2. Storia del soccorso pre-ospedaliero
1573
PRIMI
SOCCORSI
1573 – Il chirurgo francese Ambroise Parè organizza a
Torino i soccorsi in battaglia
Alcuni anni più tardi introdurrà la tecnica di legatura dei
vasi sul campo e di estrazione dei proiettili.
3. Storia del soccorso pro-ospedaliero
1775
THE
HOSPITAL
1775 – THE HOSPITAL
Il generale George Whashington chiede al congresso di
istituire «The Hospital», un corpo medico per soldati.
1573
PRIMI
SOCCORSI
4. Storia del soccorso pro-ospedaliero
1775
THE
HOSPITAL
1792
AMBULANZE VOLANTI
1792 – LE VETTURE PER IL TRASPORTO DEI
MILITARI FERITI
Dominique Jean Larrey, capo chirurgo
dell’esercito del Reno introdusse le
«Ambulanze volanti», cioè un sistema di
vetture che permettevano medicazioni
immediate e rapido recupero dei feriti.
1573
PRIMI
SOCCORSI
5. Storia del soccorso pro-ospedaliero
1775
THE
HOSPITAL
1792
AMBULANZE VOLANTI
1573
PRIMI
SOCCORSI
1832 – PRIMO SERVIZIO DI TRASPORTO SANITARIO
CIVILE
Istituito per il trasporto dei malati di Colera a Londra
Il giornale “The Times” recitava: "The curative
process commences the instant the patient is put in
to the carriage; the patient may be driven to the
hospital so speedily that the hospitals may be less
numerous and located at greater distances from
each other”
1832
PRIMO
TRASPORTO
SANITARIO CIVILE
6. Storia del soccorso pro-ospedaliero
1775
THE
HOSPITAL
1792
AMBULANZE VOLANTI
1573
PRIMI
SOCCORSI
1832
PRIMO
TRASPORTO
SANITARIO CIVILE
1862
TRIAGE
1862 – INTRODUZIONE DEL TRIAGE
Jonathan Letterman, chirurgo americano,
conosciuto come il padre della moderna
medicina di guerra, introduce per la
classificazione dei ricoveri il sistema del
«Triage», applicandolo per la prima volta nella
battaglia di Antietam.
7. Storia del soccorso pro-ospedaliero
1775
THE
HOSPITAL
1792
AMBULANZE VOLANTI
1573
PRIMI
SOCCORSI
1832
PRIMO
TRASPORTO
SANITARIO CIVILE
1862
TRIAGE
1947
INVENZIONE DEL
DEFIBRILLATORE
1947 – INVENZIONE DEL DEFIBRILLATORE
In Cleveland il cardiochirurgo Claude Beck porta
a termine la prima defibrillazione. Un giovane di
14 anni sottoposto ad un intervento
cardiochirurgico per una malformazione
congenita, va in arresto cardiaco. Dopo 45
minuti di massaggio cardiaco il Dr. Claude Beck
prova l’ultimo disperato tentativo: usare il
defibrillatore, di sua invenzione, costruito
dall’amico James Rand. Dopo la defibrillazione il
cuore del paziente riprende a battere.
