura
elevata
• La
penetrazione
media
per
punto
vendita
può
risen4re
della
ripar4zione
delle
risorse
su
mol4
pun4
vendita
• U4lizzata
4picamente
per
alimentari,
quo4diani,
dolci
da
banco,
quando
il
consumatore
non
è
disposto
a
visitare
più
negozi
86
Vantaggi
• Maggiore
visibilità
della
marca
• Agevolazione
del
primo
acquisto
e
del
riacquisto
regolare
Svantaggi
• Oltre
una
certa
soglia
i
cos4
di
copertura
superano
i
ricavi
marginali
• Il
minore
controllo
sulla
rete
distribu4va
può
incidere
nega4vamente
sulla
qualità
del
servizio,
sull’immagine
di
marca
Distribuzione
sele`va
• CARATTERISTICHE
• La
copertura
è
minore
della
D.
estensiva
• La
penetrazione
dovrebbe
essere
maggiore
perché
gli
intermediari
seleziona4
dovrebbero
essere
quelli
che
svolgono
meglio
le
funzioni
commerciali
desiderate
• Profumeria,
valigeria,
hi-‐fi
87
Vantaggi
• Il
rapporto
con
gli
intermediari
è
più
streIo,
il
controllo
e
la
collaborazione
maggiori
Svantaggi
• La
domanda
è
meno
esposta
al
prodoIo
Distribuzione
esclusiva
CARATTERISTICHE
• Viene
u4lizzato
un
solo
intermediario
per
un’area
specifica
• L’intermediario
in
genere
si
impegna
a
non
vendere
marche
concorren4
• Franchising,
concessionario
88
Vantaggi
• Massimizzazione
della
brand
image
• Potere
forte
sull’intermediario
Svantaggi
• Perdita
di
flessibilità
Intensità
e
prodo`
89
Intensiva
Convenience goods
Selettiva
Shopping goods
Esclusiva
Specialty goods
Condizioni del mercato e situazione competitiva possono
determinare politiche diverse
Intensità
COMPOSIZIONE
DEL
CANALE
• FaIori
di
selezione
– quota
di
mercato,
immagine
e
grado
di
controllo
del
canale,
ruolo
assegnato
agli
intermediari,
funzioni
svolte
dagli
intermediari,
relazioni
di
canale,
dimensioni
dell’impresa
di
produzione,
caraIeris4che
dei
prodo`
e
dei
merca4-‐
prodoIo,
tra`
dis4n4vi
dei
segmen4
e
dei
paesi
• Poli4ca
di
channel-‐mix
90
16. 16/06/15
16
91
PRODUTTORE
AGENTE
DI VENDITA
PLURI
MANDATARIO
COMMERCIO
AL DETTAGLIO
Negozi
autonomi
CONSUMATORE
PRODUTTORE
AGENTE
DI VENDITA
MONO
MANDATARIO
COMMERCIO
AL DETTAGLIO
Negozi
autonomi
PRODUTTORE GROSSISTA-
IMPORTATORE
COMMERCIO
AL DETTAGLIO
Negozi
autonomi
PRODUTTORE
COMMERCIO
AL DETTAGLIO
Grande
distribuzione
PRODUTTORE
GRUPPO DI
ACQUISTO
COMMERCIO
AL DETTAGLIO
Negozi
associati
PRODUTTORE
COMMERCIO
AL DETTAGLIO
Grande
distribuzione
CONSUMATORE
JOINT-VENTURE
DI VENDITA
CONSUMATORE
CONSUMATORE
CONSUMATORE
CONSUMATORE
PRODUTTORE
COMMERCIO
AL DETTAGLIO
Negozi in
franchising
CONSUMATORE
Spun4
per
la
definizione
delle
poli4che
di
marke4ng
opera4vo
La
comunicazione
La
comunicazione
Oggi non é più sufficiente avere un buon prodotto/
servizio
É sempre più importante e necessario far conoscere
il prodotto ai suoi potenziali acquirenti e consumatori,
Inoltre
la
Comunicazione
di
Marke4ng
si
trova
in
una
fase
di
transizione
La
comunicazione
Oggi non é più sufficiente avere un buon prodotto/servizio che offra
le prestazioni che meglio si adattano alle aspettative del mercato, a un
prezzo vantaggioso e che sia a disposizione del consumatore affinché
possa acquistarlo nel luogo e nel momento per lui più convenienti.
