L’innovazione è un fenomeno multiforme. La varietà degli obiettivi e degli attori coinvolti nei processi attivati dalle politiche di innovazione, la natura intangibile dei principali esiti, l’orientamento emergente verso interventi di carattere sistemico ne rendono particolarmente complessa la valutazione. Nel rispetto di tale complessità, il workshop propone l’individuazione, nel confronto con gli orientamenti europei, di principi e pratiche utili a guidare la definizione e l’applicazione di metodi di analisi e di valutazione specifici per queste politiche.
4. Un quadro normativo programmatico di riferimento
Anni ‘50: riorganizzazione dei principali enti di ricerca (CNR e ENEA)
1962: Ministro senza portafoglio per il coordinamento della ricerca
scientifica presso la Presidenza del Consiglio
Anni ’70: stimolo alla ricerca applicata (FRA – fondo speciale per la Ricerca
Applicata)
Anni ‘80: la ricerca diventa “industriale”
1982: legge 46 “Interventi per i settori dell’economia di rilevanza
nazionale” – istituisce il FIT (Fondo speciale rotativo per l’Innovazione
Tecnologica)
1983: legge 696, agevola l’acquisto di macchine utensili ad elevata
tecnologia per le PMI
1986: legge 64 “Intervento straordinario nel Mezzogiorno”
1987 – 88: leggi 22, 49, 346 (progetti di ricerca in collaborazione con
partner stranieri
1989: nasce il MURST (Ministero dell’università e della Ricerca Scientifica)
1991: legge 317, per lo sviluppo l’innovazione e la competitività delle PMI
1992: legge 488, estende l’intervento straordinario alle aree depresse
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
5. Un quadro normativo programmatico di riferimento
1992: OCSE - Valutazione delle politiche della scienza e della tecnologia
(OECD, 1992)
“Le problematiche evidenziate nel rapporto riguardano
la limitata spesa per ricerca,
l’eccesso di burocrazia e di legalismo,
le lentezze procedurali,
lo scarso coordinamento fra i diversi soggetti,
l’elevato peso delle imprese pubbliche,
l’elevato status dei professori universitari,
l’elevata priorità attribuita alla cosiddetta “big science” (grandi programmi
nel campo della fisica e dello spazio che tendono a spiazzare le iniziative di
minore dimensione),
la mancata valutazione dei programmi e delle strutture,
la scarsa mobilità del personale”.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
6. Un quadro normativo programmatico di riferimento
1998: DL 204/1998 “Disposizioni per il coordinamento, la
programmazione e la valutazione dellan politica nazionale relativa alla
ricerca scientifica e tecnologica
1999: DL 297/1999 “riordino degli interventi della ricerca industriale”
Si razionalizzano gli attori e gli strumenti di intervento, si istituiscono i tre
fondi (FAR - MIUR, FIT-MiSE, Fondo Unico regionale)
2000: DM 593/2000 “Modalità procedurali per la concessione delle
agevolazioni previste dal DL 297/1999”: elimina la precedente
regolamentazione, testo unico che regolamenta il complessivo pacchetto
agevolativo diretto alle imprese che investono in R&S
2000: Strategia di Lisbona
2001: riforma del Titolo V della Costituzione (L. Cost. n. 3 del 2001),
include in modo esplicito “ricerca scientifica e tecnologica e sostegno
all'innovazione per i settori produttivi” tra le materie di legislazione
concorrente Stato-Regioni.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
7. Un quadro normativo programmatico di riferimento
2 principali cornici programmatiche
Programma Nazionale per la Ricerca (elaborato dal MIUR, approvato dal
CIPE, secondo la legge 204/98)
Piano per l’Innovazione la Crescita e l’Occupazione (a seguito del rilancio
della Strategia di Lisbona del 2005, documento annuale – inviato in autunno
alla CE)
Programmi Operativi della Politica di Coesione (FESR – FSE)
POR – Programmi Operativi Regionali
PON – Programmi Operativi Nazionali
2000 – 2006 PON SIL “Sviluppo Imprenditoriale Locale” (MiSE) e PON
“Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico ed Alta Formazione” (MIUR)
2007 – 2013 PON R&C “Ricerca e Competività” (MIUR – MiSE)
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
8. In che modo cambiano strategie e obiettivi delle politiche
pubbliche?
