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CONCORSO ” PARLIAMO L’EUROPA” - Centro Studi Europeo HERMES
CLASSE 4 A SIA
TESTO TEATRALE : INTERVISTA AD ALTIERO SPINELLI
SCENA I
Altiero Spinelli, in confino da tre anni, ha iniziato a prendere le distanze dal comunismo
sovietico e dal suo più grande rappresentante, Stalin. Il partito lo isola e lo macchia di
spionaggio. Spinelli, contrariato dalle diffamazioni dei suoi ex compagni, li affronta
fisicamente. Viene fermato dalle guardie che, prima di portarlo in isolamento, lo
consegnano al generale dell’isola incuriosito dalla sua presa di distanza dal comunismo.
Ne consegue un lungo botta e risposta tra i due.
GENERALE: Venga Spinelli, venga. (Con un cenno con la testa)
E’ curioso come voi comunisti pretendiate di poter lottare contro la perfetta macchina del
fascismo, quando non riuscite nemmeno a mettervi d’accordo sugli ideali da seguire.
(Ridendo)
SPINELLI: Per me il comunismo è già un modo superato di pensare, vorrei invece un
mondo nuovo in cui tutti, giovani e vecchi, si impegnino a collaborare con lo Stato
costruendo una società in cui giustizia, uguaglianza e libertà non siano solo parole ma
principi basilari su cui costruire il nostro futuro. Sicuramente tutto ciò non possiamo
trovarlo nel fascismo.
GENERALE: Non ho bisogno di convincerla della perfezione del regime fascista, parlano i
fatti. Gli innovativi ideali fascisti stanno pian piano conquistando le ideologie comuniste di
Stalin. È passato un anno dalla dichiarazione di guerra del Duce alla Francia e
all’Inghilterra, il trionfo su di loro non è lontano.
SPINELLI: Sa, nell’ultimo decennio della mia vita, nella libertà dei quattro metri quadrati
della cella, ho avuto modo di pensare molto ma non ho mai pensato che nel fascismo vi
fosse qualcosa di perfetto, ciò verrà dimostrato a breve quando sarà decretato il vostro
fallimento nella guerra contro la Francia e l’Inghilterra.
GENERALE: Come si permette di dire tali idiozie. Da quando lei è arrivato qui mi sono
chiesto come mai un uomo tanto intelligente da sapere perfettamente sei lingue, viene
confinato tra questi ignoranti comunisti. Solo ora capisco che i suoi ideali vanno oltre
l’assurdità del comunismo. Non posso che ringraziare il perfetto sistema fascista che ha
fiutato la sua pericolosità per la nazione e l’ha confinata lontano dal popolo sano. (Gli tira
uno schiaffo)
SPINELLI: Ho consumato gli occhi a leggere libri e il cervello a pensare, ma non mi
sembra di aver mai riscontrato che esprimere liberamente i propri pensieri sia una
patologia. Lei e l’ineccepibile sistema non ne avrete per molto, il popolo italiano è stanco di
voi così come lo sono i popoli dei paesi limitrofi. Il popolo del nostro continente è stufo di
svegliarsi ogni mattina con la paura di morire da un momento all’altro.
GENERALE: È triste come tale intelligenza possa sfociare in tanta ignoranza. Sa Spinelli,
sarebbe stata una gran risorsa per l’Italia se non fosse afflitto da queste paranoie sui
popoli del nostro continente. (Si accendono una sigaretta)
SPINELLI: Sarò pur paranoico, ma presto i popoli del vecchio continente dovranno unirsi,
se non con la voglia, perché costretti dalla potenza degli Stati Uniti d’America e della
vicina Unione Sovietica.
GENERALE: E’ chiaro che i popoli si uniranno, in Europa regneranno l’Italia e la
Germania sottomettendo gli altri popoli alla nostra grandezza, quindi tutti uniti sotto gli
ideali dei paesi del Patto d’Acciaio.
SPINELLI: Al contrario, i popoli si ribelleranno al vostro regime totalitario e profondamente
oppressivo. Invece dell’identità nazifascista i popoli europei si identificheranno nel loro
stato oltre ad identificarsi nei principi della loro unione per porre fine alle vostre tragedie.
