2. Secondo l‟art. 3 del Codice del Consumo (D. Lgs. 6, settembre
2005, n.206) si intendono “consumatori e utenti le persone
fisiche che acquistino o utilizzino beni o servizi per scopi non
riferibili all‟attività imprenditoriale e professionale
eventualmente svolta”
GABRIELE MICOZZI
Università Politecnica delle Marche
3. "I consumatori, cercando la qualità e il valore, fissano
gli standard di accettabilità dei prodotti e dei
servizi, esprimendo un'opinione a suon di dollari"
Ronald Reagan (Presidente degli Stati Uniti)
4. “La soddisfazione crescente dei bisogni porta lo
sviluppo dell‟individuo ad
un alto grado di evoluzione della personalità”
(A. Maslow)
5. Per BISOGNO si intende la necessità o il desiderio
dell‟uomo di uscire da uno stato di insoddisfazione
mediante l‟utilizzo di mezzi adeguati allo scopo ed a
tal fine destinati
7. Il punto di partenza di ogni indagine economica è
dato dai bisogni umani. Senza bisogni non
esisterebbe nessuna economia, nessuna economia
sociale, nessuna scienza relativa ad esse. I bisogni
sono la causa fondamentale; l'importanza che la loro
soddisfazione ha per noi, la misura fondamentale; la
sicurezza della loro soddisfazione, lo scopo finale di
ogni economia umana
Kahlil Gibran
Prof. Gabriele Micozzi
Docente Marketing
Facoltà di Economia “G. Fuà”
Università Politecnica delle Marche
gmicozzi@yahoo.it
8. Piramide dei bisogni
di Maslow
Prof. Gabriele Micozzi
Docente Marketing
Facoltà di Economia “G. Fuà”
Università Politecnica delle Marche
gmicozzi@yahoo.it
9. Piramide dei bisogni
di Maslow
L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali
devono essere soddisfatti in modo progressivo. I
livelli di bisogno concepiti sono:
1. Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.)
2. Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione
3. Bisogni di appartenenza (affetto, identificazione)
4. Bisogni di stima, di prestigio, di successo
5. Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria
identità e le proprie aspettative e occupando una
posizione soddisfacente nel gruppo sociale)
10. Siamo giunti alla
chiara
consapevolezza del
fatto che la vera
libertà individuale
non può esistere
senza sicurezza
economica. Gli
uomini bisognosi
non sono uomini
liberi
Franklin Roosvelt
11. La libertà economica è la condizione
necessaria della libertà politica
Luigi Einaudi
12. Reddito
Entrata di beni percepiti da un individuo, da
un'impresa o da uno Stato in un determinato
periodo di tempo
Prof. Gabriele Micozzi
Docente Marketing
Facoltà di Economia “G. Fuà”
Università Politecnica delle Marche
gmicozzi@yahoo.it
13. PIL Prodotto interno lordo a prezzi di mercato
Fonte: ISTAT
14. DAL 2000 PIL +0,4%, ITALIA ULTIMA IN UE
PER CRESCITA ( ISTAT)
Dal 2000 a oggi la performance
economica dell'Italia è stata la
peggiore in Europa, con una
crescita media annua solo dello
0,4%. "Con un punto percentuale in
meno all'anno - scrive ancora
l'Istat - il nostro Paese si
colloca in ultima posizione tra i
27 stati membri dell'Ue, con un
consistente distacco rispetto sia
ai paesi dell'Eurozona sia a
quelli dell'Unione nel suo
complesso".
15. SOMMERSO ALLARGATO DALLA CRISI
(ISTAT)
L'economia sommersa "è un fenomeno
rilevante che influenza
negativamente il posizionamento
competitivo del sistema paese.
L'entità del valore aggiunto
prodotto dall'area del sommerso
economico è stimata per il 2008 in
una forbice compresa tra 255 e 275
miliardi di euro, ovvero tra il
16,3% e il 17,5% del Pil.
L'effetto della crisi tuttavia ha
verosimilmente allargato l'area
dell'economia sommersa".