8. Storia del soccorso pro-ospedaliero
1775
THE
HOSPITAL
1792
AMBULANZE VOLANTI
1573
PRIMI
SOCCORSI
1832
PRIMO
TRASPORTO
SANITARIO CIVILE
1862
TRIAGE
1947
INVENZIONE DEL
DEFIBRILLATORE
1966 – PRIME LINEE GUIDA RCP
Il “National Research Council of the National
Academy of Sciences” organizzò una
conferenza sulla rianimazione
cardiopolmonare al fine di standardizzare linee
guida per la RCP. Contestualmente vengono
pubblicate le prime linee guida per la
rianimazione cardiopolmonare
1966
PRIME LINEE GUIDA RCP
9. Storia del soccorso pro-ospedaliero
1775
THE
HOSPITAL
1792
AMBULANZE VOLANTI
1573
PRIMI
SOCCORSI
1832
PRIMO
TRASPORTO
SANITARIO CIVILE
1862
TRIAGE
1947
INVENZIONE DEL
DEFIBRILLATORE
1966
PRIME LINEE GUIDA RCP
1966 – “WHITE PAPER”
Viene pubblicato in USA un importante Report
sui decessi causati da carenza di strutture di
soccorso pre-ospedaliero detto “White Paper”
(Accidental Death and Disability: The
Neglected Disease of Modern Society)
1966
“WHITE PAPER”
10. Storia del soccorso pro-ospedaliero
1775
THE
HOSPITAL
1792
AMBULANZE VOLANTI
1573
PRIMI
SOCCORSI
1832
PRIMO
TRASPORTO
SANITARIO CIVILE
1862
TRIAGE
1947
INVENZIONE DEL
DEFIBRILLATORE
1966
PRIME LINEE GUIDA RCP
1968 – NASCE IL 9-1-1
Viene istituito in USA il numero unico per
le chiamate di Emergenza
1966
“WHITE PAPER”
1968
NASCE IL 9-1-1
11. Storia del soccorso pro-ospedaliero
1775
THE
HOSPITAL
1792
AMBULANZE VOLANTI
1573
PRIMI
SOCCORSI
1832
PRIMO
TRASPORTO
SANITARIO CIVILE
1862
TRIAGE
1947
INVENZIONE DEL
DEFIBRILLATORE
1966
PRIME LINEE GUIDA RCP
1972 – EMERGENCY MEDICINE
Nasce il primo programma di formazione
per medici di Medicina di Emergenza
presso l’università di Cincinnati
1966
“WHITE PAPER”
1968
NASCE IL 9-1-1
1972
EMERGENCY MEDICINE
12. Il soccorso in Italia
Negli anni ‘60 nascono le prime
Autoambulanze.
L’obiettivo era il traporto del paziente in
ospedale più rapidamente possibile.
A metà degli anni 60 si inizia a praticare
il massaggio cardiaco esterno e viene
inventato il pallone di Ambu.
Il Servizio di Ambulanza era affidato alle
singole strutture ospedaliere o
associazioni di volontariato, non
coordinato da alcuna centrale operativa
13. Rapporto sul soccorso stradale sanitario- Pino Abate- 1965
Al numero di telefono ufficiale del Comitato della Croce Rossa, il
22.275 risponde un asilo infantile. Non è la prima sorpresa,
attraverso un complesso giro, ci viene infine dato per buono il
20.702. Dall’altro capo del filo risponde il padre del dott. Lunghi,
vice presidente del Comitato.
Riferiamo testualmente: «la Croce Rossa dispone di un’ambulanza
vecchia di sei-sette anni; se qualcuno chiama l’asilo, gli danno il
numero di mio figlio, che a sua volta telefona al segretario, il
signor Alberto Bragaglia, al 20.897. E’ quest’ultimo che provvede
ad avvertire, in caso di richiesta, l’autista, un pensionato che ha il
telefono in casa e se esce fa sempre sapere dove è diretto»
14. Ad Arona, nella provincia di Novara, in caso di bisogno l’utente
poteva chiamare, se ne fosse stato a conoscenza, l’ospedale di
terza categoria SS. Trinità, componendo i numeri: 21.76, 33.76.
Dall’altro capo del filo il centralinista nel tardo pomeriggio del 12
febbraio del 1965 rispondeva così:
«In questo momento l’autista è a casa; se occorre, lo chiamo per
telefono; e così pure il medico»
15. Il soccorso in Italia
• Nel 1980 a Bologna nasce la prima centrale per la gestione dei mezzi di
soccorso: BOLOGNA SOCCORSO
• Nel 1986 a Bologna inizia il primo servizio stabile di soccorso sanitario con
elicottero
• Nel 1987 a Verona nasce la seconda centrale operativa di Italia: VERONA
SOCCORSO
• DPR 27 Marzo 1992
- Tutte le chiamate devono afferire ad un numero unico nazionale 118
- La Centrale Operativa garantisce il coordinamento di tutti gli interventi
nell’ambito territoriale di riferimento
- Le Centrali Operative sono organizzate a livello provinciale
16. Organizzazione dei sistemi di
Emergenza territoriale nel mondo
Modello FRANCO-TEDESCO
(Francia, Germania, Spagna,
Svizzera, Austria, «Italia»)
Modello ANGLO-AMERICANO
(Regno Unito, USA, Canada,
Nuova Zelanda, Australia)
• Il medico risponde alle emergenze più
significative
• Nel modello tedesco l’infermiere spesso
è presente ma le sue mansioni sono
fortemente ridotte
• le ambulanze tendono ad essere molto