(Ridendo)
GENERALE: Non pensa che le sue idee possano essere ostacolate o addirittura non
recepite dagli altri stati? Del resto, lei è cittadino italiano, le devo ricordare chi sono i nostri
alleati? Crede davvero che gli stati a noi ostili le daranno ascolto? Si rende conto
dell'assurdità delle sue idee? Ciò che lei propone, non è minimamente fattibile nel nostro
periodo, perché si impunta su questa strada, invece di cercare vie più semplici?
SPINELLI: Oggi? Sì. Domani? Beh, come lei ben sa, i totalitarismi non sono destinati a
durare in eterno. Prima o poi anche il governo del suo caro Duce sarà destinato a
spegnersi, proprio come la sigaretta che sta fumando adesso. E dalla caduta dei
totalitarismi ne conseguirà una rinascita della democrazia, per evitare altri spargimenti di
sangue, pertanto, non cercherò vie più semplici, anche perché mi porterebbero anch'esse
qua al confino. E tra un ideale nobile e chissà che soluzione proposta da lei, scelgo la
prima. l'Europa, generale, non è ancora pronta al cambiamento. Non è colpa, però, della
guerra attualmente in corso, ma di ciò che l'ha causata: la nostra mentalità. Alla fine del
conflitto, qualunque sarà l'esito, la nostra mentalità cambierà, nel bene o nel male, e allora
sì che saremo pronti al cambiamento.
GENERALE: Si rende conto che lei e gli ipotetici popoli uniti state giocando questa partita
a scacchi contro il nostro regime solo con i pedoni.
SPINELLI: Le ripeto, la vede questa sigaretta?
GENERALE: (Annuisce)
SPINELLI: Questo è il vostro regime, che pian piano si sta spegnendo e arriverà il giorno
in cui tutti i capi di stato potranno sedersi ad un tavolo per partecipare a un dialogo
costruttivo, in cui si parlerà di pace e fratellanza e non più di guerra e sopraffazione per
prevalere sugli altri popoli.
GENERALE: (Spegne violentemente la sigaretta sul tavolo)
Guardie portatelo in isolamento prima che diventi il primo martire della mai esistita guerra
per l’unione dei popoli dell’Europa.
SPINELLI: Sa cosa le dico? Quel che mi affascina è il problema esistenziale del decidere
che fare, sull’orlo stesso dell’esistente e del non esistente. Mi sento costretto a
riconoscere che il bene non è qualcosa che noi applichiamo, ma siamo noi, e in ultima
istanza ciascuno di noi, a crearlo con la nostra azione. Protagora aveva ragione: l’uomo è
la misura di tutte le cose”, anche del bene. Ed è ciò che voglio fare.
SCENA II
Passano gli anni e Spinelli torna a casa, il periodo del confino è terminato. Si trova, solo, a
riflettere. Un lungo lavoro lo aspetta, deve realizzare un sogno, un sogno che si chiama
Europa.
SPINELLI: Nessuna formazione politica è qui ad attendermi, nessuno si prepara a farmi
festa o ad accogliermi tra le sue file. Sarò io a suscitare dal nulla un movimento nuovo e
diverso per una battaglia nuova e diversa. Una battaglia che io, ma probabilmente per ora
solo io, ho deciso di considerare, benché ancora inesistente, più importante di quelle in
corso, in cui si stanno impegnando tutti gli altri. Con me non ho per ora, oltre me stesso,
che un Manifesto, alcune tesi e tre o quattro amici, i quali attendono me per sapere se
l’azione della quale ho con loro tanto parlato è pronta per cominciare. Occorre fin da ora
mobilitare tutte le forze per far sorgere il nuovo organismo, che sarà la creazione più
grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costruire un largo stato federale,
il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali, spazzi
decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari, abbia gli organi e
i mezzi sufficienti per fare eseguire nei singoli stati federali le sue deliberazioni, dirette a
mantenere un ordine comune, pur lasciando agli Stati stessi l’autonomia che consente una
plastica articolazione e lo sviluppo della vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei
vari popoli.
Sarà ora di opere nuove, sarà l’ora di uomini nuovi, del Movimento per l’Europa libera e
unita.
Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti,
tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era
immaginato, scartare gli inetti fra i vecchi e suscitare nuove energie tra i giovani. Oggi si
cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno
scorto i motivi della crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l’eredità di tutti i
movimenti di elevazione dell’umanità, naufragati per incomprensione del fine da
raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo.
La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà.

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  • 1. CONCORSO ” PARLIAMO L’EUROPA” - Centro Studi Europeo HERMES CLASSE 4 A SIA TESTO TEATRALE : INTERVISTA AD ALTIERO SPINELLI SCENA I Altiero Spinelli, in confino da tre anni, ha iniziato a prendere le distanze dal comunismo sovietico e dal suo più grande rappresentante, Stalin. Il partito lo isola e lo macchia di spionaggio. Spinelli, contrariato dalle diffamazioni dei suoi ex compagni, li affronta fisicamente. Viene fermato dalle guardie che, prima di portarlo in isolamento, lo consegnano al generale dell’isola incuriosito dalla sua presa di distanza dal comunismo. Ne consegue un lungo botta e risposta tra i due. GENERALE: Venga Spinelli, venga. (Con un cenno con la testa) E’ curioso come voi comunisti pretendiate di poter lottare contro la perfetta macchina del fascismo, quando non riuscite nemmeno a mettervi d’accordo sugli ideali da seguire. (Ridendo) SPINELLI: Per me il comunismo è già un modo superato di pensare, vorrei invece un mondo nuovo in cui tutti, giovani e vecchi, si impegnino a collaborare con lo Stato costruendo una società in cui giustizia, uguaglianza e libertà non siano solo parole ma principi basilari su cui costruire il nostro futuro. Sicuramente tutto ciò non possiamo trovarlo nel fascismo. GENERALE: Non ho bisogno di convincerla della perfezione del regime fascista, parlano i fatti. Gli innovativi ideali fascisti stanno pian piano conquistando le ideologie comuniste di Stalin. È passato un anno dalla dichiarazione di guerra del Duce alla Francia e all’Inghilterra, il trionfo su di loro non è lontano. SPINELLI: Sa, nell’ultimo decennio della mia vita, nella libertà dei quattro metri quadrati della cella, ho avuto modo di pensare molto ma non ho mai pensato che nel fascismo vi fosse qualcosa di perfetto, ciò verrà dimostrato a breve quando sarà decretato il vostro fallimento nella guerra contro la Francia e l’Inghilterra. GENERALE: Come si permette di dire tali idiozie. Da quando lei è arrivato qui mi sono chiesto come mai un uomo tanto intelligente da sapere perfettamente sei lingue, viene confinato tra questi ignoranti comunisti. Solo ora capisco che i suoi ideali vanno oltre l’assurdità del comunismo. Non posso che ringraziare il perfetto sistema fascista che ha fiutato la sua pericolosità per la nazione e l’ha confinata lontano dal popolo sano. (Gli tira uno schiaffo) SPINELLI: Ho consumato gli occhi a leggere libri e il cervello a pensare, ma non mi sembra di aver mai riscontrato che esprimere liberamente i propri pensieri sia una patologia. Lei e l’ineccepibile sistema non ne avrete per molto, il popolo italiano è stanco di voi così come lo sono i popoli dei paesi limitrofi. Il popolo del nostro continente è stufo di svegliarsi ogni mattina con la paura di morire da un momento all’altro.
