1. La relazione nel ruolo unico e
nell’integrazione professionale
Napoli, 21 Giugno 2008
2.
3. Gruppo
• insieme di individui che interagiscono tra loro con
una certa regolarità;
• consapevolezza di dipendenza tra i componenti;
• condivisione di obiettivi;
• ruoli specifici e riconosciuti;
• circolarità della comunicazione;
• preserva il benessere dei singoli (clima)
• sviluppo dei singoli componenti e del gruppo
stesso.
4. Gruppo di Lavoro
Passaggio dalla semplice interazione
ad una vera e propria integrazione:
• condivisione bisogni ed esigenze.
• realizzazione concreta della collaborazione
all'interno del gruppo;
• meccanismo di negoziazione
– permette il confronto
– passaggio dal punto di vista dei singoli individui ad
un punto di vista comune e condiviso per realizzare al
meglio gli obiettivi previsti
5. Gruppo di Lavoro
Sette sono quindi gli elementi chiave che
concorrono nella costruzione e nell’evoluzione
di un efficace gruppo di lavoro:
• Obiettivo
• Metodo
• Ruolo
• Leadership
• Comunicazione
• Clima
• Sviluppo
6. Obiettivo
• chiaro e ampiamente condiviso dai suoi
membri;
• definito in termini di risultato;
• costruito su dati osservabili e risorse
disponibili;
• articolato in compiti;
• valutabile.
7. Obiettivo
Un obiettivo chiaro e ben esplicitato
contribuisce a consolidare la coesione e il
senso di appartenenza al gruppo da parte
dei suoi componenti e
contribuisce a
definire in maniera chiara il rapporto con
l'organizzazione, quindi il clima interno.
8. Metodo
• stabilisce i principi, i criteri e le norme che
orientano l'attività del gruppo;
• richiama le modalità di organizzazione e
strutturazione efficace dell'attività stessa;
• da sicurezza al gruppo;
• permette un miglior utilizzo nell'uso e nella
gestione delle risorse disponibili.
9. Ruolo
• parte assegnata a ciascun membro del
gruppo
• funzione del riconoscimento delle
competenze e delle capacità del singolo;
•insieme del comportamento atteso in base
alla posizione occupata dal singolo;
10. Ruolo
Fondamentale per un efficace sistema di
ruoli è la qualità della comunicazione interna
al gruppo stesso perché un suo corretto
funzionamento permette che si realizzi
corrispondenza tra attese e richieste dei
singoli e prestazioni e comportamenti del
gruppo
11. Leadership
La variabile di snodo tra le variabili di tipo
strutturale, quali obiettivo, metodo e ruoli,
e variabili di tipo processuale, quali clima,
comunicazione e sviluppo.
12. Leadership
la funzione di leadership deve essere
quanto più possibile:
• circolare
• diffusa
• correlata agli obiettivi
• correlata ai compiti del gruppo
• correlata alle diverse occasioni.
13. Leadership
Più leadership situazionali di volta in volta
idonee al perseguimento degli obiettivi del gruppo
stesso.
La funzione di leadership è caratterizzata dalla
possibilità di individuare, sulla base della
conoscenza delle competenze dei vari membri del
gruppo, le persone che di volta saranno più idonei
a cui delegare compiti e funzioni necessari per il
buon funzionamento del gruppo stesso.
14. Comunicazione
La comunicazione è il processo chiave che permette il
funzionamento del lavoro di gruppo poiché permette lo scambio di
informazioni finalizzato al raggiungimento dei risultati. Tuttavia essa
orienta ed è a sua volta orientata dal sistema di relazioni e ruoli
presenti nel gruppo stesso.
Essa presuppone tre livelli:
•uno interattivo, che va a impattare sulla struttura relazionale del
gruppo;
•uno informativo, che è relativo allo scambio e all'elaborazione di
materiali e conoscenze inerenti il lavoro;
•uno trasformativo, che concerne gli scambi che producono il
cambiamento.
Il processo comunicativo diventa anche il luogo di
verifica del linguaggio del gruppo e la definizione del
codice.
15. Clima
Il clima consiste nell'insieme degli elementi, delle
opinioni, delle percezioni dei singoli membri rispetto alla
qualità dell'ambiente del gruppo e della sua atmosfera.
• giusto sostegno nel gruppo;
• i ruoli dei singoli sono riconosciuti e valorizzati;
• la comunicazione è aperta, chiara;
• feedback accettabili sui comportamenti e sui risultati .
Una
leadership
partecipativa
e
gli
obiettivi
opportunamente calibrati alle capacità del gruppo sono
tra i fattori che maggiormente influenzano il clima.
16. Sviluppo
Rapporto parallelo tra crescita del
sistema di competenze del gruppo di lavoro e
la crescita del sistema delle competenze
individuali.
I due processi dovrebbero portare da una
parte allo sviluppo del singolo all'interno del
gruppo e dall'altra alla creazione all'interno del
gruppo di un sapere condiviso e diffuso e alla
capacità di lavorare in modo efficace.
17. Bibliografia
• E. Spaltro, P. De Vito Piscitelli
Psicologia per le organizzazioni
La Nuova Italia Scientifica Roma 1990
• G.P. Quaglino, M. Mander
I climi organizzativi
Il Mulino Bologna 1987
• G.P. Quaglino, S. Casagrande, A.Castellano
Gruppo di lavoro, lavoro di gruppo
Raffaello Cortina Editore Milano 2001
19. Infermieristica
• Legge 26 febbraio 1999, n. 42. Gazzetta
Ufficiale 2 marzo 1999, n. 50 "Disposizioni in
materia di professioni sanitarie“
• Decreto
14
settembre
1994,
n.
739
Gazzetta Ufficiale 9 gennaio 1995, n. 6 “
Regolamento concernente l’individuazione
della figura e del relativo profilo professionale
dell’infermiere”
• CODICE DEONTOLOGICO : Testo approvato dal
Comitato centrale Febbraio 1999
20. Legge 26 febbraio 1999, n. 42. Gazzetta Ufficiale
2 marzo 1999, n. 50
"Disposizioni in materia di professioni sanitarie"
Il campo proprio di attività e di responsabilità delle
professioni sanitarie di cui all'articolo 6, comma 3, del
decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e
successive modificazioni e integrazioni, è determinato
dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi
profili professionali e degli ordinamenti didattici dei
rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione
post-base nonchè degli specifici codici deontologici, fatte
salve le competenze previste per le professioni mediche
e per le altre professioni del ruolo sanitario per l'accesso
alle quali è richiesto il possesso del diploma di laurea,
nel rispetto reciproco delle specifiche competenze
professionali.
21. Profilo professionale
dell’infermiere
L'assistenza infermieristica preventiva,
curativa, palliativa e riabilitativa è di natura
tecnica, relazionale, educativa. Le principali
funzioni sono la prevenzione delle malattie,
l'assistenza dei malati e dei disabili di tutte
le età e l'educazione sanitaria.
22. Profilo professionale
dell’infermiere
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
partecipa all'identificazione dei bisogni di salute della persona e della
collettività;
identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della
collettività e formula i relativi obiettivi;
pianifica, gestisce e valuta l'intervento assistenziale infermieristico;
garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnosticoterapeutiche;
agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori
sanitari e sociali;
per l'espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell'opera
del personale di supporto;
svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o
private, nel territorio e nell'assistenza domiciliare, in regime di
dipendenza o libero-professionale.
L'infermiere contribuisce alla formazione del personale
di supporto e concorre direttamente all'aggiornamento
relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca.
23. Codice deontologico
•
•
•
L’assistenza infermieristica è servizio alla persona e alla collettività. Si
realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari, di
natura tecnica, relazionale ed educativa.
L’infermiere contribuisce a rendere eque le scelte allocative, anche
attraverso l’uso ottimale delle risorse. In carenza delle stesse, individua
le priorità sulla base di criteri condivisi dalla comunità professionale.
L’infermiere assume responsabilità in base al livello di competenza
raggiunto e ricorre, se necessario, all’intervento o alla consulenza di
esperti. Riconosce che 1’integrazione e la migliore possibilità per far
fronte ai problemi dell’assistito; riconosce altresì 1’importanza di
prestare consulenza, ponendo le proprie conoscenze ed abilità a
disposizione della comunità professionale.
24. Codice deontologico
•
L’infermiere promuove, attraverso l’educazione, stili di vita sani e la
diffusione di una cultura della salute; a tal fine attiva e mantiene la rete di rapporti
tra servizi e operatori.
• L’infermiere, nell’aiutare e sostenere la persona nelle scelte terapeutiche,
garantisce le informazioni relative al piano di assistenza ed adegua il livello di
comunicazione alla capacità del paziente di comprendere. Si adopera affinché la
persona disponga di informazioni globali e non solo cliniche e ne riconosce il diritto
alla scelta di non essere informato.
• L’infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori, di cui riconosce e rispetta
lo specifico apporto all’interno dell'équipe. Nell’ambito delle proprie conoscenze,
esperienze e ruolo professionale contribuisce allo sviluppo delle competenze
assistenziali.
• L’infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, contribuisce ad orientare le politiche
e lo sviluppo del sistema sanitario, al fine di garantire il rispetto dei diritti degli
assistiti, 1’equo utilizzo delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale.
• Etc.
25. Assistenza sociale:
norme
•
•
•
•
•
•
L. 84/93 - Istituzione dell’Ordine e dell’Albo professionale;
Codice deontologico dell’Assistente Sociale – 18 Aprile 1998;
D.P.R. 328/2001 - Disciplina dell’ordinamento della professione e
dell’Albo;
L. 119/2001 - Estensione agli AA.SS. dell’obbligo del segreto
professionale in considerazione del ruolo di grande importanza
sociale ricoperto e della delicatezza delle informazioni trattate nel
rispetto assoluto degli utenti;
L. 328/2000, art. 22. Individuazione del Servizio Sociale
Professionale e del Segretariato Sociale, per l’informazione e la
consulenza al singolo e ai nuclei familiari, quali livelli essenziali di
assistenza, dai quali, pertanto, nessun ente locale può prescindere;
L. 251/2000 art. 7 e L. 27/2006 che hanno chiaramente espresso
che le Aziende Sanitarie Locali possono conferire incarichi
dirigenziali anche ai professionisti appartenenti ad aree diverse da
quella sanitaria, purché le norme regionali lo prevedano.
26. Assistenza sociale
L’assistente sociale opera con autonomia
tecnico-professionale e di giudizio in tutte le
fasi dell’intervento per la prevenzione, il
sostegno e il recupero di persone, famiglie,
gruppi e comunità in situazione di bisogno e di
disagio e può svolgere attività didattico
formative. Svolge compiti di gestione, concorre
all’organizzazione e alla programmazione e
può esercitare attività di coordinamento e di
direzione dei servizi sociali
27. Assistenza sociale
• segretariato sociale
• management sociale del caso (case
management)
• osservazione, programmazione,
pianificazione, direzione e coordinamento
delle politiche sociali con le aree integrate.
28. Ruolo professionale dello
Specialista Ambulatoriale
• Lo specialista concorre ad assicurare l'assistenza
primaria unitamente agli altri operatori sanitari e
svolge le attività di assistenza specialistica.
• Le prestazioni dello specialista riguardano tutti gli atti
e gli interventi di natura specialistica tecnicamente
eseguibili in sede ospedaliera, in sede ambulatoriale,
domiciliare, di assistenza programmata a soggetti nel
domicilio personale, di assistenza nelle residenze
protette, di assistenza domiciliare integrata e negli
ambulatori dei medici di medicina generale e dei
pediatri di libera scelta
29. Ruolo professionale dello
Specialista Ambulatoriale
a) assicura l’assistenza specialistica in favore dei cittadini, utilizza i referti degli
accertamenti diagnostici già effettuati, compatibilmente con le condizioni cliniche in
atto del soggetto, evitando inutili duplicazioni di prestazioni sanitarie, redige le
certificazioni richieste;
b) collabora al contenimento della spesa sanitaria secondo i principi
dell’appropriatezza prescrittiva, e alle attività di farmacovigilanza pubblica;
c) partecipa alle disposizioni aziendali in materia di preospedalizzazione e di
dimissioni protette ed alle altre iniziative aziendali in tema di assistenza sanitaria,
anche con compiti di organizzazione e coordinamento funzionale e gestionale;
d) realizza le attività specialistiche di supporto e di consulenza richieste dall'azienda
per i propri fini istituzionali;
e) assicura il consulto con il medico di famiglia e il pediatra di libera scelta, previa
autorizzazione dell’azienda, nonché il consulto specialistico interdisciplinare;
f) partecipa, sulla base di accordi di livello regionale, alle sperimentazioni cliniche;
g) lo specialista è tenuto a partecipare alle attività formative programmate
dall’azienda.
