SlideShare a Scribd company logo
1 of 28
FACOLTÀ DI ECONOMIA
CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE
       DELLE IMPRESE



  VALUTAZIONE DELLE IMPRESE:
  Modello patrimoniale
  Modello misto patrimoniale
  -reddituale
  Indici di performance aziendale

      Dott.ssa Gabriella Levanti
IL MODELLO PATRIMONIALE
Nelle tradizionali applicazioni del modello patrimoniale il
capitale netto rettificato (K) rappresenta tout court il valore
dell’azienda equity side (metodo patrimoniale semplice):
          K = C + [(P1 + P2 + …) – (M1 + M2 + …)] (1 - t)
Dove
C = capitale netto contabile
P = plusvalenze accertate
M = minusvalenze accertate
(1 – t) = oneri fiscali potenziali

Laddove tra le attività venga aggiunto il valore attribuito agli
intangibili specifici non contabilizzati (BI), ne deriva la formula
del metodo patrimoniale complesso
       K’ = C + BI + [(P1 + P2 + …) – (M1 + M2 + …)] (1 - t)

Alla base di tali modelli - nonché del modello misto
patrimoniale–reddituale - vi è l’analisi patrimoniale
VALIDITÀ DEL MODELLO PATRIMONALE
Il ricorso al modello patrimoniale è significativo e razionale
ogniqualvolta l’impresa rappresenti un mero involucro formale
talché sia ragionevole assumere che nella valutazione delle attività
componenti il patrimonio siano già presenti tutte le informazioni
necessarie: valori di mercato e aspettative di flussi reddituali. In tali
situazioni, il valore del capitale si ottiene dalla somma dei valori
attribuiti ai singoli beni, al netto delle passività (e, se del caso, degli
oneri fiscali potenziali).
In altri termini, quando viene a mancare – o diviene tenue fino al
punto di perdere significato – il collegamento funzionale tra i beni
che caratterizza il patrimonio delle imprese è possibile ipotizzare
che i vari beni considerati abbiano un loro autonomo valore,
realizzabile anche cedendoli separatamente.
Ciò accade, ad esempio, nella valutazione di:
 le società immobiliari (si limitano alla gestione degli immobili)
 le holding pure (prive di una loro diretta attività produttiva)
Capitale Netto Rettificato vs. Valore di Liquidazione
Il valore di liquidazione è concettualmente considerato la grandezza limite
del capitale di un’impresa (o, nell’aspetto asset side, delle attività lorde),
al di sotto della quale il risultato della stima non può scendere.
Il valore di liquidazione corrisponde a ciò che rimane come «netto»
nell’ipotesi in cui l’impresa cessi subito la propria attività e proceda alla
vendita al meglio (in blocco, o per parti, o a stralcio) delle attività, al
realizzo dei crediti e al soddisfacimento delle passività.
N.B.: non si può dimenticare che spesso esistono pesanti vincoli di
natura sociale in forza dei quali la decisione di cessare l’attività di
un’impresa può essere sottoposta a duri contrasti ⇒ quando la
liquidazione sia attuabile, va valutata correttamente, tenendo conto di
una serie aggiuntiva di oneri, che in generale possono essere classificati:
 perdite di gestione derivanti dalla necessaria continuazione, in volumi
ridotti e spesso decrescenti, dell’attività produttiva, sia per il
completamento di commesse sia per avviare a componimento graduale
e non traumatico i problemi di occupazione
 oneri di liquidazione del personale e contributi per agevolare l’esodo
del personale
 costi propri dell’attività liquidatoria
L’ANALISI PATRIMONIALE
L’analisi patrimoniale - ossia, l’analisi correttiva ed estimativa
delle attività e delle passività e si articola in:
 la revisione e la correzione dei valori contabili delle attività
e delle passività
 la stima a valori correnti delle attività materiali, compresi i
crediti
 la (eventuale) attualizzazione delle passività finanziarie
 la stima degli intangibili specifici

Il punto di partenza è costituito dal capitale netto di bilancio,
espresso da una situazione patrimoniale contabile riferita a
una data specifica (cd. data di riferimento della valutazione).
Il CN comprende anche l’utile dell’esercizio, con esclusione
degli importi per i quali è stata o sta per essere decisa la
distribuzione
REVISIONE E CORREZIONE DEI DATI
               CONTABILI
Gli elementi attivi e passivi del capitale devono essere sottoposti a
revisione al fine di accertarne la corrispondenza a corrette regole
contabili. Ad esempio, si verificherà che:
• tutte le attività e passività siano contabilizzate
• le poste attive siano fondate su documenti inventariali validi
• i crediti tengano conto delle effettive possibilità di recupero
• gli accantonamenti del passivo corrispondano a quanto
effettivamente o probabilmente maturato
• le poste attive e passive calcolate in base al tempo siano
analiticamente determinante
• siano adeguatamente valutati i rischi segnalati o non segnalati


             serie di rettificazioni positive o negative
ESEMPI DI RETTIFICHE
 correzioni positive o negative attinenti al valore dei crediti
(sulla base della stima del probabile valore di recupero)
 annullamento dei costi capitalizzati che non abbiano un
effettivo contenuto economico (nel senso che non abbiano o
sia dubbia la loro residua utilità nel tempo)
 correzioni derivanti dalla non congruità dei fondi di fine
rapporto del personale e dei fondi pensionistici
 variazioni connesse, nelle compagnie di assicurazione, con
la non congruità: delle riserve tecniche del ramo vita; della
riserva premi e della riserva sinistri del ramo danni
 correzioni inerenti alla stima di rischi connessi con: cause
passive in corso; fideiussioni e altre garanzie concesse a terzi;
oneri futuri di assistenza tecnica e riparazioni gratuite nel
periodo di garanzia; e così via
IL VALORE CORRENTE DELLE ATTIVITÀ
(1)
Immobilizzazioni tecniche
Trattandosi di beni già in uso occorre distinguere:
 se per essi esiste un mercato dell’usato ⇒ criterio del prezzo
corrente
 se non esiste un mercato si ricorre , laddove sia possibile ed
economico riprodurre il bene, al costo di ricostruzione;
diversamente al costo di sostituzione (di rimpiazzo), inteso
quale     costo     necessario    per  costruire    o    acquistare
l’immobilizzazione (basata su tecnologie correnti) che sia in grado
di rimpiazzare il bene in uso possedendone analoga capacità, resa
e, in generale, la stessa utilità

N.B.: comunque sia definito il costo «a nuovo» occorre procedere
a una serie di abbattimenti per esprimere sia l’usura fisica
(deperimenti fisico) sia l’obsolescenza (economica, operativa e
funzionale) che il bene esistente presenta rispetto al nuovo
IL VALORE CORRENTE DELLE ATTIVITÀ
(2)
Immobili civili
 beni immobili di investimento ⇒ costo di ricostruzione, valore di
mercato (sintetico-comparativo), valore di capitalizzazione del reddito
 beni immobili destinati alla vendita ⇒ prezzi di mercato

 Magazzini e scorte
 rimanenze di materie prime ⇒ valore corrente o prezzo del più recente
acquisto
 rimanenze di semilavorati ⇒ costo attuale o recente di produzione
tenuto conto dello stato di avanzamento lavori
 rimanenze di prodotti finiti ⇒ minor valore tra costo più recente di
produzione e prezzo medio di vendita depurato degli oneri ancora da
sostenere (se prodotti obsoleti prezzo di possibile realizzo a stralcio o in
blocco)
 commesse pluriennali ⇒ valutazione al costo in base al SAL o
valutazione proporzionale al ricavo
 stima dei lavori-extra ⇒ entità totale delle richieste moltiplicata per il
coefficiente medio di riconoscimento ottenuto storicamente
IL VALORE CORRENTE DELLE ATTIVITÀ (3)
Titoli a reddito fisso
 titoli quotati ⇒ prezzo corrente o media prezzi periodo recente
 titoli non quotati ⇒ 1) valore nominale o costo quando i tassi di
rendimento siano sostanzialmente in linea con i tassi correnti di mercato
2a) in caso di disallineamento valore pari al valore attuale, a tasso
corrente, dei flussi di cassa che ne deriveranno per interessi e capitale
(emerge una minusvalenza o una plusvalenza) 2b) prezzi correnti di
titoli «simili» quotati, decurtati per minore negoziabilità e liquidità

Partecipazioni
 partecipazioni di controllo ⇒ la valutazione coincide con la valutazione
delle imprese sottostanti (≠ in relazione finalità controllo, scopo
valutazione)
 partecipazioni in società non controllate: 1) non di rilievo e quotate ⇒
prezzi di mercato; 2) non di rilievo e non quotate ⇒ capitale netto
contabile e i multipli di società comparabili; 3) di rilievo ⇒ regole società
controllate o multipli (società comparabili o transazioni comparabili) con
applicazione di «premi» di controllo e «sconti» di minoranza e per
mancanza di mercato dei titoli
IL VALORE CORRENTE DELLE ATTIVITÀ
(4)
Crediti
I crediti aventi scadenze protratte nel tempo devono essere
attualizzati (al tasso corrente) in due casi
 se su di essi non maturano interessi
 se su di essi maturano interessi non in linea con il mercato
I crediti espressi in valute straniere vanno convertiti in
moneta nazionale: al cambio corrente o, in condizioni di
notevole volatilità, al cambio medio di un periodo più ampio
(1-3 mesi)
ATTUALIZZAZIONE DEI DEBITI
                FINANZIARI
I debiti finanziari devono essere attualizzati (al tasso
corrente) nel caso in cui si verifichi una differenza tra tassi
negoziati e tassi di mercato (tipicamente si verifica per i debiti
a medio-lungo termine a tasso fisso)

ineg > (o <) icorr ⇒ valore attuale Df > (o <) valore contabile Df


Obbligazioni
 quotate ⇒ prezzo di mercato
 non quotate ⇒ 1) attualizzazione dei flussi in base al tasso
corrente; 2) confronto con titoli similari quotati (per tasso,
scadenza, rischio, ecc.); 3) differenziale legato al rating
ONERI FISCALI POTENZIALI SULLE PLUSVALENZE
Per le plusvalenze potenziali (al netto delle eventuali minusvalenze) che
interessano attività e passività contabilizzate devono essere stimati i
potenziali carichi fiscali che esse sottintendono
Obiezioni
 è incerto il loro realizzo nel tempo
 alcuni rimedi normativi consentono di contenere o evitare la tassazione sulle
plusvalenza (per es. rivalutazioni fiscalmente agevolate, compensazioni con perdite
future) ⇒ talora nella pratica professionale applicazione di aliquote ridotte

Perdite pregresse fiscalmente riconosciute
Tali perdite (Pt) possono essere tradotte, in base alle aliquote
corrispondenti alle imposte cui fanno riferimento at) e con appropriata
attualizzazione in base a un tasso finanziario, in un valore attivo (cd.
imposte differite attive) pari a:
                            P1 * a1v + P2 * a2v2 + ….
In via prudenziale stante la difficoltà di prevedere la misura della
detrazione delle perdite recuperabili si procede sovente a forfettizzazioni
o all’applicazione di aliquote fiscali ridotte
CLASSIFICAZIONE DEGLI INTANGIBILI
 intangibili acquisiti (con vita definita ⇒ ammortamento; con
durata illimitata ⇒ deperimento o impairment annuale)
 intangibili internamente prodotti

Considerato che:
5.la separazione degli intangibili in molte classi genera il rischio di
sovrapposizioni e duplicazioni
6.le aree nelle quali è più agevole identificare gli intangibili sono il
marketing e la tecnologia
al fine di classificare gli intangibili è opportuno seguire il criterio
della dominanza ovvero stimarli per «grandi classi» come beni
legati:
 alla tecnologia, laddove sia prevalente l’aspetto ricerca-
innovazione-conoscenza (es. tecnologia, know-how produttivo,
progetti di R&S, brevetti, segreti industriali, software, ecc.)
 al marketing, laddove sia prevalente l’aspetto marchi-mercato-
fiducia (es. nome e logo, marchi, insegne, idee pubblicitarie, ecc.)
FINALITÀ STIMA INTANGIBILI (1)
1. misura di performance economica
Necessità di integrare i risultati contabili periodici tenendo conto della
variazione nel tempo dello stock di intangibili (⇒ concetto REI). Posto
che, generalmente, i costi degli intangibili si sostengono con anticipo di
alcuni anni rispetto ai ricavi che essi generano, la loro mancata iscrizione
nei conti può dar luogo a sistematici «differimenti» o «anticipazioni» di
utili da un anno all’altro. In particolare:
 quando si investe più di quanto gli intangibili deperiscano (creazione di
valore intangibile), si prestano utili agli anni futuri (Earning Lending)
 quando si investe meno di quanto gli intangibili deperiscano
(distruzione di valore intangibile), si prendono a prestito utili dagli anni
futuri (Earning Borrowing)
Solo nel caso in cui gli investimenti in intangibili siano realizzati in una
successione temporale ordinata e siano sopportati costi costanti per la
loro «manutenzione» si avrà una continua ricostituzione della dotazione
di intangibili ⇒ reddito contabili coincide con il reddito economico
FINALITÀ STIMA INTANGIBILI (2)

2. informazione integrativa nella valutazione delle aziende
Alcuni dei metodi utilizzati nel processo di valutazione fanno
scaturire un «valore unico» che:
a) nell’ottica nel miglioramento del processo valutativo; e
b) nell’ottica della scomposizione del valore unico in una
serie di valori necessari al fine della rilevazione contabile e
della formazione del bilancio
può essere utile distinguere in macro-componenti, quali:
• il capitale netto contabile
• gli intangibili generici (cd. goodwill/badwill)
• gli intangibili specifici
Valore unico e valori scomposti in presenza di imprese
                       redditizie




 Valore unico e valori scomposti in presenza di imprese
                      non redditizie
FINALITÀ STIMA INTANGIBILI (3)
3. nuovi principi contabili per la formazione del bilancio
In tale contesto, la stima degli intangibili si connette a due
scopi:
 l’allocazione ai fini contabili del prezzo sopportato in sede
di acquisizione/incorporazione di un’impresa alle varie classi
di attività (e di business unit)
 l’impairment test, cioè il controllo (tipicamente annuale) del
valore del goodwill e degli intangibili specifici di durata
indeterminata, al fine di sostituire il loro ammortamento
«sistematico» (x% all’anno, quale che sia la dinamica reale
del valore dei beni) con un ammortamento «economico», che
rifletta la reale dinamica del valore (corrispondente alla
riduzione intervenuta nel valore corrente)
4. informazione volontaria
LOGICA DI VALUTAZIONE DEGLI
        INTANGIBILI
PRINCIPALI METODI DI STIMA DEGLI
                  INTANGIBILI

  METODI DI VALUTAZIONE                      METODI DI MERCATO
       ANALITICA                              (O COMPARATIVI)
Approccio del costo                      Criterio dei   tassi   di   royalty
• criterio del costo storico             comparabili
• criterio del costo storico residuale
• criterio del costo di riproduzione

Approccio economico                    Criterio dei moltiplicatori
• criterio di attualizzazione dei • multipli impliciti nei deals
risultati differenziali (o del premium • multipli empirici
price)
• criterio del «costo della perdita»
APPROCCIO DEL COSTO
 criterio del costo storico ⇒ usato per gli intangibili in via di
formazione
 criterio del costo storico residuale ⇒ accertamento dei costi che
storicamente sono stati necessari per la formazione degli intangibili
(a prescindere dal trattamento contabile); se del caso, nel loro
allineamento monetario e nella loro riduzione per tenere conto della
residua utilità (deduzione ammortamenti in proporzione al rapporto
tra residua vita utile e vita complessive del bene; sommatoria degli
investimenti eccedenti o carenti rispetto al livello di spesa «di
mantenimento» dell’intangibile specifico
 criterio del costo di riproduzione ⇒ stima (per via analitica o
tramite indici) di quanto costerebbe ricreare oggi gli intangibili
oggetto di valutazione (Cr), rettificata per tenere conto dello stato
d’uso del bene - attraverso un coefficiente proporzionale tra vita
residua (Vr) e vita totale (Vt) del bene
                           V = Cr * Vr / Vt
APPROCCIO ECONOMICO
 criterio di attualizzazione dei risultati differenziali ⇒ premessa
concettuale è che un complesso di intangibili è all’origine di
specifici e misurabili vantaggi, da stimare in via differenziale
rispetto a situazioni «medie» o «normali» di concorrenti che non ne
fruiscono.
Il reddito differenziale va misurato guardando sia ai maggiori ricavi
(legati, per esempio al premium price connesso alla marca
qualificata) sia ai maggiori costi (correlati alla qualità del prodotto,
alla pubblicità, alla distribuzione,ecc.). Il vantaggio netto
differenziale va poi attualizzati con riferimento alla sua prevedibile
durata (n anni) e con un appropriato tasso
 criterio del «costo della perdita» ⇒ stima del danno ipotetico,
calcolato in termini di caduta del margine di contribuzione
complessivo e di comparsa di un eccesso di costi di struttura, che
dovrebbe essere sopportato qualora la disponibilità degli intangibili
venisse meno. Il calcolo si protrae per tutto l’arco temporale
necessario al ripristino della situazione di equilibrio e di normalità
CRITERIO DEI TASSI DI ROYALTY
                 COMPARABILI
Si stima il valore di marchi e brevetti assumendo che il loro
valore corrisponda alle royalties annuali applicate nella
cessione in uso a terzi di marchi/brevetti «comparabili». La
comparabilità va intesa con riguardo all’appartenenza a uno
specifico settore e possibilmente alla «forza» dell’intangibile




Dove:
r = tasso di royalty, scelto per via di comparazione con casi omogenei
dedotti dal mercato tenuto conto della forza dell’intangibile (estensione
dell’uso, unicità, margini di profitto incrementale, grado di protezione,
barriere all’entrata, stato legale, posizione nel ciclo di vita)
Si = vendite attese su un orizzonte temporale corrispondente alla vita
residua dell’intangibile specifico
Ci = costo di «conservazione» dell’intangibile specifico
 i
CRITERIO DEI MOLTIPLICATORI
 multipli impliciti nei deals
È basato sui multipli impliciti nei prezzi negoziati per operazioni di finanza
straordinaria (quali acquisizioni, fusioni, apporti, scambi di partecipazioni,
ecc.)
Tali prezzi esprimono fondamentalmente la rarità dei core assets che
l’impresa negoziata contiene ⇒ possibilità di estrarre da essi multipli che
esprimono il valore di mercato di tali assets (siano essi tangibili o
intangibili, contabilizzati o meno)
                  EV – Valore corrente di tutti gli altri assets
                               Misura di struttura
              W – Valore K (esclusi i core assets contabilizzati)
                               Misura di struttura
Dove:
Misura di struttura = misura di capacità (cliente, n. di camere), di top line del CE
(fatturato, portafoglio premi) patrimoniale (raccolta bancaria)

 multipli empirici
Applicazione delle formule superiori in presenza di carenza di
documentazione sui deals o alla non omogeneità delle aziende-target con
moltiplicatori basandosi sull’esperienza (rule of thumb)
MODELLO MISTO PATRIMONIALE-
             REDDITUALE (1)
Tale modello nella versione base con stima autonoma del
goodwill (o badwill) presenta tre alternative:
 con attualizzazione limitata del reddito differenziale medio
(o sovra-reddito medio)
                           reddito differenziale medio

                    W = K + (R – i’’ * K) * a    n i’

Dove:
K = capitale netto rettificato (che può essere sostituito con K’, ossia
con il capitale netto rettificato comprensivo del valore degli
intangibili)
R = reddito medio-normale atteso per il futuro
n = durata limitata del reddito differenziale
i’’ = tasso di rendimento «normale» per l’attività svolta dall’impresa
i’ = tasso di attualizzazione del sovra/sotto-reddito
MODELLO MISTO PATRIMONIALE-
            REDDITUALE (2)
 con attualizzazione dei redditi differenziali analitici per n
anni
       W = K + (R1 – i’’ * K) * v + (R2 – i’’ * K) * v2 + …

K può essere sostituito con K’

 con capitalizzazione illimitata del reddito differenziale
medio
                      W = K + (R – i’’ * K)
                                  i’
K può essere sostituito con K’
INDICI DI PERFORMANCE AZIENDALE (1)
REI (Risultato Economico Integrato)
                       REI = RN + ∆P + ∆BI
Dove:
RN = reddito contabile (normalizzato) del periodo
∆P = variazione delle plus-minusvalenze contabilmente inespresse
∆BI = variazione del valore dello stock di intangibili nel periodo

N.B.: il REI non rappresenta un indicatore di creazione
/distruzione di valore (trascura infatti il costo figurativo del
capitale proprio investito nell’impresa)



 REIR (Risultato Economico Integrato Residuale)

                       REIR = REI – c.o.e. * K’
INDICI DI PERFORMANCE AZIENDALE (2)
EVA (Economic Value Added)
                       EVA = NOPAT – WACC * I
Dove:
I = capitale investito (capitale proprio + debiti finanziari + accantonamenti
assimilabili a risorse proprie)
NOPAT = Reddito operativo al netto delle imposte «normalizzato» e corretto
tramite:
• eliminazione degli effetti dovuti a particolari politiche finanziarie (es. beni in
leasing) o a talune convenzioni contabili (es. aumento della riserva LIFO,
ammortamento annuo del goodwill, incremento del fondo imposte)
• neutralizzazione degli effetti dell’inflazione


Gli EVA annuali vengono collegati al valore dell’impresa unlevered
(EV) mediante una grandezza definita Market Value Added (MVA)
                MVA = valore attuale degli EVA futuri
                                          N.B. sovente dopo il periodo di
                                          valutazione analitica di n anni si
                                          attualizza un EVA perpetuo, EVAt+n

More Related Content

What's hot

Attori del controllo di gestione
Attori del controllo di gestioneAttori del controllo di gestione
Attori del controllo di gestioneemunna
 
5519_LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CONTROLLO xxx
5519_LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CONTROLLO xxx5519_LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CONTROLLO xxx
5519_LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CONTROLLO xxxMarco Romito
 
Valutazione Azienda e Partecipazioni
Valutazione Azienda e PartecipazioniValutazione Azienda e Partecipazioni
Valutazione Azienda e PartecipazioniAndrea Arrigo Panato
 
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di azienda
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di aziendaLa valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di azienda
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di aziendaFrancesco Bavagnoli
 
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di azienda
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di aziendaLa valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di azienda
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di aziendaFrancesco Bavagnoli
 
CONTROLLO DI GESTIONE
CONTROLLO DI GESTIONECONTROLLO DI GESTIONE
CONTROLLO DI GESTIONEmindlabhotel
 
Dall'efficienza operativa all'efficacia strategica: nuovi strumenti per il co...
Dall'efficienza operativa all'efficacia strategica: nuovi strumenti per il co...Dall'efficienza operativa all'efficacia strategica: nuovi strumenti per il co...
Dall'efficienza operativa all'efficacia strategica: nuovi strumenti per il co...Francesco Cangemi
 
Lezione17 05 2012_Levanti
Lezione17 05 2012_LevantiLezione17 05 2012_Levanti
Lezione17 05 2012_LevantiEAAUNIPA
 
Gestire meglio per vendere al meglio, oggi. Dal controllo di gestione al reve...
Gestire meglio per vendere al meglio, oggi. Dal controllo di gestione al reve...Gestire meglio per vendere al meglio, oggi. Dal controllo di gestione al reve...
Gestire meglio per vendere al meglio, oggi. Dal controllo di gestione al reve...Giulia Zanin
 
costi Richiami sui Centri di Responsabilita'
costi Richiami sui Centri di Responsabilita'costi Richiami sui Centri di Responsabilita'
costi Richiami sui Centri di Responsabilita'Marco Romito
 
Controllo di Gestione alberghiero
Controllo di Gestione alberghieroControllo di Gestione alberghiero
Controllo di Gestione alberghieroGianpaolo Soreca
 
Vendere l' azienda: le fasi del processo di vendita e la gestione dei momenti...
Vendere l' azienda: le fasi del processo di vendita e la gestione dei momenti...Vendere l' azienda: le fasi del processo di vendita e la gestione dei momenti...
Vendere l' azienda: le fasi del processo di vendita e la gestione dei momenti...Carlo Serroni
 

What's hot (18)

Attori del controllo di gestione
Attori del controllo di gestioneAttori del controllo di gestione
Attori del controllo di gestione
 
5519_LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CONTROLLO xxx
5519_LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CONTROLLO xxx5519_LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CONTROLLO xxx
5519_LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CONTROLLO xxx
 
Valutazione Azienda e Partecipazioni
Valutazione Azienda e PartecipazioniValutazione Azienda e Partecipazioni
Valutazione Azienda e Partecipazioni
 
Z - Score
Z - ScoreZ - Score
Z - Score
 
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di azienda
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di aziendaLa valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di azienda
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di azienda
 
Introduzione Multipli
Introduzione MultipliIntroduzione Multipli
Introduzione Multipli
 
Valutare le aziende in crisi
Valutare le aziende in crisiValutare le aziende in crisi
Valutare le aziende in crisi
 
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di azienda
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di aziendaLa valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di azienda
La valutazione delle imprese in crisi e del congruo canone di affitto di azienda
 
Dott.Garbelli
Dott.GarbelliDott.Garbelli
Dott.Garbelli
 
CONTROLLO DI GESTIONE
CONTROLLO DI GESTIONECONTROLLO DI GESTIONE
CONTROLLO DI GESTIONE
 
Dall'efficienza operativa all'efficacia strategica: nuovi strumenti per il co...
Dall'efficienza operativa all'efficacia strategica: nuovi strumenti per il co...Dall'efficienza operativa all'efficacia strategica: nuovi strumenti per il co...
Dall'efficienza operativa all'efficacia strategica: nuovi strumenti per il co...
 
Lezione17 05 2012_Levanti
Lezione17 05 2012_LevantiLezione17 05 2012_Levanti
Lezione17 05 2012_Levanti
 
Gestire meglio per vendere al meglio, oggi. Dal controllo di gestione al reve...
Gestire meglio per vendere al meglio, oggi. Dal controllo di gestione al reve...Gestire meglio per vendere al meglio, oggi. Dal controllo di gestione al reve...
Gestire meglio per vendere al meglio, oggi. Dal controllo di gestione al reve...
 
costi Richiami sui Centri di Responsabilita'
costi Richiami sui Centri di Responsabilita'costi Richiami sui Centri di Responsabilita'
costi Richiami sui Centri di Responsabilita'
 
L’albero del ROIC
L’albero del ROICL’albero del ROIC
L’albero del ROIC
 
Controllo di Gestione alberghiero
Controllo di Gestione alberghieroControllo di Gestione alberghiero
Controllo di Gestione alberghiero
 
Vendere l' azienda: le fasi del processo di vendita e la gestione dei momenti...
Vendere l' azienda: le fasi del processo di vendita e la gestione dei momenti...Vendere l' azienda: le fasi del processo di vendita e la gestione dei momenti...
Vendere l' azienda: le fasi del processo di vendita e la gestione dei momenti...
 
Analisi di bilancio
Analisi di bilancioAnalisi di bilancio
Analisi di bilancio
 

Similar to Lezione 06 06 2011 (anni prec.)

Focus economico finanziario (1)
Focus economico finanziario (1)Focus economico finanziario (1)
Focus economico finanziario (1)Enrico Viceconte
 
Lezione 01 06 2011 (anni prec.)
Lezione 01 06 2011 (anni prec.)Lezione 01 06 2011 (anni prec.)
Lezione 01 06 2011 (anni prec.)EAAUNIPA
 
La rielaborazione del bilancio
La rielaborazione del bilancioLa rielaborazione del bilancio
La rielaborazione del bilancioEdi Dal Farra
 
La Valutazione Economico Finanziaria
La Valutazione Economico FinanziariaLa Valutazione Economico Finanziaria
La Valutazione Economico Finanziariaberka
 
Analisi per indici e per flussi
Analisi per indici e per flussiAnalisi per indici e per flussi
Analisi per indici e per flussimondo formazione
 
Unikore ratei e risconti oic 18
Unikore ratei e risconti oic 18Unikore ratei e risconti oic 18
Unikore ratei e risconti oic 18Marco Fumo
 
Lezione-aula-prima-giornata.pdf
Lezione-aula-prima-giornata.pdfLezione-aula-prima-giornata.pdf
Lezione-aula-prima-giornata.pdfssuserf04fa3
 
4 Valutazioneeconomicofinanziaria
4 Valutazioneeconomicofinanziaria4 Valutazioneeconomicofinanziaria
4 ValutazioneeconomicofinanziariaLuca Vecchiato
 
Fse 13 - valutazioneeconomicofinanziaria
Fse   13 - valutazioneeconomicofinanziariaFse   13 - valutazioneeconomicofinanziaria
Fse 13 - valutazioneeconomicofinanziariaLuca Vecchiato
 
Working Capital & Capital Structure
Working Capital & Capital StructureWorking Capital & Capital Structure
Working Capital & Capital StructureGémino Di Giuliano
 
L'analisi di bilancio per indici e flussi
L'analisi di bilancio per indici e flussiL'analisi di bilancio per indici e flussi
L'analisi di bilancio per indici e flussiPasquale Boccagna
 
Bilancio d'esercizio e la sua analisi
Bilancio d'esercizio e la sua analisiBilancio d'esercizio e la sua analisi
Bilancio d'esercizio e la sua analisiLorena Boccuto
 
Pharmexpo 25 ottobre 2012 - Introduzione al bilancio del Dott. Francesco Scol...
Pharmexpo 25 ottobre 2012 - Introduzione al bilancio del Dott. Francesco Scol...Pharmexpo 25 ottobre 2012 - Introduzione al bilancio del Dott. Francesco Scol...
Pharmexpo 25 ottobre 2012 - Introduzione al bilancio del Dott. Francesco Scol...Felice Guerriero
 

Similar to Lezione 06 06 2011 (anni prec.) (20)

Business valuation
Business valuationBusiness valuation
Business valuation
 
Focus economico finanziario (1)
Focus economico finanziario (1)Focus economico finanziario (1)
Focus economico finanziario (1)
 
Lezione 01 06 2011 (anni prec.)
Lezione 01 06 2011 (anni prec.)Lezione 01 06 2011 (anni prec.)
Lezione 01 06 2011 (anni prec.)
 
La rielaborazione del bilancio
La rielaborazione del bilancioLa rielaborazione del bilancio
La rielaborazione del bilancio
 
Le analisi di bilancio
Le analisi di bilancioLe analisi di bilancio
Le analisi di bilancio
 
La Valutazione Economico Finanziaria
La Valutazione Economico FinanziariaLa Valutazione Economico Finanziaria
La Valutazione Economico Finanziaria
 
Analisi per indici e per flussi
Analisi per indici e per flussiAnalisi per indici e per flussi
Analisi per indici e per flussi
 
Analisiindicieflussi
AnalisiindicieflussiAnalisiindicieflussi
Analisiindicieflussi
 
Unikore ratei e risconti oic 18
Unikore ratei e risconti oic 18Unikore ratei e risconti oic 18
Unikore ratei e risconti oic 18
 
Lezione-aula-prima-giornata.pdf
Lezione-aula-prima-giornata.pdfLezione-aula-prima-giornata.pdf
Lezione-aula-prima-giornata.pdf
 
Analisiindicieflussi
AnalisiindicieflussiAnalisiindicieflussi
Analisiindicieflussi
 
4 Valutazioneeconomicofinanziaria
4 Valutazioneeconomicofinanziaria4 Valutazioneeconomicofinanziaria
4 Valutazioneeconomicofinanziaria
 
Fse 13 - valutazioneeconomicofinanziaria
Fse   13 - valutazioneeconomicofinanziariaFse   13 - valutazioneeconomicofinanziaria
Fse 13 - valutazioneeconomicofinanziaria
 
Working Capital & Capital Structure
Working Capital & Capital StructureWorking Capital & Capital Structure
Working Capital & Capital Structure
 
L'analisi di bilancio per indici e flussi
L'analisi di bilancio per indici e flussiL'analisi di bilancio per indici e flussi
L'analisi di bilancio per indici e flussi
 
Contabilitàgenerale
ContabilitàgeneraleContabilitàgenerale
Contabilitàgenerale
 
Riclassificazione SP - CE
Riclassificazione SP - CERiclassificazione SP - CE
Riclassificazione SP - CE
 
Bilancio d'esercizio e la sua analisi
Bilancio d'esercizio e la sua analisiBilancio d'esercizio e la sua analisi
Bilancio d'esercizio e la sua analisi
 
Analisi di bilancio
Analisi di bilancioAnalisi di bilancio
Analisi di bilancio
 
Pharmexpo 25 ottobre 2012 - Introduzione al bilancio del Dott. Francesco Scol...
Pharmexpo 25 ottobre 2012 - Introduzione al bilancio del Dott. Francesco Scol...Pharmexpo 25 ottobre 2012 - Introduzione al bilancio del Dott. Francesco Scol...
Pharmexpo 25 ottobre 2012 - Introduzione al bilancio del Dott. Francesco Scol...
 

More from EAAUNIPA

Slide dottor mazzeo
Slide dottor mazzeoSlide dottor mazzeo
Slide dottor mazzeoEAAUNIPA
 
Entrepreneurship 2012 pa.pdf
Entrepreneurship 2012 pa.pdfEntrepreneurship 2012 pa.pdf
Entrepreneurship 2012 pa.pdfEAAUNIPA
 
Lezione logistica produzione 2012 (Levanti)
Lezione logistica produzione 2012 (Levanti)Lezione logistica produzione 2012 (Levanti)
Lezione logistica produzione 2012 (Levanti)EAAUNIPA
 
6 strat ambientecompetitivo (prof. dagnino)
6 strat ambientecompetitivo (prof. dagnino)6 strat ambientecompetitivo (prof. dagnino)
6 strat ambientecompetitivo (prof. dagnino)EAAUNIPA
 
Strategy 1 2012 (prof. dagnino)
Strategy 1 2012 (prof. dagnino)Strategy 1 2012 (prof. dagnino)
Strategy 1 2012 (prof. dagnino)EAAUNIPA
 
Modelli nazionaliimpresa (prof. dagnino)
Modelli nazionaliimpresa (prof. dagnino)Modelli nazionaliimpresa (prof. dagnino)
Modelli nazionaliimpresa (prof. dagnino)EAAUNIPA
 
Creaz valore2011 (prof. dagnino)
Creaz valore2011 (prof. dagnino)Creaz valore2011 (prof. dagnino)
Creaz valore2011 (prof. dagnino)EAAUNIPA
 
Corp govern2011 (prof. dagnino)
Corp govern2011 (prof. dagnino)Corp govern2011 (prof. dagnino)
Corp govern2011 (prof. dagnino)EAAUNIPA
 
11 matrici portafbcg (anni prec.)
11 matrici portafbcg (anni prec.)11 matrici portafbcg (anni prec.)
11 matrici portafbcg (anni prec.)EAAUNIPA
 
10 strat corpdiversintegr (Prof. Dagnino)
10 strat corpdiversintegr (Prof. Dagnino)10 strat corpdiversintegr (Prof. Dagnino)
10 strat corpdiversintegr (Prof. Dagnino)EAAUNIPA
 
9 vant compstrategie di base (anni prec.)
9 vant compstrategie di base (anni prec.)9 vant compstrategie di base (anni prec.)
9 vant compstrategie di base (anni prec.)EAAUNIPA
 
8 strat rbv (anni prec.)
8 strat rbv (anni prec.)8 strat rbv (anni prec.)
8 strat rbv (anni prec.)EAAUNIPA
 
7 strat analisiinfrasette competitiva (anni prec.)
7 strat analisiinfrasette competitiva (anni prec.)7 strat analisiinfrasette competitiva (anni prec.)
7 strat analisiinfrasette competitiva (anni prec.)EAAUNIPA
 
Introd ec&gest6cfu (prof. dagnino)
Introd ec&gest6cfu (prof. dagnino)Introd ec&gest6cfu (prof. dagnino)
Introd ec&gest6cfu (prof. dagnino)EAAUNIPA
 

More from EAAUNIPA (14)

Slide dottor mazzeo
Slide dottor mazzeoSlide dottor mazzeo
Slide dottor mazzeo
 
Entrepreneurship 2012 pa.pdf
Entrepreneurship 2012 pa.pdfEntrepreneurship 2012 pa.pdf
Entrepreneurship 2012 pa.pdf
 
Lezione logistica produzione 2012 (Levanti)
Lezione logistica produzione 2012 (Levanti)Lezione logistica produzione 2012 (Levanti)
Lezione logistica produzione 2012 (Levanti)
 
6 strat ambientecompetitivo (prof. dagnino)
6 strat ambientecompetitivo (prof. dagnino)6 strat ambientecompetitivo (prof. dagnino)
6 strat ambientecompetitivo (prof. dagnino)
 
Strategy 1 2012 (prof. dagnino)
Strategy 1 2012 (prof. dagnino)Strategy 1 2012 (prof. dagnino)
Strategy 1 2012 (prof. dagnino)
 
Modelli nazionaliimpresa (prof. dagnino)
Modelli nazionaliimpresa (prof. dagnino)Modelli nazionaliimpresa (prof. dagnino)
Modelli nazionaliimpresa (prof. dagnino)
 
Creaz valore2011 (prof. dagnino)
Creaz valore2011 (prof. dagnino)Creaz valore2011 (prof. dagnino)
Creaz valore2011 (prof. dagnino)
 
Corp govern2011 (prof. dagnino)
Corp govern2011 (prof. dagnino)Corp govern2011 (prof. dagnino)
Corp govern2011 (prof. dagnino)
 
11 matrici portafbcg (anni prec.)
11 matrici portafbcg (anni prec.)11 matrici portafbcg (anni prec.)
11 matrici portafbcg (anni prec.)
 
10 strat corpdiversintegr (Prof. Dagnino)
10 strat corpdiversintegr (Prof. Dagnino)10 strat corpdiversintegr (Prof. Dagnino)
10 strat corpdiversintegr (Prof. Dagnino)
 
9 vant compstrategie di base (anni prec.)
9 vant compstrategie di base (anni prec.)9 vant compstrategie di base (anni prec.)
9 vant compstrategie di base (anni prec.)
 
8 strat rbv (anni prec.)
8 strat rbv (anni prec.)8 strat rbv (anni prec.)
8 strat rbv (anni prec.)
 
7 strat analisiinfrasette competitiva (anni prec.)
7 strat analisiinfrasette competitiva (anni prec.)7 strat analisiinfrasette competitiva (anni prec.)
7 strat analisiinfrasette competitiva (anni prec.)
 
Introd ec&gest6cfu (prof. dagnino)
Introd ec&gest6cfu (prof. dagnino)Introd ec&gest6cfu (prof. dagnino)
Introd ec&gest6cfu (prof. dagnino)
 

Lezione 06 06 2011 (anni prec.)

  • 1. FACOLTÀ DI ECONOMIA CORSO DI ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE VALUTAZIONE DELLE IMPRESE: Modello patrimoniale Modello misto patrimoniale -reddituale Indici di performance aziendale Dott.ssa Gabriella Levanti
  • 2. IL MODELLO PATRIMONIALE Nelle tradizionali applicazioni del modello patrimoniale il capitale netto rettificato (K) rappresenta tout court il valore dell’azienda equity side (metodo patrimoniale semplice): K = C + [(P1 + P2 + …) – (M1 + M2 + …)] (1 - t) Dove C = capitale netto contabile P = plusvalenze accertate M = minusvalenze accertate (1 – t) = oneri fiscali potenziali Laddove tra le attività venga aggiunto il valore attribuito agli intangibili specifici non contabilizzati (BI), ne deriva la formula del metodo patrimoniale complesso K’ = C + BI + [(P1 + P2 + …) – (M1 + M2 + …)] (1 - t) Alla base di tali modelli - nonché del modello misto patrimoniale–reddituale - vi è l’analisi patrimoniale
  • 3. VALIDITÀ DEL MODELLO PATRIMONALE Il ricorso al modello patrimoniale è significativo e razionale ogniqualvolta l’impresa rappresenti un mero involucro formale talché sia ragionevole assumere che nella valutazione delle attività componenti il patrimonio siano già presenti tutte le informazioni necessarie: valori di mercato e aspettative di flussi reddituali. In tali situazioni, il valore del capitale si ottiene dalla somma dei valori attribuiti ai singoli beni, al netto delle passività (e, se del caso, degli oneri fiscali potenziali). In altri termini, quando viene a mancare – o diviene tenue fino al punto di perdere significato – il collegamento funzionale tra i beni che caratterizza il patrimonio delle imprese è possibile ipotizzare che i vari beni considerati abbiano un loro autonomo valore, realizzabile anche cedendoli separatamente. Ciò accade, ad esempio, nella valutazione di:  le società immobiliari (si limitano alla gestione degli immobili)  le holding pure (prive di una loro diretta attività produttiva)
  • 4. Capitale Netto Rettificato vs. Valore di Liquidazione Il valore di liquidazione è concettualmente considerato la grandezza limite del capitale di un’impresa (o, nell’aspetto asset side, delle attività lorde), al di sotto della quale il risultato della stima non può scendere. Il valore di liquidazione corrisponde a ciò che rimane come «netto» nell’ipotesi in cui l’impresa cessi subito la propria attività e proceda alla vendita al meglio (in blocco, o per parti, o a stralcio) delle attività, al realizzo dei crediti e al soddisfacimento delle passività. N.B.: non si può dimenticare che spesso esistono pesanti vincoli di natura sociale in forza dei quali la decisione di cessare l’attività di un’impresa può essere sottoposta a duri contrasti ⇒ quando la liquidazione sia attuabile, va valutata correttamente, tenendo conto di una serie aggiuntiva di oneri, che in generale possono essere classificati:  perdite di gestione derivanti dalla necessaria continuazione, in volumi ridotti e spesso decrescenti, dell’attività produttiva, sia per il completamento di commesse sia per avviare a componimento graduale e non traumatico i problemi di occupazione  oneri di liquidazione del personale e contributi per agevolare l’esodo del personale  costi propri dell’attività liquidatoria
  • 5. L’ANALISI PATRIMONIALE L’analisi patrimoniale - ossia, l’analisi correttiva ed estimativa delle attività e delle passività e si articola in:  la revisione e la correzione dei valori contabili delle attività e delle passività  la stima a valori correnti delle attività materiali, compresi i crediti  la (eventuale) attualizzazione delle passività finanziarie  la stima degli intangibili specifici Il punto di partenza è costituito dal capitale netto di bilancio, espresso da una situazione patrimoniale contabile riferita a una data specifica (cd. data di riferimento della valutazione). Il CN comprende anche l’utile dell’esercizio, con esclusione degli importi per i quali è stata o sta per essere decisa la distribuzione
  • 6. REVISIONE E CORREZIONE DEI DATI CONTABILI Gli elementi attivi e passivi del capitale devono essere sottoposti a revisione al fine di accertarne la corrispondenza a corrette regole contabili. Ad esempio, si verificherà che: • tutte le attività e passività siano contabilizzate • le poste attive siano fondate su documenti inventariali validi • i crediti tengano conto delle effettive possibilità di recupero • gli accantonamenti del passivo corrispondano a quanto effettivamente o probabilmente maturato • le poste attive e passive calcolate in base al tempo siano analiticamente determinante • siano adeguatamente valutati i rischi segnalati o non segnalati serie di rettificazioni positive o negative
  • 7. ESEMPI DI RETTIFICHE  correzioni positive o negative attinenti al valore dei crediti (sulla base della stima del probabile valore di recupero)  annullamento dei costi capitalizzati che non abbiano un effettivo contenuto economico (nel senso che non abbiano o sia dubbia la loro residua utilità nel tempo)  correzioni derivanti dalla non congruità dei fondi di fine rapporto del personale e dei fondi pensionistici  variazioni connesse, nelle compagnie di assicurazione, con la non congruità: delle riserve tecniche del ramo vita; della riserva premi e della riserva sinistri del ramo danni  correzioni inerenti alla stima di rischi connessi con: cause passive in corso; fideiussioni e altre garanzie concesse a terzi; oneri futuri di assistenza tecnica e riparazioni gratuite nel periodo di garanzia; e così via
  • 8. IL VALORE CORRENTE DELLE ATTIVITÀ (1) Immobilizzazioni tecniche Trattandosi di beni già in uso occorre distinguere:  se per essi esiste un mercato dell’usato ⇒ criterio del prezzo corrente  se non esiste un mercato si ricorre , laddove sia possibile ed economico riprodurre il bene, al costo di ricostruzione; diversamente al costo di sostituzione (di rimpiazzo), inteso quale costo necessario per costruire o acquistare l’immobilizzazione (basata su tecnologie correnti) che sia in grado di rimpiazzare il bene in uso possedendone analoga capacità, resa e, in generale, la stessa utilità N.B.: comunque sia definito il costo «a nuovo» occorre procedere a una serie di abbattimenti per esprimere sia l’usura fisica (deperimenti fisico) sia l’obsolescenza (economica, operativa e funzionale) che il bene esistente presenta rispetto al nuovo