  • 2. GENERALE: È triste come tale intelligenza possa sfociare in tanta ignoranza. Sa Spinelli, sarebbe stata una gran risorsa per l’Italia se non fosse afflitto da queste paranoie sui popoli del nostro continente. (Si accendono una sigaretta) SPINELLI: Sarò pur paranoico, ma presto i popoli del vecchio continente dovranno unirsi, se non con la voglia, perché costretti dalla potenza degli Stati Uniti d’America e della vicina Unione Sovietica. GENERALE: E’ chiaro che i popoli si uniranno, in Europa regneranno l’Italia e la Germania sottomettendo gli altri popoli alla nostra grandezza, quindi tutti uniti sotto gli ideali dei paesi del Patto d’Acciaio. SPINELLI: Al contrario, i popoli si ribelleranno al vostro regime totalitario e profondamente oppressivo. Invece dell’identità nazifascista i popoli europei si identificheranno nel loro stato oltre ad identificarsi nei principi della loro unione per porre fine alle vostre tragedie. (Ridendo) GENERALE: Non pensa che le sue idee possano essere ostacolate o addirittura non recepite dagli altri stati? Del resto, lei è cittadino italiano, le devo ricordare chi sono i nostri alleati? Crede davvero che gli stati a noi ostili le daranno ascolto? Si rende conto dell'assurdità delle sue idee? Ciò che lei propone, non è minimamente fattibile nel nostro periodo, perché si impunta su questa strada, invece di cercare vie più semplici? SPINELLI: Oggi? Sì. Domani? Beh, come lei ben sa, i totalitarismi non sono destinati a durare in eterno. Prima o poi anche il governo del suo caro Duce sarà destinato a spegnersi, proprio come la sigaretta che sta fumando adesso. E dalla caduta dei totalitarismi ne conseguirà una rinascita della democrazia, per evitare altri spargimenti di sangue, pertanto, non cercherò vie più semplici, anche perché mi porterebbero anch'esse qua al confino. E tra un ideale nobile e chissà che soluzione proposta da lei, scelgo la prima. l'Europa, generale, non è ancora pronta al cambiamento. Non è colpa, però, della guerra attualmente in corso, ma di ciò che l'ha causata: la nostra mentalità. Alla fine del conflitto, qualunque sarà l'esito, la nostra mentalità cambierà, nel bene o nel male, e allora sì che saremo pronti al cambiamento. GENERALE: Si rende conto che lei e gli ipotetici popoli uniti state giocando questa partita a scacchi contro il nostro regime solo con i pedoni. SPINELLI: Le ripeto, la vede questa sigaretta? GENERALE: (Annuisce) SPINELLI: Questo è il vostro regime, che pian piano si sta spegnendo e arriverà il giorno in cui tutti i capi di stato potranno sedersi ad un tavolo per partecipare a un dialogo costruttivo, in cui si parlerà di pace e fratellanza e non più di guerra e sopraffazione per prevalere sugli altri popoli.
  • 3. GENERALE: (Spegne violentemente la sigaretta sul tavolo) Guardie portatelo in isolamento prima che diventi il primo martire della mai esistita guerra per l’unione dei popoli dell’Europa. SPINELLI: Sa cosa le dico? Quel che mi affascina è il problema esistenziale del decidere che fare, sull’orlo stesso dell’esistente e del non esistente. Mi sento costretto a riconoscere che il bene non è qualcosa che noi applichiamo, ma siamo noi, e in ultima istanza ciascuno di noi, a crearlo con la nostra azione. Protagora aveva ragione: l’uomo è la misura di tutte le cose”, anche del bene. Ed è ciò che voglio fare. SCENA II Passano gli anni e Spinelli torna a casa, il periodo del confino è terminato. Si trova, solo, a riflettere. Un lungo lavoro lo aspetta, deve realizzare un sogno, un sogno che si chiama Europa. SPINELLI: Nessuna formazione politica è qui ad attendermi, nessuno si prepara a farmi festa o ad accogliermi tra le sue file. Sarò io a suscitare dal nulla un movimento nuovo e diverso per una battaglia nuova e diversa. Una battaglia che io, ma probabilmente per ora solo io, ho deciso di considerare, benché ancora inesistente, più importante di quelle in corso, in cui si stanno impegnando tutti gli altri. Con me non ho per ora, oltre me stesso, che un Manifesto, alcune tesi e tre o quattro amici, i quali attendono me per sapere se l’azione della quale ho con loro tanto parlato è pronta per cominciare. Occorre fin da ora mobilitare tutte le forze per far sorgere il nuovo organismo, che sarà la creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costruire un largo stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali, spazzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari, abbia gli organi e i mezzi sufficienti per fare eseguire nei singoli stati federali le sue deliberazioni, dirette a mantenere un ordine comune, pur lasciando agli Stati stessi l’autonomia che consente una plastica articolazione e lo sviluppo della vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli. Sarà ora di opere nuove, sarà l’ora di uomini nuovi, del Movimento per l’Europa libera e unita. Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti fra i vecchi e suscitare nuove energie tra i giovani. Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno scorto i motivi della crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l’eredità di tutti i movimenti di elevazione dell’umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo. La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà.