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Gabriele Micozzi
DOCENTE MARKETING
Facoltà di Economia “G. Fuà”
Università Politecnica delle Marche




    CONSUMATORI:
 GERARCHIE DEI NUOVI
  BISOGNI E REDDITO
Secondo l‟art. 3 del Codice del Consumo (D. Lgs. 6, settembre
2005, n.206) si intendono “consumatori e utenti le persone
fisiche che acquistino o utilizzino beni o servizi per scopi non
     riferibili all‟attività imprenditoriale e professionale
                       eventualmente svolta”
                                GABRIELE MICOZZI
                        Università Politecnica delle Marche
"I consumatori, cercando la qualità e il valore, fissano
         gli standard di accettabilità dei prodotti e dei
     servizi, esprimendo un'opinione a suon di dollari"
                           Ronald Reagan (Presidente degli Stati Uniti)
“La soddisfazione crescente dei bisogni porta lo
            sviluppo dell‟individuo ad
  un alto grado di evoluzione della personalità”
                    (A. Maslow)
Per BISOGNO si intende la necessità o il desiderio
dell‟uomo di uscire da uno stato di insoddisfazione
mediante l‟utilizzo di mezzi adeguati allo scopo ed a
                  tal fine destinati
Le necessità sono poche,
   ma i bisogni infiniti
                 Josh Billings
Il punto di partenza di ogni indagine economica è
      dato dai bisogni umani. Senza bisogni non
esisterebbe nessuna economia, nessuna economia
 sociale, nessuna scienza relativa ad esse. I bisogni
sono la causa fondamentale; l'importanza che la loro
soddisfazione ha per noi, la misura fondamentale; la
sicurezza della loro soddisfazione, lo scopo finale di
                 ogni economia umana

                                                           Kahlil Gibran
                           Prof. Gabriele Micozzi
                             Docente Marketing
                        Facoltà di Economia “G. Fuà”
                     Università Politecnica delle Marche
                             gmicozzi@yahoo.it
Piramide dei bisogni
di Maslow




                         Prof. Gabriele Micozzi
                           Docente Marketing
                      Facoltà di Economia “G. Fuà”
                   Università Politecnica delle Marche
                           gmicozzi@yahoo.it
Piramide dei bisogni
 di Maslow
L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali
devono essere soddisfatti in modo progressivo. I
livelli di bisogno concepiti sono:
1. Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.)
2. Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione
3. Bisogni di appartenenza (affetto, identificazione)
4. Bisogni di stima, di prestigio, di successo
5. Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria
   identità e le proprie aspettative e occupando una
   posizione soddisfacente nel gruppo sociale)
Siamo giunti alla
       chiara
consapevolezza del
  fatto che la vera
libertà individuale
 non può esistere
  senza sicurezza
   economica. Gli
 uomini bisognosi
 non sono uomini
        liberi
       Franklin Roosvelt
La libertà economica è la condizione
  necessaria della libertà politica

                                 Luigi Einaudi
Reddito
 Entrata di beni percepiti da un individuo, da
 un'impresa o da uno Stato in un determinato
              periodo di tempo




                        Prof. Gabriele Micozzi
                          Docente Marketing
                     Facoltà di Economia “G. Fuà”
                  Università Politecnica delle Marche
                          gmicozzi@yahoo.it
PIL   Prodotto interno lordo a prezzi di mercato




                                                   Fonte: ISTAT
DAL 2000 PIL +0,4%, ITALIA ULTIMA IN UE
PER CRESCITA ( ISTAT)
Dal 2000 a oggi la performance
economica dell'Italia è stata la
peggiore in Europa, con una
crescita media annua solo dello
0,4%. "Con un punto percentuale in
meno all'anno - scrive ancora
l'Istat - il nostro Paese si
colloca in ultima posizione tra i
27 stati membri dell'Ue, con un
consistente distacco rispetto sia
ai paesi dell'Eurozona sia a
quelli dell'Unione nel suo
complesso".
SOMMERSO ALLARGATO DALLA CRISI
(ISTAT)
L'economia sommersa "è un fenomeno
rilevante che influenza
negativamente il posizionamento
competitivo del sistema paese.
L'entità del valore aggiunto
prodotto dall'area del sommerso
economico è stimata per il 2008 in
una forbice compresa tra 255 e 275
miliardi di euro, ovvero tra il
16,3% e il 17,5% del Pil.
L'effetto della crisi tuttavia ha
verosimilmente allargato l'area
dell'economia sommersa".
Retribuzioni
         Retribuzioni contrattuali orarie




                                            Fonte: ISTAT
Risparmio delle famiglie
        Propensione al risparmio delle famiglie




                                                  Fonte: ISTAT
Istat: salari fermi da vent'anni, Italia
ultima in Europa per la crescita

RAPPORTO ISTAT - Per il 2012
l'Istituto di statistica prevede una
riduzione del Pil pari
all'1,5%, mentre l'anno prossimo
dovrebbe arrivare la ripresa (+0,5%)
- La disoccupazione arriverà al 9,5%
nel 2012 e al 9,6% nel 2013 -
Lavoro: mai così tanti
precari, raddoppiati dal 1993 -
Giovani: 4 su 10 ancora in famiglia
- Donne: parità solo in una coppia
su 20.       http://www.firstonline.info/a/2012/05/22/istat-salari-fermi-da-ventanni-italia-
                                ultima-in-eu/a32e1e93-8659-4d62-bf85-e9be2d57a8ff
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Prof. Gian Luca Gregori - Preside Facoltà di
  Economia - Università Politecnica delle
                 Marche
Prezzi al consumo
      Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività




                                                               Fonte: ISTAT
Inflazione
I consumi delle famiglie
Scendono vertiginosamente, si spende come negli anni '80
Il Rapporto di Intesa Sanpaolo, riferita al settore agroalimentare, rileva che i consumi
di prodotti alimentari, bevande e tabacco hanno segnato nel 2011 un calo dell'1,5% a
prezzi costanti.
Vale a dire, in termini di spesa pro-capite nel 2011 si è tornati indietro di "quasi
trent'anni". Nel rapporto, si legge infatti che "si deve tornare ai primi anni '80 per
scendere al di sotto dei 2.400 euro annui destinati al comparto agro-alimentare", ossia
alimentari, bevande, tabacco.
In particolare si legge "si tratta in parte di un trend strutturale legato al minore
consumo di alcune voci (come il tabacco) ma che segnala anche le evidenti difficoltà
del consumatore italiano che, a fronte delle tensioni sul mercato del lavoro e sul
reddito disponibile, riduce ulteriormente gli sprechi e modera gli acquisti anche in un
comparto dei bisogni poco comprimibili come l'agroalimentare".
Nel rapporto, si evidenzia inoltre che "l'incremento della disoccupazione unito agli
effetti delle manovre di correzione dei conti pubblici sulle famiglie fanno prevedere
una nuova riduzione dei consumi". Consumi che "continueranno ad essere molto
prudenti a fronte di risorse reddituali sempre più scarse".
Prezzo della benzina
       Andamento dei prezzi dei carburanti alla pompa
Fiducia dei consumatori




                          Fonte: ISTAT
Pressione
fiscale sulle
famiglie
Nel 2012 ogni famiglia pagherà 1.390 euro in più di tasse
locali, lo riferisce la Cgia di Mestre. Tra l'addizionale regionale
Irpef, l'addizionale comunale Irpef e l'Ici-Imu, le tasse locali
ammonteranno a 35 miliardi di euro. In 10 anni la pressione
fiscale è cresciuta dell'86,4%.
Sempre nello stesso periodo di tempo, la crescita del carico
fiscale locale su ciascuna famiglia italiana è aumentata del
69,3%.
Occupati
           Numero totale di occupati




                                       Fonte: ISTAT
Tasso di disoccupazione
        Tasso di disoccupazione totale




                                         Fonte: ISTAT
LAVORO: MA COSI' TANTI PRECARI, IN
VENT'ANNI +48,4% ( ISTAT)
"Dal 1993 al 2011 gli occupati dipendenti a
termine sono cresciuti del 48,4% (+751mila
unità) a fronte del +13,8% per l'occupazione
dipendente complessiva - prosegue il
rapporto -. Nel 2011 l'incidenza del lavoro
temporaneo sul complesso del lavoro
subordinato è pari al 13,4%, il valore più
elevato dal 1993, e supera il 35% (quasi il
doppio del 1993) fra i 18-29enni".
Il peso degli occupati atipici (dipendenti a
tempo determinato, collaboratori o
prestatori d'opera occasionale) sul totale
degli occupati è in progressivo aumento: ha
iniziato con un lavoro atipico il 44,6% dei
nati dagli anni Ottanta in poi.

             Prof. Gian Luca Gregori - Preside Facoltà di
               Economia - Università Politecnica delle
                              Marche
LAVORO: MA COSI' TANTI PRECARI, IN
VENT'ANNI +48,4% ( ISTAT)
A dieci anni dal primo lavoro atipico -
quasi un terzo degli occupati è ancora
precario e uno su dieci è senza lavoro. Il
passaggio a lavori standard è più facile
per gli appartenenti alla classe sociale
più alta, mentre chi ha iniziato come
operaio in un lavoro atipico, dopo dieci
anni, nel 29,7% dei casi è ancora precario
e nell'11,6% ha perso il lavoro.




                           Prof. Gabriele Micozzi
                             Docente Marketing
             Prof. Gian Facoltà di Economia “G. Fuà”
                        Luca Gregori - Preside Facoltà di
               Economia - Università Politecnica delle
                     Università Politecnica delle Marche
                                Marche
                             gmicozzi@yahoo.it
Aumenta la distanza fra le informazioni fornite dal
    prodotto interno lordo e ciò che conta per il
benessere della popolazione; occorre considerare le
 ineguaglianze; migliorare le misurazioni riferite a
 salute, educazione, attività personali e condizioni
  ambientali; informare sulla prossimità a livelli di
     guardia del danno ambientale; misurare la
  valutazione della qualità della vita da parte della
                    popolazione
                               Stiglitz, Senn, Fitoussi (2009)
Indagine: come sono cambiate le
abitudini di risparmio e consumo
delle famiglie, di fronte alla crisi
Il nostro prodotto interno lordo è
di 800 milioni dollari all’anno… ma
quel Pil include … la distruzione
delle sequoie … Al tempo
stesso, non tiene conto della salute
dei nostri bambini … Non misura
né il nostro spirito, né il nostro
coraggio … Misura tutto, fuorché
quello che rende la vita degna di
essere vissuta … Può dirci tutto
sull’America, ma non se possiamo
essere orgogliosi di essere
americani

                Robert Kennedy (1968)
Come è cambiata la nostra
società nel frattempo?
Prima



        Oggi
Il
               computer
               prima era
                 così…


Oggi è così…
Si comunicava così …
… ora invece
… o anche più velocemente
Prima ci si incontrava qui …
… ora ci si incontra qui …
La Piramide dei bisogni di Maslow 2.0
Questo implica anche nuove abitudini
          dei consumatori




                           Prima
Questo implica anche nuove abitudini
          dei consumatori




                             Oggi
… nuovi stili di consumo


                    Oggi



Prima
Il cambiamento è una legge della vita e coloro che si
ostinano a guardare sempre solo al passato o si
concentrano unicamente sul presente possono
essere sicuri di perdersi il futuro
                                        JOHN F. KENNEDY
Non penso mai al
futuro, arriva così presto
                   Albert Einstein
Altre
problematiche
da affrontare
Invecchiamento della popolazione
    Indice di vecchiaia in Italia. Anni 1961-2010 (valori percentuali)




                                                                         Fonte: ISTAT
Trend futuro
•   La popolazione è destinata ad invecchiare gradualmente. Nello
    scenario centrale l‟età media aumenta da 43,5 anni nel 2011
    fino ad un massimo di 49,8 anni nel 2059. Dopo tale anno l‟età
    media si stabilizza sul valore di 49,7 anni, a indicare una presumibile
    conclusione del processo di invecchiamento della popolazione.

•   Particolarmente accentuato entro i prossimi trenta anni è l‟aumento
    del numero di anziani: gli ultra 65enni, oggi pari al 20,3%
    del totale ,aumentano fino al 2043, anno in cui oltrepassano il
    32%. Dopo tale anno, tuttavia, la quota di ultra 65enni si consolida
    intorno al valore del 32-33%, con un massimo del 33,2% nel 2056.
                                                                     Fonte: ISTAT
Nascite e fecondità in Italia
                                  Anni 1995-2010, valori assoluti
600,000


500,000


400,000
                                                                           nati stranieri            nati italiani
300,000


200,000


100,000


     0
                                                           2002
          1995

                 1996

                        1997

                               1998

                                      1999

                                             2000

                                                    2001



                                                                  2003

                                                                         2004

                                                                                2005

                                                                                       2006

                                                                                              2007

                                                                                                     2008

                                                                                                            2009

                                                                                                                   2010
Trend futuro
• La popolazione fino a 14 anni di età, oggi pari al 14% del
  totale, evidenzia un trend lievemente decrescente fino al 2037, anno
  nel quale raggiunge un valore minimo pari al 12,4%. Dopo tale anno
  la percentuale di under 15enni si assesta fino a raggiungere un
  massimo del 12,7% nel 2065. Il margine di incertezza associato a tale
  stima fa comunque ritenere che nel medesimo anno tale quota
  potrebbe oscillare in un intervallo compreso tra l‟11% e il 14%.