ben equipaggiate
• La priorità è la cura e la stabilizzazione
del paziente, per poi procedere al suo
trasferimento in ospedale
• Il medico è raramente presente sui
mezzi di soccorso
• I pazienti vengono trattati nei limiti delle
competenze del personale formato e
rapidamente trasportati all’ospedale per
la cura definitiva
• Nei paesi anglosassoni gli infermieri
agiscono sotto l’autorità di un medico
• Possono essere autorizzati ad esercitare
il loro giudizio clinico, ad usare gli
strumenti diagnostici ed a
somministrare farmaci
17. Emergenza territoriale negli USA
• L’Emergency Medical Technician (EMT), ossia il Tecnico per l’Emergenza Medica è,
nei suoi diversi livelli di specializzazione, la figura di riferimento per il soccorso
extraospedaliero in tutto il nord America
1. First risponder
• Addestrato a mettere in atto le manovre di base del soccorso
• Molti Vigili del Fuoco e gli Agenti di Polizia hanno questa qualifica
2. EMT-Basic
• figura di base presente sui mezzi di soccorso statunitensi
• Abilitati alla gestione delle vie respiratorie, l’approccio ed il trattamento di
emergenze cardiache e traumatiche, la gestione delle gravidanze a
termine
3. EMT-Intermediate
• Può scegliere tra indirizzo Shock/Trauma e EMT-Cardiac
• Addestrato ad eseguire IOT e somministrare fluidi ed alcuni farmaci
4. EMT-Paramedic
• In grado di gestire autonomamente qualsiasi tipo di emergenza.
• Può somministrare un ampia gamma di farmaci e svolgere sul campo
procedure di rianimazione avanzata.
19. Organizzazione del sistema 118
LA CENTRALE OPERATIVA
- Riceve le chiamate di Emergenza/Urgenza
- Definire l’intervento nella sua criticità
- Attivare i più vicini mezzi di soccorso, idonei
per l’intervento da effettuare
- Impartire disposizioni circa il tipo di evento
da trattare, assegnando il codice di
intervento più appropriato
- Fornire se necessario Istruzioni Prearrivo
- Allertare e far intervenire se necessario altri
mezzi di Emergenza (115, 112…)
- Dare assistenza logistica e tecnico-sanitaria
al mezzo di soccorso durante il servizio
- Coordinamento sanitario in caso di
Maxiemergenza
20. Organizzazione del sistema 118
LA CENTRALE OPERATIVA
• Apparati di comunicazione fonica e di
trasmissione dati
• Apparato di registrazione fonica, integrato
con il sistema informatico, che permetta il
riascolto immediato delle conversazioni
• Sistema di riconoscimento e localizzazione
del chiamante
• Sistema cartografico evoluto
• Sistema interno a circuito chiuso, che
collega la Centrale con tutte le postazioni
territoriali e con le strutture coinvolte nelle
emergenze, e da un sistema aperto con
l’esterno
• Sistema per la gestione gestire i Flussi
Informativi delle prestazioni di emergenza-
urgenza del SET-118
21. Il Codice colore
• Gli operatori addetti alla valutazione delle chiamate telefoniche utilizzano specifici
protocolli di intervista (dispatch)
• Il codice colore individua la gravità presunta dell’evento ed in qualche modo
condiziona la modalità di risposta
Riferita o sospetta assenza o grave alterazione anche di una sola delle
funzioni vitali (coscienza / respiro / circolo)
Riferito o sospetto interessamento o a rischio di evoluzione di uno o
più apparati che possono influire sulle funzioni vitali ; Circostanze
ambientali o situazionali che possono complicare il soccorso sanitario
o includere rischio evolutivo
Patologia che non appare porre a rischio la vita ma richiede
comunque un intervento sanitario ed un trattamento in urgenza
(frattura di un arto, ferita superficiale, colica renale, ecc.); Circostanze
ambientali non a rischio la vita ma che richiedono comunque un
intervento sanitario in tempi brevi
Situazione clinica non acuta, meritevole di trattamento di elezione
22. Organizzazione del sistema 118
Mezzi di Soccorso
Ambulanza di soccorso
di base e di trasporto
(Tipo B)
Ambulanza di soccorso
avanzato
(Tipo A)
23. Equipaggio 118 in Italia
• 1. L’equipaggio con autista/soccorritore, infermiere professionale
e medico è la modalità più diffusa in Abruzzo, Calabria, Campania,
Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Umbria.
• 2. L’equipaggio con Autista/soccorritore ed infermiere
professionale è la modalità più diffusa in Basilicata, Emilia
Romagna, Friuli VG, Lazio, Puglia, Trento e Veneto.