30. Ospedaliera
•
•
•
•
•
Risponde all’urgenza-emergenza
Ricoveri per le patologie acute
DH – DS
Risponde a quesiti diagnostici complessi
Rete ambulatoriale come filtro al ricovero
o follow-up (continuità)
• Dimissioni protette
• Call center per counselling a distanza
31. Ospedaliera
Funzione di supporto:
POST
PRE
• Ospedalizzazione
•Azioni di prevenzione
domiciliare/ADI
Secondaria
•Interventi di
• Telemedicina
educazione alla salute
come centro di
•Lavoro sui PDT/LG con
supporto
MMG e specialisti per
l’appropriatezza
32. Residenzialità
Concetto di assistenza residenziale, che si
traduce in una gamma di strutture in grado
di offrire diversi gradi di assistenza sanitaria
il cui accesso deve essere rapportato al
livello di autonomia delle persone non
autosufficienti;
33. Residenzialità
Ambito di sviluppo di Cure primarie con
compiti e funzioni sovrapponibili alla
Medicina Generale sviluppati in strutture con
componente medica e di operatori sanitari
fortemente variabile per modelli
organizzativi da Regione a Regione.
34. Gestionali (Distretto,
Dipartimento)
Il distretto assicura i servizi di primary ed
intermediate care relativi all’attività sanitaria e sociosanitaria:
• funzioni di coordinamento delle proprie attività con
quelle dei dipartimenti e servizi aziendali, inclusi i
presidi ospedalieri,
• titolare delle attività territoriali,
• garante dell’appropriatezza e dell’esigibilità dei
LEA (livelli essenziali di assistenza),
• responsabile dell’ottimizzazione delle risorse
assegnate organizzando le modalità di risposta e
coordinando i percorsi.
35. Le funzioni del Distretto e/o
Dipartimento C.P.
• esercizio del proprio ruolo di garante del
cittadino;
• accoglimento,
analisi,
valutazione
ed
orientamento della domanda ed organizzazione
della
risposta
(l’Unità
Valutativa
Multi
dimensionale Distrettuale come porta di accesso
alla rete dei servizi);
• concorso dell’attività di pianificazione e di
programmazione aziendale mediante l’analisi e
la valutazione dei bisogni di salute;
36. Le funzioni del Distretto
•
•
•
gestione diretta di servizi ed interventi che rientrano nel “livello di
assistenza distrettuale” avvalendosi di operatori e di unità operative
proprie oppure attraverso rapporti convenzionali con operatori e
mediante strumenti gestionali “esternalizzati” (società miste,
Fondazioni, Società della Salute, ecc.);
governo dei consumi di prestazioni “indirette” (farmaceutiche,
specialistiche, ambulatoriali ed ospedaliere) attraverso attività di
orientamento del cittadino;
Realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria a livello gestionale
ed operativo, a livello istituzionale e comunitario (ASL, Comuni,
Privato Sociale) e a livello professionale come condizione
essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di salute individuati
dal P.A.T. e dal Piano di Zona dei servizi alla persona.
37. Ruolo unico
Nell’ambito della Medicina Generale risolve la
conflittualità riferita ai rapporti tra i
professionisti dell’Area dell’Assistenza Primaria
e della Continuità Assistenziale.
Medico di A.P. ≠
Medico di C.A.
Medico di M.G.=
Medico di M.G.
a rapporto fiduciario
a rapporto orario
38. Ruolo, Funzioni,
Compiti e Attività
• Definiscono uno spazio professionale e
non solo culturale
• Rispondono principalmente a bisogni
della Società
• In particolare, in campo sanitario, si
riferiscono ad una richiesta di efficacia
ed efficienza delle prestazioni
39. Funzioni generali del
medico
• Diagnosi e Terapia
• Prevenzione e Riabilitazione
• Educazione alla Salute di Operatori e
Cittadini
• Formazione, Aggiornamento, Informazione
del personale sanitario e degli studenti
• Ricerca
• Gestione Politica, Normativa ed Economica
della Professione Medica
• Pianificazione e gestione dei servizi sanitari
40. Che cosa si intende per
Compiti della M.G.?