La strategia di Lisbona: globalizzazione e diffusione delle ICT, verso
un’economia knowledge-based
Evolve in concetto stesso di innovazione (da processi lineari ad approcci
sistemici)
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
9. Quali sono le ragioni dell’intervento pubblico in R&I?
L’intervento pubblico a sostegno della R&S privata trova giustificazione teorica in
due distinte tipologie di fallimento del mercato
A. Fallimento di mercato “statico”
presenza di beni pubblici ed esternalità, avendo i risultati dell'attività di R&S la
natura di bene pubblico, generativo di esternalità, si determina una condizione
sistematica di sottoincentivo all'investimento da parte degli agenti privati,
rispetto ai livelli che sarebbero socialmente ottimali e desiderabili (Arrow, 1962).
imperfezioni del mercato dei capitali: attività di R&S sono tipicamente
incerte negli esiti,
intensive in capitale umano
opache per gli osservatori esterni.
Presenza di asimmetrie informative (selezione avversa, azzardo morale) tra
l'impresa e i suoi potenziali prestatori di capitali (razionamento del credito -
livello insufficiente di prestiti - progressiva standardizzazione dei requisiti di
accesso al credito (rating) innescata da BasileaII)
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
10. Quali sono le ragioni dell’intervento pubblico in R&I?
L’intervento pubblico a sostegno della R&S privata trova giustificazione teorica in
due distinte tipologie di fallimento del mercato
B. Fallimento di mercato “dinamico”
si riferisce alla letteratura economica di matrice evolutiva e alle PMI
insieme di competenze e capabilities relativamente limitato delle PMI come
ostacolo rispetto alla R&S. difficoltà ad adeguare, attraverso processi di
apprendimento interno e inter-organizzativo, le proprie competenze e
capabilities agli stimoli provenienti dall’esterno
insufficiente investimento in R&S a causa di una scarsa conoscenza su come e
dove acquisire le competenze necessarie a farlo: difficoltà a instaurare rapporti
di partnership per la R&S con soggetti esterni (Università, centri di ricerca o altri
technology providers)
carattere informale e discontinuo delle attività di R&S. Si mantengano elevate
le barriere all’assorbimento di conoscenza e spillover tecnologici provenienti
dall’esterno.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
11. In che modo cambiano strategie e obiettivi delle politiche
pubbliche?
FATTORI DI CAMBIAMENTO
• la conoscenza quale fattore determinante per lo sviluppo, con conseguente
ripensamento dei modelli di sviluppo
• l’ aumento della complessità dei processi innovativi:
– natura sempre più distribuita della scienza e della tecnologia
– crescente importanza del “soft side” dell’innovazione (le risorse umane, gli
aspetti gestionali e organizzativi)
– articolata serie di legami tra il livello internazionale, quello nazionale e quello
regionale dei sistemi di innovazione (rapporti ed aspettative dei diversi
stakeholder, forti interdipendenze tra i vari livelli, aumento di effetti secondari
che scaturiscono da tali sinergie).
• Nel cosiddetto “Mode 2” e nella visione a “tripla elica”(Etzkowitz e Laydesdorff,
2000) l’interazione tra produttori ed utilizzatori di conoscenze, tra ambiente
interno ed esterno e tra sistema pubblico di ricerca, stato ed imprese presenta
confini sempre più labili.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
12. In che modo questi cambiamenti condizionano la pratica della
valutazione?
ESIGENZE EMERGENTI
• rinegoziare il “contratto sociale” secondo cui la positività dei benefici (prodotti e
risultati) della ricerca è data per scontata
• comporre la visione contraddittoria degli sviluppi scientifici in una visione
armonica e coerente (il “costo” del progresso scientifico, fattore di diseguaglianza
sia nella distribuzione dei benefici, sia nella ripartizione dei rischi e delle
conseguenze - techology divide)
• orientarsi a far crescere una maggiore consapevolezza sui benefici sociali ed
economici delle politiche intraprese piuttosto che ad introdurre elementi di
misura.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
13. In che modo questi cambiamenti condizionano la pratica della
valutazione?
NUOVO PARADIGMA
Logica - La valutazione diventa uno strumento di condivisione di saperi e conoscenze
rivolta alla negoziazione tra i diversi soggetti, per adattare o correggere
iniziative correnti o future e per determinare adeguati modelli di sviluppo
(Kuhlmann, 1998; 2003).
Obiettivo - Non più focalizzata sulla misura della qualità, dell’economicità e
dell’efficienza dei risultati raggiunti, quanto sull’utilizzo integrato degli esiti
dei differenti approcci per migliorare la performance delle iniziative intraprese
e sviluppare nuove strategie.
Metodo - Nuovi approcci basati sull’integrazione delle metodologie classiche di
valutazione con tecniche nuove (e.g. technology foresight e technology
assessment), al fine di fornire elementi informativi imparziali di supporto ai
decision maker (“intelligenza strategica”) Aumentano i legami tra valutazione
e strategia, si tenta di superare gli aspetti “metrologici”
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
14. In che modo questi cambiamenti condizionano la pratica della
valutazione?
L’addizionalità: condizione per la scelta di metodo
Se uno strumento di policy si traduce in un incentivo a realizzare attività di R&S,
l’intervento pubblico si può ritenere efficace se gli esiti verificano un’”addizionalità”.
Nella letteratura si possono distinguere tre tipi di effetti di addizionalità:
effetti sugli input del processo innovativo (l’incentivo stimola l’investimento
privato in R&S)
effetti sugli output del processo innovativo (si realizzano performance innovative
che senza intervento non si sarebbero verificate; David et al, 2000; Cerulli, 2010),
effetti comportamentali (i soggetti incentivati cambiano comportamento in modo
non transitorio; Buisseret et al, 1995; Clarysse et al, 2009).
Gli effetti di comportamento si riferiscono principalmente alla capacita innovativa in
termini di base competenziale e capacita di networking.
La valutazione di questi effetti pongono una ulteriore condizione alla scelta del
metodo/approccio.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
15. L’esperienza italiana:
una sintesi della valutazione degli
interventi in R&I
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
16. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
“Sintesi valutativa” in corso di finalizzazione presso l’UVAL:
oggetto: le valutazioni degli interventi per la ricerca e l’innovazione in
Italia
periodo di riferimento degli interventi: decennio 2000-2010 (a cavallo tra
due programmazioni)
soggetti attuatori: amministrazioni centrali che regionali
risorse finanziarie: fondi per la politica di coesione e fondi ordinari
Cosa si intende per “sintesi valutativa”?
Procedura sistematica per organizzare i risultati di diversi studi valutativi che
riguardano interventi analoghi, mettendo insieme i risultati per stabilire l’impatto
complessivo. Il focus è sui risultati, a differenza della meta-evaluation, che consiste
nella revisione di una o più valutazioni sulla base di criteri o standards predefiniti per
stabilire la qualità del processo, in questo caso il focus è sul processo di valutazione.
(General Accounting Office, (1992), The evaluation synthesis, Program Evaluation and Methodology Division, march
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
17. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
Criterio per l’aggregazione dei contributi: “strumento di policy”
Tassonomia di riferimento: classificazione a matrice (Rapporto “Regions and
Innovation Policy” - OCSE, 2011) secondo due dimensioni
a. obiettivo perseguito (orientamento prevalente)
generazione di conoscenza (knowledge generation)
diffusione di conoscenza (knowledgediffusion)
sfruttamento della conoscenza (knowledge exploitation).
b. accettabilità politica (grado di familiarità, di consapevole adozione)
tradizionali
emergenti
sperimentali
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
18. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
Le categorie di generazione e diffusione della conoscenza comprendono
prevalentemente strumenti di sostegno all’offerta e ai processi lineari di
innovazione.
Gli strumenti orientati allo sfruttamento della conoscenza, e quindi
all’applicazione generalmente industriale, sono prevalentemente di
supporto alla domanda di innovazione.
La nuova generazione di strumenti di policy traduce un approccio più
sistemico all’innovazione, riducendo la delimitazione tra i tre obiettivi.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
19. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
20. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
La ricerca desk ha riguardato 40 interventi
che hanno avuto completa attuazione nel periodo 2000-2010
per i quali è disponibile almeno un lavoro valutativo, ovvero una
valutazione in senso stretto (commissionata da amministrazione pubblica)
o in senso lato (comprendente articoli accademici e ricerche valutative di
altre istituzioni).