• 3. L’equipaggio con autista/soccorritore e medico: è la modalità
più diffusa in Toscana, Valle d’Aosta e a Bolzano. Inoltre è
presente in modo significativo in Veneto, Puglia, Sicilia e in
Campania;
• 4. L’equipaggio con infermiere professionale e medico: è la
modalità principale in Sardegna e a Milano. E’ presente in modo
significativo in Emilia Romagna, Toscana e Sardegna.
• 5. L’equipaggio con 3 soccorritori certificati: è la modalità
principale in Lombardia. Con un numero di molto inferiore
seguono le ambulanze con medico e poi le ambulanze con
l’infermiere.
24. Organizzazione sistema di emergenza
in Italia, in sintesi…
• L’Italia è un paese che non ha ancora completato la scelta
del suo modello organizzativo di soccorso territoriale.
• Per quel che riguarda la composizione degli equipaggi delle
ambulanze risultava prevalente il modello Franco-Tedesco,
anche se recenti normative organizzative approvate da
alcune regioni in questi ultimi anni ci dicono che ormai i due
modelli sono presenti in modo sostanzialmente paritario
nel territorio italiano.
• In questi ultimi anni, la tendenza evidente è quella di un
aumento delle ambulanze con personale infermieristico,
spesso in sostituzione di ambulanze medicalizzate
25.
26. Caso n. 1
CENTRALE OPERATIVA
ORE 05:52
Viene inviata AMBULANZA MEDICALIZZATA più vicina
CODICE ROSSO
27. ORE 06:08 Arrivo sul posto
MASCHIO, 62 anni
Riferisce dolore toracico
• Iniziato da 15 minuti
• Precordiale, oppressivo
• Associato a vomito e
sudorazione algida
• Lieve difficoltà respiratoria
Impressione generale:
• Paziente sovrappeso, odora di
tabacco
• Sul comodino scatola di Ramipril e
Cardioaspirina
• Sofferente, lamentoso
• Cute fredda, pallida, «sudaticcia»
• Polso radiale normofrequente,
ritmico
28. • FC 75 bpm
• FR 26 atti/min
• PA 170/100 mmHg
• SpO2 93% in aria ambiente
• TC 36 °C
29. • Reperito Accesso Venoso 20 G
• Posizionate piastre adesive
TERAPIA:
• Ossigeno FiO2 30%
• Nitrosorbide 10 mg (2 fiale) in 100 ml
SF a 30 ml/h
• Flectadol 500 mg
• Eparina sodica 4000 UI
• Morfina 2 mg ev
Il paziente riferisce dopo alcuni minuti parziale remissione del dolore
30. ORE 06:26
• Il medico chiama la Centrale Operativa informando che il paziente presenta
STEMI ANTERIORE ESTESO
• Secondo protocollo condiviso trasporterà il paziente a codice ROSSO nel
centro ospedaliero idoneo, ovvero centro HUB che dista circa 30 minuti,
dotato di sala di emodinamica (SPOKE più vicino 8 minuti circa)
• La centrale operativa provvede ad allertare il Pronto Soccorso di destinazione
… ma mentre si posiziona sulla barella il paziente emette un rantolo e
perde conoscenza
31. Defibrillazione 250 J (Bifasico)
Immediata ripresa del polso Centrale con progressivo recupero dello stato di
coscienza
Somministrato AMIODARONE 300 mg in 250 SG 5% in 10 minuti
32. ORE 07:08 Arrivo in Pronto Soccorso (tragitto senza ulteriori complicanze)
Il paziente è stato immediatamente trasportato in sala di emodinamica
Viene sottoposto ad angioplastica coronarica (ore 07:20) sull’arteria
interventricolare anteriore, riscontrando occlusione intraluminale del 100 %.
Al paziente viene anche impiantato uno stent coronarico medicato sull’IVA.
Il paziente, al termine della procedura,
viene ricoverato presso l’U.T.I.C., dove vi
rimane per 7 giorni.
Alla dimissione il paziente si presenta in
buone condizioni cliniche, con frazione di
eiezione ventricolare conservata ed
ipocinesia anteriore del ventricolo
sinistro.
