1. Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà . Bernard de Clairvaux
2. Wollemia Nobilis, the living fossil La Wollemia Nobilis, a prima vista, può sembrare una comunissima conifera, simile ad un pino, non particolarmente degna di interesse. In realtà, la sua scoperta, o per meglio dire, la sua riscoperta, è considerata dagli esperti uno degli eventi di maggior rilievo del XX secolo nel campo delle Scienze naturali.
3. Il storico ritrovamento è avvenuto in Australia nel 1994. La conifera, della famiglia delle Araucariaceae, prende il nome dal luogo in cui fu effettuata la scoperta, il Wollemi National Park, nelle Blue Mountains, a ovest di Sydney, e dal cognome della guardia forestale che la scoprì, David Noble.
4. Noble, incuriosito da quell’albero particolare, ne raccolse un ramo caduto e lo fece analizzare. Nello stesso canyon furono identificati un centinaio di esemplari: il più vecchio si stima abbia circa 1000 anni e il più grande è alto più di 40 metri.
5. Si tratta di una delle specie viventi più antiche del pianeta conosciuta fino a quel momento solamente attraverso i fossili, datati 90 milioni di anni fa. Si stima che la pianta fosse comparsa sulla terra in un periodo compreso tra i 90 e i 200 milioni di anni fa, vissuta nello stesso periodo dei dinosauri, ed è chiamata per questo il fossile vivente, “the living fossil” o l’albero dei dinosauri, “dinosaur tree”.
6. In seguito furono fatti ulteriori studi per identificare con certezza la pianta, poiché non mostrava somiglianze con qualsiasi altra specie vivente della famiglia delle Araucariaceae. Fu il confronto con i fossili, simili ad alcuni già ritrovati in Nuova Zelanda ed in Antartide, a dimostrare la sua appartenenza alla famiglia, di cui rappresenta l’unico membro tuttora vivente. In merito alle sue origini geografiche, si é supposto che la pianta potesse provenire dal Gondwana, un continente preistorico, che esisteva giá prima che il continente Australiano si separasse dall’Antartico. Gli evoluzionisti spiegano la sua sopravvivenza agli incendi, alle glaciazioni, ai dinosauri e ai movimenti dei continenti grazie ad una ridottissima mutazione genica.
7. Analizzandoli, infatti, si è notato che tutti gli esemplari ritrovati fino ad oggi sono geneticamente identici, quasi come dei cloni. Si suppone che la specie originaria possa avere subito un collo di bottiglia genetico durante il quale la popolazione era diventata così bassa, si parla di due o tre individui, che la variabilità genetica è stata totalmente persa.
8. Inoltre, questa specie può vantare una crescita decisamente unica. I nuovi rami sbocciano spontaneamente dal tronco principale e ne assicurano il mantenimento. In più, in caso di danni a quest’ultimo, come fulmini o altre calamità naturali, i nuovi getti rimangono protetti e integri all’interno delle radici. E’ grazie anche a questa tecnica di sopravvivenza che la Wollemia Nobilis è ancora presente sulla terra.
9. La Wollemi Pine International è l’organizzazione che ha lo scopo di garantire la sopravvivenza della specie, citata dal 2006 nella lista rossa delle specie animali e vegetali in via di estinzione. E’ possibile acquistare i semi o le piante adulte in vari siti o parchi naturali, a costi più o meno accessibili.
10. Giardini di Trauttmansdorff Agosto 2010, foto di Veronica Costa In Italia, ha fatto la sua comparsa all’Euroflora di Genova nel 2006, ed ormai presente in molti giardini e parchi botanici, nei parchi di facoltà scientifiche, nel Parco Naturale di Cervia e nei Giardini di Trauttmansdorff a Merano.
11. Fonti: http://www.rbgsyd.nsw.gov.au/plant_info/wollemi_pine http://www.icr.org/article/2707/ http://www.trauttmansdorff.it/Attrazioni_botaniche.html http://www.wollemipine.sk/page.php?lang=it&id=0 http://guide.supereva.it/botanica/interventi/2010/01/il-fossile-vivente-della-wollemia-nobilis Wikipedia Botanical Society of America Google Lavoro svolto da Veronica Costa, 4Bs