Il nostro mondo è fatto di storie, che ascoltiamo, che raccontiamo. Possiamo essere autori o spettatori interagenti. Se siamo gente di spettacolo, allora dobbiamo imparare a leggere le storie che ci circondano anche quando sono nascoste, e imparare a proporre le nostre. Si chiamano Content nel Web, e con esse realizziamo i nostri sogni.
2. Lettera a cinque anni.
!
“Ma di una cosa sono sicura, e cioè che
“Forse”
è la parola che da un po’ porto con me.”
3. Lettera a cinque anni.
!
una cosa posso dirvela: ciò che davvero volete, dal
profondo dell’anima, lo otterrete alla lettera, con
certezza. State attenti a quel che volete,
esprimetelo, altrimenti quando accadrà sarete
tanto sorpresi da esserne terrorizzati.
4. Lettera a cinque anni.
!
qualcuno si è sorpreso: ma come? non dovevamo
parlare di marketing?
!
Sorpresa! Il vecchio marketing è morto, adesso ce
n’è uno nuovo. Il Re è morto, viva il Re!
!
Sorpresa! Quello che stiamo studiando e’
L’ESSENZA CENTRALE DEL NUOVO
MARKETING 3.0: lo storytelling.
5. storytelling
• la maestria nel raccontare storie può essere utilizzata
per parecchie cose:
• vendere prodotti (marketing 3.0=collaborativo,
culturale, spirituale)
• ottenere potere (Bush, Berlusconi, Renzi)
• intrattenere (cinema, narrazioni, teatro, TV, social,
editoria digitale)
• istruire a controllare lo storytelling
6. La lettera a 5 anni è:
- una lettera (ne ha la forma e la tradizione);
- un racconto?
- un racconto di fantascienza?
- la trama di un romanzo?
- la sinossi di un film?
- quello che racconterete al vostro fidanzato per farvi sposare?
7. la lettera a 5 anni
è una storia,
una storia digitale
8. perché piace?
perché le storie
piacciono?
Perché mi piace Tolstoj e odio Manzoni?
perché odio i gattini su Fb e mi piacciono le
barzellette?
13. neuroni a specchio e
cervello narrativo
• riproduco quello che vedo
• attribuisco quello che sento
• m’invento una storia con quello che vedo e che
sento
• e in tutto ciò mi diverto un sacco
15. voi siete gente di spettacolo:
• la gente viene da voi per divertirsi imparando
qualcosa della vita
• voi dovete vedere le storie e a farle vivere nella mente
della gente, dovete estraniarvi, uscire dal ruolo dello
spettatore ed entrare in quello del regista, la tecnica è
un incidente di percorso
• voi siete GLI ARTEFICI DEI SOGNI!
• (avete studiato Joseph Campbell? L’eroe dai mille
volti? Vogler? Il Viaggio dell’eroe?)
16. ma il passato non era
interattivo
• e chi l’ha detto? L’interazione s’inventa.
19. Vediamo:
Abbiamo la foto e il nome di chi scrive, il testo con luogo e ora, e un
tizio che può intervenire.
Chi lo posta? Che fa? Possiamo immaginarlo?
Un messaggio? No, di più
Una notizia? No, lo era
Un commento personale? anche
Un trailer?
Una sinossi?
La trama di un film?
La quarta di copertina di un libro?
Abbiamo un protagonista, un media, un messaggio che è una storia e uno
spettatore che può intervenire.
20. la sinossi
“Romeo e Giulietta di Shakespeare:
una sinossi in 10 parole
una sinossi in 5 parole
21. esercizio:
scrivete 10 “stati” per Facebook raccontando la storia di
Romeo e Giulietta, vostri vicini di casa, in dieci giorni.
22. Riflettiamo:
Lo spazio, il design dello “stato” e la sua organizzazione non è quello di
una conversazione, è molto più simile al teatro: 47 minuti fa il personaggio
con gli occhiali entra in scena e racconta la sua storia.
Sta cercando un autore come in Pirandello?
Nel pubblico ci sono altri autori, spettatori e capocomici. Il pubblico può
dire “Mi Piace” (applaude), l’autore commenta e il capocomico condivide.
!
Che siate d’accordo oppure no, quel che conta è che
NON è SEMPLICEMENTE UNO STATO SU FACEBOOK
!
il suo impianto archetipico è molto più profondo. A noi la scelta: esserne
consapevoli a fini artistici e narrativi, oppure subire in modo annoiato il
bombardamento delle storie.
24. TUTTO quello che vediamo,
sentiamo, guardiamo e vediamo
è UNA STORIA.
!
Se non la creiamo noi, volontariamente, siamo alla mercè degli
altri che, guardandoci, se la inventano. Nasce lo Storytelling
25. conseguenze:
• qualunque testo, immagine, video o suono sul web è
una storia, parla di chi lo produce e lo condivide —->
CONSAPEVOLEZZA
• se condividete male (storie stupide, insulti etc) vi fate
del male per sempre perché non sono fogli di carta,
rimangono lì per sempre —-> CONSAPEVOLEZZA
• siete i registi della vostra storia, online e offline
26. Le storie che girano nel web si chiamano
CONTENT
!
“CONTENT” una parola orribile per definire una creazione
artistica narrativa in rete.
E’ una CREAZIONE perchè prima non c’era adesso c’è,
è ARTISTICA perchè riguarda una delle possibili arti narrative
finora note,
è NARRATIVA perchè tutto è storia.