33. Considerazioni:
• Il servizio di Emergenza 118 cerca sempre di garantire la più
rapida assistenza possibile in caso di dolore toracico (Codice
Rosso)
• La presenza di un medico ha permesso la diagnosi di STEMI, che
ha profondamente influito sul percorso del paziente,
permettendo il più rapido accesso possibile alla sala di
emodinamica (ECG to Baloon 70 minuti)
• La presenza di un medico ha permesso di anticipare la terapia e
di prevedere gli eventi avversi prendendo in tal senso
precauzioni (es. posizionamento di piastre adesive, profilassi
antiaritmica con amiodarone)
• La presenza di protocolli condivisi permette il rapido accesso del
paziente alla sala di emodinamica (Door to Baloon 12 minuti) al
fine di limitare l’area di necrosi miocardica
34. Caso n. 2 POLITRAUMA
CENTRALE OPERATIVA
ORE 03:26
Vengono inviati:
• AUTOMEDICA
• AMBULANZA INFERMIERISTICA
• 2 AMBULANZE CON SOCCORRITORI VOLONTARI
CODICE ROSSO
35. ORE 03:35 Arrivo sul posto
UOMO CIRCA 55 ANNI A TERRA, A CIRCA 2 METRI DALLE AUTO INCIDENTATE
UOMO CIRCA 30 ANNI IN PIEDI, VISIBILMENTE SCOSSO, DIALOGA CON UN ASTANTE
UOMO CIRCA 45 ANNI ALL’INTERNO DI UN’AUTO, VISIBILMENTE SOFFERENTE ED AGITATO
36. Il paziente in piedi viene affidato
all’assistenza dei soccorritori, indicando loro
di misurare i parametri vitali e riferirli
Il paziente all’interno dell’Auto viene
affidato alla valutazione dell’infermiere, che
riferirà poi al medico i rilievi fondamentali
della valutazione primaria
Il medico con l’aiuto della equipe di
soccorritori della seconda ambulanza si
dirige dal paziente a terra.
37. VALUTAZIONE PRIMARIA
Paziente già posizionato su asse spinale con collare cervicale e cunei
A: Respiro russante. non corpi estranei nel cavo orale
B: Il torace si espande simmetricamente, mv trasmesso bilateralmente. non
turgore giugulare ne deviazione tracheale. FR 16 atti/min. spo2 93% in aria
ambiente. Escoriazioni evidenti emitorace sinistro.
C: Addome trattabile, non evidenti lesioni, bacino stabile. Non emorragie esterne.
FC 110 bpm, PA 140/100
D: Pupille mal valutabili per ematoma periorbitario, apparentemente
simmetriche. GCS 3 (tollera la cannula di Guedel).
E: Deformita’ arto inferiore destro da verosimile frattura di femore. non altre
lesioni.
DURANTE LA VALUTAZIONE PRIMARIA IL PAZIENTE INIZIA A VOMITARE
ABBONDANTE QUANTITA’ DI FLUIDI (PROBABILMENTE VINO E SUPER-ALCOLICI)
FRAMMISTI A CIBO.
38. Il secondo paziente, dopo essere stato estricato dai VF, viene rapidamente valutato
dall’infermiere
Alla valutazione primaria, escoriazioni su fianco ed ipocondrio destro, addome teso.
Il paziente inizialmente agitato, tende ad obnubilarsi.
FC 140 bpm, PA 90/60 mmHg, SpO2 94%, FR 35 atti/min
L’infermiere ha già reperito accesso venoso e sta somministrando fluidi.
Su indicazione del medico somministra anche acido tranexamico.
41. • Ostruzione delle vie (es. trauma
facciale o diretto)
• Presenza di vomito in caso di
concomitante assenza di riflessi di
protezione
• Inadeguata ventilazione con
volumi insufficienti di aria in
respiro spontaneo o ipossia
seppure vengano somministrate
elevate percentuali di ossigeno
• Stato di coma con GCS < 9
42. • Concetto legato a distanza
dall’ospedale e condizioni del
paziente.
• La non opportunità in presenza di
un’indicazione all’intubazione
tracheale in ambito
preospedaliero comporta il
rapido trasporto nell’ospedale in
grado di fornire una risposta alle
problematiche del paziente
43. • La valutazione della fattibilità
prevede l’analisi di fattori legati
all’operatore/team, al paziente
ed all’ambiente
• Se l’operatore non ha la
competenza per eseguire
l’intubazione tracheale o se il
team non è competente la
manovra risulta non fattibile
• La non fattibilità dell’intubazione
tracheale può essere legata a
condizioni anatomiche del
paziente (scarsa apertura della
bocca e/o rigidità del collo, grave
traumatismo facciale)
• Un paziente non accessibile per la
laringoscopia diretta (es.
incastrato all’interno di un
veicolo) rende non fattibile
l’intubazione tracheale
• La non fattibilità dell’intubazione
tracheale indica il
posizionamento precoce di un
presidio extraglottico (PEG)
44.