18. Istat: salari fermi da vent'anni, Italia
ultima in Europa per la crescita
RAPPORTO ISTAT - Per il 2012
l'Istituto di statistica prevede una
riduzione del Pil pari
all'1,5%, mentre l'anno prossimo
dovrebbe arrivare la ripresa (+0,5%)
- La disoccupazione arriverà al 9,5%
nel 2012 e al 9,6% nel 2013 -
Lavoro: mai così tanti
precari, raddoppiati dal 1993 -
Giovani: 4 su 10 ancora in famiglia
- Donne: parità solo in una coppia
su 20. http://www.firstonline.info/a/2012/05/22/istat-salari-fermi-da-ventanni-italia-
ultima-in-eu/a32e1e93-8659-4d62-bf85-e9be2d57a8ff
19. htt
Prof. Gian Luca Gregori - Preside Facoltà di
Economia - Università Politecnica delle
Marche
20. Prezzi al consumo
Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività
Fonte: ISTAT
22. I consumi delle famiglie
Scendono vertiginosamente, si spende come negli anni '80
Il Rapporto di Intesa Sanpaolo, riferita al settore agroalimentare, rileva che i consumi
di prodotti alimentari, bevande e tabacco hanno segnato nel 2011 un calo dell'1,5% a
prezzi costanti.
Vale a dire, in termini di spesa pro-capite nel 2011 si è tornati indietro di "quasi
trent'anni". Nel rapporto, si legge infatti che "si deve tornare ai primi anni '80 per
scendere al di sotto dei 2.400 euro annui destinati al comparto agro-alimentare", ossia
alimentari, bevande, tabacco.
In particolare si legge "si tratta in parte di un trend strutturale legato al minore
consumo di alcune voci (come il tabacco) ma che segnala anche le evidenti difficoltà
del consumatore italiano che, a fronte delle tensioni sul mercato del lavoro e sul
reddito disponibile, riduce ulteriormente gli sprechi e modera gli acquisti anche in un
comparto dei bisogni poco comprimibili come l'agroalimentare".
Nel rapporto, si evidenzia inoltre che "l'incremento della disoccupazione unito agli
effetti delle manovre di correzione dei conti pubblici sulle famiglie fanno prevedere
una nuova riduzione dei consumi". Consumi che "continueranno ad essere molto
prudenti a fronte di risorse reddituali sempre più scarse".
25. Pressione
fiscale sulle
famiglie
Nel 2012 ogni famiglia pagherà 1.390 euro in più di tasse
locali, lo riferisce la Cgia di Mestre. Tra l'addizionale regionale
Irpef, l'addizionale comunale Irpef e l'Ici-Imu, le tasse locali
ammonteranno a 35 miliardi di euro. In 10 anni la pressione
fiscale è cresciuta dell'86,4%.
Sempre nello stesso periodo di tempo, la crescita del carico
fiscale locale su ciascuna famiglia italiana è aumentata del
69,3%.
26. Occupati
Numero totale di occupati
Fonte: ISTAT
28. LAVORO: MA COSI' TANTI PRECARI, IN
VENT'ANNI +48,4% ( ISTAT)
"Dal 1993 al 2011 gli occupati dipendenti a
termine sono cresciuti del 48,4% (+751mila
unità) a fronte del +13,8% per l'occupazione
dipendente complessiva - prosegue il
rapporto -. Nel 2011 l'incidenza del lavoro
temporaneo sul complesso del lavoro
subordinato è pari al 13,4%, il valore più
elevato dal 1993, e supera il 35% (quasi il
doppio del 1993) fra i 18-29enni".
Il peso degli occupati atipici (dipendenti a
tempo determinato, collaboratori o
prestatori d'opera occasionale) sul totale
degli occupati è in progressivo aumento: ha
iniziato con un lavoro atipico il 44,6% dei
nati dagli anni Ottanta in poi.
Prof. Gian Luca Gregori - Preside Facoltà di
Economia - Università Politecnica delle
Marche
29. LAVORO: MA COSI' TANTI PRECARI, IN
VENT'ANNI +48,4% ( ISTAT)
A dieci anni dal primo lavoro atipico -
quasi un terzo degli occupati è ancora
precario e uno su dieci è senza lavoro. Il
passaggio a lavori standard è più facile
per gli appartenenti alla classe sociale
più alta, mentre chi ha iniziato come
operaio in un lavoro atipico, dopo dieci
anni, nel 29,7% dei casi è ancora precario
e nell'11,6% ha perso il lavoro.