  • 9. IL VALORE CORRENTE DELLE ATTIVITÀ (2) Immobili civili  beni immobili di investimento ⇒ costo di ricostruzione, valore di mercato (sintetico-comparativo), valore di capitalizzazione del reddito  beni immobili destinati alla vendita ⇒ prezzi di mercato Magazzini e scorte  rimanenze di materie prime ⇒ valore corrente o prezzo del più recente acquisto  rimanenze di semilavorati ⇒ costo attuale o recente di produzione tenuto conto dello stato di avanzamento lavori  rimanenze di prodotti finiti ⇒ minor valore tra costo più recente di produzione e prezzo medio di vendita depurato degli oneri ancora da sostenere (se prodotti obsoleti prezzo di possibile realizzo a stralcio o in blocco)  commesse pluriennali ⇒ valutazione al costo in base al SAL o valutazione proporzionale al ricavo  stima dei lavori-extra ⇒ entità totale delle richieste moltiplicata per il coefficiente medio di riconoscimento ottenuto storicamente
  • 10. IL VALORE CORRENTE DELLE ATTIVITÀ (3) Titoli a reddito fisso  titoli quotati ⇒ prezzo corrente o media prezzi periodo recente  titoli non quotati ⇒ 1) valore nominale o costo quando i tassi di rendimento siano sostanzialmente in linea con i tassi correnti di mercato 2a) in caso di disallineamento valore pari al valore attuale, a tasso corrente, dei flussi di cassa che ne deriveranno per interessi e capitale (emerge una minusvalenza o una plusvalenza) 2b) prezzi correnti di titoli «simili» quotati, decurtati per minore negoziabilità e liquidità Partecipazioni  partecipazioni di controllo ⇒ la valutazione coincide con la valutazione delle imprese sottostanti (≠ in relazione finalità controllo, scopo valutazione)  partecipazioni in società non controllate: 1) non di rilievo e quotate ⇒ prezzi di mercato; 2) non di rilievo e non quotate ⇒ capitale netto contabile e i multipli di società comparabili; 3) di rilievo ⇒ regole società controllate o multipli (società comparabili o transazioni comparabili) con applicazione di «premi» di controllo e «sconti» di minoranza e per mancanza di mercato dei titoli
  • 11. IL VALORE CORRENTE DELLE ATTIVITÀ (4) Crediti I crediti aventi scadenze protratte nel tempo devono essere attualizzati (al tasso corrente) in due casi  se su di essi non maturano interessi  se su di essi maturano interessi non in linea con il mercato I crediti espressi in valute straniere vanno convertiti in moneta nazionale: al cambio corrente o, in condizioni di notevole volatilità, al cambio medio di un periodo più ampio (1-3 mesi)
  • 12. ATTUALIZZAZIONE DEI DEBITI FINANZIARI I debiti finanziari devono essere attualizzati (al tasso corrente) nel caso in cui si verifichi una differenza tra tassi negoziati e tassi di mercato (tipicamente si verifica per i debiti a medio-lungo termine a tasso fisso) ineg > (o <) icorr ⇒ valore attuale Df > (o <) valore contabile Df Obbligazioni  quotate ⇒ prezzo di mercato  non quotate ⇒ 1) attualizzazione dei flussi in base al tasso corrente; 2) confronto con titoli similari quotati (per tasso, scadenza, rischio, ecc.); 3) differenziale legato al rating
  • 13. ONERI FISCALI POTENZIALI SULLE PLUSVALENZE Per le plusvalenze potenziali (al netto delle eventuali minusvalenze) che interessano attività e passività contabilizzate devono essere stimati i potenziali carichi fiscali che esse sottintendono Obiezioni  è incerto il loro realizzo nel tempo  alcuni rimedi normativi consentono di contenere o evitare la tassazione sulle plusvalenza (per es. rivalutazioni fiscalmente agevolate, compensazioni con perdite future) ⇒ talora nella pratica professionale applicazione di aliquote ridotte Perdite pregresse fiscalmente riconosciute Tali perdite (Pt) possono essere tradotte, in base alle aliquote corrispondenti alle imposte cui fanno riferimento at) e con appropriata attualizzazione in base a un tasso finanziario, in un valore attivo (cd. imposte differite attive) pari a: P1 * a1v + P2 * a2v2 + …. In via prudenziale stante la difficoltà di prevedere la misura della detrazione delle perdite recuperabili si procede sovente a forfettizzazioni o all’applicazione di aliquote fiscali ridotte
  • 14. CLASSIFICAZIONE DEGLI INTANGIBILI  intangibili acquisiti (con vita definita ⇒ ammortamento; con durata illimitata ⇒ deperimento o impairment annuale)  intangibili internamente prodotti Considerato che: 5.la separazione degli intangibili in molte classi genera il rischio di sovrapposizioni e duplicazioni 6.le aree nelle quali è più agevole identificare gli intangibili sono il marketing e la tecnologia al fine di classificare gli intangibili è opportuno seguire il criterio della dominanza ovvero stimarli per «grandi classi» come beni legati:  alla tecnologia, laddove sia prevalente l’aspetto ricerca- innovazione-conoscenza (es. tecnologia, know-how produttivo, progetti di R&S, brevetti, segreti industriali, software, ecc.)  al marketing, laddove sia prevalente l’aspetto marchi-mercato- fiducia (es. nome e logo, marchi, insegne, idee pubblicitarie, ecc.)
  • 15. FINALITÀ STIMA INTANGIBILI (1) 1. misura di performance economica Necessità di integrare i risultati contabili periodici tenendo conto della variazione nel tempo dello stock di intangibili (⇒ concetto REI). Posto che, generalmente, i costi degli intangibili si sostengono con anticipo di alcuni anni rispetto ai ricavi che essi generano, la loro mancata iscrizione nei conti può dar luogo a sistematici «differimenti» o «anticipazioni» di utili da un anno all’altro. In particolare:  quando si investe più di quanto gli intangibili deperiscano (creazione di valore intangibile), si prestano utili agli anni futuri (Earning Lending)  quando si investe meno di quanto gli intangibili deperiscano (distruzione di valore intangibile), si prendono a prestito utili dagli anni futuri (Earning Borrowing) Solo nel caso in cui gli investimenti in intangibili siano realizzati in una successione temporale ordinata e siano sopportati costi costanti per la loro «manutenzione» si avrà una continua ricostituzione della dotazione di intangibili ⇒ reddito contabili coincide con il reddito economico
  • 16. FINALITÀ STIMA INTANGIBILI (2) 2. informazione integrativa nella valutazione delle aziende Alcuni dei metodi utilizzati nel processo di valutazione fanno scaturire un «valore unico» che: a) nell’ottica nel miglioramento del processo valutativo; e b) nell’ottica della scomposizione del valore unico in una serie di valori necessari al fine della rilevazione contabile e della formazione del bilancio può essere utile distinguere in macro-componenti, quali: • il capitale netto contabile • gli intangibili generici (cd. goodwill/badwill) • gli intangibili specifici
  • 17. Valore unico e valori scomposti in presenza di imprese redditizie Valore unico e valori scomposti in presenza di imprese non redditizie