• La popolazione in età lavorativa (15-64 anni) evidenzia, nel
  medio termine, una lieve riduzione, passando dall‟attuale 65,7% al
  62,8% nel 2026. Nel lungo termine, invece, ci si aspetta una
  riduzione più accentuata, fino a un minimo del 54,3% nel 2056, anno
  dopo il quale l‟indicatore si stabilizza, con un valore del 54,7% nel
  2065, per un intervallo di stima compreso tra il 53,8% ed il 55,8%. ISTAT
                                                                     Fonte:
Stranieri
Stranieri residenti al 1° gennaio




                                    Fonte: ISTAT
La famiglia
La famiglia
• è aumentato il numero delle famiglie: è passato da circa 20
  milioni di famiglie all‟inizio degli anni „90 a 24 milioni nel
  2010-2011
• è diminuito il numero dei componenti: da 2,7 componenti a
  2,4
• aumentano le famiglie unipersonali e le coppie senza figli
• i single non vedovi nell‟ultimo ventennio sono quasi
  raddoppiati, anche in conseguenza dell‟aumento delle
  separazioni e dei divorzi
• le libere unioni sono quadruplicate
• ogni 10 matrimoni quasi 3 finiscono in separazione, una
  proporzione raddoppiata in 15 anni
                                                          Fonte: ISTAT
GIOVANI, 4 SU 10 RIMANGONO IN FAMIGLIA
( ISTAT)
Quattro giovani su 10 fra i 25 e i 34 anni
vivono ancora nella famiglia d'origine: la quota
è del 41,9%, contro il 33,2% degli anni 1993-94.
Il fenomeno per i maschi riguarda il
49,6%, mentre per le femmine la quota è del 34%.
Il 45% dichiara di restare in famiglia perché
non ha un lavoro o non può mantenersi
autonomamente. E in vent'anni - aggiunge
l'istituto di statistica - si è dimezzata la
quota di giovani che escono dalla famiglia per
sposarsi.
I giovani che non lavorano e non studiano
("Neet") hanno superato i due milioni e la
"quota è più alta nel Mezzogiorno, 31,9%, un
valore quasi doppio di quello del Centro-
nord, con punte massime in Sicilia (35,7%) e in
Campania (35,2%), seguite da Calabria (31,8%) e
Puglia (29,2%)".
MANCA PARITA‟ UOMO DONNA
( ISTAT)

Solo in una coppia su venti il lavoro
familiare e il contributo ai redditi sono
equamente distribuiti fra i partner. In una
coppia su tre (30%) la donna non lavora e si
occupa da sola della famiglia, spesso senza
avere accesso al conto corrente (47,1%) e
senza condividere le decisioni importanti con
il partner (20%). In una coppia su quattro la
donna guadagna meno del partner, ma lavora
molto di più per la famiglia. L'Istat rivela
che l'Italia è in fondo alla classifica
europea per il contributo della donna ai
redditi della coppia: il 33,7% delle donne
tra i 25 e i 54 anni non percepisce redditi
(contro il 19,8% della media Ue).
La famiglia
  Tassi di nuzialità (matrimoni per 1000 abitanti) e tassi di divorzialità
(divorzi per 10.000 abitanti) per regione. Anno 2007 (numeri indici: tasso
                              per l’Italia=100)




                                                                         Fonte: ISTAT
Quale futuro?
Probabilmente stiamo
   attraversando un
    terremoto che ci
costringera‟ a costruire
   insieme un nuovo
         mondo
Si può cambiare per illuminazione o disperazione.
  Sino ad oggi molto illuminati non siamo stati….
Il loro futuro è in pericolo?
… allora
tutta l‟Italia
    è in
 pericolo?

                   Prof. Gabriele Micozzi
                     Docente Marketing
                Facoltà di Economia “G. Fuà”
             Università Politecnica delle Marche
                     gmicozzi@yahoo.it
Cosa vogliono le future
    generazioni?


      … c‟è che vuole questo
Cosa vogliono le future
       generazioni?


… ma in molti sognano questo
Qual è l‟ostacolo?
Prof. Gabriele Micozzi
        Docente Marketing
   Facoltà di Economia “G. Fuà”
Università Politecnica delle Marche
        gmicozzi@yahoo.it
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        gmicozzi@yahoo.it
Il sogno spezzato

      Martedì 24 gennaio 2012 il programma
 televisivo Ballarò di RaiTre propone il servizio
 “Il sogno spezzato”. Si tratta di un‟intervista ad
    una giovane laureata in lettere in cerca di
occupazione e parallelamente un‟intervista alla
               madre della ragazza


                         Prof. Gabriele Micozzi
                           Docente Marketing
                      Facoltà di Economia “G. Fuà”
                   Università Politecnica delle Marche
                           gmicozzi@yahoo.it
Il sogno spezzato




  “L’ultimo lavoro che mi era stato offerto era a
Formello ma io non avevo i soldi per pagarmi una
macchina e ho dovuto rifiutare perché non ci sono
              mezzi che ci arrivano”
Il sogno spezzato




“Vedo che anche per lei le porte sono chiuse …
  Questi ragazzi, li vedi spenti, li vedi SENZA
 SPERANZA, mentre quella noi l’avevamo …”
Il sogno spezzato



    “E’ una sensazione di IMMOBILITA’, quasi di
vertigine perché sentirsi così toglie i punti fermi …
    e anche di MANCANZA DI EQUILIBRIO … una
 sensazione di vertigine principalmente che poi si
riflette nella PAURA DI NON VEDERE UN FUTURO”
Il sogno spezzato




“Sinceramente soffro per lei, soffro perché so
che i suoi sogni vengono spezzati dalla realtà”
C’è UNA
PROFONDA
DICOTOMIA TRA
LE ASPETTATIVE
DI CONSUMO
DEI GIOVANI E
LA LORO
CONCRETA
POSSIBILITA’ DI
SODDISFARLE
Rischi


         INESORABILE
          “FUGA DEI
           CERVELLI”
Rischi




“DEPRESSIONE” DI UN’INTERA
      GENERAZIONE
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2012 NUOVI CONSUMI; COMPORTAMENTI E REDDITO DELLE FAMIGLIE IN ITALIA

  • 1. Gabriele Micozzi DOCENTE MARKETING Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche CONSUMATORI: GERARCHIE DEI NUOVI BISOGNI E REDDITO
  • 2. Secondo l‟art. 3 del Codice del Consumo (D. Lgs. 6, settembre 2005, n.206) si intendono “consumatori e utenti le persone fisiche che acquistino o utilizzino beni o servizi per scopi non riferibili all‟attività imprenditoriale e professionale eventualmente svolta” GABRIELE MICOZZI Università Politecnica delle Marche
  • 3. "I consumatori, cercando la qualità e il valore, fissano gli standard di accettabilità dei prodotti e dei servizi, esprimendo un'opinione a suon di dollari" Ronald Reagan (Presidente degli Stati Uniti)
  • 4. “La soddisfazione crescente dei bisogni porta lo sviluppo dell‟individuo ad un alto grado di evoluzione della personalità” (A. Maslow)
  • 5. Per BISOGNO si intende la necessità o il desiderio dell‟uomo di uscire da uno stato di insoddisfazione mediante l‟utilizzo di mezzi adeguati allo scopo ed a tal fine destinati
  • 6. Le necessità sono poche, ma i bisogni infiniti Josh Billings
  • 7. Il punto di partenza di ogni indagine economica è dato dai bisogni umani. Senza bisogni non esisterebbe nessuna economia, nessuna economia sociale, nessuna scienza relativa ad esse. I bisogni sono la causa fondamentale; l'importanza che la loro soddisfazione ha per noi, la misura fondamentale; la sicurezza della loro soddisfazione, lo scopo finale di ogni economia umana Kahlil Gibran Prof. Gabriele Micozzi Docente Marketing Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche gmicozzi@yahoo.it
  • 8. Piramide dei bisogni di Maslow Prof. Gabriele Micozzi Docente Marketing Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche gmicozzi@yahoo.it
  • 9. Piramide dei bisogni di Maslow L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. I livelli di bisogno concepiti sono: 1. Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.) 2. Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione 3. Bisogni di appartenenza (affetto, identificazione) 4. Bisogni di stima, di prestigio, di successo 5. Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale)
  • 10. Siamo giunti alla chiara consapevolezza del fatto che la vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica. Gli uomini bisognosi non sono uomini liberi Franklin Roosvelt
  • 11. La libertà economica è la condizione necessaria della libertà politica Luigi Einaudi
  • 12. Reddito Entrata di beni percepiti da un individuo, da un'impresa o da uno Stato in un determinato periodo di tempo Prof. Gabriele Micozzi Docente Marketing Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche gmicozzi@yahoo.it
  • 13. PIL Prodotto interno lordo a prezzi di mercato Fonte: ISTAT
  • 14. DAL 2000 PIL +0,4%, ITALIA ULTIMA IN UE PER CRESCITA ( ISTAT) Dal 2000 a oggi la performance economica dell'Italia è stata la peggiore in Europa, con una crescita media annua solo dello 0,4%. "Con un punto percentuale in meno all'anno - scrive ancora l'Istat - il nostro Paese si colloca in ultima posizione tra i 27 stati membri dell'Ue, con un consistente distacco rispetto sia ai paesi dell'Eurozona sia a quelli dell'Unione nel suo complesso".
  • 15. SOMMERSO ALLARGATO DALLA CRISI (ISTAT) L'economia sommersa "è un fenomeno rilevante che influenza negativamente il posizionamento competitivo del sistema paese. L'entità del valore aggiunto prodotto dall'area del sommerso economico è stimata per il 2008 in una forbice compresa tra 255 e 275 miliardi di euro, ovvero tra il 16,3% e il 17,5% del Pil. L'effetto della crisi tuttavia ha verosimilmente allargato l'area dell'economia sommersa".
  • 16. Retribuzioni Retribuzioni contrattuali orarie Fonte: ISTAT
  • 17. Risparmio delle famiglie Propensione al risparmio delle famiglie Fonte: ISTAT
  • 18. Istat: salari fermi da vent'anni, Italia ultima in Europa per la crescita RAPPORTO ISTAT - Per il 2012 l'Istituto di statistica prevede una riduzione del Pil pari all'1,5%, mentre l'anno prossimo dovrebbe arrivare la ripresa (+0,5%) - La disoccupazione arriverà al 9,5% nel 2012 e al 9,6% nel 2013 - Lavoro: mai così tanti precari, raddoppiati dal 1993 - Giovani: 4 su 10 ancora in famiglia - Donne: parità solo in una coppia su 20. http://www.firstonline.info/a/2012/05/22/istat-salari-fermi-da-ventanni-italia- ultima-in-eu/a32e1e93-8659-4d62-bf85-e9be2d57a8ff
  • 19. htt Prof. Gian Luca Gregori - Preside Facoltà di Economia - Università Politecnica delle Marche
  • 20. Prezzi al consumo Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività Fonte: ISTAT
  • 22. I consumi delle famiglie Scendono vertiginosamente, si spende come negli anni '80 Il Rapporto di Intesa Sanpaolo, riferita al settore agroalimentare, rileva che i consumi di prodotti alimentari, bevande e tabacco hanno segnato nel 2011 un calo dell'1,5% a prezzi costanti. Vale a dire, in termini di spesa pro-capite nel 2011 si è tornati indietro di "quasi trent'anni". Nel rapporto, si legge infatti che "si deve tornare ai primi anni '80 per scendere al di sotto dei 2.400 euro annui destinati al comparto agro-alimentare", ossia alimentari, bevande, tabacco. In particolare si legge "si tratta in parte di un trend strutturale legato al minore consumo di alcune voci (come il tabacco) ma che segnala anche le evidenti difficoltà del consumatore italiano che, a fronte delle tensioni sul mercato del lavoro e sul reddito disponibile, riduce ulteriormente gli sprechi e modera gli acquisti anche in un comparto dei bisogni poco comprimibili come l'agroalimentare". Nel rapporto, si evidenzia inoltre che "l'incremento della disoccupazione unito agli effetti delle manovre di correzione dei conti pubblici sulle famiglie fanno prevedere una nuova riduzione dei consumi". Consumi che "continueranno ad essere molto prudenti a fronte di risorse reddituali sempre più scarse".
  • 23. Prezzo della benzina Andamento dei prezzi dei carburanti alla pompa
  • 24. Fiducia dei consumatori Fonte: ISTAT
  • 25. Pressione fiscale sulle famiglie Nel 2012 ogni famiglia pagherà 1.390 euro in più di tasse locali, lo riferisce la Cgia di Mestre. Tra l'addizionale regionale Irpef, l'addizionale comunale Irpef e l'Ici-Imu, le tasse locali ammonteranno a 35 miliardi di euro. In 10 anni la pressione fiscale è cresciuta dell'86,4%. Sempre nello stesso periodo di tempo, la crescita del carico fiscale locale su ciascuna famiglia italiana è aumentata del 69,3%.
  • 26. Occupati Numero totale di occupati Fonte: ISTAT
  • 27. Tasso di disoccupazione Tasso di disoccupazione totale Fonte: ISTAT
  • 28. LAVORO: MA COSI' TANTI PRECARI, IN VENT'ANNI +48,4% ( ISTAT) "Dal 1993 al 2011 gli occupati dipendenti a termine sono cresciuti del 48,4% (+751mila unità) a fronte del +13,8% per l'occupazione dipendente complessiva - prosegue il rapporto -. Nel 2011 l'incidenza del lavoro temporaneo sul complesso del lavoro subordinato è pari al 13,4%, il valore più elevato dal 1993, e supera il 35% (quasi il doppio del 1993) fra i 18-29enni". Il peso degli occupati atipici (dipendenti a tempo determinato, collaboratori o prestatori d'opera occasionale) sul totale degli occupati è in progressivo aumento: ha iniziato con un lavoro atipico il 44,6% dei nati dagli anni Ottanta in poi. Prof. Gian Luca Gregori - Preside Facoltà di Economia - Università Politecnica delle Marche
  • 29. LAVORO: MA COSI' TANTI PRECARI, IN VENT'ANNI +48,4% ( ISTAT) A dieci anni dal primo lavoro atipico - quasi un terzo degli occupati è ancora precario e uno su dieci è senza lavoro. Il passaggio a lavori standard è più facile per gli appartenenti alla classe sociale più alta, mentre chi ha iniziato come operaio in un lavoro atipico, dopo dieci anni, nel 29,7% dei casi è ancora precario e nell'11,6% ha perso il lavoro. Prof. Gabriele Micozzi Docente Marketing Prof. Gian Facoltà di Economia “G. Fuà” Luca Gregori - Preside Facoltà di Economia - Università Politecnica delle Università Politecnica delle Marche Marche gmicozzi@yahoo.it
  • 30. Aumenta la distanza fra le informazioni fornite dal prodotto interno lordo e ciò che conta per il benessere della popolazione; occorre considerare le ineguaglianze; migliorare le misurazioni riferite a salute, educazione, attività personali e condizioni ambientali; informare sulla prossimità a livelli di guardia del danno ambientale; misurare la valutazione della qualità della vita da parte della popolazione Stiglitz, Senn, Fitoussi (2009)
  • 31. Indagine: come sono cambiate le abitudini di risparmio e consumo delle famiglie, di fronte alla crisi
  • 32. Il nostro prodotto interno lordo è di 800 milioni dollari all’anno… ma quel Pil include … la distruzione delle sequoie … Al tempo stesso, non tiene conto della salute dei nostri bambini … Non misura né il nostro spirito, né il nostro coraggio … Misura tutto, fuorché quello che rende la vita degna di essere vissuta … Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani Robert Kennedy (1968)
  • 33. Come è cambiata la nostra società nel frattempo?
  • 34. Prima Oggi
  • 35. Il computer prima era così… Oggi è così…
  • 38. … o anche più velocemente
  • 39. Prima ci si incontrava qui …
  • 40. … ora ci si incontra qui …
  • 41.
  • 42. La Piramide dei bisogni di Maslow 2.0
  • 43. Questo implica anche nuove abitudini dei consumatori Prima
  • 44. Questo implica anche nuove abitudini dei consumatori Oggi
  • 45. … nuovi stili di consumo Oggi Prima
  • 46. Il cambiamento è una legge della vita e coloro che si ostinano a guardare sempre solo al passato o si concentrano unicamente sul presente possono essere sicuri di perdersi il futuro JOHN F. KENNEDY
  • 47. Non penso mai al futuro, arriva così presto Albert Einstein
  • 48.
  • 50. Invecchiamento della popolazione Indice di vecchiaia in Italia. Anni 1961-2010 (valori percentuali) Fonte: ISTAT
  • 51.
  • 52. Trend futuro • La popolazione è destinata ad invecchiare gradualmente. Nello scenario centrale l‟età media aumenta da 43,5 anni nel 2011 fino ad un massimo di 49,8 anni nel 2059. Dopo tale anno l‟età media si stabilizza sul valore di 49,7 anni, a indicare una presumibile conclusione del processo di invecchiamento della popolazione. • Particolarmente accentuato entro i prossimi trenta anni è l‟aumento del numero di anziani: gli ultra 65enni, oggi pari al 20,3% del totale ,aumentano fino al 2043, anno in cui oltrepassano il 32%. Dopo tale anno, tuttavia, la quota di ultra 65enni si consolida intorno al valore del 32-33%, con un massimo del 33,2% nel 2056. Fonte: ISTAT
  • 53. Nascite e fecondità in Italia Anni 1995-2010, valori assoluti 600,000 500,000 400,000 nati stranieri nati italiani 300,000 200,000 100,000 0 2002 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
  • 54. Trend futuro • La popolazione fino a 14 anni di età, oggi pari al 14% del totale, evidenzia un trend lievemente decrescente fino al 2037, anno nel quale raggiunge un valore minimo pari al 12,4%. Dopo tale anno la percentuale di under 15enni si assesta fino a raggiungere un massimo del 12,7% nel 2065. Il margine di incertezza associato a tale stima fa comunque ritenere che nel medesimo anno tale quota potrebbe oscillare in un intervallo compreso tra l‟11% e il 14%. • La popolazione in età lavorativa (15-64 anni) evidenzia, nel medio termine, una lieve riduzione, passando dall‟attuale 65,7% al 62,8% nel 2026. Nel lungo termine, invece, ci si aspetta una riduzione più accentuata, fino a un minimo del 54,3% nel 2056, anno dopo il quale l‟indicatore si stabilizza, con un valore del 54,7% nel 2065, per un intervallo di stima compreso tra il 53,8% ed il 55,8%. ISTAT Fonte:
  • 55. Stranieri Stranieri residenti al 1° gennaio Fonte: ISTAT
  • 56.