45. • Se l’intubazione tracheale è fattibile, oltre che indicata ed opportuna, si procede alla
esecuzione della manovra.
• L’aiuto di farmaci induttori e miorilassanti è sempre necessario per l’intubazione
tracheale di pazienti che presentino un certo grado di reattività (RAPID SEQUENCE
INTUBATION)
• Se l’intubazione non riesce al primo tentativo, viene suggerito di ricorrere alle manovre
di manipolazione laringea esterna ed a presidi che possono facilitare il posizionamento
del tubo in trachea, quali un introduttore (gum elastic bougie) o un videolaringoscopio
• Qualora fallissero i tentativi di intubazione tracheale e posizionamento del PEG, resta la
possibilità di ventilare il paziente con pallone e maschera e qualora anche questa
fallisca (can’t intubate, can’t ventilate) la cricotirotomia
46.
47. • In previsione di una intubazione difficile il medico decide di avvalersi subito
dell’ausilio del Video-Laringoscopio
• Previo pretrattamento (Fentanyl 1,5 mcg/kg), sedazione (Midazolam 0,25 mg/kg)
e paralisi (Succinilcolina 1,5 mg/kg) provvede a IOT efficace, confermata da
auscultazione ed controllo ETCO2 (45 mmHg)
49. • Trauma a dinamica maggiore
• Il paziente presenta un trauma cranio-faciale severo
• Non presenza evidenza di lesioni Toraciche o addominali di natura emorragica
• Presenta una verosimile frattura di femore (che è stata ridotta e splintata)
SPOKE
(8 minuti)
HUB
(30 minuti)
50.
51. Il primo paziente, valutato dai soccorritori volontari presenta
parametri vitali nella norma, è ancora in piedi. Ad una rapida
valutazione non presenta evidenti lesioni post-traumatiche a rischio
evolutivo.
TRASPORTO IN CENTRO SPOKE CON SOCCORRITORI VOLONTARI
52. Considerazioni:
Il medico del soccorso preospedaliero spesso non deve gestire il singolo
paziente, ma l’evento nel suo complesso, avvalendosi e coordinando le
varie risorse disponibili, cercando di allocarle in maniera opportuna
La scelta di inviare il paziente con l’infermiere al centro SPOKE più vicino si
basa sul concetto di Load and Go (vs Stay and Play), che si è dimostrato più
efficace in certe condizioni quali ad esempio lo shock emorragico
L’emergenza preospedaliera presenta differenze nella gestione di
determinate circostanza (es. la gestione delle vie aeree) rispetto alla stessa
emergenza gestita in ambito ospedaliero, legate a condizioni ambientali e
situazionali
L’esistenza di protocolli condivisi con gli ospedali permette di scegliere il
percorso corretto per ciascun malato, garantendo la corretta
ospedalizzazione e di conseguenza il più rapido accesso possibile alle cure
più idonee
53. ● Attività tempo-correlata dettata dalla stima di criticità dell’ evento
● Possibilità eventi coinvolgenti più pazienti o maxieventi
● Estrema variabilità ambiente operativo (capacità operativa in ambienti ostili ed estremi,
sicurezza, dispositivi di protezione individuale, es. NBCR)
● Modalità di lavoro “in parallelo”. Non solo “lavoro sanitario” (VVF, forze dell’ordine...)
● Utilizzo competenze, tecnologie e strumentazione non sanitaria (radiocomunicazioni,
cartografia, telemedicina)
● Pressione del tempo e scarsità di informazioni disponibili, pressione correlata all’ambiente
e ai presenti
● Interventi mirati a raggiungimento e mantenimento della “stabilità”
● Diagnosi mirata al trattamento in urgenza e all’indicazione del percorso terapeutico
● Non disponibilità di supporto specialistico
● Capacità operativa individuale, coniugata con la necessità di lavoro in equipe anche con
“non sanitari”. Funzione di team leader. Gestione della “scena”.
● Ampia variabilità delle patologie
SPECIFICITA’ DELL’EMERGENZA PREOSPEDALIERA