  • 18. FINALITÀ STIMA INTANGIBILI (3) 3. nuovi principi contabili per la formazione del bilancio In tale contesto, la stima degli intangibili si connette a due scopi:  l’allocazione ai fini contabili del prezzo sopportato in sede di acquisizione/incorporazione di un’impresa alle varie classi di attività (e di business unit)  l’impairment test, cioè il controllo (tipicamente annuale) del valore del goodwill e degli intangibili specifici di durata indeterminata, al fine di sostituire il loro ammortamento «sistematico» (x% all’anno, quale che sia la dinamica reale del valore dei beni) con un ammortamento «economico», che rifletta la reale dinamica del valore (corrispondente alla riduzione intervenuta nel valore corrente) 4. informazione volontaria
  • 19. LOGICA DI VALUTAZIONE DEGLI INTANGIBILI
  • 20. PRINCIPALI METODI DI STIMA DEGLI INTANGIBILI METODI DI VALUTAZIONE METODI DI MERCATO ANALITICA (O COMPARATIVI) Approccio del costo Criterio dei tassi di royalty • criterio del costo storico comparabili • criterio del costo storico residuale • criterio del costo di riproduzione Approccio economico Criterio dei moltiplicatori • criterio di attualizzazione dei • multipli impliciti nei deals risultati differenziali (o del premium • multipli empirici price) • criterio del «costo della perdita»
  • 21. APPROCCIO DEL COSTO  criterio del costo storico ⇒ usato per gli intangibili in via di formazione  criterio del costo storico residuale ⇒ accertamento dei costi che storicamente sono stati necessari per la formazione degli intangibili (a prescindere dal trattamento contabile); se del caso, nel loro allineamento monetario e nella loro riduzione per tenere conto della residua utilità (deduzione ammortamenti in proporzione al rapporto tra residua vita utile e vita complessive del bene; sommatoria degli investimenti eccedenti o carenti rispetto al livello di spesa «di mantenimento» dell’intangibile specifico  criterio del costo di riproduzione ⇒ stima (per via analitica o tramite indici) di quanto costerebbe ricreare oggi gli intangibili oggetto di valutazione (Cr), rettificata per tenere conto dello stato d’uso del bene - attraverso un coefficiente proporzionale tra vita residua (Vr) e vita totale (Vt) del bene V = Cr * Vr / Vt
  • 22. APPROCCIO ECONOMICO  criterio di attualizzazione dei risultati differenziali ⇒ premessa concettuale è che un complesso di intangibili è all’origine di specifici e misurabili vantaggi, da stimare in via differenziale rispetto a situazioni «medie» o «normali» di concorrenti che non ne fruiscono. Il reddito differenziale va misurato guardando sia ai maggiori ricavi (legati, per esempio al premium price connesso alla marca qualificata) sia ai maggiori costi (correlati alla qualità del prodotto, alla pubblicità, alla distribuzione,ecc.). Il vantaggio netto differenziale va poi attualizzati con riferimento alla sua prevedibile durata (n anni) e con un appropriato tasso  criterio del «costo della perdita» ⇒ stima del danno ipotetico, calcolato in termini di caduta del margine di contribuzione complessivo e di comparsa di un eccesso di costi di struttura, che dovrebbe essere sopportato qualora la disponibilità degli intangibili venisse meno. Il calcolo si protrae per tutto l’arco temporale necessario al ripristino della situazione di equilibrio e di normalità
  • 23. CRITERIO DEI TASSI DI ROYALTY COMPARABILI Si stima il valore di marchi e brevetti assumendo che il loro valore corrisponda alle royalties annuali applicate nella cessione in uso a terzi di marchi/brevetti «comparabili». La comparabilità va intesa con riguardo all’appartenenza a uno specifico settore e possibilmente alla «forza» dell’intangibile Dove: r = tasso di royalty, scelto per via di comparazione con casi omogenei dedotti dal mercato tenuto conto della forza dell’intangibile (estensione dell’uso, unicità, margini di profitto incrementale, grado di protezione, barriere all’entrata, stato legale, posizione nel ciclo di vita) Si = vendite attese su un orizzonte temporale corrispondente alla vita residua dell’intangibile specifico Ci = costo di «conservazione» dell’intangibile specifico i
  • 24. CRITERIO DEI MOLTIPLICATORI  multipli impliciti nei deals È basato sui multipli impliciti nei prezzi negoziati per operazioni di finanza straordinaria (quali acquisizioni, fusioni, apporti, scambi di partecipazioni, ecc.) Tali prezzi esprimono fondamentalmente la rarità dei core assets che l’impresa negoziata contiene ⇒ possibilità di estrarre da essi multipli che esprimono il valore di mercato di tali assets (siano essi tangibili o intangibili, contabilizzati o meno) EV – Valore corrente di tutti gli altri assets Misura di struttura W – Valore K (esclusi i core assets contabilizzati) Misura di struttura Dove: Misura di struttura = misura di capacità (cliente, n. di camere), di top line del CE (fatturato, portafoglio premi) patrimoniale (raccolta bancaria)  multipli empirici Applicazione delle formule superiori in presenza di carenza di documentazione sui deals o alla non omogeneità delle aziende-target con moltiplicatori basandosi sull’esperienza (rule of thumb)
  • 25. MODELLO MISTO PATRIMONIALE- REDDITUALE (1) Tale modello nella versione base con stima autonoma del goodwill (o badwill) presenta tre alternative:  con attualizzazione limitata del reddito differenziale medio (o sovra-reddito medio) reddito differenziale medio W = K + (R – i’’ * K) * a n i’ Dove: K = capitale netto rettificato (che può essere sostituito con K’, ossia con il capitale netto rettificato comprensivo del valore degli intangibili) R = reddito medio-normale atteso per il futuro n = durata limitata del reddito differenziale i’’ = tasso di rendimento «normale» per l’attività svolta dall’impresa i’ = tasso di attualizzazione del sovra/sotto-reddito
  • 26. MODELLO MISTO PATRIMONIALE- REDDITUALE (2)  con attualizzazione dei redditi differenziali analitici per n anni W = K + (R1 – i’’ * K) * v + (R2 – i’’ * K) * v2 + … K può essere sostituito con K’  con capitalizzazione illimitata del reddito differenziale medio W = K + (R – i’’ * K) i’ K può essere sostituito con K’
  • 27. INDICI DI PERFORMANCE AZIENDALE (1) REI (Risultato Economico Integrato) REI = RN + ∆P + ∆BI Dove: RN = reddito contabile (normalizzato) del periodo ∆P = variazione delle plus-minusvalenze contabilmente inespresse ∆BI = variazione del valore dello stock di intangibili nel periodo N.B.: il REI non rappresenta un indicatore di creazione /distruzione di valore (trascura infatti il costo figurativo del capitale proprio investito nell’impresa) REIR (Risultato Economico Integrato Residuale) REIR = REI – c.o.e. * K’
  • 28. INDICI DI PERFORMANCE AZIENDALE (2) EVA (Economic Value Added) EVA = NOPAT – WACC * I Dove: I = capitale investito (capitale proprio + debiti finanziari + accantonamenti assimilabili a risorse proprie) NOPAT = Reddito operativo al netto delle imposte «normalizzato» e corretto tramite: • eliminazione degli effetti dovuti a particolari politiche finanziarie (es. beni in leasing) o a talune convenzioni contabili (es. aumento della riserva LIFO, ammortamento annuo del goodwill, incremento del fondo imposte) • neutralizzazione degli effetti dell’inflazione Gli EVA annuali vengono collegati al valore dell’impresa unlevered (EV) mediante una grandezza definita Market Value Added (MVA) MVA = valore attuale degli EVA futuri N.B. sovente dopo il periodo di valutazione analitica di n anni si attualizza un EVA perpetuo, EVAt+n