É sempre più importante e necessario far conoscere il prodotto ai suoi
potenziali acquirenti e consumatori, con informazioni sulle
caratteristiche del prodotto/servizio, cercando di convincere il pubblico
obiettivo sui suoi benefici, che fomenti il ricordo della marca ecc.
Inoltre
la
Comunicazione
di
Marke4ng
si
trova
in
una
fase
di
transizione
e
sta
cambiando
notevolmente
anche
grazie
allo
sviluppo
con4nuo
delle
ITC
(tecnologie
dell’informazione
e
comunicazione)
Comunicazione
e
posizionamento
La
comunicazione
può
essere
rappresentazione
come
relazione
sistemica
tra
un’organizzazione
e
il
suo
mercato,
• permeIe
di
comunicare
idee
e
s4molare
una
determinata
percezione
dei
prodo`
e
servizi
dell’organizzazione
ai
suoi
stakeholders;
• è
fondamentale
per
costruire
il
posizionamento;
• èpar4colarmente
delicata
per
i
prodo`
innova4vi.
Il
processo
di
comunicazione
“A convenient way to describe an act of
communication is to answer the following
questions: Who Says What in Which
Channel To Whom With What Effect?”
Il modello di
comunicazione di Lasswell
(1948)
17. 16/06/15
17
L’efficacia
della
comunicazione
• Affinché
la
comunicazione
sia
efficace,
l’emiIente:
– deve
definire
con
precisione
i
des%natari
(es.
ruoli
nel
processo
di
acquisto
e
varietà
ver4cale/,
orizzontale,
rete
del
valore;
marke4ng
interno;
push/pull;)
– deve
iden6ficare
gli
obieCvi
della
comunicazione
(es.
modelli
di
risposta
della
pubblicità)
– deve
definire
correIamente
il
messaggio
(es.
contenuto,
s4le,
linguaggio
–
crf.
consonanza
cogni4va)
– deve
scegliere
gli
strumen%
più
appropria6
(communica4on
mix
e
non
solo)
– deve
definire
un
budget
– deve
valutare
il
feedback
della
comunicazione
presso
i
des4natari
Strategia
push
o
pull
10
Produttore Dettaglianti e
grossisti
Consumatore
Produttore Dettaglianti e
grossisti
Consumatore
Attività di marketing del produttore (pubblicità rivolta al consumatore,
promozione delle vendite, altro)
Domanda Domanda
Attività di marketing del produttore
(vendita personale, promozioni
Commerciali, altro)
Attività di marketing dei rivenditori
(vendita personale, pubblicità,
promozioni delle vendite, altro)
PULL , strategia di attrazione
PUSH, strategia di impulso
Il
communica%on
mix
• La
comunicazione
di
marke4ng
si
ar4cola
aIorno
a
quaIro
componen4
fondamentali:
– Pubblicità
(adver4sing)
sui
media
(televisione,
radio,
giornali
etc.)
– Vendita
personale
– Promozione
delle
vendite
– Pubbliche
relazioni
• A
ques4
strumen4
si
può
aggiungere:
– sponsorizzazioni
– fiere
– direct
marke4ng
– comunicazione
via
Web
Riferimen4
bibliografici
• Chiarvesio
M.,
Di
Maria
E.
(2008),
Che
cos’è
il
web
marke6ng,
Carocci,
Roma.
• Grandine`
R.
(2008),
Marke6ng.
Merca6,
prodoU
e
relazioni,
Carocci,
Roma.
• Valdani
E.
(a
cura
di)
(2011),
Marke6ng
Management,
Egea,
Milano.
Grazie
dell’aIenzione
raffaella.tabacco@uniud.it