Primi esiti: considerazioni su
a. scelte metodologiche
b. esiti effettivi degli interventi osservati
c. caratteristiche della politica industriale e tecnologica in Italia nel
periodo considerato
d. cultura della valutazione in Italia.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
21. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
a. Le scelte metodologiche
8
Strumenti
incentivi
4 altri tradizionali
emergenti
28
5
Incentivi
Addizionalità
input
Numero totale di valutazioni output
oggetto di sintesi: 40 15 comportamentale
8
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
22. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
a. Le scelte metodologiche
Valutazioni su addizionalità di input e output
approccio controfattuale
oanalisi di regressione
ometodi non sperimentali
Altre valutazioni (per la maggior parte commissionate dalle PA)
si basano solo sull’analisi degli indicatori di realizzazione e di risultato,
non compiono scelte metodologiche rigorose (disegno della ricerca valutativa)
non approfondiscono i nessi di causalità tra le variabili
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
23. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
b. Gli esiti effettivi degli interventi osservati
in massima parte di valutazioni aventi ad oggetto incentivi all’impresa, di varie
tipologie, riducendo la varietà degli strumenti osservati
Le valutazioni presentano, inoltre, come prevedibile, risultati eterogenei, con
conseguenti difficoltà a trarne conclusioni univoche
Ciononostante, dall’analisi emergono comunque alcuni principali elementi
caratterizzanti gli interventi attuati nel periodo, e le principali variabili che ne
hanno condizionato l’esito.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
24. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
b. Gli esiti effettivi degli interventi osservati
Le caratteristiche delle imprese
la dimensione del soggetto destinatario: variabile determinante, le valutazioni
confermano la tesi secondo cui si individuano effetti di reale addizionalità
principalmente nel caso delle piccole imprese, tipicamente più esposte al
razionamento del credito privato.
la combinazione tra dimensione ridotta, giovane età e settore di
appartenenza, caratterizzato da alta intensità di innovazione (tipica delle start up
innovative), sembra rappresentare la condizione su cui l’incentivo ha un effetto di
addizionalità particolarmente evidente (progetti caratterizzati da alta rischiosità
e basse garanzie finanziarie, condizioni entrambe che limitano la loro capacità di
accesso al mercato dei capitali, e progetti di innovazione radicale e concentrati
sulle fasi precompetitive, anziché su quelle di sviluppo, perché più incerti nei
rendimenti attesi).
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
25. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
b. Gli esiti effettivi degli interventi osservati
Le caratteristiche delle imprese
La dotazione di competenze delle imprese: in rari casi la valutazione di effetti di
“addizionalità comportamentale” ha permesso di tracciare una differenza nella
capacità di reagire all’incentivo collegata alla maggior presenza tra le risorse
dell’impresa di competenze innovative già focalizzate sull’innovazione di
prodotto, anche se non necessariamente legate all’attività di R&S.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
26. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
b. Gli esiti effettivi degli interventi osservati
La natura dell’incentivo
L’utilizzo di incentivi fiscali ha avuto effetto solo nel lungo periodo: le imprese
richiedono, infatti, tempi adeguati e continuità di trattamento per riorganizzare
processi e costi interni in relazione a situazioni consolidate e percepite come
stabili in termini prospettici.
La scelta tra incentivi automatici e discrezionali: sono discordanti i giudizi,
positivi (e.g. rispettivamente celerità delle procedure, maggiore selettività) e
negativi (e.g. rispettivamente generalisti, richiedono per la loro gestione elevate
competenze difficilmente presenti) da non riuscire a trarne un giudizio unanime.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
27. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
b. Gli esiti effettivi degli interventi osservati
La governance degli interventi (nazionale vs regionale)
Nonostante da alcuni il livello nazionale sia considerato troppo lontano dalle
realtà territoriali, si rileva una maggiore efficacia degli interventi gestiti a questo
livello per la maggiore “tensione all’innovazione” delle strategie di policy che
informano questi interventi;
Si ritiene che a livello di regione si ricorra a volte alle risorse destinate
all’innovazione anche per interventi più generali di supporto all’attività
produttiva, non riconducibili ad una strategia di sistema, che definisca obiettivi di
lungo periodo di sviluppo del territorio.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
28. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
c. Le caratteristiche della politica industriale e tecnologica in Italia nel
periodo considerato
Il modello di politica tecnologica
Il modello di politica tecnologica in Italia è classificabile tra quelli cosiddetti
diffusion oriented, in contrapposizione con le politiche mission oriented.