27. come si fa il content?
BISOGNA LAVORARE !
Fare content non è uno scherzo, all’estero lo sanno bene.
In Italia, compressi tra Dante e Facebook, ancora non si
è capito nulla.
Il Content Creator, il Content manager, il web Editor sono
tutte professioni in pieno sviluppo, ed è Spettacolo, sta a
voi coltivarle.
28. content- indicazioni qualitative
La qualità del content è indicata come la chiave per la vostra
riuscita, qualunque cosa vogliate nella vita. Qui le indicazioni
principali:
!
- Sii quel che sei
Voi sapete chi siete? Adesso che avete scritto la lettera a
cinque anni ne sapete di più
- Produci quel che ami fare
- Non cercare follower, saranno loro a trovare te
- Quindi ci vuole tempo. Quanto? Due, tre anni
29. content- indicazioni quantitative
- Blog, necessario: un post al giorno (x365X2 anni = 730 post;
ad una media di 1000 parole a post= 730.000 parole, circa 18
romanzi)
- Twitter: da uno a tre al giorno (x365X3X2anni= 2190 tweet)
- FB, come sopra
- E poi in funzione di quel che vi piace, linkedin, pinterest, etc
etc
- Opere complete, da poche a molte a seconda della difficoltà
nelle produzione.
30. che tipo di content?
Riflettiamo: che tipo di content esistono in rete?
Come possiamo classificarli? Qual’è la principale
discriminante?
L’Immagine? Il testo? Il movie? il suono? la durata?
la condivisione?
31. content: il tempo di fruizione
• Brevi: 140 battute, un’immagine, 15” di video.
• Lunghi: 2000 parole, una galleria, da 60” di
video in poi.
• Il vantaggio di questa classificazione è che tiene
conto del tempo sia dal lato dei fruitori che dei
creatori del content.
32. quanti ce n’è?
• forse Google potrebbe rispondere, noi ci fidiamo
del nostro naso.
• siamo subissati da frames, sinossi, trame,
stringate: cip cip, sms, msg, mmm, ooo, ;)));
MORMORII per non morire.
• il Content Lungo è una chimera, e chi lo sa fare
bene e sa farsi vedere ottiene molto più credito
donando un’oasi di pace.
33. il futuro del content lungo
• si può scommettere sul content lungo? funziona?
• DIPENDE!
34. Domanda sullo Stato delle cose
!
• è possibile che siamo ancora nella fase iniziale di
un’orgia comunicativa di “cip cip”, una sorta di fiera degli
antipasti e che la prima portata debba ancora arrivare?
• è possibile che ancora non abbiamo inventato gli
strumenti materiali per far fruire content lunghi negli
smartphone?
• oppure è possibile creare una strategia editoriale per
condividere content brevi che anticipano i content
lunghi?
35. Balzac
A partire dal 1831 Honoré de
Balzac decise di anticipare sui
giornali alcuni capitoli dei romanzi
che stava scrivendo. !
Lo ritenne un buon mezzo per
creare l'attesa nel pubblico prima
dell'uscita dell'opera completa in
formato libro.!
(wiki su romanzo d’appendice)
36. sul romanzo d’appendice
Dopo la seconda guerra mondiale il romanzo d'appendice sui
maggiori quotidiani decadde. Fu quasi completamente sostituito dai
più immediati fotoromanzo e teleromanzo (o fiction televisiva, o
telenovela), il racconto a puntate, specie di taglio poliziesco. Rimase in
uso solo su alcuni quotidiani fino alla fine degli anni settanta. Nella
pagina dedicata allo svago e al tempo libero, infatti, trovava posto
accanto ad un altro genere narrativo apprezzato dai lettori: quello
dei fumetti, con le tradizionali strisce, o vignette.
(wiki)
41. DIGRAPH: media narrativo multimediale
interattivo per dispositivi mobili.
Un sms è un digraph?
Un whatsapp è un digraph?
Un video è un digraph?
Un ebook è un digraph?
Una galleria di immagini su Fb è un digraph?
42. esercizio
E’ il 15 gennaio del 2016 e siete il terzo aiuto regista
di Hayao Miyazaki. Il produttore esecutivo vi manda il
suo scagnozzo per “reperire content da usare nella
pre-promozione del film Laguna d’odio” di cui sono
state girate solo sette delle 124 scene previste. Voi
interpellate Hayao e lui vi manda a quel paese
dicendo di non scocciarlo con quelle str…te del
marketing. Siete soli e non dovete sbagliare.
Fate un elenco di dieci content che potete fornire,
descrivendo in dieci parole il cosa (foto, video, testo
etc), tipo di multimedialità, il chi del content, il che
cosa succede, e il quando è stato realizzato e da chi.
43. Fruitore
• Il soggetto che “apre e fruisce” il content lo chiamiamo
FRUITORE.
• Perdonateci se useremo questa parola, il fatto è che prima
si diceva guardare la televisione, leggere un libro, vedere
un film, visitare una mostra, leggere il giornale e sfogliare
una rivista. Siccome adesso facciamo tutto su uno
schermo che contiene tutte queste modalità di
FRUIZIONE, allora diciamo FRUIAMO un content.
45. digrapher!
(influencer)
content
fruitore
fruitore
fruitore
fruitore
fruitore
fruitore
fruitore
fruitore
guida operativa:
il digrapher AMA
il suo pubblico