Prof. Gabriele Micozzi
Docente Marketing
Prof. Gian Facoltà di Economia “G. Fuà”
Luca Gregori - Preside Facoltà di
Economia - Università Politecnica delle
Università Politecnica delle Marche
Marche
gmicozzi@yahoo.it
30. Aumenta la distanza fra le informazioni fornite dal
prodotto interno lordo e ciò che conta per il
benessere della popolazione; occorre considerare le
ineguaglianze; migliorare le misurazioni riferite a
salute, educazione, attività personali e condizioni
ambientali; informare sulla prossimità a livelli di
guardia del danno ambientale; misurare la
valutazione della qualità della vita da parte della
popolazione
Stiglitz, Senn, Fitoussi (2009)
31. Indagine: come sono cambiate le
abitudini di risparmio e consumo
delle famiglie, di fronte alla crisi
32. Il nostro prodotto interno lordo è
di 800 milioni dollari all’anno… ma
quel Pil include … la distruzione
delle sequoie … Al tempo
stesso, non tiene conto della salute
dei nostri bambini … Non misura
né il nostro spirito, né il nostro
coraggio … Misura tutto, fuorché
quello che rende la vita degna di
essere vissuta … Può dirci tutto
sull’America, ma non se possiamo
essere orgogliosi di essere
americani
Robert Kennedy (1968)
46. Il cambiamento è una legge della vita e coloro che si
ostinano a guardare sempre solo al passato o si
concentrano unicamente sul presente possono
essere sicuri di perdersi il futuro
JOHN F. KENNEDY
47. Non penso mai al
futuro, arriva così presto
Albert Einstein
52. Trend futuro
• La popolazione è destinata ad invecchiare gradualmente. Nello
scenario centrale l‟età media aumenta da 43,5 anni nel 2011
fino ad un massimo di 49,8 anni nel 2059. Dopo tale anno l‟età
media si stabilizza sul valore di 49,7 anni, a indicare una presumibile
conclusione del processo di invecchiamento della popolazione.
• Particolarmente accentuato entro i prossimi trenta anni è l‟aumento
del numero di anziani: gli ultra 65enni, oggi pari al 20,3%
del totale ,aumentano fino al 2043, anno in cui oltrepassano il
32%. Dopo tale anno, tuttavia, la quota di ultra 65enni si consolida
intorno al valore del 32-33%, con un massimo del 33,2% nel 2056.
Fonte: ISTAT
53. Nascite e fecondità in Italia
Anni 1995-2010, valori assoluti
600,000
500,000
400,000
nati stranieri nati italiani
300,000
200,000
100,000
0
2002
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
54. Trend futuro
• La popolazione fino a 14 anni di età, oggi pari al 14% del
totale, evidenzia un trend lievemente decrescente fino al 2037, anno
nel quale raggiunge un valore minimo pari al 12,4%. Dopo tale anno
la percentuale di under 15enni si assesta fino a raggiungere un
massimo del 12,7% nel 2065. Il margine di incertezza associato a tale
stima fa comunque ritenere che nel medesimo anno tale quota
potrebbe oscillare in un intervallo compreso tra l‟11% e il 14%.
• La popolazione in età lavorativa (15-64 anni) evidenzia, nel
medio termine, una lieve riduzione, passando dall‟attuale 65,7% al
62,8% nel 2026. Nel lungo termine, invece, ci si aspetta una
riduzione più accentuata, fino a un minimo del 54,3% nel 2056, anno
dopo il quale l‟indicatore si stabilizza, con un valore del 54,7% nel
2065, per un intervallo di stima compreso tra il 53,8% ed il 55,8%. ISTAT
Fonte:
58. La famiglia
• è aumentato il numero delle famiglie: è passato da circa 20
milioni di famiglie all‟inizio degli anni „90 a 24 milioni nel
2010-2011
• è diminuito il numero dei componenti: da 2,7 componenti a
2,4
• aumentano le famiglie unipersonali e le coppie senza figli
• i single non vedovi nell‟ultimo ventennio sono quasi
raddoppiati, anche in conseguenza dell‟aumento delle
separazioni e dei divorzi
• le libere unioni sono quadruplicate
• ogni 10 matrimoni quasi 3 finiscono in separazione, una
proporzione raddoppiata in 15 anni
Fonte: ISTAT
59. GIOVANI, 4 SU 10 RIMANGONO IN FAMIGLIA
( ISTAT)
Quattro giovani su 10 fra i 25 e i 34 anni
vivono ancora nella famiglia d'origine: la quota
è del 41,9%, contro il 33,2% degli anni 1993-94.