L’approccio di tipo diffusion oriented si caratterizza per la capillarità degli
interventi, miranti a coinvolgere un numero più ampio possibile di imprese
(acquisto di macchinari e di strumenti tecnici).
Il sistema degli incentivi all’innovazione in Italia è effettivamente più capillare e
diffuso rispetto alla media europea, con interventi ad ampio spettro miranti ad
offrire incentivi all’attività di innovazione di imprese già esistenti. Gli interventi
riguardano prevalentemente finanziamenti di importo limitato e finalizzati al
sostegno di attività innovative di tipo incrementale.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
29. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
c. Le caratteristiche della politica industriale e tecnologica in Italia nel
periodo considerato
Il modello di politica tecnologica
Le imprese italiane sembrano meno capaci di usufruire degli incentivi la cui
erogazione dipende da programmi comunitari, con particolare riferimento ai
Programmi Quadro dell’Unione Europea, sostegno ad attività innovative radicali
collegate a progetti di R&S.
Tra i pochi strumenti attuativi di una politica mission oriented in Italia ricordiamo
i distretti tecnologici e le grandi aggregazioni pubblico-private, qualificabili come
interventi sistemici con riferimento a specifiche specializzazioni tecnologiche, e
quindi in linea con la cd. Smart Specialization Strategy. Si tratta, tuttavia, di
interventi sui quali non è disponibile un numero adeguato di evidenze
valutative.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
30. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
c. Le caratteristiche della politica industriale e tecnologica in Italia nel
periodo considerato
Considerazioni
Osservando la spesa in R&S sul PIL nel 2010, ultimo anno del periodo
considerato dalla sintesi valutativa, emerge che in Italia essa è stata di 1,26,
contro una media europea del 2% e valori per Germania, Francia e Austria
rispettivamente di 2,82%, 2,26% e 2,76%, inferiore anche a Spagna, Repubblica
Ceca ed Estonia.
Il dato e la sintesi valutativa confermano la necessità non tanto di riorientare i
singoli strumenti utilizzati, quanto di rafforzare un principio di selettività dei
destinatari degli interventi, basato non esclusivamente sulle caratteristiche
strutturali delle imprese (e.g. classi dimensionali, settore di appartenenza), ma
dando rilevanza ad altri requisiti che possono rappresentarne il potenziale
innovativo, come ad esempio l’attitudine dell’impresa a svolgere attività ad alta
intensità di conoscenza, indipendentemente dal settore di appartenenza, e la
dotazione e il livello di investimento nella qualificazione delle competenze
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
interne.
31. Le valutazioni degli interventi in R&I in Italia. Una sintesi
d. La cultura della valutazione in Italia
Le valutazioni disponibili sulle politiche R&I in Italia sono molto limitate,
riguardano in larga misura gli strumenti tradizionali ed utilizzano una
strumentazione metodologica classica.
In Italia la cultura della valutazione si conferma in forte ritardo: l’Italia, insieme
al Portogallo, infatti, si colloca tra i “paesi con sistemi di valutazione al di sotto
della media europea”, rientrando ancora pienamente tra i paesi con una rigida
legislazione che lascia poco spazio all’emergere di una cultura della valutazione”
(Georghiou, 2000).
Il maggior ostacolo è collegato alle caratteristiche del sistema politico e
dell’apparato burocratico e amministrativo in generale, che mostra difficoltà a
muoversi da una cultura di tipo amministrativo orientata principalmente al
controllo formale da parte dello Stato, ad una cultura gestionale mirante al
raggiungimento di risultati prefissati.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
32. La proposta della
Commissione Europea
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
33. Evaluation of Innovation activities: methods and
practice
• Committente: DG Regio della
Commissione Europea
• Autori: consorzio tra TECHNOPOLIS
GROUP & MIOIR (2012)
• Oggetto: stato dell’arte della pratica
metodologica nella valutazione agli
interventi in Innovazione - Analisi di
15 valutazioni di di diverse misure
cofinanziate dal FESR
• Destinatari: Autorità di gestione e
soggetti “familiari” con le politiche
di innovazione
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
34. 4 steps di un ciclo valutativo
1. In fase di “programme design” stabilire un set limitato di “key performance
indicators” come base per il sistema di monitoraggio. Se la logica di intervento non è
chiara i valutatori devono ricostruirla e definire nuovi indicatori per la valutazione,
ripartendo dai dati di base o conducendo una survey (retrospective task)
2. Decidere sullo scopo e il livello della valutazione e definire criteri e domande di
valutazione: la valutazione può riferirsi ad una singola misura o ad un portafoglio, ad
una misura nella sua interezza o sulla base dei progetti che la compongono.