  • 58. La famiglia • è aumentato il numero delle famiglie: è passato da circa 20 milioni di famiglie all‟inizio degli anni „90 a 24 milioni nel 2010-2011 • è diminuito il numero dei componenti: da 2,7 componenti a 2,4 • aumentano le famiglie unipersonali e le coppie senza figli • i single non vedovi nell‟ultimo ventennio sono quasi raddoppiati, anche in conseguenza dell‟aumento delle separazioni e dei divorzi • le libere unioni sono quadruplicate • ogni 10 matrimoni quasi 3 finiscono in separazione, una proporzione raddoppiata in 15 anni Fonte: ISTAT
  • 59. GIOVANI, 4 SU 10 RIMANGONO IN FAMIGLIA ( ISTAT) Quattro giovani su 10 fra i 25 e i 34 anni vivono ancora nella famiglia d'origine: la quota è del 41,9%, contro il 33,2% degli anni 1993-94. Il fenomeno per i maschi riguarda il 49,6%, mentre per le femmine la quota è del 34%. Il 45% dichiara di restare in famiglia perché non ha un lavoro o non può mantenersi autonomamente. E in vent'anni - aggiunge l'istituto di statistica - si è dimezzata la quota di giovani che escono dalla famiglia per sposarsi. I giovani che non lavorano e non studiano ("Neet") hanno superato i due milioni e la "quota è più alta nel Mezzogiorno, 31,9%, un valore quasi doppio di quello del Centro- nord, con punte massime in Sicilia (35,7%) e in Campania (35,2%), seguite da Calabria (31,8%) e Puglia (29,2%)".
  • 60. MANCA PARITA‟ UOMO DONNA ( ISTAT) Solo in una coppia su venti il lavoro familiare e il contributo ai redditi sono equamente distribuiti fra i partner. In una coppia su tre (30%) la donna non lavora e si occupa da sola della famiglia, spesso senza avere accesso al conto corrente (47,1%) e senza condividere le decisioni importanti con il partner (20%). In una coppia su quattro la donna guadagna meno del partner, ma lavora molto di più per la famiglia. L'Istat rivela che l'Italia è in fondo alla classifica europea per il contributo della donna ai redditi della coppia: il 33,7% delle donne tra i 25 e i 54 anni non percepisce redditi (contro il 19,8% della media Ue).
  • 61. La famiglia Tassi di nuzialità (matrimoni per 1000 abitanti) e tassi di divorzialità (divorzi per 10.000 abitanti) per regione. Anno 2007 (numeri indici: tasso per l’Italia=100) Fonte: ISTAT
  • 63. Probabilmente stiamo attraversando un terremoto che ci costringera‟ a costruire insieme un nuovo mondo
  • 64. Si può cambiare per illuminazione o disperazione. Sino ad oggi molto illuminati non siamo stati….
  • 65. Il loro futuro è in pericolo?
  • 66. … allora tutta l‟Italia è in pericolo? Prof. Gabriele Micozzi Docente Marketing Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche gmicozzi@yahoo.it
  • 67. Cosa vogliono le future generazioni? … c‟è che vuole questo
  • 68. Cosa vogliono le future generazioni? … ma in molti sognano questo
  • 70.
  • 71. Prof. Gabriele Micozzi Docente Marketing Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche gmicozzi@yahoo.it
  • 72. Prof. Gabriele Micozzi Docente Marketing Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche gmicozzi@yahoo.it
  • 73. Il sogno spezzato Martedì 24 gennaio 2012 il programma televisivo Ballarò di RaiTre propone il servizio “Il sogno spezzato”. Si tratta di un‟intervista ad una giovane laureata in lettere in cerca di occupazione e parallelamente un‟intervista alla madre della ragazza Prof. Gabriele Micozzi Docente Marketing Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche gmicozzi@yahoo.it
  • 74. Il sogno spezzato “L’ultimo lavoro che mi era stato offerto era a Formello ma io non avevo i soldi per pagarmi una macchina e ho dovuto rifiutare perché non ci sono mezzi che ci arrivano”
  • 75. Il sogno spezzato “Vedo che anche per lei le porte sono chiuse … Questi ragazzi, li vedi spenti, li vedi SENZA SPERANZA, mentre quella noi l’avevamo …”
  • 76. Il sogno spezzato “E’ una sensazione di IMMOBILITA’, quasi di vertigine perché sentirsi così toglie i punti fermi … e anche di MANCANZA DI EQUILIBRIO … una sensazione di vertigine principalmente che poi si riflette nella PAURA DI NON VEDERE UN FUTURO”
  • 77. Il sogno spezzato “Sinceramente soffro per lei, soffro perché so che i suoi sogni vengono spezzati dalla realtà”
  • 78. C’è UNA PROFONDA DICOTOMIA TRA LE ASPETTATIVE DI CONSUMO DEI GIOVANI E LA LORO CONCRETA POSSIBILITA’ DI SODDISFARLE
  • 79. Rischi INESORABILE “FUGA DEI CERVELLI”