“L’insieme delle attività
professionali, articolate negli
innumerevoli atti parcellari”
42. Competenza
• Insieme delle capacità professionali
richieste per svolgere un compito o
funzione
• (morosini, perraro:” enciclopedia della
gestione di qualità in sanità”)
43. L’assurdo della MG
Essere il fulcro del Servizio Sanitario
Italiano, senza avere completamente
definito se stessa attraverso le
proprie competenze
45. Le Competenze generano
ulteriori Funzioni
FUNZIONE
Sindacale
COMPETENZA
Poter svolgere
- normativa, economica, contrattuale (FUNZIONI)
Formativa
Saper svolgere
- culturale e formativa specifica
Valutativa
(FUNZIONI)
Svolgere bene
- valutativa e di verifica di qualità
(FUNZIONI)
46. LA PRESA IN CARICO
Il MMG, attraverso un sistema di
presa in carico della salute del cittadino
• costruisce e governa in modo efficiente
percorsi di diagnosi e cura appropriati,
con l’obiettivo di salvaguardare la salute
il più a lungo possibile,
• assicura qualità e continuità degli
interventi sanitari.
47. CONTINUITA’ DELLE CURE
L’ assistenza territoriale deve offrire:
• FACILITA’ DI ACCESSO
• Capacità di orientare il cittadino verso
un USO APPROPRIATO dei servizi
disponibili
• LIVELLI UNIFORMI su tutto il territorio
nazionale.
48. CONTINUITA’ DELLE CURE
L’ assistenza territoriale deve offrire:
• CONTINUITÀ DELLE CURE (nelle 24 h, sette
giorni alla settimana, per tutto l’arco della vita)
• INTEGRAZIONE con l’ospedale e con i servizi
sociali
• SOSTENIBILITÀ ECONOMICA del servizio,
che solo una struttura territoriale è in grado di
fornire
50. LE ATTIVITA’
• Attività connesse con una scelta del
cittadino sulla base di un rapporto di
fiducia (fiduciarie).
• Attività non direttamente connesse con
la scelta elettiva del cittadino ma
necessarie a supportare le attività di
assistenza fiduciaria (orarie).
51. Attività non connesse
1. Attività di continuità della assistenza
diurna,notturna,feriale,festiva, dom. e
ambul.,ADP,ADI e Residenziale
2. Attività programmate
progetti prevenzione,amb. Dedicati malattie
croniche, prelievi o PPIP ( ECG, ECO. TAO)
3. Attività gestione sistema informativo
analisi epidemiologiche ecc.
4. Attività organiz. e gestionali
( coordinatore, referente associazione)
52. Attività non connesse
5. Attività di formazione,docenza, audit
6. Tutoraggio e attività seminariale
Universitaria e di formazione specifica,
attività valutativa per esame di stato
7. Attività di ricerca
53. Il MdF…oltre l’assistenza primaria
Core del MdF
prendersi cura del
paziente, della
salute della
comunità, della
gestione delle cure
54. Un nuovo ruolo
Da anni il MdF svolge funzioni fondamentali
• per la crescita professionale,
• per la gestione ed organizzazione delle cure
primarie,
• per la continuità dell’assistenza,
• per il governo clinico
Necessità di inscrivere queste funzioni
in un nuovo ruolo che le comprenda tutte
55. Un nuovo ruolo
• Definire funzioni e compiti certi della MG
e costruire il modello di relazioni adatto e
gli elementi strutturali necessari (logistici,
tecnologici e di risorse umane, ecc.) alla
sua realizzazione
• Influenzare il complesso meccanismo di
erogazione delle prestazioni sanitarie
56. Incarichi a livello ASL,
Regionale, Ministeriale
Componente Ufficio
Dir. ASL
Referente, Coordinatore
di F.A
Animatore di Formazione
Un Ruolo Unico
che:
Tutor
ridefinisca
le funzioni, i compiti
Componente
UCAD
e le attività;
riconosca
l’esclusività
e peculiarità
Attività Ass.domiciliare
Attività di Docenza
Attività di Prevenzione
della M.G.
Attività di Continuità assistenza
Attività di assistenza residenziale
Cura della persona, della
famiglia, della comunità
57. UN RUOLO UNICO PER GARANTIRE
CONTINUITA’
INTEGRAZIONE
APPROPRIATEZZA
FORMAZIONE
NELLE CURE PRIMARIE