3. Guidare la valutazione a produrre risultati rilevanti per la politica: la selezione del
team di valutazione, il budget e l’orizzonte temporale, il coinvolgimento degli
stakeholders, l’interpretazione dei risultati in lezioni di policy rilevanti.
4. Usare un mix di metodi per rispondere alle esigenze e al contesto di ogni valutazione.
Non esiste un “magic bullet”: un singolo metodo non può rispondere a tutte le
principali domande di valutazione nè può essere applicato ad una serie variegata di
misure di policy.
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
35. 5 Innovation Measures
5 “innovation measures”
Science- Strategic Funding of
Innovation Cluster
industry research innovative
‘brokers’ policies
co-operation programmes companies
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
36. Tipologia di misura di Modalità di intervento e Casi di studio
innovazione obiettivo di valutazione
Fondi dedicati a consorzi o progetti
Reti e piattaforme di cooperazione
congiunti tra imprese e centri di ricerca o di Danish Innovation Consortium Scheme
ricerca-impresa
formazione superiore
Austrian Genome Research Programme
Finanziamento di istituzioni della ricerca per (GEN-AU)
Programmi, centri e infrastrutture di
condurre attività di ricerca di base o Irish SFI Centres for Science, Engineering and
ricerca
applicata Technology (CSETs) and Principal Investigator
(PI) programmes
Servizi (consulenza, trasferimento
Finanziamento di incubatori, BICs, reti di Swedish National Incubator Programme
tecnologico, formazione) per innovare
supporto del business, ecc. West of Scotland Science Park
le imprese
Estonian Enterprise Policy 2007-13
Finanziamento alle imprese sotto forma di
Sostegno alle imprese innovative Flanders IWT R&D grants
incentivi, sussidi e meccanismi di garanzia
Dutch Innovation Voucher
Danish Innovation Consortium Scheme
Finanziamento alla gestione del cluster e/o a
Politiche di cluster Finnish Programmes for Centres of
gruppi di società
Excellence in Research
37. Per ogni sezione, una descrizione
a. delle attività di innovazione sostenute con la specifica misura di policy, che
possono variare a seconda degli attori e dei contesti delle regioni
b. della logica di intervento e dei risultati attesi della misura. La logica di
intervento spiega il cambiamento voluto e il modo per conseguirlo
c. delle principali domande valutative e gli indicatori applicabili, collegati alla
logica e all’obiettivo dell’intervento
d. delle modalità di disegno e gestione della valutazione per il tipo di misura,
coerentemente con la finalità della valutazione (di pertinenza, finanziaria,
risultati e impatti)
e. dei principali metodi utilizzabili per valutare ogni tipo di misura, pro e contro
e possibili alternative
f. una sintesi di punti chiave da tenere presenti durante la valutazione
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
38. Science-industry co-operation
Descrizione delle attività
Progetti di piccola taglia, di collaborazione tra ricercatori/istituti di ricerca,
spesso focalizzati su uno specifico risultato/prodotto (e.g. innovation
voucher)
Progetti più ampi, di collaborazione strategica di lungo termine tra istituti
di ricerca e imprese (innovation networks, piattaforme di collaborazione,
centri di competenza)
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
40. Science-industry co-operation
Principali domande
valutative e
indicatori applicabili
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
41. Science-industry co-operation
Disegno e gestione della valutazione
Analisi della domanda di collaborazione e delle evidenze nella
cooperazione tra imprese
Disegno di valutazione “formativa” che coinvolga i beneficiari
Ricorso a peer review internazionale e panel di esperti.