Il fenomeno per i maschi riguarda il
49,6%, mentre per le femmine la quota è del 34%.
Il 45% dichiara di restare in famiglia perché
non ha un lavoro o non può mantenersi
autonomamente. E in vent'anni - aggiunge
l'istituto di statistica - si è dimezzata la
quota di giovani che escono dalla famiglia per
sposarsi.
I giovani che non lavorano e non studiano
("Neet") hanno superato i due milioni e la
"quota è più alta nel Mezzogiorno, 31,9%, un
valore quasi doppio di quello del Centro-
nord, con punte massime in Sicilia (35,7%) e in
Campania (35,2%), seguite da Calabria (31,8%) e
Puglia (29,2%)".
60. MANCA PARITA‟ UOMO DONNA
( ISTAT)
Solo in una coppia su venti il lavoro
familiare e il contributo ai redditi sono
equamente distribuiti fra i partner. In una
coppia su tre (30%) la donna non lavora e si
occupa da sola della famiglia, spesso senza
avere accesso al conto corrente (47,1%) e
senza condividere le decisioni importanti con
il partner (20%). In una coppia su quattro la
donna guadagna meno del partner, ma lavora
molto di più per la famiglia. L'Istat rivela
che l'Italia è in fondo alla classifica
europea per il contributo della donna ai
redditi della coppia: il 33,7% delle donne
tra i 25 e i 54 anni non percepisce redditi
(contro il 19,8% della media Ue).
61. La famiglia
Tassi di nuzialità (matrimoni per 1000 abitanti) e tassi di divorzialità
(divorzi per 10.000 abitanti) per regione. Anno 2007 (numeri indici: tasso
per l’Italia=100)
Fonte: ISTAT
66. … allora
tutta l‟Italia
è in
pericolo?
Prof. Gabriele Micozzi
Docente Marketing
Facoltà di Economia “G. Fuà”
Università Politecnica delle Marche
gmicozzi@yahoo.it
71. Prof. Gabriele Micozzi
Docente Marketing
Facoltà di Economia “G. Fuà”
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72. Prof. Gabriele Micozzi
Docente Marketing
Facoltà di Economia “G. Fuà”
Università Politecnica delle Marche
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73. Il sogno spezzato
Martedì 24 gennaio 2012 il programma
televisivo Ballarò di RaiTre propone il servizio
“Il sogno spezzato”. Si tratta di un‟intervista ad
una giovane laureata in lettere in cerca di
occupazione e parallelamente un‟intervista alla
madre della ragazza
Prof. Gabriele Micozzi
Docente Marketing
Facoltà di Economia “G. Fuà”
Università Politecnica delle Marche
gmicozzi@yahoo.it
74. Il sogno spezzato
“L’ultimo lavoro che mi era stato offerto era a
Formello ma io non avevo i soldi per pagarmi una
macchina e ho dovuto rifiutare perché non ci sono
mezzi che ci arrivano”
75. Il sogno spezzato
“Vedo che anche per lei le porte sono chiuse …
Questi ragazzi, li vedi spenti, li vedi SENZA
SPERANZA, mentre quella noi l’avevamo …”
76. Il sogno spezzato
“E’ una sensazione di IMMOBILITA’, quasi di
vertigine perché sentirsi così toglie i punti fermi …
e anche di MANCANZA DI EQUILIBRIO … una
sensazione di vertigine principalmente che poi si
riflette nella PAURA DI NON VEDERE UN FUTURO”