Principali metodi utilizzabili
uso di dati quantitativi e qualitativi
mix di metodi: Social Network Analysis per rilevare cambiamenti di
comportamento; piuttosto che l’approccio controfattuale (difficile da
realizzare) international peer review e benchmarking
Uso di interviste-surveys e casi di studio
42. Strategic research programmes
Descrizione delle attività
creazione di centri di ricerca regionali che possano essere coordinati a
livello nazionale
programmi di ricerca di grandi dimensioni
progetti di cooperazione, di rete e progetti di pilota di accompagnamento
alle attività di ricerca
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
44. Strategic research programmes
Principali domande
valutative e
indicatori applicabili
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
45. Strategic research programmes
Disegno e gestione della valutazione
Combinazione di analisi desk e survey – interviste che coinvolgano i
beneficiari
Peer review se la valutazione riguarda centri di ricerca
Efficacia ed efficienza sono obiettivi secondari, richiedono il confronto tra
output scientifici e costi
Principali metodi utilizzabili
La misurazione degli output è parziale. Consigliata una combinazione di
indicatori (pubblicazioni, brevetti, ecc) e di metodi (studi bibliometrici, casi
di studio e SNA)
Panel internazionali di peer review
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
46. Innovation “brokers”
Descrizione delle attività
Finanziamento a
Parchi Scientifici
Technology business incubators
Uffici di trasferimento tecnologico
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
47. Innovation “brokers”
Logica di intervento e risultati attesi
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
48. Innovation “brokers”
Principali domande
valutative e
indicatori applicabili
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
49. Innovation “brokers”
Disegno e gestione della valutazione
ampio spettro di valutazioni possibili: di rilevanza, di efficacia ed
efficienza, di impatto, di spiazzamento di altre iniziative distrettuali nel
territorio
Principali metodi utilizzabili
approccio partecipativo che coinvolga finanziatori pubblici, managers, e
altri attori nel supervisionare lo studio
metodologie sperimentali con misurazioni precedenti e successive
dell’impatto dell’innovazione su variabili come competitività e
occupazione, dove possibile approcci di logica controfattuale
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
50. Funding of innovative companies
Descrizione delle attività
incentivi a fondo perduto e altre forme agevolative a copertura di costi di
R&S nelle imprese
agevolazioni erogate attraverso agenzie governative o banche
commerciali
garanzie governative di stimolo del finanziamento da parte di
intermediari finanziari, seed capital, business angels,
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
51. Funding of innovative companies
Logica di intervento e risultati attesi
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
52. Funding of innovative companies
Principali domande
valutative e
indicatori applicabili
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
53. Funding of innovative companies
Disegno e gestione della valutazione
l’ampia varietà di incentivi richiede di restringere il focus delle valutazioni
per territorio o settore
il tipo di restrizione può compromettere l’uso di metodi controfattuali
Principali metodi utilizzabili
uso di statistiche strutturali o dati da archivi da agenzia delle entrate
uso di survey e analisi econometrica su micro-dati per l’applicazione
dell’approccio controfattuale
studi di caso o analisi su campioni di imprese beneficiarie
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
54. Cluster policies
Descrizione delle attività
Finanziamento al soggetto gestore di cluster per attività di supporto alla
cooperazione tra imprese, intermediari ecc.
progetti che coinvolgono organizzazioni appartenenti a un cluster
rafforzare le condizioni di contesto per lo sviluppo di cluster come
l’aggiornamento delle risorse umane, miglioramento del “business
environment” e delle infrastrutture di ricerca
supporto all’internazionalizzazione
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
55. Cluster policies
Logica di intervento e risultati attesi
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
56. Cluster policies
Principali domande
valutative e
indicatori applicabili
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
57. Cluster policies
Disegno e gestione della valutazione
due possibili obiettivi:
efficacia dello sviluppo del cluster, in termini di realizzazione di effetti e
risultati sperati
impatto della policy sul cluster trattato, in termini di tendenza nella
performance delle imprese appartenenti al cluster
Principali metodi utilizzabili
combinazione metodi di ricerca quantitativi e qualitativi
monitoraggio di programma, survey, casi di studio, analisi econometrica
approcci sistemici (input-output, social network analysis)
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS
58. Per saperne di più
Bianchi T., De Maggio M. (a cura di) “Valutazione di impatto, metodi ed
esperienze”, Collana Quaderni di Innovazione, QI11, Rubbettino Editore (2012)
“Reviews of Regional Innovation: Regions and Innovation Policy”, OECD (2011)
Sirilli G. (a cura di) “La produzione e la diffusione della conoscenza. Ricerca,
innovazione e risorse umane”, Fondazione CRUI, (2010)
Technopolis Group & Mioir, “Evaluation of Innovation Activities. Guidance on
methods and practices”, European Commission, Directorate for Regional Policy
(2012).
Marco De Maggio, PhD – UVAL DPS